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  1. Esercitazione universale a tuttocampo

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    La moderna metodologia d’allenamento nel calcio non può fare a meno di esercitazioni che stimolino, in maniera fedele al modello di gioco, la tattica, la tecnica e la componente atletica! Malgrado la componente tattica/situazionale sia la guida principale per le esercitazioni specifiche, questa può essere stimolata in maniera ottimale solamente se l’intensità di determinati stimoli (tecnici, muscolari, metabolici, ecc.) è il più possibile affine a quello che accade in partita. Questo vale sia per i dilettanti che per i professionisti! Con il post odierno, analizzeremo una struttura estremamente flessibile per stimolare diversi aspetti tattici/situazionali nel contesto di gioco, come i movimenti degli esterni, i ripiegamenti dei centrocampisti, gli inserimenti delle mezz’ali, ecc.

    STRUTTURA DI BASE

    La struttura consigliata è adeguata per 20 giocatori + 2 portieri. Nell’ultimo paragrafo spiegheremo come poter avere gli stessi stimoli allenanti, ma con un numero inferiore di giocatori. L’utilizzo di tutto il campo, rende l’esercitazione estremamente impegnativa (soprattutto per alcuni giocatori), quindi consiglio di giocare su dimensioni leggermente inferiori (come abbiamo fatto nella figura sotto). Noi faremo l’esempio di varianti con il 4-4-2, ma nulla vieta di utilizzare moduli diversi; infatti questa è una struttura estremamente flessibile, che si adatta a più scopi e giocatori. Il campo risulta diviso in 3 parti (difesa-centrocampo-attacco) con i giocatori dentro ad ogni loro zona; gli spostamenti da una zona all’altra (che determineranno le caratteristiche allenanti), saranno possibili solamente in base alle regole di ogni variante che indicheremo sotto.

    tattica calcioÈ particolarmente importante utilizzare questa esercitazione con giocatori maturi dal punto di vista mentale e tattico, perchè è importante aver il bagaglio “situazionale” per gestire le scelte di gioco in maniera rapida e corretta.

    VARIANTE PER IL LAVORO DIFENSIVO

    Partiamo con le prime 2 regole di base:

    • La palla può attraversare una zona alla volta; in altre parole, non si possono fare lanci lunghi dalla propria difesa al proprio attacco,
    • Ogni giocatore non può andare in un settore diverso dal suo: cioè i centrocampisti rimangono a centrocampo, i difensori in difesa, ecc.

    In questa prima variante, inseriremo la regola in cui: in fase possesso palla, 2 giocatori per settore, possono andare in un settore avanzato.

    movimenti difensiviQuindi in condizioni di possesso palla, 2 difensori possono andare nella zona di centrocampo e 2 centrocampisti possono andare nella zona offensiva (vedi figura sopra). Chi è in “Non possesso palla” deve rimanere nel proprio settore. In questo modo, a centrocampo (in fase di possesso) ci sarà un 6c4 e in attacco un 4c4. Questo stimolerà particolarmente gli scivolamenti difensivi e le coperture da parte dei difensori e dei centrocampisti (della squadra in “non possesso”). Ovviamente, se si vuole rendere il compito difensivo più impegnativo, si può concedere anche a 3 giocatori alla volta di andare nel settore successivo (7c4 a centrocampo e 5c4 in attacco). Questa variante è molto utile anche per la transizione offensiva (contropiede), visto che in caso di conquista della palla da parte dei difensori, ci saranno diversi compagni in avanti a cui trasmettere la palla. Quando si passa dalla fase di possesso a quella di “non possesso” e non si è nel proprio settore, non è possibile intervenire sulla palla fino a quando non si torna nella propria zona; ad esempio, un difensore che in fase di possesso si porta nella zona di centrocampo, una volta persa la palla, non potrà intervenire su questa fino a quando non tornerà in difesa.

    Questo tipo di esercitazione è apparentemente semplice, ma affinchè i giocatori riescano a seguire nella maniera migliore le regole, devono avere appreso e consolidato la presa di posizione, le coperture, e i movimenti specifici del difensore. In questo contesto, sarà l’allenatore a focalizzarsi sui movimenti in fase di “Non possesso”; ad esempio, le 2 punte che si trovano a difendere in un 5c2 (considerando il portiere), dovranno focalizzarsi sul “direzionare” il pallone sulle fasce e non centralmente senza pressare eccessivamente (vedi movimento attaccanti blu nella figura sotto); in questo modo, si creerà un chiaro “lato forte” della squadra avversaria, su cui potranno coprire più facilmente i centrocampisti e difensori.

    tattica difesaUn’ulteriore variante potrebbe essere quella di permettere a tutti di andare nel settore successivo (in fase di possesso), e ad un giocatore di ripiegare nel settore precedente in fase di “non possesso” (cioè ad una punta di ripiegare a centrocampo, o ad un centrocampista di ripiegare in difesa). In questi casi si giocherà nei vari settori con maggiore densità, quindi gli stimoli tecnici/tattici/atletici saranno superiori. Di conseguenza, in difesa (fase di costruzione) si giocherà un 5c3 (considerando il portiere), a centrocampo un 8c5 e in attacco un 6c5.

    ripiegamenti difensiviIn questo modo, si stimolerà la fase di ripiegamento in partita, un movimento oggi molto in voga, soprattutto quando si gioca con diversi centrocampisti con caratteristiche offensive; in questi contesti, per supplire alle carenze “difensive” dei giocatori, si tende ad aumentare la densità dei giocatori (tramite ripiegamenti) nelle varie zone del campo, quando ci si trova in “non possesso”. Ovviamente all’interno del mezzo d’allenamento, ogni giocatore di ogni settore, per un tot minuti, sarà considerato quello che ripiega, anche in maniera specifica al proprio ruolo.

    VARIANTE PER LA COSTRUZIONE/POSSESSO PALLA

    Partendo dalle regole di base (giocatore nel proprio settore e NO palla lunga):

    • In fase di possesso palla, i giocatori possono indietreggiare in una zona che precede la propria (centrocampisti in difesa – attaccanti a centrocampo).
    • 2 o 3 centrocampisti alla volta (in fase di possesso) possono andare nella zona offensiva.
    • I giocatori della squadra in “non possesso” devono rimanere nella propria zona.

    Con questa variante si faciliteranno gli smarcamenti (scaglionamento) in fase di costruzione, permettendo una trama di passaggio in grado di “pulire la palla” (cioè creare palla scoperta), per poi facilitare gli inserimenti (movimenti alle spalle dei difensori), in particolar modo dei centrocampisti. Ovviamente questo tipo di movimenti saranno possibili se i giocatori sono in grado di scaglionarsi correttamente, conoscere i movimenti di base e di reparto, oltre ad avere doti tecniche adeguate.

    possesso pallaUlteriori varianti possono essere quelle di limitare i tocchi (ad esempio 2 o 3) o stabilire un numero di passaggi “minimo” prima di poter concludere. Tutte queste varianti, sono consigliabili quando l’esercitazione diventa “troppo semplice” per chi è in possesso. Ricordo che il sostituire i centrali di centrocampo con dei Jolly (che fanno solamente la fase offensiva con la squadra in possesso), permette di utilizzare un numero inferiore di giocatori.

    VARIANTE PER GLI ESTERNI

    Nel calcio moderno, spesso si utilizzano gli esterni difensivi alti, sia che si giochi con la difesa a 5, che a 4. Questi giocatori devono avere corsa e tecnica, oltre ad essere in grado di padroneggiare gli inserimenti e i ripiegamenti difensivi. Per allenare tutte queste componenti, è possibile partire dalla struttura/regole di base (ognuno nella sua zona, ecc.) permettendo:

    • Gli esterni hanno la possibilità di andare in tutte le zone del campo (attacco, difesa e centrocampo), sia in fase di possesso che di “non possesso”.
    • 1 o 2 centrocampisti alla volta (in fase di possesso) possono andare nella zona offensiva

    Nella figura sotto, sono riportate di squadre che giocano a specchio con un 3-5-2 (o 5-3-2), in cui i 2 esterni (per squadra) possono andare in tutte e 3 le zone.

    inserimenti esterni

    ULTERIORI VARIANTI

    Purtroppo non sempre si hanno a disposizione 22 giocatori per fare un’esercitazione, di questo tipo; per questo motivo, sono da tenere in considerazioni ulteriori varianti che permettono di raggiungere gli scopi prefissi (vedi sopra).

    1. Se si hanno a disposizione 18 giocatori, è possibile far giocare un 9c9 su un campo che va da un limite dell’area all’altro (o leggermente più corto) restringendolo di circa 5 metri per lato. Giocando con il 3-3-2 si riescono a riproporre quasi tutti i fondamenti tecnico/tattici del 4-4-2, con il 3-4-1 si riesce fare un ottimo lavoro con gli esterni, ecc.
    2. Un’altra variante che permettono di adattare l’esercitazione allo scopo, può essere l’introduzione di jolly a metacampo, per fare un 9c9+1 Jolly (19 giocatori).
    3. In caso di disponibilità di giocatori dispari, è possibili limitare maggiormente (numero di tocchi massimi, limite di uomini che si possono spostare da un settore all’altro, ecc) la squadra in superiorità numerica.

