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  1. Tiri in porta ad oltranza

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    Nei settori dilettantistici, la seduta pre-gara è solitamente dedicata alla rifinitura e alle “conclusioni”. In questi contesti, si vedono molto spesso esercitazioni di semplici esecuzioni di tiro in porta (su porta unica) dopo normale scambio con un allenatore o giocatore. Oltre ad esser esercitazioni molto semplici (fin troppo per degli adulti), hanno una densità estremamente bassa; in un contesto dove il tempo settimanale da dedicare all’allenamento è scarso, a mio parere il loro utilizzo è poco giustificato. Quindi un’esercitazione per il tiro in porta in un settore dilettantistico, non dovrebbe comprendere solamente il gesto tecnico, ma avere almeno uno o due altri obiettivi (che siano di tipo tattico, tecnico od atletico). Ad esempio:

    • Tiro in porta e possesso palla: partite a tema (ancora meglio se un gioco di posizione) in cui è possibile andare a concludere dopo un determinato numero di passaggi. Modulando il numero dei Jolly o il N° di passaggi richiesti, si lavora maggiormente sul possesso o sulla finalizzazione.
    • Conclusione dopo lavoro tecnico: solitamente nella parte finale del riscaldamento (se questo è dedicato alla tecnica). Riportiamo l’esempio di un mezzo abbinato allo stop orientato o alla sovrapposizione.
    • Conclusione dopo lavoro tattico analitico: 1esercitazioni analitiche di sequenze di scambi e passaggi che portano alla conclusione senza avversari o con una pressione difensiva modesta. Sono i classici mezzi che gli allenatori utilizzano per impostare le azioni offensive di base.
    • Finalizzazione in un contesto tattico individuale: si considerano i mezzi di 1c1 in cui lo scopo di almeno di uno dei 2 giocatori è quello di finalizzare in porta con portiere. Riportiamo un esempio in abbinamento alla rapidità e uno in “situazione”.
    • Conclusioni in regime di pressione tecnica e atletica: come l’esercitazione che andremo a vedere di seguito.

    CONCLUSIONI IN REGIME DI PRESSIONE TECNICA ED ATLETICA

    Tiri ad oltranza 1

    Questo mezzo nasce dall’esigenza di combinare l’esecuzione tecnica veloce del gesto in abbinamento ad altri stimoli. Com’è possibile vedere sopra, la struttura prevede l’utilizzo di un pallone a testa e 2 portieri; la sistemazione delle porte è puramente indicativa, ma è consigliabile che entrambe (o almeno una) siano sistemate in maniera tale da non permettere alla palla di finire lontano…o ci sia uno dello staff che faccia da raccattapalle dietro la porta che non ha “protezioni”. L’esercizio inizia con il giocatore blu che parte in velocità palla al piede, esegue il giro del cono giallo centrale e tira in porta prima della riga blu (vedi figura sotto).

    Tiri ad oltranza 2

    Appena dopo il tiro, l’allenatore fischierà e partirà il primo della fila rossa per eseguire lo stesso gesto (giro del cono e tiro in porta); nel frattempo il giocatore blu che ha appena tirato dovrà doppiare (o semplicemente toccare) il cono blu ed andare a disturbare il tiro del rosso (vedi figura sotto).

    Tiri ad oltranza 3

    Dopo il tentativo di tiro del Rosso, partirà un altro giocatore Blu…che sarà inseguito dal Rosso dopo aver doppiato il cono. Il primo giocatore Blu che era partito (in alto a sinistra) tornerà nella sua fila con il pallone (vedi figura sotto).

    Tiri ad oltranza 4

    ACCORGIMENTI E VARIANTI

    È particolarmente importante che chi propone l’esercizio sistemi i riferimenti (linee di tiro, partenze, cono da doppiare) in maniera tale che il giocatore che insegue abbia il margine di poter raggiungere chi ha la palla (soprattutto se questo non esegue con precisione e velocità la guida della palla). Proprio per rincoraggiare la fase in cui il giocatore insegue quello con la palla, si può attribuire 1 punto al gol e 2 punti a chi riesce a toccare il pallone del giocatore che insegue. Cambiando la posizione del cono da doppiare, si riesce facilmente a modulare questo aspetto.

