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  1. Scuola calcio: il gioco dei tunnel

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    Nelle primissime annate della scuola calcio, c’è la necessità di utilizzare giochi ed attività nei quali i giocatori siano il più possibili attivi, con pause limitate al minino necessario. Questo permette sia di andare incontro alle loro esigenze motivazionali (cioè giocare continuamente), che di aumentare la densità allenante delle attività.

    Tutti gli istruttori sanno che l’attenzione dei piccoli calciatori si ottiene tramite il divertimento, andando incontro anche alle loro esigenze di egocentrismo, soprattutto nei primissimi anni della scuola calcio; malgrado questo, anche i più giovani sperimentano volentieri attività collaborative semplici, perché assecondino la loro necessità di socializzare. Con il gioco del tunnel, cercheremo di andare incontro a tutte queste loro esigenze.

    Struttura di base

    Partendo ad esempio, con 14 giocatori, se ne posizionano 7 sparsi per il campo in piedi a gambe divaricate (detti “statue”) e 7 con a palla. Le dimensioni del campo possono dipendere delle variabili che si vogliono affrontare (le vedremo successivamente); di norma, per 14 giocatori si può usare un campo 15x15m fino a 20x20m. Al via di ogni turno (dato dall’allenatore) chi ha la palla dovrà trovare una “statua” libera ed effettuare più tunnel possibili fino allo stop dell’allenatore; ad ogni statua, può fare i tunnel solo un giocatore con palla. Ovviamente la “sfida” sarà quella di fare più tunnel possibili nel tempo a disposizione.

    L’istruttore potrà motivare i giocatori contando i secondi che mancano alla fine del turno a voce alta (l’ideale è 10”, ma può contare a voce alta anche solo gli ultimi 5). Alla fine del turno, ogni giocatore darà la palla alla statua a cui ha fatto i tunnel e si invertiranno i ruoli, fermo restando che chi riceve la palla, non potrà fare i tunnel a chi glie l’ha appena data. Potranno poi essere contati i punti, o si potrà dare un “livello” (magari utilizzando i nomi di supereroi da loro conosciuti o anche quelli dei calciatori) ad ogni punteggio raggiunto. Oppure si possono motivare i giocatori dicendo: “ce la facciamo tutti a fare 2 tunnel?….ci proviamo?”…fermo restando che non a tutti piace “tener conto” dei punteggi fatti; l’introduzione di questi elementi è necessaria solo se si percepisce che i calciatori hanno bisogno di essere motivati.

    Ad un primo giudizio, questa struttura può sembrare anche banale, ma per la categoria Piccoli Amici (o il primo anno dei Primi Calci) non lo è; infatti, oltre alla guida della palla, che a quest’età non tutti padroneggiano, c’è anche la difficoltà di trovare una statua “libera” ogni volta che si ha la palla. Cambiando spesso i turni, questo procedimento mentale non è facile da attuare, ma offre un importante stimolo per allenare il senso del gioco, tramite la capacità di osservare ed elaborare le soluzioni migliori (e non solo guidare la palla).

    Non solo, potrebbe aiutare anche a strutturare il concetto di “spazio vuoto”. Infatti, inevitabilmente dopo un po’ di turni le statue tenderebbero ad ammassarsi; in questo caso l’intervento dell’allenatore potrebbe essere quello di chiedere “stiamo occupando bene gli spazi vuoti?”…”chi mi fa vedere come si occupa uno spazio vuoto?”. Dopo qualche intervento da parte dell’istruttore, saranno i singoli giocatori, di volta in volta a spostarsi per occupare più uniformemente lo spazio di gioco.

    Per la categoria Primi Calci, è possibile aumentare le difficoltà esecutive tramite 3 aspetti:

    1. Obbligando a fare i tunnel solo con il piede debole: in questo caso si utilizzerebbe un’esercitazione globale per dare uno stimolo allenante (la lateralità) solitamente somministrato tramite esercitazioni analitiche (non sempre tollerate dai più giovani).
    2. Utilizzare un numero di giocatori in più con la palla rispetto alle statue: ad esempio con 8 giocatori con palla e 6 statue, ad ogni turno 2 giocatori rimarranno senza possibilità di fare punteggi. In questo modo sarà stimolata più velocemente la capacità di individuare possibili soluzioni di gioco.
    3. A metà dei giocatori si può dare una casacca con la seguente regola; i giocatori con la casacca possono fare il tunnel solamente a quelli senza casacca e viceversa.

    Ovviamente in questa categoria, l’alternanza dei turni dovrà essere molto più incalzante, riducendo anche il tempo a disposizione per fare i tunnel (ad esempio da 10 a 6-7”).

    Variante N° 1 (collaborazioni e vincoli)

    Si introduce un piccolo stimolo collaborativo: ogni giocatore con la palla deve fare un tunnel a 3 statue differenti. Alla terza statua, le lascia il pallone e ci si scambiano i ruoli. Di conseguenza non sarà più l’istruttore a decidere quando ci sarà il “cambio” tra ogni giocatore e statua, ma sarà l’andamento del gioco stesso.  Modulando il N° di giocatori e statue si inciderà sul carico di lavoro.

    La “collaborazione” insita in questo gioco sta nell’indicare, da parte di chi ha la palla, quando effettua il 3° tunnel e di conseguenza lasciare la sfera alla statua. Si attribuisce un punto al terzo tunnel.

    Per rendere più impegnativo il gioco, si può vincolare il piede di utilizzo; se un giocatore tocca anche solo una volta la palla con il piede sbagliato, deve darla immediatamente alla statua senza avere la possibilità di fare il punto. Altro vincolo può essere quello di effettuare il tunnel solo frontalmente o solo di spalle alla statua.

    Altra variante interessante può essere quella dell’istruttore che cammina intorno al campo con diverse casacche in mano dello stesso colore; saltuariamente può alzare una delle casacche per un solo secondo; a chi (tra le statue ed i giocatori) dice il colore della casacca, viene assegnato un punto in più.  È comunque importante che questa variante non distolga i giocatori dallo scopo primario del gioco (cioè fare i tunnel); di fatto, è estremamente allenante eseguire l’esercitazione, focalizzandosi sempre su 2 aspetti (casacca+palla), ma è da evitare che (soprattutto i più piccoli) si focalizzino solo sull’osservazione della casacca.

    Variante N° 2 (pressione temporale)

    In questa variante si sviluppa in particolar modo la pressione temporale e la capacità organizzativa dei giocatori. Si gioca con le regole di base della precedente variante (al terzo tunnel, la passo alla statua), ma si introduce un terzo tipo di giocatori, cioè i “ragni”; come abbiamo visto in altri giochiragni giocano a 4 zampe (senza palla) e il loro scopo è quello di afferrare a terra la palla dei “giocatori con la palla” (vedi immagine sotto). Si invertono i ruoli tra ragno e giocatore quando:

    • Un ragno afferra la palla di un giocatore: in tal caso, il ragno si alza in piedi e diventa giocatore, e viceversa.
    • Ad un giocatore esce la palla dal campo di gioco: in questo caso, dovrà recuperare la palla con le mani e darla ad un ragno (a sua discrezione), scambiandosi di ruoli.

    Per modulare la difficoltà dell’esercitazione, si può ridurre lo spazio di gioco facilitando il compito dei ragni e rendendo più difficile lo svolgimento dei tunnel ai giocatori. Come punteggio addizionale, è possibile dare un punto in più ogni volta che un giocatore con palla riesce a toccare la schiena di un ragno senza farsi prendere la palla.

    È ovvio che questo tipo di variante è l’ideale con gruppi anche molto numerosi (16-20 giocatori), visto che la varietà dei ruoli all’interno della stessa struttura rende il gioco particolarmente diversificato.

    Conclusioni

    Il gioco dei tunnel rappresenta un’ottima struttura per lo sviluppo della guida della palla e delle capacità attentive, in particolar modo nella categoria Piccoli Amici; non è da escludere che le varianti più complesse possano essere inserite anche il primo anno dei Primi Calci e nel secondo anno (al limite come attivazione). Sotto potete trovare i link di altre strutture allenanti con caratteristiche similari.

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  2. Come abbinare guida e ricezione della palla con il Gioco del Corridoio

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    L’utilizzo di strutture esercitative che permettano di abbinare la tecnica in maniera globale ed analitica, trovano una grossa utilità nelle categorie Piccoli Amici e Pulcini, in particolar modo quando riescono ad unire 2 fondamentali come la guida e il passaggio. La struttura che andiamo a presentare oggi, soddisfa proprio queste esigenze, con difficoltà esecutive progressivamente superiori, in maniera tale da adattarsi alle caratteristiche del gruppo che si sta allenando. Nell’immagine sotto potete vedere la scheda sintetica delle qualità allenate, e di seguito le 4 varianti principali.

    VARIANTE 1

    (cambi di direzione analitici)

    Com’è possibile vedere dalla figura sotto, la struttura di base è formata da tanti corridoi (delimitati da dei cinesini) larghi circa 1.5-2 metri e lunghi circa 10-12m; ad ogni corridoio (è possibile chiamarli anche “corsie”) sono assegnati a 2 giocatori con 1 palla.

    Al via dell’allenatore, il primo giocatore dovrà avanzare (palla al piede) di 2 cinesini ed indietreggiare di 1 cinesino alla volta, fino a quando arriverà al cerchio (vedi sotto). La richiesta dell’allenatore (al fine di eseguire l’esercizio in maniera analitica) sarà quello di utilizzare solo il piede destro e di girarsi esclusivamente dalla parte del cono giallo ogni volta che cambierà di direzione. Di conseguenza, userà l’esterno del piede destro quando effettuerà il cambio di direzione nel tornare verso il compagno, mentre l’interno del piede destro quando guiderà la palla verso il cerchio. Una volta arrivato al cerchio, passerà la palla al compagno con una rimessa laterale e tornerà dietro alla fila iniziale; il compagno ripartirà immediatamente ricevuta la palla.

    Ovviamente le varianti esercitative potranno essere 4, cioè:

    • Uso piede destro, girandosi dalla parte del cono giallo
    • Uso piede sinistro, girandosi dalla parte del cono giallo
    • Uso piede destro, girandosi dalla parte del cono blu
    • Uso piede sinistro, girandosi dalla parte del cono blu

    Questo esercizio è particolarmente utile per fa apprendere il dominio della palla nei cambi di direzione, in concomitanza con l’apprendimento della protezione della palla; lo ritengo particolarmente utile nella categoria Piccoli Amici. Per motivare adeguatamente i giocatori, è possibile inserire dei punteggi a squadre (per ogni coppia); ogni giocatore che riesce a fare il percorso correttamente (usando solo il piede indicato dall’allenatore e girandosi solamente dalla parte del cono colorato) e senza uscire dal proprio corridoio, darà un punto alla propria squadra. Ad ogni errore, il giocatore dovrà restituire immediatamente il pallone al proprio compagno e tornare in fila. Riducendo la larghezza del corridoio (fino a meno di 1 metro), l’esercizio diventa più impegnativo.

    VARIANTE 2

    (guida rettilinea in regime analitico)

    L’utilizzo dell’esterno collo per la guida rettilinea della palla è un’attitudine che non si apprende spontaneamente nei primi anni della scuola calcio; per questo motivo, è necessario approfondirla attraverso esercitazioni analitiche, cioè che “obbligano” il giocatore a guidare la palla con la parte del piede e numero tocchi indicati dall’allenatore. Sfruttando la stessa struttura esercitativa del corridoio, è possibile eseguire le seguenti richieste esecutive: guidare la palla con l’esterno collo del piede destro con 2 tocchi tra ogni cinesino e fermando la palla con la suola ad ogni cinesino (vedi sotto). Arrivati al cerchio, si esegue una rimessa al compagno e si ritorna in fila.

    Attraverso questa modalità, il giocatore imparerà a contrarre e decontrarre in maniera coordinata le catene muscolari responsabili della guida rettilinea della palla. È possibile modulare la difficoltà dell’esercizio aumentando i tocchi tra i cinesini o “non fermando” la palla con la suola all’altezza dei cinesini stessi; è anche possibile richiedere di cambiare piede ogni volta che si arriva ad un cinesino.

    Attenzione: non è raro (se si somministra questo mezzo nella categoria Primi Calci) che la richiesta di usare l’esterno collo, porti i giocatori a guidare la palla ponendosi lateralmente e non correndo frontalmente verso i cerchi. Questo è normale, ed è dovuto ad uno schema corporeo non ancora consolidato; in altre parole, non riescono a ruotare il piede verso l’interno, per correre in maniera rettilinea guidando la palla con l’esterno/collo. In questi casi, è possibile (le prime volte) raccomandarsi di usare almeno il collo del piede (dove ci sono i “lacci” o gli “strappi” delle scarpe); in questo modo, il loro compito sarà più agevolato e, seduta dopo seduta (somministrando altre esercitazioni per la guida rettilinea della palla), si potrà incoraggiarli ad usare maggiormente l’esterno/collo fino al completo apprendimento della corretta tecnica.

    VARIANTE 3

    (guida in regime globale)

    Per regime globale si intendono tutte quelle varianti in cui non si è vincolati dal piede di utilizzo e dal numero di tocchi. Si sfrutta la stessa struttura esecutiva (larghezza del corridoio pari o superiore a 2 metri), ma con 3 giocatori per corridoio: quello nel cerchio passerà la palla al compagno di fronte con i piedi e correrà a lui incontro in maniera rettilinea; il giocatore che riceve la palla, dovrà poi guidare la palla liberamente verso il cerchio cercando di evitare il compagno che gli corre incontro e senza uscire dal corridoio. È ovvio che il giocatore che senza palla, dovrà solamente correre in maniera rettilinea, senza cercare di rubare la palla al compagno.

