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  1. L’allenamento della coordinazione nel calcio: dagli Esordienti fino alla Prima Squadra

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    (aggiornato al 22/09/2021)

    Se l’allenamento della coordinazione, nei primi anni della Scuola Calcio, è di importanza universalmente riconosciuta, poco si conosce su quanto e come questa vada allenata dagli Esordienti in poi. Rappresentando, le capacità coordinative, i presupposti delle abilità tecniche, tattiche ed atletiche, anche in queste fasce d’età devono essere allenate, nelle modalità caratterizzate dalle categorie di riferimento. In questo post continueremo il percorso iniziato nel precedente (dedicato ai Piccoli Amici e ai Pulcini), descrivendo quali sono gli stimoli più adeguati, partendo sempre dai presupposti dei precedenti articoli, cioè che le capacità coordinative nel calcio possono essere divise in 3 grandi gruppi (vedi immagine sotto). Potranno trovare utile questo articolo sia preparatori atletici che allenatori.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA ESORDIENTI E GIOVANISSIMI

    Ho accorpato queste 2 categorie perché comprendono un periodo dello sviluppo fisico molto delicato, cioè la spinta puberale. Questa è caratterizzata da un’importante crescita staturale e muscolare, che nell’anno di massima crescita può arrivare ad essere di 10 cm e di 8.5 Km (Philippaerts e coll 2006); basti pensare che l’incremento di massa muscolare media fino alla pubertà è di circa dello 0.6% annuo, mentre nei 2 anni che caratterizzano questa crescita può arrivare al 29%. La spinta puberale ha una durata media di circa 2 anni e ha il tasso di massima crescita tra il 13° e 14° anno di età, ma con differenza di anche di qualche anno tra soggetto e soggetto; infatti, alcuni inizieranno tale fase nella categoria Esordienti, mentre altri nella categoria Giovanissimi. Per comprendere l’importanza dell’allenamento della coordinazione in queste fasce d’età, è prima fondamentale capire quali sono le modificazioni fisiologiche (oltre alla statura e massa muscolare) a cui va incontro il giocatore in queste 2 categorie.

    Come detto prima, le qualità fisiologiche ed anatomiche che subiranno un rapido incremento sono la statura, la massa muscolare e di conseguenza anche la forza e la potenza aerobica. Facendo un paragone un po’ irriverente, è come se in poco tempo il giocatore si trovasse a guidare una moto, essendo sempre però stato abituato ad usare la bicicletta. È ovvio che le performance fisiche miglioreranno, ma sarà lecito aspettarsi (anche se con gradi differenze tra soggetto e soggetto) che inizialmente possano esserci alcune difficoltà nel gestire i movimenti in maniera fine; infatti i rischi maggiori a cui si va incontro a quest’età sono:

    • Difficoltà maggiore nel padroneggiare la tecnica calcistica: questo è dovuto al repentino incremento della forza e delle leve muscolari. La tecnica fine raggiunta nel periodo pre-puberale, può (con ovvie differenze tra giocatore e giocatore) subire un leggero peggioramento dovuto ai nuovi “parametri” anatomici e fisiologici.
    • Maggior rischio di infortuni: questo è dovuto in particolar modo al veloce incremento dell’allenabilità della forza che avviene a livello muscolare, in una struttura in cui però i tendini e ossa sono più lenti ad adattarsi. In questo modo, in particolar modo se non si lavora sull’aspetto coordinativo dei movimenti, incrementa il rischio di infortuni; l’esempio più lampante è la Sindrome di Osgood-Shlatter.

    In questo contesto il lavoro coordinativo è quello di permettere al giocatore di scoprire/riscoprire i propri parametri fisiologici ed anatomici, evitando di perdere la tecnica acquisita nel periodo precedente e prevenendo gli infortuni.

    In una riunione con dei genitori, ho sentito accusare gli allenatori del fatto che, facendo poco stretching, i giocatori correvano “male”. Il problema ovviamente non era lo stretching, ma la coordinazione e la necessità di lavorare sui presupposti dello stile di corsa tipico del calciatore (corsa rettilinea, accelerazione/decelerazione e cambi di direzione). I lavori che personalmente consiglio in questa fascia d’età sono quindi rivolti al mantenimento (o al perfezionamento) della tecnica calcistica, al consolidamento della rapidità e della tecnica di corsa, e alla prevenzione degli infortuni.

    Nell’immagine sopra è possibile vedere una semplificazione di tutte le dinamiche che coinvolgono crescita e attività calcistica,

    • Mantenimento della coordinazione e tecnica calcistica: accanto alle esercitazioni di tecnica analitica tipica della gestualità tecnico/tattica della categoria, è opportuno lavorare sulla rapidità coordinativa, proprio per “ripassare” continuamente l’ABC del movimento.
    • Consolidamento della tecnica di corsa e miglioramento della rapidità: consideriamo la tecnica di corsa del giocatore non solo nella dimensione rettilinea, ma nell’intera gestualità del gioco del calcio (cambi di direzione ed intensità). Per questo motivo, accanto ad esercitazioni atte a sensibilizzare la tecnica di corsa (vedi prima e seconda parte dell’approccio metodologico), vanno affiancate quelle per i cambi di direzione. Ricordiamo che proprio da una recente ricerca (Schuurmas e coll 2017) è stato visto che il rischio di infortuni ai posteriori della coscia era correlato alla tecnica di corsa.
    • Lavoro di prevenzione infortuni: già sopra abbiamo ribadito come l’incremento di forza e lunghezza delle leve tipico della pubertà, comporta una maggior rischio di infortunio all’apparato passivo di sostegno. Proprio per questo motivo sono da evitare carichi eccessivi in torsione e flessione della colonna vertebrale e allungamenti passivi prolungati ed intensi sull’articolazione dell’anca. Un corretto allenamento funzionale (e di allungamento funzionale), partendo dal core e progressivamente finalizzato al miglioramento della forza delle catene muscolari agli angoli articolari estremi della disciplina, permette di limitare il rischio di infortuni, fermo restando che l’analisi di vizi posturali, paramorfismi e dismorfismi, deve essere fatto da personale qualificato.

    Concludo con una necessaria disamina di quello che è anche l’aspetto motivazionale; la pubertà è un’età in cui è lecito aspettarsi cali motivazionali da parte dei giocatori, per molti fattori che non stiamo qui ad approfondire; in particolar modo nei settori dilettantistici, l’aspetto teorico sopra esposto, dovrà essere gestito da parte dell’allenatore e dello staff in maniera il più possibile consona alle caratteristiche psicologiche del gruppo.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA ALLIEVI

    Con l’adolescenza, la crescita si stabilizza e il giocatore tende a “riappropriarsi” più facilmente dal punto di vista coordinativo dei propri gesti motori. Non a caso, questa è considerata la “seconda età aurea” per lo sviluppo della coordinazione e della tecnica. Malgrado questo, in troppi ambienti c’è l’errata convinzione che a quest’età sia ormai tardi per migliorare la tecnica; niente di più sbagliato, ma sicuramente in questa categoria bisogna avere un approccio diverso da quello che si è avuto nella “prima età aurea”, cioè quella della categoria Pulcini. Malgrado la frequenza dei movimenti è allenabile particolarmente in età pre-puberale, durante l’adolescenza è possibile richiedere, ottenendo buoni adattamenti, movimenti di estrema finezza ad intensità progressivamente elevata (agilità). A mio parere sono le esercitazioni di rapidità coordinativa ad essere le fonti metodologiche fondamentali, a patto che l’allenatore sia in grado di proporre progressioni esecutive estremamente motivanti. Accanto a queste, altri mezzi a carattere maggiormente ludico e tecnico possono (se effettuate con la giusta serietà da parte dei giocatori) essere ottimi stimoli per l’allenamento della rapidità e tecnica, come:

    Questo proprio perché la coordinazione, in questa fascia d’età, è particolarmente legata a tecnica e alla rapidità! Non a caso, i vecchi centri formazioni Francesi (da cui uscirono i campioni che vinsero il Mondiale del 1998 e il successivo Europeo) lavoravano proprio su questi aspetti, trascurando in parte la tattica, ma fissando gli stimoli allenanti (in questa fascia d’età) prevalentemente sulla tecnica. Indipendentemente dalla scelta metodologica (lavorare più su tattica o tecnica), è fondamentale comprendere che

    nella categoria Allievi è ottenibile un’elevata finezza (precisione e velocità) tecnica, ma solo se c’è alla base un’elevata destrezza coordinativa

    I legami tra rapidità e coordinazione invece si possono individuare nella frequenza dei passi e nella capacità di gestire gli appoggi in tutte le direzioni; gestire in maniera disinvolta gli spostamenti “nello stretto”, permette di padroneggiare al meglio tecnica e rapidità. L’allenamento della coordinazione (sempre tramite mezzi multilaterali di rapidità coordinativa) sarà il presupposto dell’allenamento analitico per la rapidità e, per chi ne ha la possibilità, anche per i movimenti specifici per ruolo (vedi quelli del difensore).

    Ultimo aspetto che ritengo importante tra coordinazione e prestazione atletica è in relazione all’esplosività dei movimenti; se in età puberale (vedi sopra categorie precedenti) si è lavorato adeguatamente sulla tecnica dei balzi in maniera graduale ed estensiva, si potrà procedere in questa categoria al lavoro di intensità, migliorando in maniera significativa l’esplosività (accelerazione) e lo schema motorio della corsa del calciatore. La differenza (seppur solamente concettuale) tra rapidità ed esplosività in questo contesto, è dovuta al fatto che la rapidità mi permette di essere agile e preciso negli appoggi, mentre l’esplosività mi consente di gestire l’intensità neuromuscolare in maniera tale da effettuare contrazioni di entità elevata in un minimo tempo ed essere quindi anche veloce.

    Ricordo che parallelamente a questo tipo di lavori, va continuato quello dedicato alla prevenzione infortuni iniziato nella categoria precedente; durante l’adolescenza le strutture passive diventano più resistenti e di conseguenza il calciatore può tollerare allungamenti maggiori. Questa è anche un’età fondamentale per comprendere l’eventuale presenza di paramorfismi, dismorfismi e vizi posturali, per effettuare i giusti interventi correttivi e preventivi.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA JUNIORES E PRIMA SQUADRA

    Si presume che dal punto di vista coordinativo, il calciatore una volta entrato nella categoria Juniores, possa essere considerato “maturo”. Ciò non significa che questa qualità non sia più migliorabile, soprattutto per atleti che hanno iniziato tardi a giocare a calcio, o che hanno avuto correzioni posturali in età adolescenziale che ne hanno migliorato successivamente la disponibilità all’allenamento motorio.

    Dal punto di vista metodologico, le indicazioni possono essere le stesse della categoria precedente, ma è ovvio, che molto dipenderà dalla categoria (e di conseguenza dal numero di allenamenti) di militanza. L’allenamento della coordinazione (prevalentemente grazie ed esercitazioni di rapidità coordinativa) dovrebbe rimanere all’interno del training settimanale per il mantenimento di questa qualità, e se possibile per il miglioramento della stessa.  Infatti non tutti i giocatori avranno avuto gli stessi stimoli allenanti (se provenienti da società diverse) nelle categorie giovanili, quindi è lecito aspettarsi anche dei miglioramenti da chi ha lavorato poco su questo aspetto….ricordandosi, che se una qualità non viene allenata, si tende a perderne l’abilità!

    La coordinazione inoltre, influisce sull’efficienza energetica, che è una delle discriminanti principali  delle qualità aerobiche tra dilettanti e professionisti.

    Soprattutto nelle prime squadre dei settori dilettantistici, il “non allenamento” della coordinazione può portare all’incremento del rischio di infortuni; infatti oltre i 28-30 anni, le capacità di recupero tendono a diminuire e di conseguenza devono acquisire importanza quei mezzi allenanti (come le esercitazioni di rapidità coordinativa ed allenamento funzionale) che vanno a lavorare sulle strutture anatomiche e sul controllo del movimento.

