Tag Archive: primi calci

  1. Scuola calcio: il gioco dei tunnel

    Leave a Comment

    Nelle primissime annate della scuola calcio, c’è la necessità di utilizzare giochi ed attività nei quali i giocatori siano il più possibili attivi, con pause limitate al minino necessario. Questo permette sia di andare incontro alle loro esigenze motivazionali (cioè giocare continuamente), che di aumentare la densità allenante delle attività.

    Tutti gli istruttori sanno che l’attenzione dei piccoli calciatori si ottiene tramite il divertimento, andando incontro anche alle loro esigenze di egocentrismo, soprattutto nei primissimi anni della scuola calcio; malgrado questo, anche i più giovani sperimentano volentieri attività collaborative semplici, perché assecondino la loro necessità di socializzare. Con il gioco del tunnel, cercheremo di andare incontro a tutte queste loro esigenze.

    Struttura di base

    Partendo ad esempio, con 14 giocatori, se ne posizionano 7 sparsi per il campo in piedi a gambe divaricate (detti “statue”) e 7 con a palla. Le dimensioni del campo possono dipendere delle variabili che si vogliono affrontare (le vedremo successivamente); di norma, per 14 giocatori si può usare un campo 15x15m fino a 20x20m. Al via di ogni turno (dato dall’allenatore) chi ha la palla dovrà trovare una “statua” libera ed effettuare più tunnel possibili fino allo stop dell’allenatore; ad ogni statua, può fare i tunnel solo un giocatore con palla. Ovviamente la “sfida” sarà quella di fare più tunnel possibili nel tempo a disposizione.

    L’istruttore potrà motivare i giocatori contando i secondi che mancano alla fine del turno a voce alta (l’ideale è 10”, ma può contare a voce alta anche solo gli ultimi 5). Alla fine del turno, ogni giocatore darà la palla alla statua a cui ha fatto i tunnel e si invertiranno i ruoli, fermo restando che chi riceve la palla, non potrà fare i tunnel a chi glie l’ha appena data. Potranno poi essere contati i punti, o si potrà dare un “livello” (magari utilizzando i nomi di supereroi da loro conosciuti o anche quelli dei calciatori) ad ogni punteggio raggiunto. Oppure si possono motivare i giocatori dicendo: “ce la facciamo tutti a fare 2 tunnel?….ci proviamo?”…fermo restando che non a tutti piace “tener conto” dei punteggi fatti; l’introduzione di questi elementi è necessaria solo se si percepisce che i calciatori hanno bisogno di essere motivati.

    Ad un primo giudizio, questa struttura può sembrare anche banale, ma per la categoria Piccoli Amici (o il primo anno dei Primi Calci) non lo è; infatti, oltre alla guida della palla, che a quest’età non tutti padroneggiano, c’è anche la difficoltà di trovare una statua “libera” ogni volta che si ha la palla. Cambiando spesso i turni, questo procedimento mentale non è facile da attuare, ma offre un importante stimolo per allenare il senso del gioco, tramite la capacità di osservare ed elaborare le soluzioni migliori (e non solo guidare la palla).

    Non solo, potrebbe aiutare anche a strutturare il concetto di “spazio vuoto”. Infatti, inevitabilmente dopo un po’ di turni le statue tenderebbero ad ammassarsi; in questo caso l’intervento dell’allenatore potrebbe essere quello di chiedere “stiamo occupando bene gli spazi vuoti?”…”chi mi fa vedere come si occupa uno spazio vuoto?”. Dopo qualche intervento da parte dell’istruttore, saranno i singoli giocatori, di volta in volta a spostarsi per occupare più uniformemente lo spazio di gioco.

    Per la categoria Primi Calci, è possibile aumentare le difficoltà esecutive tramite 3 aspetti:

    1. Obbligando a fare i tunnel solo con il piede debole: in questo caso si utilizzerebbe un’esercitazione globale per dare uno stimolo allenante (la lateralità) solitamente somministrato tramite esercitazioni analitiche (non sempre tollerate dai più giovani).
    2. Utilizzare un numero di giocatori in più con la palla rispetto alle statue: ad esempio con 8 giocatori con palla e 6 statue, ad ogni turno 2 giocatori rimarranno senza possibilità di fare punteggi. In questo modo sarà stimolata più velocemente la capacità di individuare possibili soluzioni di gioco.
    3. A metà dei giocatori si può dare una casacca con la seguente regola; i giocatori con la casacca possono fare il tunnel solamente a quelli senza casacca e viceversa.

    Ovviamente in questa categoria, l’alternanza dei turni dovrà essere molto più incalzante, riducendo anche il tempo a disposizione per fare i tunnel (ad esempio da 10 a 6-7”).