    La difficoltà esecutiva si può modulare nel seguenti modi:

    • Allargando o restringendo il corridoio: maggiori sono gli spazi a disposizione del giocatore con la palla, e più facile sarà evitare il compagno che corre incontro.
    • Variando la modalità del passaggio: ad esempio, un passaggio rasoterra è più facile da gestire (per poi partire in guida della palla) rispetto ad una rimessa laterale.
    • Incrementando l’aggressività del giocatore che corre: più veloce correrà il giocatore senza palla, più pressione metterà nel giocatore che la deve guidare.

    È importante considerare che, di norma, è fondamentale che il ritmo dell’esercitazione sia molto alto (affinchè sia allenante), quindi è importante, da parte dell’allenatore, stimolare il ritmo dei vari momenti tecnici (passaggi, stop e guida della palla). Per la categoria Pulcini è possibile inserire l’obbligo della finta (libera o indicata dall’allenatore) per il giocatore in guida della palla.

    VARIANTE 4

    (trasmissione e ricezione della palla in regime ludico/globale)

    L’ultima variante ha, come effetto allenante principale, quello di lavorare sulla capacità di stoppare la palla e la trasmissione veloce e precisa. La struttura dell’esercizio è sempre la stessa, ma quando il giocatore si trova alla fine del corridoio, dovrà passare direttamente la palla al compagno che si trova dall’altra parte. Affinchè diventi particolarmente efficace (come stimolo allenante) e motivante, è opportuno inserire alcune regole per far svolgere l’esercizio sottoforma di sfida tra i 2 giocatori del corridoio.

    Il giocatore che trasmette la palla (il rosso), deve passarla all’altezza dall’ultimo cinesino del corridoio; il passaggio dovrà essere effettuato obbligatoriamente rasoterra (con l’interno del piede), all’interno del corridoio e il più forte possibile. Il giocatore che riceve la palla (il blu) dovrà cercare di stoppare la palla senza che questa esca dal corridoio; questi deve rimanere un passo (non di più) davanti alla riga dei coni; si possono usare dei cinesini per delimitare questa zona. Successivamente (invertendosi i ruoli), il giocatore che ha ricevuto la palla si porterà dall’altra parte del corridoio e viceversa il suo compagno.

    Il giocatore che passa la palla farà punto se:

    • Il giocatore che la riceve non riesce a stoppare la palla facendola rimanere all’interno del corridoio.

    Il giocatore che riceve la palla, farà punto se:

    • Riesce a stoppare la palla facendola rimanere all’interno del corridoio
    • L’altro giocatore alza la palla (cioè non la trasmette rasoterra), oppure la passa fuori dal corridoio.

    L’effetto allenante principale di questa variante, è la capacità di decontrarre la gamba per stoppare la palla con l’interno; se l’attitudine a ricevere la palla con l’interno si sviluppa prevalentemente con esercitazioni analitiche per lo stop orientato, la capacità di decontrarre efficacemente l’arto inferiore (per mantenere la palla vicino al corpo durante lo stop) si allena principalmente con mezzi allenanti globali di questo tipo. Come verbalizzazione, sarà importante mantenersi sempre in movimento per chi riceve la palla e l’indirizzamento preciso della punta del piede d’appoggio verso il compagno, da parte di colui che calcia la palla. Per evitare eventuali perdite di tempo dovute all’attribuzione dei punteggi durante il gioco, è possibile far scandire dall’allenatore l’esecuzione dei tempi del gioco.

    Per modulare le difficoltà invece, si potrà cambiare il piede di utilizzo e i cinesini di riferimento della distanza di tiro.

    CONCLUSIONI FINALI

    L’elevata densità allenante è un fattore fondamentale per questo tipo di sedute; ciò significa che ogni giocatore dovrà stare fermo il minor tempo possibile, dando comunque la possibilità di eseguire i movimenti nel rispetto delle difficoltà tecniche proposte; utilizzare pochi giocatori per fila o scandire i tempi di esecuzione dei gesti, sono elementi fondamentali per far evitare i tempi morti. Al pari della densità, anche l’intensità degli stimoli deve essere adeguata; in questo caso, la difficoltà esecutiva e la pressione temporale devono essere gestibili grazie ad un impegno medio-alto da parte del giocatore, ma allo stesso tempo “non impossibili” a tal punto da far perdere motivazione e fiducia nei propri mezzi. Sotto riportiamo i link ad altri post (categorie Primi Calci e Piccoli Amici) incentrati sulla guida in regime globale.

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 e preparatore Atletico AC Sorbolo (melsh76@libero.it)

  3. L’allenamento della coordinazione nel calcio: dai Piccoli Amici fino ai Pulcini

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    Le capacità coordinative (o più semplicemente coordinazione) sono le qualità che più di altre si vanno ad intersecare con le altre variabili fondamentali del calcio, come la tecnica, la tattica e le componenti atletiche; non a caso, sono anche definiti “prerequisiti funzionali”, in quanto fungono da presupposti di molte abilità del calciatore. In un’interessante pubblicazione di Ford e colleghi del 2011, venne analizzato (in base agli esiti delle ricerche scientifiche) quello che è il modello atletico di adattamento a lungo termine (LTAD: Long Term Athletic Development).

    Immagine tratta da “The long-term athlete development model: physiological evidence and application.” di Ford e coll. J Sports Sci. 2011

    Come potete vedere dall’immagine sopra, è uno schema modello che approfondisce la comprensione dello sviluppo del potenziale atletico durante la crescita per permettere di ottimizzare la metodologia d’allenamento nelle varie fasce d’età. Senza addentrarci nei contenuti (che sono particolarmente vasti), ci soffermiamo sull’aspetto legato alla coordinazione, nello schema indicato come Physical Literacy; gli autori indicano come ci siano evidenze scientifiche/anedottiche a supporto del fatto che sia necessario un lungo/precoce percorso di allenamento multilaterale affinché si possano raggiungere abilità motorie elevate in età adulta. Fortunatamente il calcio (rispetto a molte altre discipline) è un’attività particolarmente multilaterale (cioè nella quale necessitano diverse abilità), ma è importante evitare una specializzazione metodologica precoce, al fine di permettere al giocatore di avere un bagaglio motorio elevato in età giovanile (per lo meno fino alla spinta puberale) su cui costruire le proprie qualità in età adulta.

    Ma che significato ha tutto questo all’atto pratico? Significa che l’allenamento della capacità coordinative (di per sé multilaterale) è un presupposto fondamentale al fine di avere le basi motorie su cui costruire l’aspetto tecnico, tattico ed atletico del calciatore. Quello che poi è importante comprendere, a livello metodologico, è l’influenza di queste sulla performance calcistica nelle varie categorie d’età e il come/quando/perché devono essere allenate a secco. In questo post, cercheremo di approfondire questi 2 aspetti, in maniera tale da dare le giuste indicazioni metodologiche dei lavori a secco, in base alle fasce d’età considerate.

    COSA SONO LE CAPACITA’ COORDINATIVE

    È importante comprendere come malgrado le capacità coordinative siano abilità generali, queste vanno allenate in maniera specifica alla disciplina praticata e in funzione dell’età. Infatti, malgrado la metodologia d’allenamento le suddivide in più di 10 abilità (equilibrio, coordinazione oculo manuale, reazione motoria, anticipazione motoria, ecc.), nel post che abbiamo dedicato all’argomento le abbiamo suddivise in 3 grandi gruppi, in maniera tale da semplificarne l’approccio.

    Nei nostri 2 post sulla coordinazione (prima parte, seconda parte), potete vedere la spiegazione completa.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI e PRIMI CALCI

    Fino ai 6-7 anni, la difficoltà nell’apprendere i movimenti, è dovuta alla povertà degli schemi motori e da fenomeni di “irradiazione” a livello del sistema nervoso centrale che possono rallentare i processi di fissazione dei gesti (cioè l’apprendimento). Malgrado questo, a quest’età è possibile far leva su 2 aspetti che possono aiutare nel percorso didattico, cioè la motivazione alla scoperta e il gioco.

    L’AGILITA’ è sicuramente la qualità più allenabile in questo momento di crescita, anche perché permette di consolidare gli schemi motori; ma facciamo un esempio molto banale di come l’agilità, e nel caso del calciatore, la frequenza dei passi, sia un aspetto coordinativo fondamentale per lo sviluppo della tecnica. Se un giocatore ha una frequenza dei passi tale da riuscire a toccare il pallone ad ogni giro che questo effettua su se stesso (mentre rotola), allora sarà in grado di guidarlo nello spazio in maniera precisa ed efficace; se invece avrà una frequenza dei passi tale da toccare il pallone ogni 3-4 giri di questo, allora sarà continuamente in difficoltà nel guidare la palla….in altre parole, “sarà la palla a guidare il giocatore e non il giocatore a guidare la palla”. Non a caso, i giocatori che a quest’età emergono maggiormente, sono proprio quelli che grazie alla loro agilità (leggi frequenza dei movimenti) riescono a gestire al meglio la palla. Alcuni mezzi adeguati all’età sono:

    Abbiamo già visto come il SENSO DEL MOVIMENTO sia una qualità particolarmente legata alla tecnica, ma allo stesso tempo come un patrimonio motorio vasto e globale in età giovanile sia il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Per questo motivo, non c’è nulla di male nel somministrare anche giochi presi da discipline diverse da quelle del calcio, a patto che la densità di gioco sia sempre elevata e la progressione esecutiva converga sempre al gioco del calcio come nelle strutture seguenti:

    Il SENSO DEL GIOCO ovviamente è la qualità meno allenabile a quest’età, perché il giocatore riesce a focalizzare l’attenzione su pochi aspetti contemporaneamente. In ogni modo, attraverso l’utilizzo di giochi sempre più complessi si abituano i giocatori ad indirizzare la propria attenzione su un numero di aspetti sempre maggiori, lavorando sulla capacità di allargare e restringere il proprio focus attentivo, che è un presupposto importante dell’anticipazione motoria. Altro aspetto che ritengo fondamentale, soprattutto a cavallo della II-II° elementare, è l’attitudine dei bambini a dialogare e collaborare nei giochi; è il classico esempio del Guida e centra il bersaglio, il gioco del lupo, entriamo in porta e la battaglia di palloni.

    Questo non significa inserire forzatamente esercitazioni sul passaggio della palla, ma allenare nei giocatori la capacità di dialogare in maniera costruttiva all’interno del gioco (o del mezzo allenante), al fine di raggiungere l’obiettivo dell’esercitazione. In questo modo si costruiranno i presupposti mentali su cui poggeranno i possessi palla e le fasi tattiche (più o meno complesse) dell’età successive.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PULCINI

    È considerata anche come l’età d’oro per lo sviluppo delle abilità motorie; infatti, la maggior predisposizione all’apprendimento è data dalla non completa mielinizzazione delle fibre nervose e allo sviluppo dell’encefalo, che permettono di avere una maggior plasticità (rispetto ad altre fasce d’età) neuronale. A differenza delle età precedenti, non sono presenti fenomeni di irradiazione che rallentano la stabilizzazione dell’apprendimento e il giocatore si trova in una fase in cui anche mentalmente è molto più consapevole, propositivo e disposto ad imparare. Inoltre, la velocità di crescita staturale è limitata (rispetto alla pubertà) e di conseguenza è facilitata la padronanza della motricità. Ma come sfruttare al meglio dal punto di vista metodologico questa importante fase di crescita?

    Dal punto di vista dell’AGILITA’, permane il livello di allenabilità indicato nella categoria precedente, ma non solo: si assiste anche ad un modesto incremento della forza rapida (intorno alla 5° elementare), quindi il giocatore sarà particolarmente sensibile a stimoli che riguardano la velocità di corsa e l’accelerazione. Quello che cambierà, sarà il modo con il quale verranno allenate queste abilità in quanto, essendo più maturi, potranno trovare banali i giochi fatti in I° e II° elementare. Rimanendo sull’ambito ludico (che ovviamente motiva maggiormente i giocatori) potranno essere inseriti quindi esercitazioni a mo’ di sfide (con o senza palla) e giochi più complessi. A mio parere è possibile inserire anche saltuariamente qualche esercitazione di rapidità coordinativa, con percorsi inseriti nel passaggio strutturato (per organizzarlo anche in forma di sfide per motivarli). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Inoltre, sono convinto che dal punto di vista motorio possano trovare grande giovamento dall’inserimento di esercitazioni a navette brevi e con più cambi di senso, per migliorare la percezione dell’appoggio del piede esterno nel cambio di direzione (vedrete che per loro non è un concetto semplice); fondamentale è il modo con cui vengono proposte queste esercitazioni, per motivarli adeguatamente senza che si annoino.

    Per questo riguarda il SENSO DEL MOVIMENTO, da un lato è fondamentale lavorare sulla tecnica (vista l’elevata disponibilità nell’allenarla a quest’età), ma è bene anche incoraggiarli a praticare altre discipline, contribuendo ad un patrimonio motorio vasto e globale che sarà il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Un aspetto che però ritengo ancora fondamentale su cui lavorare a secco, è l’apprezzamento delle distanze e delle traiettorie; infatti anche in Prima categoria e Promozione (adulti) mi capita di vedere giocatori dotati tecnicamente che però faticano nel gioco aereo o nella gestione della ricezione di un passaggio lungo. Avere una buona tecnica nel colpire di testa la palla o nel gioco aereo, non è sufficiente se non si riesce a leggere con precisione a traiettoria della palla, e non è una cosa scontata. Quindi sarà poco efficiente, nelle categorie successive (quando la forza dei giocatori permetterà di fare dei lanci lunghi), allenare queste qualità se nella categoria pulcini non si è prima insegnato a leggere la traiettoria della palla. Ovviamente in questa fase non è necessario usare i piedi, ma anche le mani o mani/piedi insieme, in maniera tale da riuscire a stimolare la lettura delle traiettorie senza le difficoltà o le paure tipiche legate ai gesti tecnici (come usare forzatamente la testa o i piedi). Alcuni esercizi utili potrebbero essere:

    Concludiamo con il SENSO DEL GIOCO, che in questa fascia d’età diventa più allenabile rispetto alla precedente. Malgrado questo, è importante non iniziare una specializzazione tattica precoce, in quanto le abilità maggiormente allenanti in questa categoria sono la tecnica e la coordinazione. Conviene quindi continuare (anche se in misura minore rispetto a prima) ad utilizzare mezzi a secco per lo sviluppo di questa abilità, allenando di conseguenza le capacità attentive e di anticipazione motoria (vedi ad esempio alcuni esercizi della prima parte e della seconda sul riscaldamento). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Parallelamente ovviamente, inizierà il lungo percorso didattico (tecnico/tattico) che porterà (partendo da dei semplici giochi di posizione) allo sviluppo delle abilità tattiche individuali collettive, che finirà in età adulta.

    CONCLUSIONI

    L’allenamento della coordinazione nelle categorie proposte non può essere scisso dal concetto di gioco, o per lo meno da quello di “sfida”. Questo non solamente garantirà una grande motivazione (perché il gioco va incontro alle esigenze dell’età considerata) e densità di gioco, ma permetterà anche di acquisire il concetto del rispetto delle regole. In un contesto in cui vengono rispettate le regole, i bambini sono più tranquilli e propositivi, e di conseguenza imparano meglio.

    Ricordo che i mezzi dedicati alla coordinazione devono poi anche essere inseriti ed avere un continuo nel contesto della didattica della seduta; così se strutturerò un allenamento per la guida della palla per i Piccoli Amici, potrò iniziare con un gioco dei ragni, mentre se vorrò lavorare sul calciare/ricevere la palla, potrò utilizzare il gioco della bomba.

    Cliccando sull’immagine sotto potrai accedere al Gruppo Telegram dedicato all’allenamento motorio ed atletico nel settore giovanile e scaricare gratuitamente il documento con le indicazioni (e link agli esercizi più utili) per ogni categoria, dai Piccoli amici fino agli Allievi. In più, ogni settimana, contenuti ed aggiornamenti per gli iscritti al canale.

    coordinazione scuola calcio

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960, preparatore atletico AC Sorbolo ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  4. Scuola calcio: guida e centra il bersaglio

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    La struttura allenante e le varianti che vi presentiamo in questo post racchiudono un insieme di stimoli allenanti molto interessanti, che vanno dalla guida della palla, alla coordinazione (agilità) ed ad alcuni principi di base della trasmissione/ricezione della palla in regime di situazione. Lo considero un insieme di esercitazioni molto utili fino per la categoria Piccoli Amici, da somministrare più volte e con un’adeguata progressività esecutiva dovuta alle numerose varianti.

    STRUTTURA DI BASE

    Come disegno di base, è sufficiente un quadrato delle dimensioni di circa 10x10m per 10-12 giocatori con circa 6-7 coni sparsi dentro al campo. Ovviamente le dimensioni possono essere modificate in base al numero di giocatori, all’età e alle caratteristiche del terreno (sul sintetico e in palestra, la palla scorre più velocemente, quindi è meglio tenere il campo leggermente più largo). La prima variante è molto semplice: senza uscire, si guida la palla all’interno del quadrato di gioco.

    Si farà un punto nel caso in cui si abbatte con le mani un cono; si faranno 2 punti se si raccoglierà (e si rimetterà dritto) un cono che qualcun’altro ha abbattuto. Com’è possibile intuire, con questa variante i giocatori saranno impegnati a gestire 2 situazioni (che è un ottimo stimolo allenante nei primi anni della scuola calcio), cioè la guida e il movimento dei coni. Il fatto di effettuare il gioco sottoforma di punteggio, stimolerà i giocatori a comprendere qual è il modo più efficace di fare punti; ovviamente l’istruttore potrà variare dimensioni e numero di punti attribuiti ai vari movimenti sui coni. Per rendere l’esercitazione più impegnativa, possiamo introdurre 2 varianti:

    • Se ad un giocatore esce la palla, questo dovrà stare fermo un minuto fuori dal campo. In questa variante, è possibile inserire anche un vincolo analitico, obbligando i giocatori a gestire la palla con un solo piede; nel caso in cui si utilizzi il piede sbagliato, si esce 1’ dal campo.
    • Si inseriscono un numero limitato di ragni (vedi il gioco delle piccole tane per le 2 regole dei ragni). A questo punto, il giocatore dovrà trovarsi a gestire 3 situazioni (palla, coni e ragni), ma la difficoltà non elevata dei compiti, permette di poter giocare con sufficiente disinvoltura. Ovviamente l’istruttore, potrà verbalizzare insieme ai giocatori quali sono le strategie migliori per effettuare punti e allo stesso tempo non rischiare di farsi rubare la palla dai ragni.

    Prima di passare alla prossima variante, ci tengo a fare alcune considerazioni sull’importanza di questa tipologia di esercizi per la categoria Piccoli Amici; infatti la guida in regime globale (cioè senza vincolo di piede), nel contesto della gestione di altri compiti motori come il movimento dei coni, ragni, ecc, permette di apprendere la tecnica in contesti di spazio/temporali variabili, fungendo da grande stimolo allenante, superiore (a quest’età) alle esercitazioni di tipo analitico. Non solo, il chinarsi ad abbattere/raccogliere i coni e gattonare (ragni) sono stimoli coordinativi che vanno ad agire sia sull’agilità che sul senso del movimento, fungendo da prerequisiti di alcuni movimenti che si svilupperanno successivamente nella didattica, cioè l’accelerazione, il saper cadere/tuffarsi e l’uscita bassa del portiere.

    VARIANTE 1: COLPISCI E LIBERA IL COMPAGNO

    Questa variante permette sempre di rimanere nel contesto di guida globale, ma incrementando le difficoltà del gioco. Rispetto alla struttura di base, si eliminano i coni e si amplia il quadrato di gioco. Conducendo la palla liberamente nel campo con i piedi ogni giocatore potrà:

    • Colpire un compagno con la propria palla; in questo caso farà 1 punto e il compagno colpito dovrà “ghiacciarsi”, cioè posizionarsi con la palla tra le mani (ad esempio nella posizione tipica della rimessa laterale) e gambe divaricate, senza potersi muovere.
    • Liberare un compagno ghiacciato facendogli un “tunnel” (cioè facendogli passare il proprio pallone sotto le gambe divaricate); in questo caso il giocatore farà 2 punti e il compagno liberato potrà tornare a guidare la palla.

    Com’è possibile comprendere, gli stimoli diventano superiori rispetto alla struttura di base, in quanto ogni giocatore potrà colpire, librare, essere ghiacciato e farsi liberare. Ulteriore variante, per stimolare la precisione, potrebbe essere quella di considerare “ghiacciato” un giocatore al quale esce la palla dal campo. In questo caso, per essere liberato dovrà posizionarsi appena dentro il campo in una posizione in cui i compagni abbiano la possibilità di fargli il “tunnel”.

    Un’altra variante molto stimolante, è quella (mantenendo tutte le regole sopra) di dividere i giocatori in 2 squadre. In questo caso, i membri di un team dovranno cercare di “ghiacciare” (cioè colpire) solo gli avversari e di liberare solamente i propri compagni. Vince la squadra che riesce a ghiacciare tutti gli avversari senza che questi possano più liberarsi. Quest’ultima variante necessita l’utilizzo di almeno 6 giocatori per squadra.

    VARIANTE 2: SEGNAMO NELLE PORTE

    Questo esercizio è molto utile per stimolare le collaborazioni. Nei primi anni della scuola calcio, viene ricercato (visto le caratteristiche fisiologiche e psicologiche dei calciatori) in particolar modo il miglioramento del dominio della palla (sopratutto guida/controllo), la coordinazione e l’1c1; cioè non esclude il poter lavorare sulla capacità dei giocatori di collaborare e dialogare in situazioni di gioco. Torniamo quindi alla prima struttura di base, quella con i coni in mezzo al campo.

    Si suddivideranno i giocatori a gruppi di 2 con un pallone a coppia; ogni coppia di coni adiacenti (indipendentemente dal colore) sarà considerata una porta; per essere più comprensibili, nella figura sopra abbiamo riportato solo i movimenti di una coppia. Ogni coppia effettuerà un punto ogni volta che si passa la palla attraverso una porta, non potendo farla passare consecutivamente nella stessa porta. Dopo 30” definiti dall’istruttore, ogni coppia indicherà il numero di passaggi fatti. Questo compito motorio può sembrare banale, ma in un’età in cui nel gioco prevale l’egocentrismo, richiede uno sforzo cognitivo di collaborazione non indifferente. Quindi, oltre ad allenare la tecnica, questa variante stimola un DIALOGO COSTRUTTIVO tra i giocatori, che è un importante prerequisito degli aspetti collaborativi che si andranno poi a sviluppare negli anni successivi. Nella figura sopra, il giocatore rosso inizialmente la passa al blu, e successivamente, con il suo movimento detterà il passaggio verso la porta di coni successiva attraverso la quale farsi passare la palla. Non solo, i giocatori scopriranno come sia più facile raggiungere gli obiettivi del gioco comunicando tra loro, portando questa esperienza anche negli altri giochi e nelle partite.

    CONCLUSIONI FINALI

    Con una struttura di base ed altre 2 varianti, siamo riusciti a creare stimoli allenanti che vanno in direzione della tecnica applicata (globale), della coordinazione e della collaborazione, tutto in regimi di difficoltà diversi. Sotto riportiamo i link ad altri post dedicati alla tecnica, in particolar modo alla guida in regime globale.

    Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo sul social network che preferisci (sarà sufficiente utilizzare i pulsanti sotto); a noi farà molto piacere e ci servirà per comprendere quali sono le categorie di post più seguite.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 (melsh76@libero.it)

  5. Calcio e coordinazione: lo scalpo gigante

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    Il bagaglio coordinativo di un calciatore, rappresenta le fondamenta per lo sviluppo delle abilità tecniche e tattiche future. Questo significa che una precoce specializzazione nei primi anni della Scuola calcio, non potrà altro che limitare lo sviluppo calcistico futuro del giovane calciatore, perché lo priva di quegli elementi di base su cui costruire la propria carriera. Allo stesso tempo, un lavoro coordinativo eccessivamente generale, dispersivo e poco specifico per una disciplina come il calcio, può portare a perdere tempo prezioso, in un’età in cui la sensibilità per alcuni aspetti del calcio (vedi 1c1) è massimale. Allora come gestire l’allenamento per la coordinazione nei primi anni della scuola calcio ottimizzando il tempo e i mezzi a disposizione?

     

    coordinazione e calcioNei 2 articoli dedicati all’argomento, abbiamo visto che quando si parla di coordinazione è giusto considerare anche la vicarianza con lo sport praticato; per il calcio, abbiamo raccolto le capacità coordinative in 3 gruppi principali (vedi tabella sotto), per semplificare la didattica e per comprendere quali di queste possono essere allenate a secco e quali con la palla, soprattutto in relazione all’età.
    Per fare un esempio, l’1c1 libero è un ottimo mezzo per lo sviluppo dell’agilità nella categoria Pulcini, ma solo se non si è in grado di guidare con un minimo di tecnica la palla (sopratutto su spazi stretti), altrimenti uscirà continuamente. Allora nei primi anni della scuola calcio, per strutturare lo schema motorio della corsa e l’agilità, sono necessari mezzi a secco; in questo post, vedremo un mezzo allenante estremamente efficace e divertente, che ha anche una forte impronta educativa nei confronti della gestione dell’esuberanza del piccolo calciatore. Ma andiamo per ordine e cominciamo a descrivere la struttura di base.

    STRUTTURA DI BASE

    Per 15 bambini, consiglio un campo di dimensioni di 15x15m o 18x18m a seconda dell’età; si può somministrare questo esercizio fino alla terza elementare. Lo scalpo, come abbiamo visto nella prima variante di questo esercizio, non è altro che una “coda” che il giocatore si infila dietro ai pantaloncini e deve spuntare per almeno 40-50 cm; si possono utilizzare delle casacche, o del nastro bianco/rosso di opportuna lunghezza. I giocatori si divideranno in 2 categorie: i conigli o i cacciatori.

    • I conigli saranno i giocatori che hanno la coda e devono scappare (senza uscire dal campo) senza farsi prendere la coda.
    • I cacciatori (senza coda) dovranno prendere le code dei conigli.

    Quando ad un coniglio viene tolta la coda, questo diventa automaticamente cacciatore; quando un cacciatore prende la coda ad un coniglio, deve uscire dal campo, sistemarsi bene la coda e poi rientrare facendo il coniglio. Se un coniglio esce dal campo, diventa automaticamente cacciatore e deve dare la coda ad un compagno. Non si possono avere 2 code contemporaneamente. Malgrado questa esercitazione possa sembrare semplice e banale, offre molti stimoli allenanti e spunti per la gestione dell’esuberanza e rispetto delle regole, cioè aspetti che si vanno a formare in particolar modo nei primi anni della scuola calcio. Nella tabella sotto, sono riportati gli stimoli allenanti di questo mezzo: oltre all’ovvio effetto sull’agilità, il fatto di dover scappare e correre velocemente in uno spazio delimitato (campo) ha un buon impatto allenante sul Senso del gioco. Infatti, nei primi anni della scuola calcio, la palla esce spesso perché i giocatori non hanno ancora bene sviluppato il senso dello spazio e del tempo; con questo tipo di esercitazioni (anche senza palla) si riesce ad allenare l’abilità del bambino a gestire la velocità e la direzionalità del movimento.

    Non solo, anche il fatto di dover prestare attenzione a più “cacciatori”, il coniglio, svilupperà sia la visione periferica, che l’attenzione a più aspetti del gioco, che sono la base degli elementi tattici da adulti. Ma andiamo ora a vedere 2 aspetti educativi fondamentali di questo gioco.

    GESTIONE DELLE REGOLE E DELL’ESUBERANZA

    Una volta comprese le regole del gioco, è fondamentale che i giocatori imparino a rispettarle, senza che l’allenatore debba avere “100 occhi” per fare l’arbitro. Ad esempio, se un coniglio esce dal campo e un cacciatore lo vede, se chi è uscito non lo ammette, può nascere un diverbio tra i 2 giocatori, che sosterranno idee diverse. A questo punto cosa può fare l’allenatore?

    • La prima cosa è quella di far capire ai propri giocatori se preferiscono giocare con compagni corretti o scorretti; a questo punto emergerà in maniera spontanea la consapevolezza che il “gioco scorretto” non piace a nessuno e di conseguenza è sempre meglio essere onesti.
    • La seconda cosa è quella di ammettere che possano insorgere contrasti, ma che è altrettanto importante risolverli velocemente. Dopo aver verbalizzato la situazione con tutto il gruppo, si può inserire la regola che “chi è cacciatore ha sempre ragione, ma se l’allenatore vede che gioca in maniera scorretta, viene estromesso dal gioco”.

    Altro aspetto importante in questo gioco è la gestione dell’esuberanza; non sarà raro vedere giocatori che inizialmente faranno di tutto (tirare la maglia, placcaggi stile rugby, ecc.) pur di fermare il compagno e rubargli la coda. Questo tipo di atteggiamenti sono dovuti ad un eccesso di foga che può essere normale a quell’età; verbalizzando le situazioni con i giocatori e stabilendo quello che “è possibile” o “non possibile” fare durante, il gioco si riuscirà a gestire l’esuberanza con un buon impatto allenante sulla conoscenza dello schema corporeo, che è poi la base della fase tecnica del contrasto.

    VARIANTI e CONCLUSIONI FINALI

    Una volta apprese ed interiorizzate le regole, si può passare alla variante che più di altre entusiasma i bambini quando fanno questo gioco, cioè la regola in cui ogni giocatore è sia cacciatore che coniglio, e di conseguenza si possono avere più code (ricordandosi che la code va messa od aggiunta solo fuori dal campo). Vince il giocatore che alla fine di ogni manche ha più code. A quest’ultima variate si potrà arrivare solamente se i giocatori hanno ben interiorizzato le regole e gli atteggiamenti funzionali da tenere in campo. Sotto, potete vedere i link ad altre esercitazioni finalizzate al miglioramento della coordinazione del calcio.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 (melsh76@libero.it)

  6. Scuola calcio: manteniamo alta l’intensità

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    Nei primi anni della scuola calcio, una delle difficoltà maggiori nel stabilire un’elevata densità di gioco nelle partite d’allenamento è dovuta all’immaturità tecnico/tattica dei giocatori che:

    • Lentamente reagiscono alle transizioni delle fasi di gioco quando la palla esce dal campo (rimesse dal fondo, rimesse laterali, ecc.).
    • Hanno una capacità limitata di “dominare” la palla con la conseguenza che spesso esce dal campo.

    Con il post di oggi cercheremo di dare consigli su possibili varianti da utilizzare, sia per le partite d’allenamento che per le esercitazioni situazionali per tenere elevata la densità di gioco. Il primo mezzo che analizzeremo è dedicato prevalentemente ai primi 2 anni della scuola calcio (Piccoli Amici), mentre il secondo per i primi anni della categoria Pulcini.

    Esercitazioni per alta intensità scuola calcio

    PARTITA CON PORTE CENTRALI

    Se per giocatori formati (per stimolare l’alta densità di gioco) si utilizzano i classici SSG (small side games) o i Giochi di Posizione, nei primi anni di scuola calcio è necessario utilizzare partitine con pochi giocatori e regole molto semplici. Infatti, in questi anni è fondamentale stimolare l’attitudine al gioco; ma cosa intendiamo per “Attitudine di gioco”?

    Intendiamo la capacità del giocatore di rimanere concentrato nell’attività di gioco, di gestire velocemente la transizione (attacco/difesa e viceversa), di guidare la palla nella giusta direzione e marcare/smarcarsi velocemente nelle rimesse.

    Chi allena i giocatori più giovani, immagino che conosca benissimo questo tipo di difficoltà a cui vanno normalmente incontro nei primi anni della scuola calcio.

    alta densità

    Nell’immagine sopra è presentata una minipartita a tema; la squadra rossa dovrà fare gol (rasoterra e da entrambi i lati) nella porta blu; viceversa dovrà fare la squadra blu. Quando si segna, se la palla non esce, si continua a giocare. Ogni volta che la palla esce dal campo si farà una rimessa laterale con le mani; non ci sono portieri e si possono usare le mani solo su rimessa. In questo mezzo, il numero ridotto dei giocatori (3c3, ma si può arrivare fino ad un 4c4) è adeguato all’età, ma soprattutto portando l’obiettivo (porta) al centro del campo rende più difficile che la palla esca. Vengono quindi rispettati 2 importanti paradigmi in questo tipo di didattica:

    • Pochi giocatori
    • Palla che esce raramente

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    Sarà normale, soprattutto nei primi minuti di partita, che il gioco diventi confusionario (tutti sulla palla), ma è una caratteristica tipica ed inevitabile dell’età; sarà quindi inutile che l’istruttore indichi ai giocatori di “disporsi meglio”, quanto invece sarà importante incitare i più “timidi” a non aver paura dei contrasti e a cercare di “rubare” palla agli avversari.

    Il sapersi “districare” tra gli avversari in poco spazio è una qualità estremamente istintiva, e come tale si affina principalmente quando la parte anatomica del Sistema Nervoso Centrale è in piena fase di maturazione (cioè fino agli 8 anni)

    Non solo, giocando in pochi spazi, i giocatori impareranno anche più velocemente le regole relatie ai falli di gioco. Ma quali dimensioni adottare: ovviamente non esiste una misura standard. Indicativamente, in prima elementare si possono usare minicampi di 35x25m.

     

    DAL “2c1” AL “3C3”

    alta densità 1

    Nella categoria Pulcini, il gioco diventa più “ordinato”, quindi è possibile iniziare a lavorare su aspetti analitici della tattica individuale (come l’1c1) e sugli elementi successivi come il 2c1. I mezzi a carattere globale (come quello che andremo a vedere) rimangono comunque l’ideale per mantenere elevata la densità di gioco e per verificare il grado di apprendimento; qualche anno fà analizzammo un mezzo interessante, che partiva dall’1c1 per finire al 2c2 senza soluzione di continuità. Quello di oggi, rappresenta lo step successivo, in cui si parte da un “2c1” per finire al “3c3” senza soluzione di continuità. Nell’immagine sopra, è possibile vedere la struttura di base, con 12-15 giocatori.

    • 2 file di giocatori rossi (una delle quali con la palla)
    • 2 file di giocatori blu (una delle quali con la palla)
    • 1 Jolly per squadra (che rimane sempre in campo)
    • 1 portiere per squadra

    alta densità 2

    Al via dell’allenatore, il giocatore blu in basso (con la palla) insieme al jolly blu affronterà il giocatore della fila rossa di fronte (situazione di 2c1). Viceversa accade nella parte sopra del campo. Quando uno dei 2 palloni uscirà, tutti i giocatori giocheranno con quello rimasto (situazione di 3c3, vedi immagine sotto).

    alta densità 3

    Quando uscirà anche il secondo pallone, i giocatori delle file torneranno nelle loro file e si ripartirà con gli stessi Jolly di prima. Essendo un’esercitazione globale, la verbalizzazione dei compiti è meno pignola. Ovviamente nella fase di 2c1 il portatore di palla dovrà scegliere se “guidare o passare” in base al comportamento dell’avversario, mentre chi è in inferiorità numerica dovrà temporeggiare fino a comprendere qual è il miglior momento per intervenire (vicinanza alla porta o cattivo controllo del portatore di palla).

    ALTRE VARIANTI: tutte le esercitazioni di 2c1 con partenza fissa dei giocatori possono essere implementate in questa struttura allenante; sotto è rappresentata una situazione con jolly a sostegno. In questo modo si lavora sul 2c1 globale/analitico, mantenendo elevata la densità di gioco. In queste situazioni è importante anche valutare le dimensioni del campo, infatti nell’immagine sotto (rispetto alla struttura di base sopra) è opportuno accorciare il campo.

    alta densità 4

     

    CONCLUSIONI

    Un trucco che di solito utilizzo nei primi anni di scuola Calcio, per dare una densità elevata, è quella di lasciar giocare anche se la palla esce lateralmente dal campo (ovviamente non più di 1-2 metri). In questo modo ci sono meno pause e i giocatori si divertono di più. Concludiamo riportando sotto mezzi affini a quello presentato oggi:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  7. Giochi per la scuola calcio: “entriamo in porta”

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    Oggi approfondiamo uno dei giochi per la scuola calcio che piace di più, a tutte le età, per allenare alcuni aspetti della coordinazione. La sua semplicità diventa fondamentale per essere inserita fin dal primo anno di attività. Le difficoltà invece, sono dovute a come dimensionare il campo, che è fortemente dipendente dal numero e dall’età; probabilmente ci vorranno almeno 1-2 sedute di assestamento per comprendere al meglio come dimensionare il campo in relazione al proprio gruppi di giocatori.

    DESCRIZIONE

    entriamo in porta 1

    Per la categoria Piccoli Amici (almeno 14 giocatori, 7 per squadra) è consigliabile iniziare con una campo di dimensioni 15x30m (tipo da calcetto), diviso in 2 metacampo (vedi figura sopra). Ogni squadra, nella propria metacampo avrà una porta grande (delimitata con i coni) o 2-3 porte piccole. Lo scopo di ogni giocatore sarà quello di entrare in una delle porte degli avversari senza farsi prendere dagli avversari stessi ed evitare che gli opponenti entrino nelle proprie porte. Regola fondamentale è che

    nella propria metacampo, se prendo un avversario, questo si deve sedere sul posto fino a quando un compagno lo libera (toccandogli le spalle); ovviamente, nella metacampo avversaria, se vengo “preso” da un avversario mi devo sedere sul posto fino a quando un compagno verrà a liberarmi.

    entriamo in porta 2

    Quando un giocatore riesce ad entrare in una porta avversaria, deve segnalarlo all’allenatore (che annoterà il punto) e tornare nella propria metacampo, rientrando da una delle proprie porte, passando all’esterno del campo (vedi figura sotto). Una volta stabilite le regole è consigliabile, almeno per i più piccoli, dividere ogni squadra in attaccanti e difensori. Ovviamente i primi saranno quelli che andranno a cercare il “gol” entrando in una delle porte avversarie, mentre i secondi quelli che cercheranno di impedire che gli avversari facciano la stessa cosa. È ovvio che nel caso in cui tutti gli attaccanti vengano presi, saranno i difensori a dover andare a liberarli. Per rendere il gioco equo, l’allenatore periodicamente invertirà il ruolo di difensori/attaccanti. Solo quando i giocatori avranno una certa esperienza nel gioco, potrà esser lasciata loro maggiore libertà nello scegliere ed intercambiare i ruoli.

    entriamo in porta 3

    VARIANTI

    È evidente che un campo lungo e stretto, favorisce maggiormente la fase difensiva (ed è da preferire quando i giocatori sono 14-16), mentre un campo largo e corto favorisce la fase offensiva. Altre varianti che possono favorire la fase offensiva è quella di allargare la “porta gigante”, mentre 2-3 porte piccole favoriscono i difensori (vedi figura sotto); quest’ultima variante è quella da utilizzare maggiormente, all’interno della stessa seduta per modificare le difficoltà dell’esercizio. Per facilitare invece il compito degli “attaccanti”, è possibile inserire delle tane/cerchi dove gli attaccanti possono rimanere (non più di un giocatore alla volta) senza essere “presi” dai difensori (vedi figura sotto).

    entriamo in porta 4

    RIASSUNTO CONCLUSIVO

    Sotto riportiamo la scheda del gioco di oggi: come evidenziato nei post dedicati alla coordinazione, consigliamo di raggruppare le capacità coordinative in 3 gruppi (agilità, senso del movimento e senso del gioco) per avere un’idea più precisa degli effetti allenanti di ogni esercitazione. È evidente che il mezzo odierno è particolarmente allenante nei confronti dell’agilità, proprio perché lo scappare/rincorrere è parte fondamentale del gioco. Il senso del gioco è meno allenato, proprio perché l’unico schema corporeo utilizzato è quello della corsa. Anche il senso del gioco è particolarmente stimolato, tramite lo sviluppo delle strategie offensive (ricerca spazi per andare in porta e liberare i compagni) e difensive (proteggere porta e “prendere” gli avversari). In particolar modo sarà stimolata la capacità degli attaccanti di scegliere ogni volta quanto “rischiare” di andare negli spazi e/o andare a liberare i compagni. I difensori saranno invece particolarmente stimolati nel collaborare per “chiudere” gli spazi agli avversari……in altre parole, tutti concetti che dovranno affrontare quando giocheranno a calcio.

    entriamo in porta scheda

    Ultimo aspetto che affrontiamo è quello del rispetto delle regole: i giocatori si “autoarbitreranno”, dando la precedenza a chi difende (“il difensore ha sempre ragione”). È ovvio l’istruttore dovrà supervisionare la correttezza dei difensori, pena l’esclusione temporanea dal gioco. Sotto riportiamo altri giochi/esercitazioni con finalità allenante simile.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  8. Guida della palla: “occhio agli incroci”

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    Continuiamo la didattica dedicata alla guida della palla; oggi approfondiremo una struttura che “parte” in forma analitica, per poi aggiungere successive varianti in forma globale. Il numero elevato di varianti con cui è possibile modificare lo stimolo allenante di questa struttura, la rende adattabile a diverse categorie d’età (dai primi “passi” della guida della palla, al consolidamento delle finte) e di conseguenza, anche a varie forme di riscaldamento per i dilettanti.

