Pubblico molto volentieri l’intervento del mio collega ed amico Alessandro Pierini (http://www.performasport.blogspot.it/) sulla programmazione dell’allenamento nello sport. Il post prende spunto da una frase (credo conosciuta a molti) di Carlo Vittori, ampiamente commentata nell’intervento di Alessandro. Questo punta l’accento su elementi fondamentali della preparazione, non solo in riferimento alla specificità dell’allenamento, ma anche alla pianificazione e verifica pratica del fenomeno in cui la capacità di “osservare il fenomeno” riveste un ruolo fondamentale! In fondo all’intervento sono riportati alcuni link del nostro blog in cui (sia per il calcio che per la corsa) sono approfonditi questi argomenti. Buona lettura!!!
L’allenamento sportivo moderno è un processo pedagogico educativo complesso che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre sforzi progressivamente crescenti in una continua variazione del loro sviluppo, per stimolare i processi di “supercompensazione” dell’organismo e migliorare le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara.
Carlo Vittori
La indispensabile “osservazione del fenomeno” per dettagliarne la composizione e la natura degli elementi che la compongono, la loro successione e la loro interdipendenza.
Questa frase secondo me è fondamentale, ovvero “dettagliarne la composizione e la natura degli elementi” fa sì che durante gli allenamenti, durante le esercitazioni proposte “a secco” dobbiamo avere sempre in riferimento i movimenti, i ritmi, le andature, la durata che i nostri giocatori compiono durante l’esercitazione di gara. Se osservi il giocatore mentre gioca e se osservi il giocatore mentre esegue le esercitazioni a secco, ti accorgi di come tempi, andature, accelerazioni, frenate, cambi di direzione e gruppi muscolari coinvolti sono diversi. Quante volte abbiamo sentito dire ” ha fatto molta palestra ma adesso è imballato!”. L’essere imballato difatti non è stato causato dalla palestra (se fatta con criterio), ma è stato causato dal non eseguire i movimenti tipici del proprio sport.
La “formulazione di una ipotesi di lavoro” che contenga i principi e gli indirizzi degli interventi, i mezzi e i metodi scelti.
Questo rappresenta il “metterci a tavolino” e strutturare, programmare l’intervento che andiamo a effettuare sull’atleta e/o sulla squadra. Tutti i mezzi e i metodi migliori che abbiamo, con l’unico scopo di andare ad aumentare e consolidare la prestazione atletica, visibile il giorno della competizione e dai test effettuati sul campo, infatti…
La “verifica sperimentale” con l’applicazione e lo sviluppo dei mezzi e dei metodi di lavoro, e la realizzazione dei controlli per verificare la giustezza degli indirizzi procedurali.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Quante volte abbiamo programmato un lavoro a tavolino e poi quando lo abbiamo proposto non abbiamo ricevuto quella risposta , quell’impegno, quella caparbietà, quella cattiveria agonistica che ci aspettavamo. Qui l’esperienza e la comunicazione sono fondamentali. Qui l’essere chiari e decisi sull’esercitazione proposta ci fa fare la differenza sul risultato, sul come l’atleta esegue quel dato esercizio. L’esperienza, l’osservare l’atleta come persona anche per “migliorare quelle capacità psichiche” di resistenza allo sforzo. La “realizzazione dei controlli” è un’altro passo fondamentale che va a completare la nostra programmazione del lavoro. Eseguire i test è fondamentale, perchè ci dicono quanto siamo stati bravi nella programmazione ma soprattutto quanto è migliorato il nostro atleta.
Come in tutte le discipline, anche nel calcio la programmazione di ogni singolo aspetto è fondamentale.
Programmare nel minimo dettaglio ogni piccolo aspetto, può rendere il nostro lavoro più redditizio e ricco di soddisfazioni. Andare al campo senza una minima idea di come gestire la seduta d’allenamento , o improntare una preparazione precampionato senza aver ben pianificato come lavorare, a mio parere può essere solo un punto a nostro sfavore.
Concetti generali
Innanzitutto nella programmazione del lavoro bisogna prefissarsi un obbiettivo, una volta fatto questo si andranno a scegliere i metodi e mezzi di lavoro con i quali cercheremo di raggiungere tale obbiettivo. I mezzi di lavoro per il nostro obbiettivo non sono altro che le esercitazioni, i test, che andremo a svolgere durante gli allenamenti per meglio arrivare allo scopo prefissato, i metodi invece sono le metodologie con le quali utilizziamo i mezzi per arrivare al nostro obbiettivo.
La programmazione degli allenamenti può essere strutturata in :
seduta d’allenamento
microciclo
mesociclo
macrociclo
organizzazione annuale
Seduta d’allenamento e microciclo fanno parte di una programmazione a breve termine, mesociclo, macrociclo e organizzazione annuale compongono una programmazione a medio termine.
I passi principali della programmazione di un buon piano d’allenamento sono:
Formulazione del programma d’allenamento
Messa in pratica del programma
Studio e correzione di eventuali errori notati durante la messa in pratica
La seduta d’allenamento è il momento singolo all’interno della settimana d’allenamento che allena una o più aspetti d’allenamento (tecnico-tattici-fisici).
Il microciclo è il termine con cui si indica l’intera settimana di allenamenti . All’interno dei microcicli le sedute di allenamento devono essere organizzate in modo tale da avere una programmazione logica.
Il mesociclo genericamente è organizzato in quattro microcicli ossia le quattro settimane del mese d’allenamento. Ogni settimana all’interno del mesociclo prevede l’allenamento di specifici aspetti, concatenando le diverse settimane tra loro.
Il macrociclo comprende solitamente dai 3 ai 5 mesocicli.