    PER APPROFONDIRE

    Se i giochi e le attività ludiche sono fondamentali fino alla categoria Pulcini per lo sviluppo della capacità coordinative, dagli Esordienti in poi prendono sempre più importanza le esercitazioni per la rapidità coordinativa; l’efficacia di questi mezzi allenanti, non può prescindere da una progressiva difficoltà esecutiva annuale, accoppiata ad un’elevata variabilità delle proposte e dei mezzi utilizzati (coni, paletti, scaletta, ostacoli, cerchi, ecc.), anche per motivare continuamente i giocatori a migliorarsi. Per questo motivo, a mio parere è fondamentale fornirsi di una o più fonti, dalle quali attingere idee e spunti sui quali costruire il percorso allenante che accompagnerà i giocatori per tutta la stagione; allo stesso tempo, è importante annotarsi tutte le progressioni proposte e l’effettiva efficacia percepita dopo averle somministrate. Personalmente consiglio questo testo di Cuzzolin e Durrigon: 103 Esercizi di Agility con la Speed-Ladder. È sufficiente leggere le recensioni per rendersi conto della bontà del testo; prendendo spunto dai movimenti proposti, è possibile inoltre strutturare “percorsi” con altri attrezzi (senza necessariamente usare la scaletta) come coni, cerchi, paletti, ostacoli, ecc.

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    preparazione atletica dilettanti

    Autore dell’articolo: Melli Luca (melsh76@libero.it), istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960, preparatore atletico AC Sorbolo e Istruttore di Atletica Leggera GS Toccalmatto.

  2. L’allenamento della coordinazione nel calcio: dai Piccoli Amici fino ai Pulcini

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    Le capacità coordinative (o più semplicemente coordinazione) sono le qualità che più di altre si vanno ad intersecare con le altre variabili fondamentali del calcio, come la tecnica, la tattica e le componenti atletiche; non a caso, sono anche definiti “prerequisiti funzionali”, in quanto fungono da presupposti di molte abilità del calciatore. In un’interessante pubblicazione di Ford e colleghi del 2011, venne analizzato (in base agli esiti delle ricerche scientifiche) quello che è il modello atletico di adattamento a lungo termine (LTAD: Long Term Athletic Development).

    Immagine tratta da “The long-term athlete development model: physiological evidence and application.” di Ford e coll. J Sports Sci. 2011

    Come potete vedere dall’immagine sopra, è uno schema modello che approfondisce la comprensione dello sviluppo del potenziale atletico durante la crescita per permettere di ottimizzare la metodologia d’allenamento nelle varie fasce d’età. Senza addentrarci nei contenuti (che sono particolarmente vasti), ci soffermiamo sull’aspetto legato alla coordinazione, nello schema indicato come Physical Literacy; gli autori indicano come ci siano evidenze scientifiche/anedottiche a supporto del fatto che sia necessario un lungo/precoce percorso di allenamento multilaterale affinché si possano raggiungere abilità motorie elevate in età adulta. Fortunatamente il calcio (rispetto a molte altre discipline) è un’attività particolarmente multilaterale (cioè nella quale necessitano diverse abilità), ma è importante evitare una specializzazione metodologica precoce, al fine di permettere al giocatore di avere un bagaglio motorio elevato in età giovanile (per lo meno fino alla spinta puberale) su cui costruire le proprie qualità in età adulta.

    Ma che significato ha tutto questo all’atto pratico? Significa che l’allenamento della capacità coordinative (di per sé multilaterale) è un presupposto fondamentale al fine di avere le basi motorie su cui costruire l’aspetto tecnico, tattico ed atletico del calciatore. Quello che poi è importante comprendere, a livello metodologico, è l’influenza di queste sulla performance calcistica nelle varie categorie d’età e il come/quando/perché devono essere allenate a secco. In questo post, cercheremo di approfondire questi 2 aspetti, in maniera tale da dare le giuste indicazioni metodologiche dei lavori a secco, in base alle fasce d’età considerate.

    COSA SONO LE CAPACITA’ COORDINATIVE

    È importante comprendere come malgrado le capacità coordinative siano abilità generali, queste vanno allenate in maniera specifica alla disciplina praticata e in funzione dell’età. Infatti, malgrado la metodologia d’allenamento le suddivide in più di 10 abilità (equilibrio, coordinazione oculo manuale, reazione motoria, anticipazione motoria, ecc.), nel post che abbiamo dedicato all’argomento le abbiamo suddivise in 3 grandi gruppi, in maniera tale da semplificarne l’approccio.

    Nei nostri 2 post sulla coordinazione (prima parte, seconda parte), potete vedere la spiegazione completa.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI e PRIMI CALCI

    Fino ai 6-7 anni, la difficoltà nell’apprendere i movimenti, è dovuta alla povertà degli schemi motori e da fenomeni di “irradiazione” a livello del sistema nervoso centrale che possono rallentare i processi di fissazione dei gesti (cioè l’apprendimento). Malgrado questo, a quest’età è possibile far leva su 2 aspetti che possono aiutare nel percorso didattico, cioè la motivazione alla scoperta e il gioco.

    L’AGILITA’ è sicuramente la qualità più allenabile in questo momento di crescita, anche perché permette di consolidare gli schemi motori; ma facciamo un esempio molto banale di come l’agilità, e nel caso del calciatore, la frequenza dei passi, sia un aspetto coordinativo fondamentale per lo sviluppo della tecnica. Se un giocatore ha una frequenza dei passi tale da riuscire a toccare il pallone ad ogni giro che questo effettua su se stesso (mentre rotola), allora sarà in grado di guidarlo nello spazio in maniera precisa ed efficace; se invece avrà una frequenza dei passi tale da toccare il pallone ogni 3-4 giri di questo, allora sarà continuamente in difficoltà nel guidare la palla….in altre parole, “sarà la palla a guidare il giocatore e non il giocatore a guidare la palla”. Non a caso, i giocatori che a quest’età emergono maggiormente, sono proprio quelli che grazie alla loro agilità (leggi frequenza dei movimenti) riescono a gestire al meglio la palla. Alcuni mezzi adeguati all’età sono:

    Abbiamo già visto come il SENSO DEL MOVIMENTO sia una qualità particolarmente legata alla tecnica, ma allo stesso tempo come un patrimonio motorio vasto e globale in età giovanile sia il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Per questo motivo, non c’è nulla di male nel somministrare anche giochi presi da discipline diverse da quelle del calcio, a patto che la densità di gioco sia sempre elevata e la progressione esecutiva converga sempre al gioco del calcio come nelle strutture seguenti:

    Il SENSO DEL GIOCO ovviamente è la qualità meno allenabile a quest’età, perché il giocatore riesce a focalizzare l’attenzione su pochi aspetti contemporaneamente. In ogni modo, attraverso l’utilizzo di giochi sempre più complessi si abituano i giocatori ad indirizzare la propria attenzione su un numero di aspetti sempre maggiori, lavorando sulla capacità di allargare e restringere il proprio focus attentivo, che è un presupposto importante dell’anticipazione motoria. Altro aspetto che ritengo fondamentale, soprattutto a cavallo della II-II° elementare, è l’attitudine dei bambini a dialogare e collaborare nei giochi; è il classico esempio del Guida e centra il bersaglio, il gioco del lupo, entriamo in porta e la battaglia di palloni.

    Questo non significa inserire forzatamente esercitazioni sul passaggio della palla, ma allenare nei giocatori la capacità di dialogare in maniera costruttiva all’interno del gioco (o del mezzo allenante), al fine di raggiungere l’obiettivo dell’esercitazione. In questo modo si costruiranno i presupposti mentali su cui poggeranno i possessi palla e le fasi tattiche (più o meno complesse) dell’età successive.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PULCINI

    È considerata anche come l’età d’oro per lo sviluppo delle abilità motorie; infatti, la maggior predisposizione all’apprendimento è data dalla non completa mielinizzazione delle fibre nervose e allo sviluppo dell’encefalo, che permettono di avere una maggior plasticità (rispetto ad altre fasce d’età) neuronale. A differenza delle età precedenti, non sono presenti fenomeni di irradiazione che rallentano la stabilizzazione dell’apprendimento e il giocatore si trova in una fase in cui anche mentalmente è molto più consapevole, propositivo e disposto ad imparare. Inoltre, la velocità di crescita staturale è limitata (rispetto alla pubertà) e di conseguenza è facilitata la padronanza della motricità. Ma come sfruttare al meglio dal punto di vista metodologico questa importante fase di crescita?

    Dal punto di vista dell’AGILITA’, permane il livello di allenabilità indicato nella categoria precedente, ma non solo: si assiste anche ad un modesto incremento della forza rapida (intorno alla 5° elementare), quindi il giocatore sarà particolarmente sensibile a stimoli che riguardano la velocità di corsa e l’accelerazione. Quello che cambierà, sarà il modo con il quale verranno allenate queste abilità in quanto, essendo più maturi, potranno trovare banali i giochi fatti in I° e II° elementare. Rimanendo sull’ambito ludico (che ovviamente motiva maggiormente i giocatori) potranno essere inseriti quindi esercitazioni a mo’ di sfide (con o senza palla) e giochi più complessi. A mio parere è possibile inserire anche saltuariamente qualche esercitazione di rapidità coordinativa, con percorsi inseriti nel passaggio strutturato (per organizzarlo anche in forma di sfide per motivarli). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Inoltre, sono convinto che dal punto di vista motorio possano trovare grande giovamento dall’inserimento di esercitazioni a navette brevi e con più cambi di senso, per migliorare la percezione dell’appoggio del piede esterno nel cambio di direzione (vedrete che per loro non è un concetto semplice); fondamentale è il modo con cui vengono proposte queste esercitazioni, per motivarli adeguatamente senza che si annoino.

    Per questo riguarda il SENSO DEL MOVIMENTO, da un lato è fondamentale lavorare sulla tecnica (vista l’elevata disponibilità nell’allenarla a quest’età), ma è bene anche incoraggiarli a praticare altre discipline, contribuendo ad un patrimonio motorio vasto e globale che sarà il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Un aspetto che però ritengo ancora fondamentale su cui lavorare a secco, è l’apprezzamento delle distanze e delle traiettorie; infatti anche in Prima categoria e Promozione (adulti) mi capita di vedere giocatori dotati tecnicamente che però faticano nel gioco aereo o nella gestione della ricezione di un passaggio lungo. Avere una buona tecnica nel colpire di testa la palla o nel gioco aereo, non è sufficiente se non si riesce a leggere con precisione a traiettoria della palla, e non è una cosa scontata. Quindi sarà poco efficiente, nelle categorie successive (quando la forza dei giocatori permetterà di fare dei lanci lunghi), allenare queste qualità se nella categoria pulcini non si è prima insegnato a leggere la traiettoria della palla. Ovviamente in questa fase non è necessario usare i piedi, ma anche le mani o mani/piedi insieme, in maniera tale da riuscire a stimolare la lettura delle traiettorie senza le difficoltà o le paure tipiche legate ai gesti tecnici (come usare forzatamente la testa o i piedi). Alcuni esercizi utili potrebbero essere:

    Concludiamo con il SENSO DEL GIOCO, che in questa fascia d’età diventa più allenabile rispetto alla precedente. Malgrado questo, è importante non iniziare una specializzazione tattica precoce, in quanto le abilità maggiormente allenanti in questa categoria sono la tecnica e la coordinazione. Conviene quindi continuare (anche se in misura minore rispetto a prima) ad utilizzare mezzi a secco per lo sviluppo di questa abilità, allenando di conseguenza le capacità attentive e di anticipazione motoria (vedi ad esempio alcuni esercizi della prima parte e della seconda sul riscaldamento). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Parallelamente ovviamente, inizierà il lungo percorso didattico (tecnico/tattico) che porterà (partendo da dei semplici giochi di posizione) allo sviluppo delle abilità tattiche individuali collettive, che finirà in età adulta.

    CONCLUSIONI

    L’allenamento della coordinazione nelle categorie proposte non può essere scisso dal concetto di gioco, o per lo meno da quello di “sfida”. Questo non solamente garantirà una grande motivazione (perché il gioco va incontro alle esigenze dell’età considerata) e densità di gioco, ma permetterà anche di acquisire il concetto del rispetto delle regole. In un contesto in cui vengono rispettate le regole, i bambini sono più tranquilli e propositivi, e di conseguenza imparano meglio.

    Ricordo che i mezzi dedicati alla coordinazione devono poi anche essere inseriti ed avere un continuo nel contesto della didattica della seduta; così se strutturerò un allenamento per la guida della palla per i Piccoli Amici, potrò iniziare con un gioco dei ragni, mentre se vorrò lavorare sul calciare/ricevere la palla, potrò utilizzare il gioco della bomba.