    Le proporzioni riportate nelle immagini sopra rappresentano un semplice esempio: in particolar modo la distanza tra il cono e la linea di tiro dell’avversario (ad esempio la distanza tra il cono rosso e la linea blu) non dovrebbe superare i 15-17m se questo mezzo viene proposto nella seduta pre-partita (ad esempio il venerdì); se la seduta viene inserita a metà settimana, è possibile utilizzare distanze fino a 20-25m. Risulta ovviamente un mezzo ideale per il lavoro sulle componenti neuromuscolari nel settore giovanile, da utilizzare sopratutto in palestra.

    CARICO DI LAVORO: come seduta pre-partita, sono consigliate 5-6 esecuzioni (tiro+insegumento dell’avversario) per giocatore. Ricordo che con circa 6-7 giocatori per fila (rispetto a 8-9) è probabile che il carico di lavoro vada a stimolare anche le qualità aerobiche (anche se molto dipende dalle distanze tra i vari riferimenti).

    2

    CONCLUSIONI

    Il mezzo proposto oggi si prefigge di contestualizzare la fase tecnica del tiro in porta in un regime di pressione tipico della partita; inoltre, presenta elementi atletici tipici della seduta del “Venerdì dei dilettanti”. Ricordiamo che questo mezzo può essere utilizzato anche come esercitazione atletica nel settore giovanile, modulando distanze e numero di giocatori (che rappresentano l’intervallo di tempo tra ogni ripetizione). Concludiamo ribadendo l’importanza delle distanze corrette, affinchè lo stimolo allenante sia adeguato; di conseguenza è necessaria un po’ di esperienza nel trovare i giusti dimensionamenti in base alle caratteristiche dei giocatori e agli scopi allenanti che si vogliono perseguire.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico US Povigliese (melsh76@libero.it)

  2. Psicocinetica e pressione

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    Il giocatore A parte alla scaletta correndo o effettuando degli skip poi attacca la fila di cerchi corrispondente al colore del cinesino chiamato dall’allenatore, in questo caso blu.

    Poi attacca (A1) B in possesso palla (passivamente), B sposta la palla (1) scaricandola su C e A1 si sposta attaccandolo in A2, C la ridà a B (2) e A2 la attacca nuovamente in A3. Poi prende il posto di B che corre al posto di C che corre in coda a D, che parte per effettuare l’esercizio con A e B.

    psicocinetica e pressione
    Figura 1

    Variante (fig.2). Il giocatore B dopo aver ricevuto il passaggio di ritorno da C (2) con conseguente spostamento di A2 in A3, sposta ancora la palla su E (3) e di conseguenza A3 si sposta in pressione su E in A4. Poi ne prende il posto, E scala in B e B in C e C in coda a D.

    psicocinetica e pressione 1
    Variante: figura2

    Variante (fig.3). A4 dopo aver attaccato E, va in A5 sullo scarico (4) dello stesso E, e conclude a rete (5). Poi si scala di posizione come l’esercizio precedente.

    psicocinetica e pressione 2
    Variante: figura 3

    Materiale occorrente: palloni, scaletta, cinesini colorati e cerchi.

    Durata esercizio: 12 minuti

    Numero di serie: 2

    Recupero: 3 minuti

    Numero recuperi: 1

    Numero giocatori: 18 (3 postazioni)

    Fasce interessate: Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Prima squadra.

    A cura di Nicola Amandonico

    ss-logo

     

  3. Pressing ultraoffensivo: esercitazione ad alta intensità

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    3>4 per il pressing ultraoffensivo; Esercitazione tattica con integrazione della componente aerobica.

    Su un campo dalle dimensioni di 24×36 metri si affrontano 3 attaccanti contro 4 difensori. I difensori, due per ogni metà campo, possono giocare solo a due tocchi e non possono oltrepassare la stessa. In fase di possesso, possono giocare con i compagni posti nell’altra metà, inducendo gli attaccanti all’azione collettiva di pressing per la conquista del pallone.

    Obiettivi: per gli attaccanti, pressing, conquista e gol; per i difensori, coperture difensive e possesso di palla; intensità massima e limitazione assoluta delle pause di gioco.

    Quando la palla esce dalle linee laterali il gioco riprende velocemente dal portiere situato nella metà campo opposta a quella in cui è uscita che la giocherà con i difensori. Un punto per ogni rete siglata dagli attaccanti e per ogni sequenza di 8 passaggi consecutivi dei difensori.

    Durata dell’esercitazione: 2’ a ripetizione con recupero di 45” tra l’una e l’altra. Materiale occorrente: palloni, delimitatori, porta/e mobile/i.
    Variante: si può permettere a uno dei difensori di cambiare zona creando una situazione di 3>3.

    3vs4 per il pressing ultraoffensivo

    ss-logo

     

    A cura di Claudio Damiani

  4. Alleniamo la potenza aerobica (e non solo) con la palla

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    (Aggiornato al 20/02/2021)

    Abbiamo più volte affermato come l’allenamento atletico specifico (in particolar modo per le componenti metaboliche) debba sfruttare il più possibile la palla, perché solo in questo modo è possibile stimolare tutta la variabilità/casistica di movimenti presenti in una partita di calcio. Inoltre, la differenza sostanziale tra dilettanti e professionisti (come abbiamo analizzato in un precedente post) risiede proprio nella specificità della potenza aerobica, piuttosto che al valore assoluto misurabile con test standard da laboratorio o da campo.

    figura 1

    L’inizio del percorso di analisi dei mezzi che riteniamo più consoni a questo scopo, ci ha portato a descrivere per primo il 2c2 con le sponde. Oggi proseguiamo con un mezzo che ritengo estremamente adatto ai dilettanti, perchè richiede pochi palloni e gruppi di pochi elementi (ciò permette di aver una maggior uniformità degli stimoli, rispetto a format con troppi giocatori).

    3c3 con porte piccole e “raccattapalle”

    L’esecuzione di questi mezzi di allenamento è spesso legata alla presenza di un numero elevato di palle (e di personale che li mette a disposizione), al fine di non interrompere il gioco quando questa esce. Nei settori dilettantistici non sempre è possibile avere del personale in grado di effettuare questo compito, e a volte il numero di palloni a disposizione non è elevatissimo. Di conseguenza, il format che proponiamo è organizzato come segue:

    • 1 quadrato di 18x18m circa (dimensioni maggiori se il livello tecnico non è elevato).
    • 3-4 porte piccole all’interno del campo fatte di paletti o, ancor meglio, di cinesini.
    • 2 squadre da 3 giocatori in campo con 1 pallone (blu e gialli in figura).
    • 1 squadra esterna al campo (rossi), con 1 giocatore e un pallone per lato.

    raccattapalle

    Lo scopo della squadra gialla e di quella blu è quello di effettuare più passaggi possibili attraverso le porte piccole (non è possibile eseguire 2 passaggi consecutivi nella stessa porta); le rimesse laterali si fanno con i piedi. La squadra rossa, invece rimette il pallone a disposizione quando questo esce e recupera quello che è uscito; ad esempio, se esce un pallone dal lato di un giocatore rosso, questo dà a disposizione il suo pallone velocemente alla squadra che deve effettuare la rimessa e va a recuperare quello che è uscito.

    In questo modo, anche con pochi palloni e con poco personale a disposizione, si riesce a giocare ad alta intensità all’interno del campo. Ovviamente, a rotazione, tutte e squadre fungeranno da “raccattapalle”; l’ideale è giocare con serie brevi di 1’30”-2’ (a seconda del livello tecnico), perché il rapporto tra N° giocatori/campo “obbliga” ad eseguire il mezzo ad intensità molto elevata. Si limita al minimo indispensabile il tempo necessario per la rotazione, in questo modo, quando una squadra diventa “raccattapalle”, recupera dalle 2 serie giocate all’interno del campo.

    La durata media complessiva del mezzo allenante (utilizzata per squadre di promozione) è di 21’, di cui 14’ sono giocati all’interno del campo e 7’ da “raccattapalle”. Dal punto di vista tecnico/tattico l’interpretazione del mezzo è molto semplice; può comunque aiutare, quando si lavora con i più giovani, ad utilizzare il concetto di “palla coperta” e “palla scoperta”, anche se in maniera specifica all’esercitazione utilizzata. Nella figura sopra, il giocatore giallo non ha la possibilità di eseguire nessun passaggio diretto attraverso una delle 4 porticine, di conseguenza i compagni dovranno smarcarsi verso la zona luce per aver successivamente la possibilità di passarsela attraverso le porte (“palla coperta”).

    Nella figura sotto invece, c’è la possibilità di una linea di passaggio attraverso una porticina, di conseguenza la palla può considerarsi “scoperta”. Con questo tipo di verbalizzazione, l’allenatore potrà incitare in maniera adeguata i giovani calciatori a trovare le giuste linee di passaggio e gli smarcamenti.

    raccattapalle 1

    Conclusioni ed applicazioni pratiche

    Attualmente l’unico mezzo oggettivo a disposizione per stabilire il carico allenante di questo tipo di allenamenti è il GPS con software adeguato all’interpretazione dei dati. In assenza della possibilità di monitorare la potenza metabolica con tali mezzi, l’interpretazione della percezione soggettiva dello sforzo rimane l’unico modo a disposizione di una squadra dilettantistica e/o giovanile; l’esperienza mi ha portato a considerare, in gruppi di livello tecnico medio, questo mezzo particolarmente impegnativo, perciò consiglio serie brevi di 1’30”-2’.

    Nel caso in cui si volesse giocare con più elementi (ad esempio 4c4, 5c5 , ecc.), le dimensioni del campo andrebbero aumentate, come il tempo dedicato ad ogni serie. Ma è giusto considerare quest’esercitazione come un mezzo esclusivamente adeguato allo sviluppo della potenza aerobica? Ovviamente no, perché l’esecuzione prevede sicuramente un numero di cambi di direzione e di accelerazioni/decelerazioni maggiori di una normale partita di calcio, e di conseguenza anche un marcato allenamento delle rapidità; ma lo stimolo allenante non è solo quantitativo, ma anche qualitativo perchè

    la chiave della rapidità nel calcio non è solamente l’esecuzione di movimenti alla massima intensità, ma anche l’abilità di aggiustare costantemente la propria posizione/postura in maniera tale da reagire velocemente ai determinati stimoli”.

    Dai molteplici studi fatti dal team del professor Colli, è da precisare che in questa tipologia di minipartite a ranghi ridotti lo stimolo allenante è inferiore nei confronti delle “velocità di partita” elevate (perché gli spazi sono ridotti e non c’è possibilità di percorrere tratti lunghi) e delle “potenze elevate”; è pertanto ragionevole ipotizzare che questi ultimi 2 elementi siano da “compensare” con altri mezzi.

    L’esercitazione approfondita in questo post è da considerare uno Small Side Games (SSG) a tutti gli effetti. Come ripetuto più volte, questa tipologia di lavori è estremamente utile sia come allenamento atletico specifico, che come stimolo tecnico/tattico; è quindi necessario conoscere le variabili che vanno a modificare le caratteristiche dell’esercitazione, al fine di ottenere lo stimolo voluto. Queste varianti sono diverse, e vanno dal N° giocatori, alla durata del lavoro, allo scopo (gol, meta, possesso, ecc.), alla presenza di ruoli “speciali” (portiere, jolly, sponda), al tipo di vincoli (marcature, N° tocchi), ecc.

    Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio il Webinar di Andrea Licciardi: Small Sided Games: evidenze scientifiche ed esercitazioni pratiche. In questo mini-corso, partendo da quello che emerge dalla bibliografia internazionale, viene approfondito come le possibili variabili indirizzano gli stimoli allenanti verso gli obiettivi generali e specifici. Questo tipo di competenze, è utile non solo per chi opera nell’ambito della preparazione atletica, ma anche per chi allena nei settori giovanili.

    Puoi accedere a questo ed altri Webinar sottoscrivendo uno dei piani d’abbonamento mensili ed annuali a Performance Lab (garanzia 14 giorni). Applicando il Codice Promozionale MISTERMANAGER al momento dell’acquisto, avrai lo sconto del 10%.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  5. Alleniamo il pressing: dislocazioni e coperture.

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    Esercitazione finalizzata al movimento difensivo di tutta la squadra in relazione alla localizzazione del pallone nelle zone laterali del campo (e non).

    Vengono schierati 10 giocatori in un’area di 40x50mt schierati in base al sistema di gioco più comunemente utilizzato; altri 7 giocatori disposti come in figura faranno girare il pallone.

    I compagni schierati dovranno effettuare le opportune uscite con le relative “scalate” e “coperture” cercando di mantenere le giuste distanze tra i reparti.

    Si consigliano blocchi da 3′ esclusi gli eventuali intervalli “a correggere” dell’allenatore.

    L’intensità massimale dell’esercizio permette inoltre di arrivare a una giusta componente aerobica dello stesso.

    Scambiare i giocatori tra un blocco e l’altro per affinità di ruolo.

    Materiale occorrente: delimitatori e palloni.

    • Variante 1: inserire degli altri riferimenti visivi all’interno del rettangolo esercitativo (colori).
    • Variante 2: inserire anche giocatori attivi, a simulare altri avversari da andare ad attaccare in azione di pressing o di “assorbire” in marcatura.

    Claudio Damiani [skype-status]

  6. Pressione e coperture.

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    I giocatori che compongono il cerchio con il perimetro inferiore fanno girare palla (senza passarla al compagno immediatamente vicino a dx e sx), mentre i due giocatori posti all’interno dello stesso devono andare in pressione e darsi copertura reciproca facendo in modo che la palla non passi mai in mezzo a loro (tra i due coni centrali).

    I giocatori che compongono il cerchio più grande vanno a turno in pressione dall’esterno ogni qualvolta il pallone arriva nella loro zona.

    Tempo consigliato per l’esercitazione: 1’00” a coppia di difendenti.

    Materiale occorrente: delimitatori, casacche, palloni.

    [skype-status]

  7. 4-4-2: pensieri sulla fase difensiva.

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    Il sistema di gioco 4-4-2 più comunemente utilizzato dalla maggioranza dei tecnici è quello classico che prevede lo schieramento di quattro difensori e quattro centrocampisti disposti in linea, più due punte.
    In questa disposizione tattica vengono alla luce più di una coppia e terna di giocatori costituite da:
    • i due difensori centrali;
    • i due centrocampisti centrali;
    • il difensore esterno destro con il centrocampista esterno destro;
    • Il difensore esterno sinistro con il centrocampista esterno sinistro;
    • le due punte;
    • La terna composta da difensore esterno destro, centrocampista esterno destro e centrocampista centrale destro;
    • L’altra terna, opposta, costituita da difensore esterno, centrocampista esterno e centrocampista centrale sinistri.

    La didattica della fase di non possesso risulta più facilmente eseguibile rispetto a qualsiasi altro sistema di gioco in quanto, il movimento dei quattro difensori coincide molto con i movimenti che pochi metri più avanti vanno ad eseguire quattro centrocampisti in relazione alla posizione del pallone in fase di non possesso.

    Concetto essenziale da trasmettere per iniziare un gruppo al gioco “a zona” è quello relativo alla “copertura” reciproca tra compagni di squadra durante la fase di pressione esercitata da un giocatore nei confronti di un avversario.
    E’ altresì importante ricordare che la pressione, a differenza dell’azione di pressing, costituisce un’azione individuale o, al massimo di due o tre elementi, che contrastano il portatore di palla avversario; il pressing è invece un’azione collettiva e organizzata, finalizzata a rallentare la manovra degli avversari, indurli all’errore o ancor meglio a conquistare il possesso della palla.

    E’ comunque attraverso l’assimilazione del concetto di copertura che la didattica relativa alla fase difensiva ha inizio: se, ad esempio, il centrocampista esterno destro va ad affrontare il portatore di palla avversario, egli godrà della copertura del difensore esterno omologo e del centrocampista centrale posizionato al suo fianco, leggermente più arretrato.

    Si creerà inoltre una linea di giocatori in cui, tanto i difensori quanto i centrocampisti, si daranno copertura reciproca formando le rispettive diagonali difensive e di centrocampo.
    Con palla situata nelle zone laterali del campo, sarà l’allenatore a impartire il tipo di diagonale che dovranno eseguire i quattro difensori, e di conseguenza il numero di linee difensive:
    • Si ha una linea difensiva nel caso si porti sulla zona del portatore il solo difensore esterno e i suoi compagni di reparto costituiscono un’unica linea difensiva di copertura, schierandosi appunto perfettamente in linea. (utile per la tattica del fuorigioco, ma rischiosa sui tagli delle punte avversarie.
    • Si creano due linee difensive allorquando la copertura del giocatore esterno che va in pressione, ad esempio il terzino destro, è eseguita dal centrale omologo, il quale è a sua volta coperto dal centrale sinistro (ultimo uomo), mentre il difensore esterno sinistro si trova sulla stessa linea del difensore centrale destro. (diagonale “eagle”).
    • Si creano tre linee difensive nel caso in cui il difensore esterno destro va in pressione sul portatore di palla avversario, il difensore centrale destro gli dà copertura, a questi dà copertura il difensore centrale sinistro e a quest’ultimo darà copertura il difensore laterale sinistro che fungerà da ultimo uomo. Quindi, reciproche coperture per ognuno dei quattro difensori. Con questa disposizione la squadra sarà concettualmente più lunga ma toglierà senza dubbio profondità agli avversari.

    Il discorso cambia quando il portatore di palla è localizzato nelle zone centrali del campo.
    In questo caso bisogna inoltre analizzare se chi è in possesso di palla sia in una situazione di palla “scoperta” o di palla “coperta”:
    Si crea una situazione di palla “scoperta” quando un avversario porta palla frontalmente verso la nostra porta senza essere contrastato, godendo della possibilità di poter effettuare una giocata senza subire pressione alcuna.
    Vi è invece situazione opposta di palla “coperta” nel caso in cui il portatore di palla avversario non ha “luce” per poter effettuare la giocata verso la nostra porta in quanto contrastato oppure si trovi in una situazione di possesso palla con le spalle rivolte verso la nostra porta non potendo fare altro che un retropassaggio in quanto pressato. In questi casi, la squadra sale compatta e stretta nella direzione del pallone.

    Anche un lungo cambio di gioco degli avversari (orizzontale), da un lato all’altro del campo è considerato palla “scoperta”.
    E ancora. Nel caso di palla “scoperta” come occorre comportarsi in una situazione in cui:

    1. il portatore di palla avversario si trova difronte alla nostra linea di centrocampo?
    2. la linea di centrocampo è già stata superata e spetta ai nostri difensori contrastare la sua avanzata?

    Nel primo caso, il centrocampista più vicino al portatore di palla deve andare in pressione godendo della copertura dei compagni (stretti) di reparto, mentre i difensori dovranno temporeggiare stretti o in alcuni casi neutralizzare l’imminente lancio lungo (decifrabile dalla postura del corpo del possessore stesso), per cercare di togliere profondità agli avversari arretrando lentamente stretti verso la propria porta. La corsa a ritroso dovrà essere laterale e non all’indietro.

    Nel secondo caso, i difensori dovranno disporsi stretti e:
    – in situazione di superiorità numerica o quantomeno di parità numerica un difensore dovrà scegliere il tempo di andare in pressione godendo delle coperture dei compagni.
    -In situazione di inferiorità numerica, (ripartenza avversaria ), dovranno scappare all’indietro stretti cercando di togliere profondità per eventuali tagli o sovrapposizioni improvvisi sino alla fatidica “linea di fuoco” del limite dell’area di rigore, ove, al comando, dovranno aggredire insieme il portatore di palla cercando di lasciare in fuorigioco gli altri avversari.

    Partendo dalla condizione che la nostra squadra deve essere in tutti i casi stretta in fase di non possesso (e larga in fase di costruzione del gioco), ad affrontare il portatore di palla sarà il giocatore ad esso più vicino; i compagni di squadra dovranno impegnarsi a dargli copertura.
    Si creeranno così dei piccoli triangoli difensivi.

    Altro concetto da non tralasciare è quello della neutralizzazione della sovrapposizione: se il portatore di palla avversario sta godendo della sovrapposizione del compagno di squadra sulle zone laterali del campo, il giocatore più esterno seguirà l’avversario largo senza palla, mentre il giocatore più centrale andrà veloce in pressione sul portatore stesso effettuando una veloce “scalata”.
    Fino ad ora le punte non sono state menzionate, ma anch’esse svolgono un preciso ruolo nella fase difensiva.
    Nelle situazioni di rimessa dal fondo o di rinvio da parte del portiere avversario (o comunque di palla in possesso degli avversari in zona difensiva), le punte debbono trovarsi preferibilmente una a fianco dell’altra posizionate dietro la linea della palla. Nel caso in cui la palla sia gestita dai difensori centrali avversari, esse devono agire d’attesa eseguendo i tipici movimenti difensivi di copertura reciproca in uscita (uno esce l’altro copre); nel momento in cui i difensori avversari allargano il gioco nelle zone esterne del campo nel 4-4-2 classico dovrà uscire in pressione il centrocampista esterno (pressing ad invito), con una delle due punte in copertura e l’altra che si posizionerà sulla traiettoria di un eventuale retropassaggio al portiere.
    Le punte sono i primi difensori di una squadra che vuole attuare il pressing ultraoffensivo.
    Nel corso della mia attività ho adottato spesso questo sistema di gioco in quanto lo considero un ottimo punto di partenza per poi cercare di fare assimilare soluzioni “alternative”.

    In caso di pressing ultraoffensivo e’ fondamentale fare in modo che se la palla va da un difensore centrale, pressato da una nostra punta, al difensore esterno, questa non deve più tornare al difensore centrale che ha fatto partire l’azione.

    Questo per fare in modo che non vengano effettuati troppi “giro palla” e vengano sprecate troppe energie dai nostri due attaccanti.

    Le “nozioni” che ho sempre cercato di sottolineare nell’immediata vigilia della gara (dieci minuti prima di entrare in campo), ai miei giocatori sulla base del modulo 4-4-2 ma non solo, sono le seguenti:

    1)COPERTURE E DIAGONALI
    Coperture reciproche tra i due difensori centrali (i difensori devono attaccarsi ai diretti avversari se questi sono situati in prossimità dell’area di rigore senza farsi portare fuori posizione), e i centrocampisti centrali, i quali una volta superati dovranno subito posizionarsi dietro la linea della palla.
    Diagonali dei difensori esterni e dei centrocampisti esterni che in fase di non possesso dovranno fungere da quinto difensore.
    2)PUNTE
    rientro delle punte sino al cerchio di centrocampo nelle situazioni di rimessa dal fondo e calcio di rinvio del portiere avversario.
    3)AGGRESSIVITA’
    Massima aggressività sin dal primo minuto di gioco sul portatore di palla per non permettere agli avversari di pensare troppo per le giocate.
    4)PRESSING
    L’azione di pressing è un’azione collettiva che deve aver luogo in determinate circostanze che devono essere lette ed interpretate:
    • quando il gioco degli avversari si sviluppa sulle fasce laterali ed hanno quindi una visuale di campo limitata a 180°;
    • quando un avversario esegue un controllo difettoso o sta per essere raggiunto da una traiettoria alta che sicuramente lo metterà in difficoltà;
    • quando un avversario si trova in una situazione di “palla chiusa” e gli riesce difficile girarsi verso la nostra porta, o quando sentitosi pressato effettua un retropassaggio che ci permette di “accorciare”.
    • invita al pressing il giocatore esterno più vicino al possessore di palla avversario dopo che l’azione difensiva delle punte ha obbligato gli avversari a girare palla sugli esterni; l’azione di pressione si svolge dirigendosi verso il possessore di palla avversario con lo scopo di conquistare palla, di limitargli la visuale di campo o quantomeno di fargli eseguire un lancio lungo senza mai essere saltati. E’ quindi fondamentale l’azione di temporeggiamento.
    Per eseguire un’azione di pressing è necessario avere la squadra “corta” (fondamentali in tal senso i compiti di difensori e punte), e che ogni giocatore vada ad attaccare l’avversario libero a lui più vicino.

    Per far ciò occorre essere pronti dal punto di vista psico-fisico.
    5) RIBATTUTE
    Squadra “corta”, cosicché i centrocampisti saranno agevolati nel recupero di respinte o ribattute di entrambe le difese.

    Claudio Damiani [skype-status]

  8. Possesso palla a due squadre e quattro colori.

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    Esercitazione con doppia finalità: il possesso di palla e il pressing; e inoltre il fattore “psicocinetico” dato dal fatto che le due squadre sono a loro volta suddivise in due gruppi con casacca di colore diverso.
    Grigi e bianchi vs rossi blu.

    A tre tocchi, i grigi possono solo passare ai bianchi e viceversa;
    I rossi possono passare solo ai blu e viceversa.
    10 passaggi consecutivi = 1 punto.

    Esercitazione eseguita in fase di preparazione pre-campionato, lontano da
    gara amichevole attraverso 4 blocchi da 3’ l’uno.

    Ottima alternativa alla seduta aerobica del primo allenamento della settimana (o secondo, a seconda dei punti di vista).

    Materiale occorrente: palloni, casacche di quattro colori.

    Claudio Damiani

  9. “Palla avanti, scarico, terzo uomo!”

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    Allenamento del possesso di palla finalizzato alla ricerca della giocata in verticale.

    4vs4 all’interno del perimetro delimitato (24x32mt) a 3 tocchi, con l’ausilio delle sponde poste nei lati corti dello stesso.

    I giocatori rossi giocano con i rossi e i bianchi con i bianchi.

    Le sponde giocano a 1 tocco e

    • non possono scambiare la palla tra loro;
    • non possono ricevere dallo stesso compagno.

    L’obiettivo è cercare, dopo un passaggio corto, il giocatore sul lungo.

    1 punto ogni volta che una squadra riesce a eseguire questa situazione.

    Numero di giocatori consigliato: 4vs4 all’interno del rettangolo di gioco e 4 sponde per squadra.

    Tempo dell’esercitazione: a discrezione dell’allenatore (4 blocchi da 2’30”, per le prime squadre a intensità massimale costituisce un buon lavoro). E’ opportuno incaricare un collaboratore tecnico pronto a rimettere in gioco il pallone in modo immediato quando questo esce dal campo.

    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  10. Tabelle delle variabili consigliate per le partitelle a pressione.

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    Nella prima tabella vi è la rappresentazione di alcune variabili che determinano l’intensità del lavoro svolto in partite di allenamento.

    Esercizio Dimensioni del campo
    Piccolo (mt) Medio (mt) Grande (mt)
    3vs3 12×20 15×25 18×30
    4vs4 16×24 20×30 24×36
    5vs5 20×28 25×35 30×42
    6vs6 24×32 30×40 36×48

    Nella tabella sottostante le dimensioni del campo consigliate per le partite in base al numero dei giocatori coinvolti.

    Numero di giocatori < giocatori > intensità
    Dimensioni del campo > dimensioni > intensità
    Incoraggiamento > incitazioni > intensità

    A cura di Claudio Damiani

     

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