    Variante N° 1 (collaborazioni e vincoli)

    Si introduce un piccolo stimolo collaborativo: ogni giocatore con la palla deve fare un tunnel a 3 statue differenti. Alla terza statua, le lascia il pallone e ci si scambiano i ruoli. Di conseguenza non sarà più l’istruttore a decidere quando ci sarà il “cambio” tra ogni giocatore e statua, ma sarà l’andamento del gioco stesso.  Modulando il N° di giocatori e statue si inciderà sul carico di lavoro.

    La “collaborazione” insita in questo gioco sta nell’indicare, da parte di chi ha la palla, quando effettua il 3° tunnel e di conseguenza lasciare la sfera alla statua. Si attribuisce un punto al terzo tunnel.

    Per rendere più impegnativo il gioco, si può vincolare il piede di utilizzo; se un giocatore tocca anche solo una volta la palla con il piede sbagliato, deve darla immediatamente alla statua senza avere la possibilità di fare il punto. Altro vincolo può essere quello di effettuare il tunnel solo frontalmente o solo di spalle alla statua.

    Altra variante interessante può essere quella dell’istruttore che cammina intorno al campo con diverse casacche in mano dello stesso colore; saltuariamente può alzare una delle casacche per un solo secondo; a chi (tra le statue ed i giocatori) dice il colore della casacca, viene assegnato un punto in più.  È comunque importante che questa variante non distolga i giocatori dallo scopo primario del gioco (cioè fare i tunnel); di fatto, è estremamente allenante eseguire l’esercitazione, focalizzandosi sempre su 2 aspetti (casacca+palla), ma è da evitare che (soprattutto i più piccoli) si focalizzino solo sull’osservazione della casacca.

    Variante N° 2 (pressione temporale)

    In questa variante si sviluppa in particolar modo la pressione temporale e la capacità organizzativa dei giocatori. Si gioca con le regole di base della precedente variante (al terzo tunnel, la passo alla statua), ma si introduce un terzo tipo di giocatori, cioè i “ragni”; come abbiamo visto in altri giochiragni giocano a 4 zampe (senza palla) e il loro scopo è quello di afferrare a terra la palla dei “giocatori con la palla” (vedi immagine sotto). Si invertono i ruoli tra ragno e giocatore quando:

    • Un ragno afferra la palla di un giocatore: in tal caso, il ragno si alza in piedi e diventa giocatore, e viceversa.
    • Ad un giocatore esce la palla dal campo di gioco: in questo caso, dovrà recuperare la palla con le mani e darla ad un ragno (a sua discrezione), scambiandosi di ruoli.

    Per modulare la difficoltà dell’esercitazione, si può ridurre lo spazio di gioco facilitando il compito dei ragni e rendendo più difficile lo svolgimento dei tunnel ai giocatori. Come punteggio addizionale, è possibile dare un punto in più ogni volta che un giocatore con palla riesce a toccare la schiena di un ragno senza farsi prendere la palla.

    È ovvio che questo tipo di variante è l’ideale con gruppi anche molto numerosi (16-20 giocatori), visto che la varietà dei ruoli all’interno della stessa struttura rende il gioco particolarmente diversificato.

    Conclusioni

    Il gioco dei tunnel rappresenta un’ottima struttura per lo sviluppo della guida della palla e delle capacità attentive, in particolar modo nella categoria Piccoli Amici; non è da escludere che le varianti più complesse possano essere inserite anche il primo anno dei Primi Calci e nel secondo anno (al limite come attivazione). Sotto potete trovare i link di altre strutture allenanti con caratteristiche similari.

    Nella parte alta della pagina, puoi trovare l’indice delle materie del blog con l’elenco degli articoli pubblicati per argomento. C’è anche la funzione “CERCA NEL SITO” per selezionare i post in base alle parole chiave.

    Se ti è piaciuto il post e vuoi rimanere informato sulla pubblicazione e l’aggiornamento degli articoli del nostro sito, connettiti al mio profilo linkedin.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  2. L’Italia delle Scuole Calcio: L’ASD Padri Trinitari di Bernalda (MT)

    Leave a Comment

    La quarta tappa del nostro viaggio tra le “fucine” di campioni ci porta in Basilicata e più precisamente in provincia di Matera, a Bernalda. Bernalda (Vernàllë in dialetto locale) è un comune di circa 12.000 abitanti. È il quarto della provincia in ordine d’abitanti, dopo Matera, Pisticci e Policoro.

    Ringraziamo il Signor Versace per la disponibilità nel rispondere alle nostre domande:

    D: Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?

    R: La motivazione che ci ha portato alla costituzione della nostra associazione e con quest’ultima la pratica sportiva del calcio è la passione che tutto lo staff tecnico nutre per questo meraviglioso sport e le emozioni che lo stesso ci fa vivere insieme ai nostri cuccioli.

    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?

    R. La nostra associazione, pur nata da soli 4 anni, consta di nr. 6 squadre; 2 cgt Piccoli Amici, 2 ctg Pulcini, 1 cgt Esordienti ed 1 ctg Giovanissimi Provinciali

    ASD Padri Trinitari
    Piccoli calciatori crescono!

    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?

