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  1. La preparazione atletica al Leicester di Ranieri: spunti per le programmazioni future

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    Quello di Ranieri, nella Premiere League 2015/2016, è stato additato come un autentico “miracolo” e al tecnico Romano è stato riconosciuto gran parte del merito, a tal punto di esser soprannominato “King Claudio”. Ma quali sono state le chiavi che hanno permesso a questa squadra di vincere la Premier? Claudio Ranieri ha utilizzato metodologie innovative o è riuscito semplicemente ad adattare le sue metodiche al gruppo? Quale ruolo ha avuto la preparazione atletica in tutto questo? In questo post cercheremo di analizzare tutti questi quesiti, con particolare attenzione all’aspetto atletico!

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    “LA MENTALITA’ È LA PRIMA COSA CHE FA LA DIFFERENZA”

    Probabilmente è il primo concetto che emerge dalle interviste del tecnico! King Claudio è riuscito ad impostare il gioco e l’allenamento della squadra non solo secondo le loro caratteristiche, ma anche secondo quelle che erano i loro bisogni; ciò ha permesso di ottenere il 101% da ogni suo effettivo, cosa che non sempre riesce a molti allenatori. Inoltre l’aver rafforzato un gruppo già unito, ha creato un ambiente congeniale probabilmente a tutte le caratteristiche dello staff e giocatori.

    Dal punto di vista metodologico, questa sua frase rispecchia molto la sua filosofia calcistica:

    «Non mi piace dire che facciamo schemi in attacco, a calcio si gioca con l’organizzazione difensiva, poi negli ultimi trenta metri dipende dalle nostre idee»

    Ovviamente questo è un modello di gioco che si sposa facilmente con il modo di giocare della Premier. Riassumendo, avere una difesa organizzata e giocatori tatticamente versatili ed intelligenti (di conseguenza poco prevedibili) in avanti, è stato il pensiero tattico principale del tecnico. Ricordiamo che tale approccio, rende ancor più difficile il lavoro degli analisti delle squadre avversarie, che oggi rappresenta la fonte di informazione più importante del modo di giocare della squadra avversaria.

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    LA COMPONENTE ATLETICA NELL’ALLENAMENTO DEL LEICESTER

    Le squadre di Ranieri hanno sempre fatto dei buoni finali di stagione dal punto di vista atletico; da ricordare su tutte il Parma nella stagione 2006/07 (recupero salvezza) e la Roma nel 2009/10 (l’annata della rimonta sull’Inter). Proprio in queste 2 stagioni, il tecnico è entrato “in corsa”, quindi è ragionevole ipotizzare che la maggior parte della preparazione non sia dipesa da lui; ciò rinforza sempre di più l’ipotesi di chi ritiene quanto sia importante la giusta motivazione per mantenere le giuste intensità in allenamento e per “dare veramente tutto” in partita.

    Non a caso, in accordo con i giocatori nella passata stagione decise di dare 1 giorno in più di riposo (Mercoledì) ai giocatori, concentrando 2 brevi ed intensi picchi di carico settimanali (presumibilmente il Martedì e il Giovedì); ciò rappresenta una novità per un allenatore Italiano, solitamente abituato a gestire un solo piccolo di carico, ma più “modulato” nella parte centrale della settimana. Ciò è stato possibile grazie alla grossa dedizione ed impegno (superiore alla norma, secondo il tecnico) dei giocatori in tutti gli allenamenti.

    ELEMENTI DELLA PREPARAZIONE ATLETICA DEL LEICESTER

    Ma vediamo ora quali sono stati gli aspetti più peculiari della gestione atletica nell’allenamento, elencandoli da quelli che ritengo più “innovativi”. Tali elementi ci sono forniti dall’articolo pubblicato sul sito della BBC. Riporteremo quindi quanto emerge dal testo dell’articolo, contestualizzando il tutto (quando possibile) con le evidenze attuali della scienza della preparazione atletica nel calcio; il tutto per comprendere come l’esempio del Leicester possa essere di utile per la programmazione atletica (per professionisti e dilettanti) della prossima stagione.

    1. NON AVER PARTITE DI COPPA

    leicester infortuniRappresenta la variabile che più di altre ha influito positivamente sulla programmazione atletica; si pensi che quando le altre squadre in lotta per il campionato dovevano affrontare turni infrasettimanali, il Leicester (di Mercoledì) riposava. Ciò permetteva di ricaricare le pile e poter recuperare “acciacchi” vari nell’arco della settimana intera. Non a caso, la squadra di Ranieri ha avuto meno infortuni di tutte le altre e di conseguenza ha potuto utilizzare meno giocatori totali in stagione, permettendosi (più spesso delle altre) di mettere in campo i migliori.

    1. TENERE IN FORTE CONSIDERAZIONE LE INDICAZIONI DELLO STAFF MEDICO

    Molti staff medici (di squadre Inglesi e non) si lamentano del fatto che non sempre gli allenatori tengono in considerazione le loro indicazioni. Non di rado, alcuni giocatori vengono fatti medicogiocare al limite dell’infortunio, con il rischio di successive assenze dalle partite in caso poi di lesioni. In questo tipo di decisioni (quando si tratta di casi “al limite”), grosso peso ce l’ha l’allenatore; Ranieri è stato riconosciuto dal suo staff come un allenatore che più di altri ha ascoltato le loro indicazioni, sicuramente aiutando il lavoro di prevenzione e cura messo in piedi dallo staff medico. Ricordiamo che già avevamo dedicato un post alla relazione tra infortuni e risultati, prendendo spunto da un’importante ricerca, che trovò proprio in squadre professionistiche una correlazione tra lesioni nella stagione e classifica finale. Su questo dovrebbero riflettere soprattutto gli allenatori di squadre dilettantistiche, che spesso mettono in campo giocatori in “dubbie” condizioni atletiche (e a rischio di infortuni), solo per il “timore” di perdere una partita, o al limite di essere esonerati. Ma nei settori dilettantistici, è più importante la salute dei giocatori o il risultato?

    1. ACCURATA PROGRAMMAZIONE E VALUTAZIONE DEL CARICO ALLENANTE

    Come già citato sopra, la programmazione settimanale prevedeva 2 picchi intensi di carico (a inizio e dopo la metà) e un giorno di riposo il Mercoledì. Nelle “settimane standard” delle altre squadre, si tende invece a tenere il carico medio-alto per la parte centrale della settimana (da Martedì a Venerdì), ma modulando il tipo di stimolo (Aerobico, Forza, lavori specifici e Rapidità). Non solo, probabilmente (deduciamo da quanto emerge dall’articolo della BBC) i carichi a cui sottoponeva King Claudio i propri giocatori, avevano un elevato livello di specificità (cioè molto lavoro con palla), per permettere di sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione. Ciò permetteva comunque ai suoi ragazzi di rimanere molto motivati (sappiamo tutti che ai giocatori di calcio piace poco correre senza palla) e mantenere intensità superiori alla norma durante le esercitazioni specifiche. Concludendo: poco lavoro ma molto specifico e ad alta intensità; se il tasso di infortuni rimane basso e se si hanno giocatori motivati, è sicuramente una strategia particolarmente efficace!

    1. ALLENAMENTO DELLA FORZA ORIZZONTALE

    L’efficienza delle ripartenze del Leicester della stagione 2015/2016, secondo il tecnico Romano, furono anche frutto di uno specifico allenamento atletico basato sulla velocità. Già nel post squatdedicato alla Match Analysis qualitativa abbiamo fatto notare come le azioni da gol siano praticamente sempre accompagnate da situazioni alta intensità di corsa; è logico immaginare che durante le ripartenze, siano presenti non solo elevati livelli di accelerazione, ma anche di velocità. Un altro aspetto interessante è l’attenzione particolare dedicata al potenziamento dei muscoli della catena posteriore. Tradizionalmente si è portati ad ipotizzare che il lavoro con i pesi nelle squadre professionistiche sia improntato prevalentemente allo sviluppo dell’esplosività, tramite il nordbordpotenziamento delle catene che permettono l’estensione delle articolazioni caviglia-ginocchio-anca come lo squat. Lo staff del Leicester invece concentrò particolarmente l’attenzione sulla catena posteriore della coscia, tramite un particolare attrezzo che contemporaneamente all’esecuzione, valutava i parametri di forza e sbilanciamento dei posteriori della coscia. Fondamentalmente l’esercizio che si effettua è il Nordic Hamstring, di cui avevamo già parlato per la prevenzione degli infortuni; lo staff di Ranieri non si è solamente limitato ad utilizzarlo per la prevenzione (probabilmente insieme ad altri movimenti), ma anche per il rinforzo di muscoli necessari per correre a velocità elevata (posteriori della coscia).

    ATTENZIONE, questo tipo di esercizio è utile nella prevenzione degli infortuni, ma deve essere abbinato a esercitazioni di core stability e di allenamento funzionale, che servono (i primi) per bilanciare in maniera adeguata la muscolatura del tronco e (i secondi) per trasformare biomeccanicamente il lavoro di potenziamento in guadagno in efficacia dei movimenti. Non solo, il Nordic Hamstring deve essere effettuato con estrema consapevolezza nel ripartire in maniera adeguata il peso (durante la discesa) su entrambe le gambe; infatti è ampiamente risaputo che, soprattutto tra i dilettanti, la gamba dominante nella parte posteriore della coscia è più forte del controlaterale, di conseguenza, la ripartizione del carico deve essere fatta con estrema attenzione per non acuire ancora di più le differenze.

    1. CONFRONTO INSIEME AI GIOCATORI DEI DATI SIGNIFICATIVI

    Gli staff delle squadre professionistiche hanno a disposizione una variabilità di dati (ottenuti da strumenti e protocolli) che in linea teorica permettono di comprendere al meglio come un giocatore si allena e il suo livello di affaticamento oggettivo (esami) e soggettivo (percezione dello sforzo). Ranieri con i suoi collaboratori hanno cercato per tutta la stagione di condividere insieme ai loro giocatori i dati (accelerazioni/decelerazioni, cambi di direzione, ecc) provenienti dalle partite e dagli allenamenti specifici, proprio per responsabilizzarli e dare loro il maggior feedback possibile del lavoro svolto; sicuramente questo ha influito molto sulla motivazione (di cui abbiamo detto sopra) nell’affrontare l’allenamento.

    Dal punto di vista della valutazione soggettiva, lo staff dei Leicester non si è limitato all’RPE, ma ha cercato (tramite questionari dettagliati) di comprendere al meglio lo stato di salute psico-fisico e del recupero (ore di sonno, ecc.)…..elemento fondamentale, proprio per il fatto di dare 1 giorno in più di recupero. Purtroppo dall’articolo della BBC non emerge se il Leicester valutasse anche la Potenza Metabolica in partita o in allenamento.

    1. ICE CHAMBER E SUCCO DI BARBABIETOLE

    Le criosaune (Ice Chamber) sono utilizzate allo scopo di migliorare il recupero; per intenderci, ne hanno parlato anche agli Europei 2016 dopo il Twitt di Bonucci (che insieme a De Rossi e Chiellini, si stava preparando per entrare). Ormai tutte le squadre professionistiche ne fanno utilizzo (anche se in forme diversa dalla criosauna), quindi questo aspetto del Leicester non può essere considerata una novità.

    L’integrazione con succo di barbabietole ha invece rappresentato una novità per il calcio; ultimamente ha riscosso molto interesse scientifico, in quanto è stato visto che l’assunzione di nitrati-inorganici da fonti vegetali è in grado di ridurre il costo metabolico dell’esercizio e quindi migliorare (seppur minimamente) la performance di resistenza. Il succo di barbabietola è particolarmente ricco di queste sostanze ed è facilmente reperibile in commercio sottoforma di succo o estratto.