    CONCLUSIONI

    Concludiamo specificando che il senso di questa esercitazione è quello di effettuare partite a tema, focalizzandosi su alcuni elementi, mantenendo per tutti il contesto della partita (elevata specificità). Nell’ipotizzare il carico atletico di questa esercitazione, c’è da tenere in considerazione che in alcuni ruoli (in base alle varianti considerate) ci sarà un lavoro fisico molto maggiore rispetto ad altri; ad esempio, i giocatori che frequentemente vanno in una zona successiva o che possono/devono ripiegare, sicuramente spenderanno più energie; di conseguenza, è da predisporre una “rotazione” dei ruoli, all’interno dell’esercitazione. Ritengo inoltre che questo mezzo sia molto utile, per far apprendere ai giocatori movimenti nuovi, con estrema gradualità, ma con un elevato livello di specificità. È ovvio che questa struttura di base si dimostra estremamente versatile per diversi moduli e fondamenti tattici; in questo post abbiamo presentato solo alcune varianti (le più semplici) che possono rappresentare stimoli particolarmente specifici negli allenamenti della parte centrale della settimana.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 (melsh76@libero.it)

  2. Fase tattica del possesso: quando iniziare nel settore giovanile (seconda parte)?

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    Nel precedente post abbiamo cercato di far comprendere quando è possibile iniziare la didattica del “possesso palla di squadra”; allo stesso tempo abbiamo approfondito la didattica introduttiva e anticipato come i mezzi essenziali per questo tipo di didattica siano i Giochi di Posizione e le Partite a tema.

    Nel post odierno vedremo come applicare la progressione ideale step-by-step nei primi anni della categoria Pulcini. Ribadiamo sotto il concetto di Giochi di Posizione (comunque già approfondito nello step precedente):

    possesso palla, pulcini, giochi di posizioneI Giochi di Posizione sono strutture simili ai Possessi palla, ma con il vincolo della posizione in fase di possesso palla. La squadra in possesso deve posizionarsi in maniera tale da occupare il rettangolo di gioco secondo i ruoli assegnati (nell’esempio della figura a fianco: 2 esterni bassi e 2 esterni alti) per dare più opportunità di passaggio al possessore di palla. I jolly (detti anche “comodini”, posizionati solitamente nelle zone centrali) giocheranno con la squadra in possesso mantenendo una posizione tale da fornire i riferimenti per le giocate. La squadra in “non possesso” dovrà riconquistare la palla il più velocemente possibile concentrandosi nella zona della palla per poi mantenerne il possesso.

    Per approfondire questo tipo di esercitazioni, consigliamo il testo di Oscar Cano (Il gioco di posizione del Barcellona. Concetto e allenamento), in cui viene riportata filosofia e metodi d’allenamento del Barcellona all’epoca di Pep Guardiola.

    STEP NUMERO 1

    GIOCHI DI POSIZIONE (GdP) con focalizzazione posizione dei JOLLY e smarcamento

    Utilizzare pochi giocatori e un numero di Jolly pari a quello dei giocatori di ogni squadra è il modo più semplice per mantenere una densità di gioco adeguata e far comprendere ai giocatori i primi aspetti dello smarcamento. Proprio questo, sarà il primo aspetto su cui focalizzare la didattica: la comprensione dei concetti di “cono d’ombra” (o “zona d’ombra”) e “zona luce” è fondamentale per passare alle fasi successive.

    possesso palla

    Nella figura sopra, è raffigurato un Gioco di Posizione estremamente semplice, in cui i giocatori Gialli sono i Jolly e disposti uno “alto” e uno “basso”: questi giocano con chi ha la palla e fungono da riferimento nella zona alta e bassa del campo. I blu, sfideranno i rossi: quando una delle 2 squadre entrerà in possesso palla, dovranno disporsi uno a destra e uno a sinistra e cercare di mantenere il possesso insieme ai Jolly. Nella figura sopra, il possesso è dei blu, che si dispongono in maniera tale da avere sempre un riferimento alto (jolly), uno basso (jolly) uno a destra (blu) e uno a sinistra (blu); i rossi dovranno cercare di conquistare la palla. Si contano i numeri di passaggi in possesso, e chi fa 5-8 passaggi ha un punto. In questa fase è importante concentrarsi almeno sul posizionamento dei jolly:

    • Alla riconquista della palla, far capire immediatamente che i jolly sono i primi riferimenti “alto” e “basso” a cui poter passare la palla.

    Nel caso in cui si abbia a disposizione un numero maggiori di giocatori, è possibile eseguire un 3vs3 con 3 jolly.gioco di posizione

    In questo caso (vedi immagine sopra), i jolly (gialli) sono disposti uno alto, uno basso e uno centrale; le squadre, in situazione di possesso, avranno un giocatore basso, uno a destra e uno a sinistra….simulando una sorta di 2-3-1 (propedeutica nel gioco a 7). Questa modalità di gioco (9 giocatori) è più impegnativa della precedente, e il Jolly nella parte centrale del campo dovrà essere in grado di effettuare movimenti e giocate orientate ai giocatori che si allargano maggiormente, perché (vista l’età) tenderanno sempre tutti ad accentrarsi.

    STEP NUMERO 2

    GdP con focalizzazione posizione dei JOLLY e dei GIOCATORI

    Quando i Jolly avranno compreso l’importanza dell’ampiezza (o profondità, in base alla localizzazione in campo), l’allenatore potrà concentrare l’attenzione sugli altri giocatori in fase di possesso:

    • chi c’è a destra?”, “chi c’è a sinistra?”, saranno le frasi dell’allenatore che stimolerà la squadra con la palla, soprattutto durante la transizione positiva (riconquista della palla).

    A questo punto si potrà anche ridurre il numero dei jolly e modificare il loro posizionamento: sotto è rappresentato un 3vs3+2jolly, con i 2 jolly (gialli) che giocano esterni, e i giocatori delle squadre posizionati (in fase di possesso) “alto”, “basso” e “centrale”.

    pulciniOvviamente, rispetto allo step precedente la difficoltà è maggiore (ci sono meno jolly), ma nel caso in cui si abbiano comunque 9 giocatori, è possibile (mantenendo un 3c3+3jolly) incrementare le difficoltà nei modi seguenti:

    • Ridurre le dimensioni del campo.
    • Limitare i giocatori ad un massimo di 3 tocchi.
    • I Jolly non possono passarsela tra di loro.
    • Modulare (tramite l’incitazione) l’aggressività della squadra in non possesso

    Ribadiamo che è importante concedere delle pause adeguate per verbalizzare gli errori e le scelte di gioco. Utilizzare gruppi più omogenei possibili.

    STEP NUMERO 3

    Partite a tema

    Le partite a tema sono degli ottimi mezzi per verificare e consolidare gli elementi appresi durante gli allenamenti, perché presentano la possibilità di fare gol, e di conseguenza vanno particolarmente incontro alle esigenze motivazionali dei giocatori! Non solo, inserite immediatamente dopo il GdP (Giochi di Posizione) rappresentano un continuum didattico ideale. Per facilitare la stesura del testo, le abbiamo messe nel 3° step, ma possono essere inserite sin da subito (anche nel 1° step) come mezzo allenante finale dell’allenamento (o successivo ai GdP); importante è comprendere che queste vanno fatte quando i giocatori abbiano compreso almeno sommariamente il concetto di smarcamento e ampiezza. Ovviamente ne esistono di diversi tipi, alcuni dei quali riportiamo sotto:

    partite a tema

    • GdP con possibilità di fare gol dopo un N° definito di passaggi: si utilizzerà, come di consueto, una porta per squadra, ma con la regola “chi si trova para”…cioè, tutti nella propria area possono prendere la palla con le mani (cioè sono possibili portieri). In questo modo, tutti i giocatori sono attivi (vedi figura sopra).
    • Partita 1-0: GdP in cui la squadra in vantaggio dovrà limitarsi a fare un possesso palla (le si può attribuire un ulteriore gol dopo 10-15 passaggi), mentre la squadra in difetto potrà fare gol immediatamente dopo aver conquistato la palla. Possibile aggiungere la regola “chi si trova para”.
    • Porte centrali o esterne: mantenendo una delle regole sopra (“gol dopo N° di passaggi” o “Partita 1-0”) è possibile utilizzare porte piccole centrali o a fondocampo.
    • GdP con obbligo di passaggio al portiere in transizione positiva: in questo caso si impone l’obbligo di iniziare l’azione ogni volta dall’impostazione del portiere dopo avergliela passata in transizione positiva (riconquista della palla).

    DIALOGO E VERBALIZZAZIONE

    ssgSecondo Massimo De Paoli, 8 parole chiave possono considerarsi il numero ideale per la costruzione tattica (in fase di possesso) del giocatore di calcio. Per questo è necessario cominciare sin da questi step ad utilizzare i termini che possano aiutare i giocatori a facilitare il gioco. Probabilmente nei primissimi anni della scuola calcio, la chiamata della palla (tramite il nome del compagno), è l’unico modo attraverso il quale comunicano. Ma a questo punto della didattica è fondamentale che l’allenatore faccia capire (ovviamente tramite rinforzi e verbalizzazioni durante le esercitazioni) che “il giocatore può vedere con gli occhi del compagno”, cioè avere informazioni sulla situazione di gioco tramite le parole chiave codificate e riconosciute da tutta la squadra. A mio parere, “uomo”, “solo” e “sostegno” possono essere 3 termini che nell’arco di diversi mesi possono essere interiorizzati:

    • Sostegno”: è probabilmente il termine più funzionale da apprendere, perché aiuta il compagno a capire che c’è la possibilità del “passaggio dietro” nel caso in cui sia in difficoltà. Lo stimolo dei giovani calciatori è quello di portare sempre la palla in avanti, quindi il concetto di “sostegno” parte prima di tutto da un cambiamento di attitudine.
    • Uomo”: è la classica situazione in cui si riceve la palla spalle alla porta e c’è la pressione diretta dell’avversario.
    • Solo”: la condizione è la stessa di sopra, ma senza la pressione diretta di avversari.