    STRUTTURA DI BASE

    Nella figura sotto è possibile vedere la struttura di base (circa 10-15m di lato). Ogni stazione è formata da:

    • 1 fila di 2 giocatori
    • 1 pallone
    • 1 cerchio
    • 1 cono di riferimento (di fronte!!!)

    Il numero di stazioni sotto (4) è proposto per 8 giocatori, ma con un numero maggiore, è possibile aggiungere stazioni.

    occhio agli incroci 1

    L’esercizio di base consiste nel guidare la palla fino al cono di fronte, fare la curva dal cono e tornare (sempre in guida della palla) con la palla fino alla propria fila fermando la palla nel cerchio. A questo punto, il compagno partirà effettuando lo stesso percorso. Il tutto, dovrà essere effettuato senza scontrarsi con i compagni delle altre stazioni con cui si “incrocia” la traiettoria di guida. Un buon stimolo allenante (di natura analitica) con i più giovani, si ottiene limitando le seguenti opzioni:

    • Numero di tocchi in guida della palla: con tanti tocchi (esempio 12-15, sia in andata che in ritorno) si stimola particolarmente la sensopercettività in guida, mentre con pochi tocchi (esempio 5-8) si stimola la capacità di controllare la palla in velocità.
    • Piede di guida: piede forte, piede debole, oppure alternare 2 tocchi con il forte e 2 con il debole.
    • Tipo di guida: oltre alla normale guida rettilinea (con l’esterno/collo) è possibile richiedere la guida a zig-zag (alternare 1 tocco di interno e 1 di esterno dello stesso piede) con 1 piede o alternando il piede (ad esempio, 1 tocco di esterno destro + 1 tocco di esterno sinistro).
    • Curva dal cono: con l’interno/esterno destro/sinistro.

    Quando si somministra questa tipologia di esercitazioni per le prime volte (soprattutto per la categoria Piccoli Amici) è consigliabile verbalizzare quale parte del piede è meglio utilizzare per andare dritti (esterno/collo) e quali possono essere le strategie per evitare di scontrarsi con i compagni; infatti, quest’ultimo rappresenta uno stimolo abbastanza fondamentale affinché il gesto venga appreso il più facilmente, perché l’automatizzazione di un movimento è facilitato quando contemporaneamente si deve gestire un’altra (seppur piccola) variabile (come la lettura della traiettoria di guida dei compagni). “Guidare con la testa alta”, “fermare con la suola il pallone” o “evitare in guida di scontrarsi”, possono essere le più logiche e corrette conclusioni alle quali si giunge durante le verbalizzazioni.

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    VARIANTE GLOBALE

    Sopra è stata descritta la didattica analitica, cioè l’insieme di variabili che fissano le caratteristiche (piede di guida, N° tocchi di palla, ecc.) della guida, pur all’interno di un contesto di minima imprevedibilità dovuta alla presenza dei compagni. Con la Variante Globale, vengono tolte questo tipo di limitazioni, e lo scopo dell’esercitazione sarà quello di concludere il prima possibile il percorso (a forma di gara). Mantenendo la stessa struttura, si parte contemporaneamente al segnale dell’allenatore e si effettua il percorso di andata/ritorno (facendo la curva) dal cono: vince il primo giocatore che riesce a fermare la palla nel proprio cerchio. Le difficoltà principali alle quali andranno incontro (soprattutto i più piccoli) saranno dovute al fatto che inizialmente molti cercheranno di allungarsi eccessivamente la palla (per ricercare la massima velocità assoluta); le conseguenze saranno di incrementare la probabilità di scontrarsi con i compagni e di controllare con difficoltà la curva a cavallo del cono. A questo punto, sarà importante verbalizzare che sarà da ricercare un compromesso tra massima velocità di guida, compatibilmente con un controllo adeguato della palla.

    occhio agli incroci 2

    Ulteriore variante potrà essere quella di inserire la seguente regola: “deve stoppare la palla nel cerchio il compagno di fila del giocatore che guida la palla”. In questo caso si stimolerà la collaborazione tra compagni, tramite il passaggio/ricezione della palla.

     

    VARIANTE PIU’ IMPEGNATIVA

    Dopo aver descritto le 2 varianti più semplici, introduciamo quella un po’ più complessa che prevede l’utilizzo delle finte. Mantenendo un contesto analitico (cioè con N° di tocchi limitati, ecc.) è possibile inserire i seguenti elementi:

    occhio agli incroci 3

    • Alle fine del percorso, la passo al compagno che, dopo aver stoppato la palla, mi viene incontro facendo una finta (esempio “forbice destro/esterno sinistro”) prima di iniziare il percorso (vedi figura sopra). Possono essere introdotte diversi tipi di finte, variando anche la pressione di chi trasmette la palla in base al livello di apprendimento del gesto tecnico.
    • Come sopra, ma a livello del cono eseguo un cambio di direzione con una finta (ad esempio: “forbice inversa destra – interno sinistro”): vedi figura sotto.

    occhio agli incroci 4

    CONCLUSIONI

    Il passaggio dalla fase analitica a quella globale, all’interno della stessa esercitazione è un elemento fondamentale per l’apprendimento dei gesti tecnici. La struttura presentata oggi, risponde pienamente a questo tipo di necessità. Sotto, riportiamo altri mezzi, con caratteristiche allenanti simili.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  9. Esercitazione tecnica: conduzione e reazione

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    Quella di oggi, rappresenta la variante più semplice, corrispondente alla struttura utilizzata per la guida in forma psicocinetica. La forma di base è quella dell’immagine sotto: 2-3 giocatori per fila e 2 palloni per fila; nel caso di un numero inferiore di giocatori, è anche possibile ridurre il numero delle stazioni. I cerchi dovranno essere di colore diverso (di 3 colori diversi è l’ideale); ogni colore corrisponderà un punteggio diverso (esempio 3 per il cerchio rosso, 2 per i gialli, ecc.). Al via dell’allenatore, i primi giocatori di ogni fila dovranno eseguire lo slalom dei 3 coni che hanno davanti ed andare ad occupare il cerchio libero (non si può sostare in 2 in un cerchio) che garantisce al punteggio maggiore. I punti verranno poi sommati tra i giocatori di ogni squadra….la squadra che fa più punti vince!

    conduzione e reazione 1

    Ovviamente le varianti di questa struttura possono essere molteplici; ad esempio, per la categoria Piccoli Amici è possibile diversificare il percorso da fare prima di arrivare al cerchio. Sotto è rappresentato un esempio nel quale, ogni giocatore deve: fare il giro del cono di fronte, far passare la palla sotto ad uno dei 2 ostacoli bassi, e transitare (palla e giocatore) sotto l’ostacolo alto.

    conduzione e reazione 2

    Altra variante è quella di togliere un cerchio: chi non riesce a fermare la palla in un cerchio (perché sono tutti occupati) deve fare una penalità (capovolta, rotolamento, ecc.). Ulteriore diversificazione può essere quella di iniziare il gioco con la rimessa da parte del compagno dentro al cerchio; in altre parole, si ha un pallone per fila e quando arrivo nel cerchio fermo la palla. Al via dell’istruttore, effettuo la rimessa laterale per il compagno che immediatamente esegue l’esercitazione per finire nel cerchio libero con il punteggio maggiore.

    conduzione e reazione 3

    Sotto viene presentata invece una variante in cui la guida viene abbinata allo stop orientato; in questo caso sono necessarie file di almeno 3 giocatori con 2 palloni per fila. Nell’esempio sotto, al via dell’allenatore, il giocatore passa la palla al compagno nel quadrato che, con un tocco, stoppa la palla con il piede sinistro, orientandosi per uscire a sinistra del quadrato e proseguire nello stesso modo della variante di base. Le varianti sono relative al piede (e parte di esso) di utilizzo dello stop e il lato di uscita del quadrato (vedi esercizio di base per lo stop orientato).

    conduzione e reazione 4

    Ultima variante presentata (figura sotto) è quella per l’apprendimento analitico della finte abbinata alla guida globale. Al via dell’allenatore, i giocatori con la palla dovranno guidare la palla ed effettuare la finta indicata dall’allenatore (esempio “forbice sinistra/uscita esterno destro”) ed andare a fermare il pallone in un cerchio che non sia uno di quelli che si hanno di fronte. Le varianti ovviamente sono relative al tipo di finta ed ai tocchi di guida prima di eseguire la finta stessa.

    conduzione e reazione 5

     

    CONCLUSIONI

    conduzione e reazione scheda

    L’esercitazione proposta oggi si adegua facilmente alle necessità delle categorie Piccoli Amici e Pulcini; sfrutta la stessa struttura (anche se le distanze possono essere modificate in base all’età dei giocatori) utilizzata per l’esercitazione dedicata alla guida psicocinetica. È un mezzo prevalentemente a carattere globale, perché è strutturato a forma di gara, andando particolarmente incontro alle esigenze dei calciatori più giovani. È possibile inserirlo anche nella fase finale (magari dopo un lavoro analitico che sfrutta la stessa struttura esercitativa) come riscaldamento dei dilettanti. Sotto, riportiamo altri mezzi, con caratteristiche allenanti simili.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

    ss-logo

  10. Insegniamo la trasmissione della palla ai PICCOLI AMICI…e non solo

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    Il concetto di “passaggio della palla” è sicuramente qualcosa che poco si avvicina alle esigenze cognitive di calciatori di I° e II° elementare, in quanto si trovano in una fase particolarmente egocentrica della loro crescita. Per questo motivo, in allenamento e in partita, è bene che l’istruttore stimoli altri aspetti, come la guida, protezione della palla, rubare palla agli avversari, ecc. Ciononostante, esercizi che possono apparentemente servire per la trasmissione della palla trovano un importante contesto didattico per quanto riguarda lo stimolo della sensopercettività e del controllo (in fase di ricezione) della palla. È comunque necessario che i mezzi proposti siano contestualizzati in ambiti ludici (come il Gioco della bomba) e/o con l’attribuzione di punteggi. Oggi presenteremo 2 varianti che ben si possono inserire in questo contesto.

    DAI E VAI

    È un classico mezzo che si vede proporre nelle categorie Pulcini nel prepartita; credo che tutti possano comprendere la noia di questo esercizio, ma con alcune varianti/adattamenti (sia di natura globale che analitica) lo si può rendere più stimolante.

    dai e vai 1

    La prima variante può essere effettuata anche inizialmente con le mani, per far apprendere la logica dell’esercitazione. A coppie, in una struttura come quella della figura sopra, il giocatore bluprende la palla dietro la propria riga di cinesini, la porta fino alla riga intermedia (delimitata dai coni), la passa (con le mani in vari modi…dall’alto, dal basso, ecc.) al compagno rosso di fronte e torna dietro la propria riga di cinesini. Il rosso dovrà afferrare la palla con le mani (dopo un rimbalzo, al volo, ecc.) dietro la propria riga di cinesini: se riuscirà ad afferrarla nelle modalità indicata dall’allenatore (dopo un rimbalzo, al volo, ecc.), la coppia di giocatori avrà un punto. Di seguito si continuerà senza soluzioni di continuità. Un volta compreso il senso del gioco, si può passare ad utilizzare i piedi. Il giocatore guiderà la palla fino alla fila dei coni, la fermerà con la suola e la passerà al compagno di fronte; se centrerà la porticina di cinesini del compagno allora la coppia avrà un punto…e via di seguito.

    dai e vai 2

    È particolarmente importante lasciare inizialmente ai giocatori la possibilità di fare l’esercizio in maniera globale (tocchi liberi, piede libero, parte del piede da utilizzare libera, ecc.) proprio per far comprendere le difficoltà nella gestione di questo tipo di gesto tecnico. In un secondo momento l’allenatore potrà fermare i giocatori e, insieme a loro verbalizzare le strategie migliori per conseguire più punti possibili. Le domande che l’istruttore possono essere le seguenti:

    • Con che parte del piede si passa la palla?
    • Con che parte del piede si stoppa la palla che viene passata da un compagno?
    • Come si ferma una palla che si sta conducendo verso la riga dei coni?
    • Con che piede si stoppa la palla quando essa arriva alla mia destra?…e quando arriva alla mia sinistra?…non è un elemento semplice, perché a quell’età tendono a stoppare tutti i palloni con il piede dominante
    • La palla la passo piano o forte?
    • Con che parte del piede conduco la palla verso la riga dei coni (prima di fermarla e passarla)?

