Tag Archive: scalate

  1. Le contrapposizioni dell’1-4-4-2 rispetto agli altri moduli (prima parte)

    Leave a Comment

    Il 4-4-2

    Immaginiamo dunque che la nostra squadra sia schierata con il sistema di gioco 1-4-4-2

    1-4-4-2 vs 1-4-4-2

     

    4-4-2 vs

    Dopo una prima analisi è opportuno sottolineare che i reparti difensivi giocano in situazione di parità numerica contro gli attaccanti avversari. A centrocampo, invece, c’è parità numerica “statica”.

    Se suddividessimo il campo con due linee verticali e due orizzontali noteremo come si crea un “gioco di coppie”, anche sulle corsie esterne dove 7 e 2 dovranno occuparsi di 3 e 11, e così via per gli altri calciatori.

    Definita la situazione naturale statica che consegue allo schieramento tattico analizziamo ora gli adattamenti tattici e le modalità per affrontare questo sistema di gioco, sia dal punto di vista difensivo sia da quello offensivo.

    Difensivo

    Scalate difensive: E’ indubbiamente il punto focale della fase difensiva di questo sistema di gioco.

    La scalata ha l’obiettivo di creare superiorità numerica in zona palla con lo scopo di riconquistarla.

    Non vuol dire solo creare superiorità numerica nel raddoppio ma anche e soprattutto nelle zone limitrofe alla posizione della palla, in modo da indurre il possessore a forzare la giocata e dunque a potenziali errori.

    Nei meccanismi di scalata ci sono degli aspetti a dir poco fondamentali.

    Innanzitutto il timing, ossia il tempismo con cui i calciatori effettuano i movimenti tattici richiesti per adempiere al loro compito, con la massima velocità ed aggressività visto che si tratta di un adattamento difensivo.

    Altrettanto importanti sono le distanze che intercorrono tra i calciatori che, collettivamente, scalano. Se le distanze non sono giuste gli avversari possono trovare uno “sbocco” ed uno spazio da occupare o attaccare per uscire dal pressing.

    Dunque la squadra dovrà muoversi sempre come un unico blocco, curando al massimo i principi di tattica individuale difensiva soprattutto riguardanti la presa di posizione e la scelta dei punti chiave di riferimento (porta, palla, avversario) secondo il gioco a zona.

    FIG1: Esempio di scalata con palla in zona laterale

    4-4-21 vs

    Il numero 2 rosso trasmette a 7; I difensori blu, con il giusto timing, si spostano in blocco velocemente verso la zona della palla.

    3 accorcia in avanti su 7 concedendogli trenta centimetri di spazio con l’obiettivo di poter temporeggiare, il suo compagno di catena laterale 11 va subito al raddoppio per creare una superiorità numerica in zona palla.

    Con il giusto timing ed in maniera altrettanto aggressiva i calciatori adiacenti alla linea della palla accompagnano i loro compagni blu chiudendo tutti i possibili sbocchi e spazi.

    6 effettua una copertura preventiva su 9rosso con 5 e 2 che gli danno adeguata copertura, 8 agisce in pressione sul sostegno 4 con il raddoppio di 9 che è pronto anche ad aggredire il giro palla difensivo.

    FIG2: Esempio di scalata con palla in zona centrale.

    4-4-22 vs

    Il numero 4 rosso riceve palla per impostare il gioco in zona centrale del campo.

    A seconda di quelli che siano i principi ed i sotto-principi di gioco della nostra squadra, le scalate difensive dovrebbero così essere eseguite:

    8 accorcia immediatamente in avanti su 4 ed attende il raddoppio di 9, qualora 4 sia lento nel girare palla. 4 si occupa di 8 ed attende l’arrivo di 10 in aiuto al pressing.

    Visto che lo sguardo di 4 è orientato verso il suo lato sinistro,11 accentra la sua posizione per venire a creare superiorità numerica in mezzo al campo inducendo 4 ad una giocata difficile o lunga.

    7 arretra fino ad occuparsi di 11 consentendo a 2 di mantenersi sulla stessa linea di 5 e 6 che devono occuparsi dei due attaccanti avversari.

    Offensivo

    Come mettere in difficoltà un sistema di gioco 4-4-2 utilizzandone uno simile?

    A seconda del modello di gioco della nostra squadra, e dunque dei relativi principi e sotto-principi di gioco, un modo per mettere in difficoltà una squadra schierata con un 4-4-2 con un sistema di gioco simile è quella di “adattarsi” ad un 4-2-3-1.

    4-4-23 vs

    Generalmente questo adattamento è utilizzato con squadre con vocazione offensiva. I terzini, infatti, partono all’altezza dei due mediani, ed i 4 giocatori offensivi giocano molti alti e molto larghi, costringendo i propri difensori e centrocampisti centrali ad accettare la parità numerica.

    Dunque la posizione avanzata dei terzini, unita a quella molto avanzata delle due ali, consente alla squadra di essere sempre pericolosa sulle corsie esterne. Altro punto importante è la posizione del numero 10. Egli può essere un centrocampista offensivo, un trequartista, un rifinitore, un attaccante di sostegno o una seconda punta. La sua posizione, al centro del castello, costringerà gli avversari a degli adattamenti difensivi sicuramente non previsti.

