E’ importante definire quali e quante siano le partite della squadra avversaria da affrontare da prendere in considerazione sotto forma di analisi.
Fino ad ora abbiamo parlato di gara in sé, tenendo conto degli aspetti tecnici e tattici da registrare; è opportuno tenere in considerazione che, nell’arco di una stagione sportiva, una squadra di calcio può cambiare modulo e sistema di gioco, può avere delle defezioni dal punto di vista dell’organico dovute a squalifiche o infortuni, può essere soggetta a dei cali di condizione o alla sostituzione dell’allenatore e può altresì essere soggetta inevitabilmente a sanzioni da parte del Giudice sportivo.
Per questi motivi possiamo sostenere che non sarebbe sufficiente basare la nostra analisi solo ed esclusivamente sull’ultima gara disputata dalla squadra presa in esame.
E allora: quante partite è opportuno considerare e quali devono essere sottoposte ad analisi tecnico-tattica?
Una soluzione adottata dai più e che noi consigliamo è la seguente:
Se la partita da giocare vede la nostra squadra in casa sarebbe opportuno visionare i video delle due ultime gare giocate in trasferta e l’ultima gara (giocata presumibilmente in casa).
Con questo sistema si è orientati a comprendere se:
la squadra da affrontare assume lo stesso atteggiamento in casa e in trasferta;
se la stessa squadra è propositiva sia in casa che in trasferta;
se assume atteggiamenti difensivisti sia in casa che in trasferta;
se utilizza strategie diversa a seconda che giochi in casa o meno.
Altro aspetto che si può evidenziare osservando almeno una rosa di cinque, sei gare delle ultime disputate, è la condizione fisica e psicologica degli avversari.
Si può anche comprendere se l’allenatore avversario è propenso (tenuto conto di infortuni e squalifiche), a utilizzare sempre gli stessi giocatori o cambia formazione in funzione degli avversari.
Oltre a questi accorgimenti, molti allenatori tendono a voler valutare quei filmati in cui le squadre avversarie si trovano difronte a compagini schierate con il modulo tattico della propria squadra.
Ad esempio: la nostra squadra gioca con il modulo 1-4-3-1-2; si sarà propensi a visionare e analizzare i filmati della squadra “X” in gare in cui ha affrontato squadre schierate con questo modulo…
Tratto dal libro: “Studiare gli avversari… e se stessi – Migliorare la prestazione con la Match Analysis”
Si comprende bene che per essere un buon tattico, in grado di saper rendere l’idea dell’andamento di una gara di calcio, occorre avere un certo grado di preparazione, esperienza e capacità interpretative.
Ricordiamoci che per essere un buon analista non è sufficiente guardare ma è fondamentale osservare, far propri dei dati, analizzarli, per poi creare un output utile alla causa da trasmettere all’allenatore e ai giocatori.
Non sottovalutiamo inoltre l’utilizzo dei media, della tecnologia, che permettono di consultare banche dati, procacciare informazioni, reperire notizie e presentarsi alla gara da visionare già preparati su più di qualche elemento utile per l’imminente lavoro da intraprendere.
Oltre alla capacità di reperire informazioni, stiliamo un elenco di caratteristiche e doti che un collaboratore tecnico che si dedica all’analisi, deve possedere:
La conoscenza del gioco del calcio. E’ la base da cui si deve partire. Occorre saper distinguere un sistema di gioco da un altro e soprattutto conoscerne le caratteristiche positive e negative dell’uno contrapposto all’altro.
L’intelligenza e l’elasticità mentale. Essenziali per l’analisi qualitativa, ovvero il comprendere il rapporto causa-effetto degli eventi che si succedono durante una gara.
L’intuizione: osservando si va oltre a ciò che si vede. Vi possono essere situazioni difficili da leggere che devono essere per forza interpretate.
Capacità di autocritica. A volte è strettamente necessario non inorgoglirsi su dei propri concetti delineati ma avere la capacità di rivederli per non mutare gli aspetti reali.
Capacità di proiezione. Immaginare i comportamenti della squadra osservata e le caratteristiche dei suoi giocatori contrapposta alla nostra.
Il vissuto. E’ una caratteristica che accomuna la maggior parte degli addetti ai lavori che ricopre questo ruolo. Il vissuto va inteso come qualità dell’esperienza e non come età anagrafica, ben inteso.
Capacità mnemonica. La memoria è un elemento imprescindibile, permette di ricordare e fissare i dati selezionati, e gli aspetti della gara non previsti e quindi… …inaspettati e potenzialmente sfuggevoli.
L’imparzialità di giudizio. E’ importante in quanto, in ambito di analisi di atleti o squadre, si rischia di creare degli alibi negativi per i giocatori stessi o per eventuali scelte tattiche o strategiche future:
“qualunque cosa fatta da quel giocatore è corretta!”
“Qualunque cosa fatta da quel giocatore è sbagliata!” (stigmatizzazione).
La lucidità: come in tutti i lavori, anche in questo è necessario essere al 100% delle proprie facoltà psico-fisiche in quanto l’osservazione della performance può essere seriamente compromessa da:
SICS srl e VIZRT hanno siglato un accordo per la distribuzione ai club professionistici italiani del prodotto Viz Libero. E’ questo un sofisticato software di info-grafica televisiva finora utilizzato dai più noti broadcaster internazionali per produrre animazioni iperrealistiche a sostegno del commento giornalistico della partita.
La spettacolare capacità di evidenziare graficamente le caratteristiche di gioco potrà ora essere utilizzata anche dai videoanalisti tattici delle squadre professionistiche per incrementare in modo significativo l’efficacia comunicativa dei video prodotti sia per lo studio della squadra avversaria che della propria squadra e presentati ai giocatori durante la seduta tecnica.
Michele Crestani, CEO di SICS esprime la grande soddisfazione per avere inserito un prodotto di così elevata qualità nell’offerta di SICS, certo che molti allenatori dei principali club di Serie A e B vorranno sfruttare il vantaggio competitivo di una comunicazione graficamente così sofisticata ed efficace.
I corsi Junior Match Analyst organizzati da Sics hanno l’obiettivo di fornire un percorso completo per lo sviluppo delle competenze di base richieste a un Match Analyst.
Sviluppati su 3 livelli, forniscono ai partecipanti informazioni sugli strumenti hardware e software disponibili, sulle tecnologie e sulla loro applicabilità nel campo della match analysis, partendo dalle richieste dei settori giovanili e dilettanti con uno sguardo al mondo professionistico.
La partecipazione al percorso Junior Match Analyst e il superamento dell’esame finale danno diritto ai primi classificati di usufruire di posti riservati per i corsi di certificazione di Professional Performance Analyst, tenuti a Coverciano.