    Malgrado sia stato dimostrato che in sport di resistenza questo tipo di integrazione possa essere utile (per soggetti di sesso maschile che gareggiano a livello amatoriale), in sport di natura intermittente (come il calcio) sono necessari ulteriori approfondimenti dal punto di vista sperimentale. Per approfondi l’argomento, ti invitiamo a leggere il nostro articolo sul succo di barbabietole.

    CONCLUSIONI

    Quello che emerge nell’articolo della BBC, è che in un gruppo unito e fortemente motivato, adattare la programmazione dell’allenamento e le strategie di gioco alle caratteristiche della squadra può veramente produrre ottimi risultati. Nei dettagli:

    A livello professionistico, la cura degli aspetti difensivi deve essere maniacale! A livello dilettantistico invece (quando il tempo per allenarsi è poco) a mio parere, si perde ancora troppo tempo nell’affrontare schemi offensivi mnemonici che non fanno altro che ridurre la densità dell’allenamento.

    Se il lavoro atletico specifico viene fatto con la massima motivazione e consapevolezza, si può ridurre il lavoro a secco (poco amato dai giocatori) a vantaggio di quello con la palla. Stesse considerazioni a mio parere possono essere fatti per i dilettanti, ma a patto che:

    1. I giocatori siano consapevoli della giusta intensità da tenere nei lavori con palla e fortemente motivati.
    2. Si affronti un lavoro di prevenzione particolarmente accurato (perché il rischio di infortuni, con il lavoro specifico, aumenta) con l’allenamento funzionale.
    3. Si riesca il più possibile a percepire eventuali cali prestativi dovuti a deficit di condizione e si rispetti il concetto di Condizione di necessarietà nella preparazione altetica del calciatore.

    Estensione articolazioni

    Ultimo aspetto che a mio parere è il più interessante per un preparatore è l’allenamento della forza orizzontale. Con l’allenamento con i pesi spesso si tende a sfruttare il carico in condizioni di gravità (cioè sollevare dei pesi verticalmente, vedi immagine sopra) per stimolare l’estensione delle articolazioni (caviglia/ginocchio/anca), cioè un aspetto fondamentale nell’accelerazione; nella figura sotto è possibile vedere il legame tra l’estensione delle articolazioni e la forza orizzontale.

    Forza orizzontale

    Poco invece si conosce sull’utilizzo di mezzi speciali per allenare in maniera specifica la forza orizzontale, che a mio parere fornirebbero un maggior effetto allenante nei confronti dell’accelerazione (perché fondamentalmente il giocatore si sposta orizzontalmente per il campo). Attualmente è reperibile veramente poco materiale sull’argomento, e quasi tutto dal sito http://laltrametodologia.com/; i mezzi che attualmente possiamo annoverare tra quelli più utili sono:

    • Sprint assistito: si tratta tramite un TRX di “facilitare” l’esecuzione dello sprint. Per l’accelerazione, sembra più efficace dello sprint con resistenza (Upton 2011).
    • Utilizzo del torsion pulley a coppie: si tratta di uno sprint con resistenza (fornita dal compagno all’estremo del TRX); è più efficace per la fase lanciata oltre 12-13m (Upton 2011).
    • Utilizzo di macchina isoenerziale: un corretto utilizzo della macchina isoenerziale con filo di lunghezza adeguata e carrucole, permette di eseguire azioni muscolari particolarmente intense ed allenanti (superiori a quelle ottenibili con i metodi sopra).
    • Esercitazioni di spinte, lotta e trazioni a carico libero: abbiamo già approfondito questa metodica quando abbiamo parlato del contrasto.

    Concludiamo l’argomento dicendo che se le prime 3 strategie richiedono tempi e mezzi (soprattutto l’isoinerziale) che non tutte le società dilettantistiche possono permettersi, le “spinte, lotta e trazioni” sono mezzi allenanti molto più fruibili a tutti, ma richiedono un’adeguata conoscenza nella somministrazione e propedeutica degli esercizi.

    Le mie considerazioni fatte sull’allenamento del Leicester sono frutto di quanto letto online; se qualcuno fosse a conoscenza di altri elementi di discussione può tranquillamente riportarli nei “Commenti” o mandarmi una mail.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 (melsh76@libero.it)

  2. Quale futuro per questa Inter?

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    Tanti nomi, poche certezze e molte brucianti sconfitte. E’ questo l’oscuro presente dell’Inter, una società nel caos nella quale da un anno e mezzo a questa parte si nota la totale mancanza di un progetto vincente. Molti giocatori acquistati quasi come se si volesse “rattoppare un buco nei pantaloni”, senza la necessaria e fondamentale valutazione sulle reali caratteristiche dei giocatori

    che si andavano ad acquistare. Il massimo però si è raggiunto a luglio, quando come allenatore si è andati a scegliere Gian Piero Gasperini, un ottimo allenatore per carità ma che evidentemente è stato etichettato come “scelta forzata”. Il modulo prediletto del mister è, come noto a tutti, il 3-4-3, modulo che in Italia negli ultimi anni non ha avuto molto successo ma questa è un’altra storia. Se una società sceglie un tecnico per la squadra è assodato e normale che vada ad informarsi sulle tattiche predilette da quest’ultimo e cerchi di assecondarlo acquistando i giocatori che più si adattano al modulo. A quanto pare però, sembra che si sia fatta una scelta quasi a “casaccio”, con molta imprudenza e incoscienti delle difficoltà che si sarebbero potute poi presentare. Il 3-4-3 di Gasperini come si può ben notare, non prevede l’utilizzo di un trequartista e quindi di conseguenza l’utilizzo di Sneijder. Per il trequartista olandese l’Inter ha ricevuto varie offerte dal Manchester United tra le quali una di ben 35 milioni. Ora, io non sono favorevole alla cessione di un giocatore così fondamentale ma se si prende Gasperini che ha un certo credo di gioco e in sede di mercato si fa tutt’altro, tutto ciò seconde me è scandaloso. Il “sacrificato” dunque è stato Eto’o, svenduto a mio parere ai russi dell’Anzhi per la cifra di 25 milioni, un pò troppo pochi per un giocatore di quel calibro. Il camerunense sarebbe stato perfetto l’attacco di Gasperini come attaccante esterno ma la società a quanto pare ha preferito agire in tutt’altro modo. Tra le richieste del tecnico c’era soprattutto Rodrigo Palacio, stella argentina del Genoa che con quasi 15 milioni si poteva assolutamente prendere. Una cifra non troppo elevata per un giocatore che si sta dimostrando come uno dei migliori centravanti della nostra serie A. Come al solito dunque il lato economico della trattativa, ha preferito far virare Branca&Co. sull’eterno oggetto nascosto Zarate e sull’ormai logoro Forlan, pagato solo 4 milioni (e un motivo ci sarà no?). Tutti i movimenti di mercato praticamente, sono stati fatti senza alcun criterio logico e per una squadra di livello mondiale come l’Inter tutto ciò non può essere in alcun modo tollerato. La frittata dunque è stata già bella e fatta, e ora bisogna tenersi le difficoltà derivanti da queste scellerate operazioni di mercato, almeno fino a giugno. Da lì in poi bisognerà necessariamente voltare pagina. Ranieri si sa, non sarà sulla panchina nerazzurra l’anno prossimo; non ha assolutamente convinto ed anzi ha rischiato il posto anche negli ultimi giorni. Il sogno di Moratti è Guardiola, il quale però sarà quasi sicuramente destinato a rimanerlo poichè nella remota possibilità che lasci la sua macchina perfetta, difficilmente accetterà la corte nerazzurra a meno che Moratti non gli prometta un mercato scoppiettante. Se Guardiola non dovesse arrivare, si punterebbe probabilmente su Andrè Villas Boas, già a lungo ricercato da Moratti l’estate scorsa.

    Quasi sicuramente lascerà il Chelsea, con Abramovich è ormai rottura e ironia della sorte si trova nella stessa situazione che si è verificata all’Inter cioè, si è trovato per le mani una squadra ormai logora aiutata da pochi innesti e che certamente non può competere con le due potenze di Manchester. Capello invece è l’unico tecnico ufficialmente libero e sul mercato, bisogna valutare però la volontà effettiva del tecnico friulano di voler tornare ad allenare in Italia ma soprattutto occhio alle sue richieste per il mercato, le quali saranno sicuramente molto esose. L’ultima scelta sarebbe Fulvio Pea, già allenatore della Primavera nerazzurra con la quale vinse uno scudetto e una coppa Carnevale, ora allenatore del sorprendente Sassuolo, in lotta con Torino, Pescara e Verona per la promozione diretta in serie A.

    Come già detto prima però, all’Inter non basterà soltanto cambiare la guida tecnica ma anche e soprattutto rinforzare il parco giocatori. Gli obiettivi sono molteplici: per l’attacco l’obiettivo è Lavezzi, per il quale Moratti ha strappato un’opzione a De Laurentiis quando cedette ai partenopei Pandev in prestito: potrebbe essere questo il colpaccio dell’Inter; l’alternativa potrebbe essere il solito Palacio che dopo tanti tentativi potrebbe finalmente approdare in nerazzurro. Per quanto riguarda il centrocampo l’obiettivo principale è il gioiellino del San Paolo Lucas, un grosso e sicuro investimento sul futuro, già seguito a lungo l’estate scorsa e a gennaio; altre alternative per la mediana potrebbero sicuramente essere Montolivo, in scadenza a giugno con la Fiorentina con la quale non rinnoverà oppure Mario Gotze per quanto riguarda il reparto avanzato del centrocampo, gioiello classe ’92 del Borussia Dortmund e della Nazionale Tedesca. La difesa dovrebbe essere rinforzata da uno tra Van der Wiel e Vertonghen, entrambi all’Ajax e con davanti a loro un radioso futuro. Non dimentichiamo però Angelo Ogbonna, nazionale italiano in forza al Torino.

    I nomi come si può notare sono molteplici, ma è normale in questa fase della stagione, quando le cose stentano a migliorare e si respira aria di nuovo, di rivoluzione. Ben vengano i nomi ma se a questi non saranno accompagnati i rispettivi fatti tutto ciò non avrà più un senso. C’è bisogno di un progetto concreto, di sicurezza e professionalità. Il tifo nerazzurro non merita tutto questo e dopo 2 anni di sofferenze ha bisogno di certezze, molte certezze.

     

  3. Una crisi inter..minabile

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    di Vittorio Rotondaro

    Se a inizio campionato mi avessero detto che dopo 25 partite l’Inter ne avrebbe perse quasi la metà (11), di sicuro avrei fatto fatica a crederci. Eppure è questa la triste realtà che si presenta dinnanzi ai tifosi neroazzurri: 7 sconfitte nelle ultime 8 gare nelle quali tra l’altro, solo una volta si è andati a segno (4-4 col Palermo, poker di Milito).

    Scenari simili rimandano la mia mente alla disastrosa annata 98-99 quando meglio dell’8° posto non riuscimmo a fare e restammo fuori dalle competizioni europee per la stagione successiva. Allora cambiammo 4 tecnici nel giro di pochi mesi, dallo sfortunato e bravo Gigi Simoni a Mircea Lucescu, da Roy Hodgson a Luciano Castellini. Quasi sicuramente questo è un record nella storia dell’Inter ma anche per quest’anno non ci siamo fatti mancare nulla.

    Esonerato il buon Gasperini dopo appena 3 giornate di campionato, è arrivato Claudio Ranieri, con il compito di risollevare il morale della squadra e ridare fiducia a giocatori che ormai dopo aver vinto tutto, hanno ben pochi stimoli. C’è da dire che ci era riuscito inizialmente e le 7 vittorie consecutive in campionato (8 se aggiungiamo quella di coppa italia contro il genoa) ne sono la testimonianza.

    Da lì in poi però, ho l’impressione che si stia facendo l’esatto opposto ossia come già detto in precedenza, 7 sconfitte nelle ultime 8 gare e astinenza dal goal che dura da più di 400 minuti ormai. La situazione appare surreale, nei piani alti della società regna il caos e le parole di oggi di Moratti (“stiamo valutando, devo parlare prima con Ranieri e con la squadra”) non ci aiutano molto, anzi. Più che valutare caro Moratti, è tempo di agire, di cacciare un allenatore che mi duole dirlo, è mal voluto da parecchi giocator (Sneijder su tutti) e nelle ultime partite sta dimostrando di avere molta confusione in testa: un modulo nuovo ogni partita, sostituzioni più che discutibili nell’intervallo e risultati che non arrivano. Se inizialmente Ranieri sembrava essere la scelta giusta ora bisogna ricredersi. Lo spogliatoio si è spaccato e urge la figura di un sergente di ferro, uno alla Mourinho per intenderci. Una soluzione di questo tipo potrebbe essere Fabio Capello con il quale arrivare fino a fine stagione e poi dare inizio ad un’autentica rivoluzione (sempre col tecnico friulano si intende). L’arrivo di Capello però, dipende soprattutto dalla campagna acquisti futura la quale Capello o meno, dovrà essere ad ogni modo di alto livello. Dopo 2 anni di vacche magre caro Moratti è ora di spendere e se non ne hai voglia, cedi la società a chi può permettersi di farlo. Sono parole un pò dure verso colui che ha amato e ama ancora oggi l’Inter ma doverose allo stesso tempo poichè la situazione che stiamo vivendo oggi noi tifosi è un qualcosa di incredibile. Forse Ranieri è arrivato nell’annata sbagliata, con giocatori ormai logori e senza motivazioni e dispiace.

    Tra tante incertezze l’unica cosa certa è che bisognerà agire in tempi brevi e rivoluzionare l’assetto societario e quello tecnico (giocatori e allenatore). Una rivoluzione totale insomma, che dovrà avere il suo inizio a breve per poi dare il meglio di sè nella campagna acquisti estiva. Insomma, ci attenderanno altri 3 mesi di sofferenza per poi mettere la parola fine a questo incubo e ricominciare, da capo.

    Per far questo però, ci vuole gente competente (ogni riferimento a Branca ed Ausilio è puramente casuale) e denaro soprattutto, anche perchè bisogna sì rispettare il Fair Play finanziario e mi sembra che l’Inter lo stia facendo più che bene, ma c’è l’impressione che queste norme siano fatte apposta solo per l’Inter dato che le altre società continuano a spendere milioni e milioni.

    Do you understand Moratti??

     

  4. Roma Caput Mundi

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    4 goal fatti ed 11 subiti. E’ questo il disastroso score dell’Inter nelle ultime quattro gare tra campionato e coppa italia. Le sette vittorie consecutive di qualche tempo fa sembrano ormai un lontano ricordo. Quale miglior momento invece per la Roma, per affrontare un’Inter incerottata senza i vari Sneijder, Forlan, Alvarez e Thiago Motta (ceduto al PSG) e senza lo spirito necessario a competere per la vittoria. Luis Enrique schiera una Roma d’attacco, possesso palla mostruoso, passaggi precisi e, ricordiamolo, quasi tutti di prima; un gioco “stile Barcellona” insomma, che produce il primo frutto al 10′ quando Juan incorna di testa su un perfetto assist da corner di Totti. L’Inter prova timidamente a reagire con Milito ma Stekelenburg fa buona guardia. I nerazzurri non creano più di tanto e a fine primo tempo vengono di nuovo puniti, stavolta da Borini, abile a infilare sotto le gambe Julio Cesar. La ripresa si apre con la sostituzione di Pazzini (al suo posto Poli), scelta che ha certamente fatto discutere quella di Ranieri, il quale toglie una punta per un centrocampista e sinceramente, a quel punto della gara, è sembrata una mossa azzardata. Dopo soli quattro minuti infatti è ancora Borini che sigla il 3-0, con la difesa nerazzurra non esente di nuovo da colpe. La gara è virtualmente chiusa e non bastaqualche sprazzo d’orgoglio dell’Inter ad impensierire i capitolini, i quali invece col neo-entrato Bojan mettono il sigillo a quella che è stata una gara a senso unico.

    Le sette vittorie consecutive in campionato sono ormai un lontano ricordo, Ranieri dovrà prendersi le sue responsabilità e ripartire. Appuntamento a domenica al “Meazza”, avversario il Novara. Ora non si può più sbagliare. Mai più.

  5. Inter – Juventus: derby di fuoco!

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    E’ la settimana del match più rovente del campionato, è la settimana di Inter-Juventus, il derby d’Italia, il derby delle due eterne rivali, un incontro che ha un peso specifico notevole, perchè è l’esame per una Juventus che vuole continuare a fare risultati, ma soprattutto è l’esame per la banda nero-azzurra che dovra’ assolutamente vincere per ridurre il distacco in classifica e dare credibilita’ alle proprie ambizioni di scudetto.

    Il pareggio contro l’Atalanta ha messo a nudo i soliti problemi difensivi dell’Inter e ha messo in evidenza una seria crisi in fase realizzativa, con Pazzini abbandonato e Milito smarrito. Ranieri sa che questa partita rappresenta il bivio della stagione, perdere a S.Siro contro una diretta concorrente che si porterebbe a +11 sarebbe un sucidio. Assenti Julio Cesar e Samuel, l’Inter si affida all’estro di Snejder e alla buona condizione di Maicon e Zarate, in difesa confermati Lucio e Chivu centrali con Nagatomo a sinistra, Zanetti , Thiago Motta e Cambiasso al centro della mediana. “Venderemo cara la pelle” ha dichiarato Maicon, ma solo l’orgoglio non puo’ bastare, bisogna ritrovare freschezza atletica e mentale. Di sicuro meno di tre giorni per preparare una gara di questo tipo sono pochi e non sara’ facile per mister Tinkerman.

    Tutt’altro clima si respira sotto la Mole, dove la squadra di Conte sta preparando la sfida di sabato con il morale alle stelle, dopo il meritato successo contro la Fiorentina. Tanto gioco, ma pochi gol, questa l’unica pecca di una squadra che stupendo per organizzazione tattica e freschezza atletica e tanta qualita’ in mezzo al campo. Si presenta con otto punti di vantaggio, e la possibilita’ di giocare per due risultati, c’è pero’ la voglia di dimostrare maturita’ da grande squadra. Sara’ confermata la formazione anti-viola, che ha dato sicurezza e qualita’, impossibile il recupero di Buffon, mentre rischia nuovamente la tribuna Krasic a favore di un Quagliarella che scalpita, panchina per Alex Del Piero che pero’ è pronto a diventare un asso nella manica bianconera, e questo il mister pugliese lo sa benissimo.

    Tutto è pronto quindi per quello che da sempre è la partita dell’anno, semplicemente Inter-Juventus.

    Totale partite disputate a S. Siro: 108
    VITTORIE INTER: 48 – PAREGGI: 33 – VITTORIE JUVENTUS: 27
    Gol Inter: 177 – Gol Juventus: 125

    Giovanni Remigare

    “Se vuoi assistere alla partita, puoi trovare i biglietti per Inter – Juventus su Ticketbis”

    www.ticketbis.it

     

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