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  1. Sono tornate le 7 sorelle?

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    In questo calcio moderno spesso capita che piccole società riescano a raggiungere obiettivi importanti come Europa (vedi Sassuolo) o campionati nazionali e relativa Champions (vedi Leicester): ma in Italia potrebbe essere tornato il momento delle “7 sorelle”?

    L’argomento “7 sorelle” non è magari proprio alla portata dei più giovani mentre invece, per chi ha qualche anno in più, era l’argomento classico per ciò che concerne le qualificazioni europee: l’andamento delle sette sorelle, le sette grandi società italiane, era l’argomento di tutti i tifosi italiani che non si chiedevano, come magari accade oggi, se la propria squadra sarebbe riuscita ad arrivare in Europa o meno, quanto se fosse stata in grado di andare in Champions oppure no, possibilmente senza passare dai preliminari. La qualità del calcio italiano ha fatto si che, nell’arco di un decennio, si sia passati dalla domanda “andiamo in Champions?” a “arriviamo almeno nei primi 6 per giocare in Europa?”

    Eppure quest’anno, al netto delle “grandi” di oggi che sono Juventus e Napoli, sembra davvero che le altre “5 sorelle” siano veramente in grado di fare un campionato da protagonisti: proviamo ad analizzare velocemente una ad una per valutarne le effettive possibilità a fine stagione.

    Inter: attualmente terza in classifica è probabilmente la squadra con la situazione un po’più complessa rispetto alle altre sorelle. A fronte di una squadra decisamente composta di grandi nomi, la qualità del gioco sembra risultare decisamente latitante specie quando l’avversario non è la Juventus di turno. Servirà pazienza per i tifosi nerazzurri durante la stagione che potrebbe essere placata magari schierando qualche giovane di turno che tanto piace al tifoso affezionato ai colori della società e che potrebbe anche far chiudere più di un occhio sulle mancanze del De Boer allenatore. Credo sia più pronta per un Europa League che per una Champions dove però si candida sicuramente come outsider.

    Roma: quarta dopo una sconfitta per 3-1 contro il Torino secondo me i giallorossi hanno guadagnato meno di quanto probabilmente avrebbero dovuto. Difficile capire di chi sia la colpa, probabilmente solo un difetto di condizione e di fiducia che sta portando i giocatori più quotati lontano dalle loro prestazioni più ottimali. Probabile che la stagione giallorossa fosse stata studiata diversamente (pensando al passaggio in Champions), probabile che vedremo tra un mese la Roma al top della condizione per poi essere di nuovo al top verso primavera e chiudere al top il campionato. Secondo me possono arrivare tranquillamente in Champions se riescono a mantenere la calma nei momenti complicati.

    Lazio: è forse la squadra che mi ha impressionato di meno, a fronte di una qualità della rosa secondo me di buon livello (specie in attacco). Probabilmente sono da risolvere i problemi caratteriali della rosa, con forse troppe prime donne a fronte di un organico che ha bisogno soprattutto di solidità: una solidità che non sempre sarà in grado di mantenere un allenatore non proprio esperto come Inzaghi (Simone). Probabilmente saranno la “settima sorella”, fuori dalle coppe.

    Milan: sesto posto, grande contestazione dei tifosi è forse il miglior Milan a livello di solidità degli ultimi anni. A fronte di un potenziale offensivo non proprio al top, la formazione di Montella sembra essere molto più attenta a “non prenderne” che “a segnarne”. Un aspetto molto importante specie in un campionato duro come quello italiano: improbabile un arrivo in Champions, secondo me il Milan se mantiene la concentrazione attuale può togliersi la soddisfazione di ritornare almeno in Europa League dopo 3 anni di assenza dal palcoscenico continentale.