Spesso si parla di scout ed osservatori, di diversa estrazione e cultura, ma quali devono essere le reali caratteristiche di un match analyst?
La risposta a questa domanda, come molte altre che riguardano la match analysis, non può essere immediata e soprattutto può essere soggetta a differenti interpretazioni oltre che a differenti valutazioni. Oltre alle competenze tecniche, che diamo per scontate e da valutarsi caso per caso, sicuramente ad un match analyst non possono mancare le seguenti qualità:
Interdisciplinarità: non solo di competenze tecniche calcistiche può vivere il match analyst di oggi; essere in grado di padroneggiare con semplicità strumenti informatici e sistemi di video-editing è una delle caratteristiche che, in primis, possono farvi fare il salto di qualità nel settore. Non è un caso, infatti, che i corsi registrati e finanziati dalla federazione vertano anche su questo aspetto focale.
Personalità: bisogna essere in grado, se la situazione ci comporta a farlo, di dire la verità al proprio mister; se riteniamo che la scelta che sta prendendo è completamente sbagliata o poco oculata non bisogna aver paura di farglielo presente. Teniamo, però, sempre presente che non siamo allenatori; questo aspetto ci deve indurre a fungere da suggeritori e non da impositori delle nostre informazioni. Proprio per questo motivo insieme alla personalità anche la diplomazia è una delle caratteristiche da non sottovalutare per un ottimo match analyst.
Obiettività: Ognuno di noi vive di calcio, aspetto che può indurci a volte a dover valutare anche la propria squadra del cuore o del nostro paese/città, la squadra con la quale siamo cresciuti e con la quale, magari, abbiamo anche sognato. Non è semplice rimanere obiettivi in fronte a chi ha animato i nostri pensieri; essere in grado di valutare con oggettività ed obiettività una formazione a noi molto simpatica non è lavoro semplice, richiede anzi un impegno ed un’esperienza notevoli. Pari dicorso vale anche per le squadre che a noi stanno molto anticipatiche; valutarle da “formazione come le altre” sarà un esercizio che riuscirete a finalizzare solo con il tempo.
Umiltà: per parafrasare un motto di indubbia notorietà “Nessuno nasce imparato!”. Applicarsi giorno dopo giorno nell’attività di match analysis imparando il proprio ruolo e migliorando le proprie competenze sono il primo passo per la formazione di un vero match analyst. Dobbiamo imparare ad essere noi i primi critici di noi stessi.
Divertimento: prendere la match analysis come un lavoro deve essere la via da seguire, ma lavorare divertendosi ci porterà a conseguire risultati altrimenti irragiungibili. Applicatevi e divertitevi durante ogni partita, sperimentate, ricercate, siate ricchi di innovazione e creatività; solo in questo modo potrete diventare dei match analyst di alto livello.
Vi sentite di aggiungere qualche altra caratteristica che ritenete importante per diventare un match analyst? Commentate l’articolo, aspettiamo le vs.opinioni.
L’elevato numero di professionisti “senza panchina” ha portato il calcio ad occupare una serie di assistenti all’allenatore che ne hanno aumentato esponenzialmente il lavoro aggiunto: ma serve davvero tutto questo lavoro?
Osservando il calcio di oggi, anche non da professionisti ma semplicemente da appassionati, ci rendiamo conto di una cosa importante: tutto il calcio, oggi, gira attorno all’analisi. Le immagini televisive negli intervalli delle gare, prima del calcio d’inizio e subito al termine della gara fanno si che analizzare ciò che accade sul rettangolo di gioco sia assolutamente un passaggio obbligato del calcio moderno.
Naturalmente tutto ciò che è conoscenza, non può essere definito in alcun modo inutile: l’elevato numero di professionisti, aggiunti agli strumenti attualmente a disposizione, permettono di effettuare una serie di scelte e considerazioni che nel calcio passato non potevano essere disponibili; quanto però è utile il lavoro che è stato svolto da questi tecnici per il risultato finale?
Probabilmente molto dipende dal contesto, perchè potrebbero palesarsi due situazioni clamorosamente inutili nell’analisi delle partite: da un lato potremmo avere una società con un team di professionisti poco competenti e poco avvezzi alle tecnologie a fronte di un team con disponibilità economiche elevate; dall’altro portemmo trovarci un team con poca potenza finanziaria ed un team di allenatori (che avranno un unico leader o manager, il primo allenatore) con la necessità e il desiderio di produrre una serie di analisi per ottenere i propri risultati.
Come in molti altri aspetti dello scouting moderno, la reale utilità della match analysis nasce dalla capacità del team di allenatori/professionisti innanzitutto a “vestire” l’analisi sulle esigenze del team (non solo sportive) per produrre dei documenti che siano completi ed interessanti non solo al team di allenatori, ma alla società intera.
Quello della Match Analysis è un settore in continua evoluzione, sempre più discusso e commentato da media e addetti ai lavori.
Ne è una testimonianza il contributo trasmesso dalla trasmissione di Rai 1 “Superquark” del 10 luglio nel corso, con il quale si è descritto il “modus operandi” (a livello di analisi della performance), della squadra del Los Angeles Galaxy, impegnata nella M.S.L. Statunitense.
Esso è basato su un sistema di telecamere a presa grandangolare denominato “K2”, che consente sulla falsa riga del sistema a breve in commercio e distribuito da Sics (Tactical Camera), di prendere in considerazione tutto il terreno di gioco e non soltanto la porzione di esso esclusivamente limitrofo alla palla (come accade con la ripresa video tradizionale).
E’ un sistema già utilizzato da qualche tempo, anche da altre Aziende, ma che produce un’incidenza qualitativa della performance analysis, sicuramente maggiore sia a livello tecnico-tattico, che fisico del singolo giocatore.
Il filmato:
[vimeo]https://vimeo.com/100525165[/vimeo]
A cura di Claudio Damiani, Allenatore Uefa B, Match & Video Analyst
Ultimamente nella nostra Serie A (ma non solo), si nota più di qualche squadra che si dispone a zona nella rimessa dal fondo a favore.
Tale costruzione con i difensori larghi e molto bassi viene definita “costruzione ai 5,50” poiché la loro posizione va a stare lungo il prolungamento dell’area piccola (5,50 metri dal fondo, appunto).
Lo studio delle palle inattive giunge quindi a considerare una situazione di “gioco statico” che finora non è era quasi mai stata considerata.