    Non è necessario verbalizzare tutti gli elementi in una volta, ma è importante che i giocatori capiscano il modo migliore per risolvere i compito motorio a loro assegnatoli. Maggiormente si coinvolgono i giocatori in questo tipo di risoluzione e maggiore sarà l’impronta cognitiva.

    scheda dai e vai

    A questo punto, per semplificare l’apprendimento è possibile (sempre all’interno del gioco a punti) vincolare alcuni gesti (lavoro parzialmente analitico); ad esempio:

    • Passaggio esclusivamente con l’interno del piede forte/debole
    • Ricezione della palla esclusivamente con l’interno: usare l’interno del piede destro quando la palla arriva alla propria destra e viceversa.
    • Ricezione della palla esclusivamente con l’interno del piede forte…in questo caso si stimola l’orientamento del corpo e la collaborazione tra giocatori.
    • Guidare la palla con 4 tocchi del piede forte/debole (guida esterno/collo) fino alla riga di coni e fermarla con l’interno prima di passarla al compagno.

    Ovviamente non sarà possibile sviscerare tutti gli aspetti di sopra in una sola seduta, ma introdurli gradualmente in più sedute. È particolarmente importante che i giocatori si sentano motivati nello svolgere questo mezzo; stimolare la collaborazione tra i vari giocatori per effettuare più punti possibili è sicuramente un aspetto che giova all’impegno, ri-verbalizzando saltuariamente alcuni elementi difficili da comprendere. Alcune varianti, se ripetute prima in forma analitica (come l’utilizzo dell’interno per passare o ricevere la palla), giovano alla fase più ludica in quanto,

    fondamentalmente l’aspetto analitico della didattica non è altro il cercare di dare ai giocatori l’abilità tecnico/coordinativa di poter utilizzare spontaneamente il gesto motorio più adeguato al contesto in cui ci si trova.

    dai e vai 3

    Le varianti da introdurre (soprattutto nella forma globale dell’esercitazione) sono molteplici; ad esempio, per velocizzare la gestualità è possibile richiedere (utilizzando 3 giocatori alla volta) di effettuare 3 trasmissioni di palla ogni volta (vedi figura sopra), andando ogni volta al posto del giocatore a cui l’ho passata. Oppure richiedere di stoppare la palla ad uscire (destra o sinistra) del quadrato costruito sulla propria porticina (vedi figura sotto); se si somministra questo mezzo alla categoria pulcini, può essere usata la regola (riferita all’ultima variante) “se stoppo la palla con il destro esco a destra del quadrato e viceversa”.

    dai e vai 4

    GIROPALLA NELL’OROLOGIO

    dai e vai 5

    È un mezzo apparentemente semplice e banale, ma per dei giocatori di I°/II° elementare vi assicuro che non lo è. Lo scopo dell’esercitazione è quello di far “girare” la palla secondo il senso dell’orologio orario (o antiorario) tra i 4 quadranti del campo, tramite passaggi tra un settore all’altro; i giocatori saranno suddivisi nei 4 quadranti senza poterne uscire (vedi figura sopra). Le difficoltà iniziali al normale svolgimento saranno 2:

    • Tutti vorranno ricevere (chiamando insistentemente) la palla e si posizioneranno sulla riga di demarcazione per riceverla.
    • Chi passa la palla, la trasmette senza guardare a chi poterla dare.

    Per ovviare al primo problema si potrà introdurre la regola: “ si passa la palla solamente a chi non la chiama e a chi si posiziona lontano dai compagni in zona luce”. In questo modo, chi riceve la palla dovrà posizionarsi (senza chiamare la palla) in uno “spazio vuoto” e in una zona ben visibile al portatore di palla…cioè i presupposti del concetto di “smarcamento”. Per ovviare al secondo problema si può introdurre la regola che “chi trasmette la palla deve prima chiamare per nome il compagno a cui la passa, accertandosi che sia attento”. Una volta compresi questi meccanismi i giocatori si divertiranno nel trasmettersi la palla tramite passaggi corti, lunghi, ecc. Le varianti da introdurre sono molteplici e possono essere contestualizzate anche in fasce di età leggermente superiori. Ad esempio:

    • In caso di giro orario, lo stop di chi riceve la palla deve essere obbligatoriamente fatto con l’interno sinistro (viceversa se il senso è antiorario): allenamento dello stop orientato.
    • Si deve trasmettere la palla con lo stesso piede con il quale si è stoppata (o con il piede opposto) a 2 tocchi.
    • In 1 quadrante si dovrà effettuare trasmissione della palla tramite rimessa con le mani o mano-piede.
    • Dopo aver passato la palla in senso orario, cambio quadrante in senso antiorario (e viceversa).

    dai e vai 6

    • In 1 o più quadranti ci sarà un “difensore” che se intercetterà la palla si invertirà di posto con il giocatore a cui era destinata la palla.

    dai e vai 7

    • I passaggi tra 2 giocatori dovranno essere 3 e non 1; a questo punto (per categoria Esordienti/Giovanissimi) si possono riprodurre varianti particolarmente impegnative come quelle affrontate nei post…………

    CONCLUSIONI

    Con il post odierno, abbiamo sviscerato 2 mezzi interessanti per la trasmissione della palla: il primo dedicato esclusivamente alla categoria Piccoli Amici, mentre il secondo (a seconda del tipo di difficoltà) ad una fascia d’età molto più ampia. Ripetiamo quanto sia importante nelle prime fasce d’età, che il concetto di trasmissione della palla sia somministrato in forme ludiche o in forme collaborative, in cui lo stimolo sia prevalentemente dato dall’attribuzioni di punteggi o nel piacere stesso di collaborare/confrontarsi con i compagni. Riportiamo sotto, altri mezzi con valenza didattica simile per la categoria Piccoli Amici, mentre per i mezzi più impegnativi (per le fasce d’età superiori e riscaldamento per i dilettanti, rimandiamo alle conclusioni del precedente post).

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  11. La Scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino. Calcio, crescita e valori in Molise

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    Ringraziamo il gentilissimo Presidente Marco Altobello, della scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino, che svolge la sua attività ormai da un decennio a Campomarino (CB) una località turistica sulla costa molisana.

    Negli ultimi anni l’Adriatica Campomarino si é fatta notare nel panorama calcistico giovanile diventando una delle scuole calcio più grandi e blasonate del Molise. Nel 2012 é stata l’unica società del basso Molise a qualificarsi per le fasi finali sia con i Giovanissimi Regionali che con gli Allievi Regionali. Inoltre l’Adriatica Campomarino ha vinto 5 campionati provinciali, due con la Categoria Allievi e tre con la Categoria Giovanissimi.

    L’ultimo successo é di pochi giorni fa quando i Giovanissimi si sono aggiudicati la vittoria del Campionato Provinciale. Ma i risultati più importanti sono stati ottenuti dal punto di vista sociale: in un paese piccolo come Campomarino la scuola calcio Adriatica Campomarino é l’unica vera valvola di sfogo e occasione di fare sport per i ragazzi.

    Un evento importante organizzato dall’Adriatica Campomarino é il Torneo “Città di Campomarino” che si svolge ogni anno nel mese di giugno ed al quale partecipano squadre professionistiche italiane ed europee. Hanno partecipato negli anni squadre come Juventus, Chesterfield Town (Inghilterra), Kotor (Montenegro), Bari, Pescara, Lanciano, Giulianova, Taranto, Renato Curi, Foggia e calciatori diventati importanti come Marco Verratti e Diego De Girolamo.

    D. Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?
    R.: La nostra Scuola Calcio é nata con l’obiettivo di fornire ai ragazzi ed ai bambini del nostro paese un’occasione per vivere e crescere all’insegna di valori sani quali la lealtà, la solidarietà, l’amicizia, il rispetto delle regole e dell’ambiente che ci circonda. La nostra motivazione più grande che ci ha portato a costituire la Scuola Calcio é legata quindi a motivi sociali ed educativi volti ad allontanare i ragazzi dalla vita di strada e da modelli di vita sedentari.
    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?
    R.: La nostra Scuola Calcio é composta da 7 squadre suddivise nelle seguenti categorie: 2 squadre di Piccoli Amici, 2 squadre di Pulcini, 2 squadre di Esordienti e 1 squadra di Giovanissimi. A partire dalla prossima stagione sportiva riprenderemo le attività anche con la categoria Allievi Regionali.
    La squadra Giovanissimi
    La squadra Giovanissimi
    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?
    R. Siamo affiliati con il Pescara Calcio, società con la quale collaboriamo da diversi anni e che ha permesso una crescita importante per i nostri tecnici oltre a garantire una vetrina importante a diversi nostri ragazzi che si sono affacciati nel mondo del professionismo.
    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?
    R. L’aspetto sociale é molto importante per la nostra scuola calcio. Accogliamo bambini che provengono da diversi contesti sociali e tra i nostri iscritti é molto elevato il numero di ragazzi immigrati extracomunitari che grazie alle nostre attività riescono ad integrarsi al meglio. Da quest’anno inoltre, siamo protagonisti di una particolare iniziativa di solidarietà che abbiamo chiamato “Futbol Solidario”. Il progetto prevede una collaborazione con il Centre Sadio Diarra a Bamako, capitale del Mali. Aiutiamo i bambini africani, che vivono in condizioni particolarmente svantaggiate, mediante la spedizione di aiuti materiali, di divise e di materiale tecnico.
    africa 1
    D. Come gestite i rapporti con i genitori?
    R. Prima di iniziare la stagione sportiva organizziamo una riunione allo scopo di rendere partecipi i genitori riguardo i nostri progetti e le nostre attività. Per noi é molto importante il confronto diretto con i genitori che trovano nei nostri tecnici e nei nostri dirigenti degli interlocutori disponibili e preparati. I genitori sono coinvolti nelle nostre attività e nella crescita dei loro figli senza tuttavia consentire interferenze di carattere tecnico
    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?
    R. Lo sviluppo della coordinazione e degli schemi motori di base sono fondamentali. A causa dello stile di vita odierno i giovani conducono ormai una vita sedentaria che ne pregiudica le attività motorie. Per questo motivo i nostri programmi didattici sono rivolti allo sviluppo delle capacità motorie e coordinative in primis. Le nostre attività sono improntate ai principi della polivalenza e della multilateralità vale a dire alla varietà di contenuti e mezzi di allenamento. Da non sottovalutare é l’aspetto ludico, in particolare per le categoria di base non bisogna mai dimenticare che il calcio é un gioco tramite il quale divertirsi e socializzare
    A cura di Claudio Damiani e Nicola Amandonico
    Siete interessati a promuovere l’attività della vostra scuola calcio? Cliccate qui!
  12. Scuola calcio: il percorso tra i ragni

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    Continuiamo la rassegna dedicata ai mezzi più idonei ai primi anni della scuola calcio, seguendo una propedeutica che parte dalle varianti più semplici, per poi arrivare a quelle più difficili. Pur essendo, quello odierno, un esercizio prevalentemente rivolto alla guida della palla, vengono stimolati anche aspetti coordinativi come l’Agilità e il Senso del gioco. Si può considerare la naturale progressione del Gioco delle piccole tane, infatti prima di proporre questo tipo di esercitazione è fondamentale che i giocatori abbiano acquisito le regole e le modalità esercitative del Gioco del Ragno.

    PRIMA VARIANTE

    percorso tra ragni

    Lo scopo di ogni giocatore sarà quello di eseguire gli elementi del percorso indicati dall’allenatore senza far uscire la palla dal campo di gioco (in tal caso dovrà darla ad un “ragno”) e senza farsela prendere dai “ragni” (in tal caso si invertirebbero i ruoli). Ad esempio, nella figura sopra, i giocatori (i rossi) dovranno far passare la palla sotto ad un degli ostacoli, entrare con la palla in una delle porte di coni rossi ed entrare in una delle porte di cinesini gialli; se riusciranno ad effettuare le stazioni senza farsi rubare la palla dai ragni (i blu) e senza farla uscire dal campo, gli verrà attribuito un punto e a quel punto dovranno passare la palla ad un ragno invertendosi di ruolo. Rispetto ai giochi precedenti, il giocatore non solo dovrà stare attento a non “perdere” la palla (nei modi previsti dall’esercizio), ma anche a scegliere, tra gli elementi del percorso, quelli meno presidiati dai ragni; infatti è molto importante inserire nel campo di gioco almeno 2-3 tipi di ogni elemento (ad esempio 2-3 ostacoli, 2-3 porte rosse, ecc.) in maniera tale che il giocatore sia stimolato a “guidare e guardare”, scegliendo non solo gli spazi vuoti, ma anche i percorsi più adatti per raggiungere il proprio scopo. Le varianti sono riferite alla tipologie di “percorsi” inseriti nel gioco: ostacoli alti (sotto i quali il giocatore deve passare insieme alla palla), minislalom (di 3-4 coni) ed altri attrezzi possono contribuire a variare lo stimolo allenante.

     

    SECONDA VARIANTE

    percorso tra ragni 1

    Per incrementare ulteriormente la difficoltà dell’esercitazione, è possibile inserire dei cerchi (cioè delle “piccole mete”) dentro i quali ci saranno dei compagni a cui passare la palla una volta finito il percorso; a differenza della variante precedente, la palla non dovrà essere passata ad un ragno, ma ad un giocatore libero in un cerchio. Una volta passata la palla (vedi sopra), si invertiranno i ruoli dei 2 giocatori. L’inserimento di un’ulteriore difficoltà sarà quella di dividere i giocatori in 2 colori (casacche), ad esempio rossi e blu: una volta finito il percorso, i rossi potranno passare la palla solamente ai blu e i blu potranno passarla solo ai rossi. L’attribuzione di 3 colori con il conseguente ordine di passaggio (i rossi la passano ai blu, i blu ai gialli e i gialli ai rossi); quest’ultima variante richiede maggiori spazi di gioco e può essere affrontata, la prima volta, anche senza ragni.

     

    CONCLUSIONI

    scheda

    Ritengo fondamentale l’utilizzo di giochi con i “ragni” per contestualizzare la guida nello spazio e sviluppare alcuni aspetti della coordinazione (soprattutto i presupposti dei portieri, che a quest’età hanno timori a gettarsi a terra sulla palla). L’incremento del carico globale tecnico/tattico della guida della palla nella categoria Primi Calci deve avvenire prevalentemente tramite varianti che portano in maniera progressiva (variante dopo variante) a portare l’attenzione verso più aspetti (percorsi, ragni/avversari, passaggio a compagni, ecc.), in maniera tale da automatizzare gli elementi più semplici, focalizzandosi di volta in volta verso quelli più complessi (Senso del Gioco). Sono aspetti “non scontati” a cui bisogna porre attenzione! Di seguito, riportiamo altri giochi tecnici-coordinativi con stimoli allenanti sovrapponibili:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  13. Guido e Passo: accoppiamento tra Condizione/Trasmissione/Ricezione della palla

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    Nei primi anni di scuola calcio, l’utilizzo di esercitazioni analitiche in cui viene affrontata la guida unitamente alla trasmissione/ricezione rappresentano le fonti di allenamento ottimali per quest’ultima qualità. Nel proseguo della categoria Pulcini verranno poi incrementate le difficoltà di tipo analitico man mano che migliorano le qualità dei giocatori.

     

    STRUTTURA DI BASE

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, si inizia con una semplice esercitazione di guida e passo; 3 giocatori per struttura con 1 pallone. Aggiungendo 1 pallone si può arrivare fino a 4-5 giocatori per struttura. La distanza tra le 2 porte di cinesini può essere compresa tra 12-18m. Il compito motorio per iniziare può essere quello di guidare la palla con il piede destro, fino alla porta di coni alla propria destra partendo dalla propria porta di cinesini (giocatore blu) in 8 tocchi (usando l’esterno collo), fermare la palla tra i coni e trasmetterla al giocatore (giallo) della porticina di cinesini di fronte; nel caso in cui si riesca a far entrare il pallone nella porticina si otterrà 1 punto (condizione necessaria per motivare i giovani calciatori). Il giocatore giallo, una volta ricevuta la palla (che se precisa, dovrà essere stoppata in maniera orientata con il piede destro), effettuerà la stessa cosa sulla sua destra. Com’è possibile intuire, è un’esercitazione molto semplice, ma per giocatori di II° elementare rappresenta gia una grossa difficoltà, soprattutto quando viene eseguita con il piede debole. In questo caso sarà importante da parte dell’allenatore “semplificare” l’esercitazione (modificando le dimensioni delle porte, le distanze, i numeri di tocchi ed eventualmente togliendo vincoli relativi al piede di utilizzo). Le prime varianti da introdurre sono:

    • Dominanza/Lateralità: seguire tutto il compito motorio con il piede destro (conducendo sempre palla verso destra) o sinistro (conducendo sempre palla verso sinistra).
    • Trasmettere la palla in movimento; sempre da dentro la porta di coni, ma senza fermare la palla.
    • Variare le modalità della guida della palla: a zig-zag ad 1 tocco (alternando interno ed esterno dello stesso piede), a 2 tocchi (alternando 2 tocchi di interno e 2 di esterno dello stesso piede), utilizzando la suola, ecc.
    • Passare la palla con la rimessa laterale; utile in quelle sedute in cui si insegna a leggere e dominare le traiettorie alte.

     

    ALTRE VARIANTI

    Sono riferite a dettagli tecnici leggermente più impegnativi, come effettuare un triangolo di passaggi (vedi figura sopra) ogni volta che si passa la palla; in questo caso, la parte relativa alla guida della palla potrà essere parzialmente trascurata, chiedendo una maggiore velocità e precisione esecutiva in relazione alle traiettorie della palla.

    Altre varianti esecutive sono relative all’esecuzione tecnica prima della trasmissione della palla. Nella figura sopra è presentata dal cambio di direzione “suola/interno”: il giocatore guida verso la porticina di coni di destra con il piede sinistro. Appena entrato nella porticina riporterà il pallone verso di se con la suola del sinistro e con l’interno dello stesso piede direzionala palla verso il compagno per trasmettere la palla.

    Sopra è presentata un’altra variante; sempre in guida con il piede sinistro verso la porta di destra, appena prima di entrare tra i coni, con la suola destra porterà la palla immediatamente sul piede sinistro per trasmettere la palla di prima intenzione al compagno.

    Quando viene affrontata la didattica delle finte, questa struttura può essere utile per accoppiare questo fondamentale a quello della trasmissione/ricezione. Come nella figura sopra, le porte di coni devono essere poste verticalmente. La variante più semplice è quella di condurre la palla verso l’esterno della porticina di destra ed effettuare una “forbice destra con uscita con esterno sinistro”; viceversa se la palla verrebbe condotta verso sinistra. Ovviamente possono essere utilizzati altri tipi di finte, contestualmente alla direzione di ingresso della porta di coni.

    Infine la porta posta verticalmente può essere utilizzata anche per accoppiare il passaggio ad elementi di rapidità: la palla passa all’esterno della porticina di coni, il giocatore all’interno per poi trasmetterla di prima intenzione al compagno di fronte.

     

    CONCLUSIONI

    La semplicità delle prime varianti di questa esercitazione la rende utilizzabile sin dal II° anno della categoria Piccoli Amici; l’incremento delle difficoltà esecutive permette che questa venga utilizzata anche nella categoria Pulcini, in particolar modo durante il lavoro per le finte, stop orientato, gioco di prima e i cambi di direzione con palla. Può essere abbinato ad altre esercitazioni di rapidità con palla o utilizzato (a difficoltà/intensità progressive) come riscaldamento nei settori dilettantistici.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  14. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “The Doctor”

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    Dopo aver analizzato quella che è una visione più moderna della Capacità Coordinative legate al calcio e dopo aver approfondito 2 giochi interessanti per la scuola calcio come Il gioco dello scalpo e La battaglia di palloni, oggi andremo a vedere un altro interessante gioco, cioè The Doctor. È un mezzo adatto a tutte le discipline in cui si usa la palla, quindi anche basket, pallavolo, pallamano, rugby, baseball, ecc soprattutto per gruppi numerosi di bambini.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Per questo mezzo allenante è necessario utilizzare una palestra o un campo di calcio di dimensioni limitate con la recinzione (va bene anche un campo da tennis), per impedire che la palla esca dalla zona di gioco. La lunghezza del campo non dovrebbe superare quella di un campo di “calcio a 5”; per i bambini di I-II° elementare è meglio non andare oltre le dimensioni di un campo da basket. Analogamente alla Battaglia di palloni, ad ogni squadra verrà assegnata una delle 2 metacampo con la regola iniziale di non poter andare nella metà degli avversari. Alcune regole ricordano la Palla avvelenata e palla prigioniera, quindi è molto facile da apprendere. Comunque vediamole sotto:

    • Lo scopo del gioco è colpire gli avversari dalla propria metacampo con le palle in gioco (lanciadole con le mani); l’avversario è da considerarsi “colpito” solamente se la palla non rimbalza a terra prima di colpirlo. Per questo motivo sono da preferire palloni di gomma, di spugna di varie dimensioni evitando quelli da basket, di cuoio, da rugby e palline da tennis. Il numero di palloni/palline dovrebbe essere uguale o superiore al N° di giocatori (almeno 14-16).
    • Quando un giocatore verrà colpito dovrà sedersi a terra.
    • Ogni squadra avrà 2 Dottori che saranno gli unici che potranno “liberare” (toccando sulle spalle) i compagni seduti; se un Dottore viene colpito, potrà essere liberato solamente dall’altro dottore. Anche i dottori possono lanciare la palla.
    • Se tirando la palla ad un avversario, questi la blocca in mano senza farla cadere, allora dovrà sedersi (cioè considerarsi “colpito”) il giocatore che ha tirato inizialmente la palla.
    • Se tirando la palla ad un avversario, questi la colpisce con la palla che ha in mano, facendo cadere quella lanciata, allora nessuno è da considerarsi colpito.

    VINCE LA SQUADRA che dopo il tempo stabilito (frazioni di 5-7’) ha meno giocatori seduti, oppure la squadra che in qualsiasi momento della partita fa sedere nello stesso istante (cioè senza più l’abilità di liberare nessun compagno) i 2 dottori.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è particolarmente allenata perché il bambino, durante le fasi di gioco è alla continua ricerca di palloni da lanciare e allo stesso tempo è impegnato a schivare quelli lanciati dagli avversari.
    • Senso del movimento: è particolarmente stimolata la lettura della traiettoria della palla e la capacità eventualmente di afferrarla con le mani.
    • Senso del gioco: lanciare, schivare, afferrare e contemporaneamente aiutare i compagni sono gli stimoli allenanti ottimali per bambini delle prime classi elementari. Questi permettono di strutturare il rispetto dei tempi, degli spazi e la lettura delle situazioni di gioco.

    Le lunghe fasi di gioco (rispetto ad altri mezzi) stimolano la Resistenza in maniera ottimale; infatti, i bambini hanno una capacità maggiore (rispetto agli adulti) di regolare lo sforzo di gioco in maniera autonoma (si fermano o rallentano spontaneamente quando sono stanchi e riprendono con naturalezza quando la fatica diminuisce).

     

    VARIANTI

    Quella presentata sopra, rappresenta la modalità di gioco più semplice, adatta a bambini di I° Elementare. Tra le varianti che rendono l’esercitazione più complessa, ricordiamo quella che prevede un solo Dottore; se questi viene colpito, per liberarlo l’unica soluzione sarà quella di colpire con una palla il tabellone del canestro avversario (o la traversa della porta della squadra avversaria se non è presente un canestro) da parte di un compagno. Solo con il proprio Dottore seduto, i sui compagni potranno entrare nella metacampo avversaria per colpire il tabellone. Gli avversari possono impedire questo solamente colpendo con una palla i giocatori entrati nella propria metacampo; in questo caso, chi viene colpito dalla palla deve tornare a sedersi nella propria metacampo. Non è possibile impedire “fisicamente” agli avversari di spostarsi nella propria metacampo quando il loro Dottore è seduto. Questa variante è sicuramente quella che permette un maggior stimolo del “Senso del gioco”, nel trovare strategie risolutive alle problematiche che si presentano durante il gioco.

    L’ultima variante è quella che prevede la presenza, di corsie esterne delimitate da cinesini o righe del campo (vedi figura sopra). Queste non potranno essere occupate (se non per recuperare palloni) durante lo svolgimento normale del gioco; potranno invece essere utilizzate dalle squadre per colpire il tabellone/traversa avversaria per liberare il proprio dottore seduto. Ovviamente, queste corsie saranno l’unica porzione del campo avversario che potrà essere utilizzata (vedi figura sopra).

     

    RIASSUNTO CONCLUSIVO

    The Doctor è un gioco estremamente coinvolgente e divertente che si adatta a gruppi numerosi ed anche eterogenei. È possibile inserirlo nei primi 3 anni di Scuola Calcio, con difficoltà (varianti) adeguate all’età. Stimola tutti gli aspetti della coordinazione, in particolar modo la capacità di attenzione e risponde alle esigenze dei bambini di poter esprimere liberamente le proprie strategie di gioco senza la paura di sbagliare. I giocatori più temerari si avvicineranno con maggior disinvoltura alla metacampo per colpire gli avversari, con un maggior rischio di essere a sua volta presi dagli avversari. I più timorosi rimarranno all’inizio leggermente più indietro, ma saranno in grado di avere una maggiore visuale di gioco e di conseguenza consigliare al Dottore i giocatori da liberare o proteggerlo con la palla in mano. L’unica limitazione di questo mezzo è il non utilizzo del piede durante il gioco; a questo si contrappone comunque l’elevato coinvolgimento della Coordinazione (in tutte le sue variabili) e il divertimento, che ripagheranno sicuramente (in termini di stimolo allenante) questo difetto.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  15. Tecnica: cambi di direzione con la palla (didattica di base)

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    La didattica analitica e globale dei cambi di direzione senza palla è gia stata ampiamente sviscerata nei post precedenti. Oggi analizzeremo quest’aspetto con la palla, che ha in se componenti coordinative-atletiche e tecniche. Partiremo con la didattica semplice, tipica della Scuola calcio, per poi terminare con le varianti che possono essere proposte nei settori dilettantistici per “stabilizzare” (cioè allenare questa qualità in condizioni di rapidità e fatica) in condizioni di gioco questo fondamentale.

     

    DIDATTICA SCUOLA CALCIO

    Gia quando abbiamo parlato della Didattica della conduzione della palla è stato puntualizzato come i Cambi di direzione (insieme alla Guida rettilinea e alla Gestione della palla sotto il corpo) fossero elementi tecnici fondamentali.

    Questo tipo di didattica analitica è possibile proporla sin dalla II° Elementare, a patto che i bambini abbiano appreso la sensopercettività del piede con palla in maniera grossolana con entrambe i piedi.

    Ovviamente le esercitazioni dovranno essere adeguatamente motivanti, perché a quest’età possono risultare noiose. Per questo motivo, la tempistica deve essere abbastanza breve (magari abbinata a varianti globali in regime di gare o 1c1) e proporre l’utilizzo di linee e riferimenti che diano al bambino la verifica immediata della precisione dell’esecuzione.

    Sopra è presentata la struttura iniziale che può essere utilizzata: il giocatore dopo un breve conduzione di 3 tocchi in 5-6 metri di spazio deve effettuare in cambio di senso (cioè un cambio di direzione di 180°) con il piede destro rivolto verso il paletto bianco/rosso all’altezza della riga bianca. Un’ipotetica “formulazione” del compito da indicare ai bambini potrebbe essere la seguente:

    • “Chi riesce ad arrivare alla riga bianca in 3 tocchi e al 4° tocco cambiare immediatamente senso con il piede destro rivolti verso il paletto rosso/bianco?”
    • “Con che parte del piede effettuo il cambio di direzione?”….”l’interno”
    • “Con che parte del piede eseguo i 3 tocchi di guida rettilinea?”…..”esterno/collo”

    Ovviamente l’istruttore dovrà essere particolarmente presente durante l’esercitazione al fine di far capire ai giocatori l’effettiva riuscita del “compito tecnico”. È importante far capire che il cambio di senso debba essere effettuato con un solo tocco, senza far fare “la curva alla palla”, ma “arpionando” la palla verso la direzione di provenienza.

    È necessario anticipare leggermente la traiettoria della palla, per permettere alla gamba destra di dare la giusta direzionalità alla palla durante l’inversione.

    Il fatto di imporre 3 tocchi di guida rettilinea in poco spazio prima del cambio di direzione aiuta i giocatori ad acquisire una corretta ritmica al fine di effettuare l’esercizio a velocità esecutive sufficientemente lente per imparare il movimento (didattica analitica), in particolar modo quando si utilizza il piede debole. Con il miglioramento della precisione dei gesti potrà essere incrementata la velocità esecutiva allungando le distanze o diminuendo il N° di tocchi prima dell’inversione.

    VARIANTI

    L’esercitazione va effettuata con entrambi i piedi, in maniera tale da allenare anche il piede debole; in quest’ultimo caso è importante verbalizzare tutti gli elementi esecutivi al fine di comprendere la sequenza dei movimenti. Altre varianti sono:

    • Incrementare la velocità dei movimenti, modificando il N° di tocchi e la distanza prima dell’inversione.
    • Prolungare il “compito tecnico” anche dopo il cambio di senso: introdurre un numero ulteriore di tocchi prima di passare la palla al compagno in fila o la modalità stessa (guida con la suola, guida a zig-zag, ecc.); ad esempio “condurre la palla con un tocco di esterno/collo sinistro dopo aver fatto l’inversione con il destro.”
    • Invertire la direzione della palla con l’esterno del piede: in questo caso è possibile richiedere 2 tocchi per il cambio di direzione, richiedendo però il tocco successivo con l’esterno/collo opposto.
    • Invertire la direzione della palla con la suola: è fondamentale, in questo caso, che la palla rimanga sempre vicina al giocatore. Sarebbe quindi l’ideale chiedere in un solo tocco l’inversione della direzione, la rotazione del corpo e la spinta della palla con l’interno/collo dello stesso piede. Ovviamente questa variante è da proporre (anche per giocatori maturi) con velocità esecutive inizialmente molto lente.
    • Invertire la direzione con l’interno, ma con la palla dietro al piede d’appoggio; ad esempio, inversione con il piede destro con la palla che passa dietro al piede sinistro.

    CONCLUSIONI

    Come per la didattica di base dello stop orientato, in questa prima parte abbiamo affrontato la didattica di base (analitica) dei cambi di direzione (cambi di senso) con la palla. Consiglio di utilizzare “file” di 2 giocatori, ameno che le distanze da coprire con la palla siano superiori ai 8-10 metri (in questo caso si può passare a 3 giocatori per fila). L’intera didattica di sopra può essere proposta gradualmente fino alla fine della categoria Pulcini, periodo durante il quale i giocatori (in linea teorica), dovrebbero essere in grado di “dominare” la palla nelle varie forme. Nel prossimo post analizzeremo le varianti che possono essere proposte per stabilizzare questi movimenti una volta appresi (cioè in regime di rapidità) e le proposte più utili da inserire nei settori dilettantistici come forme di riscaldamento.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

     

     

  16. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (seconda parte)

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    Dopo aver visto l’esercitazione di base della Battaglia di palloni ed alcune varianti (con il tiro in porta), andremo ad analizzare altre modifiche che possono rendere questo mezzo ancor più utile per la strutturazione dell’allenamento dei primi anni della scuola calcio.

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA E TECNICA

    È possibile modificare la stessa variante presentata nel post precedente aggiungendo una componente tecnica prima di entrare nel rettangolo di tiro. Ecco alcuni possibili esempi:

    • Slalom globale (cioè con piede e numero di tocchi liberi) tra coni prima di entrare nel quadrato.
    • Slalom analitico (cioè con piede e numero di tocchi stabiliti dall’allenatore) tra coni.
    • Passaggio a compagno sponda fisso, ma che a turno dovranno fare tutti.
    • Percorso con ostacoli da saltare (facendo passare la palla sotto).
    • Percorso coordinativo: capovolta, rotolamento, ecc.

    Anche in questo caso sarà possibile tirare con il piede forte o con il piede debole (scelta fatta a priori comunicata dall’allenatore). Con questa variante incrementa la parte tecnica dell’esercizio, rendendolo un mezzo interessante per il riscaldamento in diverse situazioni.

    VARIANTE CON ZONA FRANCA

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, verrà inserita una zona di campo centrale, detta “zona franca”. Si tengono le stesse regole della VARIANTE CON TIRO IN PORTA, ma per segnare è obbligatorio tirare da questa zona e tutti i giocatori (di entrambe le squadre) possono entrare in questa zona. Un giocatore in zona franca può cercare di rubare la palla all’avversario, ma senza fare fallo. Varrà tirato, a fine gioco, un rigore per ogni fallo subito. Più che in altre esercitazioni, sarà importante l’utilizzo di palloni morbidi (spugna o gomma), in quanto sarà possibile tirare da tutte le parti della zona franca e sarà anche possibile che qualche giocatore venga “colpito da qualche pallonata”. Questa variante si presenta particolarmente interessante perché:

    • Incrementa il numero di “ruoli volanti” all’interno di ogni squadra; non ci saranno solamente i portieri e i bomber, ma anche i difensori che nella zona franca cercheranno di rubare la palla agli avversari (ed eventualmente tirare). È importante sottolineare che ogni giocatore può scegliere e cambiare il proprio ruolo liberamente quando vuole.
    • Aiuta i bambini più timorosi a vincere la paura della palla, perché li abituerà ad andare incontro all’avversario che sta tirando per evitare che segni.
    • Abitua i bambini a rispettare le regole ed “autoarbitrarsi” da soli in caso di fallo; saranno loro a dover indicare il fallo di un avversario o meno. L’allenatore dovrà prestare attenzione affinché ogni “conflitto” in questi termini venga risolto nel migliore dei modi, facendo capire ai giocatori l’importanza di un atteggiamento onesto e rispettoso.

    In questa variante si aggiungono componenti di tattica individuale (1c1 in maniera globale)!!

    VARIANTE CON META

    Si ritorna all’esercitazione di base (ogni giocatore deve rimanere nella propria metacampo e nessuno può usare le mani) ma, da com’è possibile vedere nella figura sopra, vengono poste 2 mete (non si usano più le porte e le aree) a fondocampo per ogni squadra. Ogni squadra dovrà cercare di tirare la palla dalla propria metacampo facendole attraversare la meta avversaria (sostanzialmente sarà come avere una porta grande come il fondocampo) utilizzando esclusivamente i piedi. È possibile utilizzare le mani solamente nella propria meta per parare la palla. Dopo poco i giocatori capiranno che per segnare sarà fondamentale tirare la palla alta. A questo punto, l’allenatore inserirà l’obbligo del “non utilizzo delle mani” (in tal caso sarà punto con rigore alla fine del gioco); in questo modo i bambini cominceranno ad alzarsi la palla con i piedi stimolando ulteriori aspetti tecnici. A differenza dell’ESERCITAZIONE DI BASE, in questa variante è maggiormente sollecitato il Senso del gioco, in quanto i giocatori dovranno imparare a distribuirsi uniformemente lungo il fondocampo per proteggere al meglio la meta; inoltre sarà stimolata la collaborazione tra chi tira e chi para, sia nella gestione della palla che nei cambi di ruoli.

    CONCLUSIONI

    La battaglia di palloni con tutte le sue varianti rappresenta un ottimo mezzo allenante per i primi anni della scuola calcio. Racchiude in sè diverse componenti coordinative, tecniche (soprattutto per il tiro), tattiche-individuali e allo stesso tempo stimola i bambini alla collaborazione e al rispetto delle regole. Inoltre, permette di capire chi è particolarmente predisposto a giocare in porta.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  17. Mezzi di allenamento per la categoria “Piccoli Amici”: Il gioco dello scalpo.

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    Gia nel post sulla coordinazione, abbiamo citato l’importanza dell’allenamento delle capacità coordinative come presupposto fondamentale per lo sviluppo delle capacità tecniche e tattiche del giovane calciatore. Abbiamo inoltre citato il concetto di vicarianza: l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

    Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi (vedi tabella sotto) ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica.

    Il Gioco dello scalpo rientra nella categoria di esercitazioni utili per l’agilità per la categoria Piccoli amici.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Com’è possibile vedere nella figura sopra, il campo di gioco è formato da un rettangolo di dimensioni 10 x 15m per 2 giocatori; ogni giocatore avrà una “coda” che potrà essere un nastro bianco-rosso (di altro colore o una casacca) inserito nella parte posteriore dei pantaloncini, che deve spuntare per almeno 40-50 cm. Al “via” dell’allenatore vince il primo giocatore che riesce a prendere la coda dell’avversario senza farsi prendere la sua e senza uscire dal campo; ovviamente non è possibile afferrare parti del corpo o indumenti del compagno. Il tempo di gioco di ogni “sfida“ non dovrebbe durare più di 15-20” (oltre tale tempo verrà sancito il pareggio).

    Possono giocare più coppie contemporaneamente all’interno dello stesso campo; per garantire un’adeguata densità di gioco è consigliabile far giocare una coppia ogni 2-3 turni.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: rappresenta la qualità allenata in maniera preponderante; il giocatore non solo deve essere “rapido” di gambe e di braccia, ma deve anche tenere una buona base d’appoggio (gambe sufficientemente larghe per cambiare velocemente appoggi) che rappresenta un prerequisito importante per i cambi di direzione.
    • Senso del movimento: malgrado sia poco allenato, il giocatore deve comunque essere in grado di mantenere una giusta frontalità nei confronti dell’avversario per non “esporre” la propria coda e spostarsi mantenendo continuamente questo tipo di atteggiamento (anche quando cerca di afferrare la coda dell’avversario).
    • Senso del gioco: le prime volte che si gioca può accadere che uno dei 2 contendenti “scappi” per non farsi prendere, mentre l’altro lo insegui continuamente; in questo caso è da stimolare il concetto (attraverso un dialogo deduttivo) che per “non farsi prendere la coda” è sufficiente mantenere una certa “frontalità” senza dover scappare. Il senso del gioco è poco allenato, ed esclusivamente in relazione alle dimensioni del campo (cercare di non uscire) che può comunque essere ristretto per avere un maggior effetto allenante nei confronti di questa qualità.

    N.B.: è particolarmente importante formare coppie di giocatori con caratteristiche omogenee, altrimenti si rischierebbe di far durare troppo poco il gioco. Inoltre è bene riproporre il gioco diverse volte nella stagione, perché solo abituandosi a giocare, l’impronta allenante è maggiore.

    VARIANTI

    • A coppie legati per una casacca: i 2 contendenti tengono (afferrano) con una mano gli estremi opposti della stessa casacca. In questo caso è possibile vincere anche se l’avversario lascia la casacca. Questa variante diventa maggiormente allenante nei confronti del Senso del gioco, perché i fattori che possono determinare la vittoria sono 2 (prendere la coda dell’avversario o indurlo a lasciare la casacca). Il “tirare” la casacca con cui si è legati può anche indurre l’avversario ad una più facile esposizione della coda; questo elemento è allenante anche nei confronti dell’equilibrio e della postura.

    • Partita a 2 squadre: ci si dispone a coppie di “sfidanti” (almeno 3 coppie, vedi figura sopra); se un giocatore riesce a togliere la coda al proprio avversario diretto, “aiuta” un altro compagno, mentre l’avversario senza coda esce dal campo. Ulteriore variante è quella di giocare con più elementi, ma senza determinare a priori gli sfidanti; a chi viene tolta la casacca può rientrare dopo aver fatto un percorso tecnico/coordinativo (in tal caso, il tempo di gioco deve essere aumentato e bisogna concedere pause adeguate).
    • Gioco delle mollette: è un esercizio propedeutico alla scherma; si attaccano alla maglia (o pantaloni) 4 mollette da bucato ad ogni contendente. Vince il primo che riesce a togliere più mollette all’avversario nel tempo prestabilito. Le mollette solitamente vengono attaccate frontalmente (2 all’altezza delle spalle e 2 nella parte inferiore dei pantaloncini), per questo motivo è meno allenato in Senso del movimento (si usano meno i movimenti di torsione), ma in questo caso il gioco non rischia di finire precocemente perché gli “elementi” da staccare all’avversario sono 4 e non uno.

    CONCLUSIONI

    “Il gioco dello scalpo” rappresenta un buon esercizio allenante per l’Agilità nella categoria Piccoli Amici; è facile da spiegare, semplice da giocare e stimola particolarmente l’interazione con l’avversario (che piace molto ai più piccoli).

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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