    Cliccando sull’immagine sotto potrai accedere al Gruppo Telegram dedicato all’allenamento motorio ed atletico nel settore giovanile e scaricare gratuitamente il documento con le indicazioni (e link agli esercizi più utili) per ogni categoria, dai Piccoli amici fino agli Allievi. In più, ogni settimana, contenuti ed aggiornamenti per gli iscritti al canale.

    coordinazione scuola calcio

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960, preparatore atletico AC Sorbolo ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  3. “1-Contro-Portiere”: progressione esecutiva per la scuola calcio

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    Nei precedenti documenti, abbiamo analizzato l’1c1 in diverse forme (vedi in fondo al post per l’elenco dei link); quando si parla di 1cP (1-contro-Portiere) nelle prime fasi della didattica calcistica, ci si scontra con 2 difficoltà che non sono solo tecniche, ma psicologiche, dovute alla paura e alla frenesia:

    • La paura del portiere di “uscire” ad affrontare il giocatore con la palla.
    • L’incapacità da parte del giocatore di comprendere che è inutile calciare in porta direttamente se il portiere esce correttamente.

    In questo post cercheremo con una didattica di 3 step progressivi, di far apprendere correttamente gli atteggiamenti ideali da tenere (sia il giocatore che il portiere) nelle prime fasi della didattica calcistica (I°/II° elementare).

    STRUTTURA 1: 1cP IN ABBINAMENTO A LAVORO TECNICO E COORDINATIVO

    1cP 1Per avere l’idea delle dimensioni, si consiglia di “costruire” la struttura delle misure un campetto da 5c5 o da calcetto. Com’è possibile vedere dall’immagine sopra, la struttura prevede coni, cinesini, ostacoli (di diverse dimensioni) e materassi. Al “via” dell’allenatore, il giocatore con la palla (giallo) effettuerà il più velocemente possibile lo slalom tra i coni ed andrà a tirare in porta prima della riga di cinesini blu. Il portiere (blu), al “via” dell’allenatore, dovrà fare un capovolta sul materasso blu, correre, saltando, 3 ostacoli bassi, infilarsi sotto un ostacolo alto (vicino alla propria porta) e posizionarsi in porta per parare la palla del giocatore giallo.

    • Se il giocatore giallo riuscirà a fare gol, avrà un punto
    • Se il portiere blu riuscirà a parare (deviando la palla fuori o in campo) la palla avrà un punto
    • Se il giocatore giallo tirerà la palla fuori, entrambi avranno 0 punti.

    Appare ovvio che lo stimolo principale per entrambi i giocatori è la “velocità di esecuzione del compito (tecnico o coordinativo)” preliminare del tiro. Infatti, se il giocatore giallo sarà più veloce (nell’arrivare al tiro) del blu, allora riuscirà a fare gol facilmente (praticamente a porta “vuota”), mentre se il portiere riuscirà a posizionarsi in tempo in porta, allora avrà possibilità di “parare” la palla.

    1cP 2Nella figura sopra, è raffigurato l’utilizzo di tutto il campetto (è bene che ci siano “protezioni” dietro entrambe le porte, per evitare che la palla finisca lontano) per evitare file troppo lunghe (3-4 giocatori per fila). Il fatto che sia una proposta per i primi anni di scuola calcio è evidente dalla presenza di (per il giocatore con la palla) un compito tecnico semplice e, per il portiere, dei compiti motori prevalentemente coordinativi. Modulando il numero dei coni (per il giocatore con la palla) e il numero di compiti motori (per il portiere) si facilita l’uno o l’altro….consiglio di modulare il tutto per rendere “difficile” al portiere di arrivare in tempo se il giocatore esegue velocemente lo slalom con la palla; in queste condizioni, entrambi sono stimolati per eseguire i gesti più velocemente possibili. Questa prima variante della struttura non presenta momenti di 1cP, ma fornisce l’apprendimento dei movimenti di base della prossima variante.

    1cP 3Nella figura sopra è rappresentata la variante senza riga di tiro; in altre parole, il compito del giocatore con la palla sarà quello di fare gol (da qualsiasi distanza) e del portiere sarà quello di parare, trattenendo la palla con le mani. In questo modo, diventa un vero 1cP; fattore molto importante riveste la Verbalizzazione del compito:

    • Il primo compito da verbalizzare è quello del portiere; “rimanendo sulla riga di porta, sarà molto più difficile parare la palla, mentre andando incontro al giocatore, sarà più facile rubargliela”.

    In questa fase, è importante che chi gioca in porta vinca la paura di andare incontro al giocatore con la palla; fattore importante sarà l’acquisizione della capacità di leggere la gestualità dell’attaccante per andarci incontro quando si allunga la palla e rimanere in posizione (magari avanzando leggermente) quando è in procinto di tirare.

    • Il secondo compito da verbalizzare è quello del giocatore con la palla: “se il portiere esce dalla porta, è inutile tirare direttamente perché probabilmente gli finirebbe la palla addosso”.

    L’apprendimento di questo elemento predispone anche un minimo di abilità tecnica, cioè la capacità di spostare la palla quando un avversario (il portiere in questo caso) viene incontro. Per questo motivo, questa variante è consigliabile solo quando i giocatori hanno raggiunto un minimo di livello tecnico della guida.

    STRUTTURA 2: 1cP PSICOCINETICO

    1cP 4In questa struttura (vedi immagine sopra) i 2 giocatori partono da fondocampo, eseguono un percorso semplice con la palla (nel nostro caso è necessario fare il giro di un cono e far passare la palla sotto ad un ostacolo) e devono far meta (cioè fermare la palla con la suola) nel cerchio posto a metacampo.

    1cP 5Il primo che ferma la palla diventerà l’attaccante (come il blu nella figura sopra), mentre l’altro (giallo) diventerà il portiere. L’attaccante, prima di tirare dalla riga di cinesini blu dovrà far passare la palla sotto un ostacolo posto a metacampo, mentre il portiere, prima di parare, dovrà strisciare sotto un ostacolo alto posto a fianco della porta. Valgono tutte le considerazioni fatte per l’esercizio sopra per quanto riguarda l’attribuzione dei punti; modulando il percorso da far fare all’attaccante (ad esempio si può aggiungere un ostacolo in più a metacampo) è possibile facilitare il portiere o viceversa. Sempre dalla figura, è possibile vedere com’è possibile utilizzare il campo per 2 strutture esercitative parallele.

    1cP 6Nell’ultima variante di questa struttura, l’attaccante può tirare da dove vuole e il portiere può uscire incontro all’attaccante (come nell’ultima variante della struttura precedente). Valgono le stesse verbalizzazioni fatte per la struttura precedente.

    STRUTTURA 3: GARA DI 1c1 IN VELOCITA’

    1cP 7Com’è possibile vedere dalla figura sopra, in quest’ultima struttura entrambi i giocatori dovranno affrontare in slalom (in andata/ritorno) la fila di 4 coni ed andare a tirare in porta; il primo che tira (in questo caso, il blu), dopo aver tirato, potrà andare a prendere la palla dell’altro giocatore in ritardo (il giallo).

    • Al primo giocatore che segna, verranno attribuiti 2 punti
    • Al secondo giocatore che (eventualmente) segna verrà attribuito 1 punto
    • Se il primo giocatore che tira (in questo caso, il blu), riuscirà a prendere in mano la palla del secondo (giallo), gli verrà attribuito un punto.

    Valgono le stesse verbalizzazioni fatte per le ultime varianti delle strutture precedenti. È ovvio che in base al numero di coni dello slalom, sarà più o meno facile fare “selezione” e dare la possibilità, al primo che tira, di arrivare a “prendere” anche la palla del secondo. Come nelle strutture precedenti, è possibile inserire (come variante più semplice) la riga di tiro (cinesini blu), prima della quale bisogna tirare per fare gol.

     

    CONCLUSIONI

    1cP

    L’insieme delle esercitazioni presentate oggi, è dedicata ai primi anni della scuola calcio, per l’apprendimento della guida globale, del tiro e per l’atteggiamento del portiere. Per una densità allenante ottimale, in tutte queste strutture è consigliabile fare file di 3-4 giocatori. Sotto riportiamo altri giochi/esercitazioni con finalità allenante simile.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  4. Percorso tecnico coordinativo

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    Inizia il giocatore A in guida palla sino al cono, finta e serve (1) il compagno B che si è smarcato, andando incontro alla palla, in B1. B1 riceve, e con un controllo orientato e in conduzione si porta in B2 mentre A1, prosegue la corsa effettuando degli appoggi (da cambiare di volta in volta) alla speed ladder per poi affrontare dei cerchi dove effettua un appoggio monopodalico, due appoggi e l’uscita con un ulteriore appoggio monopodalico con il piede diverso da quello utilizzato in entrata. Infine, prosegue la corsa portandosi in coda ad E.

    es.1

    B2 trasmette a C (2) che si è smarcato in C1. Questi controlla e si porta in C2. Nel frattempo, B2 ha effettuato dei balzi a gambe unite e tese, sulle punte agli over, portandosi in B3. Riceve da C2 (3), controlla in B4, e trasmette (4) a C3 che ha effettuato degli scivolamenti tra i coni. Questi guida la palla in coda a D che nel frattempo è partito giocando con E ed F.

    Durata 10’

    Materiale occorrente: speed ladder, cerchi, coni, cinesini, over e palloni.

    Nicola Amandonico

  5. Allenamento polifunzionale: corsa, conclusione e tattica individuale

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    I giocatori A e B partono contemporaneamente eseguendo entrambi degli esercizi coordinativi, rispettivamente agli over bassi e alle scalette, con successivi cambi di direzione ai paletti e attacco alla palla, per condurre poi sino alla sagoma, fintare e concludere a rete di sinistro.

    La stessa cosa fanno D e C rispettivamente ai cerchi e con dei cambi di direzione ai paletti, successivi cambi di direzione e finta e conclusione di destro. Poi si spostano in senso antiorario, cioè, D va nella postazione di B, B in quella di C, C in quella di A e quest’ultimo in quella di D.

    Gli esercizi ai cerchi e agli over vedranno la corsa adattata alla loro distanza, (differenziazione).

    Materiale occorrente: palloni, over bassi, scaletta, paletti, coni, sagome e cerchi.

    corsa e conclusione

    Durata esercizio: 12 minuti

    Numero di serie: 1

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 1

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    Variante: figura sotto, si effettuano degli 1 vs 1 con conclusioni a rete A1 vs B1 e C1 vs D1.

    Altra variante si effettuano dei 2 vs 2, cioè A1 e D1 vs C1 e B1.

    1vs1

    A cura di Nicola Amandonico

  6. Coordinazione e tecnica di base

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    Il giocatore A parte correndo tra gli over , esegue uno sprint ed arriva in A1; qui attacca la palla la conduce in A2 e scarica (1) su B che nel mentre, ha effettuato uno spostamento in B1 e con un controllo orientato si porta all’esterno (a destra o a sinistra) dei delimitatori

    B1 trasmette quindi su A2 (2) che riconduce la palla al suo posto, mentre B riparte agli over ed effettua la stessa cosa con il compagno successivo.

    I bianchi effettuano lo stesso esercizio ma con la differenza che la corsa è tra i cerchi.

    Svolgere l’esercizio sotto forma di gara.

    Circuito Tecnico e Coordinativo 1

    Materiale occorrente: palloni, cinesini, cerchi e over.

    Durata esercizio: quando la fila termina l’esercizio

    Numero di serie: 3

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti.

    A cura di Nicola Amandonico

  7. Coordinazione e tecnica di base

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    Il giocatore A parte in conduzione di palla ed effettua uno slalom tra i coni; arrivato in A1 scarica (1) sul compagno B che ha effettuato una corsa tra gli over adattandola alla loro distanza, differenziazione.

    Sempre B con un controllo orientato si porta in B1 e trasmette su C (2) che ha effettuato la corsa tra i cerchi, adattandola alla loro distanza, differenziazione.

    Il giocatore C effettua un altro controllo orientato e scarica su D (3) che ha corso alla scaletta. D sempre con un controllo orientato si porta in D1 e scarica (4) su E che ricomincia. Tutti dopo aver trasmesso palla la seguono portandosi alla postazione successiva.

    Variante: fare eseguire l’esercizio con più palloni.

    Materiale occorrente: palloni, cinesini, coni, scaletta (ladder), cerchi e over.

    Durata esercizio: 8 minuti

    Circuito Tecnico e Coordinativo

    Numero di serie: 2

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra

    A cura di Nicola Amandonico

  8. Doppia funzionalità: tecnica di base e capacità condizionali

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    Il giocatore A inizia con uno sprint, frena e riparte, riceve in corsa dal compagno B (1) e conduce fino al suo posto. B effettua in direzione opposta uno sprint, una frenata e un altro sprint, per poi recuperare in corsa lenta sino al posto di A. Nel contempo, A effettua lo stesso esercizio con C.

    Le postazioni prevedono almeno tre atleti, ma il numero può aumentare a seconda degli obiettivi atletici da raggiungere.

    Naturalmente il numero delle postazioni è calcolato in funzione dei calciatori che devono allenarsi.

    Le distanze da coprire sono anch’esse stabilite in funzione degli obiettivi, così come il tipo di corsa da effettuare. Nella figura sottostante, abbiamo inserito delle varianti, come dei cambi di direzione, ostacoli alti e quindi si può allenare anche la forza.; oppure degli over bassi e dei cerchi per la coordinazione.

    Conduzione, tecnica

    Materiale occorrente: palloni, delimitatori, coni, paletti, over bassi, ostacoli alti e cerchi.

    Durata esercizio: 12 minuti

    Numero di serie: 2

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

  9. Insegniamo la trasmissione della palla ai PICCOLI AMICI…e non solo

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    Il concetto di “passaggio della palla” è sicuramente qualcosa che poco si avvicina alle esigenze cognitive di calciatori di I° e II° elementare, in quanto si trovano in una fase particolarmente egocentrica della loro crescita. Per questo motivo, in allenamento e in partita, è bene che l’istruttore stimoli altri aspetti, come la guida, protezione della palla, rubare palla agli avversari, ecc. Ciononostante, esercizi che possono apparentemente servire per la trasmissione della palla trovano un importante contesto didattico per quanto riguarda lo stimolo della sensopercettività e del controllo (in fase di ricezione) della palla. È comunque necessario che i mezzi proposti siano contestualizzati in ambiti ludici (come il Gioco della bomba) e/o con l’attribuzione di punteggi. Oggi presenteremo 2 varianti che ben si possono inserire in questo contesto.

    DAI E VAI

    È un classico mezzo che si vede proporre nelle categorie Pulcini nel prepartita; credo che tutti possano comprendere la noia di questo esercizio, ma con alcune varianti/adattamenti (sia di natura globale che analitica) lo si può rendere più stimolante.

    dai e vai 1

    La prima variante può essere effettuata anche inizialmente con le mani, per far apprendere la logica dell’esercitazione. A coppie, in una struttura come quella della figura sopra, il giocatore bluprende la palla dietro la propria riga di cinesini, la porta fino alla riga intermedia (delimitata dai coni), la passa (con le mani in vari modi…dall’alto, dal basso, ecc.) al compagno rosso di fronte e torna dietro la propria riga di cinesini. Il rosso dovrà afferrare la palla con le mani (dopo un rimbalzo, al volo, ecc.) dietro la propria riga di cinesini: se riuscirà ad afferrarla nelle modalità indicata dall’allenatore (dopo un rimbalzo, al volo, ecc.), la coppia di giocatori avrà un punto. Di seguito si continuerà senza soluzioni di continuità. Un volta compreso il senso del gioco, si può passare ad utilizzare i piedi. Il giocatore guiderà la palla fino alla fila dei coni, la fermerà con la suola e la passerà al compagno di fronte; se centrerà la porticina di cinesini del compagno allora la coppia avrà un punto…e via di seguito.

    dai e vai 2

    È particolarmente importante lasciare inizialmente ai giocatori la possibilità di fare l’esercizio in maniera globale (tocchi liberi, piede libero, parte del piede da utilizzare libera, ecc.) proprio per far comprendere le difficoltà nella gestione di questo tipo di gesto tecnico. In un secondo momento l’allenatore potrà fermare i giocatori e, insieme a loro verbalizzare le strategie migliori per conseguire più punti possibili. Le domande che l’istruttore possono essere le seguenti:

    • Con che parte del piede si passa la palla?
    • Con che parte del piede si stoppa la palla che viene passata da un compagno?
    • Come si ferma una palla che si sta conducendo verso la riga dei coni?
    • Con che piede si stoppa la palla quando essa arriva alla mia destra?…e quando arriva alla mia sinistra?…non è un elemento semplice, perché a quell’età tendono a stoppare tutti i palloni con il piede dominante
    • La palla la passo piano o forte?
    • Con che parte del piede conduco la palla verso la riga dei coni (prima di fermarla e passarla)?

    Non è necessario verbalizzare tutti gli elementi in una volta, ma è importante che i giocatori capiscano il modo migliore per risolvere i compito motorio a loro assegnatoli. Maggiormente si coinvolgono i giocatori in questo tipo di risoluzione e maggiore sarà l’impronta cognitiva.

    scheda dai e vai

    A questo punto, per semplificare l’apprendimento è possibile (sempre all’interno del gioco a punti) vincolare alcuni gesti (lavoro parzialmente analitico); ad esempio:

    • Passaggio esclusivamente con l’interno del piede forte/debole
    • Ricezione della palla esclusivamente con l’interno: usare l’interno del piede destro quando la palla arriva alla propria destra e viceversa.
    • Ricezione della palla esclusivamente con l’interno del piede forte…in questo caso si stimola l’orientamento del corpo e la collaborazione tra giocatori.
    • Guidare la palla con 4 tocchi del piede forte/debole (guida esterno/collo) fino alla riga di coni e fermarla con l’interno prima di passarla al compagno.

    Ovviamente non sarà possibile sviscerare tutti gli aspetti di sopra in una sola seduta, ma introdurli gradualmente in più sedute. È particolarmente importante che i giocatori si sentano motivati nello svolgere questo mezzo; stimolare la collaborazione tra i vari giocatori per effettuare più punti possibili è sicuramente un aspetto che giova all’impegno, ri-verbalizzando saltuariamente alcuni elementi difficili da comprendere. Alcune varianti, se ripetute prima in forma analitica (come l’utilizzo dell’interno per passare o ricevere la palla), giovano alla fase più ludica in quanto,

    fondamentalmente l’aspetto analitico della didattica non è altro il cercare di dare ai giocatori l’abilità tecnico/coordinativa di poter utilizzare spontaneamente il gesto motorio più adeguato al contesto in cui ci si trova.

    dai e vai 3

    Le varianti da introdurre (soprattutto nella forma globale dell’esercitazione) sono molteplici; ad esempio, per velocizzare la gestualità è possibile richiedere (utilizzando 3 giocatori alla volta) di effettuare 3 trasmissioni di palla ogni volta (vedi figura sopra), andando ogni volta al posto del giocatore a cui l’ho passata. Oppure richiedere di stoppare la palla ad uscire (destra o sinistra) del quadrato costruito sulla propria porticina (vedi figura sotto); se si somministra questo mezzo alla categoria pulcini, può essere usata la regola (riferita all’ultima variante) “se stoppo la palla con il destro esco a destra del quadrato e viceversa”.

    dai e vai 4

    GIROPALLA NELL’OROLOGIO

    dai e vai 5

    È un mezzo apparentemente semplice e banale, ma per dei giocatori di I°/II° elementare vi assicuro che non lo è. Lo scopo dell’esercitazione è quello di far “girare” la palla secondo il senso dell’orologio orario (o antiorario) tra i 4 quadranti del campo, tramite passaggi tra un settore all’altro; i giocatori saranno suddivisi nei 4 quadranti senza poterne uscire (vedi figura sopra). Le difficoltà iniziali al normale svolgimento saranno 2:

    • Tutti vorranno ricevere (chiamando insistentemente) la palla e si posizioneranno sulla riga di demarcazione per riceverla.
    • Chi passa la palla, la trasmette senza guardare a chi poterla dare.

    Per ovviare al primo problema si potrà introdurre la regola: “ si passa la palla solamente a chi non la chiama e a chi si posiziona lontano dai compagni in zona luce”. In questo modo, chi riceve la palla dovrà posizionarsi (senza chiamare la palla) in uno “spazio vuoto” e in una zona ben visibile al portatore di palla…cioè i presupposti del concetto di “smarcamento”. Per ovviare al secondo problema si può introdurre la regola che “chi trasmette la palla deve prima chiamare per nome il compagno a cui la passa, accertandosi che sia attento”. Una volta compresi questi meccanismi i giocatori si divertiranno nel trasmettersi la palla tramite passaggi corti, lunghi, ecc. Le varianti da introdurre sono molteplici e possono essere contestualizzate anche in fasce di età leggermente superiori. Ad esempio:

    • In caso di giro orario, lo stop di chi riceve la palla deve essere obbligatoriamente fatto con l’interno sinistro (viceversa se il senso è antiorario): allenamento dello stop orientato.
    • Si deve trasmettere la palla con lo stesso piede con il quale si è stoppata (o con il piede opposto) a 2 tocchi.
    • In 1 quadrante si dovrà effettuare trasmissione della palla tramite rimessa con le mani o mano-piede.
    • Dopo aver passato la palla in senso orario, cambio quadrante in senso antiorario (e viceversa).

    dai e vai 6

    • In 1 o più quadranti ci sarà un “difensore” che se intercetterà la palla si invertirà di posto con il giocatore a cui era destinata la palla.

    dai e vai 7

    • I passaggi tra 2 giocatori dovranno essere 3 e non 1; a questo punto (per categoria Esordienti/Giovanissimi) si possono riprodurre varianti particolarmente impegnative come quelle affrontate nei post…………

    CONCLUSIONI

    Con il post odierno, abbiamo sviscerato 2 mezzi interessanti per la trasmissione della palla: il primo dedicato esclusivamente alla categoria Piccoli Amici, mentre il secondo (a seconda del tipo di difficoltà) ad una fascia d’età molto più ampia. Ripetiamo quanto sia importante nelle prime fasce d’età, che il concetto di trasmissione della palla sia somministrato in forme ludiche o in forme collaborative, in cui lo stimolo sia prevalentemente dato dall’attribuzioni di punteggi o nel piacere stesso di collaborare/confrontarsi con i compagni. Riportiamo sotto, altri mezzi con valenza didattica simile per la categoria Piccoli Amici, mentre per i mezzi più impegnativi (per le fasce d’età superiori e riscaldamento per i dilettanti, rimandiamo alle conclusioni del precedente post).

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  10. Polifunzionalità: coordinazione e conclusione

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    I giocatori A e B effettuano un passaggio a se stessi, facendo passare la palla tra i due cinesini, poi corrono A tra gli over, B a saltare gli ostacoli alti; riprendono palla al di là dei cinesini, conducono e servono (1), rispettivamente, D e C che hanno effettuato uno slalom tra i paletti curando l’appoggio della gamba esterna, e si sono portati in D1 e in C1.

    Tutti e due, ricevuta palla (1) conducono fintando e dribblando la sagoma e calciando in porta (2). Poi proseguono la loro corsa C al posto di B e D al posto di A, mentre quest’ultimo e B vanno rispettivamente al posto di D e C.

    Allenamento condizionale con conclusione

    Stesso esercizio, ma con la variante che A2 serve C1(1) e B2 serve D1 (1), poi C1 e D1 si portano conducendo palla in C2 e D2 e servono rispettivamente il taglio di A3 e B3 (2) che concludono a rete (3).

    Poi B3 va in B4 al posto di C e A3 in A4 al posto di D, C2 e D2 continuano la corsa in C3 e D3 accompagnando l’azione e poi vanno in C4 al posto di B e in D4 al posto di A.

    Allenamento condizionale con conclusione2

    Materiale occorrente: palloni, over bassi, ostacoli alti, sagome, paletti e cinesini.

    Durata esercizio: 18 minuti

    Numero di serie: 2 (tra una serie e l’altra cambiare postazioni)

    Recupero: 4 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

  11. Coordinazione e tecnica

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    I giocatori A e B partono contemporaneamente. A palla al piede ed esegue uno slalom tra i paletti e conduce in A1, si trova di fronte B1 che ha effettuato una corsa tra gli over bassi (o saltelli), adeguandola alla distanza tra essi, poi compie una frenata nei pressi del paletto e una sterzata (cambio direzione); riceve da A1 (1) e a sua volta conduce in slalom tra i conetti e si porta in B2 per servire C (2) e portarsi in coda a C in B3.

    Nel frattempo A1 ha effettuato una corsa tra i cerchi adeguandola alla distanza, un cambio di direzione con frenata tra i paletti e una corsa in A2 in coda a D. C ricomincia con D.

    Materiale occorrente: palloni, paletti, over bassi, conetti, cinesini e cerchi.

    Durata esercizio: 18 minuti

    Numero di serie: 1

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 1

    Numero giocatori: 18 (3 circuiti)

    Fasce interessate: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    coordinazione e tecnica 10

    A cura di Nicola Amandonico

  12. Doppio circuito di tecnica di base e coordinazione

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    Due circuiti da affrontare da due gruppi di giocatori: gialli e blu.

    Gialli: A parte in conduzione, slalom tra i conetti, arriva in A1 e scarica (1) su B, che riceve controlla ed effettua uno slalom tra i paletti, e serve in B1 (2) A2 che ha effettuato una corsa (o skip) alla scaletta, si è smarcato dalla sagoma, riceve (2) e conclude (tiro) in porta. Poi prosegue la corsa in A3 in coda a D. B1 intanto ha effettuato una corsa tra gli over bassi e in allungo o sprint (a seconda della distanza) raggiunge B2 in coda ai compagni. C ha ricominciato con D.

    Blu: F parte in conduzione in slalom tra i paletti, raggiunge la posizione F1 e serve (1) E1 che ha effettuato una corsa tra i cerchi (adattandola alla loro distanza) e si smarcato dalla sagoma, E1 riceve e serve (2) F2 che si è smarcato a sua volta da un’altra sagoma che conclude (tiro) in porta. E1 corre, dopo aver servito F1 verso il materasso, effettua una capriola e in allungo o sprint (a seconda della distanza), raggiunge la posizione E2. F1 dopo aver calciato in porta corre in coda ad H, anch’egli in allungo o sprint.

    TECNICA COORDINAZIONE E CONCLUSIONE

    Materiale occorrente: palloni, scaletta, conetti, sagome, over bassi, materasso, paletti e cerchi.

    Durata esercizio: 10 minuti

    Numero di serie: 2 (con cambio di circuito)

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Pulcini, Esordienti, Giovanissimi, Allievi.

    A cura di Nicola Amandonico

  13. Allenare tecnica e resistenza alla velocità

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    I gialli partono con uno sprint massimale, arrivati sul primo cinesino, si arrestano e attendono il comando del mister che chiama in sequenza i colori dei paletti, in questo caso giallo – bianco – rosso – blu, effettuando il centrale dei ritorni sul cinesino dove si è arrestato, mentre gli altri due gli esterni, effettuano delle toccate in sequenza.

    Quando i gialli stanno per terminare il vai e torna, i rossi partono in slalom sui paletti, e si troveranno di fronte ai gialli sui quali scaricheranno la palla e poi correranno il primo tra gli over bassi (adeguandola alla loro distanza), il centrale salterà gli ostacoli alti, e il terzo affronterà degli skip alla scaletta (oppure ci correrà). Poi tutti e tre correranno in coda ai gialli mentre i gialli in possesso palla scaricheranno palla sui rossi rimasti in postazione per ricominciare.

    Immagine

    Materiale occorrente: palloni, cinesini, paletti, paletti colorati (o casacche colorate), over bassi, ostacoli alti, scaletta.

    Durata esercizio: 18 minuti (facendo in modo che ogni atleta compia almeno 6 ripetizioni)

    Numero di serie: 2

    Recupero: 5 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18

    Fasce interessate: Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

    ss-logo

     

  14. Allenare le capacità coordinative con lo “strumento” palla

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    Esercitazione che può essere utilizzata per allenare la tecnica (passaggio), coordinazione, o per obiettivi condizionali, agendo sulle distanze utilizzando i cerchi, la scaletta e gli over per balzi (anziché con la corsa o skip).

    Il giocatore A parte palla al piede e in slalom supera i conetti. B contemporaneamente effettua una corsa (o skip) tra i cerchi, e va verso la scaletta dove effettuerà o la corsa (se nei cerchi ha effettuato gli skip e viceversa e si porta in B1 dove riceve (1) da A.

    B con un controllo (stop) e trasmissione serve A1 (2) che ha superato in corsa (o con balzi) gli over bassi. A1 serve C che si è spostato in C1 (3). C1 serve sulla corsa B2 (4) e torna verso i cerchi per ricominciare con il compagno D che ha ricevuto da B2 (5). B2 si porta in coda ad F, mentre A1 va in coda ad E.

    COORDINAZIONE E TECNICA

    N.B. se il livello degli allievi è buono, si possono effettuare le giocate di prima intenzione, rendendo l’esercitazione un po’ più intensa. Materiale occorrente: palloni, conetti, scaletta (ladder), over e cerchi.

    Durata esercizio: 8 minuti

    Numero di serie: 2 ( con cambio di senso, cioè invertendo scaletta e over bassi e quindi il senso dei passaggi)

    Recupero: 3 minuti Numero recuperi: 3 Numero giocatori: 18 (tre circuiti)

    Fasce interessate: Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

  15. Alleniamo la tecnica!

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    Esercitazione che può essere utilizzata per allenare la tecnica (passaggio), coordinazione, e magari può essere utilizzato anche per obiettivi condizionali, agendo sulle distanze e utilizzando i cerchi e gli over per balzi anziché con la corsa o skip.

    Il giocatore A parte palla al piede e in slalom supera i conetti. B contemporaneamente effettua una corsa (o skip) tra i cerchi. Superati i conetti A serve B (1) e B con un controllo (stop) e passaggio serve C che si è spostato in C1 (2). A dopo aver servito B corre a superare in corsa (differenziandola) i due over alla sua sinistra e corre in coda a D.

    B invece corre in coda a C che ricomincia con D.

    TECNICA E COORDINAZIONE 2

    Variante

    Il giocatore A dopo aver servito B (1) riceve il passaggio di ritorno (2) in A1 (dopo aver superato gli over) e gliela restituisce in B2 (3) che dopo lo stop (controllo) scarica (4) su C1.

    TECNICA E COORDINAZIONE1

    N.B. se il livello degli allievi è buono, si possono effettuare le giocate di prima intenzione, rendendo l’esercitazione un po’ più intensa.

    Materiale occorrente: palloni, conetti, over bassi e cerchi.

    Durata esercizio: 8 minuti

    Numero di serie: 2 ( con cambio di senso, ponendo cioè gli over alla destra di A)

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 3

    Numero giocatori: 18 (tre circuiti)

    Fasce interessate: Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

  16. Scuola calcio: il percorso tra i ragni

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    Continuiamo la rassegna dedicata ai mezzi più idonei ai primi anni della scuola calcio, seguendo una propedeutica che parte dalle varianti più semplici, per poi arrivare a quelle più difficili. Pur essendo, quello odierno, un esercizio prevalentemente rivolto alla guida della palla, vengono stimolati anche aspetti coordinativi come l’Agilità e il Senso del gioco. Si può considerare la naturale progressione del Gioco delle piccole tane, infatti prima di proporre questo tipo di esercitazione è fondamentale che i giocatori abbiano acquisito le regole e le modalità esercitative del Gioco del Ragno.

    PRIMA VARIANTE

    percorso tra ragni

    Lo scopo di ogni giocatore sarà quello di eseguire gli elementi del percorso indicati dall’allenatore senza far uscire la palla dal campo di gioco (in tal caso dovrà darla ad un “ragno”) e senza farsela prendere dai “ragni” (in tal caso si invertirebbero i ruoli). Ad esempio, nella figura sopra, i giocatori (i rossi) dovranno far passare la palla sotto ad un degli ostacoli, entrare con la palla in una delle porte di coni rossi ed entrare in una delle porte di cinesini gialli; se riusciranno ad effettuare le stazioni senza farsi rubare la palla dai ragni (i blu) e senza farla uscire dal campo, gli verrà attribuito un punto e a quel punto dovranno passare la palla ad un ragno invertendosi di ruolo. Rispetto ai giochi precedenti, il giocatore non solo dovrà stare attento a non “perdere” la palla (nei modi previsti dall’esercizio), ma anche a scegliere, tra gli elementi del percorso, quelli meno presidiati dai ragni; infatti è molto importante inserire nel campo di gioco almeno 2-3 tipi di ogni elemento (ad esempio 2-3 ostacoli, 2-3 porte rosse, ecc.) in maniera tale che il giocatore sia stimolato a “guidare e guardare”, scegliendo non solo gli spazi vuoti, ma anche i percorsi più adatti per raggiungere il proprio scopo. Le varianti sono riferite alla tipologie di “percorsi” inseriti nel gioco: ostacoli alti (sotto i quali il giocatore deve passare insieme alla palla), minislalom (di 3-4 coni) ed altri attrezzi possono contribuire a variare lo stimolo allenante.

     

    SECONDA VARIANTE

    percorso tra ragni 1

    Per incrementare ulteriormente la difficoltà dell’esercitazione, è possibile inserire dei cerchi (cioè delle “piccole mete”) dentro i quali ci saranno dei compagni a cui passare la palla una volta finito il percorso; a differenza della variante precedente, la palla non dovrà essere passata ad un ragno, ma ad un giocatore libero in un cerchio. Una volta passata la palla (vedi sopra), si invertiranno i ruoli dei 2 giocatori. L’inserimento di un’ulteriore difficoltà sarà quella di dividere i giocatori in 2 colori (casacche), ad esempio rossi e blu: una volta finito il percorso, i rossi potranno passare la palla solamente ai blu e i blu potranno passarla solo ai rossi. L’attribuzione di 3 colori con il conseguente ordine di passaggio (i rossi la passano ai blu, i blu ai gialli e i gialli ai rossi); quest’ultima variante richiede maggiori spazi di gioco e può essere affrontata, la prima volta, anche senza ragni.

     

    CONCLUSIONI

    scheda

    Ritengo fondamentale l’utilizzo di giochi con i “ragni” per contestualizzare la guida nello spazio e sviluppare alcuni aspetti della coordinazione (soprattutto i presupposti dei portieri, che a quest’età hanno timori a gettarsi a terra sulla palla). L’incremento del carico globale tecnico/tattico della guida della palla nella categoria Primi Calci deve avvenire prevalentemente tramite varianti che portano in maniera progressiva (variante dopo variante) a portare l’attenzione verso più aspetti (percorsi, ragni/avversari, passaggio a compagni, ecc.), in maniera tale da automatizzare gli elementi più semplici, focalizzandosi di volta in volta verso quelli più complessi (Senso del Gioco). Sono aspetti “non scontati” a cui bisogna porre attenzione! Di seguito, riportiamo altri giochi tecnici-coordinativi con stimoli allenanti sovrapponibili:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  17. Mezzi di allenamento per la Scuola calcio: “Il gioco del lupo” e le sue varianti

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    Il Gioco del Lupo è uno dei mezzi più utilizzati per l’allenamento della Coordinazione (soprattutto dell’Agilità) nella categoria Piccoli Amici; infatti rappresenta un esercizio particolarmente motivante anche se (paradossalmente) l’egocentrismo dell’età non permette di sfruttarne a pieno le potenzialità. Infatti ogni giocatore, per le caratteristiche dell’età, cerca nel suo piccolo di essere “protagonista” e lo scopo diventa non tanto quello di “non essere preso dal lupo”, ma “l’essere rincorso dal lupo”. Per questo motivo è necessario trovare varianti che permettano ai giocatori di stimolare i vari aspetti della Coordinazione e della Rapidità (Agilità) in maniera più complessa ed elaborata stimolando anche il Senso del Gioco. Di seguito riportiamo quella che ritengo la modifica ideale adeguata a giocatori di 6-7 anni e di seguito una variante con l’utilizzo della palla (Gioco dei Ragni).

    ESERCITAZIONE DI BASE

    È un mezzo ideale da svolgere in palestra, utilizzando le linee del campo da pallavolo per ottimizzare le distanze in base all’età. Si utilizzerà un numero di lupi inferiore di 1 unità rispetto al numero di file di “giocatori” (cioè quelli che devono scappare); nella figura sopra sono presenti 3 file, di conseguenza il numero di lupi (gialli) sarà di 2. Lo scopo dei giocatori sarà quello di partire (al segnale dell’allenatore), doppiare il cono posto dall’altra parte del campo e tornare nella propria fila senza essere preso dai lupi. Nel caso in cui un lupo prenda (cioè riesca a toccare con mano) un giocatore, questo si dovrà sedere a terra; si potrà rialzare (e finire il proprio esercizio) solamente quando un altro giocatore gli toccherà la schiena. Stessa cosa succederà quando un giocatore uscirà dal terreno di gioco; si dovrà sedere fino a quando verrà “liberato” da un compagno. Ogni 2-3’ saranno poi cambiati i lupi; idealmente 3-4 giocatori per fila.

    L’opportunità di “liberare” i compagni presi dal lupo permetterà ai giocatori di vincere l’egocentrismo e stimolare la collaborazione e di conseguenza il Senso del Gioco. Starà poi all’istruttore a modulare la frequenza delle partenze:

    Più lungo è il tempo che si fa passare tra un “via” e l’altro e maggiormente saranno facilitati i lupi.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è sicuramente la qualità più allenata con questo gioco. La “fuga” dal lupo, il non uscire dal campo e il “liberare” i compagni, rappresentano stimoli che inducono il giocatore ad ottimizzare la frequenza dei passi contestualmente ai cambi di direzione.
    • Senso del movimento: le modifiche posturali indotte dal gioco (sedersi, rialzarsi, abbassarsi per toccare la schiena del compagno, spostare il busto per non farsi prendere dal lupo) rappresentano l’unico stimolo allenante questa capacità specifica.
    • Senso del gioco: il giusto compromesso tra la “fuga” dal lupo e la ricerca del compagno da “liberare” sono stimoli di entità moderata, ma che a quest’età inducono i giocatori a scelte da ponderare velocemente. La stessa cosa vale per i lupi: la vicinanza dei giocatori contestualmente alle linee del campo incrementa l’opportunità di avere successo nella loro “rincorsa”.

    N.B.: la modulazione delle fasi di gioco e delle pause ha effetto allenante anche sulla resistenza.

    VARIANTI

    La variante più interessante di questo gioco è rappresentato dal “Gioco dei Ragni” (figura sopra). Le modalità sono simili, ma con alcune differenze:

    • I giocatori dovranno effettuare il percorso di andata/ritorno con la palla tra i piedi senza uscire dal campo e senza farsela prendere dai Ragni.
    • Al posto dei lupi ci saranno i “Ragni”, che potranno solamente strisciare o spostarsi a gattoni. Il loro scopo sarà quello di afferrare/trattenere il pallone dei giocatori.
    • Quando un Ragno afferra la palla di un giocatore, si invertono i ruoli: il giocatore diventerà Ragno e viceversa.
    • Quando la palla di un giocatore uscirà dal campo, questi dovrà sedersi ai lati di esso (con il pallone in mano) e aspettare che un compagno lo liberi toccandogli la schiena. In alternativa, il giocatore diventa ragno e porta il pallone all’istruttore che cede il pallone ad un Ragno che diventa a sua volta giocatore.

    Appare ovvio che questa variante diventa particolarmente allenante per la guida della palla. Ma non solo: la modalità di gioco dei Ragni è allenante per il “Senso del movimento” (meno allenato nel Gioco del Lupo) nei movimenti a terra e per vincere la paura di “afferrare la palla”, che rappresentano presupposti fondamentali per il giocare in porta. L’istruttore dovrà modulare sapientemente il numero di Ragni e le dimensioni del campo in base alle qualità di guida della palla dei giocatori; infatti è opportuno inserire la variante dei Ragni solamente quando i giocatori hanno appreso, almeno in forma grossolana, la capacità di cambiare direzione e senso con la palla.

     

    RIASSUNTO CONCLUSIVO

    Le tipologie di gioco in cui si scappa/rincorre rappresentano la forma di attività più divertente e motivante per la categoria Piccoli Amici. Questa energia motivazionale, se opportunamente incanalata, funge da molla per l’apprendimento di elementi Coordinativi come l’Agilità e il Senso del Gioco. Altri giochi precedentemente analizzati per lo sviluppo della Coordinazione nel calcio sono:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  18. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (seconda parte)

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    Dopo aver visto l’esercitazione di base della Battaglia di palloni ed alcune varianti (con il tiro in porta), andremo ad analizzare altre modifiche che possono rendere questo mezzo ancor più utile per la strutturazione dell’allenamento dei primi anni della scuola calcio.

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA E TECNICA

    È possibile modificare la stessa variante presentata nel post precedente aggiungendo una componente tecnica prima di entrare nel rettangolo di tiro. Ecco alcuni possibili esempi:

    • Slalom globale (cioè con piede e numero di tocchi liberi) tra coni prima di entrare nel quadrato.
    • Slalom analitico (cioè con piede e numero di tocchi stabiliti dall’allenatore) tra coni.
    • Passaggio a compagno sponda fisso, ma che a turno dovranno fare tutti.
    • Percorso con ostacoli da saltare (facendo passare la palla sotto).
    • Percorso coordinativo: capovolta, rotolamento, ecc.

    Anche in questo caso sarà possibile tirare con il piede forte o con il piede debole (scelta fatta a priori comunicata dall’allenatore). Con questa variante incrementa la parte tecnica dell’esercizio, rendendolo un mezzo interessante per il riscaldamento in diverse situazioni.

    VARIANTE CON ZONA FRANCA

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, verrà inserita una zona di campo centrale, detta “zona franca”. Si tengono le stesse regole della VARIANTE CON TIRO IN PORTA, ma per segnare è obbligatorio tirare da questa zona e tutti i giocatori (di entrambe le squadre) possono entrare in questa zona. Un giocatore in zona franca può cercare di rubare la palla all’avversario, ma senza fare fallo. Varrà tirato, a fine gioco, un rigore per ogni fallo subito. Più che in altre esercitazioni, sarà importante l’utilizzo di palloni morbidi (spugna o gomma), in quanto sarà possibile tirare da tutte le parti della zona franca e sarà anche possibile che qualche giocatore venga “colpito da qualche pallonata”. Questa variante si presenta particolarmente interessante perché:

    • Incrementa il numero di “ruoli volanti” all’interno di ogni squadra; non ci saranno solamente i portieri e i bomber, ma anche i difensori che nella zona franca cercheranno di rubare la palla agli avversari (ed eventualmente tirare). È importante sottolineare che ogni giocatore può scegliere e cambiare il proprio ruolo liberamente quando vuole.
    • Aiuta i bambini più timorosi a vincere la paura della palla, perché li abituerà ad andare incontro all’avversario che sta tirando per evitare che segni.
    • Abitua i bambini a rispettare le regole ed “autoarbitrarsi” da soli in caso di fallo; saranno loro a dover indicare il fallo di un avversario o meno. L’allenatore dovrà prestare attenzione affinché ogni “conflitto” in questi termini venga risolto nel migliore dei modi, facendo capire ai giocatori l’importanza di un atteggiamento onesto e rispettoso.

    In questa variante si aggiungono componenti di tattica individuale (1c1 in maniera globale)!!

    VARIANTE CON META

    Si ritorna all’esercitazione di base (ogni giocatore deve rimanere nella propria metacampo e nessuno può usare le mani) ma, da com’è possibile vedere nella figura sopra, vengono poste 2 mete (non si usano più le porte e le aree) a fondocampo per ogni squadra. Ogni squadra dovrà cercare di tirare la palla dalla propria metacampo facendole attraversare la meta avversaria (sostanzialmente sarà come avere una porta grande come il fondocampo) utilizzando esclusivamente i piedi. È possibile utilizzare le mani solamente nella propria meta per parare la palla. Dopo poco i giocatori capiranno che per segnare sarà fondamentale tirare la palla alta. A questo punto, l’allenatore inserirà l’obbligo del “non utilizzo delle mani” (in tal caso sarà punto con rigore alla fine del gioco); in questo modo i bambini cominceranno ad alzarsi la palla con i piedi stimolando ulteriori aspetti tecnici. A differenza dell’ESERCITAZIONE DI BASE, in questa variante è maggiormente sollecitato il Senso del gioco, in quanto i giocatori dovranno imparare a distribuirsi uniformemente lungo il fondocampo per proteggere al meglio la meta; inoltre sarà stimolata la collaborazione tra chi tira e chi para, sia nella gestione della palla che nei cambi di ruoli.

    CONCLUSIONI

    La battaglia di palloni con tutte le sue varianti rappresenta un ottimo mezzo allenante per i primi anni della scuola calcio. Racchiude in sè diverse componenti coordinative, tecniche (soprattutto per il tiro), tattiche-individuali e allo stesso tempo stimola i bambini alla collaborazione e al rispetto delle regole. Inoltre, permette di capire chi è particolarmente predisposto a giocare in porta.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  19. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (prima parte)

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    Nel precedente post abbiamo descritto un esercizio (Il gioco dello scalpo) particolarmente interessante per sviluppare l’Agilità nella scuola calcio, in particolar modo nella categoria Piccoli Amici (I°-II° Elementare), sempre seguendo i concetti di

    • Coordinazione come presupposto per le capacità tecniche e tattiche del giovane calciatore.
    • Vicarianza tra gli esercizi di coordinazione a secco e Sport praticato.
    • Organizzazione metodologica per lo sviluppo della coordinazione in pochi gruppi di tanti esercizi (Agilità, Senso del movimento, Senso del gioco).

    La Battaglia di palloni rientra nella categoria di esercitazioni utili in particolar modo per il Senso del Movimento nei primi 3 anni di Scuola Calcio. Le varianti più impegnative di questo tipo di esercitazione permettono anche di lavorare su alcuni aspetti tecnici in maniera globale come il Tiro o la “conduzione+tiro”.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Per questo mezzo allenante è necessario utilizzare una palestra o un campo di calcio di dimensioni limitate con la recinzione, per impedire che la palla esca dalla zona di gioco. La lunghezza del campo non dovrebbe superare quella di un campo di “calcio a 5”; per i bambini di I-II° elementare è meglio non andare oltre le dimensioni di un campo da basket. La variate più semplice prevede dividere il gruppo in 2 squadre. Ogni squadra verrà assegnata ad una metacampo (non è possibile andare nella metacampo avversaria).

    Al via dell’allenatore vince la squadra che alla fine dei 2 minuti di gioco ha meno palloni nella propria metacampo. Le prime varianti di questa esercitazioni consistono nel “buttare” i palloni nella metacampo avversaria nei seguenti modi:

    • Utilizzo esclusivo delle mani (e di varie forme di “lancio” come il bowling, all’indietro, 1 mano, come rimessa laterale, ecc.).
    • Utilizzo del tiro “mano-piede” (tipo rimessa del portiere dal fondo)
    • Esclusivo utilizzo dei piedi (esclusivo utilizzo del piede debole).

    La forma di gioco che immediatamente prenderà parte sarà quella di una vera e propria battaglia di palloni che entusiasmerà particolarmente i bambini. Ovviamente è necessario utilizzare palloni di gomma o di spugna (di consistenza e dimensioni diverse). Affinché lo sforzo sia adeguato all’età dei bambini è opportuno strutturare il tutto in diverse “minipartitite” di 2’ con almeno 1’ di pausa durante il quale l’allenatore conterà i palloni di ogni metacampo: chi ha meno palloni nella propria metà ha vinto!!!

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è modestamente allenata perché il bambino, durante le fasi di gioco è alla continua ricerca di palloni da lanciare/calciare che cambiano direzione (soprattutto quelli da rugby) rimbalzando nella palestra. Inoltre, negli ultimi secondi (magari scanditi dall’allenatore) sarà ancor più incitato nell’eseguire anche i lanci/calci in maniera rapida.
    • Senso del movimento: rappresenta la qualità più allenata in quanto il giocatore non solo interagisce con la palla in tanti modi (per lanciare/calciare), ma è particolarmente stimolata la lettura della traiettoria della pala e il fermarla con le varie parti del corpo (presupposto delle qualità di “ricezione della palla”).
    • Senso del gioco: poco allenato per la semplicità del gioco. Gli aspetti che però permette di curare nei primi mesi di allenamento sono il rispetto dei tempi, degli spazi di gioco e dei compagni (non litigare per la palla).

    N.B.: a differenza del Gioco dello Scalpo, questo mezzo utilizza anche la palla, quindi è da considerare maggiormente specifico per il calcio (soprattutto in relazioni alle varianti che andremo a vedere successivamente). Inoltre, le lunghe fasi di gioco (rispetto ad altri mezzi) stimolano la Resistenza in maniera ottimale; infatti i bambini hanno una capacità maggiore (rispetto agli adulti) di regolare lo sforzo di gioco in maniera autonoma (si fermano o rallentano spontaneamente quando sono stanchi e riprendono con naturalezza quando la fatica svanisce).

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA

    La variante tecnica più interessante di questo mezzo consiste nel disegnare un’area per ogni porta (ad esempio con dei cinesini) e un’altra area quadrata/rettangolare a destra della propria metacampo, detta “zona di tiro”. Dalla figura sotto si può notare benissimo che la “zona di tiro” corrispondente della Squadra A è quella rossa, mentre della Squadra B è l’area blu.