    R. Non siamo affiliati con club professionistici per un semplice motivo, tutte le società interpellate chiedono in un modo o nell’altro un ritorno economico per l’affiliazione. Cosa che purtroppo non ci possiamo permettere.

    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?

    R. Si ne organizziamo alcune nel corso dell’anno: incontri di aggregazione al Bowling, all’acqua park, partecipazione a vari Memorial ed altro …..

    Bernalda-8
    Bernalda vista dall’alto

    R. Cerchiamo semplicemente di tenerli fuori dalle decisioni sia tecniche che organizzative, ma li coinvolgiamo nelle attività sportive ed agli eventi ai quali partecipiamo con i bambini.

    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?

    R. Noi li prepariamo innanzitutto alla vita mettendo vicino a loro degli istruttori che possono trasferire un esempio di educazione, poi relativamente al calcio si insegnano le basi di tecnica e tattica per prepararli ad un eventuale salto in qualche club professionistico che nota il loro talento.

    A cura di Nicola Amandonico

    Siete interessati a promuovere l’attività della vostra scuola calcio? Cliccate qui!

  3. La Scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino. Calcio, crescita e valori in Molise

    1 Comment

    Ringraziamo il gentilissimo Presidente Marco Altobello, della scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino, che svolge la sua attività ormai da un decennio a Campomarino (CB) una località turistica sulla costa molisana.

    Negli ultimi anni l’Adriatica Campomarino si é fatta notare nel panorama calcistico giovanile diventando una delle scuole calcio più grandi e blasonate del Molise. Nel 2012 é stata l’unica società del basso Molise a qualificarsi per le fasi finali sia con i Giovanissimi Regionali che con gli Allievi Regionali. Inoltre l’Adriatica Campomarino ha vinto 5 campionati provinciali, due con la Categoria Allievi e tre con la Categoria Giovanissimi.

    L’ultimo successo é di pochi giorni fa quando i Giovanissimi si sono aggiudicati la vittoria del Campionato Provinciale. Ma i risultati più importanti sono stati ottenuti dal punto di vista sociale: in un paese piccolo come Campomarino la scuola calcio Adriatica Campomarino é l’unica vera valvola di sfogo e occasione di fare sport per i ragazzi.

    Un evento importante organizzato dall’Adriatica Campomarino é il Torneo “Città di Campomarino” che si svolge ogni anno nel mese di giugno ed al quale partecipano squadre professionistiche italiane ed europee. Hanno partecipato negli anni squadre come Juventus, Chesterfield Town (Inghilterra), Kotor (Montenegro), Bari, Pescara, Lanciano, Giulianova, Taranto, Renato Curi, Foggia e calciatori diventati importanti come Marco Verratti e Diego De Girolamo.

    D. Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?
    R.: La nostra Scuola Calcio é nata con l’obiettivo di fornire ai ragazzi ed ai bambini del nostro paese un’occasione per vivere e crescere all’insegna di valori sani quali la lealtà, la solidarietà, l’amicizia, il rispetto delle regole e dell’ambiente che ci circonda. La nostra motivazione più grande che ci ha portato a costituire la Scuola Calcio é legata quindi a motivi sociali ed educativi volti ad allontanare i ragazzi dalla vita di strada e da modelli di vita sedentari.
    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?
    R.: La nostra Scuola Calcio é composta da 7 squadre suddivise nelle seguenti categorie: 2 squadre di Piccoli Amici, 2 squadre di Pulcini, 2 squadre di Esordienti e 1 squadra di Giovanissimi. A partire dalla prossima stagione sportiva riprenderemo le attività anche con la categoria Allievi Regionali.
    La squadra Giovanissimi
    La squadra Giovanissimi
    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?
    R. Siamo affiliati con il Pescara Calcio, società con la quale collaboriamo da diversi anni e che ha permesso una crescita importante per i nostri tecnici oltre a garantire una vetrina importante a diversi nostri ragazzi che si sono affacciati nel mondo del professionismo.
    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?
    R. L’aspetto sociale é molto importante per la nostra scuola calcio. Accogliamo bambini che provengono da diversi contesti sociali e tra i nostri iscritti é molto elevato il numero di ragazzi immigrati extracomunitari che grazie alle nostre attività riescono ad integrarsi al meglio. Da quest’anno inoltre, siamo protagonisti di una particolare iniziativa di solidarietà che abbiamo chiamato “Futbol Solidario”. Il progetto prevede una collaborazione con il Centre Sadio Diarra a Bamako, capitale del Mali. Aiutiamo i bambini africani, che vivono in condizioni particolarmente svantaggiate, mediante la spedizione di aiuti materiali, di divise e di materiale tecnico.
    africa 1
    D. Come gestite i rapporti con i genitori?
    R. Prima di iniziare la stagione sportiva organizziamo una riunione allo scopo di rendere partecipi i genitori riguardo i nostri progetti e le nostre attività. Per noi é molto importante il confronto diretto con i genitori che trovano nei nostri tecnici e nei nostri dirigenti degli interlocutori disponibili e preparati. I genitori sono coinvolti nelle nostre attività e nella crescita dei loro figli senza tuttavia consentire interferenze di carattere tecnico
    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?
    R. Lo sviluppo della coordinazione e degli schemi motori di base sono fondamentali. A causa dello stile di vita odierno i giovani conducono ormai una vita sedentaria che ne pregiudica le attività motorie. Per questo motivo i nostri programmi didattici sono rivolti allo sviluppo delle capacità motorie e coordinative in primis. Le nostre attività sono improntate ai principi della polivalenza e della multilateralità vale a dire alla varietà di contenuti e mezzi di allenamento. Da non sottovalutare é l’aspetto ludico, in particolare per le categoria di base non bisogna mai dimenticare che il calcio é un gioco tramite il quale divertirsi e socializzare
    A cura di Claudio Damiani e Nicola Amandonico
    Siete interessati a promuovere l’attività della vostra scuola calcio? Cliccate qui!
  4. Scuola calcio: il percorso tra i ragni