    Ovviamente le parole chiave utilizzate non devono essere necessariamente le stesse (ho descritto quelle che utilizzo io), in quanto tutte le forme di dialogo “costruttive” sono fondamentali, non solo per facilitare le giocate, ma anche per rafforzare l’appartenenza al gruppo. La base di tutto questo è l’empatia che trova terreno fertile quando c’è entusiasmo e condivisione delle emozioni in partita ed allenamento.

    CONCLUSIONI

    SCHEMA

    Abbiamo diviso in 3 step la didattica iniziale del “possesso palla di squadra”. Nel primo abbiamo utilizzato i GdP (Giochi di Posizione) con focalizzazione della posizione dei Jolly; nel secondo (sempre con GdP) abbiamo focalizzato l’attenzione anche sugli altri giocatori e infine abbiamo descritto l’introduzione delle Partite a tema per rendere il tipo di lavoro il più aderente possibile alle situazioni di gioco. Premetto che le indicazioni che ho dato sono frutto della mia personale esperienza, e rappresentano una strada per raggiungere l’obiettivo; ovviamente non è l’unica “strada”, ma quella nella quale mi sono trovato sempre meglio. Questo tipo di esercitazioni sono impegnative (dal punto di vista concettuale), ma devono essere allo stesso tempo gratificanti, al fine di motivare al massimo i giocatori; inoltre, non avendo sempre a disposizione il numero di giocatori ideali, a volte è necessario modificare alcuni aspetti dell’esercitazione, tenendo conto che per renderla più impegnativa è sufficiente:

    • Ridurre il N° di Jolly o incrementare quello dei giocatori.
    • Ridurre le dimensioni del campo
    • Limitare i giocatori ad un massimo di 3 tocchi.
    • I Jolly non possono passarsela tra di loro.
    • Modulare (tramite l’incitazione) l’aggressività della squadra in non possesso

    Viceversa se si vuole semplificare l’esercitazione. Sotto riportiamo altri mezzi con finalità allenante similare, ma senza l’utilizzo dei Giochi di Posizione

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  3. Fase tattica del possesso: quando iniziare nel settore giovanile (prima parte)?

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    Nei primi anni di scuola calcio, una precoce didattica orientata al “possesso palla” (chiamiamo così lo scopo della didattica finalizzato al gioco collettivo, a discapito di quello individuale), permette di ottenere sicuramente un numero di vittorie superiori rispetto ad una didattica orientata prevalentemente alla tecnica e tattica individuale. Ma siamo sicuri che tale scelta possa portare a dei benefici a lungo termine? Siamo sicuri che in questo modo non si stia andando incontro alle dell’allenatore (cioè di vincere), piuttosto che a quelle del bambino?

    Nel post dedicato all’1c1 analitico, abbiamo approfondito gli elementi che ci fanno capire come uno sviluppo precoce del “possesso palla” vada a penalizzare in termini pratici lo sviluppo del giocatore. In questo articolo cercheremo invece di capire quando è il momento di iniziare questo aspetto e il modo di introdurlo nel rispetto dei bisogni del bambino.

    Quando iniziare?

    È ovvio che tra i 6-8 anni i bambini sono in una fase particolarmente egocentrica del loro approccio al gioco; quindi tendono a correre tutti incontro alla palla senza una razionale organizzazione; in questo non c’è nulla di male, in quanto nelle fasi inziali è fondamentale che imparino a “non aver paura”, a rubare la palla agli avversari e “districarsi” con la palla in mezzo agli avversari. Campanelli d’allarme suonano quando un giocatore ha dei timori a giocare in mezzo alla mischia o quando tende a calciare in avanti la palla appena conquista (senza condurla). Quindi, l’imperativo nelle prime fasi della didattica, è:

    “ruba la palla agli avversari e guida negli spazi vuoti per andare a fare gol”

    Il giocare in campi con pochi giocatori e/o fare in modo che la palla esca il meno possibile, aiuta molto nell’apprendimento in questa fase. Quando i giocatori arriveranno ad avere una corretta attitudine alla guida della palla e all’1c1, riusciranno ad essere in grado di scegliere più opzioni di giocata (“guido o passo?”) e quindi a districarsi maggiormente anche nella situazione di possesso palla di squadra. Inoltre, dalla 3-4° elementare diventeranno anche meno egocentrici e più orientati a condividere con i compagni le giocate e la gioia di un gol come una soddisfazione del gruppo e non del singolo individuo. Quindi, la risposta alla domanda del sottotitolo è:

    • Quando sono in grado di padroneggiare con disinvoltura la guida della palla e l’1c1.
    • Quando cala il livello di egocentrismo e si è più propensi ad un gioco collettivo

    Ovviamente non esiste un momento anagrafico (cioè un’età) prestabilito, ma molto dipende dalle caratteristiche del gruppo che si allena; comunque, nella maggior parte dei gruppi credo si possa identificare tra la 3° e 4° elementare. Ma quali sono gli elementi che nei loro comportamenti e nel loro livello di maturazione ci aiutano a capire che siamo nel momento giusto per iniziare?

    passaggio calcio

    Come riconoscere qual’è il momento ideale

    In base alla mia esperienza, alcuni degli elementi più evidenti sono i seguenti:

    • Quando si incoraggiano tra di loro in partita (anche quelle di allenamento) in base al loro impegno e non solo in base al livello di bravura: questo è un importante segno di uscita dal loro egocentrismo, perché riconoscono anche l’impegno dei compagni.
    • Quando hanno una discreta padronanza tecnica della palla che permette loro di decidere se guidare, passare o tirare.
    • Quando chiamano la palla solo nei momenti in cui percepiscono realmente di poterla ricevere.
    • Quando comprendono che in situazioni di difficoltà è possibile passare la palla piuttosto che ostinarsi a guidarla.

    Ovviamente non tutti i giocatori del gruppo che si allena si trovano allo stesso livello, ma ovviamente è possibile decidere di lavorare in sottogruppi, proprio per ottimizzare la didattica; ad esempio, se si allenano 15-16 giocatori, ci si divide in 2 gruppi omogenei ed ad uno (più qualitativo) si somministra un Gioco di posizione (vedremo dopo cos’è) e, a chi ha ancora delle lacune, lo si fa giocare ad un 3vs3 con porte centrali.

    passaggio possesso palla

    Come gestire la transizione

    Nei primissimi anni della scuola calcio, la didattica è orientata principalmente sulla coordinazione, 1c1, guida, protezione della palla e calciare la palla. In un secondo momento (circa II° elementare) si possono inserire semplici esercitazioni finalizzate al passaggio/ricezione; è fondamentale iniziare questo tipo di didattica prima di quella relativa al possesso palla! Questo per 2 motivi:

    • Ad un certo momento della crescita del piccolo giocatore, i mezzi rivolti a passare/ricevere la palla diventano utili per migliorare la sensopercettività di tutti i fondamentali (compresi guida e tiro).
    • Iniziare il “possesso palla” quando i giocatori hanno appreso (anche se in maniera sommaria) il passaggio/ricezione, facilità il compito tecnico nella fase tattica.

    In sostanza, prima di iniziare la fase tattica del “Possesso palla” è bene che abbiano appreso anche in maniera sommaria i fondamentali del passaggio/ricezione

    L’inserimento di questa fase didattica non deve comunque essere drastico, ma fatto in maniera graduale, anche perché nella categoria Pulcini è necessario continuare la tattica individuale (1c1 analitico e l’apprendimento delle finte)! Ma quali sono le esercitazioni ideali per questo tipo di approccio? I possessi palla? I giochi di posizione? Le partite a tema?

    Perchè non iniziare con i “possessi palla”

    I Possessi palla, sono quei mezzi in cui, con pochi giocatori, lo scopo è quello di mantenere il “possesso” di un gruppo di giocatori a discapito di 1 o più avversari. Sotto riportiamo una delle strutture più semplici:

    possesso palla

    Lo scopo dei blu (2 giocatori dentro e uno sul lato, fuori dal quadrato) è quello di passarsi la palla facendola uscire solo dal lato del giocatore fuori e senza farla prendere dal giocatore giallo (che non può uscire dal quadrato); le varianti sono relative al numero di tocchi, dimensioni del campo, ecc. Questo possesso, malgrado sia molto semplice, è di difficile gestione tecnica da parte di giocatori che hanno appena iniziato questa fase didattica e la conseguenza è che la palla uscirà spesso e la densità del gioco diventerà particolarmente bassa (cosa che non dovrebbe avvenire a quest’età).possesso palla 1

    La struttura sopra (4vs1 con giropalla esterno al quadrato) invece rappresenta un’esercitazione molto più complessa (estremamente utile), ma troppo difficile per i primi anni della categoria Pulcini. Quindi, la difficoltà dei possessi palla più impegnativi e il rischio di bassa densità di quelli più semplici, a mio parere esclude questo tipo di strutture per il primo approccio alla fase di Possesso palla di squadra. Da preferire, a mio parere sono i Giochi di Posizione e le Partite a tema.