    • Non potendo uscire dalla propria metacampo (e senza usare le mani), ogni giocatore dovrà condurre un pallone nella propria “zona di tiro” e tirare alla porta avversaria; il gol è valido solamente se il tiro è stato effettuato dalla propria zona di tiro. Una volta tirato, andrà a recuperare un altro pallone nella propria metacampo e conducendola nuovamente nella propria “zona di tiro” per segnare agli avversari.
    • Nella propria area di rigore (delimitata dai cinesini rossi) è possibile toccare la palla con le mani (per parare); è possibile giocare con un numero indefinito di portieri.
    • Ogni giocatore (pur rimanendo nella propria metacampo) può liberamente fare il portiere o andare nella propria “zona di tiro” per segnare in qualsiasi momento del gioco.
    • Vince la prima squadra che riesce a fare 5 gol.

    Questa variante è particolarmente interessante per diversi motivi: il primo è che ogni giocatore può liberamente scegliere il proprio ruolo all’interno della squadra e cambiarlo continuamente stimolando la coordinazione e il “calciare” la palla in piena libertà (caratteristiche per i più piccoli facilità l’apprendimento e il divertimento). Il secondo aspetto interessante è di natura tecnica; il bambino è costretto a condurre la palla entro certi limiti (zona di tiro, propria metacampo,ecc.) che alla loro età è di per sè uno stimolo tecnico abbastanza importante. Il terzo aspetto da non sottovalutare è che in questo modo viene stimolata la tecnica del tiro (seppur in maniera globale) con una “densità” elevata (tanti tiri nell’unità di tempo), che raramente si riesce ad ottenere durante le esercitazioni analitiche per il tiro in porta.

    Variante piede debole: è possibile vincolare la segnatura della rete al solo utilizzo (durante il tiro) del piede debole. Ovviamente la “zona di tiro” dovrà essere più “vicina” rispetto all’esercizio canonico, quindi (in riferimento alla figura sopra) la Squadra A tirerà dalla “zona blu” (che sarà l’unica parte di metacampo avversaria nella quale potrà entrare), mentre la Squadra B dalla “zona rossa”.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  20. Mezzi di allenamento per la categoria “Piccoli Amici”: Il gioco dello scalpo.

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    Gia nel post sulla coordinazione, abbiamo citato l’importanza dell’allenamento delle capacità coordinative come presupposto fondamentale per lo sviluppo delle capacità tecniche e tattiche del giovane calciatore. Abbiamo inoltre citato il concetto di vicarianza: l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

    Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi (vedi tabella sotto) ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica.

    Il Gioco dello scalpo rientra nella categoria di esercitazioni utili per l’agilità per la categoria Piccoli amici.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Com’è possibile vedere nella figura sopra, il campo di gioco è formato da un rettangolo di dimensioni 10 x 15m per 2 giocatori; ogni giocatore avrà una “coda” che potrà essere un nastro bianco-rosso (di altro colore o una casacca) inserito nella parte posteriore dei pantaloncini, che deve spuntare per almeno 40-50 cm. Al “via” dell’allenatore vince il primo giocatore che riesce a prendere la coda dell’avversario senza farsi prendere la sua e senza uscire dal campo; ovviamente non è possibile afferrare parti del corpo o indumenti del compagno. Il tempo di gioco di ogni “sfida“ non dovrebbe durare più di 15-20” (oltre tale tempo verrà sancito il pareggio).

    Possono giocare più coppie contemporaneamente all’interno dello stesso campo; per garantire un’adeguata densità di gioco è consigliabile far giocare una coppia ogni 2-3 turni.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: rappresenta la qualità allenata in maniera preponderante; il giocatore non solo deve essere “rapido” di gambe e di braccia, ma deve anche tenere una buona base d’appoggio (gambe sufficientemente larghe per cambiare velocemente appoggi) che rappresenta un prerequisito importante per i cambi di direzione.
    • Senso del movimento: malgrado sia poco allenato, il giocatore deve comunque essere in grado di mantenere una giusta frontalità nei confronti dell’avversario per non “esporre” la propria coda e spostarsi mantenendo continuamente questo tipo di atteggiamento (anche quando cerca di afferrare la coda dell’avversario).
    • Senso del gioco: le prime volte che si gioca può accadere che uno dei 2 contendenti “scappi” per non farsi prendere, mentre l’altro lo insegui continuamente; in questo caso è da stimolare il concetto (attraverso un dialogo deduttivo) che per “non farsi prendere la coda” è sufficiente mantenere una certa “frontalità” senza dover scappare. Il senso del gioco è poco allenato, ed esclusivamente in relazione alle dimensioni del campo (cercare di non uscire) che può comunque essere ristretto per avere un maggior effetto allenante nei confronti di questa qualità.

    N.B.: è particolarmente importante formare coppie di giocatori con caratteristiche omogenee, altrimenti si rischierebbe di far durare troppo poco il gioco. Inoltre è bene riproporre il gioco diverse volte nella stagione, perché solo abituandosi a giocare, l’impronta allenante è maggiore.

    VARIANTI

    • A coppie legati per una casacca: i 2 contendenti tengono (afferrano) con una mano gli estremi opposti della stessa casacca. In questo caso è possibile vincere anche se l’avversario lascia la casacca. Questa variante diventa maggiormente allenante nei confronti del Senso del gioco, perché i fattori che possono determinare la vittoria sono 2 (prendere la coda dell’avversario o indurlo a lasciare la casacca). Il “tirare” la casacca con cui si è legati può anche indurre l’avversario ad una più facile esposizione della coda; questo elemento è allenante anche nei confronti dell’equilibrio e della postura.

    • Partita a 2 squadre: ci si dispone a coppie di “sfidanti” (almeno 3 coppie, vedi figura sopra); se un giocatore riesce a togliere la coda al proprio avversario diretto, “aiuta” un altro compagno, mentre l’avversario senza coda esce dal campo. Ulteriore variante è quella di giocare con più elementi, ma senza determinare a priori gli sfidanti; a chi viene tolta la casacca può rientrare dopo aver fatto un percorso tecnico/coordinativo (in tal caso, il tempo di gioco deve essere aumentato e bisogna concedere pause adeguate).
    • Gioco delle mollette: è un esercizio propedeutico alla scherma; si attaccano alla maglia (o pantaloni) 4 mollette da bucato ad ogni contendente. Vince il primo che riesce a togliere più mollette all’avversario nel tempo prestabilito. Le mollette solitamente vengono attaccate frontalmente (2 all’altezza delle spalle e 2 nella parte inferiore dei pantaloncini), per questo motivo è meno allenato in Senso del movimento (si usano meno i movimenti di torsione), ma in questo caso il gioco non rischia di finire precocemente perché gli “elementi” da staccare all’avversario sono 4 e non uno.

    CONCLUSIONI

    “Il gioco dello scalpo” rappresenta un buon esercizio allenante per l’Agilità nella categoria Piccoli Amici; è facile da spiegare, semplice da giocare e stimola particolarmente l’interazione con l’avversario (che piace molto ai più piccoli).

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  21. Calcio e coordinazione (prima parte)

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    Negli ultimi anni si sta rivalutando l’importanza della coordinazione (o meglio, sarebbe dire l”Insieme delle Capacità Coordinative”) nel calcio, sia come prerequisito delle qualità tecniche che come aspetto fondamentale per la prevenzione degli infortuni.

    Definizione capacità coordinative: presupposti generali che consentono guida, controllo e correzione del movimento al fine di renderlo preciso ed economico. In altre parole, facilitano il perfezionamento di movimenti complessi nei diversi stadi dell’apprendimento e consentono un rapido adattamento a condizioni esterne variabili o diversificate.

    Tuttavia molti istruttori/allenatori rimangono ancora ancorati alla vecchia suddivisione “scolastica” delle Capacità Coordinative che vede un lungo elenco (che varia da autore ad autore) di qualità da “esercitare”, tra le quali ricordiamo:

    • destrezza fine,
    • capacità d’equilibrio,
    • elasticità di movimento,
    • capacità di combinazione motoria,
    • fantasia motoria,
    • orientamento spazio-temporale,
    • differenziazione dinamica,
    • anticipazione motoria,
    • reazione motoria,
    • memorizzazione motoria,
    • ritmizzazione.

    In altre parole, manca una corretta visione in grado integrare queste qualità all’interno del gioco del calcio. Facciamo alcuni esempi:

    La capacità di equilibrio del calciatore è diversa da quella del pattinatore, sia perché si “gareggia” su superfici diverse, sia perché gli elementi “disequilibranti” dei 2 sport sono diversi. Infatti, nel pattinaggio le rotazioni (soprattutto quelle in volo) sono elementi che non sono presenti nel calcio, nel quale invece hanno un aspetto preponderante, come elementi disequilibranti, i contrasti.

    Anche la capacità di ritmo è disciplina-specifica; nella Ginnastica ritmica è la melodia di un pezzo musicale a dare la cadenza dei movimenti da effettuare, mentre nel calcio (ad esempio nella conduzione della palla) è l’integrazione del contesto di gioco con la sensopercettività dei recettori muscolari.

    Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica. Possiamo quindi affermare che

    l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

    Nel calcio possiamo raggrupparle in 3 mezzi di lavoro principale:

    • Mezzi rivolti all’allenamento dell’agilità: cioè l’insieme di qualità coordinative che fungono da presupposto allo sviluppo e alla stabilizzazione della rapidità. Particolare attenzione va data alla “tempestività” dei vari stimoli allenanti durante la crescita (dettagli nel terzo post della rapidità), per sfruttare la sensibilità delle varie qualità fisiologiche (plasticità nervosa, mielinizzazione fibre motorie, ecc.) nelle varie fasi dello sviluppo.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del movimento”: cioè l’insieme di qualità che permettono di avere una certa precisione dei movimenti; è particolarmente allenabile in fase pre-puberale (fino 11-12 anni). Nella fase puberale si assiste ad un peggioramento temporaneo (per l’incremento della forza e della lunghezza degli arti), per poi ritornare particolarmente allenante nell’adolescenza.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del gioco”: cioè l’insieme di qualità che permettono di comprendere le dinamiche cognitive del movimento (orientamento delle “scelte” durante il gioco), le cui potenzialità incrementano con la maturazione mentale del soggetto.

    MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DELL’AGILITA’

    La rapidità dipende da diversi fattori, sia di natura muscolare (capacità contrattili delle fibre muscolari, percentuale fibre veloci, ecc.) che nervosa (legate al controllo motorio del movimento e alla velocità dell’impulso nervoso). L’agilità (come capacità coordinativa) è possibile collocarla nella componente legata al controllo motorio della rapidità dei movimenti.

    Fattori fisiologici: nei primi 8-9 anni di vita avviene la maturazione definitiva della corteccia celebrale (massima plasticità nell’apprendimento dei movimenti), perciò è maggiore l’allenabilità della frequenza dei passi e dell’accelerazione, oltre alla capacità di reagire ed adattarsi agli stimoli esterni. Nei 2-3 anni successivi è presumibile ipotizzare che l’incremento della rapidità sia prevalentemente dovuta a fattori nerumuscolari periferici, per poi subire una stasi nella fase puberale in cui predomina lo sviluppo dell’esplosività.

    Evidenze scientifiche: oltre alla gia citata ricerca di Venturelli del legame tra Coordinazione, Tecnica e Rapidità, aggiungiamo quella di Sasaki e coll 2007 (VI° Congresso del Calcio ad Antalya) in cui è stato visto come la “corsa all’indietro” sia maggiormente relativa a fattori coordinativi piuttosto che muscolari. Sempre allo stesso Congresso, Cicirko e coll presentarono uno studio longitudine di 5 anni (settore giovanile) in cui è stato osservato che i giocatori più bravi nell’1vs1 erano quelli dotati di maggiore coordinazione, in particolar modo di reazione ed adattamento dei movimenti.

    Indicazioni metodologiche: la fase critica per allenare l’agilità è prima della fase puberale, anche se il lavoro di mantenimento deve perdurare per tutta la carriera del calciatore. La metodologia deve essere incentrata sia sulle componenti analitiche (minicircuiti coordinativi senza palla con esigenza di velocità e correttezza esecutiva) per sviluppare frequenza/accelerazione, che sulle capacità di reazione/adattamento. Per sviluppare quest’ultima qualità vengono utilizzati giochi di difficoltà adeguata all’età in cui c’è una continua ed intensa richiesta di cambi di direzione per adeguarsi alle situazioni contingenti (come avviene nel calcio); per i bambini più piccoli possono essere utili giochi semplici, come quello del Lupo, dell’Orco, degli Stregoni, ecc. mentre per i più grandi Acchiapparella e i vari Giochi Psicocinetici. Ricordiamo il gia citato doppio legame (si influenzano a vicenda) tra le esercitazioni di 1c1 e la coordinazione com’evidenziato nel primo post sull’1c1 soprattutto per i più piccoli.

    movimento specifico funzionale

    Nel prossimo post verranno analizzati i mezzi rivolti al miglioramento del “Senso del movimento” e del “gioco” e il ruolo che può avere la coordinazione nella prevenzione infortuni.