L’organizzazione annuale è ovviamente la concatenazione di tutti i macrocicli che quindi organizza tutta la stagione.
“Un insieme di tappe che portano al raggiungimento di di una meta prefissata”
Una programmazione efficace è un insieme di tappe che portano al raggiungimento di di una meta prefissata. Per raggiungere l’obbiettivo prefissato bisogna articolare il proprio cammino in base alle esigenze e agli obbiettivi prefissati.
Dicendo queste semplici parole sembra che programmare la propria strada in funzione della meta sia una cosa semplice da realizzare, forse a parole ma non certo in campo pratico: possono accadere situazioni impreviste che possono portare alla modifica degli obbiettivi prefissati o almeno al cambiamento della strategia pianificata.
Sicuramente le cause di una mancata realizzazione del progetto prefissato possono essere molteplici:
Analisi non completa della situazione
Accelerare i tempi di raggiungimento
Poca chiarezza e precisione sulla meta
Valutazione superficiale delle strutture e materiali a disposizione
Quali aspetti dobbiamo considerare per primi nella programmazione?
Focalizzato l’obbiettivo, la prima cosa da fare è quantificare il tempo di raggiungimento e analizzare il materiale a disposizione. Analizzando con precisione tali aspetti potremo riuscire a capire se l’obbiettivo prefissato è raggiungibile e se la strada scelta può essere quella giusta.
L’allenatore, capiti anche gli obbiettivi chiesti dalla società,valutato la rosa a disposizione,il tempo e i materiali, non deve dimenticarsi di analizzare anche se stesso, in termini prettamente calcistici. Attraverso la messa in chiaro anche dei propri obbiettivi, i proprio credi calcistici, i propri modi di rapportarsi (tutto questo sempre in funzione degli obbiettivi chiesti dalla società, la rosa a disposizione,il tempo e i materiali), potrà fissare e consolidare la propria consapevolezza nelle proprie capacità.
Per fare questo l’allenatore deve porsi delle domande che siano in relazione alle analisi e obbiettivi chiariti in precedenza:
Credo in questo obbiettivo?
Ha un senso inseguire quell’obbiettivo?
Come posso fare a tenere alte le motivazioni per il suo raggiungimento?
Quanto impegno sono capace di dedicare a tale obbiettivo?
Come in tutti i campi lavorativi anche nel calcio bisogna avere prima di tutto ben chiare le proprie aspettative e le proprie aspirazioni in modo da accrescere sempre più la propria determinazione, aspetto fondamentale per aumentare le probabilità di riuscita di quanto ci aspettiamo.
“Il tempo è ristretto, cerchiamo di ottimizzare le nostre azioni” .
La prima cosa da fare, come già abbiamo detto , è analizzare e capire i propri obbiettivi e le proprie aspirazioni. Analizzare prima se stessi e capire dove si vuol arrivare e se stiamo scegliendo la via giusta. Mettere in conto che potrebbero esserci dei fattori esterni contrari alla nostra strada e quindi essere consapevoli delle difficoltà, qualunque essa sia. Uno dei metodi per ovviare a questo è la costanza, la voglia di riuscire , la determinazione.
Fatto questo possiamo arrivare a programmare e analizzare quello che è il cammino richiesto dalla società:
– Essere chiari e precisi sull’obbiettivo
– Cercare la strada più idonea verso la meta
– Valutato nei minimi dettegli il materiale a disposizione
– Dare delle vie alternative in caso di ostacoli sul cammino
“Agire in modo pratico, spedito, efficace e ottimizzato”
Cercare di essere produttiva prima su se stessi e poi sulla squadra è uno dei fattori principali per raggiungere la meta. Per fare questo è essenziale ottimizzare le proprie azioni, i propri pensieri e il proprio tempo a disposizione.
Ad esempio: molte volte organizziamo la seduta di allenamento in modo meticoloso, ma comunque spesso ci capita di non riuscire ad effettuare tutto quello che ci eravamo prefissati, dando così incompletezza alla seduta. Per ovviare a questo poniamoci 2-3 obbiettivi dai quali non possiamo prescindere nella seduta (quindi dare delle priorità ad alcuni aspetti rispetto ad altri): prima questi 2-3 e poi tutto il resto, così la seduta sarà stata efficace e allenante per tutto quello che ritenevamo più importante.
Tutto questo ovviamente è rapportabile anche nella vita quotidiana,cercando di ottimizzare il tempo e riuscire a fare le 2-3 cose più importanti che abbiamo prefissato.
Molte volte si perde tempo prima dell’allenamento. Cerchiamo di organizzare il campo prima dell’arrivo dei ragazzi in modo da avere tutto pronto. Se non è possibile nella fase i riscaldamento , dove già poniamo un obbiettivo prioritario, organizziamo il campo.
Anche pianificare da casa, nei tempi liberi (mezz’ora la mattina prima del lavoro o prima di andare a dormire la sera), è importante. Cercare i 2-3 obbiettivi principali e pianificarli , richiede attenzione , non possiamo inventare come allenarli.
Fatto questo la nostra seduta sarà sicuramente efficace in termini di obbiettivi da perseguire. Purtroppo sappiamo che le componenti da allenare sono molteplici e dare più importanza ad una rispetto ad un’altra non è semplice, ma tramite un’attenta analisi della squadra e del singolo possiamo cercare di essere il più efficaci possibili.
“Dare forma e funzione ai nostri obiettivi”
La definizione degli obiettivi è il primo passo da compiere e la prima azione ricca di difficoltà. Per definire un obiettivo dobbiamo avvalerci di molti fattori di analisi, in primis capire la nostra meta e valutarla. Sapere che sia:
– Condivisa
– Quantificabile
– Chiara
– Raggiungibile
Sono i principali fattori da tenere presente.