    Giochi di posizione

    I Giochi di Posizione sono strutture simili ai Possesso palla, ma con più giocatori e il vincolo della posizione in fase di possesso palla. Sotto è rappresentato un 4vs4 + 2 Jolly per il riscaldamento prepartita per i dilettanti. La squadra in possesso (in questo caso i rossi; vedi figura sotto) deve posizionarsi in maniera tale da occupare il rettangolo di gioco (lungo 25m e largo 30m) come se fosse composta da 2 esterni bassi e 2 esterni alti (vedi figura a fianco); i 2 jolly (i gialli) giocheranno nelle posizioni centrali del rettangolo simulando le posizioni e le giocate dei centrali o delle punte. I blu dovranno conquistare la palla andando tutti in pressione; una volta conquistata i blu dovranno velocemente portarsi ognuno nella propria posizione definita prima dell’inizio (esterni bassi/alti) e mantenere il possesso a loro volta

    posizione4c4 2 jollyIn quest’esercitazione è fondamentale la ricerca degli spazi assegnati, formando dei triangoli per dare più opportunità di passaggio al possessore di palla. In caso di non possesso invece è fondamentale la rapida riconquista (tramite pressing sul portatore) della palla

    Conclusioni alla prima parte

    In questa prima parte abbiamo brevemente citato gli obiettivi dei primi anni della Scuola calcio, per poi comprendere come individuare il periodo in cui iniziare la didattica del possesso palla di squadra. Abbiamo poi sottolineato come sia importante fornire ai giocatori le basi tecniche (almeno quelle elementari) prima di iniziare questo tipo di didattica: infatti,

    senza alcune abilità fondamentali (passaggio con interno, stop orientato, gestire palla con numero limitato di tocchi, ecc.) è difficile gestire il possesso palla.

    A questo link, potete vedere un esercizio standard e, in fondo al post, un elenco di diverse risorse sull’argomento. Una volta acquisite le abilità tecniche ho definito (per quella che è la mia esperienza personale) i Giochi di Posizione e le Partite a tema come i mezzi preferenziali per l’apprendimento del “Possesso di palla di squadra”; non mi stancherò mai di ribadire che, per tutta la categoria Pulcini, è fondamentale continuare a perfezionare l’1c1, sia in forma globale che analitica (magari in abbinamento con le finte), senza mai perdere di vista la densità di gioco. Nella seconda parte, andremo a vedere i primi step della didattica del “Possesso” tramite Giochi di posizione semplici e Minipartite a tema. Per ulteriori approfondimenti sui Giochi di Posizione, consigliamo la lettura di questo testo di Oscar Cano, in cui vengono minuziosamente riportati i metodi utilizzati dal Barcellona.

    A questo link, la seconda parte dell’articolo.

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  4. Contrasto e Copertura (prime fasi della didattica)

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    Contrasto e Copertura sono 2 elementi fondamentali della tecnica calcistica, utili in diversi fondamentali tecnico/tattici come l’1c1, la guida della palla, tutte le situazioni di “possesso palla” e la capacità di “rubare palla” agli avversari. Da qui si può capire quanto sia importante in tutte le fasce d’età e di conseguenza come sia importante iniziare a lavorarci sin dai primi anni della Scuola calcio. Il tutto è facilitato dal fatto che sono abilità particolarmente istintive e talmente legate alla Capacità Coordinative che diventano particolarmente allenabili sin da subito, e in forma abbastanza specifica (cioè con la palla). Personalmente, pongo i mezzi didattici di questi fondamentali all’interno del dominio della Guida della palla, sinergicamente (nei primi anni) alla didattica dell’1c1. Le tappe che ritengo fondamentali sono:

    • PES4_941-705_resize_MGzoomCapacità di frapporre il corpo tra palla ed avversario in situazione aspecifica e poi in situazione di gioco semplice.
    • Combinazione tra questi fondamentali ed altri in fase di Possesso, cioè “stoppo e proteggo” (tramite l’utilizzo del piede difendente e la corretta postura del corpo) e “guido e proteggo” (imparando a guidare con il piede lontano dall’avversario diretto).
    • Sviluppo della prima didattica della fase difensiva “rubare palla” (contrasto difensivo).
    • Allenamento neuromuscolare della capacità di “spinta” ed “equilibrio specifico” per avere la meglio nei contrasti diretti con gli avversari.

    TAPPA N° 1: IMPARARE IL GIUSTO POSIZIONAMENTO DEL CORPO

    Sin dalla II° elementare, i giocatori hanno ben sviluppato il Senso del Movimento; questo permette loro di comprendere in maniera teorica e pratica che per proteggere la palla dall’avversario, è fondamentale frapporre il proprio corpo tra la palla ed esso. A livello didattico è molto semplice da insegnare: all’inizio è importante un buona dimostrazione fatta dall’istruttore, poi si iniziano le sfide.

    contrasto 1

    Inizialmente, si propongono degli 1c1 su campo sufficientemente ampio (15x15m e una palla data “a caso” dall’allenatore) in cui lo scopo degli sfidanti è quello di prendere possesso della palla e, per 3” contati dall’istruttore, non farla toccare dall’avversario (vedi figura sopra). È importante far eseguire l’esercizio da 1 coppia alla volta, in maniera tale che l’istruttore sia in grado di correggere individualmente, sia chi protegge la palla, che chi tenta di rubargliela. Ovviamente, durante il gioco può capitare che i giocatori riescano a rubarsi la palla vicendevolmente. L’esercizio finisce quando un giocatore riesce a non far toccare la palla all’avversario per 3”, quando la palla esce oppure dopo 15”. La verbalizzazione di questo esercizio prevede 3 step:

    • Il primo è quello di riuscire a proteggere la palla da fermo o in leggero allontanamento dall’avversario usando la vista e la sensibilità propriocettiva data dal contrasto fisico per orientare correttamente il corpo.
    • Il secondo è relativo alla postura; malgrado questo atteggiamento sia abbastanza spontaneo, è fondamentale stimolare i giocatori ad avere una “base di equilibrio ampia”, con gambe leggermente divaricate (a seconda dell’entità della spinta che determina il contrasto), prendendo contatto con l’avversario preferibilmente con anche e schiena, utilizzando le braccia per “percepire” l’avversario.
    • Il terzo è relativo all’inizio del contrasto (quando ancora non si ha conquistato la palla), in cui risulta fondamentale la “spinta” delle spalle per allontanare l’avversario dalla palla.

    palla avversarioInsieme a tutti gli aspetti legati alla protezione, l’allenatore dovrà anche incitare e correggere chi tenta di “rubare” la palla, sia per correggere tutti gli eventuali comportamenti fallosi, sia per fare in modo che l’esercitazione sia adeguatamente stimolante per entrambi.

    Una volta appresi questi semplici fondamentali, sarà possibile notare l’automatizzazione di questi atteggiamenti anche in situazioni di 1c1. Il primo esercizio fondamentale, per trasformare queste abilità nel contesto di gioco, sarà quello di effettuare degli 1c1 (campo 20x20m circa) in cui lo scopo è quello di fare “meta” nei 2-3 cerchi dell’avversario. Nella figura sotto, è possibile vedere un semplice esempio. È fondamentale che l’allenatore, durante le prime esecuzioni, faccia capire continuamente ai giocatori che è possibile fare meta in più cerchi, in maniera tale da stimolare i cambi di direzione con la palla e la protezione di questa in guida.

    contrasto 2

    Altro esercizio interessante è quello di proporre, sempre nello stesso campo, il gol dentro la porta verticale dentro il campo. Mentre nell’esercizio precedente veniva stimolata particolarmente la guida (perchè vi erano più opzioni per fare meta), in questo è possibile focalizzarsi anche sulla capacità di “appoggiarsi all’avversario per cercare spazio”, visto che la porta dove segnare è solo 1.

    contrasto 3

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  5. Una proposta di seduta d’allenamento con possessi palla e partitelle a tema (parte seconda)

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    Dopo il successo della prima parte (più di 3000 visitatori unici), oggi pubblichiamo la seconda parte della proposta di Simone Benecchi riguardante una sequenza di esercitazioni di difficoltà tecnico/tattica progressiva (con un attento mantenimento dello stimolo alla Potenza Aerobica) da sviluppare in allenamento con le seguenti finalità

    • Possesso palla + Giropalla
    • Possesso palla + Ricerca dello smarcamento
    • Possesso palla +Profondità
    • Possesso palla + Ampiezza

    Ajax-RKCL’autore identifica la progressione di esercitazioni come ideale per la categoria Esordienti, ma con lievi modifiche relative alle dimensioni, è possibile proporla anche nella categorie superiori, fino ai Dilettanti. La sequenza è possibile svilupparla all’interno dello stesso allenamento (perché sostanzialmente utilizza la stessa struttura esercitativa), ma nulla vieta di poterla riprodurre in più sedute, mantenendo la stessa filosofia tecnico-tattica. Per facilitarne la lettura, rendiamo disponibile il contenuto tramite documento scaricabile

    Scarica il documento

    Autore: SIMONE BENECCHI

    • Allenatore UEFA B, Dottore in scienze delle attività motorie e sportive.
    • Allenatore dell’ACD SALA BAGANZA di Seconda categoria ed Esordienti 2002.
  6. Figure geometriche e riscaldamento: usiamo il quadrato

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    Gia in precedenti post (quello dedicato al riscaldamento pre-partita e quello del triangolo) abbiamo utilizzato le figure geometriche come stimolo allenante per la trasmissione/ricezione della palla. Oggi utilizzeremo il quadrato con 3 giocatori per figura.

    STRUTTURA DI BASE

    quadrato 3 giocatori 1

    Quadrato di 8-10 metri di lato con i 3 giocatori che occupano 3 dei 4 vertici della figura (vedi sopra). Chi ha la palla (giocatore rosso), la trasmette al giocatore alla sua destra (in questo caso il giallo, verso antiorario) e va ad occupare il vertice vuoto per ricevere successivamente la palla. In questo caso, il passaggio deve essere fatto a 2 tocchi usando esclusivamente il piede destro (sia per la ricezione che per la trasmissione).

    È fondamentale, affinché lo stimolo allenante sia adeguato, che il pallone rimanga sempre fuori dal quadrato e che il piede di utilizzo sia quello indicato con il N° di tocchi definiti! Eseguire l’esercitazioni in forma “pigra” usando il piede preferito e il N° di tocchi che “capitano” non costituisce nessun stimolo allenante.

    Per far capire ai giocatori l’importanza di questo concetto (soprattutto con i giovani), basta fare l’esempio del fatto che “solitamente chi è mancino viene fatto giocare a sinistra, e viceversa”; ciò significa che l’abilità di utilizzare entrambi i piedi allo stesso modo, rende un giocatore più versatile e quindi di maggior valore tecnico/tattico. Ovviamente, quando viene cambiato il giro della palla (verso orario) il piede da utilizzare è il sinistro.

     

    VARIANTE 1

    quadrato 3 giocatori 2

    Mantenendo le stesse dimensioni della struttura di base, si effettuerà il triangolo ad ogni trasmissione di palla, andando sempre ad occupare il vertice vuoto per ricevere successivamente la palla. Nella figura sopra la palla segue il senso antiorario; il giocatore rosso trasmette la palla al giallo (passaggio 1) che glie la ritrasmette a chiudere con il piede destro a 1 tocco (passaggio 2). Il “passaggio 3” consiste nella trasmissione da parte del rosso (con 1 tocco, ad aprire con il sinistro) al giallo in corsa verso il centro del lato per poi triangolare successivamente con il blu.

     

    VARIANTE 2

    quadrato 3 giocatori 3

    Ogni volta che un giocatore trasmette la palla, dovrà scegliere ed indicare verbalmente al ricevente l’azione successiva, cioè se continuare il giropalla (utilizzando la parola APRI) o se invertire il giro della palla (utilizzando la parola CHIUDI). Il terzo giocatore dovrà occupare spazi vuoti per assecondare il giro della palla. Nella figura sopra, il giocatore rosso trasmette la palla al giallo indicando la parola APRI!!; di conseguenza il giallo aprirà la traiettoria di passaggio per trasmetterla (a 2 tocchi, ad aprire con il piede destro) al blu. In questo esempio, anche il giallo indicherà APRI!!, di conseguenza il rosso dovrà portarsi nel vertice vuoto per riceverla dal blu. Nella figura sotto, il giocatore rosso trasmette la palla al giallo (passaggio 1) indicando CHIUDI!!; di conseguenza, il giallo dovrà chiudere la traiettoria di passaggio (passaggio 2) e ritrasmetterla al rosso (a 2 tocchi). In questo caso, il giallo indicherà di aprire al rosso (dicendo APRI!!!) e di conseguenza il blu dovrà farsi trovare sul vertice basso/sinistro del cono per ricevere la palla.

    quadrato 3 giocatori 4

    VARIANTE 3

    quadrato 3 giocatori 5

    In quest’ultima variante, sarà il terzo giocatore (cioè quello non coinvolto al momento della trasmissione/ricezione della palla) di volta in volta, ad indicare il senso del giro della palla. La regola dell’esercitazione è molto semplice:

    se vedo il vertice successivo (in base al giro della palla) vuoto prima di ricevere la palla, chiudo, altrimenti apro.

    Nella figura sopra, il terzo giocatore (cioè il blu) rimane nel vertice, quindi il giallo dopo aver ricevuto la palla apre la linea di passaggio per passarla al blu. Nella figura sotto invece, il blu cambia vertice, quindi il giallo chiude la traiettoria di passaggio ritrasmettendola al rosso che (vedendo il blu sul vertice basso/sinistro) può aprire. Per facilitare ai giocatori il senso dell’esercitazione si può indicare la regola: “Se posso (cioè c’è il giocatore nel vertice successivo) apro, altrimenti chiudo!”.

    quadrato 3 giocatori 6

    CONCLUSIONI

    Le varianti affrontate oggi (sopratutto l’ultima), sono fondamentali per comprendere e contestualizzare la tecnica analitica in base ad una semplice lettura della situazione. Gli step successivi (che analizzeremo in un successivo post) infatti, prevedranno la presenza di un avversario, in maniera tale da contestulizzare tatticamente in maniera progressiva le abilità relative al possesso palla. L’utilizzo continuativo nei settori giovanili di esercitazioni del genere e simili, contribuisce anche alla stabilizzazione di questi elementi in regime di rapidità. La stessa utilità la si può trovare anche per i settori dilettantistici applicando questi mezzi nelle fasi di riscaldamento. Di seguito, riportiamo i link di altri mezzi aventi finalità simili a quella descritta nel post odierno.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  7. Proposta di riscaldamento pre-gara

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    Sulla base di numerose partite di livello osservate ultimamente, delle quali non ci si è fatti scappare le tecniche di riscaldamento delle varie squadre coinvolte, si è arrivati a comporre uno schema di “warm-up” pre partita, che proponiamo a tutti i visitatori occasionali e agli affezionati iscritti di mistermanager.it.

    Esercizi tecnici sul posto a coppie a 5 mt di distanza (un pallone a coppia):
    • Scambio del pallone rasoterra (1’00”)
    • Interno dx/sx (30” ciascun giocatore). Lancia l’altro con le mani.
    • Collo dx/sx (30” ciascun giocatore). Lancia l’altro con le mani.
    • Controbalzo (30” ciascun giocatore). Lancia l’altro con le mani.
    • Coscia (30” ciascun giocatore). Lancia l’altro con le mani.

    tecnica sul posto
    Tecnica sui brevi spazi utilizzata come messa in moto.

    Esercizi di mobilizzazione “a secco” con disposizione “a pettine” lungo la linea orizzontale di metà campo:
    • Arti superiori, inferiori e mobilità articolare arti inferiori.
    • Andature al 60% sui 30 mt in alternaznza agli esercizi sopradescritti.

    Stretching arti inferiori

    Possesso palla su quadrato “20x20mt.
    • 1 x 1’15””
    • Rec. 30”
    • 1x 1’15”

    Skip, sprint e cambi di direzione,
    5m tra un cono e l’altro

    • skip basso + sprint 5m dritto;
    • skip calciato + sprint 5m dritto;
    • skip “alternato” + sprint 5m dritto; • corsa balzata laterale + cambio di senso a 90° in sprint 5mt x 2 ( 1 a dx, 1 a sx);
    • sprint dritto + cambio di senso a 90° in corsa all’indietro (a dx o sx) + cambio in sprint diagonale x2 (1 a dx, 1 a sx);
    • vai e torna dritto 5m + 5mt + sprint 10m x2;
    • 4 x 10m lineari.

    sprint e cambi di senso
    Il posizionamento dei delimitatori

    Conclusioni verso la porta.

    Su situazione di palla avanti, palla dietro e ricerca dell’inserimento interno od esterno (a seconda da che vertice del triangolo parte la palla), del giocatore che ha iniziato l’esercizio.

    triplo passaggio e conclusione
    La sequenza dei tre passaggi a premiare l’inserimento per la conclusione a rete

    Scioglimento del gruppo. Lanci, brevi sprint, completamento della fase di riscaldamento in modo personale.

    Claudio DamianiA cura di Claudio Damiani

  8. Il riscaldamento pre-partita

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    Lo scopo del riscaldamento pre-partita è quello di preparare ed ottimizzare il giocatore dal punto di vista psico-tecnico-tattico-fisico al lavoro fisico successivo (partita). Senza addentrarci eccessivamente nei meccanismi fisiologici di tale fenomeno, è opportuno ricordare che tutti gli apparati dell’organismo sono coinvolti in tale processo.

    • Dal punto di vista biochimico, l’obiettivo è quello di avviare e portare a ritmi di gara le vie metaboliche (aerobiche ed anaerobiche) responsabili dell’idrolisi e turn-over di ATP (la fonte energetica delle cellule muscolari).
    • L’innalzamento della temperatura è una conseguenza del lavoro fisico che testimonia la produzione di calore ed aiuta a spostare la curva dell’ossiemoglobina a destra, facilitando la cessione di ossigeno ai muscoli.
    • A livello dell’apparato locomotore si assiste ad una diminuzione della viscosità delle fibre muscolare (ottimizzando il tono-trofismo e l’estensibilità), ad un miglioramento dell’elasticità dei tendini e dello scorrimento delle superfici articolari.
    • Nel sistema nervoso si assiste un incremento della velocità dell’impulso nervoso e all’attivazione di tutte le connessioni nervose e neuromuscolari responsabili della performance calcistica.
    • Il sistema cardiocircolatorio incrementa la propria funzionalità con un aumento della gittata cardiaca e una modulazione delle resistenze periferiche atte ad aumentare la perfusione dei muscoli coinvolti nel movimento, del cervello ed a facilitare la dissipazione di calore.
    • A livello del sistema respiratorio si assiste ad una facilitazione degli scambi gassosi tra l’ambiente polmonare e i capillari corrispondenti.
    • L’apparato ormonale aiuta a modulare parecchie delle attività sopra elencate testimoniando che ognuna di esse non rappresenta un compartimento “chiuso” ma si integra con le altre.

    bangsbo RISCALDAMENTO E PARTITA

    La progressività, in termini di intensità e specificità rappresenta il carattere fondamentale del riscaldamento pre-pratita. Il documento scaricabile sotto rappresenta una semplice serie di esempi di come poter effettuare un buon warm-up in 3 step, rispettando i caratteri sopra citati.