    Altro aspetto importante è quello composto dalla coppia trequartista-punta; questi calciatori possono disporsi in verticale, in orizzontale o in diagonale. La qualità e la complementarietà dei loro movimenti potrà arrecare danni importanti alla struttura organizzativa difensiva.

    Schierare la squadra in questo moto costringerebbe gli avversari ad adottare un baricentro basso ed ad utilizzare con più prudenza i due mediani vista la posizione di partenza di 10.

    FIG1: Sviluppo di gioco con il sistema 4-2-3-1 in grado di mettere in difficoltà una squadra schierata con il 4-4-2

    4-4-24 vs

    Il portiere inizia il gioco verso 5 che si allarga come il suo compagno 6 ai bordi dell’area di rigore. Immediatamente i terzini 2 e 3 sopravanzano la linea bassa dei due mediani effettuando un lungo corto per ricevere.

    Il mediano 8 lato palla si allarga e riceve in posizione atipica.

    E’ necessario sottolineare come la posizione di 10 all’interno del castello, impedisca ai due mediani avversari 4 e 8 di uscire in pressing sui nostri centrocampisti in quanto potrebbero mettere in luce il suddetto 10.

    Una volta ricevuta la sfera 8 la gioca di pria per il taglio convergente di 7.

    Controllata la sfera 7 ha tre opzioni di passaggio:

    -una derivante dal movimento asimmetrico ( o a incrocio) della coppia trequartista-attaccante

    -una derivante dall’attacco della zona cieca dell’esterno offensivo opposto 11

    -una derivante dalla sovrapposizione del terzino 2

    I quattro calciatori offensivi possono dar vita ad una serie notevole di combinazioni offensiva con lo scopo di creare adattamenti non naturali nel meccanismo difensivo avversario.

    FIG2 e 3:

    4-4-25vs

    4-4-25vs

    (Leggi la prima parte dell’articolo cliccando qui)

    ss-logo

     

    A cura di Giuseppe Maiuri

  2. 4-4-2: fase difensiva e offensiva

    Leave a Comment

    A cura di Maurizio Bruni, Allenatore Uefa B – Allenatore Esordienti Professionisti US Grosseto

    Nell’ottica del lavoro settimanale da svolgere sotto l’aspetto tattico è importante educare la formazione a seguire i movimenti necessari per poter difendere correttamente e attaccare in maniera efficace. Per poter impegnare in un’unica seduta i 3 reparti del 4-4-2 nella metà campo si schierano i 4 Difensori a difendere la porta e i Centrocampisti e gli Attaccanti impegnati per riuscire a segnare (Fig.1).

    Si inizia con il possesso palla da parte dei centrocampisti e attaccanti, seguiti dai movimenti difensivi dei ragazzi schierati fuori area. In particolare diagonali difensive, interventi per attacco centrale e movimenti in uscita e di arretramento. (Fig.2 – 3 – 4 e 5 ).

    Nello specifico uno dei due difensori centrali, ovvero quello individuato come leader della difesa e comunque a turno con l’altro, chiamano ad alta voce i movimenti della difesa e soprattutto le uscite con “palla coperta” (ovvero quanto l’attaccante o il centrocampista guidano o controllano la palla con le spalle alla porta) e i movimenti di arretramento con “palla scoperta” (ovvero quanto l’attaccante o il centrocampista hanno la palla con la faccia verso la porta) sino al limite dei 16 metri, quando uno dei due centrali esce per coprire.

    Come sopra detto si parte con il possesso palla e i movimenti della difesa che inizialmente sono solo passivi, ovvero non vanno a prendere il pallone sino a quando l’istruttore con un segnale avvia l’azione con la quale i centrocampisti e gli attaccanti con 2-3 passaggi devono andare al tiro, osteggiati dai difensori.

    Per quanto attiene gli i ragazzi in fase offensiva questi lavorano su 2-3 schemi per poi lasciare la massima libertà di movimento e di iniziativa.

    Il primo schema e attacco sulle fasce si prova una volta a destra e una a sinistra. Il centrocampista al segnale passa alla punta la quale scarica all’indietro all’altro uomo di centrocampo il quale di prima allarga sulla fascia al compagno che va al cross sull’incrocio delle due punte. (Fig.6)

    Il secondo schema è il lancio in profondità su incrocio delle punte. La palla parte dal centrocampista esterno che trova la punta più vicina a lui. Questa di prima scarica sul centrocampista centrale e incrocia velocemente. Il centrocampista centrale lancia rasoterra in profondità sulla corsa dell’attaccante (Fig.7)

    Il terzo schema si effettua con il cambio di gioco, ovvero il centrocampista centrale da alla punta posta davanti a lui la quale, di prima , allarga sul centrocampista laterale che controlla e cambia gioco sul collega posto sulla fascia opposta, il quale dopo il controllo va sul fondo e crossa sull’incrocio delle punte (Fig.8)

     