Delineata la meta da inseguire è necessario stabilire il percorso da seguire per raggiungerla, e per far ciò non bisogna prescindere da una pianificazione mirata e oculata.
Il metodo migliore è sicuramente quello di dividere il nostro cammino verso la meta in tappe più piccole che pian piano portino alla meta posta alla lunga distanza.
Pur essendo dei bravissimi allenatori , bravi nell’analisi minuziosa del nostro cammino e della meta, a volte questo può non bastare. Dividere il cammino in tappe può richiedere l’aiuto di collaboratori che ci aiutino nella strada.
Questi saranno sicuramente persone di nostra fiducia , o di fiducia della società. Loro avranno dei compiti ben precisi, senza che intacchino il nostro lavoro. Ai collaboratori possono essere assegnati dei lavori o esserne delegati altri, in entrambi c’è una differenza. Se assegniamo dei compiti, il nostro collaboratore eseguirà dei lavori sotto la nostra supervisione, se invece viene delegato questo lavorerà in completa autonomia, avendo piena responsabilità e autorità. Quindi attenzione ad assegnare o delegare.
“ Riuscire a modificare la strada durante il cammino”
Modificare la strada intrapresa perché ci accorgiamo che quella precedente non sta dando i frutti sperati può capitare molto spesso.
Cambiare strada a volte è considerata da molti sintomo di incapacità. A mio avviso invece è tutto il contrario. Certo cambiare strada ci porta al riconoscimento di errori fatti in precedenza, ma se riusciamo a sterzare in tempo e porre tutto in carreggiata e inseguire i nostri obiettivi , è sintomo di grande intelligenza, flessibilità, adattabilità e di grandi doti di analisi, oltre ad essere sinonimo di umiltà.
MisterManager,it è veramente lieto di presentare una nuova pubblicazione editoriale. Un’opera di sicuro successo e dalla qualità elevata che si candida per diventare una nuova linea guida sulla programmazione dell’insegnamento della tecnica calcistica.
L’opera, edita da www.allenatore.net, è una pubblicazione che intende delineare una metodologia di lavoro che consenta all’allenatore di perseguire l’insegnamento della tecnica calcistica attraverso esercitazioni mirate,oculate ed efficaci, senza dimenticare l’aspetto ludico e divertente che ogni seduta deve avere.
All’unisono i due autori, alla domanda “ Cosa vi ha spinto a lavorare su quest’opera?” Ci hanno risposto: “Il calcio moderno è in continua evoluzione, l’allenatore per stare al passo di questa crescita deve essere in continuo aggiornamento. La programmazione e la pianificazione annuale dell’allenamento diventano fondamentali per svolgere un lavoro oculato e in linea con i tempi. Noi cerchiamo con quest’opera di dare un valido strumento di aggiornamento e riflessione, di nuove metodologie per quanto riguarda l’allenamento della tecnica calcistica”.
A chi è rivolto e qual è il suo intento? “È rivolto a tutti coloro operano nella scuola calcio,pur avendo spunti interessanti anche per le categorie agonistiche, dato che molti aspetti e esercitazioni trattate nel volume sono di fondamentale importanza anche per i ragazzi un po’ più cresciuti. Questo libro vuole essere uno stimolo per i nostri amici e colleghi allenatori per spingerli a sperimentare sul campo con fantasia, passione e professionalità le esercitazioni che si trovano nel volume o esercitazioni nuove che nascono dalle idee del lettore per rendere le sedute di allenamento divertenti, stimolanti e appassionanti per i ragazzi e per l’istruttore”.
Attraverso questa pubblicazione gli autori hanno inteso delineare una metodologia di lavoro che consenta all’istruttore della Scuola Calcio di perseguire l’insegnamento della tecnica calcistica attraverso esercitazioni mirate ed oculate con lo scopo di rendere le sedute di allenamento divertenti e stimolanti.
All’interno del volume il lettore trova numerose proposte pratiche in grado di essere sviluppate in spazi ridotti e con pochi materiali. Qual’è l’aspetto più importante delle proposte descritte nel volume?“Ci siamo immedesimati nei panni di molti allenatori che lavorano molto spesso in spazi ridotti per carenza di strutture e con pochi attrezzi a propria disposizione,quindi dopo ricerche e applicazione pratica delle nostre idee ed esercitazioni abbiamo voluto raccogliere una serie di esercitazioni che possono essere effettuate con pochissimi materiali e che siano realmente efficaci, che portino a miglioramenti reali, visibili e tangibili” ci spiega Angelo Iervolino
Come è suddiviso il libro?“Le esercitazioni di campo sono divise in analitiche (specifiche per i vari fondamentali), combinate (in grado di stimolare contemporaneamente più gesti specifici) e una serie di partite ed esercitazioni a tema che hanno l’obiettivo di completare il processo di apprendimento in maniera ludica e coinvolgendo tutti i giocatori contemporaneamente. Questa divisione all’interno del libro è la spiegazione pratica di un cammino didattico, che secondo noi , che porta al migliore apprendimento della tecnica calcistica in queste fasce di età”. – Ci racconta Angelo Iervolino – “Non mancano all’interno del libro esercitazioni con un importante carico mentale da parte del giovane calciatore, questo per far si di cercare di creare giocatori pensanti , che lo facciano in pochissimo tempo e nel modo corretto,e non macchine che eseguono dei compiti stabiliti”, sottolinea Iervolino.
E poi continua: “Serietà, dedizione, puntualità, capacità di rapportarsi con gli allievi e di creare un ambiente sereno e stimolante sono prerogative fondamentali ed indispensabili che prescindono dall’aspetto tecnico. Se a queste prerogative l’istruttore sa unire un adeguato metodo d’insegnamento e possiede l’occhio e la capacità di sviluppare i punti di forza dei vari allievi, il lavoro complessivo non potrà che essere positivo e l’allenatore verrà ricordato in maniera estremamente positiva dai suoi ragazzi. Abbandonare la fame personale di vittorie è una prerogativa del lavoro nella scuola calcio. E quest’opera cerca anche questo: esercitazione divertenti e efficaci che portino miglioramenti visibili e quindi anche l’istruttore si sentirà vincitore grazie al miglioramento dei propri allievi”.
Gli autori
Angelo Iervolino è nato ad Ischia (NA) il 03/09/1984. Diplomato presso il Liceo Scientifico “Scotti-Einstein” di Ischia. Laureando in Biologia della Nutrizione presso l’Università Federico II di Napoli. Da sempre appassionato di calcio e dell’allenamento calcistico, inizia la sua attività di allenatore contemporaneamente alla pratica sportiva agonistica nelle categorie dilettantistiche. Dal 2005, dopo un infortunio, si dedica solo all’attività di allenatore. Nel 2009 ha seguito il corso di Istruttori scuola calcio CONI – FIGC. Nel 2010 ha conseguito il Diploma di Allenatore di Base UEFA B.
Autore di vari articoli pubblicati da vari siti del settore. Nel 2008 è Responsabile Tecnico dell’ A.S.D. Mondo Sport, associazione senza scopo di lucro che promuove e organizza eventi sportivi. Ha frequentato vari corsi d’aggiornamento, tra cui corsi d’aggiornamento on-line, in lingua Inglese, organizzati dalla FA England – The FA Learning (Federazione calcio Inglese). Ha iniziato con la società S.C.J.T. Junior Team dove ha collaborato nella stagione 2004/2005 per la categoria Pulcini. Dalla stagione 2005/2006 passa alla società S.S. Futura Isola d’Ischia dove allena per due anni (2005/2006 e 2006/2007) la categoria Esordienti. Nella stagione 2007/2008 allena i Giovanissimi S.S. Futura Isola d’Ischia affiliata Empoli F.C. . Nella stagione 2008/2009 passa alla categoria Allievi della S.S. Futura Isola d’Ischia . Nella stagione 2009/2010 è alla guida della Juniores dell’ A.S. Barano calcio. Nella stagione 2010/2011 è responsabile e allenatore della categoria Pulcini dell’A.S.D. Mondo Sport gemellata Brescia Calcio. Nell’estati 2009 e 2010 ha fatto parte dello staff tecnico dei Camp Estivi organizzati dall’A.S.D. Mondo Sport.
Emanuele Aquilani è nato a Roma il 17/09/1967. Diplomato in ragioneria presso l’ITCS “V. Pareto” di Roma, è dipendente della Azienda USL di Frosinone nel ruolo amministrativo, è da sempre un appassionato di calcio. Dopo aver praticato l’attività agonistica di calciatore fino all’età di 30 anni ha successivamente conseguito la qualifica di Allenatore di Base – Diploma B UEFA e nel 2004 la qualifica di Allenatore di Calcio a 5.
Ha iniziato l’attività di allenatore presso la P.G.S. S. Beatrice di cui ha guidato gli Allievi Provinciali nella stagione 95/96. I due anni successivi ha seguito le categorie Primi Calci ed Esordienti ‘85 presso la G.S. Romana Gas. Nel 98/99 è responsabile della scuola calcio ed allenatore dei Giovanissimi Sperimentali ‘85 presso l’U.S. Urbetevere 1945. Nel 99/00 ha guidato gli Esordienti ’88 presso la S.S. Romulea e nelle due stagioni successive ha guidato la categoria Pulcini ’91 a 7 e Pulcini ’91 a 9. Allena la categoria dei Giovanissimi Regionali ’88 e Giovanissimi Sperimentali ’89/’90 presso la G.S. Romana Gas nella stagione 2002/2003. Dal 2003 al 2006 lavora per la S.S. Semprevisa di Carpineto Romano il primo anno alla guida della squadra dei Giovanissimi Fascia B (‘90/’91) le due stagioni successive è l’allenatore responsabile della prima squadra che milita nel campionato di prima categoria laziale, nelle tre stagioni svolge anche il ruolo di responsabile del settore giovanile.
Nella stagione 2006/2007 è l’allenatore della prima squadra e il responsabile tecnico del settore giovanile dell’ASD Paliano. Dopo l’esperienza in provincia con le prime squadre, si rituffa nella Scuola Calcio, nella stagione 2007/2008 allena i Pulcini ’99 alla Cisco Calcio Roma; nel 2008/2009 i Pulcini 2000 alla Polisportiva Vigor Perconti; nel 2008/2009 è al Savio Calcio Roma per allenare gli Esordienti ’97.
Emanuele Aquilani dal 2001 è autore di diversi articoli pubblicati da vari siti del settore; inoltre autore di “La programmazione calcistica nel settore giovanile”, “Principi ed esercitazioni psicocinetiche per il calcio”, “La programmazione calcistica dai 6 ai 15 anni” tuttiediti dalla casa editrice Allenatore.net. E’ stato relatore a corsi di aggiornamento per allenatori di calcio, componente dello staff tecnico del Camp Arzachena Porto Cervo e componente dello staff di osservatori dell’Empoli FC nella regione Lazio per tre stagioni.
Titolo: SCUOLA CALCIO: DALLA PROGRAMMAZIONE MIRATA ALL’ESERCITAZIONE EFFICACE
I risultati agonistici derivano da un buon lavoro in allenamento. L’efficienza dell’allenamento dipende da una buona organizzazione e da un’alta qualità degli esercizi.
Principi per la scelta e l’organizzazione degli esercizi di tecnica
Chiarezza dell’obbiettivo
Ogni esercizio deve presupporre un chiaro obbiettivo,un compito che dovrebbe essere tratto dalle esigenze del gioco reale.Eseguendo l’esercizio,si preparano i giocatori a risolvere delle situazioni che si verificano in partita. È compito dell’allenatore guidare e motivare i giocatori in modo che possano applicarsi correttamente nell’esercizio e raggiungere l’obbiettivo che ci si è posti.
Molte ripetizioni – un feedback corretto
Le ripetizioni ed il feedback(informazioni di verifica) sono gli elementi più importanti per un efficace allenamento della tecnica. Gli esercizi dovrebbero proporre molte ripetizioni di ogni fondamentale che viene insegnato. Tuttavia,solo le ripetizioni eseguite in maniera corretta migliorano il livello prestativo.
Perciò,l’obiettivo di ogni esercizio deve essere controllabile. È una buona idea che i giocatori stessi controllino e valutino la realizzazione dell’obbiettivo dell’esercizio come un risultato visibile e/o quantificabile delle loro azioni(feedback diretto). Anche l’allenatore deve verificare i risultati,per essere in grado di dare commenti e correzioni.
Condizioni simili al gioco – esigenze adattate
Un esercizio dovrebbe presentare il più possibile delle condizioni simili al gioco,ma dovrebbe anche essere abbastanza semplice da permettere l’esecuzione corretta del fondamentale che bisogna apprendere o migliorare, così da raggiungere l obiettivo.Un esercizio dovrebbe essere simile al gioco, per quello che riguarda:
• La posizione ed i movimenti dei giocatori in campo(rapporto corretto con la rete), per avere il senso della posizione e delle distanze.
• Le traiettorie dei palloni(velocità,altezza,direzione).
• La cooperazione fra i giocatori per sviluppare la compressione e la distribuzione dei compiti (questo comprende la comunicazione verbale e gestuale ).
• I ruoli e le funzioni dei giocatori (in base ai sistemi di gioco e agli schemi della squadra)
• La qualità richiesta nell’esecuzione delle azioni(come quella della partita o migliore, senza errori con alta precisione).
• La complessità delle azioni(insieme delle componenti tattica,tecnica,fisica e mentali di un’azione di gioco)
• La varietà delle esigenze che riguardano le decisioni tattiche e/o l’esecuzione tecnica.
Tuttavia,le difficoltà poste dall’esercizio devono essere adeguate alle effettive capacità dei giocatori.
L’esercizio non dovrebbe essere più difficile o complesso di quello che i giocatori possono realizzare.Né dovrebbe essere più difficile di quanto sia necessario per il raggiungimento dell’obbiettivo che ci si pone.In ogni caso deve essere possibile esprimere e ottenere una tecnica corretta.
Un’azione principale – collegamento di una serie di azioni
In base all’obbiettivo,ogni esercizio dovrebbe comprendere un’azione principale.Questa è di solito
l’azione che risolve il problema della situazione di gioco. Questa azione principale dovrebbe rappresentare l’anello centrale di una catena di azioni che avvengono nella situazione di gioco.Almeno una situazione dovrebbe precedere l’azione principale ,ed un’altra dovrebbe seguirla,come nel gioco. È fondamentale che la qualità dell’azione principale sia alta .L’attenzione degli allenatori e dei giocatori dovrebbe concentrarsi prima e soprattutto su questa azione. L’unico criterio per stimare la qualità dell’azione principale è il gioco stesso.Non si dovrebbe mai permettere l’esecuzione di un’azione con una qualità peggiore di quella che si richiede in partita,dal punto di vista tecnico,tattico,fisico, e mentale.Scegliendo un esercizio, occorre considerare la sequenza di azioni sia dal punto di vista collettivo che da quello individuale.In molti casi è utile che l’allenatore (o il suo assistente ) si occupi di eseguire l’azione precedente (creare la situazione,controllare le esigenze,etc.) o quella successiva,come fungere da riferimento (bersaglio) o simulare la reazione della squadra avversaria. La sequenza delle azioni deve comprendere sia quelle che si svolgono con la palla ,che quelle senza.Solo se ci si occupa delle azioni senza palla si otterranno l’agilità e il dinamismo del gioco vero e proprio.Nel gioco reale,uno scambio di solito parte,o è condizionato,o dagli avversari,oppure viene diretto verso essi.Perciò in un esercizio bisogna comprendere un avversario che svolga una funzione attiva o passiva,a seconda dell’obiettivo dell’esercizio e delle capacità dei giocatori. L’avversario può essere simulato dall’allenatore,dal suo assistente o da compagni di squadra.
Ogni esercizio necessita di un ritmo
Nell’organizzazione e nella direzione di un esercizio,occorre tenere conto del fluire e del ritmo delle azioni.
Ogni esercizio ha bisogno di un suo proprio ritmo,che è legato all’obiettivo.Un ritmo giusto favorisce l’attenzione dei giocatori ed influenza la qualità delle azioni.Ogni interruzione che non è naturalmente prevista nel gioco impoverisce il processo di apprendimento,riduce la concentrazione limita i risultati.
D’altra parte,il ritmo di un esercizio deve rispondere a delle esigenze in termini di lavoro e recupero.Il rapporto fra lavoro e recupero è importante per il risultato.Occorrono molte ripetizioni, ma anche un’alta qualità.Per questo bisogna determinare con cura il numero e la densità delle ripetizioni, ed anche il tempo di recupero fra le azioni o le serie delle azioni.
L’esercizio deve essere interessante, impegnativo, agonistico.
L’esercizio deve rappresentare una sfida per i giocatori. Deve essere dinamico ed impegnativo,non solo fisicamente,ma soprattutto mentale ed essere interessante e stimolante. Ciò si può ottenere se gli esercizi incontrano le capacità dei giocatori e sono simili al gioco reale. Uno dei principali compiti degli esercizi è quello di contribuire allo sviluppo del comportamento agonistico più appropriato.Questo presuppone che esistano competitività e pressione mentale in ogni esercizio. Perciò,gli esercizi dovrebbero provvedere sfide fra giocatori o fra gruppi di giocatori:chi è il migliore, chi raggiunge l’obiettivo o il bersaglio per primo, etc.
Ogni esercizio come parte di una catena di esercizio
L’esercizio dovrebbe rappresentare una tappa in una serie di esercizi che portino, aumentando progressivamente le difficoltà, dal semplice (apprendimento) al difficile (miglioramento),fino agli esercizi simili alla situazione di gioco reale (perfezionamento), che riproducono completamente quello che avviene in partita.Ogni esercizio andrebbe ripetuto finche i giocatori non sono in grado di eseguirlo correttamente dal punto di vista tecnico-tattico,con grande regolarità e precisione, in base all’obbiettivo da raggiungere. Non bisognerebbe affrontare una maggiore,se non si è superata quella precedente.Il criterio di ogni tappa è la qualità adeguata alla prestazione da ottenere in partita, e la regolarità,almeno per quanto riguarda l’azione principale dell’esercizio.
All’esercizio dovrebbe essere assegnata una “parola chiave”, o un nome identificativo.
Questo evita lunghe spiegazioni,specie se l’esercizio viene usato frequentemente. L’allenatore deve solo annunciare l’esercizio usando la parola chiave o chiamandolo per nome,ed immediatamente i giocatori sanno cosa fare.Occorre solo specificare eventuali varianti o nuovi obbiettivi. È utile disporre, per gli esercizi adottati più frequentemente, di un disegno che mostri esattamente l’organizzazione dell’esercizio e le funzioni dei giocatori.Esso può essere affisso a una parete o tracciato su una lavagna, prima dell’inizio dell’allenamento, per dare ai giocatori un’idea chiara di quello che ci si aspetta da loro. Se ci sono obbiettivi misurabili, dovrebbero essere chiaramente annunciati o scritti sulla lavagna. I risultati di ogni esercizio (o di ogni serie) dovrebbero essere segnati sulla lavagna,registrati su un diario,e mostrati sotto forma di tabelle o di grafici. Questo motiva i giocatori e rende gli esercizi più competitivi.
Obbiettivi misurabili per l’allenamento della tecnica
Come abbiamo detto prima, negli esercizi è consigliabili presentare degli obbiettivi chiari, in termini di qualità e di ripetizioni.Questi obbiettivi esercitano una pressione metodica e rappresentano anche un carico mentale simile allo sforzo agonistico. L’obbiettivo può essere un “bersaglio”verso il quale inviare la palla. Questo ed altri obbiettivi simili possono essere dati ai singoli giocatori.Qui ci sono alcuni esempi:
1. Numero di azioni corrette da eseguire.Ad esempio: numero di servizi precisi,indipendentemente da quanto tempo occorra o da quanti tentativi siano necessari.
2. Numero di azioni corrette in un dato tempo.Ad esempio:chi colpisce più volte il bersaglio in 10’?
3. Numero di azioni corrette consecutive:dopo ogni errore od azione non corretta si riparte da zero.Per esempio:ricevere 10 palloni consecutivi precisi senza fare errori.Dopo ogni errore o una ricezione imprecisa si riparte da zero.
4. Come il precedente,solo che il numero di azioni corrette da eseguire viene aumentato di un’unità dopo ogni errore.Per esempio:inviare 10 servizi di fila verso un bersaglio senza commettere errori.Dopo il primo errore.si riparte da zero, e bisogna raggiungere 11 servizi a bersagli consecutivi
5. Numero di azioni corrette,con tentativi supplementari per ogni errore.Per esempio:eseguire 20 attacchi in 1° tempo.Per ogni errore o tentativo mal riuscito,bisogna eseguire altri 5 attacchi corretti.
6. Come il precedente, solo che i tentativi supplementari aumentano progressivamente ad ogni errore.Per esempio:difendere 10 palloni.Dopo ogni errore,bisogna difendere altri 2,dopo il terzo,tre,e così via.
7. Come il precedente,solo che i tentativi supplementari aumentano se l’errore è avvenuto alla fine della serie.Per esempio:eseguire 15 azioni corrette consecutive.Ogni errore,aumenta la quota di azioni corrette da eseguire consecutivamente. Per ogni errore sul punteggio di 13,14,o 15,tale quota aumenta di 5.
8. Raggiungere un determinato numero di punti. IL risultato dell’azione è valutato in base alla qualità.Per esempio:in ricezione,la palla precisa vale3 punti,quella imprecisa vale 1,l’errore vale –3.Obbiettivo:raggiungere 30 punti.Per aumentare la difficoltà:ottenere 30 punti su 40 servizi,e se non si raggiunge l’obbiettivo,si riparte da zero.Altro esempio:attacco contro muro.La palla che passa “pulita” vale 3 punti,il mani-fuori vale 2 punti, il tocco del muro vale 1 punto ,l’errore(palla fuori,in rete,murata etc.)vale –3 punti. Sfida:chi riesce ad arrivare a 20 punti col minore numero di tentativi?
9. Obbiettivi misti per lo stesso fondamentale nell’ambito della seduta di allenamento.Per esempio:10’ di ricezione.Chi riesce a fare più ricezioni precise?Tre serie di ricezioni consecutive(si parte da zero in caso di ricezione non precisa). 15 ricezioni secondo l’esempio n°6. Infine,due serie di ricezioni secondo l’esempio n°8 .
10. Obbiettivi per esercizi orientati tatticamente.Viene assegnato un bonus per il tentativo riuscito.Per esempio:una squadra attacca, l’altra difende.Se una squadra segna due punti consecutivi,ne ottiene un terzo come bonus.Quale squadra ottiene più punti su 30 servizi? Bonus per un punteggio particolare. Per esempio:oltre il punteggio di 10,ogni azione vinta dà un punto supplementare.Bonus per una data azione .Per esempio:un ace al servizio dà 2 punti,oppure ogni contrattacco vincente vale un punto in più.Penalizzazione per una data azione.Per esempio: un errore in ricezione,o un attacco murato, o una difesa mancata senza tentativo,vengono puniti assegnando un punto in più agli avversari.
11. Punteggi differenziati per esercizi tattici o per giochi di allenamento. Handicap: una squadra parte da un punteggio inferiore.Per esempio:la squadra migliore parte dal punteggio di 0-5 per gli avversari. Oppure,la squadra che ha perso un set inizia il successivo con un vantaggio identico a quello raggiunto dalla squadra avversaria nel set precedente.Ad esempio:dopo aver perso il primo set per 21-25, la squadra parte dal punteggio di 4-0. Bonus per tattica riuscita.Per esempio: un punto supplementare per ogni combinazione di attacco riuscita sulla ricezione della battuta. Oppure,bonus per ogni contrattacco seguente un muro passivo.
L’allenatore creativo troverà molte altre possibilità per fissare obbiettivi che stimolino la prestazione dei giocatori e creino un’atmosfera agonistica.
Conclusione di un esercizio
All’interno di un esercizio,ogni azione dovrebbe concludersi in modo “naturale”(come in partita).Non ci deve essere un finale contrario alle regole o al naturale fluire del gioco.Ogni esercizio o ogni serie di ripetizioni dovrebbe concludersi con un tentativo riuscito(d’accordo con l’obbiettivo dell’esercizio), indipendentemente da quante ripetizioni occorrano o da quanto tempo necessiti. Tuttavia, un esercizio dovrebbe essere interrotto o concluso se non si è in grado di raggiungere il livello qualitativo richiesto.
Norme comportamentali per i giocatori durante gli allenamenti
Esercizi
Per garantire qualità e sicurezza all’esercizio,i giocatori devono osservare le seguenti norme:
• Quando inizia l’esercizio,i giocatori,il campo(o i campi) e tutta l’attrezzatura necessaria devono essere pronti e in posizione.
• I giocatori devono correre per recuperare i palloni, non camminare o andare a zonzo.
• Non esistono pause per riposare o sedersi durante l’esercizio, se l’allenatore non ne ha dato ordine.
• Nessun giocatore deve lasciare il campo durante l’esercizio senza permesso.
• I giocatori devono controllare le loro emozioni. Non dovrebbero mostrare rabbia, collera, disappunto, frustrazione etc. Sono permesse emozioni moderate e positive.
• Ogni giocatore che non viene coinvolto direttamente dall’esercizio deve assistere i propri compagni di squadra per raggiungere gli obbiettivi dell’esercizio,supportando l’organizzazione dell’esercizio stesso e/o incitando.
• Ogni giocatore deve impegnarsi a rendere come in partita,se non di più.
• I giocatori sono responsabili,come l’allenatore, dell’andamento dell’esercizio e della prevenzione di incidenti.
Funzioni dei giocatori e abilità per l’organizzazione dell’esercizio
A parte i giocatori attivamente coinvolti nell’esercizio,ne sono necessari diversi altri che aiutino dal punto di vista organizzativo.Questi giocatori sono scelti dall’allenatore e devono soddisfare delle funzioni specifiche per assicurare che:
• La continuità e il ritmo dell’esercizio vengano mantenuti.
• I palloni che rotolano o che rimbalzano non mettano in pericolo o disturbino gli allenatori e i giocatori impegnati attivamente nell’esercizio.
• I carrelli dei palloni siano sempre pieni e si trovino nel posto giusto;l’allenatore sia rifornito adeguatamente di palloni in modo che si possa concentrare sui fondamentali che sta eseguendo e sul controllo dell’esercizio.
È utile formare diversi gruppi di giocatori per ogni esercizio,e cambiare le loro funzioni dopo un certo tempo o un determinato numero di ripetizioni.Questo aiuta l’allenatore a determinare il carico di lavoro per ogni particolare esercizio.Per esempio:se ci sono sei giocatori coinvolti attivamente nell’esercizio e altri sei che hanno funzioni di aiuto,il rapporto fra tempo di lavoro e di recupero sarà 1:1,se sono quattro i giocatori che lavorano attivamente,e otto che aiutano,il rapporto sarà 1:2.Se i giocatori di supporto svolgono bene il loro ruolo,i giocatori che stanno lavorando attivamente nell’esercizio potranno concentrarsi completamente la loro attenzione ed i loro sforzi sul loro compito principale ,cioè l’esecuzione migliore possibile delle loro azioni. Ma,a parte questo ,essi devono anche contribuire a mantenere la continuità dell’esercizio,assicurando che nessuno sia disturbato nel proprio impegno. Tutti i giocatori devono apprendere e controllare le capacità tecniche necessarie per svolgere le funzioni di supporto. Esse sono: recupero dei palloni, fornire i palloni, fare da riferimento.
Recupero dei palloni
I giocatori che si occupano del recupero dei palloni sono piazzati in campo in modo da poter raggiungere, afferrare e raccogliere i palloni che sono utilizzati nell’esercizio.Essi devono evitare che l’esercizio possa essere interrotto o disturbato, o che i compagni di squadra possano essere messi in pericolo a causa di qualche pallone che sfugge al loro controllo.
Afferrano, raccolgono forniscono i palloni ai compagni che li mettono nel carrello, o che li passano direttamente a chi si occupa di rimetterli in gioco. Quando la distanza fra i giocatori non è troppo grande, i palloni possono essere passati facendoli rimbalzare, in modo che arrivano all’altezza delle braccia anche agli altri giocatori, che li possono in tal modo afferrare facilmente.
Devono proteggere i giocatori impegnati nell’esercizio o l’allenatore per prevenire ogni tipo di pericolo o infortunio.
Non devono lanciare i palloni (per evitare ogni pericolo o interruzione dell’esercizio).
Fornire i palloni
I giocatori che si occupano di fornire i palloni li prendono dal carrello o dai giocatori che li raccolgono, e li porgono all’allenatore da dietro, appoggiandoglieli all’altezza delle anche, così che lui li possa afferrare senza guardare o cercare.
Se il giocatore che fornisce i palloni non si trova vicino all’allenatore, può fargli arrivare la palla con un passaggio rimbalzato a terra,fatto in modo che questo gli giunga all’altezza delle anche, ma solo se l’allenatore ma mostra di essere pronto ad afferrarla.
Di solito ,il giocatore che fornisce i palloni conta le ripetizioni dell’esercizio o le azioni eseguite, ed annuncia il raggiungimento del numero prestabilito di palloni utilizzati,o di ripetizioni realizzate. Se un certo numero di tentativi o di ripetizioni è stato fissato,i giocatori che forniscono i palloni devono assicurarsi che nel carrello sia presente la qualità di palloni necessaria per soddisfare le esigenze dell’esercizio.Per cui,quando il carrello resta vuoto,la serie è finita.
Fare da riferimento
I giocatori che fungono da supporto possono essere utilizzati come riferimenti.
I giocatori che fanno da riferimento sono di solito posti nel punto o nell’area che viene intesa come bersaglio. Essi hanno funzione di bersaglio, prendono i palloni e li passano ai raccoglitori di palloni o a quelli che riforniscono l’allenatore stesso, oppure agiscono da giocatori, curando il proseguimento dell’azione.
È utile che i giocatori che fanno da bersaglio diano delle informazioni ai compagni sulla qualità delle azioni svolte (di solito, le azioni “principali” dell’esercizio), valutando, conteggiando e annunciando il numero di tentativi riusciti o falliti.
In alcuni casi, i giocatori che fanno da riferimento possono rivestire il ruolo di avversari,e fornire delle risposte tramite le loro reazioni (per esempio murando un attacco,ricevendo una battuta etc.).
Aiuto nell’allenamento
L’efficienza degli esercizi può essere migliorata utilizzando dei materiali speciali.Tali aiuti dovrebbero essere disponibili in ogni palestra o campo da gioco,e preparati all’occorrenza prima che abbia inizio l’esercizio.Sono consigliate le seguenti attrezzature di supporto:
• Lavagna o gesso,o meglio ,una lavagna magnetica,per spiegare l’organizzazione dell’esercizio prima che questo abbia inizio. Una compressione chiara dello svolgimento e dell’organizzazione di un esercizio ne migliora i risultati.
• Carrelli (cesti,scatole etc), per raccogliere i palloni.Per molti esercizi,sono necessari più carrelli.
• Una piattaforma stabile,sopra la quale possano stare l’allenatore o i giocatori per attaccare murare, battere, etc. E’ consigliabile una piattaforma che sia adattabile in altezza.Una tavola ,o una cassetta, o una pila di materassini, possono servire allo scopo.
• Un pannello (mobile, inclinabile, adattabile in altezza) che faccia rimbalzare i palloni che vengono schiacciati o lanciati contro di esso. In alcuni casi si può utilizzare parete piena,al posto di un pannello.
• Delle barriere mobili,per fermare e/o incanalare i palloni che rotolano o che cadono,dirigendoli verso i giocatori che li devono raccogliere. Questo aiuta ad evitare che ci siano che disturbino l’esercizio o che mettono in pericolo i giocatori in azione. Porte da pallamano, plinti, panchine o anche materassini possono soddisfare questo scopo.
• Bersagli e segnali. E’ utile tracciare i bersagli,il tragitto che devono compiere i giocatori, la traiettoria dei palloni, le righe per segnare campi ridotti o porzioni di campo. Materassini casette, ostacoli, tavole, sedie, cerotto, palloni, antenne della rete, o anche attrezzi sportivi, funicelle, gesso e molte altre cose si possono usare a questo scopo.
Ci sono molte possibilità,per un allenatore dotato di creatività,per migliorare l’efficienza degli esercizi utilizzando mezzi o attrezzi ausiliari. Tuttavia, non c’è bisogno di fare spese per apparati sofisticati (come le macchine “spara – palloni”). Quasi tutti gli esercizi diventano efficaci con l’ausilio di aiuti metodologici semplici,e se sono eseguiti con spirito agonistico da parte dei giocatori,sotto il controllo dell’allenatore.