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  1. Sono tornate le 7 sorelle?

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    In questo calcio moderno spesso capita che piccole società riescano a raggiungere obiettivi importanti come Europa (vedi Sassuolo) o campionati nazionali e relativa Champions (vedi Leicester): ma in Italia potrebbe essere tornato il momento delle “7 sorelle”?

    L’argomento “7 sorelle” non è magari proprio alla portata dei più giovani mentre invece, per chi ha qualche anno in più, era l’argomento classico per ciò che concerne le qualificazioni europee: l’andamento delle sette sorelle, le sette grandi società italiane, era l’argomento di tutti i tifosi italiani che non si chiedevano, come magari accade oggi, se la propria squadra sarebbe riuscita ad arrivare in Europa o meno, quanto se fosse stata in grado di andare in Champions oppure no, possibilmente senza passare dai preliminari. La qualità del calcio italiano ha fatto si che, nell’arco di un decennio, si sia passati dalla domanda “andiamo in Champions?” a “arriviamo almeno nei primi 6 per giocare in Europa?”

    Eppure quest’anno, al netto delle “grandi” di oggi che sono Juventus e Napoli, sembra davvero che le altre “5 sorelle” siano veramente in grado di fare un campionato da protagonisti: proviamo ad analizzare velocemente una ad una per valutarne le effettive possibilità a fine stagione.

    Inter: attualmente terza in classifica è probabilmente la squadra con la situazione un po’più complessa rispetto alle altre sorelle. A fronte di una squadra decisamente composta di grandi nomi, la qualità del gioco sembra risultare decisamente latitante specie quando l’avversario non è la Juventus di turno. Servirà pazienza per i tifosi nerazzurri durante la stagione che potrebbe essere placata magari schierando qualche giovane di turno che tanto piace al tifoso affezionato ai colori della società e che potrebbe anche far chiudere più di un occhio sulle mancanze del De Boer allenatore. Credo sia più pronta per un Europa League che per una Champions dove però si candida sicuramente come outsider.

    Roma: quarta dopo una sconfitta per 3-1 contro il Torino secondo me i giallorossi hanno guadagnato meno di quanto probabilmente avrebbero dovuto. Difficile capire di chi sia la colpa, probabilmente solo un difetto di condizione e di fiducia che sta portando i giocatori più quotati lontano dalle loro prestazioni più ottimali. Probabile che la stagione giallorossa fosse stata studiata diversamente (pensando al passaggio in Champions), probabile che vedremo tra un mese la Roma al top della condizione per poi essere di nuovo al top verso primavera e chiudere al top il campionato. Secondo me possono arrivare tranquillamente in Champions se riescono a mantenere la calma nei momenti complicati.

    Lazio: è forse la squadra che mi ha impressionato di meno, a fronte di una qualità della rosa secondo me di buon livello (specie in attacco). Probabilmente sono da risolvere i problemi caratteriali della rosa, con forse troppe prime donne a fronte di un organico che ha bisogno soprattutto di solidità: una solidità che non sempre sarà in grado di mantenere un allenatore non proprio esperto come Inzaghi (Simone). Probabilmente saranno la “settima sorella”, fuori dalle coppe.

    Milan: sesto posto, grande contestazione dei tifosi è forse il miglior Milan a livello di solidità degli ultimi anni. A fronte di un potenziale offensivo non proprio al top, la formazione di Montella sembra essere molto più attenta a “non prenderne” che “a segnarne”. Un aspetto molto importante specie in un campionato duro come quello italiano: improbabile un arrivo in Champions, secondo me il Milan se mantiene la concentrazione attuale può togliersi la soddisfazione di ritornare almeno in Europa League dopo 3 anni di assenza dal palcoscenico continentale.

    Fiorentina: la classifica non le da un grande vantaggio, attualmente 12esima, anche perchè a differenza di tutte le altre ha una partita in meno (altrimenti con 3 punti probabili in più sarebbe al quarto posto) la formazione di Sousa sembra più pronta per giocarsela per l’Europa League che per la Champions. Personalmente mi piace la squadra viola, ha un gioco molto interessante anche se difficile da gestire in Italia. Forse quasi con più probabilità di fare bene in Europa che nello stivale, non credo sia un problema rimanere nei top 6.

    E voi che ne pensate, sono veramente tornate le “7 sorelle”?

  2. Milan ennesimo fallimento o inizio di una nuova era?

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    a cura di Paolo Riva*

    L’inizio di stagione non è stato dei più semplici per il Milan ed anche quest’anno la domanda sorge spontanea: siamo di fronte all’ennesimo fallimento?

    Non è semplice fare una disamina oggettiva al termine di 3 giornate di campionato, un numero troppo esiguo di partite che sicuramente non sono un target affidabile per qualsiasi tipo di conclusione; eppure per quanto riguarda i rossoneri sembra di essere di fronte, anche quest’anno, ad una stagione che si prevede come un calvario.

    Dopo una partita giocata assolutamente ad alto livello con l’esordio a S.Siro vinto per 3-2 contro il Torino con un rigore parato da Donnarumma in pieno tempo di recupero, il Milan ha poi impattato al S.Paolo con 2 giocatori espulsi e con un risultato che, per quanto negativo, poteva essere giustificato dal livello di un avversario ben oltre le possibilità dei rossoneri. Eppure la sconfitta interna contro l’Udinese, maturata per 0-1 con un gol di Perica pochi minuti dalla fine, riaprono sulla formazione di Montella la tragica domanda di cui al titolo.

    Quindi cosa devono aspettarsi i tifosi rossoneri? Cosa non ha funzionato di questa formazione e da cosa invece bisogna ripartire? Proviamo ad analizzare con la maggiore oggettività quanto mostrato dal Milan e proviamo quindi a rispondere alla domanda iniziale.

    COSA HA FUNZIONATO?

    Maturità Difensiva: per quanto i risultati possano dire assolutamente il contrario, quello che ha stupito di questo Milan rispetto al passato è la maturità difensiva acquisita con gli interpreti presenti (che poi non sono cambiati molto dall’anno scorso). Con un Donnarumma meno “caduto dal cielo”, un Romagnoli che sta imparando a guidare l’intero reparto sono probabilmente le note più liete per una squadra che deve ripartire dai suoi gioielli se vuole ritrovare prima di tutto se stesso.

    I Giovani Talenti: per una squadra come il Milan è strano pensare che i giocatori che stanno dimostrando di più in questo inizio di stagione non siano i campioni strapagati, ma i giovani straripanti che vogliono emergere. I già citati Donnarumma e Romagnoli, insieme a Niang e Suso stanno dimostrando giorno dopo giorno perchè sono nella formazione rossonera. Le loro prestazioni entusiasmano a tratti i tifosi rossoneri, ma risultano ancora troppo discontinue per dare solidità ad una ciurma un po allo sbando.

    Allenatore: per quanto questo 4-3-3 non stia dimostrando grandi risultati, sul piano del gioco quello del Milan sembra attualmente il migliore che viene mostrato dai rossoneri da qualche anno. Difficile pensare a Montella come salvatore della patria, bisognerà capire se la dirigenza (oltre i tifosi) sarà in grado di avere pazienza a sufficienza per attendere, oltre al gioco, anche i risultati.

    COSA NON HA FUNZIONATO?

    Fase di impostazione: quello che si nota dalle gare dei rossoneri è che, a fronte di una fase offensiva decisamente compassata, quello che manca è un creatore di gioco. Il pallone si muove per lo piu su linee orizzontali specie dopo la trequarti di campo: una lentezza che comporta ben due lati negativi; da un lato i rossoneri permettono alla linea difensiva avversaria di rientrare e chiudere tutti gli spazi, dall’altro la lentezza nel movimento del pallone, oltre che dei giocatori a ricercare gli spazi, permette agli avversari di recuperare palla e costringere il Milan a transizioni negative che, nella maggior parte dei casi, risultano catastrofici a livello di risultato.

    Carlos Bacca: siamo diventati pazzi? Mettiamo in discussione il miglior giocatore rossonero della passata stagione. Difficile contestare le qualità del singolo: ha gia dimostrato, fin dalla prima gara, che può battere da solo le squadre avversarie. Quello che si può contestare all’attaccante sudamericano è la sostanziale immobilità nel fronte offensivo specie quando gli spazi si chiudono. I palloni toccati contro l’Udinese si contano sulle dita di una mano oltre ai tiri in porta che, con i bianconeri a San Siro, sono stati uguali a 0. Probabilmente il sistema di gioco non aiuta il giocatore ad esprimersi al meglio, un problema che bisognerà valutare attentamente nelle prossime giornate.

    Centrocampo: il fatto di giocare quasi costantemente con un uomo in meno in mediana non aiuta il centrocampo dei rossoneri, che vive con grosse difficoltà qualsiasi situazione gli si porga davanti. In fase di impostazione manca personalità, aspetto che si manifesta ancora maggiormente in fase di transizione, sia negativa che positiva, dove i rossoneri vanno in difficoltà concedendo troppo gioco agli avversari. Ripartire da almeno un interprete con un carisma molto elevato, quello che prova a fare in parte Kucka quando schierato, sicuramente darebbe più solidità al reparto, aiutando il Milan ad essere più concreto in fase di difficoltà.

    COSA ASPETTARSI?

    Personalmente Montella è un allenatore che mi piace e sono convinto che, con il tempo, riuscirà a trovare la quadratura del cerchio anche con l’inserimento di qualche elemento di sua fiducia (vedasi Mati Fernandez). Il problema è il solito: il Milan ha poco tempo, e soprattutto voglia, di aspettare che i risultati arrivino con calma, per cui siamo alla solita diatriba del “vincere subito”. Quello che Montella potrebbe fare, probabilmente, per creare una nuova era rossonera è vincere probabilmente l’unica competizione conquistabile quest’anno: la Supercoppa Italiana contro la Juventus. Il problema dell’aeroplanino è l’avversario: un avversario che al di là delle qualità di individuali può essere la cartina al tornasole che può mostrare i più come, l’avversario che la passata stagione ha sconfitto i rossoneri in finale di Coppa Italia, possa essere domato come a vendicare una competizione che, l’anno precedente, doveva essere l’obiettivo che poi è andato, miseramente, fallito.

    * A cura di Paolo Riva, collabora come scout in Serie D per società di primo livello come Piacenza Calcio, partecipa come contributore per diverse testate sportive online quali footballscouting.it e mistermanager.it. E’ inoltre Co-Founder di Sports Open Data, organizzazione no-profit per la raccolta e l’elaborazione di statistiche sportive

  3. Quale sarà il futuro del Milan?

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    Sono ormai parecchi anni che i rossoneri sono lontani dalle posizioni di vetta: riusciranno a tornare in testa alla classifica in tempi brevi?

    Il campionato di serie A è stato fondamentalmente monopolizzato dalla Juventus: i bianconeri, dopo le vicende che li hanno visti lontani dalle posizioni che contano anche a causa di vicende che con il calcio giocato hanno poco a che fare, hanno praticamente distrutto la concorrenza con un progetto vincente non solo in campo (con giocatori di qualità come Pogba o Vidal), ma anche fuori con la costruzione di una società come un’azienda e naturalmente dello Juventus Stadium, vero e proprio fiore all’occhiello delle infrastrutture sportive italiane.

    Delle squadre che, più di tutte, è sparita dai radar delle posizioni di testa probabilmente il Milan è quella che ha subito una parabola discendente peggiore. Sono molti gli aspetti che, insieme, hanno provocato una caduta libera della società di Silvio Berlusconi: tanti, magari non sempre gravi, problemi che insieme hanno causato un’emorraggia che sembra difficilmente curabile senza un intervento esterno.

    In primis la rosa della squadra, probabilmente l’aspetto che in questo momento è più sotto gli occhi dei tifosi (in maniera negativa), ma che probabilmente è anche quello risultato più positivo al termine di questa stagione. Se da un lato sotto i riflettori appaiono le prestazioni magari non sempre all’altezza anche di nomi altisonanti (vedasi capitan Montolivo o il sempre citato Mario Balotelli), dall’altro molti nuovi acquisti hanno fatto un’ottima prestazione. Alcuni esterni quasi come scommesse (vedasi Bacca) altri interni e magari insperati (leggasi Donnarumma) e, purtroppo, alcuni inaspettati seppur in negativo (come ad esempio Bertolacci): quindi se da un lato qualcosa è andato storto, di certo molto è da ritenersi positivo e bisogna impegnarsi a vedere questo piccolo spiraglio di luce per ripartire verso le posizioni che contano.

    Secondo argomento, quello che fa discutere di più i giornalisti probabilmente, è il comparto tecnico. Ci sono stati anni in cui vigeva la leggenda del “…al Milan non si esonerano gli allenatori…” per passare all’attuale “5 allenatori in 2 anni”. Qui l’errore dirigenziale è stato molto grave: la voglia di riuscire a costruirsi l’allenatore in casa, purtroppo, ha portato i rossoneri a perdere una propria identità a fronte della ricerca di una nuova, sempre diversa, a seconda del mister di turno. Dove non arrivano i risultati a fare l’esonero ci pensano il carettere dell’allenatore a portare verso una risoluzione che non può fare altro che male ad una società in cerca di stabilità. Quasi assurdo pensare che l’allenatore è l’unico dei problemi (troppi i cambi a fronte di risultati uguali), con conseguente domanda spontanea: davvero servirà l’intervento di Brocchi per poter aiutare il Milan a vincere la Coppa Italia?

    Ultimo argomento che probabilmente merita un approfondimento è sicuramente l’aspetto dirigenziale: inutile nascondersi dietro a un dito, questa dirigenza sembra aver perso completamente il polso della situazione. Spesso con troppo poco mordente anche a causa di troppe condizioni da soddisfare per ogni singola decisione, troppe mani da stringere per riuscire ad arrivare a concludere un’attività. Questa burocrazia “obbligata” fa si che i tempi sportivi, tendenzialmente molto rapidi specie in ottica “prendere l’occasione al volo”, si dilatino in maniera abnorme, portando alla fondamentale debolezza societaria in qualsiasi trattativa sia essa interna ed esterna. A questo va aggiunto anche una debolezza societaria che, oltretutto, nasce dalla mancanza di visibilità al di fuori del territorio nazionale.

    Quindi quale sarà il futuro del Milan? Difficile dirlo, molto dipenderà dal suo presidente. Credo che un intervento esterno sia necessario, magari non un allontamento del presidente Berlusconi (anche se probabilmente potrebbe giovare anche di più). La necessità primaria è costruire sicuramente un progetto solido a livello sportivo: avere il coraggio di credere in un allenatore, nel bene e nel male (in questo caso probabilmente il concetto “Milan ai milanisti” dovrebbe far arrivare un allenatore in orbita rossonera nel passato: escludendo Ancelotti un papabile potrebbe essere Donadoni ad esempio), ma soprattutto di seguire le sue direttive per costruire una squadra vincente non nell’immediato, ma almeno nel breve. Considerando la situazione attuale difficile ipotizzare una società vincente prima di 3 anni: sempre che le condizioni di solidità si mantengano e portino dritte ad un progetto realistico che l’intera dirigenza abbia il coraggio di difendere anche durante i periodi più complicati. Per ora non resta che vedere se l’offerta cinese verrà accettata, che il Milan diventi di proprietà orientale?

  4. Rombi, triangoli e palle inattive: il Milan fa suo il derby! (Video analysis)

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    Una gara dai contenuti tecnici piuttosto deludenti non nega la rilevazione di qualche spunto a livello tecnico tattico, anzi. Nel’analisi filmata si è voluto fare luce sugli aspetti che hanno contraddistinto la fase difensiva del Milan e in particolare:

    • la novità del modulo dei rossoneri schierati con un centrocampo “a rombo” con de Jong vertice basso e Taarabt dietro le due punte Kakà e Balotelli;
    • la difficoltà che ha creato l’Inter con continui cambi di gioco nella zona di Jonathan a De Sciglio e Poli specialmente nel primo tempo;
    • due situazioni, molto interessanti a livello didattico: uno “scappo e stringo” ben eseguito e una copertura “a triangolo” su un pallone lungo;
    • due situazioni dai palla inattiva (tra cui quella relativa alla rete del Milan).
    Schermata 2014-05-06 alle 07.24.05
    La disposizione iniziale delle due squadre contrapposte: 1-4-3-1-2 vs 1-3-5-2

    Qualche dato statistico (fonte Opta):

    • andando a osservare il numero dei tiri verso la porta, scopriamo che il Milan ha eseguito 14 tentativi, 4 dei quali nello specchio della porta, 6 fuori e 4 bloccati; di contro l’Inter ha tirato 7 volte delle quali 4 nello specchio e 3 bloccati.
    • equilibrio per ciò che concerne il possesso di palla: 52,5% Milan, 47,5% Inter;
    • il Milan ha effettuato 26 cross, dei quali solo 4 positivi; Inter: 18/3.
    • palloni recuperati: Milan 50, Inter 33.
    • il dato dei duelli aerei vene una fisiologica superiorità nel gioco aereo dei nerazzurri: su 17 palloni, 7 vinti dal Milan e 10 dall’Inter.

     

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    A cura di Claudio Damiani coach, match & video analyst

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  5. Roma – Milan: pillola di video analysis (tiki-taka e gol!)

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    Dalla video analisi di Roma-Milan del 25 aprile 2014, ho estratto una fase di gioco emblematica di cosa sta producendo la Roma di Garcia a livello tecnico-tattico.

    Lo scambio di ruoli effettuato dai giallorossi sia in fase di possesso che in fase difensiva ha oramai raggiunto una sincronia e un’efficacia importante!

    I difensori esterni sono due attaccanti aggiunti che coprono le fasce laterali nell’ 85/90% delle azioni offensive; le tre punte spaziano a destra e sinistra su tutto il fronte difensivo avversario rimanendo costantemente imprevedibili; i tre centrocampisti hanno capacità tecniche che li rendono molto spesso dare inizio alle azioni ragionate dalle retrovie (un po’ meno Nainggolan).

    Roma - Milan disp
    Il modulo della Roma: in campo regna efficace l’imprevedibilità vincente!

    E’ il sistema di gioco che fa vincere la Roma, la filosofia ben inculcata da Garcia ai suoi giocatori; il modulo è molto poco indicativo, è roba da carta stampata e siti web.

    Il modulo di gioco è il posizionamento dei giocatori in campo; il sistema di gioco è l’interpretazione dei ruoli che l’allenatore dà partendo da esso.

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    Alcune statistiche (Fonte Opta)

    Tentativi. Roma: 14 tiri, 2 gol, 4 in porta. Milan: 13 tiri, 5 in porta.

    Possesso palla: Roma: 63,8%. Milan 36,2%.

    Passaggi totali: Roma 560/639. Milan 282/353. Percentuali passaggi completati: Roma 88%, Milan 80%.

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    A cura di Claudio Damiani

  6. Video Analysis. Milan – Chievo: i rossoneri confermano la momentanea ripresa

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    Tanto ha fatto il Milan per guadagnare i tre punti; molto meno il Chievo (a tratti intimidito dal divario tecnico palese tra alcuni singoli).

    Di questa gara possiamo sottolineare il giusto e forse ritrovato assetto del Milan con un 1-4-2-3-1 con reparti stretti e corti in fase di non possesso, difensori esterni con una discreta propensione offensiva e un gioco d’interscambio tra Kakà e Balotelli che ha dato pochi punti di riferimento ai difensori veneti.

    I due mediani de Jong e Muntari (sostituito poi da Essien), hanno garantito una sufficiente costruzione del gioco e una più che discreta attività in fase di rottura.

    [vimeo]https://vimeo.com/90526638[/vimeo]

    Lo spiccato utilizzo della sovrapposizione finalizzata alla conquista del fondo del campo, ha inoltre dato il “la” alla realizzazione dei primi due gol del Milan. Da rilevare la buona prestazione di Taarabt che conferma quanto di buono fatto nella gara di Firenze partendo largo a sinistra per eseguire con e senza palla una costante ed efficace conversione verso la porta avversaria.

    Andando a verificare alcuni dati statistici possiamo evidenziare, attraverso il numero dei passaggi effettuati, la non eclatante supremazia nel possesso palla della squadra di casa (56%): 505 passaggi Milan contro i 393 dei Clivensi; completati? Rispettivamente 82% e 78%.

    La miglior qualità dei cross effettuati dal Milan ha portato al gol di Balotelli e al secondo di Kakà; ad ogni modo il computo dei cross è pari a 18 Milan (3 andati a buon fine), contro i 19 degli ospiti (2).

    Tiri: in porta, 5 a 1 per il Milan; fuori 5 a 6.

    Milan-Chievo 3-0
    Milan: Abbiati 6, Bonera 6,5, Zaccardo 6, Rami 6,5, Emanuelson 6, De Jong 6,5 (59′ Poli 6), Muntari 6 (43′ Essien 6), Honda 6, Kakà 7,5 (73′ Robinho 6), Taarabt 6,5, Balotelli 7. A disposizione: Gabriel, Coppola, Silvestre, Zapata, Birsa, Saponara, Pazzini. Allenatore: Seedorf 7
    Chievo: Agazzi 5,5, Sardo 5,5, Dramé 5 (67′ Cesar 6), Frey 5, Dainelli 5,5, Bernardini 5,5, Radovanovic 5, Bentivoglio 5, Hetemaj 6 (77′ Guarente sv), Obinna 5 (62′ Thereau 5), Paloschi 5,5. A disposizione: Puggioni, Squizzi, Do Santos, Canini, Kupisz, Lazarevic, Paredes, Stojan, Pellissier. Allenatore: Corini 5
    Marcatori: Balotelli, Kakà, Kakà
    Ammoniti: –

    Milan - Chievo disposizione iniziale
    La disposizione iniziale delle due squadre: il Chievo ha mantenuto l’1-5-3-2 per tutta la durata del match

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    A cura di Claudio Damiani

  7. Analisi (video) Fiorentina – Milan: contro ogni pronostico!

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    Rossoneri improvvisamente rinati o Fiorentina deconcentrata, al di sotto delle sue potenzialità?

    Il Milan visto in questa gara, in una situazione societaria e tecnica a dir poco complicata, ha mostrato compattezza, voglia di fare e personalità. Reparti ben collegati in fase difensiva, qualche errore a livello individuale certo, ma per ciò che riguarda la fase di non possesso la squadra si è ben comportata.

    Fiorentina - Milan
    La disposizione delle due squadre contrapposte a inizio gara

    In fase offensiva, si son viste più d’una transizione eseguita con velocità e concretezza. Gli elementi che maggiormente hanno partecipato alle azioni di contropiede sono stati Kakà, Muntari, Honda (ottima la sua prestazione) e Taarabt.

    La Fiorentina, sembrava avesse trovato una serata diversa dalle altre, quelle che nel calcio possono capitare ma che per gli obiettivi e le aspirazioni viola, non devono persistere. Più un problema di approccio alla gara, seppur al primo tentativo di inizio dell’azione basso del Milan, un’azione di pressing andato a buon fine lasciasse presagire a tutt’altra mentalità.

    [vimeo]https://vimeo.com/90272819[/vimeo]

    Fiorentina (4-3-3): Neto; Tomovic (23′ st Wolski), G. Rodriguez, Savic, Pasqual ( 18′ Roncaglia); Mati Fernandez, Ambrosini, Borja Valero; Joaquin (34′ st Matos), Matri, Cuadrado. A disp.: Rosati, Lupatelli, Diakitè, Fazzi, Venuti, Bakic, Aquilani, Ilicic. All.: Montella

    Milan (4-2-3-1): Abbiati; Bonera, Rami, Mexes, Constant; De Jong, Muntari; Taarabt (34′ st Birsa), Kakà, Honda; Balotelli (44′ st Zaccardo). A disp.: Amelia, Gabriel, Zapata, Emanuelson, Silvestre, Cristante, Essien, Saponara, Robinho, Pazzini. All.: Seedorf

    Arbitro: Orsato

    Marcatori: 23′ Mexes, 19′ st Balotelli

    Ammoniti: Balotelli (M), Ambrosini (F), De Jong (M), Constant (M), Roncaglia (F), Taarabt (M), Abbiati (M), Bonera (M), Mexes (M), G. Rodriguez (F)

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    A cura di Claudio Damiani

     

  8. E’ arrivato Honda al Milan: si parla di “jet lag”

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    E’ arrivato Honda al Milan e Galliani ha affermato ai media che sarebbe prematuro farlo giocare già da domenica contro il Sassuolo.

    Neanche fosse lui l’allenatore o facesse parte dello staff tecnico…

    galliani allegriFosse lui a palpare la stanchezza o le sensazioni dei giocatori, a seguirli durante la seduta, a vivere la settimana in campo.
    Viene da sorridere, anche se in realtà per ciò che riguarda il neo acquisto del Sol Levante un problema legato ai fusi orari potrebbe sussistere: il così chiamato “jet lag”.

    Ma cos’è il “jet lag”?

    Esso (spesso indicato come “mal di fuso”) o disritmia, discronia o ancora disincronosi circadiana, è una condizione clinica che si verifica quando si attraversano vari fusi orari (di solito più di due fusi orari), come avviene nel caso di un lungo viaggio in aereo.

    In questi casi, giunti a destinazione si è assonnati, stanchi o confusi. Il fenomeno si verifica a causa dell’alterazione dei normali ritmi circadiani; per ripristinarli, spesso viene utilizzata la melatonina. (fonte Wikipedia).

    Quindi, la preoccupazione dell’Amministratore delegato e vice presidente rossonero non è poi così infondata; resta un fatto: si presume che certe scelte tecniche debba eseguirle solo ed esclusivamente l’allenatore…

    La gravità delle manifestazioni del Jet lag può essere variabile e dipende da:

    • Numero di fusi orari attraversati: la probabilità di sviluppare il Jet lag aumenta proporzionalmente con il numero di meridiani attraversati.
    • Direzione del volo: il Jet lag si verifica solo in caso di voli trasversali, da ovest verso est e viceversa, e non quando si viaggia lungo lo stesso meridiano (nord-sud). Il disturbo si può avvertire maggiormente se si viaggia verso est, perché si “perdono” ore. Il problema del Jet lag è particolarmente pronunciato per i piloti di linea, gli equipaggi e chi viaggia con una certa frequenza. Le compagnie aeree hanno regolamenti volti a combattere la stanchezza dei piloti, causata da Jet lag.
    • Ora di partenza e di arrivo.
    • Fattori ambientali: la ridotta umidificazione dell’ambiente durante il viaggio aereo e la limitazione dei movimenti per periodi prolungati possono favorire la comparsa di alcuni sintomi del Jet lag.
    • Suscettibilità individuale: età, sesso e condizioni di stress.

    Solitamente la pausa per le nazionali restituisce ai club i giocatori impegnati, solo poche decine di ore prima dei vari impegni. E in qualche modo questo influenza le scelte degli allenatori, costretti già, soprattutto quelli impegnati in Europa, a districarsi in turnover più o meno accentuati. In realtà in casi è difficile parlare di giocatori stanchi, la differenza sostanziale la fa il jet-lag.

    Giocherà il nuovo acquisto del Milan?

    Utilizza il calcolatore di jet lag!

     

    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  9. Milan, c’era una volta Aubameyang…

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    Cari tifosi milanisti ricordate Pierre-Emerick Aubameyang, beh forse no perchè ha giocato solo nella primavera del Milan. Il giovanne attaccante dopo aver passato dal 2007 al 2008 nella primavera del Milan, fu prestato in francia al Dijon dove porto’ a casa 8 gol da li fu prestato anche al Lille e al Monaco dove segno’ solo 2 gol a squadra. Ma nel 2011 fu acquistato dal Sain Etienne dove incredibilmente fece 16 gol su 36 partite e il giocatore inizio’ fece innamorare alcune squadre europee. Campionato 2012-2013 il Saint-Etienne lotta per la Champions infatti si trova alle spalle del Marsiglia(3) a -2, indovinate un po chi e il capocannoniere della squadra? Proprio lui Aubameyang con 19 reti. Ora il 23enne ha fatto impazzire mezza europa e tra questi anche il Milan, ma purtroppo lui a sottolineato di non voler tornare in serie A, ma vorrebbe giocare in Inghilterra.

  10. Milan, si punta di nuovo su Fabregas.

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    Erano 2 anni fa quando il Milan era vicino all’acquisto di Cesc Fabregas , ma purtroppo falli’ dopo che arrivo’ il Barcellona offrendo 40mln di euro all’Arsenal. Cesc cresciuto nella cantera blaugrana accetto’ l’offerta dei spagnoli, ed il Milan resto’ a secco. Ora il giocatore si trova bene in Spagna, tranne che una settimana fa in Barcellona-Bayern fu fischiato facendo in modo che il presidente Rossel lo potrebbe mettere sul mercato. Secondo quanto riporta Tuttomercatoweb il Milan e già pronto per portare il giocatore in serie A , sperando che,quanto riportato dal giocatore,non ritorni all’Arsena. Naturalmente ora non si sa niente sulla possibile offerta del Milan al Barcellona. Ma vi terremo aggiornati.

  11. Il re dell’est…Andriy Shevchenko

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    Molti erano i campioni che popolavano il calcio italiano, fra questi c’era Shevchenko. Un campione unico, infatti che tirasse col destro, col sinistro, da fuori area, da dentro l’area, per il portiere non c’era scampo. Capace di grandi scatti in velocità, di un grande dribbling ed era anche abile nel colpire la palla di testa, era una potenza della natura e come i più grandi campioni vinse il pallone d’oro. Il Milan lo acquistò nel 1999, a 23 anni, dopo che l’anno prima era finito su tutti i giornali per aver segnato 3 reti in casa del Barcellona. Nei primi anni nonostante segnasse tanto ( si ricorda la splendida rete con la Juventus da fuori area) non riesce a vincere niente ma poi nella stagione 2002-2003, Sheva entra di diritto negli annali dei grandi calciatori, trasformando il rigore decisivo contro la Juventus che consegnò al Milan la sesta Champions. Il 23 Novembre 2005, pochi mesi dopo aver perso la finale di Champions nella “tragedia” di Instanbul, si prese una piccola vendetta segnando, nello stesso stadio dove perse la coppa, 4 reti in una sola partita di Champions . Nel 2006 per una cifra vicina ai 50 milioni, viene acquistato dal Chelsea, dove però non otterrà gli stessi risultati che ottenne al Milan. Un giocatore unico, indimenticabile, e chiunque abbia avuto la fortuna di vederlo, avrà per sempre un ricordo fantastico.

  12. Cafu, il pendolino della fascia destra.

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    Fra i giocatori più importanti del passato non si può non parlare di Marcos Evangelista de Moraes, meglio noto come Cafu. Arrivò in Italia grazie alla Roma nel 1997 già con un Mondiale alle spalle, vinto proprio contro l’Italia, e nel pieno della sua carriera, aveva infatti 27 anni. A Roma, dopo 6 stagioni ed aver vinto uno scudetto, decise che era l’ora di cambiare aria e passa al Milan. All’età di 33 anni quasi nessuno credette che potesse essere ancora importante in qualche squadra ma subito fece capire che non era così. Lui era il pendolino, colui che saliva e scendeva quella fascia, con quel chewingum e quel sorriso che lo contraddistinguevano. Fino a 38 anni è rimasto uno dei terzini più forti del nostro campionato, finchè alla fine del campionato 2008 decise di ritirarsi.

  13. Conte e lo stile Juventus

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    Era nell’aria. Sperare di vedere un Milan-Juve, la sfida scudetto per quanto riguarda questo campionato, senza alcuna polemica o veleno arbitrale non è stato possibile. Ad aizzare gli animi precedentemente, ci ha pensato il tecnico

    bianconero Antonio Conte, dispiaciuto a suo dire per “gli evidenti errori arbitrali ai danni della Juventus nelle ultime partite e che la sua società andava rispettata e non maltrattata in codesto modo.” Parole molto pesanti e di certo importanti queste dette dal tecnico leccese, ma prive di fondamento. Anzi, se andiamo ad indagare meglio, ricordo un Juventus-Cagliari 1-1 nel quale vennero negati 2 rigori solari alla compagine sarda, derivanti da 2 netti falli di mano in area bianconera di Pirlo. Poi è logico che gli errori possono susseguirsi, a favore o sfavore, ma le dichiarazioni di Conte contenevano un forte risvolto polemico, quasi a voler accennare all’esistenza di un complotto ai danni della Juventus. Questo clima di polemiche come spesso accade purtroppo, si è protratto fino alla sfida di sabato scorso, un Milan-Juventus che ora come ora vale una grossa fetta di scudetto. Tanto per cambiare già nella precedente sfida contro il Catania, la Juventus aveva beneficiato di un goal a mio parere, nettamente irregolare di Chiellini, reo di essersi “appoggiato” con tutte e 2 le braccia sul povero Bergessio. Ritorniamo però alla sfida di qualche giorno fa. Molti striscioni contro Conte e il suo “piangere” erano stati esposti dai supporters milanisti e già ciò faceva pensare ad una gara che in qualsiasi modo fosse finita, si sarebbe portata dietro uno stralcio infinito di polemiche. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, è l’episodio al minuto 25 della prima frazione di gioco: sull’1-0 per il Milan (a segno con Nocerino), Muntari in posizione regolarissima, raccoglie la respinta di uno strepitoso Buffon e di testa da 2 passi sigla il momentaneo 2-0 milanista, con la palla che oltrepassa la linea di almeno mezzo metro, prima che il portiere bianconero la ricacci sulla linea con un intervento da felino. Tutto lo stadio grida al goal ed esulta ma l’urlo di gioia viene strozzato dal non fischio di Tagliavento, che “aiutato” dall’assistente Romagnoli considera la parata di Buffon regolare. E’ qui che si scatena l’ira del tifo rossonero, volano insulti gratuiti da ogni settore dello stadio con cori inneggianti l’era moggiana e lo scandalo Calciopoli che sconvolse l’Italia. Com’era prevedibile gli animi si accendono anche in campo, con colpi proibiti (vedi pugno di Mexes a Borriello o

    gomitate di Pirlo a Van Bommel). A fine primo tempo accade l’incredibile: giustamente amareggiato, Galliani scende nel tunnel che porta agli spogliatoi chiedendo spiegazioni a Tagliavento e ai suoi assistenti sul perchè non avessero convalidato quel goal che tutto lo stadio, ad occhio nudo, aveva visto. A questo punto interviene il presidentino della Juventus Agnelli il quale invoca la presenza di qualche agente federale per mettere a verbale le parole di Galliani, quasi come se il calcio per lui fosse fatto soltanto di istanze e tribunali (la reiterata protesta contro lo scudetto ’06 assegnato all’Inter ne è l’esempio lampante). A peggiorare la situazione ci pensa il già recidivo Conte, che accusa Galliani e il Milan di “essere la mafia del calcio italiano”. Beh, da quale pulpito mi verrebbe da dire, il bue Conte che chiama cornuto l’asino Galliani. Non è esattamente da ammirare qualcuno che dice queste frasi, con la sua società di appartenenza che fino a qualche anno prima era a capo di una vera e propria associazione a delinquere del calcio. Quella si che può definirsi mafia. Per la cronaca comunque, la gara è terminata sul punteggio di 1-1 (goal di Matri) con lo stesso attaccante juventino che poco prima di realizzare il goal del pareggio, si era visto annullare una rete dubbia ma non certamente dello stesso peso specifico della segnatura ingiustamente non convalidata a Muntari nel primo tempo. Come ciliegina sulla torta a fine gara ha avuto luogo una rissa tra Conte (si sempre lui) e Chiellini da una parte, e Van Bommel e Ambrosini dall’altra, col tecnico bianconero che era andato a protestare contro il mediano olandese come se nulla nel prima tempo fosse successo.
    Vedere queste scene fa male, a noi ed al calcio nostrano stesso, soprattutto se i capri espiatori sono coloro che ci fecero vergognare di fronte al mondo intero una torrida estate di 6 anni fa.


     

  14. Carlos Tevez ad un passo dal Milan

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    Una rinuncia sembra quasi di 9 milioni di euro che percepisce dal magnate sceicco, questo è il prezzo che dovrà “pagare” Carlitos Tevez per trasferirsi al Milan. Sarebbe l’ennesimo capolavoro di Adriano Galliani: un altro top player con dei rapporti difficili nella sua squadra e che probabilmente entrerà a far parte della famiglia rossonera già da gennaio, ancora una volta un affare costoso soltanto in senso assoluto vista la qualità del giocatore. L’argentino, in rotta da tempo con il Manchester City, ha raggiunto attraverso i suoi agenti un accordo economico con il Milan. L’argentino percepirà da gennaio a giugno un ingaggio pari a 2.5 milioni di euro netti più premi con il City che dovrebbe concedere come prestito gratuito con un diritto di riscatto fissato intorno ai 23 milioni di euro per tutto il cartellino. “El Apache” fu pagato dal City 40 milioni di euro spesi due stagioni fa per strapparlo ai rivali storici del Manchester United, e pur di levarsi il suo ingaggio astronomico e i premi contrattuali, i dirigenti inglesi sarebbero disposti anche ad un ulteriore sconto sul cartellino per il riscatto. Resta il fatto che con l’acquisto di Tevez, il Milan potrà chiudere il buco lasciato da Cassano che rientrerà alla fine della stagione (forse), e se come ormai fonti danno tutto per fatto, Allegri potrà contare di un attacco da mille e una notte, sopratutto per lo scudettto che dovrà difendere col coltello tra i denti, visto che la Juve sembra in grande spolvero, e ci sono squadre insidiose come Udinese, Lazio, e Napoli pronte ad inserirsi. Proprio per questo è stato scelto Tevez!!!

     

  15. Champions League: Chelsea primo, Spalletti resiste al Dragào, incredibile Marsiglia, Barcellona accademia e Milan in gita turistica a Plzen

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    Incredibile rimonta del Marsiglia, che ha rimontato 2 reti contro il Dortmund vanificata dalla la vittoria ottenuta dall’Olympiakos contro l’Arsenal. Francesi agli ottavi come secondi nel girone, greci in Europa League. E’ passato e allontanato la crisi anche il Chelsea di Villas Boas approfittando anche del pareggio del Leverkusen sul campo del Genk. Per il Valencia solo Europa League. Obiettivo qualificazione raggiunto anche per lo Zenit, uscito indenne da Dragao di Oporto. Anche in questo caso per l’ex-squadra di Villas Boas c’è la consolazione della qualificazione all’Europa League, competizione vinta lo scorso anno. Per il Milan una gita turistica a Plzen dove i padroni di casa avevano come obiettivo centrare l’EPL trovato grazie alla rete del 2-2 nel finale. Al Camp Nou pura accademia per il Barca con la “seconda squadra” (altro…)

  16. Champions League: Barcellona troppo superiore per il Milan, finisce 3-2 al Meazza

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    Un match spettacolare tra le squadre più prestigiose del mondo, questo è stato Milan-Barcellona, gara valida per la 5a giornata della fase a gironi Champions. Hanno avuto la meglio i campioni d’Europa in carica, con il punteggio di 3-2. Rossoneri che alla fine, nonostante si siano arresi ai “marziani” hanno giocato una buona partita, rispondendo colpo su colpo a Messi e c. (altro…)

  17. De Laurentiis: “Hamsik al Milan? Si vedrà..”

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    Uno dei temi più roventi di questo calciomercato estivo è sicuramente la cessione del gioiellino del Napoli Marek Hamsik, vicenda che sta tenendo banco da giorni ormai e che a breve forse vedrà un epilogo. Il presidente dei partenopei ha espresso più volte il desiderio di trattenere il nazionale slovacco a Napoli ma negli ultimi giorni l’estroso centrocampista è parso sensibilmente più vicino al Milan di Allegri rispetto le settimane precedenti.

    Complici le dichiarazioni del giocatore azzurro che ha più volte ribadito la stima che nutre verso il club rossonero, sottolineando il fatto che semmai approdasse al Milan sarebbe una svolta per la sua carriera, le speranze di Galliani si sono fatte più corpose e plausibili.

    Oggi il presidente del Napoli De Laurentiis ha così commentato la vicenda su Radio Marte: “Per me Hamsik è incedibile, se poi ci fosse qualcuno che desideri realmente sedersi al mio tavolo ha tutto il diritto di farlo, ma sapendo già da prima che questo tavolo è molto costoso. Le cose sono più semplici di ciò che appare e di ciò che viene scritto: se qualcuno è realmente interessato a Marek non deve far altro che comunicarmelo con una trattativa ufficiale e seria, dopo di che ne discuteremmo a lungo insieme e se fosse possibile troveremmo un accordo. So che il giocatore ha espresso il desiderio di giocare con il Milan, capisco il suo punto di vista, ma qualora non arrivassero offerte pari al valore del calciatore non se ne farebbe nulla. Il Napoli in questi anni ha fatto un enorme lavoro per far crescere il ragazzo, lo ha coccolato, aiutato e messo nelle condizioni di rendere al massimo, non vorremmo privarcene, ma se così sarà la trattativa dovrà essere quantomeno soddisfacente per le tasche azzurre. Nel calcio si sa tutto è possibile, ogni trattativa è chiaramente fattibile anche se spesso società e giocatori affermano il contrario, tutto sta nel trovare un accordo che soddisfi ogni parte e non scontenti nessuno.”

  18. Mexes: “Desideravo il Milan fin da bambino”

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    è un Philippe Mexes raggiante e soddisfatto quello che si rivolge alla stampa in veste di neo-milanista, dichiarando di non vedere l’ora di indossare la casacca rossonera per scendere in campo e vivere al massimo questa nuova esperienza. La Roma è ormai alle spalle, il futuro si chiama Milan.

    Così Mexes ha dichiarato ai giornalisti: “Sono molto orgoglioso di poter indossare questa maglia il prossimo anno, perchè penso sia un sogno per ogni calciatore arrivare in un club così titolato e blasonato. Spero di poter stare al Milan per almeno quattro anni e di potermi togliere numerose soddisfazioni. Ora vengo in punta di piedi e sicuramente non pretendo nulla, anzi prenderò esempio da tutti i grandissimi campioni che affollano questa squadra sperando di migliorare ancora e di rendere felici i tifosi. Era un sogno che avevo da bambino quello di approdare al Milan ed ora che ho avuto l’opportunità di realizzarlo di sicuro non me la farò sfuggire. Avere Nesta e Thiago Silva come compagni è un grandissimo onore, li ritengo calciatori insuperabili e spero di poter essere alla loro altezza.”

    Doveroso poi un pensiero del centrale francese per la Roma, club che lo ha ospitato per sette lunghi anni, consacrandone il talento: “A Roma ho passato anni meravigliosi che non dimenticherò mai, ho lasciato dei grandi amici a cui auguro tutto il bene del mondo, ma ora ho voltato pagina e il mio presente si chiama Milan. Un pensiero su Francesco Totti? Lo ringrazio perchè mi ha aiutato molto e forse senza di lui ora non sarei qui. Mi dispiace soltanto che ora dovrò marcarlo e questo non sarà affatto facile, in compenso almeno mi eviterò di “duellare” con Pato ed Ibrahimovic..” Una riflessione poi sul suo amico ed ex compagno di squadra Menez, prossimo indiziato ad abbandonare la squadra giallorossa: “Sarebbe bello se Jeremy venisse al Milan perchè ha un talento enorme e sicuramente sarebbe molto utile alla causa. In ogni caso gli auguro di trovare un club adatto a lui, perchè se lo merita.”

     

  19. Milan, Galliani: “Faremo un mercato da Champions”

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    Galliani non gioisce ancora per l’imminente e praticamente ormai detto Scudetto rossonero, poichè come afferma lui stesso “frenato dalla scaramanzia e dalle “gufate” bipartisan”, seppur pervaso dall’ottimismo scelga di volgere già uno sguardo al mercato estivo.

    Il Milan è infatti ormai ad un passo (ad un punto più correttamente) dal tricolore e l’ad rossonero non ha intenzione di perdere tempo, così come afferma entrando in Lega questa mattina: “Il Milan sta già monitorando e seguendo varie situazioni, anche se ancora tutte in linea prettamente teorica dato che abbiamo intenzione di muoverci soltanto ad obiettivo raggiunto ed ufficializzato. Finora non abbiamo parlato con nessuno dei nostri giocatori, e quando dico “nessuno” mi riferisco anche a Seedorf, lui come tutti gli altri dovrà aspettare che il campionato sia finito.”

    Tanti amuleti quindi, bocche pressochè cucite, ma con un’unica certezza: il prossimo mercato rossonero sarà improntato ad un miglioramento della squadra soprattutto in chiave Champions League, competizione dove il Milan ha continuato a trovare difficoltà anche in questa ottima annata. “L’Europa e il blasone continentale sono sempre stati nostre priorità, dal prossimo anno lo saranno ancora di più perchè senza ombra di dubbio le operazioni che faremo quest’estate saranno propedeutiche ad un accrescimento dell’organico in chiave Champions.”

    Per ora Galliani è convinto,e non si nasconde dietro schermaglie del caso, soltanto su un argomento, snellire l’organico di un numero cospicuo di giocatori: “Di una cosa siamo certi e cioè che nella prossima stagione il Milan dovrà avere una rosa meno estesa, 31 giocatori sono davvero troppi e difficili da gestire. Dovranno diventare massimo 25-26 in modo da permettere anche all’allenatore di muoversi meglio e con più tranquillità. Chi verrà sacrificato? Non ne ho idea ora, parleremo al più presto con Allegri e decideremo di conseguenza. Abbiamo tanti giovani nel nostro organico, così come tanti “anziani”, vedremo più in là come sarà più opportuno agire.”

  20. Milan, Allegri: “Lo Scudetto è vicino”

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    è quasi tempo di bilanci per le squadre coinvolte nel campionato italiano, soprattutto per il Milan che si appresta a festeggiare il tanto bramato Scudetto probabilmente con qualche giornata d’anticipo. Massimiliano Allegri è raggiante ed ammette senza mezzi termini: “è vero se l’Inter domani viene bloccata in casa dal Cesena potremo festeggiare lo Scudetto con tre giornate d’anticipo, un sogno e una grande soddisfazione per noi. Per ora però non vogliamo pensare a quest’ipotesi rosea e ci teniamo a rimanere ben concentrati, al fine di vincere nello scontro che ci vedrà contrapposti ad un Bologna ferito e pur sempre pericoloso. Se non festeggeremo questa domenica lo faremo la prossima ne sono certo.”
    Il tecnico rossonero riesce a trattenere a stento la felicità in conferenza stampa, anche se ci tiene a ricordare a tutti che ancora non è stato vinto nulla in maniera ufficiale e che quindi è d’obbligo restare con i piedi per terra: “Non voglio che i miei giocatori affrontino le partite sentendosi già i trofei in tasca, sia per rispetto dell’avversario sia perchè nel calcio si sa tutto è possibile e non voglio che qualche colpo di scena improvviso ci rovini la festa. Per ora siamo in ballo per Scudetto e Coppa Italia, ma parleremo di successi e trionfi soltanto quando sarà tutto finito, magari davanti ad un bel bicchiere di vino..” Allegri scherza pur mantendosi concentrato e razionale, anche quando i giornalisti in sala gli fanno notare che seppur a livello italiano quest’anno il Milan sia “risbocciato”, a livello europeo la strada sia ancora lunga: “Credo che anche quest’anno avremmo potuto fare bene in Champions League, purtroppo ci hanno penalizzato alcuni infortuni ed un pò di malasorte. Il prossimo anno senza dubbio ci rinforzeremo ulteriormente e con ogni probabilità riusciremo a dire la nostra in Europa fino alla fine.”
    Il futuro infatti è già dietro l’angolo, come anche il talentuoso Ganso, che pare sia sempre più intenzionato a firmare per il club rossonero. Se tutto andrà in porto come preventivato ed immaginato fino ad ora, l’esordio per Allegri alla guida di una grande squadra come il Milan sarà giudicato da tutti, forse anche dai suoi detrattori iniziali, come assolutamente positivo. Anche in Italia è iniziato un nuovo ciclo di allenatori “alla Guardiola?”
  21. Lo scudetto nei piedi di Cassano

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    Sarà Antonio Cassano a guidare l’attacco rossonero nelle ultime cinque partite del campionato che potrebbero consegnare al Milan il 18° scudetto. Saranno probabilmente le sue giocate a decidere questo campionato che ha visto la squadra di Allegri in testa alla classifica dal turno infrasettimanale del 10 Novembre quando, sconfiggendo il Palermo di Delio Rossi (avversario domani sera nella gara di andata della semifinale di Coppa Italia), scavalcò la Lazio fermata a Cesena.

    Antonio domani sera a Palermo sarà affiancato in attacco da Zlatan Ibrahimovic che in campionato salterà i prossimi due turni per squalifica, dopo gli insulti rivolti al guardalinee in occasione del match contro la Fiorentina. Ma in campionato tutto sarà sulle spalle del talento di Bari vecchia poiché Pato si è procurato uno stiramento ai flessori della coscia destra e ne avrà per tre settimane (rientrerà alla penultima giornata contro il Cagliari) mentre Inzaghi, pur essendo in via di guarigione dopo il lungo infortunio al ginocchio che lo tiene fermo da metà novembre, non è ancora pronto per tornare in campo da titolare.

    Dopo le brusche frenate di Napoli e Inter, il Milan è a un passo dal titolo nazionale che manca nella bacheca di Via Turati dalla stagione 2003-2004 (il Milan di Ancelotti, Kaka e Shevchenko). Per coronare il sogno dei tifosi rossoneri serve un Cassano diverso da quello visto nei minuti finali del derby contro l’Inter: “Il mio è un record mondiale: gol, ammonizione ed espulsione in un minuto, anche se sono contento di essere entrato nella storia del derby di Milano. Mentre contrastavo Cordoba sapevo di prendere il giallo, ma ero talmente felice per il gol che mi ero dimenticato di essere stato appena ammonito: è un’altra ingenuità che ho commesso e che pagherò. Ne ho commesse tante nella mia carriera, spero di commetterne sempre meno”.

    E i tifosi sognano che sia proprio Antonio il giocatore decisivo in questo rush finale, che possa decidere le prossime due partite contro Brescia e Bologna, che possa sentirsi punto di riferimento per i compagni, come a lui piace essere, e che possa trasformare la sua esuberanza in senso di responsabilità, soprattutto adesso che è diventato papà di Christopher.

    E che il 18° titolo del Milan possa passare dai suoi piedi.

     

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