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  1. Finale Champions League 2004 Porto – Monaco: gli appunti di André Villas Boas

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    Tratto dal libro: MOURINHO – Questione di metodo

    Per conoscere un avversario nei minimi dettagli, abbiamo bisogno di vedere quattro o cinque partite, perchè dobbiamo sempre osservare se le cose accadono per caso o se sono dovute a dinamiche di squadra (movimenti programmati in allenamento). A partire dal momento in cui queste dinamiche, collettive o individuali, vengono riconosciute, ci dedichiamo al lavoro sul campo, alla preparazione degli allenamenti, simulando le siutazioni identificate nel gioco degli avversari. Ovviamente tutti questi dati vanno presi con il contagoccce, hanno un peso relativo, perchè sebbene si tratti di un lavoro di sintesi e osservazione esaustivo, minuzioso e fondamentale, non dobbiamo mai dimenticarci che la cosa essenziale è sempre il nostro modello di gioco, la nostra identità come squadra.

    PORTO vs MONACO

    ORGANIZZAZIONE OFFENSIVA – Rimessa lunga del portiere (Roma ha una rimessa molto potente che arriva quasi all’area opposta), giocate lunghe a cercare Morientes che sale in elevazione e spizza la palla per Giuly che taglia in profondità […] Dietro perdono palla spesso, a parte Evra. Patiscono il pressing alto, diventano incerti, lenti. Si limitano a passaggi di prima e commettono errori. Sotto pressione Ibarra è impreciso: preferisce tenere palla o darla al portiere, spesso l’appoggia indietro (lì si può rubare palla) […] Uno contro uno, dribbling e appoggio smarcante di Roten, il giocatore più pericoloso, non solo per qualità tecnica ma anche per intelligenza tattica. Il suo gioco meditato (alterna attacchi centrali e sulle fasce) e permette a Evra di salire. Non è uno in grado di dare profondità, ma sa portarsi il laterale all’interno, lontano dalla sua zona di competenza e poi attacca lo spazio vuoto che ha creato […] Morientes ha libertà di movimento. Viene fino a centrocampo come una mezz’ala d’attacco. Si abbassa, protegge la palla, e scarica allargando il gioco sulle fasce o verticalizzando. Giuly preferisce fungere da ultimo uomo per penetrare in profondità alle spalle della difesa.

    ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA – Blocco difensivo mediano, a zona. Sono ben organizzati, è facile vedere il loro schema. Sanno mantenersi compatti quando l’avversario ha la palla […] Al di là degli schemi, la pressione è intensa e aggressiva e mira a provocare l’errore o il passaggio all’indietro […] Nella nostra organizzazione lunga è importante evitare zone controllate dai centrali (forti nel gioco aereo frontale e decisivi sulle seconde palle). É più facile giocare le palle lunghe nelle zone di Ibarra e Evra, che sono bassi e hanno difficoltà nel gioco aereo […] Evra compensa e protegge bene l’interno, ma Ibarra chiude molto male e, specie dall’interno, lascia un varco all’avversario che riesce spesso a saltarlo e andare al tiro […]

    PALLE INATTIVE DIFESA – Nelle punizioni laterali mettono due uomini in barriera (saltano) un alto copre lo spazio a zona tra la barriera e la porta. Lasciano Giuly davanti […] Morientes può essere il giocatore che difende a zona il che significa che rimane in area un giocatore alto in meno. Nelle punizioni centrali mettono quattro o cinque uomini in barriera. Lasciano Giuly davanti […] Sui calci d’angolo mettono Bernardi sul primo palo, Evra e Morientes difendono a zona tra il primo palo e l’area piccola, Roten e Ibarra fuori area pronti a ripartire (e a far da collante con l’attacco). Giuly rimane sempre molto alto […]

    OSSERVAZIONI – Se stanno perdendo non cambiano modulo, l’ingresso di Prso al posto di Ibarra/Plasil (con Giuly sulla destra) dà più potenza fisica, sulle palle alte, e capacità di finalizzare. Lasciano però più spazio, e Giuly stenta a chiudere a centrocampo, concedendo in mezzo una superiorità di quattro contro due. Se entra Nonda invece di Prso, il modulo cambia avvicinandosi a un 4-3-3, con Nonda su una fascia, Roten sull’altra e Morientes in mezzo. Se Ibarra gioca laterale, c’è da sfruttare il suo cattivo controllo dello spazio interno, la marcatura faticosa in mezzo al campo e la sua debolezza nel gioco aereo […]

  2. Chelsea: le modifiche di Villas Boas

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    La novità più grande di questa stagione della Premier League , è stata sicuramente l’arrivo di Villas-Boas sulla panchina del Chelsea. Dopo aver vinto tutto quello a disposizione sulla panchina del Porto, è arrivato nel campionato inglese carico di aspettative nei suoi confronti. La cosa che più risalta all’occhio è sicuramente la sua idea di calcio e quindi la sua strategia in terra inglese.

    Il tecnico portoghese ha cercato di riproporre una strategia che gli ha portato grandi successi al Porto, facendo di se e della sua squadra un vero marchio di riconoscimento. Al Chelsea, il lavoro su questa strategia sta portando i frutti un po’ alla volta. La sua mano si vede e le corrispondenze con il suo Porto anche. Un po’ di problemi li ha avuti ad inizio anno, ma soprattutto con la sua linea difensiva non sempre perfetta e molte volte esposta a micidiali ripartenze, vedi la partita con l’Arsenal.

    Nelle ultime settimane sembra aver modificato leggermente la sua strategia, riportando i giocatori a giocare nel modo in cui il Chelsea ha sempre fatto: compattezza a centrocampo e linea difensiva meno alta. Il tecnico portoghese in una recente intervista ha evidenziato come Fernando al Porto , diventasse un centrocampista più offensivo, ma al momento questa strada in terra in inglese non porta molti frutti. In Premier si perde equilibrio giocando in quel modo visto che le transizioni sono molto più veloci e quindi si è avuto la necessità di riposizionare il più indietro il giocatore che ricopre quel ruolo.
    Riguardo alla linea difensiva, gli accorgimenti fatti si sono visti contro al Manchester City di Mancini. Se prima la difesa cercava subito di contrattaccare, ora è stata posizionata più bassa per esporsi meno alle ripartenze degli avversari.
    Per quanto riguardo il possesso palla, fondamentale per Villas-Boas, fino a dicembre il Chelsea nelle sue gare ha sempre avuto la maggioranza di passaggi effettuati, solo in pochissime occasioni è stata pareggiata o di pochissimo superata.

    Villas-Boas ha in mente anche di ripartire velocemente verso la porta avversaria. Per lui , in premier, il possesso palla sterile non è sinonimo di forza. Controllare la palla è fondamentale ma meglio se fatto nella metà campo avversaria, e con i giocatori a disposizione sarebbe un eresia non provare a fare ciò.

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