    Vai alla seconda parte.

    Approfondimenti bibliografici

    • Cicirko L, Sadowski J. Motor coordination abilities and technical action of junior football players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007;Antalya, Turchia.
    • Mogni JC. Un mondo di giochi. Edizioni Correre, 2008
    • Sasaki S, Fukubayashi T, Kaneko S, Hirose N, Fukano M, Sakagami M. Backvard cutting in soccer players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007; ANtalya, Turchia.

    Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  22. Tiro a tempo dettato dal gruppo

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    Il gruppo squadra diviso in due gruppi in base al numero complessivo. Un gruppo esegue una conduzione intorno al gruppo di giocatori centrale come in figura, l’altro gruppo esegue una serie di passaggi nello spazio delimitato. Il gruppo in conduzione,una volta finita la conduzione va al tiro , se il percorso in conduzione è stato terminato entro 30 passaggi effettuati dal gruppo centrale.

    Obbiettivo dell’esercitazione:

    • tecnico: passaggio, conduzione, tiro;
    • coordinativo: capacità di valutazione spazio-temporale, capacità di orientamento, capacità di differenziazione;
    • condizionale: rapidità.

    Varianti

    1. Le distanze tra i due gruppi variano a seconda del numero dei giocatori presenti e delle capacità individuali.
    2. Variare il numero di passaggi complessivi da effettuare.
    3. Variare il numero di tocchi a disposizione del gruppo in passaggio.
    4. Obbligare il giocatore in conduzione a toccare la palla un numero preciso di volte prima della conclusione.

    Osservazioni

    Il tempo per la conclusione è dato dal numero di passaggi effettuati dal gruppo. Questo numero varia in funzione delle capacità individuali del gruppo.

    Materiali occorrenti

    Delimitatori, palloni, porte

    Di Angelo Iervolino

    www.alleniamoilcalcio.net

    L’esercitazione pubblicata è stata creata con Easy Sports Graphics 5.0. 

  23. Fasi sensibili della tecnica calcistica (prima parte)

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    (aggiornato al 23/07/2019)

    Tra gli allenatori e istruttori che lavorano nei settori giovanili ci sono anche molti diplomati ISEF e Laureati in Scienze Motorie che nel loro percorso formativo si sono trovati a studiare le Fasi sensibili di Martin. Per chi non conoscesse l’argomento (dai grafici la comprensione è comunque immediata) si tratta delle conclusioni dello studioso tedesco Martin che nel 1982 stabilì quelle che erano le “fasi sensibili” delle varie Capacità Coordinative e Condizionali, cioè i “momenti” dello sviluppo nei quali queste sono più allenabili.

    Questi grafici ovviamente vanno presi “cum grano salis”, perché rappresentano conclusioni ottenute in situazioni che per realtà territoriali e distanza di tempo non sono proprio identiche alle nostre.

    Questo modello, ci permette comunque di cogliere degli spunti molto interessanti sulla programmazione dell’allenamento in età giovanile, per quanto riguarda le capacità coordinative. Infatti:

    • La capacità di apprendere il “senso del movimento”, cioè la qualità che permette di avere una certa precisione dei movimenti, è particolarmente allenabile in fase pre-puberale (fino 11-12 anni). Nella fase puberale si assiste ad un peggioramento temporaneo (per l’incremento della forza e della lunghezza degli arti), per poi ritornare particolarmente allenante nell’adolescenza.
    • Le capacità di apprendere le dinamiche cognitive del movimento (orientamento, anticipazione motoria, intelligenza motoria, ecc.) sono tanto più allenanti quanto il giovane calciatore matura, raggiungendo un picco nella fase adolescenziale..
    • Tra le capacità condizionali, la rapidità è allenabile soprattutto nella fase pre-puberale, mentre la forza nelle fasi successive.

    Queste considerazioni non devono passare inosservate per 2 motivi:

    • Le capacità coordinative rappresentano le basi (presupposti) sulle quali si forma l’allenabilità delle capacità tecnico/tattiche dei giovani calciatori; ad esempio, un calciatore potrà imparare a fare un “cambio di gioco” solo quando avrà raggiunto un livello forza tale da potersi permettere di calciare con violenza la palla (fase puberale o post-puberale). Un altro esempio: l’incremento della velocità di corsa avviene nella fase-prepuberale prevalentemente a carico di un aumento della frequenza dei passi (rapidità dei movimenti), mentre dalla fase puberale prevalentemente tramite un aumento della lunghezza degli stessi (forza esplosiva); è ovvio pensare che queste considerazioni debbano avere ripercussioni importanti sull’allenamento.
    • Permettono di dare indicazioni importanti anche per l’allenabilità delle qualità tecnico/tattiche dei giovani calciatori.

    Sotto viene presentata quella che è un’ipotesi di quanto sopra formulato, in abbinamento alle qualità tecniche; ovviamente rappresenta il frutto della mia formazione e della mia esperienza, per questo non si ha la presunzione di rappresentare la realtà assoluta.

    Nel prossimo articolo andremo a spiegare quali sono i criteri (e come adattare queste considerazioni ai contesti) tenuti in considerazione per effettuare questo schema.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 e preparatore Atletico AC Sorbolo (melsh76@libero.it)

  24. Le caratteristiche dell’attività dei “Pulcini” (8 – 10 anni)

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    Possiamo considerare l’età dagli 8 ai 10 anni come “l’età d’oro” della motricità. E’ il momento in cui il bambino diventa padrone del proprio corpo e delle proprie facoltà intellettive. C’è una pausa nel suo processo evolutivo e non si manifestano i grossi cambiamenti che, invece, avverranno in seguito, durante il periodo puberale. Il bambino ha preso coscienza di sé, favorito dalla quasi completa definizione dello schema corporeo e ha adesso un grado di socialità buono, accetta le regole del gruppo ed ha un elevato senso di giustizia.

    C’è quindi un ‘eccezionale disponibilità mentale e fisica che, unita al desiderio ed all’istinto di una sana competizione e confronto con i coetanei, consente al bambino di dar fondo, senza risparmio, a tutte le qualità ed energie di cui dispone. Tale disponibilità spiana la strada all’opera educativa dell’istruttore. Pertanto, è questo il momento di allargare più che mai le conoscenze motorie del bambino, proponendo la più vasta gamma di situazioni ed esercitazioni, nelle forme più varie e gradatamente sempre più complesse. Se non si interviene in questo periodo, purtroppo, potremmo compromettere per sempre il potenziale che ogni bambino racchiude in sé.
    A livello didattico il bambino accetta volentieri le dimostrazioni (meglio se presentate con molti esempi pratici piuttosto che teorici), animato da quella grande molla interiore all’imparare che, forse, sola la “magia del calcio” può ancora concedere. “Mister, va bene così?”. E’ questa la domanda che, continuamente, ci pongono quando proponiamo loro un nuovo esercizio. E allora diamoci da fare! Ci troviamo di fronte a tanta generosità: ricambiamola ed offriamo il meglio di noi stessi!

    Dal punto di vista fisico-motorio, se tutto ha funzionato bene nel periodo precedente, quello dei Primi calci, se cioè si è lavorato con un’appropriata didattica sugli schemi motori e posturali e sulle capacità coordinative, ci troveremo di fronte ad una situazione quanto mai favorevole. Il rallentamento dell’incremento della statura (turgor), che favorisce il recupero del tono muscolare, ed una migliorata funzionalità cardio-respiratoria danno al bambino la possibilità di migliorare le proprie capacità condizionali. La coordinazione neuro-motoria si sta affinando e c’è una buona precisione e disinvoltura del movimento.

    La programmazione tipo dell'attività dei Pulcini

    Purtroppo la vita sedentaria che oggi viviamo, verificata anche da recenti statistiche che indicano che il bambino passa l’85% del suo tempo o in aula o nella sua cameretta, ci induce necessariamente a rivedere le nostre strategie di insegnamento. Mentre una volta i ragazzini sperimentavano all’aperto le proprie abilità e potenzialità motorie, oggi, purtroppo, il bambino che ci troviamo davanti ha le articolazioni “rigide” e “legnose” e gli arti inferiori “ingessati”.
    Dobbiamo allora rimboccarci le maniche, pianificando un’adeguata programmazione in questa fase sensibile che consenta di rendere più “plastico” e “fluido” il gesto motorio.

    Ad esempio, un lavoro appropriato sulle finte ed i dribbling ci consente di realizzare un “programma di recupero motorio” sia dal punto di vista della mobilità articolare (con particolare riguardo alle articolazioni della zona tibio-tarsica, coxo-femorale e della colonna vertebrale) sia dal punto di vista della coordinazione. Queste esercitazioni, infatti, possono consentire il passaggio graduale da una coordinazione grezza ad una coordinazione fine della media dei ragazzi e spalancare le porte alla formazione delle abilità motorie, presupposto questo fondamentale per la prestazione motoria e sportiva.

    Obiettivi didattici categoria Pulcini (8-10 anni)

    Obiettivi motori:
    1) capacitàcoordinative generali (apprendimento motorio, controllo motorio, adattamento e trasferimento);
    2) capacità coordinative speciali (differenziazione spazio-temporale, differenziazione dinamica, ritmizzazione, anticipazione motoria, fantasia mpotoria;
    3) capacità condizionali(mobilità articolare, resistenza aerobica, forza rapida, rapidità).
    Obiettivi tecnici:
    1) dominio-conduzione-sensibilità;
    2) modi di calciare (interno collo, collo, esterno collo);
    3) modi di ricevere (con tutte le parti del corpo);
    4) tiro in porta (da fermo e in movimento);
    5) finta e dribbling;
    6) gioco di testa;
    7) abilità combinate.
    Obiettivi tattici:
    1) protezione della palla;
    2) marcamento e contrasto;
    3) smarcamento;
    4) passaggio (dove, come, quando);
    5) situazioni di gioco in soprannumero e in sottonumero (dall’1 contro 1 al 3 contro 3);
    6) giochi a tema o di altri sport;
    7) calcio a 7 e a 9.

    Suggerimenti per i genitori (che il tecnico farebbe bene a ricordare)

    1 – Tener conto che l’attività viene svolta da un bambino e non da un adulto.

    2 – Cercare di non decidere troppo per lui.

    3 – Cercare di non interferire con l’allenatore nelle scelte tecniche evitando anche di dare giudizi in pubblico sullo stesso (in caso di atteggiamenti ritenuti gravi rivolgersi in Società).

    4 – Cercare di non rimarcare troppo al bambino una partita mal giocata o qunt’altro evitando di generare in lui ansia da prestazione (non bisogna essere né ipercritici né troppo accondiscendenti alle sue richieste che spesso sono solo dei capricci).

    5 – Incitare sempre il bambino a migliorarsi facendogli capire che l’impegno agli allenamenti in futuro premierà (rendendolo gradatamente consapevole che così come a scuola anche a calcio per far bene c’è bisogno di un impegno serio).

    6 – Abituare il bambino a farsi la doccia, legarsi le scarpe da solo e a portare lui stesso la borsa al campo sia all’arrivo che all’uscita (rendendolo piano piano autosufficiente).

    7 – Cercare di non entrare nel recinto di gioco e nello spogliatoio.

    8 – Durante le partite cercare di controllarsi: un tifo eccessivo è diseducativo sia per i bambini che per l’immagine della società nei confronti dell’esterno.

    9 – Cercare di ascoltare il bambino e vedere se quando torna a casa dopo un allenamento od una partita è felice.

    10 – Ricordarsi che sia i compagni che gli avversari del proprio bambino sono anche loro bambini e che pertanto vanno rispettati quanto lui e mai offesi.

    11 – Rispettare l’arbitro e non offenderlo. Molto spesso gli arbitri sono dei dirigenti e anche loro genitori che stanno aiutando il calcio giovanile: tutti si può sbagliare, cerchiamo di non perdere la pazienza!

    12 – Ricordarsi che molte volte si pensa che “l’erba del vicino” sia sempre la migliore” e pertanto prima di criticare l’operato della Società cercare di capire chiedendo direttamente spiegazioni ai Dirigenti responsabili di eventuali scelte ritenute ingiuste.

    Autore: Lelio Marchi Coordinatore Centro Studi Scuole Calcio Parma A.C.

    dalla Rivista “L’allenatore”


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