    La prima parte consiste in una serie di attività più o meno generali (cioè con o senza palla) della durata di circa 7’ per avviare l’organismo verso la parte più specifica; l’intensità deve essere blanda e seguire una certa progressività, tenendo in considerazione che alcuni enzimi della via aerobica (Complesso Piruvato Deidrogenasi) richiedono 7-8’ per funzionare a pieno regime.

    Durante la seconda parte invece si cercherà di ottimizzare tutti i parametri neuromuscolari e locomotori responsabili della massima mobilizzazione e performance muscolare; si comincerà con lo stretching attivo per poi proseguire con andature e finire con cambi di direzione intensi.

    La terza parte infine è dedicata all’attivazione delle componenti tecnico-tattiche e mentali specifiche del calcio. È d’obbligo l’uso della palla con esercitazioni finalizzate al possesso e riconquista della palla; è opportuno alternare fasi attive a fasi di recupero durante le quali l’allenatore potrà sfruttare al massimo l’attivazione e l’attenzione dei giocatori per dare le ultime importanti indicazioni.

    CONCLUSIONI E PRECISAZIONI

    Il documento scaricabile sotto è riferito principalmente alle categorie adulti ed eventualmente Juniores o Allievi (per i settori giovanili cambiano alcuni parametri). È importante ricordare che il riscaldamento non coinvolge solo processi fisiologici, ma anche mentali; di conseguenza è logico immaginare che individui diversi possano presentarsi al riscaldamento con livelli di attivazione diversi. Alcuni più “pigri” (dal punto di vista dell’attivazione) possono presentarsi un pò lenti e svogliati, mentre altri più “iperattivi” rischiano di bruciare eccessive energie mentali se sentono troppo la partita. Di conseguenza la prima parte rappresenta anche una fase di cuscinetto per le diverse tipologie di atleti in grado di “rilassare” chi è eccessivamente teso e “attivare” i giocatori più pigri; per questo motivo, l’allenatore dovrà decidere o meno l’uso della palla (nella prima parte) in base alle caratteristiche dei propri giocatori o della partita che andranno ad affrontare. Indicativamente, per una partita impegnativa è meglio iniziare subito con la palla (sempre tramite esercitazioni semplici), mentre per partite amichevoli o “reputate” meno significative è bene iniziare senza palla.

    Riscaldamento e temperatura esterna: in ambienti particolarmente caldi è importante abbinare ad un corretto riscaldamento un’adeguata idratazione (durante e dopo il riscaldamento) pre-gara. In particolar modo, la possibilità di bagnarsi adeguatamente per evitare che la temperatura corporea sia eccessiva nei primi minuti di partita, può aiutare a contrastare l’inevitabile calo fisiologico a cui si assiste in tali ambienti. Per le squadre dotate di maggior disponibilità logistiche e finanziarie è possibile utilizzare gli indumenti raffreddanti.

    Scarica il documento sul RISCALDAMENTO PREPARTITA

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

    Un ringraziamento particolare al Mister Michael Soncini (allenatore Giovanissimi US Povigliese) che ha fornito gli esercizi con la palla per il riscaldamento.

  9. Scuola calcio: dall’1vs1 al 3vs2, un percorso lungo 7 anni (seconda parte)

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    In questa seconda parte analizzeremo gli aspetti didattici del 3c1 e 2c2 (fino alla categoria Pulcini). Come precisato nella prima parte, gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione durante la programmazione tecnico-tattica sono:

    • Ad ogni età corrispondono caratteristiche cognitive e tecnico-coordinative peculiari che facilitano l’apprendimento di determinati aspetti della formazione tattica.
    • Le indicazioni fornite sono da adattare alle caratteristiche del proprio gruppo.

    TRE CONTRO UNO (3c1)

    Mentre nel 2c1 sono stati introdotti i vari tipi di smarcamento individuale (in particolar modo “ampiezza” e “sostegno”), nel 3c1 la “filosofia” è quella di orientare le scelte di gioco verso zone meno presidiate dagli avversari. Solitamente l’introduzione del 3c1 avviene insieme al concetto di Cambio di gioco, che nella categoria Pulcini viene identificata con i movimenti di Giropalla. Com’è possibile vedere nella figura sotto, le scelte di gioco sono orientate a trasferire la palla dalla fascia/zona di campo presidiata dall’avversari/o a quella meno presidiata.

    Non a caso è possibile identificare il primo movimento di palla come un “passaggio al compagno a sostegno”, mentre il secondo come un “passaggio al compagno in ampiezza”. Lo sviluppo della didattica del 3c1 diventa quindi molto importante perché permette di apprendere (ma soprattutto “comprendere”) prerequisiti di natura tattica che nelle età successive Esordienti/Giovanissimi saranno fondamentali nel gioco a 11 come il Cambio di gioco e lo Scorrimento di palla. Riassumendo, la didattica del 3c1 prevede l’applicazione successiva degli elementi appresi nel 2c1.

    Pulcini (III°-V° elementare): l’inizio della didattica del 3c1 corrisponde con la fine (cioè con la piena comprensione dei movimenti semplici di smarcamento) della didattica del 2c1, cioè pressappoco intorno alla V° elementare. Aspetto fondamentale della didattica è il mantenimento di una densità di gioco sufficiente grazie alla divisione in gruppi di lavoro di circa 4-6 giocatori. I mezzi a carattere globale prevedono l’utilizzo di “possessi palla-3c1” nelle varie forme (vedi esempio sotto) per abituare i giocatori ai vari tipi di movimento e a stoppare la palla in maniera orientata.

    I mezzi analitici invece prevedono esercitazioni con finalizzazione (porta o meta) con limitazione di movimento degli “attaccanti” (ed esempio in settori di gioco definiti) e massima libertà del difensore. Nella figura sotto è presentato un esempio in cui i 3 attaccanti devono rimanere nei settori longitudinali; le varianti sono relative al numero di tocchi, al numero minimo di passaggi (prima di concludere) o alla possibilità del giocatore in possesso palla di portarsi da un settore all’altro, ma passandola ad un settore diverso da quello in cui si trova.

    Esordienti (I°-II° media): prosegue il lavoro iniziato nella categoria Pulcini in forma parallela al 2c2 per poi passare al 3c2 una volta che i concetti del 3c1 e 2c2 sono pienamente appresi. In questa categoria è da prestare anche attenzione (nelle esercitazioni analitiche) agli aspetti difensivi, orientati prevalentemente a riconoscere la pericolosità dei giocatori in possesso palla ed agire di conseguenza.

    DUE CONTRO DUE (2c2)

    Il 2c2 è rappresentato da due forme didattiche ben distinte: la parte globale (che può essere inserita sin dai Pulcini parallelamente all’inserimento analitico del 2c1) e la parte analitica che invece va inserita una volta apprese le forme analitiche dell’1c1 e del 2c1. Per la parte analitica sono da approfondire sia gli aspetti offensivi che difensivi (che proseguono nei Giovanissimi).

    Pulcini (III°-V° elementare): le varie forme globali di 2c2 possono essere inserite da quando si inizia il 2c1 e l’1c1 analitico di situazione. In questo tipo di didattica si preferisce metodo deduttivo per stimolare le scelte in funzione delle conoscenze dell’1c1 (in base alle zone del campo) e 2c1 (smarcamento); importante, in questi casi, è utilizzare mini-campi sufficientemente ampi!

    Le esercitazioni prevederanno 2c2 in forme libere, dando possibilità anche ai “difensori” di realizzare meta, gol, ecc. (vedi sopra), mezzi con difensori posti in aree trasversali (vedi sotto) e altre variati riferite alle dimensioni/forme del campo, tipo di realizzazione (porte piccole, grandi, mete, ecc.) ed esercizi psicocinetici.

    Nella terza e ultima parte andremo ad analizzare la didattica analitica del 2c2 (Categoria Esordienti) e il 3c2.

    Autore dell’articolo: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  10. Il modello di gioco del Barcellona – I segreti della squadra “perfetta”

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    Lo stile di gioco del Barcellona, in linea generale, si sviluppa attraverso un modello di calcio “Totale”, fitte trame di passaggi, una costante dedizione al possesso palla, pressing alto alla ricerca di un immediato recupero della palla appena persa.Tutti i giocatori partecipano attivamente alle fasi di gioco, portiere compreso. Il singolo è esaltato dal collettivo, benchè una tecnica individuale altissima sia fondamentale per l’articolazione di un così complesso sistema. Il 4-3-3 è il disegno inziale e necessario su cui si basa il gioco del Barcellona, inteso come schieramento di partenza, poichè nell’arco dei 90 minuti subisce innumerevoli mutazioni tattiche, proprio a causa del continuo movimento della squadra. Per questo è chiaramente difficile parlare di un modulo di gioco univoco.

    L’impostazione parte dal portiere che predilige l’appoggio ai difensori, al lancio lungo sulle punte. I terzini si alzano sulla linea dei centrocampisti (e non sono quasi mai coinvolti in prima battuta), i centrali difensivi si allargano esternamente permettendo al mediano basso di venire a prendere palla sulla linea di difesa (che a questo punto diventa a 3 – Fig.1), ed impostare palla al piede. L’avanzamento tramite possesso permette alla squadra di essere sempre corta e compatta:la circolazione della palla è rapida, 1 o 2 tocchi per eludere il pressing avversario.
    Fig.1 - Abbassamento del mediamo fra i centrali difensivi per ricevere palla

    É tutto un gioco di posizioni, il giocatore con la palla ha sempre più possibilità di giocata: la chiave sta nel movimento e nei triangoli di gioco che si creano in seguito allo smarcamento del compagno; liberarsi dalla marcatura permette di giocare più agevolmente, con appoggi e fraseggi nel breve, evitando così lanci lunghi e scontati. Il Barcellona gioca “semplice”, chi è spalle alla porta (il lato alto del triangolo), scarica dietro a chi ha una visione frontale della situazione.Lo svolgimento del gioco è diretto a ricercare spazi che facilitino la progressione,e a trovare uomini liberi per disporre al meglio dei suddetti spazi.Sfuttamento dell’ ampiezza di gioco: gli attaccanti esterni si posizionano all’altezza della linee laterali del campo per allargare la difesa avversaria e facilitare l’inserimento dei centrocampisti da dietro. (Fig.2)

    Fig.2 - Esterni di attacco larghi
    Il gioco del Barcellona non prevede un attaccante di peso per evitare di concedere punti di riferimento. Il cuore dell’attacco infatti,non è presidiato in maniera fissa da una boa centrale, ma resta “libero” per lasciare spazio alle incursioni a sorpresa dalle retrovie. I continui tagli e il movimento senza palla fanno la differenza perchè mandano spesso l’avversario fuori posizione.La figura dell’attaccante centrale (Messi), è quella di un simil trequartista dei nostri giorni che gode di una certa libertà di movimento in funzione della profondità della squadra. Predilige ricevere palla sul lato destro per poi accentrarsi a tagliare il campo per tirare o servire assist ai compagni che penetrano nella difesa avversaria.(Fig.3)
    Fig.3 - Messi favorisce l'inserimento dei compagni
    Il ruolo dei due terzini è fondamentale: in fase di possesso attaccano la profondità diventanto veri e propri attaccanti aggiunti, dando ancora più peso alla fase offensiva. In avanti si delinea una sorta di figura a trapezio (3-3-4), le cui parti vicine tra di loro, scambiano in velocità e negli spazi stretti anche all’interno dell’aria per trovare la via del gol.La squadra permette l’incorporamento dei laterali (Fig.4), grazie a precisi movimenti degli attaccanti esterni: accentramento per attendere un cross, o leggero arretramento, andando incontro al portatore di palla. Questo movimento ad uscire crea lo spazio per il taglio o l’inserimento da dietro di un giocatore a ridosso.
    Fig.4 - Pedro viene incontro al portatore di palla liberando lo spazio per Dani Alves, che attacca la profondità

    Il fulcro del gioco sono Xavi e Iniesta.Dai loro piedi partono le azioni più pericolose, sono i primi collanti fra difesa e centrocampo e fra centrocampo e attacco. Dettano i tempi di gioco. In situazioni di stallo, sono usuali i cambi di campo a liberare il terzino o l’esterno alto, per alleggerire la pressione, e mettere in difficoltà la squadra avversaria, che deve essere svelta nel ripiegare dalla parte opposta per evitare l’1 contro 1. Il terzo centrale di centrocampo è più che altro un uomo di rottura, che spezza il ritmo, un recupera palloni che solitamente si limita ad appoggi corti e giocate semplici, molto utile soprattutto in fase di contenimento e come eventuale terzo difensore centrale di supporto.L’atteggiamento del Barcellona in fase di possesso è poi determinante per la riconquista della palla. La compattezza e la vicinanza dei reparti permettono di portare subito alto il pressing (a tutto campo),lo scopo è cercare di recuperare il pallone immediatamente alla perdita (Fig.5) o comunque prima che l’avversario generi condizioni favoreli per attaccare efficacemente.

    Fig.5 - Predisposizione al recupero palla
    Fig.6 - Pressing sul portare e superiorità numerica
    Togliere tempo e spazio costringendo una giocata affrettata. Annullare la ripartenza della squadra avversaria portando pressing sul portatore di palla, assicurandosi una superiorità numerica (solidarietà di squadra, presa di coscenza che essere saltati mette in difficoltà tutti – Fig.6), ed impedendo le relazioni con i compagni vicini. Cercare di dirigere il possessore di palla verso spazi favorevoli (sugli esterni, o comunque in zone meno pericolose)o per esempio verso giocatori avversari con meno qualità tecniche, per poi poter contrattaccare. Valutazione della profondità difensiva, blocco alto per mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari.
  11. Esercitazione di possesso palla condizionato

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    Questa è una semplice ma completa esercitazione che può essere modificata a seconda del modulo con cui si gioca e dalla fantasia dell’allenatore.

    L’esercizio si può sviluppare in metà o trequarti di campo e servono dieci giocatori un pallone ed un portiere (non indispensabile).

    Si schiera la squadra con il modulo adottato in direzione della porta difesa dal portiere, nell’esempio useremo un classico 4-4-2. Dobbiamo mettere dei vincoli per definire il possesso palla, per esempio: due tocchi obbligatori (ricezione e passaggio), passaggio sempre al compagno più vicino, un tocco con la squadra che lavora stretta e corta, il pallone viaggia solo rasoterra, ecc..

    L’esercitazione inizia con il portiere che rinvia lungo sulla linea di difesa (se non c’è il portiere lo fa l’allenatore), il primo compito dei difensori è quello di mettere a terra il pallone e dare inizio al possesso palla, bisognerà curare l’uscita del difensore sul pallone e la copertura degli spazi dei difensori senza palla a seconda delle proprie idee a riguardo.

    Durante la fase di possesso palla la squadra si muove compatta in verticale ed orizzontale, bisognerà quindi curare le distanze fra i reparti e fra i giocatori che li compongono, importante tenere tutti i giocatori in movimento sollecitando il loro livello di attenzione, durante il possesso palla il pallone deve circolare in modo veloce e ritmico. A questo punto si possono inserire dei movimenti offensivi finalizzati al gol che l’allenatore deve precedentemente spiegare alla squadra, importante è dare dei nomi di riconoscimento per ogni singolo movimento (io normalmente utilizzo i numeri). Vi faccio alcuni esempi:

    • movimento n.1: quando l’allenatore chiama ‘1’ (fondamentale è il cambio di marcia/velocità della giocata rispetto al possesso palla) il giocatore con la palla cerca immediatamente una delle due punte (importante il movimento della punta che vuole il pallone verso il compagno in possesso della palla, mentre l’altra punta si muove in ampiezza creando spazio per eventuali inserimenti, solitamente è la punta più vicina alla palla ad uscire in ricezione) la punta che riceve scarica di prima intenzione su uno dei due centrali di centrocampo il quale manderà in profondità l’esterno alto che nel frattempo sarà scattato verso il fondo per crossare (anche qui si possono dare delle indicazioni sullo svolgimento dell’azione, per esempio quando la palla è giocata dal centrocampista centrale di destra l’azione si svolge a destra o viceversa, ecc.), prima che parta il traversone la squadra si deve disporre in fase offensiva come da istruzioni precedentemente date dall’allenatore (per esempio: la punta che è andata in ampiezza taglia verso il secondo palo, l’altro attaccante punta il primo palo, il centrocampista centrale che non ha fatto la giocata va verso il dischetto mentre l’altro centrocampista centrale presidia la zona della lunetta, l’esterno alto opposto al crossatore taglia verso il vertice dell’area di rigore. i due centrali di difesa salgono fino a metà campo, l’esterno basso opposto al cross sale coprendo la zona esterna fuori dall’area, l’altro esterno basso sale a trequarti stringendo, come sempre è importante dare spazio alle proprie personalizzazioni), finalizzare quindi l’azione con il gol (in questa fase mi piace caricare la squadra per far si che il movimento si concretizzi rapidamente in gol). La squadra deve quindi rapidamente risistemarsi nella posizione dettata dal modulo scelto per recuperare il pallone rinviato dal portiere e riprendere il possesso palla in attesa di un’altra chiamata dell’allenatore.

     

    • movimento n.2: quando l’allenatore chiama ‘2’ (fondamentale è il cambio di marcia/velocità della giocata rispetto al possesso palla) il giocatore con la palla cerca immediatamente una delle due punte (importante il movimento della punta che vuole il pallone verso il compagno in possesso della palla, mentre l’altra punta si muove in ampiezza creando spazio per eventuali inserimenti, solitamente è la punta più vicina alla palla ad uscire in ricezione) la punta che riceve scarica di prima intenzione su uno dei due centrali di centrocampo il quale manderà in profondità l’esterno basso che nel frattempo sarà scattato in sovrapposizione verso il fondo per crossare (anche qui si possono dare delle indicazioni sullo svolgimento dell’azione, per esempio quando la palla è giocata dal centrocampista centrale di destra l’azione si svolge a destra o viceversa, ecc.), prima che parta il traversone la squadra si deve disporre in fase offensiva come da istruzioni precedentemente date dall’allenatore (per esempio: la punta che è andata in ampiezza taglia verso il secondo palo, l’altro attaccante punta il primo palo, il centrocampista centrale che non ha fatto la giocata va verso il dischetto mentre l’altro centrocampista centrale presidia la zona della lunetta, l’esterno alto opposto al crossatore taglia verso il vertice dell’area di rigore, l’altro esterno alto si abbassa coprendo la sovrapposizione del compagno, i due centrali di difesa salgono fino a metà campo, l’esterno basso opposto al cross sale coprendo la zona esterna fuori dall’area, come sempre è importante dare spazio alle proprie personalizzazioni), finalizzare quindi l’azione con il gol (in questa fase mi piace caricare la squadra per far si che il movimento si concretizzi rapidamente in gol). La squadra deve quindi rapidamente risistemarsi nella posizione dettata dal modulo scelto per recuperare il pallone rinviato dal portiere e riprendere il possesso palla in attesa di un’altra chiamata dell’allenatore.

