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  1. Mezzi di allenamento per la Scuola calcio: “Il gioco del lupo” e le sue varianti

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    Il Gioco del Lupo è uno dei mezzi più utilizzati per l’allenamento della Coordinazione (soprattutto dell’Agilità) nella categoria Piccoli Amici; infatti rappresenta un esercizio particolarmente motivante anche se (paradossalmente) l’egocentrismo dell’età non permette di sfruttarne a pieno le potenzialità. Infatti ogni giocatore, per le caratteristiche dell’età, cerca nel suo piccolo di essere “protagonista” e lo scopo diventa non tanto quello di “non essere preso dal lupo”, ma “l’essere rincorso dal lupo”. Per questo motivo è necessario trovare varianti che permettano ai giocatori di stimolare i vari aspetti della Coordinazione e della Rapidità (Agilità) in maniera più complessa ed elaborata stimolando anche il Senso del Gioco. Di seguito riportiamo quella che ritengo la modifica ideale adeguata a giocatori di 6-7 anni e di seguito una variante con l’utilizzo della palla (Gioco dei Ragni).

    ESERCITAZIONE DI BASE

    È un mezzo ideale da svolgere in palestra, utilizzando le linee del campo da pallavolo per ottimizzare le distanze in base all’età. Si utilizzerà un numero di lupi inferiore di 1 unità rispetto al numero di file di “giocatori” (cioè quelli che devono scappare); nella figura sopra sono presenti 3 file, di conseguenza il numero di lupi (gialli) sarà di 2. Lo scopo dei giocatori sarà quello di partire (al segnale dell’allenatore), doppiare il cono posto dall’altra parte del campo e tornare nella propria fila senza essere preso dai lupi. Nel caso in cui un lupo prenda (cioè riesca a toccare con mano) un giocatore, questo si dovrà sedere a terra; si potrà rialzare (e finire il proprio esercizio) solamente quando un altro giocatore gli toccherà la schiena. Stessa cosa succederà quando un giocatore uscirà dal terreno di gioco; si dovrà sedere fino a quando verrà “liberato” da un compagno. Ogni 2-3’ saranno poi cambiati i lupi; idealmente 3-4 giocatori per fila.

    L’opportunità di “liberare” i compagni presi dal lupo permetterà ai giocatori di vincere l’egocentrismo e stimolare la collaborazione e di conseguenza il Senso del Gioco. Starà poi all’istruttore a modulare la frequenza delle partenze:

    Più lungo è il tempo che si fa passare tra un “via” e l’altro e maggiormente saranno facilitati i lupi.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è sicuramente la qualità più allenata con questo gioco. La “fuga” dal lupo, il non uscire dal campo e il “liberare” i compagni, rappresentano stimoli che inducono il giocatore ad ottimizzare la frequenza dei passi contestualmente ai cambi di direzione.
    • Senso del movimento: le modifiche posturali indotte dal gioco (sedersi, rialzarsi, abbassarsi per toccare la schiena del compagno, spostare il busto per non farsi prendere dal lupo) rappresentano l’unico stimolo allenante questa capacità specifica.
    • Senso del gioco: il giusto compromesso tra la “fuga” dal lupo e la ricerca del compagno da “liberare” sono stimoli di entità moderata, ma che a quest’età inducono i giocatori a scelte da ponderare velocemente. La stessa cosa vale per i lupi: la vicinanza dei giocatori contestualmente alle linee del campo incrementa l’opportunità di avere successo nella loro “rincorsa”.

    N.B.: la modulazione delle fasi di gioco e delle pause ha effetto allenante anche sulla resistenza.

    VARIANTI

    La variante più interessante di questo gioco è rappresentato dal “Gioco dei Ragni” (figura sopra). Le modalità sono simili, ma con alcune differenze:

    • I giocatori dovranno effettuare il percorso di andata/ritorno con la palla tra i piedi senza uscire dal campo e senza farsela prendere dai Ragni.
    • Al posto dei lupi ci saranno i “Ragni”, che potranno solamente strisciare o spostarsi a gattoni. Il loro scopo sarà quello di afferrare/trattenere il pallone dei giocatori.
    • Quando un Ragno afferra la palla di un giocatore, si invertono i ruoli: il giocatore diventerà Ragno e viceversa.
    • Quando la palla di un giocatore uscirà dal campo, questi dovrà sedersi ai lati di esso (con il pallone in mano) e aspettare che un compagno lo liberi toccandogli la schiena. In alternativa, il giocatore diventa ragno e porta il pallone all’istruttore che cede il pallone ad un Ragno che diventa a sua volta giocatore.