    Fiorentina: la classifica non le da un grande vantaggio, attualmente 12esima, anche perchè a differenza di tutte le altre ha una partita in meno (altrimenti con 3 punti probabili in più sarebbe al quarto posto) la formazione di Sousa sembra più pronta per giocarsela per l’Europa League che per la Champions. Personalmente mi piace la squadra viola, ha un gioco molto interessante anche se difficile da gestire in Italia. Forse quasi con più probabilità di fare bene in Europa che nello stivale, non credo sia un problema rimanere nei top 6.

    E voi che ne pensate, sono veramente tornate le “7 sorelle”?

  2. Juventus, campionato finito prima di iniziare?

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    a cura di Paolo Riva*

    Manca ancora 1 mese alla fine del calciomercato, qualcosa meno prima dell’inizio del campionato, eppure la domanda sorge spontanea: la Juventus ha già vinto il campionato?

    Forse come non succedeva da anni una squadra di serie A sembra essere diventata una “big” a livello europeo: la Juventus è riuscita a costruire in questi anni una reputazione che non si vedeva, rispetto a una squadra di serie A, probabilmente da inizio secolo. I bianconeri sono diventati la meta preferita da molti giocatori: talmente desiderata che, gli stessi, sono disposti ad aspettare l’offerta della società italiana pur di poter far parte di un progetto, quello juventino, che può essere definito solo con un termine: vincere.

    Dani Alves, Miralem Pjanic e Gonzalo Higuain sono solo 3 dei nomi più interessanti arrivati alla corte di Max Allegri, seppur con la attualmente probabile cessione di Paul Pogba (anche se tutto sembra fatto, si aspetta solo l’ufficialità delle parti), che non possono far pensare ad una Juventus che pensa “solo al campionato”.

    L’obiettivo, magari non dichiarato o semplicemente indicato tra le righe è, ovviamente, la coppa dalle grandi orecchie: acquistati uomini di esperienza internazionale e di talento indiscutibile, abbinati ad un mix di talento già presente e fortemente affamato in Europa: se da un lato abbiamo giocatori come Dani Alves che hanno vinto in Europa e non solo potendo portare la loro esperienza alla maggior parte dei giocatori in rosa, dall’altra la presenza di giocatori di immenso talento e fortemente affamati (Pjanic, Higuain e Dybala su tutti) possono trasformarsi in un vero e proprio crack a livello continentale.

    Ovviamente le voci vanno tutte in una direzione: Juventus già vincente di coppa italia e campionato ed in attesa di giocarsela fino in fondo in Champions League; ma sarà veramente così? Le quote dei principali bookmaker parlano chiaro: Juventus quotata a 1.50 per la vittoria della serie A e primo contendente, la Roma, a 7.00; una disparità già scritta che però rischia di rivelarsi in un’arma a doppio taglio per i bianconeri. La loro squadra B è sicuramente adeguata a giocarsela in Italia senza problemi (un attacco Mandzukic – Zaza in Italia se lo sognano l’80% delle squadre), ma sarà in grado di avere la capacità di esserci nei momenti che contano? L’anno scorso la grande rimonta bianconera, sicuramente merito di ogni giocatore in rosa, è valsa la vittoria finale anche a causa di un’autoeliminazione delle dirette contendenti che ha assolutamente dell’incredibile. Quest’anno però le contendenti potrebbero avere un obiettivo in più, un obiettivo silenzioso che potrebbe rivelarsi anche più catastrofico per i bianconeri: battere la corazzata Juventus: un atteggiamento, questo, che potrebbe rivelarsi pericoloso nelle fasi che contano (da Febbraio a Maggio) con conseguente possibilità da parte delle “altre” di portarsi a casa lo scalpo della serie A: uno scenario forse più assurdo che reale, ma che però potrebbe portare a guardare il nostro campionato con un interesse ancora maggiore.

    Attenzione Juve: un occhio all’Europa, ma soprattutto un occhio all’Italia.

    A cura di Paolo Riva, collabora come scout in Serie D per società di primo livello come Piacenza Calcio, partecipa come contributore per diverse testate sportive online quali footballscouting.it e mistermanager.it. E’ inoltre Co-Founder di Sports Open Data, organizzazione no-profit per la raccolta e l’elaborazione di statistiche sportive

  3. Roma – Milan: pillola di video analysis (tiki-taka e gol!)

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    Dalla video analisi di Roma-Milan del 25 aprile 2014, ho estratto una fase di gioco emblematica di cosa sta producendo la Roma di Garcia a livello tecnico-tattico.

    Lo scambio di ruoli effettuato dai giallorossi sia in fase di possesso che in fase difensiva ha oramai raggiunto una sincronia e un’efficacia importante!

    I difensori esterni sono due attaccanti aggiunti che coprono le fasce laterali nell’ 85/90% delle azioni offensive; le tre punte spaziano a destra e sinistra su tutto il fronte difensivo avversario rimanendo costantemente imprevedibili; i tre centrocampisti hanno capacità tecniche che li rendono molto spesso dare inizio alle azioni ragionate dalle retrovie (un po’ meno Nainggolan).

    Roma - Milan disp
    Il modulo della Roma: in campo regna efficace l’imprevedibilità vincente!

    E’ il sistema di gioco che fa vincere la Roma, la filosofia ben inculcata da Garcia ai suoi giocatori; il modulo è molto poco indicativo, è roba da carta stampata e siti web.

    Il modulo di gioco è il posizionamento dei giocatori in campo; il sistema di gioco è l’interpretazione dei ruoli che l’allenatore dà partendo da esso.

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    Alcune statistiche (Fonte Opta)

    Tentativi. Roma: 14 tiri, 2 gol, 4 in porta. Milan: 13 tiri, 5 in porta.

    Possesso palla: Roma: 63,8%. Milan 36,2%.

    Passaggi totali: Roma 560/639. Milan 282/353. Percentuali passaggi completati: Roma 88%, Milan 80%.

    vm-logo

     

    A cura di Claudio Damiani

  4. Roma – Atalanta: giallorossi a trazione anteriore!

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    La mentalità offensiva della Roma è apparsa palesemente superiore al “pacchetto” tecnico-tattico offerto dagli avversari di turno.

    Difensori esterni a fungere da attaccanti aggiunti, tre punte a spaziare nel fronte offensivo a riempire spazi vuoti e quindi senza dare punti fissi di riferimento agli orobici, con Toloi e Castan sempre attenti e assistiti dalla costante copertura preventiva di Taddei.

    La video analisi vuole sottolineare:

    • L’inizio basso della Roma con De Rossi a scendere tra i due difensori centrali a impostare; Dodo con Maicon già posizionati da “ali” aggiunte a occupare zone che difficilmente sono state percorse da Totti & C.
    • La capacità di corsa di Gervinho autentica spina nel fianco.
    • La conquista e successiva transizione offensiva da “manuale del calcio” che ha scaturito la terza segnatura della Roma.
    Roma - Atalanta Disposizione Iniziale
    La disposizione a inizio gara

    Alcuni dati statistici:

    Possesso palla nettamente a vantaggio dei capitolini (65,6%), che di conseguenza hanno eseguito il maggior numero di passaggi (697 a 360) completati rispettivamente per il 92% contro il 76% dell’Atalanta. Nel computo degli assist vince 3 a 1 la Roma; La Roma ha tirato 7 volte in porta contro le 5 conclusioni nello specchio da parte degli avversari (Dati Opta)

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    Il tabellino:

    Roma-Atalanta 3-1

    Roma (4-3-3): De Sanctis 6; Maicon 6 (79′ Romagnoli 6), Toloi 6, Castan 6, Dodò 6,5; De Rossi 7, Nainggolan 6, Taddei 7; Gervinho 7, Totti 7 (75′ Bastos 6), Ljajic 6,5 (86′ Ricci sv)

    Atalanta (4-4-1-1): Consigli 6,5; Benalouane 5, Stendardo 5 (73′ Lucchini 6), Yepes 5, Brivio 6; Estigarribia 5,5 (66′ Baselli 6), Cigarini 5,5, Migliaccio 5,5, Bonaventura 6,5; De Luca 6 (59′ Livaja 6); Denis 5,5

    vm-logo

    A cura di Claudio Damiani

  5. Garcia, multa scampata per il cellulare. Se nel calcio irrompe la tecnologia…

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    Il caso Rudi Garcia, “sorpreso” in panchina durante una comunicazione al cellulare con il suo vice non appena arrivato in Italia, aveva riaperto il dibattito sull’invadenza della tecnologia nel calcio e nello sport. L’allenatore della Roma non fu stato multato dal giudice sportivo, perché il contatto “vietato” non era stato trascritto nel referto arbitrale.

    «Non sapevo che da voi in Italia non si potesse parlare al cellulare in panchina», si è giustificato dopo Livorno-Roma l’ex tecnico capitolino Rudi Garcia, che nel primo tempo aveva telefonato al suo collaboratore tattico Frederic Bompard. Scena che non è sicuramente passata inosservata ai media che, alla fine della partita, hanno avvisato Garcia sul probabile arrivo di una multa. «Ho usato il telefonino – ha detto sorpreso l’allenatore della Roma – perché la radio non funzionava. Dovevo sentire il mio vice che segue la partita dall’alto. È vietato? In Francia l’ho sempre fatto». Non è così però: nel calcio la Fifa, nel suo regolamento sovranazionale, si
    oppone allo strapotere del cellulare e delle radiocomunicazioni. Garcia insomma non avrebbe potuto parlare al telefonino con il suo assistente nemmeno in Francia. Intanto il giudice sportivo ha emesso i provvedimenti sulla prima giornata di campionato, ma non si è espresso sulla comunicazione vietata in quanto non era stata segnalata dal referto arbitrale né, al momento, dagli ispettori della procura federale.

    GarciaLE REGOLE – Nelle Interpretazioni delle “Regole del giuoco e linee guida per arbitri”, l’articolo 4 non lascia spazio a interpretazioni stabilendo che “l’uso di sistemi di radio comunicazione tra calciatori e/o lo staff tecnico non è consentito”. Ma si ricordano tanti casi di comunicazione tra campo e tribuna, soprattutto tra allenatori squalificati e i loro vice in panchina. Comportamento sulla carta contro il regolamento, ma ormai diventato “consuetudine”.

    CONTE, L’ALLENATORE IN TRIBUNA – Il mister juventino due volte campione d’Italia, Antonio Conte, durante i dieci mesi di squalifica che la Corte di Giustizia Federale gli ha comminato nella sentenza di appello, sussurrava al cellulare da un palco in tribuna con i vetri oscurati. A bordo campo campo Massimo Carrera, suo vice, si sgolava per riportare alla squadra gli ordini che arrivano dall’allenatore, quindi “dall’alto”. Un esperimento, alla luce delle vittorie in campionato, che ha funzionato e che ha dimostrato che (forse) avere o meno l’allenatore in panchina fa lo stesso.

    CALCIATORI COME ROBOT – Nel 2005 in una partita del trofeo Bernabeu, il Real Madrid dotò di auricolare ricetrasmittente il capitano Raul Gonzalez, coronando il sogno segreto di ogni allenatore: entrare nella testa dei calciatori e impartire ordini di squadra senza urlare e gesticolare da bordo campo. L’allora tecnico Vanderlei Luxemburgo e la dirigenza madridista all’epoca non diedero seguito all’esperimento, lasciando ancora spazio (e che spazio) alla fantasia dei blancos.

    COMUNICAZIONI IN CHIARO PER LA F1 – In Formula 1 da molti anni sono consentite, in modo accessibile ai media e alla Fia, le comunicazioni via radio tra pilota e box, sia nelle prove ufficiali sia in gara. Lo scambio di informazioni tecniche fa parte ormai integrante della corsa, non a caso spesso si attribuisce al box il merito di una vittoria o la responsabilità di una sconfitta, quasi a porre in secondo piano il ruolo del pilota.

    AURICOLARI PER TUTTI I CICLISTI – Le comunicazioni radio sono libere anche nel ciclismo. Dal 1998 sono state consentite in tutte le corse. I primi esperimenti vennero fatti nel 1992 dalla Carrera, al Giro d’Italia. Nel 1995 la prova fu estesa al Tour de France, dove Jalabert e compagni ricevevano le indicazioni di gara direttamente via radio dall’ammiraglia lontana. Nel 1996 l’esordio della radio ai mondiali, fu l’italiano Chiappucci a utilizzare per primo il contatto radio permanente con il suo direttore sportivo durante la corsa. Dal 1998 gli auricolari sono tutt’uno con i corridori in gara, e ciò ha cambiato anche le abitudini delle ammiraglie e dei direttori sportivi, che possono gestire meglio le corse delle rispettive squadre.

    PRIMA DI SCIARE – Nello sci le comunicazioni radio fra lo sciatore e i propri tecnici sono autorizzate fino al momento della partenza. L’atleta fino a un momenti prima di lanciarsi in pista può ricevere indicazioni dal suo direttore sportivo.

    IL FOOTBALL – Ma la disciplina pilota nel campo delle telecomunicazioni tra protagonisti è il football americano: lì, da tempo (in parallelo all’introduzione dell’istant replay, una moviola istantanea per gli arbitri) l’head coach, il capo allenatore, si parla costantemente via cuffie con i suoi collaboratori e addirittura con il proprietario che assiste ai match in tribuna. Il sogno segreto di Berlusconi e del suo Milan?

    Luca Salici
    Fonte: paesesera.it
  6. Cafu, il pendolino della fascia destra.

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    Fra i giocatori più importanti del passato non si può non parlare di Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafu. Arrivò in Italia grazie alla Roma nel 1997 già con un Mondiale alle spalle, vinto proprio contro l’Italia, e nel pieno della sua carriera, aveva infatti 27 anni. A Roma, dopo 6 stagioni ed aver vinto uno scudetto, decise che era l’ora di cambiare aria e passa al Milan. All’età di 33 anni quasi nessuno credette che potesse essere ancora importante in qualche squadra ma subito fece capire che non era così. Lui era il pendolino, colui che saliva e scendeva quella fascia, con quel chewingum e quel sorriso che lo contraddistinguevano. Fino a 38 anni è rimasto uno dei terzini più forti del nostro campionato, finchè alla fine del campionato 2008 decise di ritirarsi.

  7. Roma Caput Mundi

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    4 goal fatti ed 11 subiti. E’ questo il disastroso score dell’Inter nelle ultime quattro gare tra campionato e coppa italia. Le sette vittorie consecutive di qualche tempo fa sembrano ormai un lontano ricordo. Quale miglior momento invece per la Roma, per affrontare un’Inter incerottata senza i vari Sneijder, Forlan, Alvarez e Thiago Motta (ceduto al PSG) e senza lo spirito necessario a competere per la vittoria. Luis Enrique schiera una Roma d’attacco, possesso palla mostruoso, passaggi precisi e, ricordiamolo, quasi tutti di prima; un gioco “stile Barcellona” insomma, che produce il primo frutto al 10′ quando Juan incorna di testa su un perfetto assist da corner di Totti. L’Inter prova timidamente a reagire con Milito ma Stekelenburg fa buona guardia. I nerazzurri non creano più di tanto e a fine primo tempo vengono di nuovo puniti, stavolta da Borini, abile a infilare sotto le gambe Julio Cesar. La ripresa si apre con la sostituzione di Pazzini (al suo posto Poli), scelta che ha certamente fatto discutere quella di Ranieri, il quale toglie una punta per un centrocampista e sinceramente, a quel punto della gara, è sembrata una mossa azzardata. Dopo soli quattro minuti infatti è ancora Borini che sigla il 3-0, con la difesa nerazzurra non esente di nuovo da colpe. La gara è virtualmente chiusa e non bastaqualche sprazzo d’orgoglio dell’Inter ad impensierire i capitolini, i quali invece col neo-entrato Bojan mettono il sigillo a quella che è stata una gara a senso unico.

    Le sette vittorie consecutive in campionato sono ormai un lontano ricordo, Ranieri dovrà prendersi le sue responsabilità e ripartire. Appuntamento a domenica al “Meazza”, avversario il Novara. Ora non si può più sbagliare. Mai più.

  8. Che serata all’Olimpico: spettacolare 1-1 tra Roma e Juventus

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    Spettacolare pareggio fra Roma e Juventus nel posticipo della 15a giornata. Partita condotta ad un grande ritmo, con tante occasioni da gol da una parte e dall’altra. Poteva finire in qualsiasi modo, ne è venuto fuori un pareggio tutto sommato giusto. Roma in vantaggio in avvio con De Rossi, pareggio di Chiellini . Pochi minuto dopo Totti siè fatto parare da Buffon il calcio di rigore che avrebbe potuto regalare i tre punti alla Roma. Per la Juventus adesso c’è il primato in coabitazione con l’Udinese, mentre per i giallorossi un punto che fa morale (altro…)

  9. Serie A 13 giornata: Udinese – Roma 2-0 i giallorossi crollano nel finale

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    E’ finita 2-0 per i friulani che sono balzati momentaneamente in vetta. Di Natale è stato come ormai accade da sempre per i bianconeri l’uomo-partita, con il gol che ha aperto le marcature a dieci minuti dalla fine, poi nel finale c’è stato il raddoppio di Isla. La Roma di Luis Enrique bocciata per via della mancanza di lucidità in difesa e mancanza di idee in attacco (altro…)

  10. Mexes: “Desideravo il Milan fin da bambino”

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    è un Philippe Mexes raggiante e soddisfatto quello che si rivolge alla stampa in veste di neo-milanista, dichiarando di non vedere l’ora di indossare la casacca rossonera per scendere in campo e vivere al massimo questa nuova esperienza. La Roma è ormai alle spalle, il futuro si chiama Milan.

    Così Mexes ha dichiarato ai giornalisti: “Sono molto orgoglioso di poter indossare questa maglia il prossimo anno, perchè penso sia un sogno per ogni calciatore arrivare in un club così titolato e blasonato. Spero di poter stare al Milan per almeno quattro anni e di potermi togliere numerose soddisfazioni. Ora vengo in punta di piedi e sicuramente non pretendo nulla, anzi prenderò esempio da tutti i grandissimi campioni che affollano questa squadra sperando di migliorare ancora e di rendere felici i tifosi. Era un sogno che avevo da bambino quello di approdare al Milan ed ora che ho avuto l’opportunità di realizzarlo di sicuro non me la farò sfuggire. Avere Nesta e Thiago Silva come compagni è un grandissimo onore, li ritengo calciatori insuperabili e spero di poter essere alla loro altezza.”

    Doveroso poi un pensiero del centrale francese per la Roma, club che lo ha ospitato per sette lunghi anni, consacrandone il talento: “A Roma ho passato anni meravigliosi che non dimenticherò mai, ho lasciato dei grandi amici a cui auguro tutto il bene del mondo, ma ora ho voltato pagina e il mio presente si chiama Milan. Un pensiero su Francesco Totti? Lo ringrazio perchè mi ha aiutato molto e forse senza di lui ora non sarei qui. Mi dispiace soltanto che ora dovrò marcarlo e questo non sarà affatto facile, in compenso almeno mi eviterò di “duellare” con Pato ed Ibrahimovic..” Una riflessione poi sul suo amico ed ex compagno di squadra Menez, prossimo indiziato ad abbandonare la squadra giallorossa: “Sarebbe bello se Jeremy venisse al Milan perchè ha un talento enorme e sicuramente sarebbe molto utile alla causa. In ogni caso gli auguro di trovare un club adatto a lui, perchè se lo merita.”

     

  11. Palermo, Zamparini: “Per Pastore 60 milioni”

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    Dopo un periodo di appannamento dovuto anche alla situazione non propriamente stabile del Palermo, Javier Pastore è tornato a brillare nella semifinale d’andata di ieri sera contro il Milan, e Zamparini dichiara di averne alzato il prezzo del cartellino. “Ora per Pastore non bastano più 40-50 milioni, bensì almeno 60, solo una proposta così indecente potrebbe indurmi a pensare di cederlo. Per Hernandez il discorso invece è totalmente diverso. Quest’anno ha avuto tanti problemi e quindi una valutazione su di lui non è proprio stata fatta, spero che dopo aver risolto le beghe fisiche ora possa continuare a crescere con tranquillità.”

    Una riflessione del presidente rosanero va poi alla prestazione di ieri sera del suo Palermo, capace di fermare il Milan su un buon 2-2: “Ieri siamo stati bravi, probabilmente se non ci fosse stato Ibrahimovic avremmo persino vinto, dobbiamo solo imparare a gestire meglio il campo quando siamo in vantaggio. Al ritorno daremo il massimo perchè a questa Coppa ci teniamo tantissimo.”

    Zamparini poi parla del futuro e del toto-allenatore che già assilla la piazza palermitana: “Non so ancora cosa faremo dipenderà da moltissimi fattori, di certo il futuro della squadra dipenderà da chi sarà l’allenatore il prossimo anno. Per ora non ho intenzione di vendere praticamente nessuno fra le “punte di diamante” ma se qualcuno mi chiedesse di essere ceduto o subentrassero dei problemi quest’estate la situazione si farebbe diversa. L’altr’anno con Cavani andò così e non rimpiango affatto di averlo ceduto, anche perchè ora De Laurentiis sta avendo problemi con il suo ingaggio esattamente come li ebbi io. Ho intenzione di operare in maniera oculata sul mercato perchè non voglio finire nè come Cragnotti nè come Sensi, l’aspetto economico deve venire prima di tutto ed ora fortunatamente non ho l’esigenza di vendere per fare cassa. Ho sbagliato probabilmente solo ad accettare le dimissioni di Sabatini, perchè la piazza dipendeva molto dalla sua figura e il suo addio improvviso ha destabilizzato l’ambiente creando uno stato d’anarchia, solo ora ci stiamo riprendendo.”

    Il numero uno del Palermo ha poi concluso il suo intervento a Radio Radio parlando della nuova proprietà della Roma, con a capo Thomas Di Benedetto: “Per il momento ho sentito solo tante parole, mentre al calcio italiano servono i fatti. Sarei ben felice se arrivassero nuovi fondi perchè l’Italia ne ha bisogno, ma il mio scetticismo è di dovere in situazioni così delicate. Non ho intenzione di offendere nessuno ma gli americani sono degli imprenditori mentre il calcio non è un business, per gli statunitensi prendere la Roma non è stata sicuramente una questione affettiva e questo mi crea forti dubbi e quesiti. Credo che i giallorossi almeno per il prossimo anno saranno costretti a fare un mercato piuttosto limitato senza l’inclusione di grandi campioni, esattamente come il Palermo.”

  12. Aquilani: “Juve-Roma? Se segno non esulto”.

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    Ad una settimana dalla supersfida che la sua Juventus affronterà con la Roma in campionato, Alberto Aquilani si sbilancia e dichiara senza mezzi termini: “Se segno alla Roma non esulto.” Con queste parole il centrocampista bianconero dimostra ancora tutto il suo amore verso i colori giallorossi, non escludendo peraltro un possibile futuro ritorno al club romanista, squadra in cui è cresciuto calcisticamente e di cui è acceso tifoso fin da bambino.

    Dal ritiro azzurro di Coverciano dove la Nazionale italiana sta preparando la partita di martedì prossimo contro l’Ucraina, Aquilani parla del suo presente juventino e del suo futuro dalle tinte ancora incerte, considerando che il club bianconero difficilmente lo riscatterà dal Liverpool (per via di un cartellino piuttosto costoso e di un rendimento finora troppo altalenante). Proprio riguardo la Roma Aquilani dichiara convinto: “Credo sia difficile tornare lì, magari in futuro, considerando che nel calcio ci sono molti fattori imponderabili..Se mi chiamassero risponderei prontamente! Montella? è bello vederlo allenatore, credo abbia un grande potenziale ed un futuro, gli auguro, ricco di soddisfazioni come tecnico. Nello spogliatoio era mio vicino di posto e già a quei tempi si capiva che aveva tutte le carte in regola per allenare: grinta, personalità e grandi capacità aggregative. Indubbiamente per me la sfida con la Roma avrà un sapore diverso e sarà una gara molto delicata sotto l’aspetto emozionale.”

    Ultima domanda dei giornalisti perfettamente condivisibile poi, che chiosano l’intervista chiedendo che tipo di accoglienza Aquilani si aspetti all’Olimpico da parte dei suoi ex tifosi: “Vorrei mi accogliessero con affetto, ma nel calcio nulla è dato a priori considerando che anche grandi campioni sono stati criticati e fischiati al ritorno nel loro stadio “d’origine”. Spero sia una bella giornata anche se non so se sarà così.” Il tifo romano si sa è rigorosamente caldo e genuino fino all’ennesima potenza, per Aquilani sarà particolarmente rovente o riuscirà a cavarsela e ad uscire indenne dalla bolgia capitolina?

    Alessia Tonti

  13. Serie A: considerazioni dopo 30 giornate di campionato.

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    Proviamo a fare un bilancio, giunti ormai alla 30° giornata di campionato, e cominciamo puntando il nostro sguardo sul fondo della classifica.

    Fanalino di coda, e ormai sicuro partecipande alla Serie B 2012 è il Bari della premiata ditta Ventura&Mutti, che paga un inizio disastroso (nonostante la vittoria alla prima contro la juve) e troppi errori nei momenti chiave delle partite. si giocano gli altri due posti retrocessione Lecce, Brescia e Cesena. In zona rischiosa anche Sampdoria Catania e Parma, ma ad avviso di molti queste hanno una rosa che dovrebbe riuscire a permettere loro di salvarsi, seppur lottando con le unghie e con i denti. Decisivi saranno gli scontri diretti, e soprattutto la voglia di salvarsi che spinge le piccole a strappare spesso dei punti insperati contro le “big”.

    In zona Europa League le due romane, la Juve e il Palermo che si giocano l’accesso all’Europa che “conta di meno”. Possibili sorprese che rischiano di inserirsi sono i viola di Mihajlovic e il sorprendente Bologna che, a onor del vero, viste le vicende societarie di Dicembre, sta facendo un signor campionato e la qualificazione sarebbe un premio tanto inaspettato quanto meritato.

    Salendo un gradino, arriviamo alle pretendenti allo scudetto. Già detto ampiamente delle due milanesi, favorite fin dall’inizio, troviamo le due sorprese del campionato, forse le due squadre che giocano il miglior calcio d’Italia (e parlando dell’Udinese uno dei migliori d’Europa). La scorsa giornata ha di fatto riaperto il campionato, e ora tutte e quattro sono in lizza per vincerlo. I veri appassionati, stanchi di vedere al vertice sempre le solite tre squadre, tifano principalmente per il Napoli ma una mossa azzardata (e alquanto remunerativa) per gli scommettitori sarebbe puntare qualche euro sull’ Udinese vincente lo scudetto, data in “Altro” a 20.00.

    Vediamo quindi le promosse e bocciate del campionato.

    PROMOSSE

    Udinese, Napoli, Bologna.

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