    1 Comment

    Continuiamo la rassegna dedicata ai mezzi più idonei ai primi anni della scuola calcio, seguendo una propedeutica che parte dalle varianti più semplici, per poi arrivare a quelle più difficili. Pur essendo, quello odierno, un esercizio prevalentemente rivolto alla guida della palla, vengono stimolati anche aspetti coordinativi come l’Agilità e il Senso del gioco. Si può considerare la naturale progressione del Gioco delle piccole tane, infatti prima di proporre questo tipo di esercitazione è fondamentale che i giocatori abbiano acquisito le regole e le modalità esercitative del Gioco del Ragno.

    PRIMA VARIANTE

    percorso tra ragni

    Lo scopo di ogni giocatore sarà quello di eseguire gli elementi del percorso indicati dall’allenatore senza far uscire la palla dal campo di gioco (in tal caso dovrà darla ad un “ragno”) e senza farsela prendere dai “ragni” (in tal caso si invertirebbero i ruoli). Ad esempio, nella figura sopra, i giocatori (i rossi) dovranno far passare la palla sotto ad un degli ostacoli, entrare con la palla in una delle porte di coni rossi ed entrare in una delle porte di cinesini gialli; se riusciranno ad effettuare le stazioni senza farsi rubare la palla dai ragni (i blu) e senza farla uscire dal campo, gli verrà attribuito un punto e a quel punto dovranno passare la palla ad un ragno invertendosi di ruolo. Rispetto ai giochi precedenti, il giocatore non solo dovrà stare attento a non “perdere” la palla (nei modi previsti dall’esercizio), ma anche a scegliere, tra gli elementi del percorso, quelli meno presidiati dai ragni; infatti è molto importante inserire nel campo di gioco almeno 2-3 tipi di ogni elemento (ad esempio 2-3 ostacoli, 2-3 porte rosse, ecc.) in maniera tale che il giocatore sia stimolato a “guidare e guardare”, scegliendo non solo gli spazi vuoti, ma anche i percorsi più adatti per raggiungere il proprio scopo. Le varianti sono riferite alla tipologie di “percorsi” inseriti nel gioco: ostacoli alti (sotto i quali il giocatore deve passare insieme alla palla), minislalom (di 3-4 coni) ed altri attrezzi possono contribuire a variare lo stimolo allenante.

     

    SECONDA VARIANTE

    percorso tra ragni 1

    Per incrementare ulteriormente la difficoltà dell’esercitazione, è possibile inserire dei cerchi (cioè delle “piccole mete”) dentro i quali ci saranno dei compagni a cui passare la palla una volta finito il percorso; a differenza della variante precedente, la palla non dovrà essere passata ad un ragno, ma ad un giocatore libero in un cerchio. Una volta passata la palla (vedi sopra), si invertiranno i ruoli dei 2 giocatori. L’inserimento di un’ulteriore difficoltà sarà quella di dividere i giocatori in 2 colori (casacche), ad esempio rossi e blu: una volta finito il percorso, i rossi potranno passare la palla solamente ai blu e i blu potranno passarla solo ai rossi. L’attribuzione di 3 colori con il conseguente ordine di passaggio (i rossi la passano ai blu, i blu ai gialli e i gialli ai rossi); quest’ultima variante richiede maggiori spazi di gioco e può essere affrontata, la prima volta, anche senza ragni.

     

    CONCLUSIONI

    scheda

    Ritengo fondamentale l’utilizzo di giochi con i “ragni” per contestualizzare la guida nello spazio e sviluppare alcuni aspetti della coordinazione (soprattutto i presupposti dei portieri, che a quest’età hanno timori a gettarsi a terra sulla palla). L’incremento del carico globale tecnico/tattico della guida della palla nella categoria Primi Calci deve avvenire prevalentemente tramite varianti che portano in maniera progressiva (variante dopo variante) a portare l’attenzione verso più aspetti (percorsi, ragni/avversari, passaggio a compagni, ecc.), in maniera tale da automatizzare gli elementi più semplici, focalizzandosi di volta in volta verso quelli più complessi (Senso del Gioco). Sono aspetti “non scontati” a cui bisogna porre attenzione! Di seguito, riportiamo altri giochi tecnici-coordinativi con stimoli allenanti sovrapponibili:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  5. Guida della palla in regime di rapidità (dall’1c1 globale al 2c2 di transizione)

    Leave a Comment

    Analizziamo oggi un mezzo molto utile (e molto gradito dai giocatori) per lo sviluppo della guida della palla in regime globale/situazionale che diventa anche un esercizio di collaborazione. La semplicità che lo caratterizza, lo rende utile per tutte le categorie della scuola calcio, con varianti relative all’età dei giocatori. Gia in precedenti post, abbiamo visto come l’1c1 possa essere un presupposto di gioco fondamentale per lo sviluppo della guida della palla nella categoria Primi Calci e per l’allenamento della Rapidità cognitiva (anticipazione, percezione, decisione).

     

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, la struttura di base prevede un rettangolo di gioco abbastanza grande (20m per 12-15m), 2 porte di 3-4m e 2 portieri. Ad ogni lato lungo del rettangolo ci saranno 2 file di giocatori con palla e 2 file senza. Al fischio dell’allenatore, il primo giocatore di ogni fila dovrà entrare nella porta di coni che ha di fronte (i giocatori con la palla in guida e gli altri ad inseguire); i giocatori con la palla dovranno andare a segnare al portiere della squadra avversaria e i giocatori che partono dallo stesso lato dovranno inseguirli e rubargliela (cercando a sua volta di fare gol nell’altra porta). Esempio nella figura sotto.

    Si verranno quindi a creare due “1c1 ad inseguimento con porte e portieri”. Le dimensioni del rettangolo sono fondamentali affinché l’azione abbia una durata minima di 7-8” in maniera tale da riuscire a sviluppare elevate velocità di gioco (e in parte anche la potenza aerobica) anche per giocatori con scarsa capacità di guida della palla; questo tende a simulare in maniera globale le situazioni di gioco che si verificano in partita. La distanza tra le 2 file è altrettanto fondamentale per modulare lo scopo dell’esercitazione; infatti, distanze superiori a 8-9m metri (tra le 2 file) tendono a favorire il giocatore in possesso di palla (quindi si faciliterà la situazione di “1 contro il portiere”), mentre con distanze inferiori chi ha la palla dovrà essere in grado di proteggere la palla dal ritorno del difensore.

    Quando uno dei 2 palloni uscirà dal campo, tutti e 4 i giocatori (più i 2 portieri) giocheranno con quello che rimane (2c2 con porte e portieri) fino a quando uscirà anche quello. Questo dettaglio permette di allenare la capacità di transizione (attenzione/anticipazione) e altri prerequisiti tecnico/tattici in base all’età dei giocatori. Ad esempio, per giocatori della categoria Primicalci verrà stimolata semplicemente la capacità di “attenzione/anticipazione” (per il rapido adeguamento alla situazione di gioco), mentre sin dalla categoria Pulcini (lungo i 3 anni di didattica) i concetti di “smarcamento in zona luce”, “ampiezza”, “sostegno”, “triangolo”, ecc. Nell’ultimo anno della categoria potranno anche essere affrontati in maniera globale i concetti difensivi di “esco/copro”. È ovvio che questo mezzo funge anche da stimolo allenante per la rapidità senza palla. L’allenamento nei confronti della potenza aerobica (tramite l’elevata densità di gioco) è relativa alla lunghezza delle azioni di gioco e del numero di giocatori (3 elementi per fila è l’ideale); starà poi alla sensibilità dell’allenatore concedere qualche piccola pausa (verbalizzando alcuni spunti emersi dall’attività di gioco) nel caso in cui veda i giocatori particolarmente affaticati.

     

     

    VARIANTI

    Nella figura sopra è rappresentata una variante relativa all’utilizzo delle finte; gli 1c1 non saranno più “ad inseguimento”, ma “frontali”, in maniera tale da stimolare adeguatamente l’utilizzo delle finte nell’1c1. Può essere introdotta la seguente regola: “se segno nella stessa azione nella quale ho effettuato una delle finte analizzate in allenamento allora il gol vale doppio”. Vale sempre la regola del “2c2 quando esce la prima palla” con tutte le considerazioni fatte sopra. Nel caso in cui si voglia dare una maggiore impronta coordinativa/condizionale è possibile far precedere l’inizio dell’esercitazione da dei minipercorsi che vadano a stimolare proprio queste capacità. Nella figura sotto è riportata una “mininavetta senza palla” per il giocatore in possesso e un “minipercorso a forma di 8” per quello senza palla.

    CONCLUSIONI

    Questo mezzo operativo per lo sviluppo contestuale di diversi elementi tecnico/tattici è un’ottima esercitazione di sintesi e di verifica delle abilità individuali/collettive su cui si lavora nei primi anni della Scuola Calcio; risulta inoltre molto utile per sviluppare la capacità di attenzione dei portieri che dovranno badare a 2 azioni contemporaneamente. Le varianti proposte permettono di focalizzarsi (per lo meno nella fase iniziale dell’esercitazione) sulle varie componenti dell’1c1 (guida in inseguimento, finte, ecc.). Di sotto riportiamo alcuni precedenti post in cui sono stati approfonditi l’1c1 in forma analitica e globale.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  6. Il clinic per la scuola calcio dell’ACD Marco Polo a Mestre (VE)

    Leave a Comment

    AIACD e ACD MARCO POLO

    organizzano il Clinic : “ALLENIAMO ED APPRENDIAMO CON LA SCUOLA CALCIO “

    AIACD e ACD MARCO POLO sono lieti di invitarvi al seminario che prevede 2 Incontri Tecnici che si svolgeranno al Centro Sportivo “TALIERCIO” in via Vendramin – Mestre sul campo in erba sintetica.

    Gli argomenti sviluppati durante le due serate dedicate saranno :

    LUNEDI 13 MAGGIO 2013 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

    “METODOLOGIA ED OBBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO NELLA SCUOLA CALCIO”

    Relatori : gli Educatori della Scuola Calcio ACD MARCO POLO , il Coordinatore Tecnico ACD MARCO POLO – Vladimiro Carraro

    MARTEDI 14 MAGGIO 2013 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

    ” LA PIRAMIDE DI SVILUPPO DI UN CALCIATORE : IL COERVER COACHING”

    Relatore : il Coordinatore Tecnico del Progetto Sporting Club Scuola Calcio AC PERUGIA FOOTBALL ACADEMY – D’Ulisse Claudio

    Al termine di ogni serata ci sarà un confronto con gli allenatori sugli argomenti visionati e trattati.

    Il Costo per partecipare a tutte e due le serate sarà di :

    15€ per gli ISCRITTI AIACD*

    25€ per i NON ISCRITTI AIACD

    *( per gli iscritti AIACD ci sarà in seguito la possibilità di scaricarsi gratuitamente , dal sito di AIACD, il file con il video delle serate ).

    Il pagamento potrà essere effettuato direttamente presso il Centro Sportivo “TALIERCIO” ogni sera dalle ore 17.30 alle ore 19.00 chiedendo di CARRARO o FUNES oppure il primo giorno di Seminario ( LUNEDI 29 APRILE) presentandosi entro e non oltre le 16.45!! Suggeriamo per motivi di organizzazione e soprattutto perchè il Clinic sarà a numero limitato di posti di effettuare pagamento e prenotazione secondo le modalità descritte entro il giorno 7 MAGGIO!!!

    PER PRENOTARE LA PARTECIPAZIONE potete inviare una mail di conferma al seguente indirizzo indicando NOME COGNOME e SOCIETA’ DI APPARTENENZA e successivamente passare presso il Centro Sportivo “TALIERCIO” per effettuare pagamento e conferma di partecipazione.

    Per ulteriori informazioni potete contattare il seguente recapito tel. 347 7572014.

    Sperando di aver fatto cosa gradita porgiamo i più Cordiali saluti

    AIACD

    ACD MARCO POLO

  7. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (seconda parte)

    Leave a Comment

    Dopo aver visto l’esercitazione di base della Battaglia di palloni ed alcune varianti (con il tiro in porta), andremo ad analizzare altre modifiche che possono rendere questo mezzo ancor più utile per la strutturazione dell’allenamento dei primi anni della scuola calcio.

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA E TECNICA

    È possibile modificare la stessa variante presentata nel post precedente aggiungendo una componente tecnica prima di entrare nel rettangolo di tiro. Ecco alcuni possibili esempi:

    • Slalom globale (cioè con piede e numero di tocchi liberi) tra coni prima di entrare nel quadrato.
    • Slalom analitico (cioè con piede e numero di tocchi stabiliti dall’allenatore) tra coni.
    • Passaggio a compagno sponda fisso, ma che a turno dovranno fare tutti.
    • Percorso con ostacoli da saltare (facendo passare la palla sotto).
    • Percorso coordinativo: capovolta, rotolamento, ecc.

    Anche in questo caso sarà possibile tirare con il piede forte o con il piede debole (scelta fatta a priori comunicata dall’allenatore). Con questa variante incrementa la parte tecnica dell’esercizio, rendendolo un mezzo interessante per il riscaldamento in diverse situazioni.

    VARIANTE CON ZONA FRANCA

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, verrà inserita una zona di campo centrale, detta “zona franca”. Si tengono le stesse regole della VARIANTE CON TIRO IN PORTA, ma per segnare è obbligatorio tirare da questa zona e tutti i giocatori (di entrambe le squadre) possono entrare in questa zona. Un giocatore in zona franca può cercare di rubare la palla all’avversario, ma senza fare fallo. Varrà tirato, a fine gioco, un rigore per ogni fallo subito. Più che in altre esercitazioni, sarà importante l’utilizzo di palloni morbidi (spugna o gomma), in quanto sarà possibile tirare da tutte le parti della zona franca e sarà anche possibile che qualche giocatore venga “colpito da qualche pallonata”. Questa variante si presenta particolarmente interessante perché:

    • Incrementa il numero di “ruoli volanti” all’interno di ogni squadra; non ci saranno solamente i portieri e i bomber, ma anche i difensori che nella zona franca cercheranno di rubare la palla agli avversari (ed eventualmente tirare). È importante sottolineare che ogni giocatore può scegliere e cambiare il proprio ruolo liberamente quando vuole.
    • Aiuta i bambini più timorosi a vincere la paura della palla, perché li abituerà ad andare incontro all’avversario che sta tirando per evitare che segni.
    • Abitua i bambini a rispettare le regole ed “autoarbitrarsi” da soli in caso di fallo; saranno loro a dover indicare il fallo di un avversario o meno. L’allenatore dovrà prestare attenzione affinché ogni “conflitto” in questi termini venga risolto nel migliore dei modi, facendo capire ai giocatori l’importanza di un atteggiamento onesto e rispettoso.

    In questa variante si aggiungono componenti di tattica individuale (1c1 in maniera globale)!!

    VARIANTE CON META

    Si ritorna all’esercitazione di base (ogni giocatore deve rimanere nella propria metacampo e nessuno può usare le mani) ma, da com’è possibile vedere nella figura sopra, vengono poste 2 mete (non si usano più le porte e le aree) a fondocampo per ogni squadra. Ogni squadra dovrà cercare di tirare la palla dalla propria metacampo facendole attraversare la meta avversaria (sostanzialmente sarà come avere una porta grande come il fondocampo) utilizzando esclusivamente i piedi. È possibile utilizzare le mani solamente nella propria meta per parare la palla. Dopo poco i giocatori capiranno che per segnare sarà fondamentale tirare la palla alta. A questo punto, l’allenatore inserirà l’obbligo del “non utilizzo delle mani” (in tal caso sarà punto con rigore alla fine del gioco); in questo modo i bambini cominceranno ad alzarsi la palla con i piedi stimolando ulteriori aspetti tecnici. A differenza dell’ESERCITAZIONE DI BASE, in questa variante è maggiormente sollecitato il Senso del gioco, in quanto i giocatori dovranno imparare a distribuirsi uniformemente lungo il fondocampo per proteggere al meglio la meta; inoltre sarà stimolata la collaborazione tra chi tira e chi para, sia nella gestione della palla che nei cambi di ruoli.

    CONCLUSIONI

    La battaglia di palloni con tutte le sue varianti rappresenta un ottimo mezzo allenante per i primi anni della scuola calcio. Racchiude in sè diverse componenti coordinative, tecniche (soprattutto per il tiro), tattiche-individuali e allo stesso tempo stimola i bambini alla collaborazione e al rispetto delle regole. Inoltre, permette di capire chi è particolarmente predisposto a giocare in porta.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  8. “Insegnare ed imparare: elementi per crescere”

    Leave a Comment

    a cura di Claudio Damiani – Allenatore di base

    E’ stato il tema di una piacevole serata alla quale sono stato invitato da una società della mia provincia. Di fronte a un pubblico composto perlopiù da genitori del settore giovanile e dirigenti della stessa ( l’A.C. Treporti militante nel campionato di Seconda categoria Veneta), gli spunti sono stati molteplici e tutti interessanti.

    • INSEGNARE: è un termine che può avere mille interpretazioni che dipendono da chi insegna e verso chi, dal contesto in cui si insegna e soprattutto da cosa si insegna.
    • L’INSIEME DI NOZIONI E CONCETTI che caratterizzano il nostro bagaglio culturale e tecnico (riferito al calcio e allo sport), costituiscono elementi a noi chiari e incisi nel nostro modo di fare attività ma soprattutto di voler fare attività:
    • A volte consideriamo che essere possessori di nozioni e concetti, essere esperti di un argomento piuttosto che un altro ci porta ad essere automaticamente in grado di saperli esprimere a un gruppo di nostri allievi/calciatori.

    Non a caso, e molti di noi lo sanno, occorre distinguere ciò che sappiamo da ciò che siamo in grado a trasmettere e da ciò nasce un quesito:

    L’istruttore/allenatore è sempre in grado di SAPER FAR APPRENDERE le sue conoscenze e le sue esperienze ai suoi allievi?

    Infatti: non è detto che se noi apprendiamo e comprendiamo dei concetti, catalizziamo delle idee a noi oggettivamente chiare, limpide, poi siamo in grado di insegnarle con la medesima naturalezza al nostro gruppo di ragazzi.

    Non dobbiamo considerarci Allenatori dal momento in cui usciamo dal Corso di Allenatore di Base. Io stesso la pensavo così; ma la realtà è diversa.

    QUALI QUALITA’ DEVE AVERE UN BUON ALLENATORE?

    L’amore e la passione per il calcio, la predisposizione a fare sacrifici (UMILTA’), il saper dosare l’autorevolezza nei confronti dei ragazzi senza farla sfociare in AUTORITA’. Senza poi tralasciare la qualità, più che la quantità, delle nozioni da trasmettere agli allievi.

    E per ultimo, fattore non meno importante, il sapere gestire i momenti difficili della gara/stagione alla pari dei momenti di soddisfazione e serenità.

    SAPERE COSA SI E’ IN GRADO DI FARE avendo l’accortezza di RICONOSCERE I PROPRI LIMITI

    Non è corretto guidare i “Primi calci” se non ne siamo portati e non ne abbiamo le conoscenze per farlo e la nostra prerogativa è la prima Squadra. E purtroppo molti istruttori/allenatori fanno e vogliono fare anche se non sanno fare, per mancanza di umiltà propria ma anche per negligenza di chi fa le scelte…

    IL PATENTINO E’ DA CONSIDERARSI UN PUNTO DI PARTENZA, NON DI ARRIVO

    Allenare, istruire, dirigere un gruppo NON E’ PIU’ SOLO ATTIVITA’ DI CAMPO; magari!

    Vi sono altre dinamiche in cui bisogna cimentarsi:

    • Il rapporto col Direttore o con il Responsabile del Settore Giovanile, col Segretario (e in qualche situazione col Presidente…)
    • A certi livelli occorre avere un buon rapporto con la stampa locale e in taluni casi, ma in questo caso si parla di professionisti che lavorano su “piazze” importanti, anche con i tifosi

    E in un certo senso la nostra abilità consiste nell’”ALLENARE” anche questi “soggetti”.

    Ma a livello di settore giovanile occorre allenare anche

    I GENITORI.

    (CHE IN MOLTI CASI, VORREBBERO CHE IL FIGLIO DIVENTASSE QUEL CALCIATORE CHE NON SONO MAI RIUSCITI A DIVENTARE).

    E da qui l’abilità dell’allenatore/istruttore deve essere in grado di gestire al meglio il rapporto con i genitori (quindi “allenare” anch’essi).

    Nel SETTORE GIOVANILE, nelle fasce evolutive costituite dalle categorie “Scuola calcio”, “Primi calci”, Pulcini ed Esordienti, INSEGNARE è il termine adatto.

    Si consideri che l’aggregazione di un gruppo di bambini attraverso lo sport e il calcio deve essere tale per produrre dapprima un’educazione e un rispetto verso le persone e le cose, quindi l’obiettivo dovrà essere:

    • SOCIALE,

    Quindi prettamente

    • LUDICO e

    in un terzo step

    • COORDINATIVO E TECNICO in quanto consideriamo che l’aspetto coordinativo debba essere precedente e fondamentale per l’assimilazione e lo sviluppo qualitativo della tecnica di base.

    ISTRUTTORI/EDUCATORI, NON ALLENATORI

    Potremmo affermare quindi, che l’allenatore possa essere definito tale dalla categoria “Giovanissimi”, una fascia evolutiva ideale per poter continuare ad esercitare gli aspetti di cui sopra cominciando ad integrarli con i primi rudimenti di TATTICA INDIVIDUALE E DI REPARTO.

    Noi di MisterManager.it, al fine di poterci confrontare e di ampliare le conoscenze nostre e di chi ci segue, gradiremmo ascoltare ed imparare dalle esperienze dei nostri colleghi utenti e visitatori la metodologia di lavoro adottata sul campo e non attraverso questa traccia guida.

    ESPERIENZE PERSONALI

    CONTESTO:

    • SETTORE GIOVANILE (obiettivi)
    • PRIMA SQUADRA (obiettivi)

    COME INSEGNO? COME FACCIO APPRENDERE AI MIEI GIOCATORI? COME GESTISCO I MIEI ALLIEVI?

    METODOLOGIA:

    • SETTIMANA TIPO (Aspetto atletico, tecnico, tattico)
    • SISTEMI DI GIOCO ADOTTATI
    • GESTIONE DELLA SOSTA DI CAMPIONATO INVERNALE
    • MOTIVAZIONE (RECUPERO DELL’AUTOSTIMA, MENTALITA’ VINCENTE)
    • RAPPORTI DELL’ISTRUTTORE/ALLENATORE COL GRUPPO, GESTIONE DELLO STESSO, SCELTE TECNICHE, ECC.

    Inviate i vostri pensieri o i commenti a questo articolo a blog@mistermanager.it li pubblicheremo molto volentieri: sarà un modo per portare esperienze e idee al servizio di tutti!

Mistermanager.it © Tutti i diritti riservati - Privacy Policy - Realizzazione siti internet www.christophermiani.it

In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei