L’uso del PC nel calcio: Bacconi e la prima volta in nazionale.
Mi ricordo che i ragazzi ci guardavano increduli, sembravamo apprendisti stregoni. Ora nel calcio ha fatto irruzione la generazione della play station e chi usa il computer per migliorare le prestazioni non viene più visto come un alieno». Adriano Bacconi è stato tra i primi in Italia a scoprire la forza dell’informatica applicata al pallone. All’epoca, inizi anni Novanta, quella sembrava essere roba per sport come la pallacanestro o la pallavolo. «Sia chiaro, non è che il calcio è più indietro rispetto a quelle discipline. Ma basket e pallavolo sono sport più schematici e il perfezionamento degli schemi dipende dalla quantità di informazioni che riesce a immagazzinare ed elaborare. Nel calcio le cose sono un po’ più complicate perché subentrano altre variabili».
Lui, Bacconi, il computer lo ha portato in Nazionale. Trionfalmente, per giunta, visto che ha collaborato con Marcello Lippi in occasione del Mondiale del ’96. «Ma non lavoravamo in tempo reale», precisa.
Da Nasetti a Mourinho, i patiti del taccuino
Lavagne e taccuini, erano gli strumenti preferiti del calcio. Lo sono ancora, basti pensare a Mourinho che ha fatto scalpore (chissà poi perché) per via dei fogliettini sui quali annota pregi e
difetti dell’lnter. Era sistematico, però, Guido Masetti, portiere della Roma (dal ’30 al ’43): su un quadernetto nero aveva annotato tutte le caratteristiche dei rigoristi italiani. E in carriera parò dodici rigori su trenta.
Caratteri mitologici ha avuto anche il taccuino di Romeo Anconetani: conteneva grandi segreti di mercato, le caratteristiche dei giocatori che nessuno aveva ancora scoperto.
Con l’aiuto della Federazione era stato messo in piedi uri impianto satellitare che consentiva di seguire tutte le partite. Veniva immagazzinata una quantità enorme di dati e attraverso un software venivano passate al microscopio le azioni e le caratteristiche dei giocatori. «Lippi utilizzava questo materiale prima e dopo la partita». La tecnologia serviva per preparare la strategia e per correggere gli eventuali errori dopo averne preso atto anche in maniera visiva.
Eppure la sfida dell’uso in tempo reale ( un dato acquisito, ad esempio, nella pallavolo), Bacconi in Nazionale provò a vincerla con Arrigo Sacchi.
Praticamente, preistoria. L’Arrigo, si sa, era uno che precorreva i tempi, anche andando oltre il perfezionamento delle tecnologie. Racconta Bacconi: «Era il ’94, incombeva il Mondiale americano. E in alcune amichevoli sperimentammo un meccanismo all’epoca complicato. Varrella e io attraverso un software facevamo lo scout della partita. Sacchi, in comunicazione con noi dalla panchina, ci diceva cosa gli interessava rivedere alla fine del primo tempo. Noi tiravamo fuori tutti i dati e glieli consegnavamo nello spogliatoio. I giocatori ci guardavano incre-
duli. Alla fine rinunciammo a proporre la sperimentazione durante Usa ’94: la tecnologia non era perfetta, si rischiavano “buchi” a livello di comunicazione tra la panchina e noi».
Da «tecnico» del settore, Bacconi invita al realismo. E spiega: «L’informatica è uno strumento straordinario e può avere applicazioni che vanno abbondantemente al di là delle applicazioni sin qui normalmente compiute. Però, la differenza non è nel software ma è nel metodo scientifico. Perché il rischio è costituito da un uso improprio dello strumento: alcuni utilizzano la tecnologia senza credervi realmente, solo perché migliora l’immagine, la caratterizza con tratti di modernità.
Un allenatore che, invece, usa questi strumenti con metodo è Rafa Benitez: lui è uno che ha puntato sullo studio, sulle risorse che derivano dalla conoscenza, sul confronto con la tecnologia. Però ci sono in Italia tecnici meno conosciuti, che lavorano in realtà periferiche, semmai con povere risorse finanziarie che hanno puntato sull’innovazione. Un nome? Aldo Dolcetti, allenatore della Spal, in C2. Mi sembra che questa scommessa gli stia dando ragione anche dal punto di vista dei risultati.
Articolo raccolto qualche tempo fa dal “Corriere dello Sport – Stadio”