     

    • movimento n.3: quando l’allenatore chiama ‘3’ (fondamentale è il cambio di marcia/velocità della giocata rispetto al possesso palla) il giocatore con la palla cerca immediatamente una delle due punte (importante il movimento della punta che vuole il pallone verso il compagno in possesso della palla, mentre l’altra punta si muove in ampiezza creando spazio per eventuali inserimenti, solitamente è la punta più vicina alla palla ad uscire in ricezione) la punta che riceve scarica di prima intenzione su uno dei due centrali di centrocampo che rapidamente controllerà il pallone per andare al tiro, anche qui la squadra si deve disporre in fase offensiva come da istruzioni precedentemente date dall’allenatore (per esempio: movimento ad incrociare delle punte alla ricerca dell’ampiezza, il centrocampista centrale che non va al tiro copre il compagno , i due esterni alti si muovono in verticale per attirare su di se l’attenzione, i due centrali di difesa salgono fino a metà campo, i due esterni bassi salgono sulla trequarti stringendo, come sempre è importante dare spazio alle proprie personalizzazioni), finalizzare quindi il tiro con il gol (in questa fase mi piace caricare la squadra per far si che il movimento si concretizzi rapidamente in gol). La squadra deve quindi rapidamente risistemarsi nella posizione dettata dal modulo scelto per recuperare il pallone rinviato dal portiere e riprendere il possesso palla in attesa di un’altra chiamata dell’allenatore.

     

    • movimento n.4: quando l’allenatore chiama ‘4’ (fondamentale è il cambio di marcia/velocità della giocata rispetto al possesso palla) il giocatore con la palla cerca immediatamente una delle due punte (importante il movimento della punta che vuole il pallone verso il compagno in possesso della palla, mentre l’altra punta si muove in ampiezza creando spazio per eventuali inserimenti, solitamente è la punta più vicina alla palla ad uscire in ricezione) la punta che riceve scarica di prima intenzione su uno dei due centrali di centrocampo che rapidamente con un filtrante manda in porta l’altro centrale di centrocampo che si sarà tempestivamente inserito, anche qui la squadra si deve disporre in fase offensiva come da istruzioni precedentemente date dall’allenatore (per esempio: movimento ad incrociare delle punte alla ricerca dell’ampiezza, il centrocampista centrale che fa la gioca copre l’inserimento del compagno, i due esterni alti si muovono in verticale per attirare su di se l’attenzione, i due centrali di difesa salgono fino a metà campo, i due esterni bassi salgono sulla trequarti stringendo, come sempre è importante dare spazio alle proprie personalizzazioni), finalizzare quindi l’azione con il gol (in questa fase mi piace caricare la squadra per far si che il movimento si concretizzi rapidamente in gol). La squadra deve quindi rapidamente risistemarsi nella posizione dettata dal modulo scelto per recuperare il pallone rinviato dal portiere e riprendere il possesso palla in attesa di un’altra chiamata dell’allenatore.

    L’esercitazione che vi ho proposto può essere utilizzata con tempi di lavoro da 10 a 20 minuti, naturalmente più si riesce a tener alta l’intensità e la padronanza dei movimenti e più diventa allenante, io la utilizzo anche nel riscaldamento pre partita lasciando le chiamate ad un giocatore. Spero che quanto vi ho proposto possa risultarvi utile ed interessante.

    Buon calcio e buon lavoro.

     

     

  12. Il pressing: tattica difensiva collettiva (seconda parte)

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    Dopo aver descritto il significato del termine pressing e tutte le sue tipologie rivolgiamo l’attenzione a un paio di efficaci esercitazioni aventi lo scopo di allenare l’aggressività e l’intensità della nostra squadra quando si muove senza palla.

    Gol sui paletti. Su una metà campo si dispongono due squadre di egul numero di giocatori e si sistemano tante porticine quanti sono i giocatori di ogni squadra stessa + una. Ad esempio: per due squadre di 7 giocatori l’una si sistemano 8 porte (larghezza di 1mt circa).

    Si dà vita a un normale “possesso di palla”. con ‘obbiettivo di realizzare quanti più gol all’interno delle porte.

    Le squadre totalizzano un punto ogni qualvolta un giocatore di una squadra fa pervenire il pallone a un suo compagno posto dall’altra parte della porta. Effettuato il punto non è possibile segnare un gol nella stessa porta.

    Materiale occorrente: paletti, palloni, casacche.

    Tempo dell’esercitazione consigliato per una finalità metabolica aerobica accettabile: 2/3 blocchi da 6’ ciascuno.

    Meta su aree delimitate. su una metà campo si posizionano 6 cerchi o si compongono 6 quadrati con dei delimitatori come in figura.

    Verrà eseguito un possesso di palla nel quale una squadra deve attaccare le aree di meta opposte e quelle centrali andando a totalizzare un punto quando un giocatore riesce ad appoggiare la palla con la suola all’interno di una di esse.

    In figura:

    • La squadra rossa deve fare “meta” all’interno delle aree nere e blu, mentre deve difendere allo stesso tempo le stesse nere e le rosse;
    • La squadra bianca deve fare “meta” nelle aree nere e rosse di dovendo allo stesso tempo difendere le aree blu e nere.
    • In pratica: nelle aree nere centrali possono fare punti entrambe le squadre.

    Materiale occorrente: palloni, cerchi o delimitatori colorati, casacche.

    Tempi dell’esercitazione: come sopra.

    In entrambi i tipi di partite a pressione si possono far variare il numero dei tocchi consentiti.

  13. Possesso palla a due squadre e quattro colori.

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    Esercitazione con doppia finalità: il possesso di palla e il pressing; e inoltre il fattore “psicocinetico” dato dal fatto che le due squadre sono a loro volta suddivise in due gruppi con casacca di colore diverso.
    Grigi e bianchi vs rossi blu.

    A tre tocchi, i grigi possono solo passare ai bianchi e viceversa;
    I rossi possono passare solo ai blu e viceversa.
    10 passaggi consecutivi = 1 punto.

    Esercitazione eseguita in fase di preparazione pre-campionato, lontano da
    gara amichevole attraverso 4 blocchi da 3’ l’uno.

    Ottima alternativa alla seduta aerobica del primo allenamento della settimana (o secondo, a seconda dei punti di vista).

    Materiale occorrente: palloni, casacche di quattro colori.

    Claudio Damiani

  14. Pressing “olandese”.

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    Variante di partita “a pressione” mirata al possesso e alla conquista della palla nonchè a una finalità atletica di tipo anaerobico lattacido.

    Si gioca un possesso di palla a 3 tocchi all’interno di un’area delimitata in base al numero dei giocatori.

    Nel perimetro di tale area si dispongongono degli altri giocatori in modo alternato e a ricoprire l’intero perimetro del rettangolo che giocheranno a un tocco con i loro compagni di squadra.

    Il pallone non può essere passato tra due “sponde”.

    Durata dell’esercitazione: a seconda della finalità metabolica da raggiungere

    Claudio Damiani [skype-status]

  15. “Palla avanti, scarico, terzo uomo!”

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    Allenamento del possesso di palla finalizzato alla ricerca della giocata in verticale.

    4vs4 all’interno del perimetro delimitato (24x32mt) a 3 tocchi, con l’ausilio delle sponde poste nei lati corti dello stesso.

    I giocatori rossi giocano con i rossi e i bianchi con i bianchi.

    Le sponde giocano a 1 tocco e

    • non possono scambiare la palla tra loro;
    • non possono ricevere dallo stesso compagno.

    L’obiettivo è cercare, dopo un passaggio corto, il giocatore sul lungo.

    1 punto ogni volta che una squadra riesce a eseguire questa situazione.

    Numero di giocatori consigliato: 4vs4 all’interno del rettangolo di gioco e 4 sponde per squadra.

    Tempo dell’esercitazione: a discrezione dell’allenatore (4 blocchi da 2’30”, per le prime squadre a intensità massimale costituisce un buon lavoro). E’ opportuno incaricare un collaboratore tecnico pronto a rimettere in gioco il pallone in modo immediato quando questo esce dal campo.

    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  16. Possesso palla: tre gruppi e area neutra.

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    Esercitazione con duplice finalità:
    • Tecnica, per affinare la circolazione della palla;
    • aerobica.

    Viene diviso un campo di gioco in tre settori dei quali uno neutro come in figura e creati tre gruppi di calciatori.

    I 6 giocatori in possesso di palla in una delle due porzioni di campo più grandi deve effettuare 6 passaggi consecutivi per poi poter lanciare il pallone nel settore opposto.

    I due giocatori che andavano alla “caccia” del pallone rientrano nell’area neutra per essere sostituiti da due compagni di gruppo e andare a contrastare la circolazione di palla degli altri 6 giocatori.

    Tempi per l’esercitazione. 2/3 blocchi da 2’/2’30” per ogni gruppo impegnato a “rincorrere”.

    Materiale occorrente: palloni, casacche di almeno due colori, cinesini.

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