  3. Il pressing: tattica difensiva collettiva (Prima parte)

    Leave a Comment

    DEFINIZIONE Dl PRESSING
    Il pressing è un’azione tattica collettiva (quindi portata a compimento da più giocatori) effettuata in situazione di non possesso palla (fase difensiva).
    E’ inoltre opportuno fare una distinzione tra i significati dei concetti di pressione e pressing. Mentre la pressione è un’azione individuale atta a togliere spazi e tempi di giocata al possessore di palla avversario, il pressing prevede, per la sua applicazione, la partecipazione di più giocatori che cooperano simultaneamente, per il raggiungimento di un obiettivo comune.
    Ovviamente, per portare a compimento un’azione di pressing collettivo efficace, può esser necessario utilizzare l’abilità di pressione individuale.
    Affinché sia possibile parlare di squadra in pressing è necessario che:
    • la palla sia in possesso degli avversari;
    • più giocatori, seguendo una strategia prestabilita, cooperino collettivamente alla riconquista della palla.

    Scopo del pressing è quello di comprimere gli spazi ed i tempi di giocata agli elementi della squadra in possesso palla in modo da rendere complicato lo sviluppo della manovra offensiva avversaria e facilitare la riconquista della palla.

    TIPOLOGIE Dl PRESSING
    Una delle classificazioni più utilizzate per definire il tipo di pressing attuato da una squadra riguarda la zona di campo dove tale tattica collettiva viene applicata in modo sistematico. Si è soliti quindi parlare di pressing ultraoffensivo, offensivo o difensivo a seconda che il disturbo attivo, attuato nei confronti dell’azione avversaria, parta da una delle linee ben identificate nella figura 1.
    Altre possono essere però le classificazioni utili ad indicare le modalità con cui una squadra pressa in fase difensiva. E’ possibile distinguere il pressing settoriale da quello a tutto campo, il pressing a soggetto da quello generale, il pressing in avanti da quello all’indietro.

    • Il pressing settoriale si differenzia da quello a tutto campo perché la squadra, impegnata in fase difensiva, va a ridurre tempi e spazi a disposizione degli avversari in possesso palla principalmente quando la stessa si trova in determinati settori (ad esempio nei pressi delle linee laterali).
    • Il pressing a soggetto si differenzia rispetto a quello generale per il fatto che la squadra concentra la propria azione collettiva principalmente quando la palla è in possesso di determinati giocatori (solitamente quelli più in difficoltà da un punto di vista tecnico oppure quelli più pericolosi). Il pressing in avanti si differenzia da quello all’indietro perché la squadra per la sua attuazione esegue in un caso movimenti collettivi ad avanzare (ad esempio nel pressing ultra-offensivo) e nell’altro movimenti a scendere (ad esempio nel pressing difensivo con i centrocampisti che si abbassano, avvicinandosi ai difensori, per raddoppiare o coprire determinate zone).

    Al di là del tipo di pressing praticato, una delle pietre miliari su cui si fonda l’organizzazione del movimento collettivo è indubbiamente la scalata.
    E’ proprio grazie agli scivolamenti difensivi organizzati, fatti verso la zona della palla, che si può generare quel movimento collettivo-collaborativo identificato come pressing.

    E’ importante considerare che l’efficacia del pressing può esser legata alla zona in cui si trova il possessore di palla. E’, infatti, indubbiamente più agevole pressare gli avversari quando la palla è in zona esterna piuttosto che in zona centrale. Tutto questo per le seguenti ragioni:

    • quando la palla è nei pressi della linea laterale le direzioni di giocata del possessore vengono appunto limitate a quelle verso l’interno o lungolinea, viceversa quando la palla è in zona centrale il giocatore può orientare la manovra a 360°;
    • in secondo luogo, l’avvicinamento della palla alla zona laterale consente di creare un lato forte (quello della palla) ed uno debole (quello lontano dalla palla), permettendo alla squadra che si difende di allentare le marcature sul lato debole e favorire le scalate dei reparti verso il lato forte dove sarà più agevole andare a creare situazioni di superiorità numerica e/o pressione individuale massimale.

    QUANDO FARE PRESSING
    Ma oltre alla zona di campo, esistono importanti fattori da considerare per massimizzare l’efficacia del pressing. Le condizioni favorevoli per ottenere buoni risultati si realizzano quando il pressing è portato:

    • su un giocatore di non eccelse qualità tecniche;
    • su un giocatore che si appresta a ricevere una palla di “difficile gestione” (alta, veloce, ecc.);
    • su un giocatore che riceve in “zona difficile” (scarsamente assistita dai compagni o dove costui non può permettersi di perder palla).

    L’analisi di tutti questi fattori porta a considerare come il pressing possa esser applicato a tutto campo o, in modo che potremmo definire “chirurgico”, solo in determinate circostanze.
    Fondamentale è riuscire proporre la giusta didattica in modo che i giocatori riescano a recepire e rispondere adeguatamente alle direttive volute dall’allenatore.

    Bibliografia: “Pressing” ed. Allenatore.net

Mistermanager.it © Tutti i diritti riservati - Privacy Policy - Realizzazione siti internet www.christophermiani.it

In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei