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  1. Fase tattica del possesso: quando iniziare nel settore giovanile (prima parte)?

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    Nei primi anni di scuola calcio, una precoce didattica orientata al “possesso palla” (chiamiamo così lo scopo della didattica finalizzato al gioco collettivo, a discapito di quello individuale), permette di ottenere sicuramente un numero di vittorie superiori rispetto ad una didattica orientata prevalentemente alla tecnica e tattica individuale. Ma siamo sicuri che tale scelta possa portare a dei benefici a lungo termine? Siamo sicuri che in questo modo non si stia andando incontro alle dell’allenatore (cioè di vincere), piuttosto che a quelle del bambino?

    Nel post dedicato all’1c1 analitico, abbiamo approfondito gli elementi che ci fanno capire come uno sviluppo precoce del “possesso palla” vada a penalizzare in termini pratici lo sviluppo del giocatore. In questo articolo cercheremo invece di capire quando è il momento di iniziare questo aspetto e il modo di introdurlo nel rispetto dei bisogni del bambino.

    Quando iniziare?

    È ovvio che tra i 6-8 anni i bambini sono in una fase particolarmente egocentrica del loro approccio al gioco; quindi tendono a correre tutti incontro alla palla senza una razionale organizzazione; in questo non c’è nulla di male, in quanto nelle fasi inziali è fondamentale che imparino a “non aver paura”, a rubare la palla agli avversari e “districarsi” con la palla in mezzo agli avversari. Campanelli d’allarme suonano quando un giocatore ha dei timori a giocare in mezzo alla mischia o quando tende a calciare in avanti la palla appena conquista (senza condurla). Quindi, l’imperativo nelle prime fasi della didattica, è:

    “ruba la palla agli avversari e guida negli spazi vuoti per andare a fare gol”

    Il giocare in campi con pochi giocatori e/o fare in modo che la palla esca il meno possibile, aiuta molto nell’apprendimento in questa fase. Quando i giocatori arriveranno ad avere una corretta attitudine alla guida della palla e all’1c1, riusciranno ad essere in grado di scegliere più opzioni di giocata (“guido o passo?”) e quindi a districarsi maggiormente anche nella situazione di possesso palla di squadra. Inoltre, dalla 3-4° elementare diventeranno anche meno egocentrici e più orientati a condividere con i compagni le giocate e la gioia di un gol come una soddisfazione del gruppo e non del singolo individuo. Quindi, la risposta alla domanda del sottotitolo è:

    • Quando sono in grado di padroneggiare con disinvoltura la guida della palla e l’1c1.
    • Quando cala il livello di egocentrismo e si è più propensi ad un gioco collettivo

    Ovviamente non esiste un momento anagrafico (cioè un’età) prestabilito, ma molto dipende dalle caratteristiche del gruppo che si allena; comunque, nella maggior parte dei gruppi credo si possa identificare tra la 3° e 4° elementare. Ma quali sono gli elementi che nei loro comportamenti e nel loro livello di maturazione ci aiutano a capire che siamo nel momento giusto per iniziare?

    passaggio calcio

    Come riconoscere qual’è il momento ideale

    In base alla mia esperienza, alcuni degli elementi più evidenti sono i seguenti:

    • Quando si incoraggiano tra di loro in partita (anche quelle di allenamento) in base al loro impegno e non solo in base al livello di bravura: questo è un importante segno di uscita dal loro egocentrismo, perché riconoscono anche l’impegno dei compagni.
    • Quando hanno una discreta padronanza tecnica della palla che permette loro di decidere se guidare, passare o tirare.
    • Quando chiamano la palla solo nei momenti in cui percepiscono realmente di poterla ricevere.
    • Quando comprendono che in situazioni di difficoltà è possibile passare la palla piuttosto che ostinarsi a guidarla.

    Ovviamente non tutti i giocatori del gruppo che si allena si trovano allo stesso livello, ma ovviamente è possibile decidere di lavorare in sottogruppi, proprio per ottimizzare la didattica; ad esempio, se si allenano 15-16 giocatori, ci si divide in 2 gruppi omogenei ed ad uno (più qualitativo) si somministra un Gioco di posizione (vedremo dopo cos’è) e, a chi ha ancora delle lacune, lo si fa giocare ad un 3vs3 con porte centrali.

    passaggio possesso palla

    Come gestire la transizione

    Nei primissimi anni della scuola calcio, la didattica è orientata principalmente sulla coordinazione, 1c1, guida, protezione della palla e calciare la palla. In un secondo momento (circa II° elementare) si possono inserire semplici esercitazioni finalizzate al passaggio/ricezione; è fondamentale iniziare questo tipo di didattica prima di quella relativa al possesso palla! Questo per 2 motivi:

    • Ad un certo momento della crescita del piccolo giocatore, i mezzi rivolti a passare/ricevere la palla diventano utili per migliorare la sensopercettività di tutti i fondamentali (compresi guida e tiro).
    • Iniziare il “possesso palla” quando i giocatori hanno appreso (anche se in maniera sommaria) il passaggio/ricezione, facilità il compito tecnico nella fase tattica.

    In sostanza, prima di iniziare la fase tattica del “Possesso palla” è bene che abbiano appreso anche in maniera sommaria i fondamentali del passaggio/ricezione

    L’inserimento di questa fase didattica non deve comunque essere drastico, ma fatto in maniera graduale, anche perché nella categoria Pulcini è necessario continuare la tattica individuale (1c1 analitico e l’apprendimento delle finte)! Ma quali sono le esercitazioni ideali per questo tipo di approccio? I possessi palla? I giochi di posizione? Le partite a tema?

    Perchè non iniziare con i “possessi palla”

    I Possessi palla, sono quei mezzi in cui, con pochi giocatori, lo scopo è quello di mantenere il “possesso” di un gruppo di giocatori a discapito di 1 o più avversari. Sotto riportiamo una delle strutture più semplici:

    possesso palla

    Lo scopo dei blu (2 giocatori dentro e uno sul lato, fuori dal quadrato) è quello di passarsi la palla facendola uscire solo dal lato del giocatore fuori e senza farla prendere dal giocatore giallo (che non può uscire dal quadrato); le varianti sono relative al numero di tocchi, dimensioni del campo, ecc. Questo possesso, malgrado sia molto semplice, è di difficile gestione tecnica da parte di giocatori che hanno appena iniziato questa fase didattica e la conseguenza è che la palla uscirà spesso e la densità del gioco diventerà particolarmente bassa (cosa che non dovrebbe avvenire a quest’età).possesso palla 1

    La struttura sopra (4vs1 con giropalla esterno al quadrato) invece rappresenta un’esercitazione molto più complessa (estremamente utile), ma troppo difficile per i primi anni della categoria Pulcini. Quindi, la difficoltà dei possessi palla più impegnativi e il rischio di bassa densità di quelli più semplici, a mio parere esclude questo tipo di strutture per il primo approccio alla fase di Possesso palla di squadra. Da preferire, a mio parere sono i Giochi di Posizione e le Partite a tema.

    Giochi di posizione

    I Giochi di Posizione sono strutture simili ai Possesso palla, ma con più giocatori e il vincolo della posizione in fase di possesso palla. Sotto è rappresentato un 4vs4 + 2 Jolly per il riscaldamento prepartita per i dilettanti. La squadra in possesso (in questo caso i rossi; vedi figura sotto) deve posizionarsi in maniera tale da occupare il rettangolo di gioco (lungo 25m e largo 30m) come se fosse composta da 2 esterni bassi e 2 esterni alti (vedi figura a fianco); i 2 jolly (i gialli) giocheranno nelle posizioni centrali del rettangolo simulando le posizioni e le giocate dei centrali o delle punte. I blu dovranno conquistare la palla andando tutti in pressione; una volta conquistata i blu dovranno velocemente portarsi ognuno nella propria posizione definita prima dell’inizio (esterni bassi/alti) e mantenere il possesso a loro volta

    posizione4c4 2 jollyIn quest’esercitazione è fondamentale la ricerca degli spazi assegnati, formando dei triangoli per dare più opportunità di passaggio al possessore di palla. In caso di non possesso invece è fondamentale la rapida riconquista (tramite pressing sul portatore) della palla

    Conclusioni alla prima parte

    In questa prima parte abbiamo brevemente citato gli obiettivi dei primi anni della Scuola calcio, per poi comprendere come individuare il periodo in cui iniziare la didattica del possesso palla di squadra. Abbiamo poi sottolineato come sia importante fornire ai giocatori le basi tecniche (almeno quelle elementari) prima di iniziare questo tipo di didattica: infatti,

    senza alcune abilità fondamentali (passaggio con interno, stop orientato, gestire palla con numero limitato di tocchi, ecc.) è difficile gestire il possesso palla.

    A questo link, potete vedere un esercizio standard e, in fondo al post, un elenco di diverse risorse sull’argomento. Una volta acquisite le abilità tecniche ho definito (per quella che è la mia esperienza personale) i Giochi di Posizione e le Partite a tema come i mezzi preferenziali per l’apprendimento del “Possesso di palla di squadra”; non mi stancherò mai di ribadire che, per tutta la categoria Pulcini, è fondamentale continuare a perfezionare l’1c1, sia in forma globale che analitica (magari in abbinamento con le finte), senza mai perdere di vista la densità di gioco. Nella seconda parte, andremo a vedere i primi step della didattica del “Possesso” tramite Giochi di posizione semplici e Minipartite a tema. Per ulteriori approfondimenti sui Giochi di Posizione, consigliamo la lettura di questo testo di Oscar Cano, in cui vengono minuziosamente riportati i metodi utilizzati dal Barcellona.

    A questo link, la seconda parte dell’articolo.

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  2. La Scuola Calcio Real Bellante si tinge di rosa!

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    La lista delle Scuole Calcio italiane partecipanti al nostro reportage aumenta con l’ingresso di una società Abruzzese; a tal proposito ringraziamo la Dott.ssa Michela Di Lodovico, responsabile del settore femmiile della scuola calcio Real Bellante per aver aderito alla nostra iniziativa.

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    Una veduta di Bellante (TE)

    Bellante è un antico centro della provincia teramana sorto probabilmente all’epoca dei Franchi, dopo la morte di Carlo Magno. Il suo massimo splendore fu raggiunto nel XIII secolo, sotto Gualtieri di Bellante. La cittadina (354 m. slm. e circa 7.000 gli abitanti dell’intero comune)appartenne anche agli Acquaviva di Atri che, nel XVI secolo, ne diventarono i marchesi e la governarono quasi ininterrottamente fino al 1775. (Fonte wikipedia)

    D. Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?

    R. La scuola calcio Real Bellante nasce nel 2012 grazie alla passione di alcuni imprenditori e cittadini, che a proprie spese hanno istituito questa nuova società.

    A capo di questo grande progetto abbiamo il Presidente Pallini Vincenzo, il Vice-Presidente Iachini Dino ed il Presidente onorario Di Pietro Giuseppe.

    Essi ed i loro dirigenti dedicano a questo progetto particolare attenzione, al fine di dare la possibilità a tutti i bambini del paese di poter avere una struttura adeguata e qualificata, che gli permetta di imparare a giocare a calcio divertendosi e crescendo insieme.

    Da quest’anno è stata istituita anche una squadra di Calcio Femminile partecipante al campionato regionale di calcio a 11, che ha raggiunto anche il 3° posto in classifica dietro a squadre di una grande esperienza con Audax Palmoli e la Femminile Pescara.

    Inoltre nella prossima stagione verrà istituita anche una vera e propria Scuola Calcio Femminile, da aprile si stanno organizzando diverse lezioni di prova per tutte le bambine da 6 ai 14 anni.

    I prossimi appuntamenti sono previsti nei giorni 4 e 11 giugno dalle ore 15.00 alle ore 16.30, e il 15 giugno dalle ore 10.00 alle 11.30.

    Le lezioni saranno tenute dalla stessa Dott.ssa Michela Di Lodovico, istruttrice qualificata CONI-FIGC, allenatrice della già esistente prima squadra femminile e frequentante del Master in “Diritto ed economia dello sport nell’Unione Europea” organizzato ad Atri dall’Università degli studi di Teramo.

    Un modo per avvicinare le bambine allo sport e in particolar modo al calcio, uno sport considerato da sempre maschile, ma che si sta facendo spazio anche nel mondo rosa.

    La forza di questo progetto é sicuramente rappresentata dai giovani collaboratori coinvolti, che affiancheranno il presidente nell’organizzazione di tutta l’attività sportiva.

    foto art_20140522125512D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?

    R. La nostra società è composta da 5 squadre giovanili ovvero PICCOLI AMICI, PULCINI, ESORDIENTI, GIOVANISSIMI e ALLIEVI partecipanti a campionati provinciali e come già detto abbiamo anche la prima squadra FEMMINILE che invece partecipa ad un campionato regionale.

    E dal prossimo anno avremmo anche la prima Scuola Calcio Femminile della provincia di Teramo.

    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?

    R. Abbiamo ottenuto nello stesso anno in cui è stata fondata la società, la prestigiosa affiliazione con il Brescia Calcio, società professionistica la cui prima squadra milita nel campionato di Serie B: un doveroso riconoscimento a testimonianza della qualità del lavoro svolto dalla dirigenza del Real Bellante, che in poco tempo è riuscita con tanti sacrifici ed altrettanto entusiasmo a organizzare sul territorio un’importante struttura per avviare i ragazzi all’apprendimento della disciplina sportiva e che è diventata anche un punto di aggregazione giovanile, garantendo così il diritto di giocare e divertirsi praticando una sana attività motoria.

    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?

    R. La Scuola Calcio Real Bellante non ha scopo di lucro ma il nostro fine è quello di far divertire i ragazzi e toglierli dai pericoli della strada, vogliamo conciliare sport e scuola e per questo abbiamo istituito cinque borse di studio, da consegnare ai ragazzi più meritevoli dalla prima alla terza media, una per ogni categoria: Piccoli Amici, Pulcini, Esordienti, Giovanissimi e Allievi.

    Essendo molto sensibili al mondo dell’infanzia, abbiamo sposato a pieno il progetto di un’adozione a distanza con l’organizzazione internazionale ACTION AID.

    Inoltre permettiamo la pratica sportiva anche a coloro che attraverso il modello ISEE dimostrano di avere evidenti difficoltà finanziarie, garantendogli comunque la possibilità di praticare il gioco del calcio all’interno della nostra società sportiva.

    D. Come gestite i rapporti con i genitori?

    R. I genitori sono parte integrante del nostro progetto, inoltre alcuni di essi sono diventati i nostri più fedeli collaboratori, a loro dobbiamo un doveroso ringraziamento per la passione e l’entusiasmo con cui seguono le attività organizzate dalla società.

    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?

    R. Gli obiettivi variano a seconda delle fasce d’età, per quanto riguarda le categorie dei più piccoli il lavoro si basa molto su giochi di coordinazione motoria e principalmente puntiamo sul divertimento.

    Per quanto riguardano le categorie dei più grandi si punta molto a migliorare gli aspetti tecnici, tattici e atletici.

    Spesso organizziamo raduni di giovani calciatori con diversi osservatori del Brescia Calcio coinvolgendo diverse società della provincia di Teramo e non solo anche di tutta la regione Abruzzo.

    A cura di Claudio Damiani

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  3. Il reportage di MM va in Salento: la Scuola Calcio A.S.D. Giovani Cyros (TA)

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    Giungiamo a Talsano, la più importante e popolosa frazione di Taranto. Essa si sviluppa a sud-est del capoluogo, e dopo il riordino delle suddivisioni amministrative, è stata inserita nella circoscrizione Talsano-San Vito-Lama. Appartengono a Talsano anche le contrade di San Donato, Palumbo e Sanarica; arrivando così ad una popolazione di circa 50.000 abitanti per tutta la circoscrizione.

    Il presidente in persona, Giuseppe Lafratta, ci descrive la bontà dell’attività svolta dalla sua Scuola Calcio grazie al preziosissimo e assiduo lavoro dello staff tecnico e di tutti i suoi collaboratori.

    LA STORIA DELLA SOCIETA’

    Stagione sportiva 2012/2013: nasce l’A.S.D. GIOVANI CRYOS!!! Dalla fusione di due affermate realtà sul territorio locale quali l’ASD CRYOS TALSANO e l’ASD GIOVANI LEPORANO, nasce una scuola calcio, collocata nel territorio tarantino, (TARANTO), in cui la priorità assoluta è la formazione del bambino, intesa come supporto costante e sostegno al suo processo di crescita fisico-tecnica. L’obiettivo della scuola calcio Giovani Cryos è promuovere l’importanza dello sport in un’età, quale quella dei ragazzi fra i 5 ed i 16 anni, di fondamentale rilevanza per il processo di ossificazione, di sviluppo della muscolatura e della flessibilità muscolo-scheletrica. Ed il calcio, essendo uno sport di gruppo che aiuta nella socializzazione il ragazzo, insegnandogli a convivere con il gruppo e con le sue regole, è l’ideale come approccio, specie se praticato con passione e divertimento.

    Ma cosa distingue l’ASD GIOVANI CRYOS dalle altre scuole calcio? In primo luogo, il modus operandi della nostra scuola calcio è quello di insegnare i fondamentali del calcio garantendo, allo stesso tempo, il divertimento dell’allievo. L’intendimento principale della nostra società è quello di educare ed indirizzare i giovani a svolgere una attività sportiva di rilevanza sociale, che aiuti a determinare una crescita equilibrata, sia fisica che morale, fornendo loro opportunità e mezzi adeguati.

    Lo scopo è quello di creare principalmente una scuola di vita e, solo secondariamente, una scuola di sport che educhi i giovani e riesca a formarne degli uomini veri e degli sportivi attivi. Ed il segreto di tutto ciò sta nell’alternare momenti di puro insegnamento tecnico del gioco del calcio con attività di tipo prettamente ludico-propedeutico. In questa età, l’importante è che ciascun allievo giochi e si diverta allo stesso tempo, senza caricarlo di troppe ed insensate responsabilità: se son rose fioriranno prima o poi…

    Un altro valore aggiunto della scuola calcio ASD GIOVANI CRYOS è la professionalità e grado di preparazione di tutto lo staff tecnico: è bene sapere che lo sport, nei ragazzi soprattutto giovani, deve essere praticato con le giuste regole; ad esempio, è impensabile lavorare su un ragazzo di 6-8 anni sulla muscolatura con carichi eccessivi, ecco l’importanza di affidarci a gente competente, parliamo di istruttori laureati in scienze motorie e tecnici qualificati F.I.G.C., che ben conoscono le metodologie di allenamento, differenziandole a seconda dell’età e dalle capacità fisiche del ragazzo.

    Fare praticare lo sport in modo distorto ad un ragazzo può portare nel tempo a creare degli scompensi motori nocivi al suo corretto sviluppo: è indispensabile considerare che l’organismo infantile è in continua evoluzione e quindi diventa particolarmente importante conoscere e seguire le diverse tappe dello sviluppo puberale, soprattutto per poter apprezzare la capacità fisica di un bambino, in funzione del suo livello di maturazione e della sua età; fondamentale come detto non interferire negativamente nella sua crescita psico-fisica.

    Ecco dunque l’importanza di una scuola calcio “di qualità”: noi dell’ASD GIOVANI CRYOS abbiamo volutamente puntato tutto sulla qualità, come dimostra l’ambizioso riconoscimento di “scuola calcio qualificata F.I.G.C.” di cui questa società può fregiarsi dalla stagione sportiva 2009/2010 nonchè il Premio Bravo CONI conseguito nel 2011 per meriti sportivi. Niente è lasciato all’improvvisazione nell’ASD GIOVANI CRYOS: già ad agosto viene stilato un programma di lavoro ben definito, con le cadenze e le metodologie degli allenamenti che si susseguiranno durante la stagione.

    La scelta di avere nella struttura tecnica della nostra scuola calcio un professore laureato I.S.E.F. quale preparatore atletico, affiancato da altri sette istruttori qualificati, coordinati da un responsabile tecnico quale mister Fabio De Vita che ha fatto del calcio uno stile di vita, e coadiuvati da un Presidente giovane ma allo stesso tempo molto esperto quale Giuseppe Lafratta e da ottimi dirigenti, che svolgono assiduamente con grande impegno e preparazione il proprio lavoro, è un indice inconfutabile della professionalità dell’ASD GIOVANI CRYOS.

    top2In aggiunta a tutto ciò, l’ASD GIOVANI CRYOS ha deciso di affiliarsi anche per la corrente stagione sportiva al Bologna Fc 1909, un’opportunità importante per continuare quel processo di costante miglioramento che investe società e ragazzi e che è assoluta prerogativa di questa associazione. Pertanto, tutti i nostri istruttori parteciperanno a dei corsi interni di aggiornamento nel corso della stagione, tenuti da istruttori professionisti del Bologna Fc 1909, che organizzerà a sua volta degli stages, durante il corso della stagione sportiva, per visionare metodologie di allenamento e ragazzi.

    L’ASD GIOVANI CRYOS, infine, partecipa con già da diversi anni e con grandi risultati, per quanto riguarda l’agonismo, ai campionati regionali F.I.G.C. categorie allievi e giovanissimi; da sottolineare, per il settore giovanile e scolastico, anche la partecipazione a tornei per tutte le fasce di età sia F.I.G.C. che promossi da enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI.

    D. Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?

    R. L’A.S.D. GIOVANI CRYOS nasce dalla fusione di due affermate realtà sul territorio locale quali l’ASD CRYOS TALSANO e l’ASD GIOVANI LEPORANO. E’ una scuola calcio in cui la priorità assoluta è la formazione del bambino, intesa come supporto costante e sostegno al suo processo di crescita fisico-tecnica. L’obiettivo della scuola calcio Giovani Cryos è promuovere l’importanza dello sport in un’età, quale quella dei ragazzi fra i 5 ed i 16 anni, di fondamentale rilevanza per il processo di ossificazione, di sviluppo della muscolatura e della flessibilità muscolo-scheletrica. Ed il calcio, essendo uno sport di gruppo che aiuta nella socializzazione il ragazzo, insegnandogli a convivere con il gruppo e con le sue regole, è l’ideale come approccio, specie se praticato con passione e divertimento.

    Il modus operandi della scuola calcio Giovani Cryos è quello di insegnare i fondamentali del calcio garantendo, allo stesso tempo, il divertimento dell’allievo. L’intendimento principale della nostra società è quello di educare ed indirizzare i giovani a svolgere una attività sportiva di rilevanza sociale, che aiuti a determinare una crescita equilibrata, sia fisica che morale, fornendo loro opportunità e mezzi adeguati. Lo scopo è quello di creare principalmente una scuola di vita e, solo secondariamente, una scuola di sport che educhi i giovani e riesca a formarne degli uomini veri e degli sportivi attivi. Ed il segreto di tutto ciò sta nell’alternare momenti di puro insegnamento tecnico del gioco del calcio con attività di tipo prettamente ludico-propedeutico. In questa età, l’importante è che ciascun allievo giochi e si diverta allo stesso tempo, senza caricarlo di troppe ed insensate responsabilità: se son rose fioriranno prima o poi…

    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?

    L’ASD Giovani Cryos partecipa attivamente a tutti i campionati/tornei indetti dalla F.I.G.C. e, nello specifico, allo stato attuale, si annoverano i seguenti gruppi suddivisi per fasce di età: Primi Calci 2007/2008/2009 – Piccoli Amici 2006 – Pulcini 2005 – Pulcini 2004 – Pulcini 2003 – Esordienti 2001/2002 – Giovanissimi Provinciali 2000 – Giovanissimi Regionali 1999/2000 – Allievi Regionali 1997/1998.

    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?

    L’ASD Giovani Cryos è affiliata da diversi anni con il Bologna FC 1909.

    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?

    R. L’ASD Giovani Cryos ha un rapporto di collaborazione costante con diverse casa-famiglia del territorio per il recupero e l’integrazione di minori a rischio

    D. Come gestite i rapporti con i genitori?

    R. La gestione dei rapporti con i genitori risulta sempre un po’ problematica a causa delle notevoli aspettative che essi riversano , a volte inconsapevolmente, sui propri figli. In generale sono svolte delle riunioni periodiche con i genitori in cui sono illustrati gli obiettivi contenuti nelle programmazioni tecniche per ogni fascia di età e le modalità in cui sono espletate.

    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?

    R. I bambini sono suddivisi per fasce di età non omogenee, ogni tecnico responsabile della propria fascia ad inizio anno consegna la programmazione annuale degli allenamenti la quale contiene gli obiettivi su cui si intende intervenire. In linea di massima le aree riguardanti gli obiettivi le abbiamo suddivise in :

    • Obiettivi tecnici

    • Obiettivi motorio – coordinativi

    • Obiettivi tattici

    • Obiettivi cognitivo – comportamentali

    Queste 4 aree sono state utilizzate per tutte le fasce di età e in ognuna di queste ci siamo posti degli obiettivi specifici diversi per ogni categoria.

    Le nostre strutture:

     

    CMato Sport

    Il Centro Sportivo Mato Sport è sito in via Begonie 63 nelle immediate adiacenze del residence PezzaVille in località Tramontone sulla strada che collega Talsano a Lama.
    Possiede al suo interno un campo di calcio a 5 ed un campo di calcio a 7, entrambi in erba sintetica.

     

    Monticello

    Il Centro Sportivo San Francesco De Geronimo (meglio conosciuto come Monticello) è sito in Grottaglie (Taranto).
    Possiede al suo interno campi di calcio a 5 nonché un fantastico campo di calcio a 11 in erba sintetica, che ospiterà le gara casalinghe delle compagini della Cryos impegnate nei campionati regionali e provinciali “Allievi” e “Giovanissimi”.

     

    C.S. Madonna del Rosario

    Il Centro Sportivo Madonna del Rosario è sito in Grottaglie (Taranto), nelle immediate adiacenze del Campo Comunale D’Amuri.
    Possiede al suo interno un campo di calcio a 6 in erba sintetica.

     

     

    A cura di Nicola Amandonico

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  4. L’Italia delle Scuole Calcio: L’ASD Padri Trinitari di Bernalda (MT)

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    La quarta tappa del nostro viaggio tra le “fucine” di campioni ci porta in Basilicata e più precisamente in provincia di Matera, a Bernalda. Bernalda (Vernàllë in dialetto locale) è un comune di circa 12.000 abitanti. È il quarto della provincia in ordine d’abitanti, dopo Matera, Pisticci e Policoro.

    Ringraziamo il Signor Versace per la disponibilità nel rispondere alle nostre domande:

    D: Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?

    R: La motivazione che ci ha portato alla costituzione della nostra associazione e con quest’ultima la pratica sportiva del calcio è la passione che tutto lo staff tecnico nutre per questo meraviglioso sport e le emozioni che lo stesso ci fa vivere insieme ai nostri cuccioli.

    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?

    R. La nostra associazione, pur nata da soli 4 anni, consta di nr. 6 squadre; 2 cgt Piccoli Amici, 2 ctg Pulcini, 1 cgt Esordienti ed 1 ctg Giovanissimi Provinciali

    ASD Padri Trinitari
    Piccoli calciatori crescono!

    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?

    R. Non siamo affiliati con club professionistici per un semplice motivo, tutte le società interpellate chiedono in un modo o nell’altro un ritorno economico per l’affiliazione. Cosa che purtroppo non ci possiamo permettere.

    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?

    R. Si ne organizziamo alcune nel corso dell’anno: incontri di aggregazione al Bowling, all’acqua park, partecipazione a vari Memorial ed altro …..

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    Bernalda vista dall’alto

    R. Cerchiamo semplicemente di tenerli fuori dalle decisioni sia tecniche che organizzative, ma li coinvolgiamo nelle attività sportive ed agli eventi ai quali partecipiamo con i bambini.

    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?

    R. Noi li prepariamo innanzitutto alla vita mettendo vicino a loro degli istruttori che possono trasferire un esempio di educazione, poi relativamente al calcio si insegnano le basi di tecnica e tattica per prepararli ad un eventuale salto in qualche club professionistico che nota il loro talento.

    A cura di Nicola Amandonico

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  5. La Scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino. Calcio, crescita e valori in Molise

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    Ringraziamo il gentilissimo Presidente Marco Altobello, della scuola Calcio S.S. Adriatica Campomarino, che svolge la sua attività ormai da un decennio a Campomarino (CB) una località turistica sulla costa molisana.

    Negli ultimi anni l’Adriatica Campomarino si é fatta notare nel panorama calcistico giovanile diventando una delle scuole calcio più grandi e blasonate del Molise. Nel 2012 é stata l’unica società del basso Molise a qualificarsi per le fasi finali sia con i Giovanissimi Regionali che con gli Allievi Regionali. Inoltre l’Adriatica Campomarino ha vinto 5 campionati provinciali, due con la Categoria Allievi e tre con la Categoria Giovanissimi.

    L’ultimo successo é di pochi giorni fa quando i Giovanissimi si sono aggiudicati la vittoria del Campionato Provinciale. Ma i risultati più importanti sono stati ottenuti dal punto di vista sociale: in un paese piccolo come Campomarino la scuola calcio Adriatica Campomarino é l’unica vera valvola di sfogo e occasione di fare sport per i ragazzi.

    Un evento importante organizzato dall’Adriatica Campomarino é il Torneo “Città di Campomarino” che si svolge ogni anno nel mese di giugno ed al quale partecipano squadre professionistiche italiane ed europee. Hanno partecipato negli anni squadre come Juventus, Chesterfield Town (Inghilterra), Kotor (Montenegro), Bari, Pescara, Lanciano, Giulianova, Taranto, Renato Curi, Foggia e calciatori diventati importanti come Marco Verratti e Diego De Girolamo.

    D. Qual è stata la motivazione che vi ha portato a costituire una Scuola Calcio e quali sono gli obiettivi che vi prefiggete?
    R.: La nostra Scuola Calcio é nata con l’obiettivo di fornire ai ragazzi ed ai bambini del nostro paese un’occasione per vivere e crescere all’insegna di valori sani quali la lealtà, la solidarietà, l’amicizia, il rispetto delle regole e dell’ambiente che ci circonda. La nostra motivazione più grande che ci ha portato a costituire la Scuola Calcio é legata quindi a motivi sociali ed educativi volti ad allontanare i ragazzi dalla vita di strada e da modelli di vita sedentari.
    D. Quante squadre compongono la vostra Società e di quali categorie?
    R.: La nostra Scuola Calcio é composta da 7 squadre suddivise nelle seguenti categorie: 2 squadre di Piccoli Amici, 2 squadre di Pulcini, 2 squadre di Esordienti e 1 squadra di Giovanissimi. A partire dalla prossima stagione sportiva riprenderemo le attività anche con la categoria Allievi Regionali.
    La squadra Giovanissimi
    La squadra Giovanissimi
    D. Siete affiliati e/o collaborate con club professionistici?
    R. Siamo affiliati con il Pescara Calcio, società con la quale collaboriamo da diversi anni e che ha permesso una crescita importante per i nostri tecnici oltre a garantire una vetrina importante a diversi nostri ragazzi che si sono affacciati nel mondo del professionismo.
    D. Avete partecipato a qualche iniziativa a sfondo sociale?
    R. L’aspetto sociale é molto importante per la nostra scuola calcio. Accogliamo bambini che provengono da diversi contesti sociali e tra i nostri iscritti é molto elevato il numero di ragazzi immigrati extracomunitari che grazie alle nostre attività riescono ad integrarsi al meglio. Da quest’anno inoltre, siamo protagonisti di una particolare iniziativa di solidarietà che abbiamo chiamato “Futbol Solidario”. Il progetto prevede una collaborazione con il Centre Sadio Diarra a Bamako, capitale del Mali. Aiutiamo i bambini africani, che vivono in condizioni particolarmente svantaggiate, mediante la spedizione di aiuti materiali, di divise e di materiale tecnico.
    africa 1
    D. Come gestite i rapporti con i genitori?
    R. Prima di iniziare la stagione sportiva organizziamo una riunione allo scopo di rendere partecipi i genitori riguardo i nostri progetti e le nostre attività. Per noi é molto importante il confronto diretto con i genitori che trovano nei nostri tecnici e nei nostri dirigenti degli interlocutori disponibili e preparati. I genitori sono coinvolti nelle nostre attività e nella crescita dei loro figli senza tuttavia consentire interferenze di carattere tecnico
    D. Quali sono gli obiettivi tecnici che la vostra scuola persegue nella “costruzione” del calciatore ?
    R. Lo sviluppo della coordinazione e degli schemi motori di base sono fondamentali. A causa dello stile di vita odierno i giovani conducono ormai una vita sedentaria che ne pregiudica le attività motorie. Per questo motivo i nostri programmi didattici sono rivolti allo sviluppo delle capacità motorie e coordinative in primis. Le nostre attività sono improntate ai principi della polivalenza e della multilateralità vale a dire alla varietà di contenuti e mezzi di allenamento. Da non sottovalutare é l’aspetto ludico, in particolare per le categoria di base non bisogna mai dimenticare che il calcio é un gioco tramite il quale divertirsi e socializzare
    A cura di Claudio Damiani e Nicola Amandonico
    Siete interessati a promuovere l’attività della vostra scuola calcio? Cliccate qui!
  6. Lo scopritore di talenti

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    Un elaborato di Alessandro Pizzoli presentato al Corso per Direttori sportivi tenutosi a Coverciano e patrocinato dal Settore Tecnico F.I.G.C.

    «…Per giudicare un giovane giocatore è necessario tutto. Bisogna valutare il fattore fisico, atletico, tecnico, tattico e alla fine quando hai combinato quest’opera, hai determinato il carattere del giovane calciatore. L’ideale sarebbe averli tutti, ma inizialmente non ci possono essere tutti e allora devi far riferimento alle attitudini. Valuta come si muove un bambino nell’impatto con la palla. È chiaro che l’ideale sarebbe trovare un ragazzo alto, forte fisicamente, rapido, veloce. Ma queste sono caratteristiche che si possono acquisire così come le doti nel carattere: spirito di sacrificio e di gruppo. Le buone attitudini tecniche, invece, devono rappresentare un punto di partenza…»

    Mino Favini

    Scarica qui il documento in PDF: [download id=”30654″]

  7. “Il Nuovo Calcio” e MisterManager.it: una nuova sinergia

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    Sono lieto di annunciare la grande opportunità che mi ha dato il nuovo direttore de “Il Nuovo Calcio” Ferretto Ferretti, per poter esprimere le mie idee e metterle a confronto e a disposizione dei numerosissimi seguaci del “Top magazine” dedicato ad allenatori, preparatori ed addetti ai lavori del mondo del calcio e del calcio a 5.

    il mio compito sarà quello di proporre una serie di quesiti, esercitazioni, analisi e video su squadre, avversari e giocatori sempre in linea con lo stile affermato della pagina facebook e del sito ufficiale della rivista. Mi auguro di poter essere all’altezza e poter imparare molto anche da questa esperienza.

    Il professor Ferretti, docente di metodologia ai corsi allenatori del Settore Tecnico FIGC di Coverciano, allenatore di base e preparatore atletico professionista, che ha lavorato per più di 20 anni in serie A, è la nuova guida della rivista; un direttore che porta una grande quantità di esperienza vissuta sul campo. Egli conosce le dinamiche e le esigenze di chi lavora o si diletta in questo mondo in continua evoluzione, ma soprattutto cosa respira, cosa osserva e cosa vuole apprendere l’uomo di calcio moderno.

    Il suo avvento ha portato a un notevole cambio organizzativo a livello di immagine e di protagonisti; queste le sue parole pronunciate al momento dell’investitura:

    ferrettiÈ un grande piacere e un onore assumere la direzione de’ Il Nuovo Calcio, rivista che ho visto nascere nei lontani anni ’90. E ho contribuito a far crescere nelle prime stagioni. Sono passati più di vent’anni, il calcio è cambiato radicalmente nelle metodologie d’allenamento, negli aspetti tecnico-tattici, per quanto concerne le componenti psicologiche e di comunicazione. Fortunatamente, sono rimasti immutati l’interesse e la passione dei molti addetti ai lavori, in particolar modo il desiderio di conoscere, apprendere e migliorare da parte di allenatori e preparatori di qualsiasi livello ed età. Anzi è cresciuto! Lo percepisco tutti i giorni in campo e in aula: da Coverciano a quelli periferici.

    Per questo motivo, il primo obiettivo che mi sono posto è quello di rendere il più interessante possibile il nostro mensile. Un mensile per tutti coloro che vivono il calcio in prima persona: giocatori, allenatori, preparatori, sia di giovani, sia di adulti. Per riuscire in questo scopo, penso sia importante che ognuna di queste figure trovi qualcosa dedicato, qualcosa che lo aiuti a migliorare realmente. Quindi, come accade spesso quando vi è un cambio in panchina, servono delle novità. La prima, l’avrete sicuramente notata, è la veste grafica, più attuale e fresca. A volte anche la “maglietta” fa la differenza. Poi ci sono i contenuti: se avete sfogliato le pagine con curiosità ancora prima di “studiarle”, sono gr

    iffate da nuovi e soprattutto autorevoli uomini di calcio. Uomini di campo! Perché questa è la seconda delle finalità che mi sono posto: cercare di creare il giusto mix tra lavori pratici e quel pizzico di scientificità che deve sottendere l’universo dell’allenamento. In modo che, come ha detto l’amico Fulvio Fiorin nella sua opinione, Il Nuovo Calcio diventi un punto di riferimento per chi fa… calcio.

    Come accennato, tutti devono trovare qualcosa. Qualcosa di qualità! Quindi, in ogni numero vi saranno articoli incentrati sugli aspetti tecnico-tattici, per adulti e settore giovanile, di metodologia, tecnica e coordinazione per l’attività di base, di preparazione fisica, di allenamento per i portieri, di medicina, alimentazione e regolamento/carte federali, nonché di calcio a cinque e femminile.

    Non vogliamo dimenticare certo l’attualità, con l’analisi tattica dei top team dei principali campionati europei, firmata Giovanni Galli; l’intervista al giocatore (il primo è Alessandro Diamanti) e quello che a mio parere più rappresenta il nostro mondo: l’approfondimento con l’allenatore e il suo staff, redatto a più mani da addetti ai lavori. E in questo numero, i protagonisti sono Vincenzo Montella e i suoi collaboratori, che ringrazio per la disponibilità. È solo l’inizio. L’inizio di un nuovo corso. Che vuole coinvolgere sempre di più tutti voi lettori. Perché si migliora solo nel confronto.

    Ferretto Ferretti

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    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

    NCMontella

  8. Nuovo dominio .eu per Generazione di Talenti, il paradiso dei talent scout

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    In ottica rinnovamento e ingrandimento del portale, la redazione di Generazione di Talenti ha deciso di cambiare dominio e lo fa entrando dalla porta principale in Europa diventando raggiungibile dall’indirizzo www.generazioneditalenti.eu.

    Inutile ribadire come i contenuti e la linea editoriale rimarranno i medesimi di sempre se non più forti di prima con le notizie più importanti sul calcio giovanile ed i giovani talenti.
    Approfitto per ringraziare a nome di tutta la redazione i numerosi visitatori, amici e addetti ai lavori che sempre di più seguono con interesse il nostro progetto.

    Per visualizzarci vi preghiamo di mettere tra i preferiti il nuovo dominio .eu e di cancellare il vecchio dominio .com, grazie!

    A tutti buona continuazione di navigazione sul nuovo dominio generazioneditalenti.eu!

    Il Direttore

    Massimo Tanzillo

    logogt

  9. Esercitazioni atletiche con palla

    Commenti disabilitati su Esercitazioni atletiche con palla

    Esercizio atletico e tecnico. Le distanze determinano la finalità atletica voluta. Si può utilizzare anche come riscaldamento.

    Proseguimento dell’altro esercizio, A porta palla fino al primo conetto e scarica su B (1), A corre in allungo o effettua uno sprint, a seconda delle distanze stabilite in funzione degli obiettivi voluti, fino al secondo conetto e riceve da B (2), conduce sino al successivoconetto e scarica nuovamente su B (3), A effettua il rientro in corsa lenta, B ricomincia con C.

    Palloni e conetti.

    ATLETICA CON PALLA 1

    2) Esercizio atletico e tecnico. Le distanze determinano la finalità atletica voluta. Si può utilizzare anche come riscaldamento.

    A porta palla fino al primo conetto, scarica su B (1) ed effettua un allungo o uno sprint fino al conetto successivo, riceve palla da B (2) la porta fino al successivo conetto, per scaricare nuovamente su B (3), allunga o sprinta fino al successivo conetto, e riceve da B (4), per ridargliela (5) e tornare in recupero in postazione, B ricomincia con C.

    Palloni e conetti.

    ATLETICA CON PALLA 2

    3) Esercizio atletico e tecnico. Le distanze determinano la finalità atletica voluta, i cambi di direzione possono avere una valenza ancora atletica sulla forza. Si può utilizzare anche come riscaldamento.

    A porta palla fino al primo conetto, scarica su B (1) ed effettua un allungo o uno sprint fino al conetto successivo, con cambio di direzione all’esterno del conetto, riceve palla da B (2) la porta fino al successivo conetto, per scaricare nuovamente su B (3), allunga o sprinta fino al successivo conetto sempre con un cambio di direzione, e riceve da B (4), per ridargliela (5) e tornare in recupero in postazione, B ricomincia con C.

    Palloni e conetti.

    ATLETICA CON PALLA 3

    4) Esercizio atletico e tecnico. Le distanze determinano la finalità atletica voluta. Si può utilizzare anche come riscaldamento.

    A guida palla velocemente fino al primo birillo, e scarica su B e poi esegue uno sprint o un allungo sul secondo birillo per tonare in postazione in corsa lenta.

    A seconda del numero di calciatori si hanno le finalità e i recuperi atletici voluti.

    Palloni e conetti.

    ATLETICA CON PALLA

    Nicola Amandonico

  10. Corso di formazione “Calcio 4D” a Bologna

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    calcio $D bannerD’intesa con UISP e CSI parte a Bologna un corso di formazione di Calcio 4D di 20 ore. Il corso inizia sabato 26 ottobre e si prolungherà per tutto il mese di novembre presso le aule didattiche dell’UISP e il centro Isokinetic.

    Il progetto è stato presentato da Adriano Bacconi e Ivan Zazzaroni all’Hotel Savoia Regency insieme al referenti di progetto per la UISP Umberto Molinari e al Vice Presidente UISP Emilia-Romagna Carlo Balestri.

    Promo calcio4dSono intervenuti il Presidente della Ventura Research Insitute Prof. Mauro Alvisi che si sta occupando della certificazione accademica del percorso didattico Calcio 4D, Daniele Corazza, Resp. Settore Giovanile del Bologna FC 1909 e che da anni lavora seguendo queste linee guida, il Dott. Roi del centro medico-sportivo Isokinetic, Aldo Montinaro, Resp. Inter Campus, che segue il progetto Calcio 4D da tempo e Elena Boni, Vice Presidente CSI Bologna.
    Il Prof. Alvisi ha spiegato la piramide formativa di Calcio 4D davanti allo sguardo attento di Ivan Zazzaroni Hanno partecipato anche i responsabili di Calcio 4D di Pisa, Torino e Asti. Il modulo per l’iscrizione, saranno accettate un numero massimo di 50, è scaricabile sul sito www.calcio4D.com e www.uispbologna.it. Molte le testate giornalistiche presenti alla presentazione.

    Scarica il programma! [download id=”29044″]

    CALCIO 4D si appoggia su due pilastri, la metodologia e la tecnologia, che hanno come radice comune l’innovazione e la ricerca, un sistema aperto a idee ed esperienze anche apparentemente lontane.
    CALCIO 4D segue la case history di successo della Pisa Soccer School e vuole qualificare, attraverso un nuovo modello formativo, gli istruttori delle Scuole Calcio e dei Settori Giovanili della città che sposi e divulghi sul territorio i valori fondanti dello sport come l’integrazione, l’aggregazione, il benessere psico-fisico.

    Testimonianze CALCIO 4D Scopri i dettagli del metodo CALCIO 4D su Facebook

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  11. L’importanza del passaggio e della ricezione

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    Tutti sappiamo dell’importanza nel gioco del calcio, del passaggio e della ricezione della palla. Per questo, molte esercitazioni , dalla Scuola Calcio in poi, devono essere mirate a migliorare tali gesti tecnici. Siccome oggi, come non mai prima, i suddetti obiettivi, dovranno essere abbinati al movimento dinamico, qui di seguito, propongo alcune esercitazioni che ho messo in atto con la formazione esordienti professionisti dell’U.S. Grosseto, di cui sono l’allenatore :

    passaggio e ricezioneOROLOGIO: esercitazione come da disegno, i coni sono posti a 13 metri di distanza uno dall’altro. La postazione con il pallone, parte in senso anti orario e di interno piede passa il pallone al compagno il quale controlla con l’interno piede dx e calcia con l’interno piede sx. ogni volta che si passa il pallone si corre dietro allo stesso e si prende la posizione al cono successivo. Naturalmente dopo qualche minuti si inverte il giro e si va in senso orario impegnando di conseguenza i piedi giusti. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo pallone e poi un terzo.

    passaggio e ricezioneiiCORRIDOIO: esercitazione come da disegno, i coni sono posti a 15 metri uno dall’altro. La postazione con la palla posta sul lato sx parte con un passaggio di interno piede al compagno posto al cono di contro, il quale controlla con l’interno piede sx e passa con l’interno dx. ogni volta che si calcia la palla, si corre dietro la stessa e si prende la posizione al cono opposto. L’esercitazione prosegue andata e ritorno per almeno 10’. Si cura anche in questa postazione l’esatta esecuzione tecnica del gesto, la postura, il piede di appoggio. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo pallone e poi un terzo.

    passaggio e ricezioneiiiDOPPIO QUADRANTE: esercitazione come da disegno, i coni sono posti a 15 metri uno dall’altro e a 10 metri dal giocatore posto di fronte al cono. Si parte in contemporanea con il passaggio di interno piede al compagno di fronte il quale controlla e passa di interno piede ricordando di invertire la sequenza ovvero, controllo con il dx e passaggio con il sx e poi viceversa. L’esercitazione prosegue per almeno 10’. Si cura anche in questa postazione l’esatta esecuzione tecnica del gesto, la postura, il piede di appoggio ecc.ecc. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo pallone

    passaggio e ricezioneiiiiTRIPLO QUADRANTE: esercitazione come da disegno, i coni esterni sono posti a 15 metri uno dall’altro. Tra quelli esterni e quelli interni ci sono 4 metri. I giocatori centrali sono posti a 6 metri dal primo cono e 15 dal secondo. L’esercitazione parte in contemporanea dal cono esterno con passaggio di interno piede al giocatore centrale, il quale controlla e passa di interno piede ricordando di invertire la sequenza ovvero, controllo con il dx e passaggio con il sx e poi viceversa al compagno posto al cono corto . L’esercitazione prosegue per almeno 10’. Ogni volta che si passa la palla si corre dietro la stessa. Asi cura con attenzione la esecuzione esatta del gesto tecnico , la postura, il piede di appoggio ecc.ecc. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo pallone. Si possono utilizzare anche sue sole postazioni o 3 in base ai giocatori presenti all’esercitazione.

    passaggio e ricezioneiiiiiQUADRATO TECNICO: Esercitazione come da disegno, il quadrato ha lati da 13 mt. La postazione con la palla parte con il passaggio di interno piede al compagno di fronte il quale controlla con l’interno sx e passa con l’interno dx . ogni volta che si passa il pallone si segue lo stesso. Il compagno che riceve dopo il primo passaggio da il pallone in diagonale e così via per 10’’. Si cura anche in questa postazione l’esatta esecuzione tecnica del gesto, la postura, il piede di appoggio ecc.ecc. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo e poi un terzo pallone.

    passaggio e ricezioneiiiiiiVIENI INCONTRO: esercitazione come da disegno, i coni grandi sono posti uno di fronte all’altro a 15 metri mentre a 5 metri di larghezza . di fronte ai coni grandi vengono posizionati i cunesini a formare una distanza di 3 metri. L’esercitazione parte come da disegno con il passaggio di interno piede al compagno di fronte il quale viene incontro subito fuori dai cinesini, controlla con l’interno piede sx e passa con il dx al compagno della postazione di fronte laterale. Il giocatore in questa postazione viene incontro ed effettua l’esercitazione di sua pertinenza. Si va in avanti e indietro per 10’ . si cura anche in questa postazione l’esatta esecuzione tecnica del gesto, la postura, il piede di appoggio ecc.ecc. Al fine di aumentare il ritmo e la difficoltà tecnica , basta aggiungere un secondo pallone.

    A cura di Maurizio Bruni – Allenatore UEFA B – Allenatore Esordienti Professionisti U.S.Grosseto

  12. Papà …io sono tuo figlio

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    Caro Papà era tanto che volevo parlarti ma solo ora riesco a farlo.
    Sai…in passato era diverso ma adesso nei tuoi occhi vedo solo il riflesso della maschera che mi hai fatto indossare. Iniziò per gioco e finì sul serio ed io sono cresciuto in fretta da bimbo a uomo senza altri passaggi.
    Iniziò per gioco come tutti i bambini amano fare. Quattro calci al pallone… magari nel campetto della chiesa ..attento a non dire parolacce ..altrimenti il prete ti espelle e ti fà dire le preghierine. E poi magari uno corre di meno perchè non ce la fà e allora gli dicono ” è meglio che ti metti in porta” : è così che cominciò da quel tiro parato d’ istinto ..quel rigore che contava solo per i miei amichetti…ma che cambiò la mia vita.
    “Ehi lo sai che in porta ci sai fare” …”perchè non vieni al torneo della mia squadra?Su dai!”
    Giovane portiereAll’ inizio ero un attore inconsapevole…col tempo, senza aver la possibilità di difendermi, diventai vittima cosciente. E tu Papà ….allora, eri un padre distratto e ti voltavi raramente per osservarmi. Solo quando quel tizio ti chiese se eri il padre del portierino….solo allora i tuoi occhi mi guardarono con l’orgoglio che dovrebbe essere tipico di ogni padre disinteressato ed io solo allora mi sentii veramente tuo figlio.
    Quella notte ne io ne te abbiamo dormito . Tu confuso dalle grandi aspirazioni per il mio futuro ed io asfissiato dalle tue improbabili aspettative. Il giorno dopo ero in professionismo, tra quelli delle figurine e mi sentivo appiccicato ad un album che non era il mio. Respiravo la nebbia di una fredda Piacenza ed il sole di Roma….lo dimenticai troppo in fretta.
    Tu mi vedevi già ad insidiare Buffon, io invece facevo fatica a togliere il posto a Paperino. Non perchè non fossi stato un campioncino..magari forse lo ero…ma giocavo senza divertimento e aspettavo che la partita finisse per tornare a respirare ….quell’ aria che tu mi avevi tolto.
    Delle volte le cose succedono senza che nessuno faccia nulla per farle accadere: tu Papà mi dicevi sempre che il mio destino dipendeva da me e forse avevi ragione. Io però non cambiai il mio destino ….e non diventai quel campione che tu avevi sognato..ma tornai ad essere semplicemente tuo figlio….magari un giorno mi avresti voluto bene lo stesso …..pur essendo ritornato nella terra dei normali.
    Ora faccio l’ allenatore e a quei ragazzi che guardano la tribuna in cerca di conferme…dico semplicemente”Nessuno ha il diritto di vivere la vostra vita e di privarvi del divertimento che è alla base di qualsiasi gioco.
    Pretendete di essere solamente considerati……figli dei semplici e normalissimi figli.”

    Giacomo Bizzarri

  13. Circuiti tecnici

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    circuiti

    Tecnica unita alla coordinazione e alla corsa.

    I 3 circuiti:

    A scarica su B (1) e va ad effettuare una corsa tra le aste (scaletta), e si porta in A1, riceve da B (2) e scarica su C (3). A1 si porta in A2 per ricevere il passaggio di C1 (4). C1 effettua una corsa tra gli over bassi e si porta in C2 e riceve da A2 (5). C2 scarica lungo su D e si porta in C3 per ricominciare con lo stesso D ed E. B è andato in coda a D, e A2 va in coda ad E.

    A passa a B (1) e si porta in A1 dopo aver effettuato uno slalom stretto tra i paletti, riceve da B (2), e scarica su C (3), e si porta in A2 per ricevere il passaggio di ritorno (4), C effettua uno scivolamento sui conetti e si porta in C1 per ricevere da A2 (5). C1 scarica lungo su D e si porta in C2, per ricominciare con lo stesso D ed E. A2 si porta in A3 in coda ad E e B si porta in coda a D.

    A passa a B (1) e si porta in A1 dopo aver effettuato una corsa differenziata tra gli over bassi posti a distanze diverse, e riceve (2), scarica su C (3) e si porta in A2 per ricevere ancora da C (4). C si porta in C1 smarcandosi dal conetto e riceve ancora da A2 (5). Ricevuto il passaggio C1 scarica lungo su D e si porta in C2 per ricominciare con lo stesso D ed E. A2 si porta in A3 in coda ad E, B va in coda a D.

    Paletti, over, bassi, aste o scaletta, coni e palloni.

    Nicola Amandonico

  14. Schede di allenamento tecnico per esordienti (seconda parte)

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    grossetogiovaniProsegue la pubblicazione relativa all’apprendimento della tecnica di base allenata nel progetto “Grosseto Giovani”.

    Come già fatto con la prima, postiamo anche la seconda serie di schede di allenamento.

    L’autore è ancora Maurizio Bruni, allenatore/istruttore presso la Scuola Calcio “Grosseto Giovani”, nonchè responsabile tecnico.

    Scarica qui di seguito il documento pdf:

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  15. Schede di allenamento tecnico per esordienti (prima parte)

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    grossetogiovaniLa tecnica allenata nel progetto “Grosseto Giovani”

    Pubblichiamo con gioia la prima serie di 7 schede di allenamento di un nostro caro, affezionato ed esperto amico tenuti presso la scuola calcio “Grosseto giovani”: l’allenatore e responsabile tecnico della Scuola calcio Maurizio Bruni.

    Scarica qui di seguito il documento pdf:

    [download id=”27338″]

  16. Lettera alla MAMMA: spettatrice … protagonista!

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    (L’emisfero destro … dei giorni nostri!)

    Salve a tutti, sono un bambino del XXI secolo, voglio raccontarvi una storia …

    In questo strano mondo del calcio (giovanile) troppo spesso si condanna preventivamente la figura del ‘genitore-papà’ reo sempre e comunque di tutti i comportamenti negativi diretti o indiretti veicolati al proprio figlio.

    Non nego, anzi avvaloro, l’enorme danno che tanti papà (molti dei quali coscienti del proprio delirio personale) arrecano ai propri figli tramite atteggiamenti infantili e gesti inconsulti …

    La premessa è d’obbligo, d’altronde se l’Italia è conosciuta, anche, per essere ‘la patria dei 60 milioni di allenatori’ (una delle tante medaglie del Bel Paese …) un motivo per queste strambe deviazioni identitarie dovrà pur esserci …

    Nei famosi 60 milioni, ovviamente, come avrete capito, non possono non esserci, abalotelli e mammanche, le tante mamme che accorrono spasmodicamente al ’capezzale ludico’ dei propri cuccioli …

    E’ inutile ma obbligatorio visti i tempi, rilevare di non voler fare di tutta l’erba un fascio, ma è inevitabile ricorrere a questa sottolineatura per evitare di incorrere nelle sabbie mobili del populismo (becero) da quattro soldi.

    Cara mamma, è inutile che tu stia lì a guardarmi ore e ore … sarebbe più opportuno che tu mi aspettassi a casa, come facevano le nonne di oggi con i figli di allora: VOI, i genitori moderni …

    Non è necessario che tu venga a fare una sfilata di moda a ogni partita che gioco … e butta quella sigaretta ché ti fa male …

    La mamma, nel XX secolo, era di solito a casa, non s’interessava di quello che non conosceva (il calcio)… per indole, riteneva il gioco del calcio un esercizio noioso e incomprensibile!

    Faceva da mangiare: il ragù cuoceva per oltre 3 ore … oggi dispensa consigli e varianti tattiche secondo quello che le ‘passa’ per l’emisfero destro del proprio cervello …[citazione scientifica: nel cervello femminile, il corpo calloso (una struttura composta da fibre nervose che connettono l’emisfero di destra con quello di sinistra) è molto più complesso. Nella donna, quindi, i due emisferi comunicano più facilmente tra loro.

    Conseguenze? L’uomo tende a elaborare la realtà basandosi soprattutto sull’emisfero sinistro, razionale, logico e rigidamente lineare. La donna utilizza in misura maggiore l’emisfero destro che permette di compiere operazioni mentali in parallelo, ed è più legato alla sfera emozionale e al linguaggio analogico.]

    Secondo la scienza, quindi, la donna sarebbe addirittura sprecata nel seguire l’andamento irregolare e poco ortodosso di una sfera presa a calci!

    Capito mamma? Ci sono cose appropriate per ogni emisfero … non è un discorso sessista e non deve neanche sembrare una forzatura alla quotidianità cui ci stiamo abituando …

    “Mio figlio deve giocare dietro, davanti deve giocare quell’altro … mio figlio non può giocare in porta: è sprecato …” Musica e parole ‘rubate’ ai papà (l’altro emisfero dei milioni di allenatori) sciorinate a uso e consumo della platea (ipocrita) compiacente che le deglutisce senza soluzione di continuità …

    Cari genitori, non è bello vedervi dietro le reti di recinzione come foste delle scimmie allo zoo in cerca della nocciolina che in questo caso sarebbe un mio gol … mio e solo mio, sconfessando la natura primordiale del gioco del calcio che nasce come gioco di squadra!

    Commentate sacentemente, e di solito senza le basi del mestiere, la prestazione di questo o quel bambino … ritenendolo più o meno pronto per entrare a far parte del primo o del secondo gruppo …

    chiccocalcio3La moda del momento è: parlare di bambini più o meno pronti, è il nuovo modo di giudicare, senza infierire più di tanto, sulle qualità ‘calcistiche’ di bambini di 10 anni …

    Non si usa più il termine ‘bravo’ o ‘pippa’… Si è trovato un modo politically correct per definire un bambino in rampa di lancio, o meno, per l’universo indefinito del professionismo …

    Lo stratagemma è chiaro: ‘c’è una speranza per tutti’! Con la celata approvazione di chi gestisce il sistema…

    Se, cari Mamma e Papà non siete riusciti a imporvi, ai vostri tempi, nello sport (sempre che ci abbiate provato), non è detto che debba riuscirci IO … è vero che oggigiorno è sempre più difficile trovare lavoro e che diventare famosi e ricchi aprirebbe a me, e forse anche a voi, prospettive di vita fantasmagoriche … ma penso che dobbiate darvi, TUTTI, una ridimensionata così da permettere a noi bambini di ritagliarci qualche ora di svago in questa vita frenetica che anche a noi, a 10 anni, cerca di rubare la spensieratezza che voi avete perso e che sembra non vogliate concederci col vostro atteggiamento …

    Ok mamma? Non te la prendere … e se non ti senti parte integrante di questo quadro che ho descritto, ti dedico queste ultime righe …

    “Le donne provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo. Brucia ma non si bruciano. Respirano forte quando l’ostetrica dice “non urli, non è mica la prima”.Imparano a cantare piangendo, a sciare con le ossa rotte.”

    Concita De Gregorio, Malamore – (ed. Mondadori)

    Luca Sbarbaro per mistermanager.it

    Claudio DamianiA cura di Claudio Damiani

  17. “E’ che voglio continuare a giocare!”

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    Negli ultimi giorni è circolata molto online ed è stata pubblicata anche su numerosi giornali – oggi ne parla anche Massimo Gramellini sulla Stampa – una foto in bianco e nero che mostra un bambino mettersi in mezzo a due adulti che stanno discutendo in un campo da calcio, un arbitro e un allenatore. La foto è diventata ben presto un simbolo e un richiamo a un gioco meno aggressivo e con maggiore spirito sportivo.

    Il bambino della foto si chiama Alejandro Rodríguez Macías: ha 5 anni e gioca come attaccante nell’Unión Viera B, una squadra di calcio giovanile di Las Palmas, sull’isimageola spagnola Gran Canaria. La mattina del 14 maggio scorso stava giocando nello stadio López Socas contro il Barrio Atlántico: entrambe le squadre fanno parte della categoria prebenjamín, in cui giocano i bambini tra i cinque e gli otto anni.

    Durante il primo tempo l’allenatore del Barrio si era trovato più volte in disaccordo con le decisioni dell’arbitro, e gliene aveva parlato nel’intervallo. Alla ripresa del secondo tempo, dopo un’altra decisione arbitrale che aveva ritenuto sfavorevole, l’allenatore è entrato in campo e ha iniziato a discutere in modo acceso con l’arbitro. A quel punto è intervenuto Alejandro, mettendosi in mezzo ai due adulti e dicendo «smettetela, smettetela, smettetela!». L’allenatore e l’arbitro hanno subito smesso di discutere, mentre il pubblico si è alzato in piedi ad applaudire il gesto del bambino.

    Rubén López Estupiñán, uno dei genitori che assisteva alla partita dagli spalti, ha scattato la foto che in poco tempo è stata ripresa da siti e giornali di tutto il mondo. López ha raccontato al sito Tinta amarilla che «è stata una cosa che ci ha impressionato. Il gesto del bambino è stato indimenticabile. È riuscito a fermarli e ha ottenuto gli applausi del pubblico. È stato davvero bello». Ana Afonso, l’allenatrice dell’Unión Viera, ha raccontato che si è accorta che Alejandro se ne stava «con le mani tese tra l’allenatore e l’arbitro. Mi sono avvicinata a gli ho chiesto “Alejandro, cosa fai?” e lui mi ha risposto “Niente, è che voglio continuare a giocare”». In un’intervista a UDRadio, Alejandro ha spiegato che non voleva che gli adulti «litigassero» e ha aggiunto che «mi piace il gioco pulito».

    Fonte: ilpost.it

    Claudio DamianiA cura di Claudio Damiani

  18. Tiro in porta e preparazione atletica (prima parte)

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    (Aggiornato al 18/02/2022)

    La conoscenza del legame tra il calciare in porta e le qualità atletiche/muscolari è sicuramente la parte meno approfondita della preparazione atletica; al contrario, la didattica e l’aspetto puramente tecnico sono elementi più trattati. Essendo un fondamentale che richiede un certo livello forza muscolare, è importante analizzare anche le difficoltà a cui va incontro il calciatore durante le fasi della crescita.

    FASE PRE-PUBERALE

    Una volta, durante la fase didattica, si raccomandava ai ragazzi di: “colpire la palla a caviglia dura, di collo pieno e di distendere bene la gamba”. Per i giocatori che non riuscivano a calciare in maniera corretta, si continuava ad insistere sull’aspetto biomeccanico senza tenere in considerazione che l’aspetto condizionale (legato al grado di maturazione dell’apparato muscoloscheletrico) gioca un ruolo fondamentale. Infatti, la rigidità della caviglia (intesa come la capacità del sistema muscolo/legamentoso) nel mantenere l’integrità della stessa durante l’impatto con il pallone, è fortemente dipendente dal livello di maturazione del soggetto. Per fare un semplice esempio, è sufficiente vedere una squadra di giocatori di 5° elementare/1° media che effettua dei tiri in porta; alcuni riescono già a calciare la palla velocemente con il collo pieno, mentre quelli meno maturi (dal punto di vista fisiologico) tendono a impattare la palla con l’interno collo, facendo prendere traiettorie a palombella o non lineari. Quest’ultima condizione si verifica perché l’interno collo (rispetto al collo pieno) rappresenta, anche per soggetti poco maturi, la parte più rigida del sistema piede/caviglia e quindi inconsciamente preferita nell’esecuzione del tiro, anche se non è quella che consente di tirare con maggiore potenza.

    calcio_collo_pienocalcio_interno_collo

    Come comportarsi in questi casi? È ovvio che nel caso in cui il livello di maturità fisiologica sia tale da non permettere di colpire la palla con il pieno collo (si vede sostanzialmente dalla velocità con il quale il piede colpisce la palla), è inutile far ripetere assiduamente il gesto insistendo sull’aspetto biomeccanico; il rischio sarebbe poi quello di strutturare uno schema motorio scorretto, con il rischio di “portarselo dietro” anche in età adulta.

    A mio parere, la soluzione migliore è quella di utilizzare esercitazioni tecniche nelle quali si trasmette/calcia la palla a distanze progressive (utilizzando entrambi i piedi), in abbinamento ad altri fondamentali; in questo modo, si abituano gradualmente i giovani calciatori ad utilizzare il collo piede in regime di precisione, lateralità e in abbinamento ad altri fondamentali. Quando saranno raggiunti i livelli di maturazione adeguata (pubertà ed adolescenza), il giocatore sarà in grado di utilizzare la precisione in abbinamento alla forza muscolare specifica. Alcuni esercizi utili potrebbero essere i seguenti:

    Non solo, nelle esercitazioni per il tiro in porta, invece si potranno utilizzare palloni di peso ridotto (il N° 3 per Pulcini/Esordienti e il N° 4 per i Giovanissimi) per evitare che il giocatore inconsciamente (per un meccanismo teleanticipatorio che tende a far utilizzare i movimenti che riducano il dolore alla caviglia durante l’impatto con la palla) colpisca il pallone con l’interno collo.

    GIOCATORI MATURI

    A chi lavora con i dilettanti, invito a guardare il video sotto (seduta di tiri in porta della nazionale Inglese Under 21);

    queste esercitazioni sono praticamente le stesse che vengono somministrate l’ultimo allenamento della settimana, quando si cura questo fondamentale.

    La differenza che subito balza all’occhio con i “nostri” dilettanti, è che i giocatori del video difficilmente “non centrano” la porta. Ad una più attenta osservazione è possibile vedere che i calciatori dell’Under 21 (cioè Professionisti), mentre effettuano tiri di intensità paragonabile a quella dei dilettanti, modificano in maniera meno importante la propria postura: il busto rimane più eretto (segno di un maggiore equilibrio del gesto), “distendono” maggiormente l’arto che calcia, ma soprattutto riescono a dosare meglio la forza e la precisione del gesto. Inoltre, riescono ad utilizzare più modalità tecniche del gesto, ottenendo così la massima efficienza. Durante una seduta di tiro in porta per i dilettanti si nota invece che:

    • Alla palla viene data una velocità anche paragonabile a quella dei Professionisti, ma a discapito della precisione del gesto (si centra meno la porta).
    • I giocatori effettuano maggiori movimenti del busto sul piano sagittale, allungando le catene muscolari (anteriore e posteriore) per reclutare più fibre muscolari; inoltre muovono in maniera meno sincrona gli arti superiori.
    • Distendono in misura minore l’arto che calcia.

    Ovviamente non tutti questi difetti sono presenti nei calciatori dilettanti, ma rappresentano la serie di errori più frequenti in questa categoria. Ma dove risiede la causa di questi atteggiamenti errati? È una problematica di natura tecnica, coordinativa o condizionale? Come si può ovviare a questo tipo di problematiche per rendere i giocatori più “efficienti” quando tirano in porta? Nel prossimo post cercheremo di dare risposte a queste domande.

    Se ti piacciono i nostri articoli, puoi collegarti ad i nostri Canali telegram (quello sulla Preparazione atletica nei dilettanti e sulla Preparazione atletica e motoria nei settori giovanili) dai quali potrai scaricare gratuitamente le nostre “guide”, leggere i contenuti esclusivi per gli iscritti al canale e rimanere informato su nuove pubblicazioni ed aggiornamenti. Trovi come accedere gratuitamente ai nostri canali in questo post.

    Autore dell’articolo: Luca Melli (melsh76@libero.it) preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto.

  19. Amarcord e riflessioni

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    Il calcio è cambiato…

    Tempo fa ti venivano a prendere per la strada o ti chiedevano di andare a giocare perché vedevano in te delle doti. Una borsa, una tuta, il far parte di un gruppo di bambini o ragazzi con dei colori in comune. Era tutto.

    Ora vi sono molti ragazzini che vengono portati al campo anche contro la loro volontà, con scarpe colorate e fascia tergi capelli sulla zazzera.

    Doti? Se ne vedono pochine!

    Non è costruttivo!

    Molti, ma non tutti padri vorrebbero che i loro figli diventassero quello che loro non sono mai riusciti ad essere: dei campioni, o “quantomeno” dei giocatori di Serie A.

    Tempo fa i nostri genitori vedevano il nostro sorriso su un campo di calcio ed erano soddisfatti; ultimamente sono insoddisfatti anche se i loro figli sono felici in un campo a ciuffi con un pallone approssimativo, solo perché non giocano come e soprattutto quanto vorrebbero.

    E sempre più i bambini cercano l’approvazione del genitore appollaiato dietro la rete anziché seguire le direttive del proprio istruttore/educatore. Questo non va bene. Padri e madri danno istruzioni, distraendo il bambino e togliendo a chi guida il gruppo l’autorevolezza che il ruolo gli attribuisce.

    Una volta i bimbi vedevano il calcio alla tivù solo alla domenica; e “dal vivo” al campo di paese se non avevano la fortuna di essere accompagnati in qualche cornice di serie superiore;

    Si, vi era la Coppa dei campioni al mercoledì, appuntamento attesissimo di metà settimana sulla Rai.

    Ora c’è il calcio sul piccolo schermo tutte le ore di ogni santo giorno: non c’è più quel desiderio attanagliante…

    Si, la tivù.

    Che fa esultare i bimbi come Pato, Balotelli, Luca Toni e compagnia cantante… E che fa preparare le partite con la difesa “a zona” ad “allenatori” che non insegnano dapprima ai loro ragazzi a marcare“a uomo”.

    Non tanto tempo fa c’era l’oratorio o i giardinetti con due maglioni o due zainifar da porte su terreni di gioco inventati da far sbucciare le ginocchia. Chi aveva il pallone decideva chi far giocare e il più scarso stava in porta.

    La disputa dei giorni nostri è tra Fifa o PES…

    Mia madre mi portava al campo e non pagava nessuna quota annuale. Era sufficiente che suo figlio giocasse e si divertisse, senza farsi male. La mia squadra, il mio Allenatore erano contenti.

    Ora, da quando si paga la quota per far giocare i propri figli, (quasi) tutti siamo diventati un po’ esigenti. “Come? Io pago come Tizio, perché mio figlio gioca di meno rispetto a Tizio? E quasi quasi, se Tizio si facesse male… Allucinante!!!

    Ricordo che non vedevo l’ora di essere”cartellinato” e osservare la mia fototessera sul cartellino, che se ben ricordo era rosa; e di premio preparazione non se ne sentiva mai parlare. Attualmente il premio preparazione può assurdamente pregiudicare la bravura di un ragazzino con prospettiva.

    Fino a 10 anni fa giocavi o allenavi in una società da te ambita ma anche no, perché eri bravo o il più bravo. La meritocrazia era ancora in essere; l’anno scorso per allenare in eccellenza mi hanno chiesto se avessi avuto uno sponsor e di quello che ho fatto in 12 anni di “carrierina” da Mister a nessuno frega….

    Si trovano certe capre in panchina…

    Al mio esordio n serie D sono stato cacciato perché non facevo giocare tre giocatori i cui padri avevano rimpinguato le casse della società (ovviamente scarsi). A pensarci bene dovevo farli giocare e sarei ancora a praticare quelle categorie…

    Quando andai a colloquio con le società professionistiche in cui ho allenato a livello di settore giovanile, mi dissero: “Noi abbiamo un unico scopo: quello di far crescere i ragazzi e tirarne fuori almeno un paio per gli alti livelli; la classifica non conta”.

    Palle, tutte palle clamorose. Sotto pressione più di una prima squadra di Serie D che si deve salvare ai Play Out con un risultato su tre. La classifica, prima di tutto.

    E inoltre di esoneri a livello di Settore giovanile non se ne doveva sentire nemmeno parlare e non ce n’erano. Attualmente certi pseudo direttori nominati da presidenti a dir poco non esperti riescono a esonerare anche gli allenatori degli allievi per”motivi tecnici”. (Oltre a fare “magie” col budget messo a disposizione).

    E quando mi convocavano in prima squadra ed ero ancora capitano degli Allievi, a 16 anni? Non dormivo la notte per l’eccitazione. Se adesso andiamo a convocare un ragazzo della juniores, gli facciamo soltanto un dispiacere…

    Tanti anni fa i procuratori non esistevano; lo scambio di giocatori lo facevano i presidenti seduti a un tavolo di qualche trattoria e giocatori di promozione trovavano squadra col passaparola. Attualmente i procuratori fanno il calcio e costano alle società (anche dilettantistiche, sigh!), parecchi denari di provvigione…

    Un tempo, tanto vicino ma troppo lontano il calcio era più divertimento di adesso.

    E soprattutto chi meritava, meritava. E viaggiava.

    Occorre più meritocrazia e meno nepotismo.

    Claudio Damiani

  20. Ciclo di seminari a Bergamo

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    Bergamo Soccer School organizza un ciclo di seminari a Bergamo presso la “Casa dello Sport” in via Gleno (seminari pratici e teorici):

    1° clinic Venerdì 3-Sabato 4 maggio ADRIANO BACCONI e ISTRUTTORI PSS Tema:Modello prestativo del calciatore moderno, come allenare le 4 dimensioni del calcio

    2° clinic Venerdì 10-Sabato 11 maggio TRAMEZZANI – GALLO Tema: Controllo orientato e passaggio in regime percettivo

    3° clinic Venerdì 17-Sabato 18 maggio SARCI’- SOLLITTO Tema: Allenatori Scuola Calcio Anderlecht. Tema: l’attenzione e il ritmo nelle esercitazioni tecnico-tattiche

    4° clinic Venerdì 24-Sabato 25 maggio Dott.ssa BOUNOUS- Dott. TESTA Tema:Aspetti socio-psicologici: comunicare in campo.. e fuori

    Quota di partecipazione: € 80 a seminario (in caso di partecipazione a tutti e 4 i seminari quota per seminario 60 €.

    per info ed iscrizioni 3388863950 oppure bss@adrianobacconi.it oppure www.bergamosoccerschool.it

  21. Ciclo di seminari a Bergamo con Adriano Bacconi

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    Bergamo Soccer School organizza un ciclo di seminari a Bergamo presso la “Casa dello Sport” in via Gleno (seminari pratici e teorici):

    1° clinic Venerdì 3-Sabato 4 maggio ADRIANO BACCONI e ISTRUTTORI PSS Tema:Modello prestativo del calciatore moderno, come allenare le 4 dimensioni del calcio

    2° clinic Venerdì 10-Sabato 11 maggio TRAMEZZANI – GALLO Tema: Controllo orientato e passaggio in regime percettivo

    3° clinic Venerdì 17-Sabato 18 maggio SARCI’- SOLLITTO Tema: Allenatori Scuola Calcio Anderlecht. Tema: l’attenzione e il ritmo nelle esercitazioni tecnico-tattiche

    4° clinic Venerdì 24-Sabato 25 maggio Dott.ssa BOUNOUS- Dott. TESTA Tema:Aspetti socio-psicologici: comunicare in campo.. e fuori

    Quota di partecipazione: € 80 a seminario (in caso di partecipazione a tutti e 4 i seminari quota per seminario 60 €.

    per info ed iscrizioni 3388863950 oppure bss@adrianobacconi.it oppure www.bergamosoccerschool.it

  22. Il clinic per la scuola calcio dell’ACD Marco Polo a Mestre (VE)

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    AIACD e ACD MARCO POLO

    organizzano il Clinic : “ALLENIAMO ED APPRENDIAMO CON LA SCUOLA CALCIO “

    AIACD e ACD MARCO POLO sono lieti di invitarvi al seminario che prevede 2 Incontri Tecnici che si svolgeranno al Centro Sportivo “TALIERCIO” in via Vendramin – Mestre sul campo in erba sintetica.

    Gli argomenti sviluppati durante le due serate dedicate saranno :

    LUNEDI 13 MAGGIO 2013 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

    “METODOLOGIA ED OBBIETTIVI DELL’ALLENAMENTO NELLA SCUOLA CALCIO”

    Relatori : gli Educatori della Scuola Calcio ACD MARCO POLO , il Coordinatore Tecnico ACD MARCO POLO – Vladimiro Carraro

    MARTEDI 14 MAGGIO 2013 dalle ore 17.30 alle ore 19.30

    ” LA PIRAMIDE DI SVILUPPO DI UN CALCIATORE : IL COERVER COACHING”

    Relatore : il Coordinatore Tecnico del Progetto Sporting Club Scuola Calcio AC PERUGIA FOOTBALL ACADEMY – D’Ulisse Claudio

    Al termine di ogni serata ci sarà un confronto con gli allenatori sugli argomenti visionati e trattati.

    Il Costo per partecipare a tutte e due le serate sarà di :

    15€ per gli ISCRITTI AIACD*

    25€ per i NON ISCRITTI AIACD

    *( per gli iscritti AIACD ci sarà in seguito la possibilità di scaricarsi gratuitamente , dal sito di AIACD, il file con il video delle serate ).

    Il pagamento potrà essere effettuato direttamente presso il Centro Sportivo “TALIERCIO” ogni sera dalle ore 17.30 alle ore 19.00 chiedendo di CARRARO o FUNES oppure il primo giorno di Seminario ( LUNEDI 29 APRILE) presentandosi entro e non oltre le 16.45!! Suggeriamo per motivi di organizzazione e soprattutto perchè il Clinic sarà a numero limitato di posti di effettuare pagamento e prenotazione secondo le modalità descritte entro il giorno 7 MAGGIO!!!

    PER PRENOTARE LA PARTECIPAZIONE potete inviare una mail di conferma al seguente indirizzo indicando NOME COGNOME e SOCIETA’ DI APPARTENENZA e successivamente passare presso il Centro Sportivo “TALIERCIO” per effettuare pagamento e conferma di partecipazione.

    Per ulteriori informazioni potete contattare il seguente recapito tel. 347 7572014.

    Sperando di aver fatto cosa gradita porgiamo i più Cordiali saluti

    AIACD

    ACD MARCO POLO

  23. Riscaldamento tecnico: usiamo lo stop orientato (seconda parte)

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    Nel precedente post abbiamo presentato un mezzo per la trasmissione/ricezione della palla, proponendolo con difficoltà ed intensità progressive al fine di renderlo ideale per il riscaldamento nei settori dilettantistici, ma anche come esercizio tecnico nei settori giovanili. Con il post odierno, andremo a svilupparlo a tuttocampo, tramite una serie di varianti che lo rendono maggiormente accattivante e abbinabile ad altri elementi tecnici come la conclusione a rete.

     

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Com’è possibile dalla figura sopra, si identificano nel campo diverse strutture analoghe a quelle del post precedente, in cui il giocatore nella porticina di coni riceve la palla facendola entrare nella porticina di coni per poi passarla (tutto in 2 tocchi) al compagno nella struttura successiva. Ogni volta che si passa la palla si va al posto del giocatore al quale si è passata. Invitiamo a leggere attentamente le varianti e le raccomandazioni esecutive di questo esercizio (piede di utilizzo, numero tocchi, orientamento del corpo, ecc.) affinché questo mezzo abbia uno stimolo allenante adeguato (vedi post precedente). Arrivati alla fine della serie di strutture (angolo in alto a destra della figura sotto), l’ultimo giocatore rosso stopperà la palla orientato per entrare nella porticina di coni corrispondente e la trasmetterà con un passaggio lungo al compagno rosso al centro dell’area. Questo porterà la palla in guida dietro alla fila dei giocatori gialli lasciando la palla al primo della fila che riprenderà gli stessi elementi nella fila in diagonale opposta (quella dei giocatori gialli).

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, la palla verrà trasmessa lungo una diagonale, per poi esser portata all’inizio dell’altra diagonale e seguire l’altro insieme di giocatori; tutto questo avverrà senza soluzione di continuità. Ricordo che in questo mezzo è presente la regola “passo la palla e vado al posto del giocatore al quale l’ho passata”, quindi anche i vari giocatori effettueranno tutte le stazioni di entrambe le diagonali. Nell’immagine sopra sono rappresentati 13 giocatori; se saranno di più, all’inizio di ogni diagonale (a fondocampo) ci sarà la fila di giocatori in attesa di “partire”. L’ideale (utilizzando la struttura analoga a quella in figura) è avere 18-20 giocatori con 5-7 palloni utilizzati contemporaneamente; in questo modo, la densità di gioco sarà adeguata. Nel caso in cui il numero di giocatori fosse inferiore, si può ridurre la lunghezza del campo (da area ad area o utilizzando metacampo trasversalmente) e il numero di stazioni; queste varianti permetteranno all’allenatore di modulare la densità di gioco in base al N° di giocatori. Ricordo che anche con 18-20 giocatori è possibile utilizzare il campo trasversalmente a patto di mantenere lo stesso numero di stazioni; in questo caso ci sarà un maggiore numero di tocchi di palla, ma meno metri di corsa percorsi.

    VARIANTI

    La prima variante che intuitivamente può essere inserita è quella del tiro in porta del giocatore al centro dell’area (l’ultimo passaggio dovrà essere un cross). Dopo il tiro, raccoglierà la palla, si posizionerà dietro alla diagonale più vicina e lascerà il pallone al primo della fila. Questa modalità è la naturale successione della versione di base all’interno della stessa seduta; è consigliabile inserirla dopo 10-12’ per evitare di tirare in porta e crossare quando non si è sufficientemente riscaldati. Ricordo che anche tutte le varianti del precedente post (orientamento del corpo, piede di utilizzo, numero di passaggi) possono essere utilizzate.

    Altra variante è quella di togliere l’ultima stazione e di portarsi dentro ad un rettangolo per tirare in porta come nella figura sopra. Questo rappresenta un mezzo interessante da utilizzare per allenare la conclusione a rete anche in maniera analitica; infatti, le esercitazioni classiche questa finalità sono caratterizzate da una densità molto bassa, per il fatto di dover recuperare il pallone dopo il tiro e riposizionarsi verso il centro del campo. Con questo mezzo invece, dopo aver recuperato la palla, l’esercitazione ricomincia (anche se con elementi tecnici diversi) e la densità rimane alta (caratteristica necessaria per chi allena i dilettanti).

    Ulteriori varianti possono essere riferite (sempre con questa “modalità di percorso”) alla tipologia di preparazione al tiro:

    • Entro nel rettangolo e tiro
    • Esco a destra/sinistra del rettangolo e tiro
    • Triangolo prima di tirare
    • Affronto il portiere
    • Ecc.

    Ultima possibile finalità di questa tipologia di esercitazioni è riferita alla possibilità di utilizzarla come mezzo di allenamento per la potenza aerobica, congiuntamente all’uso della palla. In questo caso si eseguirà la Modalità di base (cioè quella senza tiro in porta) e chi propone l’esercitazione dovrà essere in grado di modulare il numero di stazioni e palloni in maniera tale da dare un adeguato stimolo aerobico all’esercitazione. È difficile dare indicazioni precise, perché il carico dovrà essere adeguato alle caratteristiche tecniche (categoria), fisiche (età) del gruppo e alle qualità del campo (erba, sintetico, sabbia, compattato, ecc.), quindi sarà l’allenatore a dover sperimentare le varianti in base al proprio gruppo e al numero di giocatori e trovare i giusti compromessi.

     

    CONCLUSIONI

    Questo secondo post ha permesso di sviscerare ulteriori varianti (oltre a quelle riferite agli elementi tecnici/analitici) del mezzo in questione, in relazione alla possibile finalità allenante per il tiro in porta (sia in forma analitica che globale) e modulazione del carico aerobico. Ripeto che rimane fondamentale, affinché l’impatto allenante nei confronti della tecnica sia sufficiente, focalizzarsi sulle consegne tecniche relative al piede di utilizzo, orientamento del corpo e numero di tocchi.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  24. Sensibilità percettiva del piede e cambi di direzione

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    In precedenti post abbiamo analizzato la didattica analitica e globale dei cambi di direzione, in particolar modo dei cambi di senso (cioè “cambi di direzione di 180°”). Oggi approfondiremo un altro mezzo (cambi di direzione di 270°), il cui fine non sarà tanto quello di apprendere questo specifico movimento, ma quello di migliorare la sensopercettività dell’interno e dell’esterno del piede dominante e del controlaterale.

    STRUTTURA DI BASE

    Molto semplice: come nella figura sotto si utilizza una struttura triangolare delimitata da 2 coni e una porta di cinesini. La distanza tra i vertici è di circa 5-7m; distanze maggiori potranno essere utilizzate per categorie di età maggiori con ulteriore richiesta di velocità esecutiva. Sempre per i giocatori più tecnici deve essere richiesto un numero di tocchi definito per effettuare i tratti rettilinei e le curve. Verranno utilizzati 3 giocatori per struttura.

    VARIANTI

    Oltre a quelle elencate sopra (distanze e N° di tocchi) le varianti strutturali di base, sono quelle che permettono di fare i cambi di direzione di 270° nei vari modi, cioè la direzione di corsa iniziale (cono destro o sinistro), il piede utilizzato e il senso del giro (orario/antiorario). Nella figura sopra è presentata la seguente richiesta:

    direzione iniziale sinistra, piede sinistro, giro antiorario: utilizzo esterno del piede sinistro

    In questo caso si allenerà la propriocettività della parte esterna del piede sinistro. Sotto è presentata un’altra variante:

    direzione iniziale destra, piede destro, giro orario: utilizzo esterno del piede destro

    Al fine di stimolare tutte e 4 le parti del piede interessate (piede destro/sinistro, interno/esterno) le varianti principali saranno 4:

    • Direzione iniziale sinistra, piede sinistro, giro antiorario: utilizzo esterno del piede sinistro
    • Direzione iniziale sinistra, piede destro, giro antiorario: utilizzo interno del piede destro
    • Direzione iniziale destra, piede destro, giro orario: utilizzo esterno del piede destro
    • Direzione iniziale destra, piede sinistro, giro orario: utilizzo interno del piede sinistro

    Può sembrare un’esercitazione banale, ma in questo modo sarà allenata la propiocettività di tutte le parti del piede responsabili dei cambi di direzione; in particolar modo per i calciatori più giovani (come della categoria Pulcini) l’utilizzo del piede debole sarà particolarmente impegnativo e di conseguenza molto stimolante.

     

    ALTRE VARIANTI

    Come più volte ripetuto, le esercitazioni con finalità tecniche, utilizzate nei settori giovanili, possono essere sfruttate anche come forme di riscaldamento nei settori dilettantistici, a patto che venga rispettata una progressività in termini di difficoltà ed intensità!

    Una delle varianti che stimola particolarmente l’intensità dell’esercizio è quella della figura sopra. Alla massima velocità esecutiva, il giocatore guida la palla in direzione destra (linea rossa a zig-zag); all’altezza del cono la palla segue una traiettoria interna (linea rossa diritta) e il giocatore, una traiettoria esterna (riga nera); di seguito (sempre con la massima velocità esecutiva), si effettua la stessa cosa sul cono di sinistra e si trasmette successivamente la palla al compagno. Stessa variante può essere fatta sul lato sinistro del triangolo. Per facilitare la comprensione dei gesti, si può anche specificare il compito motorio nel seguente modo: mi dirigo verso il cono di sinistra e successivamente quello di destra; la palla esegue la “strada più corta” e il giocatore la “strada più lunga”. Com’è facile notare, non sono specificati numero di tocchi e piede di utilizzo, proprio per lasciare al giocatore la possibilità di esprimere la massima velocità esecutiva (cioè quello che viene ricercato nella parte finale del riscaldamento).

    Ulteriore variante che per intensità-difficoltà può essere utilizzata per giocatori con una certa esperienza, è quella di effettuare il compito motorio di sopra con una finta. Ad esempio: mi dirigo verso il cono di sinistra effettuo una finta “forbice sinistro-esterno destro”; la palla esegue la “strada più corta” e il giocatore la “strada più lunga. Immediatamente dopo mi dirigo verso il cono di destre ed eseguo lo stesso compito. In questo caso le varianti sono molteplici e non solo riferite alla direzione iniziale (destra/sinistra), ma anche alla tipologia di finta.

     

    CONCLUSIONI

    Quella rappresentata sopra rappresenta una struttura esercitativa particolarmente interessante che nelle varie forme può essere utilizzata in tutte le fasce d’età per migliorare la sensopercettività delle parti interna/esterna del piede. Nella categoria Pulcini può essere introdotta nelle varianti più semplici, per poi contribuire nella didattica delle finte (Pulcini-Esordienti) tramite le varianti più impegnative ed essere utilizzata nei dilettanti come forma di riscaldamento.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  25. Tecnica: cambi di direzione con la palla (didattica globale)

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    Dopo aver analizzato la didattica di base dei cambi di direzione con la palla, oggi cercheremo di approfondire la stabilizzazione di questa qualità in regime di rapidità tramite 4 varianti fondamentali.

    VARIANTE CON COMPAGNO FRONTALE

    Com’è possibile vedere dalla figura, il cambio di direzione non è più una linea di riferimento, ma un compagno che effettua lo stesso compito. Il compito tecnico di entrambi i giocatori è quello di effettuare il cambio di direzione (nelle modalità indicate dall’allenatore) il più vicino possibile senza scontrarsi. Questo stimola la tecnica in regime di adattamento e di rapidità. Le ulteriori varianti sono riferite alla tipologia del cambio di direzione, al numero di tocchi prima del cambio, ecc.

     

    VARIANTE CON COMPAGNO IN REGIME DI AGGRESSIVITA’

    In questo caso il compito motorio (giocatore Rosso nella figura sotto) è quello di effettuare il cambio di direzione (nelle modalità indicate dall’allenatore), passare immediatamente la palla al compagno (giocatore Blu) ed andare in pressione su esso. Chi riceve la palla (giocatore Blu) dovrà scartare il giocatore che glie l’ha passata (giocatore Rosso) per andare immediatamente ad effettuare il cambio di direzione e poi passarla al Giallo…..e così di continuo. In questo caso viene incrementata la difficoltà che precede il cambio di senso; cioè dopo aver “saltato” il compagno devo essere in grado di invertire il senso di direzione all’altezza della riga di riferimento in base allo spazio rimasto (vedi giocatore Blu). In questo caso le varianti sono molteplici:

    • Modalità dei cambi di direzione richiesti: vedi varianti analitiche.
    • L’aggressività del giocatore dal quale si riceve la palla: in base alla velocità alla quale corre incontro e alla possibilità o meno di “allungare il piede” quando si è scartati.
    • La distanza di riferimento del cambio di direzione: minore è la distanza e “precoce” (dal punto di vista temporale) sarà la pressione del compagno e la richiesta di cambiare direzione rapidamente.
    • Usare come riferimento per il cambio di senso un compagno che effettua lo stesso compito: al posto della linea di riferimento c’è un compagno che effettua la stessa esercitazione come nella VARIANTE CON COMPAGNO FRONTALE.

    VARIANTE CON FINTE

    Lo struttura è la stessa della VARIANTE CON COMPAGNO IN REGIME DI AGGRESSIVITA’; a differenza di sopra, il giocatore che dovrà saltare l’avversario grazie ad una finta. Sia la modalità del cambio di senso che la tipologia di finta dovranno essere indicate dall’allenatore. Si consiglia di utilizzare questo tipo di variante solamente quando si lavora in maniera parallela sulla didattica per le finte. Le varianti sono analoghe a quelle presentate sopra: distanze di riferimento, aggressività del compagno, ecc.

     

    VARIANTE IN REGIME DI RAPIDITA’

    Si ritorna alla struttura iniziale utilizzata per i cambi di direzione (figura sopra); al primo segnale dell’allenatore, i giocatori dovranno condurre velocemente e frontalmente la palla. Al secondo segnale (ad esempio un fischio) i giocatori dovranno effettuare il cambio di direzione (sempre nelle modalità indicate dall’allenatore) il più velocemente possibile e trasmettere immediatamente la palla al compagno all’inizio della fila. Questa variante introduce il concetto di “imprevedibilità” data dal fatto di non saper a priori, quando l’allenatore da il secondo segnale (cioè quello che caratterizza il cambio di senso) stimolando quindi la rapidità tecnica del cambio di direzione. Altre varianti che rendono l’esercitazione più impegnativa sono:

    • L’allenatore indica un giocatore (o una fila); sarà il giocatore della fila nominata a decidere quando effettuare il cambio di senso. Gli altri giocatori dovranno mantenere il contatto visivo con lui per sapere quando cambiare direzione.
    • Utilizzare il compagno che ritorna in fila in regime di aggressività come ulteriore variante da gestire (analogamente a quanto utilizzato nella VARIANTE CON COMPAGNO IN REGIME DI AGGRESSIVITA’).
    • Effettuare l’esercitazione i regime di competizione: vince la fila che per prima riesce a fermare (dopo cambio di senso e successivo passaggio) il pallone in un cerchio posto di fronte alla propria fila. In questo caso, chi effettua il cambio di direzione, dovrà anche essere in grado di trasmettere con precisione la palla al primo compagno della propria fila.

     

    CONCLUSIONE

    Abbiamo dimostrato che è possibile incrementare le difficoltà nelle esercitazioni per la didattica dei cambi di direzione modificando distanze, riferimenti, aggressività, combinazione con altri gesti tecnici (finte) o il grado di imprevedibilità. Queste varianti (di natura globale) nei settori giovanili permettono di stabilizzare quest’abilità tecnica dopo il lavoro di tipo analitico. Come per altri gesti tecnici (gioco ad 1 tocco, stop orientato, trasmissione della palla, guida della palla, ecc.) le ritengo esercitazioni utili e motivanti come forme di riscaldamento nei settori dilettantistici.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

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