    Appare ovvio che questa variante diventa particolarmente allenante per la guida della palla. Ma non solo: la modalità di gioco dei Ragni è allenante per il “Senso del movimento” (meno allenato nel Gioco del Lupo) nei movimenti a terra e per vincere la paura di “afferrare la palla”, che rappresentano presupposti fondamentali per il giocare in porta. L’istruttore dovrà modulare sapientemente il numero di Ragni e le dimensioni del campo in base alle qualità di guida della palla dei giocatori; infatti è opportuno inserire la variante dei Ragni solamente quando i giocatori hanno appreso, almeno in forma grossolana, la capacità di cambiare direzione e senso con la palla.

     

    RIASSUNTO CONCLUSIVO

    Le tipologie di gioco in cui si scappa/rincorre rappresentano la forma di attività più divertente e motivante per la categoria Piccoli Amici. Questa energia motivazionale, se opportunamente incanalata, funge da molla per l’apprendimento di elementi Coordinativi come l’Agilità e il Senso del Gioco. Altri giochi precedentemente analizzati per lo sviluppo della Coordinazione nel calcio sono:

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  2. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “The Doctor”

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    Dopo aver analizzato quella che è una visione più moderna della Capacità Coordinative legate al calcio e dopo aver approfondito 2 giochi interessanti per la scuola calcio come Il gioco dello scalpo e La battaglia di palloni, oggi andremo a vedere un altro interessante gioco, cioè The Doctor. È un mezzo adatto a tutte le discipline in cui si usa la palla, quindi anche basket, pallavolo, pallamano, rugby, baseball, ecc soprattutto per gruppi numerosi di bambini.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Per questo mezzo allenante è necessario utilizzare una palestra o un campo di calcio di dimensioni limitate con la recinzione (va bene anche un campo da tennis), per impedire che la palla esca dalla zona di gioco. La lunghezza del campo non dovrebbe superare quella di un campo di “calcio a 5”; per i bambini di I-II° elementare è meglio non andare oltre le dimensioni di un campo da basket. Analogamente alla Battaglia di palloni, ad ogni squadra verrà assegnata una delle 2 metacampo con la regola iniziale di non poter andare nella metà degli avversari. Alcune regole ricordano la Palla avvelenata e palla prigioniera, quindi è molto facile da apprendere. Comunque vediamole sotto:

    • Lo scopo del gioco è colpire gli avversari dalla propria metacampo con le palle in gioco (lanciadole con le mani); l’avversario è da considerarsi “colpito” solamente se la palla non rimbalza a terra prima di colpirlo. Per questo motivo sono da preferire palloni di gomma, di spugna di varie dimensioni evitando quelli da basket, di cuoio, da rugby e palline da tennis. Il numero di palloni/palline dovrebbe essere uguale o superiore al N° di giocatori (almeno 14-16).
    • Quando un giocatore verrà colpito dovrà sedersi a terra.
    • Ogni squadra avrà 2 Dottori che saranno gli unici che potranno “liberare” (toccando sulle spalle) i compagni seduti; se un Dottore viene colpito, potrà essere liberato solamente dall’altro dottore. Anche i dottori possono lanciare la palla.
    • Se tirando la palla ad un avversario, questi la blocca in mano senza farla cadere, allora dovrà sedersi (cioè considerarsi “colpito”) il giocatore che ha tirato inizialmente la palla.
    • Se tirando la palla ad un avversario, questi la colpisce con la palla che ha in mano, facendo cadere quella lanciata, allora nessuno è da considerarsi colpito.

    VINCE LA SQUADRA che dopo il tempo stabilito (frazioni di 5-7’) ha meno giocatori seduti, oppure la squadra che in qualsiasi momento della partita fa sedere nello stesso istante (cioè senza più l’abilità di liberare nessun compagno) i 2 dottori.

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è particolarmente allenata perché il bambino, durante le fasi di gioco è alla continua ricerca di palloni da lanciare e allo stesso tempo è impegnato a schivare quelli lanciati dagli avversari.
    • Senso del movimento: è particolarmente stimolata la lettura della traiettoria della palla e la capacità eventualmente di afferrarla con le mani.
    • Senso del gioco: lanciare, schivare, afferrare e contemporaneamente aiutare i compagni sono gli stimoli allenanti ottimali per bambini delle prime classi elementari. Questi permettono di strutturare il rispetto dei tempi, degli spazi e la lettura delle situazioni di gioco.

    Le lunghe fasi di gioco (rispetto ad altri mezzi) stimolano la Resistenza in maniera ottimale; infatti, i bambini hanno una capacità maggiore (rispetto agli adulti) di regolare lo sforzo di gioco in maniera autonoma (si fermano o rallentano spontaneamente quando sono stanchi e riprendono con naturalezza quando la fatica diminuisce).

     

    VARIANTI

    Quella presentata sopra, rappresenta la modalità di gioco più semplice, adatta a bambini di I° Elementare. Tra le varianti che rendono l’esercitazione più complessa, ricordiamo quella che prevede un solo Dottore; se questi viene colpito, per liberarlo l’unica soluzione sarà quella di colpire con una palla il tabellone del canestro avversario (o la traversa della porta della squadra avversaria se non è presente un canestro) da parte di un compagno. Solo con il proprio Dottore seduto, i sui compagni potranno entrare nella metacampo avversaria per colpire il tabellone. Gli avversari possono impedire questo solamente colpendo con una palla i giocatori entrati nella propria metacampo; in questo caso, chi viene colpito dalla palla deve tornare a sedersi nella propria metacampo. Non è possibile impedire “fisicamente” agli avversari di spostarsi nella propria metacampo quando il loro Dottore è seduto. Questa variante è sicuramente quella che permette un maggior stimolo del “Senso del gioco”, nel trovare strategie risolutive alle problematiche che si presentano durante il gioco.

    L’ultima variante è quella che prevede la presenza, di corsie esterne delimitate da cinesini o righe del campo (vedi figura sopra). Queste non potranno essere occupate (se non per recuperare palloni) durante lo svolgimento normale del gioco; potranno invece essere utilizzate dalle squadre per colpire il tabellone/traversa avversaria per liberare il proprio dottore seduto. Ovviamente, queste corsie saranno l’unica porzione del campo avversario che potrà essere utilizzata (vedi figura sopra).

     

    RIASSUNTO CONCLUSIVO

    The Doctor è un gioco estremamente coinvolgente e divertente che si adatta a gruppi numerosi ed anche eterogenei. È possibile inserirlo nei primi 3 anni di Scuola Calcio, con difficoltà (varianti) adeguate all’età. Stimola tutti gli aspetti della coordinazione, in particolar modo la capacità di attenzione e risponde alle esigenze dei bambini di poter esprimere liberamente le proprie strategie di gioco senza la paura di sbagliare. I giocatori più temerari si avvicineranno con maggior disinvoltura alla metacampo per colpire gli avversari, con un maggior rischio di essere a sua volta presi dagli avversari. I più timorosi rimarranno all’inizio leggermente più indietro, ma saranno in grado di avere una maggiore visuale di gioco e di conseguenza consigliare al Dottore i giocatori da liberare o proteggerlo con la palla in mano. L’unica limitazione di questo mezzo è il non utilizzo del piede durante il gioco; a questo si contrappone comunque l’elevato coinvolgimento della Coordinazione (in tutte le sue variabili) e il divertimento, che ripagheranno sicuramente (in termini di stimolo allenante) questo difetto.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  3. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (seconda parte)

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    Dopo aver visto l’esercitazione di base della Battaglia di palloni ed alcune varianti (con il tiro in porta), andremo ad analizzare altre modifiche che possono rendere questo mezzo ancor più utile per la strutturazione dell’allenamento dei primi anni della scuola calcio.

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA E TECNICA

    È possibile modificare la stessa variante presentata nel post precedente aggiungendo una componente tecnica prima di entrare nel rettangolo di tiro. Ecco alcuni possibili esempi:

    • Slalom globale (cioè con piede e numero di tocchi liberi) tra coni prima di entrare nel quadrato.
    • Slalom analitico (cioè con piede e numero di tocchi stabiliti dall’allenatore) tra coni.
    • Passaggio a compagno sponda fisso, ma che a turno dovranno fare tutti.
    • Percorso con ostacoli da saltare (facendo passare la palla sotto).
    • Percorso coordinativo: capovolta, rotolamento, ecc.

    Anche in questo caso sarà possibile tirare con il piede forte o con il piede debole (scelta fatta a priori comunicata dall’allenatore). Con questa variante incrementa la parte tecnica dell’esercizio, rendendolo un mezzo interessante per il riscaldamento in diverse situazioni.

    VARIANTE CON ZONA FRANCA

    Com’è possibile vedere dalla figura sopra, verrà inserita una zona di campo centrale, detta “zona franca”. Si tengono le stesse regole della VARIANTE CON TIRO IN PORTA, ma per segnare è obbligatorio tirare da questa zona e tutti i giocatori (di entrambe le squadre) possono entrare in questa zona. Un giocatore in zona franca può cercare di rubare la palla all’avversario, ma senza fare fallo. Varrà tirato, a fine gioco, un rigore per ogni fallo subito. Più che in altre esercitazioni, sarà importante l’utilizzo di palloni morbidi (spugna o gomma), in quanto sarà possibile tirare da tutte le parti della zona franca e sarà anche possibile che qualche giocatore venga “colpito da qualche pallonata”. Questa variante si presenta particolarmente interessante perché:

    • Incrementa il numero di “ruoli volanti” all’interno di ogni squadra; non ci saranno solamente i portieri e i bomber, ma anche i difensori che nella zona franca cercheranno di rubare la palla agli avversari (ed eventualmente tirare). È importante sottolineare che ogni giocatore può scegliere e cambiare il proprio ruolo liberamente quando vuole.
    • Aiuta i bambini più timorosi a vincere la paura della palla, perché li abituerà ad andare incontro all’avversario che sta tirando per evitare che segni.
    • Abitua i bambini a rispettare le regole ed “autoarbitrarsi” da soli in caso di fallo; saranno loro a dover indicare il fallo di un avversario o meno. L’allenatore dovrà prestare attenzione affinché ogni “conflitto” in questi termini venga risolto nel migliore dei modi, facendo capire ai giocatori l’importanza di un atteggiamento onesto e rispettoso.

    In questa variante si aggiungono componenti di tattica individuale (1c1 in maniera globale)!!

    VARIANTE CON META

    Si ritorna all’esercitazione di base (ogni giocatore deve rimanere nella propria metacampo e nessuno può usare le mani) ma, da com’è possibile vedere nella figura sopra, vengono poste 2 mete (non si usano più le porte e le aree) a fondocampo per ogni squadra. Ogni squadra dovrà cercare di tirare la palla dalla propria metacampo facendole attraversare la meta avversaria (sostanzialmente sarà come avere una porta grande come il fondocampo) utilizzando esclusivamente i piedi. È possibile utilizzare le mani solamente nella propria meta per parare la palla. Dopo poco i giocatori capiranno che per segnare sarà fondamentale tirare la palla alta. A questo punto, l’allenatore inserirà l’obbligo del “non utilizzo delle mani” (in tal caso sarà punto con rigore alla fine del gioco); in questo modo i bambini cominceranno ad alzarsi la palla con i piedi stimolando ulteriori aspetti tecnici. A differenza dell’ESERCITAZIONE DI BASE, in questa variante è maggiormente sollecitato il Senso del gioco, in quanto i giocatori dovranno imparare a distribuirsi uniformemente lungo il fondocampo per proteggere al meglio la meta; inoltre sarà stimolata la collaborazione tra chi tira e chi para, sia nella gestione della palla che nei cambi di ruoli.

    CONCLUSIONI

    La battaglia di palloni con tutte le sue varianti rappresenta un ottimo mezzo allenante per i primi anni della scuola calcio. Racchiude in sè diverse componenti coordinative, tecniche (soprattutto per il tiro), tattiche-individuali e allo stesso tempo stimola i bambini alla collaborazione e al rispetto delle regole. Inoltre, permette di capire chi è particolarmente predisposto a giocare in porta.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  4. Mezzi di allenamento per la Scuola Calcio: “La Battaglia di palloni” (prima parte)

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    Nel precedente post abbiamo descritto un esercizio (Il gioco dello scalpo) particolarmente interessante per sviluppare l’Agilità nella scuola calcio, in particolar modo nella categoria Piccoli Amici (I°-II° Elementare), sempre seguendo i concetti di

    • Coordinazione come presupposto per le capacità tecniche e tattiche del giovane calciatore.
    • Vicarianza tra gli esercizi di coordinazione a secco e Sport praticato.
    • Organizzazione metodologica per lo sviluppo della coordinazione in pochi gruppi di tanti esercizi (Agilità, Senso del movimento, Senso del gioco).

    La Battaglia di palloni rientra nella categoria di esercitazioni utili in particolar modo per il Senso del Movimento nei primi 3 anni di Scuola Calcio. Le varianti più impegnative di questo tipo di esercitazione permettono anche di lavorare su alcuni aspetti tecnici in maniera globale come il Tiro o la “conduzione+tiro”.

    ESERCITAZIONE DI BASE

    Per questo mezzo allenante è necessario utilizzare una palestra o un campo di calcio di dimensioni limitate con la recinzione, per impedire che la palla esca dalla zona di gioco. La lunghezza del campo non dovrebbe superare quella di un campo di “calcio a 5”; per i bambini di I-II° elementare è meglio non andare oltre le dimensioni di un campo da basket. La variate più semplice prevede dividere il gruppo in 2 squadre. Ogni squadra verrà assegnata ad una metacampo (non è possibile andare nella metacampo avversaria).

    Al via dell’allenatore vince la squadra che alla fine dei 2 minuti di gioco ha meno palloni nella propria metacampo. Le prime varianti di questa esercitazioni consistono nel “buttare” i palloni nella metacampo avversaria nei seguenti modi:

    • Utilizzo esclusivo delle mani (e di varie forme di “lancio” come il bowling, all’indietro, 1 mano, come rimessa laterale, ecc.).
    • Utilizzo del tiro “mano-piede” (tipo rimessa del portiere dal fondo)
    • Esclusivo utilizzo dei piedi (esclusivo utilizzo del piede debole).

    La forma di gioco che immediatamente prenderà parte sarà quella di una vera e propria battaglia di palloni che entusiasmerà particolarmente i bambini. Ovviamente è necessario utilizzare palloni di gomma o di spugna (di consistenza e dimensioni diverse). Affinché lo sforzo sia adeguato all’età dei bambini è opportuno strutturare il tutto in diverse “minipartitite” di 2’ con almeno 1’ di pausa durante il quale l’allenatore conterà i palloni di ogni metacampo: chi ha meno palloni nella propria metà ha vinto!!!

    QUALITA’ ALLENATE

    La tabella sopra rappresenta le caratteristiche allenanti (in relazioni alle capacità coordinative) del gioco analizzato:

    • Agilità: è modestamente allenata perché il bambino, durante le fasi di gioco è alla continua ricerca di palloni da lanciare/calciare che cambiano direzione (soprattutto quelli da rugby) rimbalzando nella palestra. Inoltre, negli ultimi secondi (magari scanditi dall’allenatore) sarà ancor più incitato nell’eseguire anche i lanci/calci in maniera rapida.
    • Senso del movimento: rappresenta la qualità più allenata in quanto il giocatore non solo interagisce con la palla in tanti modi (per lanciare/calciare), ma è particolarmente stimolata la lettura della traiettoria della pala e il fermarla con le varie parti del corpo (presupposto delle qualità di “ricezione della palla”).
    • Senso del gioco: poco allenato per la semplicità del gioco. Gli aspetti che però permette di curare nei primi mesi di allenamento sono il rispetto dei tempi, degli spazi di gioco e dei compagni (non litigare per la palla).

    N.B.: a differenza del Gioco dello Scalpo, questo mezzo utilizza anche la palla, quindi è da considerare maggiormente specifico per il calcio (soprattutto in relazioni alle varianti che andremo a vedere successivamente). Inoltre, le lunghe fasi di gioco (rispetto ad altri mezzi) stimolano la Resistenza in maniera ottimale; infatti i bambini hanno una capacità maggiore (rispetto agli adulti) di regolare lo sforzo di gioco in maniera autonoma (si fermano o rallentano spontaneamente quando sono stanchi e riprendono con naturalezza quando la fatica svanisce).

    VARIANTE CON TIRO IN PORTA

    La variante tecnica più interessante di questo mezzo consiste nel disegnare un’area per ogni porta (ad esempio con dei cinesini) e un’altra area quadrata/rettangolare a destra della propria metacampo, detta “zona di tiro”. Dalla figura sotto si può notare benissimo che la “zona di tiro” corrispondente della Squadra A è quella rossa, mentre della Squadra B è l’area blu.

    • Non potendo uscire dalla propria metacampo (e senza usare le mani), ogni giocatore dovrà condurre un pallone nella propria “zona di tiro” e tirare alla porta avversaria; il gol è valido solamente se il tiro è stato effettuato dalla propria zona di tiro. Una volta tirato, andrà a recuperare un altro pallone nella propria metacampo e conducendola nuovamente nella propria “zona di tiro” per segnare agli avversari.
    • Nella propria area di rigore (delimitata dai cinesini rossi) è possibile toccare la palla con le mani (per parare); è possibile giocare con un numero indefinito di portieri.
    • Ogni giocatore (pur rimanendo nella propria metacampo) può liberamente fare il portiere o andare nella propria “zona di tiro” per segnare in qualsiasi momento del gioco.
    • Vince la prima squadra che riesce a fare 5 gol.

    Questa variante è particolarmente interessante per diversi motivi: il primo è che ogni giocatore può liberamente scegliere il proprio ruolo all’interno della squadra e cambiarlo continuamente stimolando la coordinazione e il “calciare” la palla in piena libertà (caratteristiche per i più piccoli facilità l’apprendimento e il divertimento). Il secondo aspetto interessante è di natura tecnica; il bambino è costretto a condurre la palla entro certi limiti (zona di tiro, propria metacampo,ecc.) che alla loro età è di per sè uno stimolo tecnico abbastanza importante. Il terzo aspetto da non sottovalutare è che in questo modo viene stimolata la tecnica del tiro (seppur in maniera globale) con una “densità” elevata (tanti tiri nell’unità di tempo), che raramente si riesce ad ottenere durante le esercitazioni analitiche per il tiro in porta.

    Variante piede debole: è possibile vincolare la segnatura della rete al solo utilizzo (durante il tiro) del piede debole. Ovviamente la “zona di tiro” dovrà essere più “vicina” rispetto all’esercizio canonico, quindi (in riferimento alla figura sopra) la Squadra A tirerà dalla “zona blu” (che sarà l’unica parte di metacampo avversaria nella quale potrà entrare), mentre la Squadra B dalla “zona rossa”.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  5. Calcio e Coordinazione (seconda parte)

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    Nel precedente post abbiamo visto come l’allenamento delle capacità coordinative debba tenere in considerazione i seguenti presupposti:

    • Raggruppare in pochi gruppi le capacità importanti nel calcio, perché la suddivisione classica non permette un approccio metodologico chiaro.
    • Individuare i mezzi di allenamento “a secco” (cioè senza palla) che hanno utilità diretta nella formazione del calciatore e nel miglioramento della performance calcistica.

    Abbiamo poi raggruppato le varie capacità coordinative in 3 gruppi (“Agilità”, “Senso del movimento” e “Senso del gioco”) e approfondito l’Agilità. In questo post approfondiremo il “Senso del movimento” e il “Senso del gioco”.coordinative

    MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DEL SENSO DEL MOVIMENTO

    Al calciatore è richiesta un’elevata padronanza del proprio corpo e dei vari movimenti con e senza palla. Saper combinare elementi tecnici e atletici (come la guida della palla), saper “leggere” le traiettorie della palla, saper differenziare il tocco di palla con la giusta intensità sono alcuni fondamentali del gioco del calcio che si sviluppano grazie al “Senso del movimento”. Com’è facile intuire, gran parte di questa abilità si sviluppa tramite esercitazioni con la palla (che rientrano quindi nell’allenamento tecnico/tattico), ma alcuni particolari vanno necessariamente allenati “a secco” perché non sufficientemente stimolati con il normale allenamento. Rientrano in questo raggruppamento di mezzi (cioè il “Senso del movimento”):

    • Le esercitazioni rivolte all’apprezzamento delle distanze e delle traiettorie della palla in volo; presupposti fondamentali per il colpo di testa, per la gestione delle palle alte e delle parate per il portiere. Infatti è poco utile insegnare la tecnica di determinati fondamentali se prima non si è in grado di “leggere” le traiettorie della palla in volo.
    • Mezzi rivolti al mantenimento dell’equilibrio durante i “contrasti”: la capacità di “tirare” e “spingere” in maniera corretta (cioè senza far fallo) mantenendo la padronanza dell’equilibrio e del corpo è peculiarità degli atleti dotati di maggiore “fisicità”, ma può anche essere allenata “a secco” con opportune esercitazioni.
    • La gestione delle “cadute” durante le fasi di gioco può essere volontaria (scivolate, uscite del portiere) o involontaria (perdita di equilibrio a seguito di contrasti o altre situazioni); soprattutto in quest’ultimo caso, la caduta può essere causa di infortuni agli arti superiori (lesioni al polso) soprattutto nei settori giovanili. In altre parole, una maggior “consapevolezza” del corpo in “caduta” può non solo migliorare alcuni elementi tecnici (scivolate, uscite del portiere, ecc.), ma anche prevenire infortuni accidentali e far riprendere più facilmente l’equilibrio.

    Fattori fisiologici: come avviene per alcuni elementi dell’agilità, nei primi 8-9 anni di vita avviene la maturazione definitiva della corteccia celebrale (massima plasticità nell’apprendimento dei movimenti), quindi in questa fase è fondamentale il lavoro sul “Senso del movimento”, per lo meno fino all’inizio della pubertà. Successivamente si lavora sul “mantenimento” in maniera più specifica, cioè con la palla.

    Evidenze scientifiche: come evidenziato nella famosa ricerca di Ford e coll del 2011 (vedi sotto Approfondimenti) in relazione all’allenamento a lungo termine, un patrimonio motorio vasto e globale in età giovanile è il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecniche in età adulta; in questo contesto si inserisce l’allenamento del ”Senso del movimento”.

    Indicazioni metodologiche: dalle considerazioni fatte sopra, è facile intuire come questo tipo di esercitazioni sono da inserire nell’allenamento nella fascia pre-puberale; importante è la sinergia con lo sviluppo cognitivo del calciatore in erba nel creare le giuste motivazioni all’apprendimento. Senza addentrarci nei dettagli, possiamo elencare l’utilità di esercitazioni (sia in forma analitica che ludica) in cui si lanciano/afferrano palloni, in cui si “gioca/afferra” la palla a terra, in cui si “tira e spinge” e percorsi che comprendono salti, rotolamenti e capovolte.

    MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DEL SENSO DEL GIOCO

    Questo terzo raggruppamento rappresenta un elemento della performance calcistica spesso trascurato, cioè quello legato alla comprensione delle dinamiche cognitive del movimento (“scelte” di gioco). Il calciatore deve essere “rapido nel pensare” ed “abile nel fare”; l’allenamento calcistico tradizionale è prevalentemente orientato sull’ “abilità nel fare”, mentre spesso la “rapidità nel pensare” è trascurata; quest’ultima è rappresentata proprio dal “Senso del gioco” e corrisponde a Capacità coordinative tradizionali importanti come la Capacità di anticipazione motoria (degli eventi del gioco), l’Intelligenza motoria e la Fantasia motoria. Le recenti evidenze scientifiche (vedi sotto) hanno sottolineato l’importanza di questa qualità, il cui allenamento deve essere fortemente correlato all’età (cioè al grado di maturazione) dei giocatori.

    Evidenze scientifiche e fisiologiche: senza addentrarci nella specificità delle ricerche, è stato visto che gli atleti di alto livello (rispetto a quelli di caratura inferiore) tendono a rivolgere l’attenzione verso un campo visivo più vasto, e allo stesso tempo riescono a orientare/restringere l’attenzione verso gli elementi più cruciali del gioco. In altre parole, un livello maggiore di gioco è correlato alla capacità degli atleti di allargare e restringere l’attenzione a seconda delle situazioni di gioco, focalizzandosi sugli elementi predittivi dello svolgimento dell’azione; riassumendo, gli atleti più bravi sono in grado di focalizzare l’attenzione sugli elementi che meglio sono in grado di predirre/anticipare il risultato di un’azione motoria.

    Ovviamente questi risultati non chiariscono se determinate strategie attentive siano frutto di doti individuali o siano il risultato dell’allenamento, ma mettono l’accento su qualità che, nei più giovani, sono spesso trascurate.

    Indicazioni metodologiche: “il gioco” rappresenta la forma di allenamento fondamentale per questa qualità. Non sempre le “semplici partitelle” sono in grado di allenare questa qualità, soprattutto nelle categorie dei più giovani, perchè le difficoltà di controllo della palla in queste fasce d’età diventa il fattore limitante allo svolgimento del gioco. È quindi importante proporre giochi (con e senza palla) in cui la focalizzazione dell’attenzione diventi l’elemento fondamentale. Se contemporaneamente sono stimolati altri gruppi di capacità coordinative (come l’Agilità e il Senso del gioco) è ancora meglio. Per i più piccoli (categoria Piccoli Amici) è possibile utilizzare giochi semplici come il Lupo, il Ragno, lo Scalpo, il gioco del Pistolero, ecc. Nella categoria Pulcini possono essere inseriti altri giochi come The Doctor, Rubapalla o altri giochi sportivi (come Pallamano o Basket) quando ci si allena in palestra. Per la categoria Esordienti invece è bene che vengano considerate le esercitazioni Psicocinetiche. Tutti questi giochi, possono essere modificati, non solo rendendoli più complessi, ma anche inserendo la palla e/o elementi tecnici, dando continuità al tema affrontato nell’allenamento.

    N.B.: è facile intuire come queste esercitazioni richiedono un elevato livello d’attenzione da parte dei giocatori; l’aspetto emozionale gioca un ruolo rilevante nella percezione cosciente dell’azione, quindi maggiore è il divertimento e la motivazione e maggiore sarà l’effetto allenante di queste proposte.

    Esiste un legame tra la prevenzione degli infortuni e coordinazione?

    Attualmente non è possibile dare una risposta soddisfacente in base ai risultati delle evidenze scientifiche, perché le ricerche in questo ambito sono troppo poche. È però ragionevole pensare che un patrimonio motorio vasto e differenziato (in cui la capacità coordinative hanno un ruolo significativo) metta il calciatore nelle condizioni di trovarsi raramente in situazioni in cui “sia impreparato” e quindi andar difficilmente incontro ad infortuni.

    Ai seguenti link, puoi leggere i 2 articoli specifici dedicati all’allenamento delle capacità coordinative nelle varie fasce d’età:

    Approfondimenti bibliografici

    Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

     

     

  6. Calcio e coordinazione (prima parte)

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    Negli ultimi anni si sta rivalutando l’importanza della coordinazione (o meglio, sarebbe dire l”Insieme delle Capacità Coordinative”) nel calcio, sia come prerequisito delle qualità tecniche che come aspetto fondamentale per la prevenzione degli infortuni.

    Definizione capacità coordinative: presupposti generali che consentono guida, controllo e correzione del movimento al fine di renderlo preciso ed economico. In altre parole, facilitano il perfezionamento di movimenti complessi nei diversi stadi dell’apprendimento e consentono un rapido adattamento a condizioni esterne variabili o diversificate.

    Tuttavia molti istruttori/allenatori rimangono ancora ancorati alla vecchia suddivisione “scolastica” delle Capacità Coordinative che vede un lungo elenco (che varia da autore ad autore) di qualità da “esercitare”, tra le quali ricordiamo:

    • destrezza fine,
    • capacità d’equilibrio,
    • elasticità di movimento,
    • capacità di combinazione motoria,
    • fantasia motoria,
    • orientamento spazio-temporale,
    • differenziazione dinamica,
    • anticipazione motoria,
    • reazione motoria,
    • memorizzazione motoria,
    • ritmizzazione.

    In altre parole, manca una corretta visione in grado integrare queste qualità all’interno del gioco del calcio. Facciamo alcuni esempi:

    La capacità di equilibrio del calciatore è diversa da quella del pattinatore, sia perché si “gareggia” su superfici diverse, sia perché gli elementi “disequilibranti” dei 2 sport sono diversi. Infatti, nel pattinaggio le rotazioni (soprattutto quelle in volo) sono elementi che non sono presenti nel calcio, nel quale invece hanno un aspetto preponderante, come elementi disequilibranti, i contrasti.

    Anche la capacità di ritmo è disciplina-specifica; nella Ginnastica ritmica è la melodia di un pezzo musicale a dare la cadenza dei movimenti da effettuare, mentre nel calcio (ad esempio nella conduzione della palla) è l’integrazione del contesto di gioco con la sensopercettività dei recettori muscolari.

    Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica. Possiamo quindi affermare che

    l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

    Nel calcio possiamo raggrupparle in 3 mezzi di lavoro principale:

    • Mezzi rivolti all’allenamento dell’agilità: cioè l’insieme di qualità coordinative che fungono da presupposto allo sviluppo e alla stabilizzazione della rapidità. Particolare attenzione va data alla “tempestività” dei vari stimoli allenanti durante la crescita (dettagli nel terzo post della rapidità), per sfruttare la sensibilità delle varie qualità fisiologiche (plasticità nervosa, mielinizzazione fibre motorie, ecc.) nelle varie fasi dello sviluppo.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del movimento”: cioè l’insieme di qualità che permettono di avere una certa precisione dei movimenti; è particolarmente allenabile in fase pre-puberale (fino 11-12 anni). Nella fase puberale si assiste ad un peggioramento temporaneo (per l’incremento della forza e della lunghezza degli arti), per poi ritornare particolarmente allenante nell’adolescenza.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del gioco”: cioè l’insieme di qualità che permettono di comprendere le dinamiche cognitive del movimento (orientamento delle “scelte” durante il gioco), le cui potenzialità incrementano con la maturazione mentale del soggetto.

    MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DELL’AGILITA’

    La rapidità dipende da diversi fattori, sia di natura muscolare (capacità contrattili delle fibre muscolari, percentuale fibre veloci, ecc.) che nervosa (legate al controllo motorio del movimento e alla velocità dell’impulso nervoso). L’agilità (come capacità coordinativa) è possibile collocarla nella componente legata al controllo motorio della rapidità dei movimenti.

    Fattori fisiologici: nei primi 8-9 anni di vita avviene la maturazione definitiva della corteccia celebrale (massima plasticità nell’apprendimento dei movimenti), perciò è maggiore l’allenabilità della frequenza dei passi e dell’accelerazione, oltre alla capacità di reagire ed adattarsi agli stimoli esterni. Nei 2-3 anni successivi è presumibile ipotizzare che l’incremento della rapidità sia prevalentemente dovuta a fattori nerumuscolari periferici, per poi subire una stasi nella fase puberale in cui predomina lo sviluppo dell’esplosività.

    Evidenze scientifiche: oltre alla gia citata ricerca di Venturelli del legame tra Coordinazione, Tecnica e Rapidità, aggiungiamo quella di Sasaki e coll 2007 (VI° Congresso del Calcio ad Antalya) in cui è stato visto come la “corsa all’indietro” sia maggiormente relativa a fattori coordinativi piuttosto che muscolari. Sempre allo stesso Congresso, Cicirko e coll presentarono uno studio longitudine di 5 anni (settore giovanile) in cui è stato osservato che i giocatori più bravi nell’1vs1 erano quelli dotati di maggiore coordinazione, in particolar modo di reazione ed adattamento dei movimenti.

    Indicazioni metodologiche: la fase critica per allenare l’agilità è prima della fase puberale, anche se il lavoro di mantenimento deve perdurare per tutta la carriera del calciatore. La metodologia deve essere incentrata sia sulle componenti analitiche (minicircuiti coordinativi senza palla con esigenza di velocità e correttezza esecutiva) per sviluppare frequenza/accelerazione, che sulle capacità di reazione/adattamento. Per sviluppare quest’ultima qualità vengono utilizzati giochi di difficoltà adeguata all’età in cui c’è una continua ed intensa richiesta di cambi di direzione per adeguarsi alle situazioni contingenti (come avviene nel calcio); per i bambini più piccoli possono essere utili giochi semplici, come quello del Lupo, dell’Orco, degli Stregoni, ecc. mentre per i più grandi Acchiapparella e i vari Giochi Psicocinetici. Ricordiamo il gia citato doppio legame (si influenzano a vicenda) tra le esercitazioni di 1c1 e la coordinazione com’evidenziato nel primo post sull’1c1 soprattutto per i più piccoli.

    movimento specifico funzionale

    Nel prossimo post verranno analizzati i mezzi rivolti al miglioramento del “Senso del movimento” e del “gioco” e il ruolo che può avere la coordinazione nella prevenzione infortuni.

    Vai alla seconda parte.

    Approfondimenti bibliografici

    • Cicirko L, Sadowski J. Motor coordination abilities and technical action of junior football players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007;Antalya, Turchia.
    • Mogni JC. Un mondo di giochi. Edizioni Correre, 2008
    • Sasaki S, Fukubayashi T, Kaneko S, Hirose N, Fukano M, Sakagami M. Backvard cutting in soccer players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007; ANtalya, Turchia.

    Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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