C’è chi fa scendere il metodista, allarga i due difensori centrali e manda i difensori esterni a fungere da ali aggiunte come la Roma di Garcia (difesa a 4); chi invece allarga semplicemente i tre difensori formando una linea che passa al di sotto dei vertici dell’area di rigore come l’Inter (difesa a tre o cinque giocatori, dir si voglia).
E’ ciò che si verifica ultimamente in occasione di palla in possesso del portiere, in particolar modo in occasione della rimessa del gioco dal fondo, con pallone fermo.
L’obiettivo per chi attacca è quello di iniziare una manovra ragionata. Possono verificarsi due situazioni
la squadra difendente sale a negare le linee di passaggio ai tre giocatori posizionati al limite dell’area e si allunga negando il gioco basso ai tre avversari avvicinatisi all’area per ricevere ma lasciando larghi spazi (e lunghi) nella zona trequarti/centrocampo.
la squadra difendente non sale, rimane corta e stretta e attende l’inizio della manovra avversaria.
Nella nostra massima serie, Juventus, Roma, Inter, Torino e Milan in particolare, non disdegnano a utilizzare questa partenza da dietro, a volte anche con sin troppa ostinazione.
Una gara dai contenuti tecnici piuttosto deludenti non nega la rilevazione di qualche spunto a livello tecnico tattico, anzi. Nel’analisi filmata si è voluto fare luce sugli aspetti che hanno contraddistinto la fase difensiva del Milan e in particolare:
la novità del modulo dei rossoneri schierati con un centrocampo “a rombo” con de Jong vertice basso e Taarabt dietro le due punte Kakà e Balotelli;
la difficoltà che ha creato l’Inter con continui cambi di gioco nella zona di Jonathan a De Sciglio e Poli specialmente nel primo tempo;
due situazioni, molto interessanti a livello didattico: uno “scappo e stringo” ben eseguito e una copertura “a triangolo” su un pallone lungo;
due situazioni dai palla inattiva (tra cui quella relativa alla rete del Milan).
La disposizione iniziale delle due squadre contrapposte: 1-4-3-1-2 vs 1-3-5-2
Qualche dato statistico (fonte Opta):
andando a osservare il numero dei tiri verso la porta, scopriamo che il Milan ha eseguito 14 tentativi, 4 dei quali nello specchio della porta, 6 fuori e 4 bloccati; di contro l’Inter ha tirato 7 volte delle quali 4 nello specchio e 3 bloccati.
equilibrio per ciò che concerne il possesso di palla: 52,5% Milan, 47,5% Inter;
il Milan ha effettuato 26 cross, dei quali solo 4 positivi; Inter: 18/3.
palloni recuperati: Milan 50, Inter 33.
il dato dei duelli aerei vene una fisiologica superiorità nel gioco aereo dei nerazzurri: su 17 palloni, 7 vinti dal Milan e 10 dall’Inter.
Parte con freschezza atletica e la giusta dose di concentrazione il Sassuolo; le motivazioni erano alte su entrambe le sponde: la Juve per avvicinarsi sempre più all’obiettivo scudetto, i neroverdi per conquistare punti salvezza.
Ma gli uomini di Conte, pur evidenziando qualche sbavatura soprattutto a livello difensivo, ha portato a casa l’intera posta in palio.
In questo estratto di video analisi si vogliono evidenziare a scopo puramente didattico:
l’atteggiamento accorto del Sassuolo che tende a non far partire bassi gli avversari, con una manovra ragionata;
la contraddizione nel vedere Pirlo libero di ricevere tra la prima e la seconda linea emiliana e di impostare come mai come nelle ultime gare (specialmente di Europa League) gli riusciva.
L’arma vincente del primo tempo del Sassuolo: conquista e ripartenza veloce
le disposizioni delle due squadre nella fase di possesso e non possesso
i calci d’angolo non particolarmente efficaci battuti dalla squadra di casa.
Annotiamo inoltre, specie nella prima frazione una particolare imprecisione nei passaggi da parte di Pirlo & C. negli ultimi 30 mt e una relativa poca pressione e densità da parte del Sassuolo proprio in questa zona di campo per tutta la durata della gara (evidenziata anche dalle immagini).
La disposizione delle due squadre contrapposte a inizio gara
Addirittura a Ogbonna (negativa la sua prestazione contro avversari con un passo nettamente diverso dal suo), era consentito di portare palla sino alla trequarti offensiva in modo indisturbato!
Alcuni dati statistici (fonte: Opta)
Tiri totali: 14 a 12 per il Sassuolo, in porta 4 a 6, fuori 7 a 5, bloccati 1 a 3;
Possesso di palla: Sassuolo 36,4%, Juventus 63,6%;
Passaggi Sassuolo: 219 completati su un totale di 303 (72%); Juventus 474/550 (86%).
Dalla video analisi di Roma-Milan del 25 aprile 2014, ho estratto una fase di gioco emblematica di cosa sta producendo la Roma di Garcia a livello tecnico-tattico.
Lo scambio di ruoli effettuato dai giallorossi sia in fase di possesso che in fase difensiva ha oramai raggiunto una sincronia e un’efficacia importante!
I difensori esterni sono due attaccanti aggiunti che coprono le fasce laterali nell’ 85/90% delle azioni offensive; le tre punte spaziano a destra e sinistra su tutto il fronte difensivo avversario rimanendo costantemente imprevedibili; i tre centrocampisti hanno capacità tecniche che li rendono molto spesso dare inizio alle azioni ragionate dalle retrovie (un po’ meno Nainggolan).
Il modulo della Roma: in campo regna efficace l’imprevedibilità vincente!
E’ il sistema di gioco che fa vincere la Roma, la filosofia ben inculcata da Garcia ai suoi giocatori; il modulo è molto poco indicativo, è roba da carta stampata e siti web.
Il modulo di gioco è il posizionamento dei giocatori in campo; il sistema di gioco è l’interpretazione dei ruoli che l’allenatore dà partendo da esso.
La mentalità offensiva della Roma è apparsa palesemente superiore al “pacchetto” tecnico-tattico offerto dagli avversari di turno.
Difensori esterni a fungere da attaccanti aggiunti, tre punte a spaziare nel fronte offensivo a riempire spazi vuoti e quindi senza dare punti fissi di riferimento agli orobici, con Toloi e Castan sempre attenti e assistiti dalla costante copertura preventiva di Taddei.
La video analisi vuole sottolineare:
L’inizio basso della Roma con De Rossi a scendere tra i due difensori centrali a impostare; Dodo con Maicon già posizionati da “ali” aggiunte a occupare zone che difficilmente sono state percorse da Totti & C.
La capacità di corsa di Gervinho autentica spina nel fianco.
La conquista e successiva transizione offensiva da “manuale del calcio” che ha scaturito la terza segnatura della Roma.
La disposizione a inizio gara
Alcuni dati statistici:
Possesso palla nettamente a vantaggio dei capitolini (65,6%), che di conseguenza hanno eseguito il maggior numero di passaggi (697 a 360) completati rispettivamente per il 92% contro il 76% dell’Atalanta. Nel computo degli assist vince 3 a 1 la Roma; La Roma ha tirato 7 volte in porta contro le 5 conclusioni nello specchio da parte degli avversari (Dati Opta)
La Match analysis è una branca della Performance analysis. Può essere legata allo studio del movimento (Motion), o alla gestione dei dati quantitativi o qualitativi (Analisi Notazionale) e allo stesso tempo manuale o computerizzata.
Dal libro: “L’analisi quantitativa tratta di dati numerici, di quantità e di frequenza (quanti sono e quante volte si ripetono), ma hanno un limite importante in quanto non consegnano una spiegazione scientifica: non spiegano il perchè di una situazione, la causa; non esprimono il dettaglio e il motivo dominante, elementi di studio fondamentali per un allenatore preparato e attento.
Lo scopo è il poter rispondere in modo adeguato all’avversario stesso nel corso della gara attraverso soluzioni tattiche da preparare a mezzo di allenamenti “strategici” nel corso della settimana”.
Con l’analisi qualitativa si produce una relazione riguardo il modulo di gioco (e sistema)1 di una o più squadre o giocatori analizzando le situazioni che si ripetono frequentemente sia in fase di possesso di palla che in fase di non possesso di palla e nella gestione delle palle inattive.
Tanto ha fatto il Milan per guadagnare i tre punti; molto meno il Chievo (a tratti intimidito dal divario tecnico palese tra alcuni singoli).
Di questa gara possiamo sottolineare il giusto e forse ritrovato assetto del Milan con un 1-4-2-3-1 con reparti stretti e corti in fase di non possesso, difensori esterni con una discreta propensione offensiva e un gioco d’interscambio tra Kakà e Balotelli che ha dato pochi punti di riferimento ai difensori veneti.
I due mediani de Jong e Muntari (sostituito poi da Essien), hanno garantito una sufficiente costruzione del gioco e una più che discreta attività in fase di rottura.
[vimeo]https://vimeo.com/90526638[/vimeo]
Lo spiccato utilizzo della sovrapposizione finalizzata alla conquista del fondo del campo, ha inoltre dato il “la” alla realizzazione dei primi due gol del Milan. Da rilevare la buona prestazione di Taarabt che conferma quanto di buono fatto nella gara di Firenze partendo largo a sinistra per eseguire con e senza palla una costante ed efficace conversione verso la porta avversaria.
Andando a verificare alcuni dati statistici possiamo evidenziare, attraverso il numero dei passaggi effettuati, la non eclatante supremazia nel possesso palla della squadra di casa (56%): 505 passaggi Milan contro i 393 dei Clivensi; completati? Rispettivamente 82% e 78%.
La miglior qualità dei cross effettuati dal Milan ha portato al gol di Balotelli e al secondo di Kakà; ad ogni modo il computo dei cross è pari a 18 Milan (3 andati a buon fine), contro i 19 degli ospiti (2).
Rossoneri improvvisamente rinati o Fiorentina deconcentrata, al di sotto delle sue potenzialità?
Il Milan visto in questa gara, in una situazione societaria e tecnica a dir poco complicata, ha mostrato compattezza, voglia di fare e personalità. Reparti ben collegati in fase difensiva, qualche errore a livello individuale certo, ma per ciò che riguarda la fase di non possesso la squadra si è ben comportata.
La disposizione delle due squadre contrapposte a inizio gara
In fase offensiva, si son viste più d’una transizione eseguita con velocità e concretezza. Gli elementi che maggiormente hanno partecipato alle azioni di contropiede sono stati Kakà, Muntari, Honda (ottima la sua prestazione) e Taarabt.
La Fiorentina, sembrava avesse trovato una serata diversa dalle altre, quelle che nel calcio possono capitare ma che per gli obiettivi e le aspirazioni viola, non devono persistere. Più un problema di approccio alla gara, seppur al primo tentativo di inizio dell’azione basso del Milan, un’azione di pressing andato a buon fine lasciasse presagire a tutt’altra mentalità.
[vimeo]https://vimeo.com/90272819[/vimeo]
Fiorentina (4-3-3): Neto; Tomovic (23′ st Wolski), G. Rodriguez, Savic, Pasqual ( 18′ Roncaglia); Mati Fernandez, Ambrosini, Borja Valero; Joaquin (34′ st Matos), Matri, Cuadrado. A disp.: Rosati, Lupatelli, Diakitè, Fazzi, Venuti, Bakic, Aquilani, Ilicic. All.: Montella
Milan (4-2-3-1): Abbiati; Bonera, Rami, Mexes, Constant; De Jong, Muntari; Taarabt (34′ st Birsa), Kakà, Honda; Balotelli (44′ st Zaccardo). A disp.: Amelia, Gabriel, Zapata, Emanuelson, Silvestre, Cristante, Essien, Saponara, Robinho, Pazzini. All.: Seedorf
Arbitro: Orsato
Marcatori: 23′ Mexes, 19′ st Balotelli
Ammoniti: Balotelli (M), Ambrosini (F), De Jong (M), Constant (M), Roncaglia (F), Taarabt (M), Abbiati (M), Bonera (M), Mexes (M), G. Rodriguez (F)
In virtù della collaborazione tra mistermanager.it (Claudio Damiani) e Sics, società di Bassano del Grappa specializzata nella fornitura di servizi e tecnologie per il controllo degli allenamenti e la Match Analysis ai principali club professionistici italiani ed europei, andiamo “battezzare” una nuova rubrica legata alla Video Analisi degli episodi più significativi presi da una gara dei massimi campionati.
Il match preso in esame questa settimana è Catania – Juventus; palese la superiorità della “Vecchia Signora”, ma altrettanto evidenti sono state le ingenuità difensive dei giocatori della squadra etnea.
Abbiamo preso in considerazione:
la giocata in verticale della Juventus dopo una palla letta “coperta” dai difensori dl Catania;
la tendenza della maggior parte delle squadre (in tutti di campionati), di giocare il corner in modo indiretto, al fine di far salire la linea difensiva e “giocare” sul cross immediato a prendere in contropiede i difensori stessi;
il grave errore di comunicazione tra i difensori rossoblù in occasione del gol della Juve;
il movimento “a galleggiare” sulla linea dei difensori avversari eseguito da quel fuoriclasse che risponde al nome di Carlitos Tevez;
la pressione eseguita dallo stesso a fine gara, oramai stremato, che ha portato a una nitida occasione da gol.
[vimeo]https://vimeo.com/90304865[/vimeo]
CATANIA-JUVENTUS 0-1 LE PAGELLE
Catania (3-5-2): Andujar 5,5; Gyomber 6, Rolin 5,5, Bellusci 6 (21′ st Leto 5,5); Izco 5,5, Plasil 6 (37′ st Peruzzi 5,5), Lodi 5,5, Rinaudo 6, Monzon 5; Barrientos 6 (39′ st Keko 5,5), Bergessio 5. A disp.: Ficara, Legrottaglie, Alvarez, Capuano, Biraghi, Petkovic, Fedato, Boateng. All.: Maran 5,5. Juventus (3-5-2): Storari 6; Caceres 6,5, Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 6, Vidal 5,5, Pirlo 6,5, Padoin 6, Isla 5,5 (21′ st Asamoah 6); Osvaldo 6 (19′ st Llorente 6), Tevez 7 (42′ st Giovinco sv). A disp.: Buffon, Rubinho, Quagliarella, Romagna, Gerbaudo. All.: Conte 6,5 Arbitro: Damato Marcatori: 14′ st Tevez Ammoniti: Gyomber, Rolin (C), Osvaldo (J) Espulsi: Bergessio (C) per doppio giallo Note: espulsi Conte (J) e Maran (C) per proteste
UNA NUOVA PARTNERSHIP TRA SPORTANALISI E SICS
AL VIA LA SINERGIA PER DARE AL CALCIO DILETTANTISTICO UN SERVICE DI
MATCH ANALYSIS CON GLI STESSI STRUMENTI DEI PROFESSIONISTI
«Tutto il calcio è paese?». Se parliamo di tecnologia applicata al pallone la risposta oggi non può che essere affermativa, a maggior ragione grazie alla neonata sinergia tra gli specialisti di SportAnalisi e Sics.
SportAnalisi, azienda veneziana forte di un gruppo di lavoro che promuove l’utilizzo di servizi di Match Analysis – in particolare con il match analyst Lorenzo Favaro, già referente per alcuni club militanti nel campionato di serie D-Lnd – diventa il service di riferimento per i contatti Sics provenienti dal movimento calcistico dei dilettanti.
L’obiettivo è quello di dar vita a un grande service di video analisi per far sì che anche i protagonisti del calcio meno esposto alle luci della ribalta possano usufruire degli strumenti già in uso nel calcio di vertice, abbinati a professionalità ed esperienze, per elevare con interventi mirati le prestazioni dei propri giocatori e della propria squadra.
«Siamo entusiasti e convinti che sussistano tutti i requisiti necessari per garantire un lavoro di qualità – spiega Alvise Vivian, Responsabile SportAnalisi –. L’obiettivo è offrire una soluzione su misura per gli allenatori, fornendo dati, immagini e numeri di facile lettura tramite l’analisi video, sia in fase di gara sia di allenamento».
E’ imminente l’ uscita dell’esclusivo progetto editoriale intitolato “ Studiare gli avversari… e se stessi – migliorare la prestazione con la Match Analysis” in prevendita a prezzo scontato e in vendita dal 20 marzo all’interno del portale per allenatori di calcio allenatore.net Analizzare la performance in partita, studiare gli avversari e la propria squadra attraverso la match analysis è oggi una competenza fondamentale sia in ambito professionistico che dilettantistico. Sono ormai molteplici gli strumenti ad alto contenuto tecnologico a disposizione di questo tipo di analisi, alcuni dei quali a costo limitato o addirittura gratuiti.
Claudio Damiani già collaboratore de “Il Nuovo Calcio”, Sics e di aziende informatiche produttrici di software per allenatori, ha realizzato una guida estremamente dettagliata che evidenzia gli strumenti ed i benefici che l’utilizzo della match analysis porta nella programmazione degli allenamenti.
Un lavoro accurato utile sia all’analista del club professionista ma anche al tecnico che opera in maniera professionale con i dilettanti o nel settore giovanile.
Nel calcio professionistico il tecnico è sempre più spesso affiancato da figure professionali che svolgono mansioni specifiche all’interno dello staff. Una di queste è l’analista tattico che, attraverso la rilevazione di specifici parametri, collettivi ed individuali, elabora una serie di report che vengono forniti al tecnico per consentirgli di valutare in maniera oggettiva sia le caratteristiche dell’avversario da affrontare che la prestazione della propria squadra
L’utilizzo della match analysis avviene però anche nel calcio dilettantistico e di settore giovanile.
In questo ambito sono gli allenatori giovani ed emergenti che, amando lavorare sui dettagli, apprezzano e sono in grado di utilizzare nel migliore dei modi le nuove strumentazioni a supporto del tecnico.
L’attenzione in questi casi è principalmente rivolta alla propria squadra e la match analysis aiuta l’allenatore a verificare gli aspetti che devono essere perfezionati.
Ma qual’è la funzione complessiva della match analysis? Quali benefici possiamo avere dall’utilizzo di apparecchiature professionali per la valutazione di singoli e squadra? Quali sono i parametri da considerare con più attenzione durante l’analisi? Quali sono i software disponibili sul mercato e che caratteristiche possiedono?
Claudio Damiani, grande esperto in materia, espone una analisi dettagliata ed approfondita della match analysis, fornendo i criteri, linee guida e modalità operative per coloro che vogliono approfondire l’argomento.
Per usufruire di uno sconto speciale puoi prenotare il libro cliccando qui prima del 20 marzo.
Raccogli i dati della partita direttamente allo stadio, al campo d’allenamento o di fronte al televisore utilizzando iPad e iPhone.
VM LiveScout è un’applicazione per iPad e iPhone che permette di analizzare le tue partite di calcio utilizzando una serie di eventi definiti in un Pannello.
Azione di Attacco, Palla inattiva a favore, Tiro Fatto, ecc. sono eventi già presenti nel pannello SICS2014 che viene fornito con l’applicazione; puoi creare i tuoi Pannelli senza limitazioni, ad esempio specializzato per le palle inattive, per i portieri, ecc.
Crea la tua libreria di partite analizzate e porta i tuoi dati in VideoMatch, il nostro software per la Match Analysis; sincronizza i tuoi eventi con il video della partita per poter estrarre immediatamente montaggi video ad alta qualità.
Due modalità di lavoro:
RAPIDA: con inserimento delle sole tipologie di azioni a cui si è interessati, senza specificare i giocatori
COMPLETA: con inserimento dei giocatori che danno un apporto significativo allo svolgimento dell’azione
Assegnazione di colori di sfondo ai pulsanti di catalogazione per raggruppare visivamente caratteristiche comuni (Es. eventi dei giocatori a sfondo grigio, portiere a sfondo verde, disciplinari a sfondo giallo)
La scelta dell’azione associata al pulsante (singolo clic/doppio clic) consente uno scout di tipo tattico e/o statistico.
Gestione dell’archivio Squadre e Giocatori (l’app viene fornita con le rose dei giocatori della Serie A e B per la stagione 2013/2014).
Esportazione delle catalogazioni direttamente sul programma di analisi video VideoMatch senza necessità di alcuna connessione fisica tra iPad e PC per un’immediata estrazione delle clip video individuate durante la fase di raccolta dati.
Ecco un piccolo esempio di tabella di rilevazione eseguita comodamente dal divano di casa e riguardante la partita Napoli – Roma (1-0); obiettivo dell’analisi? Le azioni offensive da zona centrale e origine ed esito dei tiri e dei cross di entrambe le squadre.
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Un elaborato di Alessandro Pizzoli presentato al Corso per Direttori sportivi tenutosi a Coverciano e patrocinato dal Settore Tecnico F.I.G.C.
«…Per giudicare un giovane giocatore è necessario tutto. Bisogna valutare il fattore fisico, atletico, tecnico, tattico e alla fine quando hai combinato quest’opera, hai determinato il carattere del giovane calciatore. L’ideale sarebbe averli tutti, ma inizialmente non ci possono essere tutti e allora devi far riferimento alle attitudini. Valuta come si muove un bambino nell’impatto con la palla. È chiaro che l’ideale sarebbe trovare un ragazzo alto, forte fisicamente, rapido, veloce. Ma queste sono caratteristiche che si possono acquisire così come le doti nel carattere: spirito di sacrificio e di gruppo. Le buone attitudini tecniche, invece, devono rappresentare un punto di partenza…»
Mino Favini
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Il caso Rudi Garcia, “sorpreso” in panchina durante una comunicazione al cellulare con il suo vice non appena arrivato in Italia, aveva riaperto il dibattito sull’invadenza della tecnologia nel calcio e nello sport. L’allenatore della Roma non fu stato multato dal giudice sportivo, perché il contatto “vietato” non era stato trascritto nel referto arbitrale.
«Non sapevo che da voi in Italia non si potesse parlare al cellulare in panchina», si è giustificato dopo Livorno-Roma l’ex tecnico capitolino Rudi Garcia, che nel primo tempo aveva telefonato al suo collaboratore tattico Frederic Bompard. Scena che non è sicuramente passata inosservata ai media che, alla fine della partita, hanno avvisato Garcia sul probabile arrivo di una multa. «Ho usato il telefonino – ha detto sorpreso l’allenatore della Roma – perché la radio non funzionava. Dovevo sentire il mio vice che segue la partita dall’alto. È vietato? In Francia l’ho sempre fatto». Non è così però: nel calcio la Fifa, nel suo regolamento sovranazionale, si
oppone allo strapotere del cellulare e delle radiocomunicazioni. Garcia insomma non avrebbe potuto parlare al telefonino con il suo assistente nemmeno in Francia. Intanto il giudice sportivo ha emesso i provvedimenti sulla prima giornata di campionato, ma non si è espresso sulla comunicazione vietata in quanto non era stata segnalata dal referto arbitrale né, al momento, dagli ispettori della procura federale.
LE REGOLE – Nelle Interpretazioni delle “Regole del giuoco e linee guida per arbitri”, l’articolo 4 non lascia spazio a interpretazioni stabilendo che “l’uso di sistemi di radio comunicazione tra calciatori e/o lo staff tecnico non è consentito”. Ma si ricordano tanti casi di comunicazione tra campo e tribuna, soprattutto tra allenatori squalificati e i loro vice in panchina. Comportamento sulla carta contro il regolamento, ma ormai diventato “consuetudine”.
CONTE, L’ALLENATORE IN TRIBUNA – Il mister juventino due volte campione d’Italia, Antonio Conte, durante i dieci mesi di squalifica che la Corte di Giustizia Federale gli ha comminato nella sentenza di appello, sussurrava al cellulare da un palco in tribuna con i vetri oscurati. A bordo campo campo Massimo Carrera, suo vice, si sgolava per riportare alla squadra gli ordini che arrivano dall’allenatore, quindi “dall’alto”. Un esperimento, alla luce delle vittorie in campionato, che ha funzionato e che ha dimostrato che (forse) avere o meno l’allenatore in panchina fa lo stesso.
CALCIATORI COME ROBOT – Nel 2005 in una partita del trofeo Bernabeu, il Real Madrid dotò di auricolare ricetrasmittente il capitano Raul Gonzalez, coronando il sogno segreto di ogni allenatore: entrare nella testa dei calciatori e impartire ordini di squadra senza urlare e gesticolare da bordo campo. L’allora tecnico Vanderlei Luxemburgo e la dirigenza madridista all’epoca non diedero seguito all’esperimento, lasciando ancora spazio (e che spazio) alla fantasia dei blancos.
COMUNICAZIONI IN CHIARO PER LA F1 – In Formula 1 da molti anni sono consentite, in modo accessibile ai media e alla Fia, le comunicazioni via radio tra pilota e box, sia nelle prove ufficiali sia in gara. Lo scambio di informazioni tecniche fa parte ormai integrante della corsa, non a caso spesso si attribuisce al box il merito di una vittoria o la responsabilità di una sconfitta, quasi a porre in secondo piano il ruolo del pilota.
AURICOLARI PER TUTTI I CICLISTI – Le comunicazioni radio sono libere anche nel ciclismo. Dal 1998 sono state consentite in tutte le corse. I primi esperimenti vennero fatti nel 1992 dalla Carrera, al Giro d’Italia. Nel 1995 la prova fu estesa al Tour de France, dove Jalabert e compagni ricevevano le indicazioni di gara direttamente via radio dall’ammiraglia lontana. Nel 1996 l’esordio della radio ai mondiali, fu l’italiano Chiappucci a utilizzare per primo il contatto radio permanente con il suo direttore sportivo durante la corsa. Dal 1998 gli auricolari sono tutt’uno con i corridori in gara, e ciò ha cambiato anche le abitudini delle ammiraglie e dei direttori sportivi, che possono gestire meglio le corse delle rispettive squadre.
PRIMA DI SCIARE – Nello sci le comunicazioni radio fra lo sciatore e i propri tecnici sono autorizzate fino al momento della partenza. L’atleta fino a un momenti prima di lanciarsi in pista può ricevere indicazioni dal suo direttore sportivo.
IL FOOTBALL – Ma la disciplina pilota nel campo delle telecomunicazioni tra protagonisti è il football americano: lì, da tempo (in parallelo all’introduzione dell’istant replay, una moviola istantanea per gli arbitri) l’head coach, il capo allenatore, si parla costantemente via cuffie con i suoi collaboratori e addirittura con il proprietario che assiste ai match in tribuna. Il sogno segreto di Berlusconi e del suo Milan?
E’ stato tanto gradito quanto interessante ricevere l’invito dal capo osservatori della Reggiana, società di Lega Pro – Prima Divisione, presso il “Mapei Stadium” di Reggio Emilia per parlare di Match Analysis e scoprire come è organizzata la sua rete di “scouters”.
Rino D’Agnelli, torinese con un passato di calciatore al top dei dilettanti (l’allora interregionale), e’ il selezionatore degli osservatori della società emiliana; la passione per questo tipo di mestiere e’ tanta e anche lui come noi, è’ assolutamente convinto che occorrerebbe valorizzare molto di più’ la figura dell’analista tecnico tattico e del talent scout anche in Italia.
Rino D’Agnelli
Arrivare ai livelli di nazioni calcistiche come l’Inghilterra dove in certi club, a uno staff tecnico si integra addirittura uno staff scientifico, la Spagna e la Germania sarebbe un sogno, ma già trovare addetti ai lavori e società che la pensano come noi è stata già di per se, una notizia più che positiva, soprattutto in Italia e in Lega Pro!
“Credo molto nello scouting e per questo motivo ho strutturato quest’anno una importante rete di osservatori. Ne abbiamo uno per regione e ben dieci nell’Emilia Romagna. Dobbiamo radicarci sul territorio e lavorare in prospettiva. In particolare abbiamo già evidenziato parecchi elementi nati fra il 1996 e il 1999. Ci stiamo inoltre strutturando per il futuro, seguendo le Primavere con grande attenzione. Inoltre per radicarci nei territori lontani ho instaurato un rapporto diretto con alcune scuole calcio in Campania”.
Queste le sue parole in un’intervista rilasciata a Tuttolegapro.com lo scorso maggio e confermate oggi nel corso del nostro incontro
La Reggiana, che condivide lo Stadio Mapei (anche a livello di sedi, ovviamente separate), con i “cugini” del Sassuolo, si avvale di due tipologie diverse di osservatori: la prima rete e’ composta da una decina collaboratori con il compito di scovare i ragazzini più promettenti sul territorio locale e regionale; la fascia d’età ricercata va dai pulcini sino agli allievi e i più promettenti e meritevoli della zona sono coinvolti nel progetto di un settore giovanile in costante crescita.
Un altro gruppo di osservatori, quasi uno per regione, e’ incaricato di provvedere all’osservazione di gare relative a campionati che vanno dalla serie A alla serie D nel lungo e nel largo della penisola; in questo caso l’obiettivo dei collaboratori di D’Agnelli sarà quello di fornire una relazione sulla gara scelta, ricavandone i profili degli eventuali calciatori messisi in evidenza e mettendone in rilievo le caratteristiche anagrafiche, morfologiche, tecniche, tattiche e soprattutto psicologiche e caratteriali. Il campo d’azione e’ quindi ben distribuito nell’arco del territorio e può accadere che un osservatore possa avere in gestione anche un paio di regioni.
Il Mapei Stadium
Tutte le relazioni sono costruite su dei moduli base uguali per tutti, distribuiti e poi riconsegnati attraverso lo strumento tecnologico: gli “analysts” raccolgono i moduli da riempire in un server virtuale, lo stampano per la compilazione manuale che avviene prima durante e dopo la gara. Una volta battuta tramite pc, l’analisi notazionale viene rispedita nel server accessibile solo ai membri della rete e raccolta dal capo degli osservatori a integrazione di un archivio già ben nutrito.
E’ ciò che prende nome di “tecnologia cloud”, da nuvola; ovvero un sistema di trasposizione e deposito dei dati virtuale, “sospeso” nel web come fosse appunto una nuvola.
Diverso il criterio di analisi della squadra da afrrontare nel turno successivo. Viene utilizzata la relazione scritta di un incaricato tesserato della società che solitamente visiona la gara quindici giorni prima di affrontare la squadra rivale (per comprendere come si dispone a seconda che giochi in casa o in trasferta). La prassi è quella abituale:
formazioni della squadre con dati anagrafici;
disposizione grafica delle stesse (anche contrapposte);
sviluppo della fase di possesso e la gestione della fase di non possesso della squadra visionata;
le azioni della fase offensiva che si sono maggiormente ripetute;
la disposizione nelle palle inattive a favore e a sfavore;
la descrizione dettagliata delle caratteristiche dei giocatori della squadra visionata.
A questi parametri viene aggiunta una video analisi integrale dei 90′ di gara non montata, che viene vista da mister Battistini; attraverso la complementarità dell’analisi notazionale scritta egli ottiene quindi un quadro generale su cui poter basare la tattica di principio durante la settimana. Non dimentichiamo che tutto ciò che è match analysis (nelle sue varie branche), è orientato alla programmazione a sua volta finalizzata al miglioramento della performance e quindi del risultato.
Se poi dovesse succedere ciò che è accaduto domenica scorsa, in casa contro il Lumezzane ( 2 a 2 il risultato finale), con due sostituzioni forzate nella prima mezzora, tutto ciò che è stato preparato in settimana è andato un po’ a dissolversi e la tattica di principio si è ben presto trasformata in tattica applicata, da risolvere nell’immediatezza.
E’ curata molto anche l’auto analisi: ovvero una forma di team analysis con cui non si disdegna di sottolineare particolari errori d’impostazione tecnico tattica della Reggiana stessa, in particolare nella fase difensiva. E’ curata da un collaboratore tecnico della società, ex difensore tra le altre di Inter, Bari, Lucchese, Venezia e Reggiana che risponde al nome di Marcello Montanari. Questo ulteriore mezzo consente di intervenire laddove si sbaglia e soprattutto di far meglio comprendere ai singoli calciatori particolari mancanze in molti casi negate dagli stessi ma inevitabilmente smentite dalla fatidica prova video…
Dopo aver pubblicato un modello di relazione scritta sulla squadra da affrontare, vogliamo continuare a dedicarci alla Match Analysis pubblicando un semplice esempio di analisi video relativo al primo tempo della finale di Tim Cup (Coppa Italia) edizione 2012/13, disputatasi tra Roma e Lazio e vinta da quest’ultima (1 a 0 il risultato).
L’attenzione è stata focalizzata sulla performance della Lazio, attraverso l’analisi di alcune situazioni particolari della fase di possesso e di non possesso, nonchè sulle palle inattive (nella prima frazione di gara molto mal gestite).
Il lavoro presentato costituisce un esempio di come la video analisi può lasciare meglio impresse alcune situazioni tattiche che possono essere punti deboli o forti degli avversari.
[youtube]http://youtu.be/jMevmY3RM8Q[/youtube]
E’ implicito pensare che una gara visionata non contribuisce pienamente a darci un panorama completo delle caratteristiche dei nostri avversari e per questo possiamo tranquillamente affermare che solo una rosa di 5/6 gare può darci un’idea della compagine, dei suoi giocatori e anche del comportamento assunto dall’allenatore.
Il filmato presentato si riferisce al primo tempo della gara la sua durata è di circa 9′. La media è giusta in quanto il filmato da presentare alla squadra non dovrebbe mai essere di durata superiore ai 15/18′ per evitare un calo di attenzione da parte del gruppo squadra durante la riunione tecnica.
Altro particolare da considerare: la relazione scritta molto dettagliata da presentare allo staff o da eseguire a supporto del filmato; ma sarebbe meglio dire che il filmato è un’integrazione dell’analisi scritta che va consegnata all’allenatore e con lui discussa, anche se nel video proposto sono state inserite delle didascalie a descrivere le situazioni più significative.
Con questo articolo vogliamo dare risalto a un tipo di attività parallela e integrante rispetto a quella praticata dagli allenatori: l’osservazione della squadra da affrontare, detta “Team Analys”.
Si tratta di un “modello”, una “traccia” piuttosto semplice, di natura prettamente qualitativa (non sono stati inseriti dati statistici per il momento), composta alcuni anni fa sulla base di una partita di Coppa Italia di Serie C. A quell’epoca allenavo la squadra Berretti della società interessata ad avere parametri utili sul Venezia.
Il file lo potete scaricare alla fine dell’articolo.
Inizia un percorso, attraverso mistermanager.it, con il quale andremo a studiare i vari concetti della Match Analysis, della quale la Team Analysis costituisce solamente un piccolo frammento. Non tralasceremo inoltre, l’ottimo supporto che può dare l’Analisi video.
Il ruolo dell’osservatore è ancora poco delineato già dalla sua definizione; l’analisi all’interno di uno sport di situazione può riguardare una o due squadre, la gara in se stessa, uno o più giocatori ma anche un arbitro; inoltre, i parametri da rilevarne che hanno lo scopo unico di essere analizzati per poi creare un miglioramento sia della performance successiva che della programmazione futura (tecnico-tattica, fisica e psicologica), possono essere molteplici.
Cosa s’intende con il termine: “osservatore?”. Un ricercatore di talenti? Un collaboratore tecnico che spia la squadra antagonista su un altro campo? O lo stesso collaboratore tecnico che raccoglie centinaia e centinaia di dati quantitativi sulle squadre avversarie, per creare delle tabelle di confronto con la propria?
Si può parlare di una classificazione vasta e complessa a cui lasceremo spazio nei prossimi post. Nel mentre, chi volesse contribuire dicendo la sua e cominciando a dare un certo tipo di importanza e rilevanza alla figura non ancora resa formale dal Settore Tecnico, dell’Analista Tecnico Tattico, ci invii pure delle richieste, delle testimonianze o dei progetti. Saremo lietissimi di parlarne e di promuoverli creando magari una sorta di movimento.
In Italia, negli ultimi tempi di crisi, ci sono sempre meno squadre e sempre più allenatori che il Settore Tecnico “produce” ogni anno; la proporzione tra numero di squadre e allenatori sulla piazza è disarmante.
Inoltre,nel nostro paese, siamo indietro anni luce rispetto a paesi come Inghilterra, Spagna e Germania…
Perchè non dare la possibilità ad allenatori con almeno due anni di panchina, di potersi qualificare anche in veste di analista e poter avere uno spiraglio in più in un mondo che, per i più, costituisce una passione vitale?
Perchè la F.I.G.C. non ha ancora pensato a questo dal momento che si è inventato il corso di aggiornamento per gli Allenatori UEFA B, a 61 € iva inclusa? Non potrebbe, il Settore Tecnico raggiungere tre scopi:
1) Un’ulteriore entrata per il Settore Tecnico, visto il momento di crisi;
2) La nascita di una nuova figura formale: l’Analista Tecnico-Tattico;
3) Dare la possibilità a molti allenatori in cerca d’impiego, di poter lavorare in modo parallelo o come “free-lance” o sotto forma di “collaborazione tecnica” per gli staff delle società di calcio.
D’intesa con UISP e CSI parte a Bologna un corso di formazione di Calcio 4D di 20 ore. Il corso inizia sabato 26 ottobre e si prolungherà per tutto il mese di novembre presso le aule didattiche dell’UISP e il centro Isokinetic.
Il progetto è stato presentato da Adriano Bacconi e Ivan Zazzaroni all’Hotel Savoia Regency insieme al referenti di progetto per la UISP Umberto Molinari e al Vice Presidente UISP Emilia-Romagna Carlo Balestri.
Sono intervenuti il Presidente della Ventura Research Insitute Prof. Mauro Alvisi che si sta occupando della certificazione accademica del percorso didattico Calcio 4D, Daniele Corazza, Resp. Settore Giovanile del Bologna FC 1909 e che da anni lavora seguendo queste linee guida, il Dott. Roi del centro medico-sportivo Isokinetic, Aldo Montinaro, Resp. Inter Campus, che segue il progetto Calcio 4D da tempo e Elena Boni, Vice Presidente CSI Bologna.
Il Prof. Alvisi ha spiegato la piramide formativa di Calcio 4D davanti allo sguardo attento di Ivan Zazzaroni Hanno partecipato anche i responsabili di Calcio 4D di Pisa, Torino e Asti. Il modulo per l’iscrizione, saranno accettate un numero massimo di 50, è scaricabile sul sito www.calcio4D.com e www.uispbologna.it. Molte le testate giornalistiche presenti alla presentazione.
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CALCIO 4D si appoggia su due pilastri, la metodologia e la tecnologia, che hanno come radice comune l’innovazione e la ricerca, un sistema aperto a idee ed esperienze anche apparentemente lontane.
CALCIO 4D segue la case history di successo della Pisa Soccer School e vuole qualificare, attraverso un nuovo modello formativo, gli istruttori delle Scuole Calcio e dei Settori Giovanili della città che sposi e divulghi sul territorio i valori fondanti dello sport come l’integrazione, l’aggregazione, il benessere psico-fisico.