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  1. Sono tornate le 7 sorelle?

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    In questo calcio moderno spesso capita che piccole società riescano a raggiungere obiettivi importanti come Europa (vedi Sassuolo) o campionati nazionali e relativa Champions (vedi Leicester): ma in Italia potrebbe essere tornato il momento delle “7 sorelle”?

    L’argomento “7 sorelle” non è magari proprio alla portata dei più giovani mentre invece, per chi ha qualche anno in più, era l’argomento classico per ciò che concerne le qualificazioni europee: l’andamento delle sette sorelle, le sette grandi società italiane, era l’argomento di tutti i tifosi italiani che non si chiedevano, come magari accade oggi, se la propria squadra sarebbe riuscita ad arrivare in Europa o meno, quanto se fosse stata in grado di andare in Champions oppure no, possibilmente senza passare dai preliminari. La qualità del calcio italiano ha fatto si che, nell’arco di un decennio, si sia passati dalla domanda “andiamo in Champions?” a “arriviamo almeno nei primi 6 per giocare in Europa?”

    Eppure quest’anno, al netto delle “grandi” di oggi che sono Juventus e Napoli, sembra davvero che le altre “5 sorelle” siano veramente in grado di fare un campionato da protagonisti: proviamo ad analizzare velocemente una ad una per valutarne le effettive possibilità a fine stagione.

    Inter: attualmente terza in classifica è probabilmente la squadra con la situazione un po’più complessa rispetto alle altre sorelle. A fronte di una squadra decisamente composta di grandi nomi, la qualità del gioco sembra risultare decisamente latitante specie quando l’avversario non è la Juventus di turno. Servirà pazienza per i tifosi nerazzurri durante la stagione che potrebbe essere placata magari schierando qualche giovane di turno che tanto piace al tifoso affezionato ai colori della società e che potrebbe anche far chiudere più di un occhio sulle mancanze del De Boer allenatore. Credo sia più pronta per un Europa League che per una Champions dove però si candida sicuramente come outsider.

    Roma: quarta dopo una sconfitta per 3-1 contro il Torino secondo me i giallorossi hanno guadagnato meno di quanto probabilmente avrebbero dovuto. Difficile capire di chi sia la colpa, probabilmente solo un difetto di condizione e di fiducia che sta portando i giocatori più quotati lontano dalle loro prestazioni più ottimali. Probabile che la stagione giallorossa fosse stata studiata diversamente (pensando al passaggio in Champions), probabile che vedremo tra un mese la Roma al top della condizione per poi essere di nuovo al top verso primavera e chiudere al top il campionato. Secondo me possono arrivare tranquillamente in Champions se riescono a mantenere la calma nei momenti complicati.

    Lazio: è forse la squadra che mi ha impressionato di meno, a fronte di una qualità della rosa secondo me di buon livello (specie in attacco). Probabilmente sono da risolvere i problemi caratteriali della rosa, con forse troppe prime donne a fronte di un organico che ha bisogno soprattutto di solidità: una solidità che non sempre sarà in grado di mantenere un allenatore non proprio esperto come Inzaghi (Simone). Probabilmente saranno la “settima sorella”, fuori dalle coppe.

    Milan: sesto posto, grande contestazione dei tifosi è forse il miglior Milan a livello di solidità degli ultimi anni. A fronte di un potenziale offensivo non proprio al top, la formazione di Montella sembra essere molto più attenta a “non prenderne” che “a segnarne”. Un aspetto molto importante specie in un campionato duro come quello italiano: improbabile un arrivo in Champions, secondo me il Milan se mantiene la concentrazione attuale può togliersi la soddisfazione di ritornare almeno in Europa League dopo 3 anni di assenza dal palcoscenico continentale.

    Fiorentina: la classifica non le da un grande vantaggio, attualmente 12esima, anche perchè a differenza di tutte le altre ha una partita in meno (altrimenti con 3 punti probabili in più sarebbe al quarto posto) la formazione di Sousa sembra più pronta per giocarsela per l’Europa League che per la Champions. Personalmente mi piace la squadra viola, ha un gioco molto interessante anche se difficile da gestire in Italia. Forse quasi con più probabilità di fare bene in Europa che nello stivale, non credo sia un problema rimanere nei top 6.

    E voi che ne pensate, sono veramente tornate le “7 sorelle”?

  2. Saranno Scout – Analisi su Mauro Icardi

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    a cura di Fabio Piscione*

    Iniziamo questa settimana un nuova rubrica che vuole essere una sorta di “trampolino di lancio” per chi, come molti voi lettori, vuole provare a diventare scout. Per questo prendiamo a prestito la categoria “Talenti Emergenti” in maniera anomala, rapportandoci non ai giocatori, in questo caso, ma agli “Scout Emergenti”. Sentitevi liberi di commentare e dire la vs.opinione in merito aiutando questi talenti a crescere migliorando le loro analisi, ponendo anche il vs.contraddittorio in merito.

    Se anche voi volete scrivere la vostra analisi, contattateci proponendo un vs.articolo: insieme lo adatteremo ai contenuti web di mistermanager.it dandovi la visibilità che meritate, aiutandovi anche a mettervi un po più in gioco; passiamo ora alla scheda preparata da Fabio Piscione su Mauro Icardi.

    MAURO ICARDI
    Società: Inter
    Anno di nascita: 1993
    Nazionalità: Argentina

    Schierato come attaccante centrale in un sistema di gioco che varia dal 4-2-1-3 al 4-5-1. Giocatore dotato di una buona tecnica individuale, predilige la protezione della palla con scarico ai compagni vicini. Ottima capacità di smarcarsi e farsi vedere negli spazi vuoti giocando spesso sul filo del fuorigioco. Ha delle spiccate doti realizzative, specialmente dall’interno dell’area di rigore. Anche se marcato da giocatori più alti di lui, il giocatore ha dimostrato di saperli sovrastare nel colpo di testa, segnando numerosi gol.
    Predilige l’uso del piede destro, il mancino non viene usato molto. Per quanto riguarda la conclusione a rete, ha una certa confidenza col tiro piazzato quando si trova a tu per tu col portiere. Da fuori area il tiro piazzato è buono, quello di potenza non si è visto molto spesso. Inadatto a coprire un ruolo da attaccante esterno, in quanto gli mancano quella tecnica e velocità necessaria a correre lungo la fascia.
    Nonostante le caratteristiche da uomo d’area, in caso di necessità il giocatore ha saputo adattarsi a fare l’attaccante di manovra, andando incontro al pallone per smistare il gioco e sfornando anche qualche assist per i compagni. È il tipo di attaccante che chiede spesso l’uno – due, dando il pallone al compagno e scattando nello spazio per il pallone di ritorno.
    Un suo tipico movimento è quello di attendere il pallone quasi fermo per poi scattare verso il pallone o nello spazio un momento prima della partenza del cross o del passaggio, rendendosi quasi immarcabile. Ottima capacità nella realizzazione dei calci di rigore, scelto appunto come rigorista della squadra. Giocatore che pressa e lotta sui difensori in possesso di palla senza risparmiarsi. A livello di resistenza fisica ha dimostrato di saper resistere senza troppi problemi per 90 minuti, mantenendo abbastanza costante il proprio ritmo. La muscolatura è solida e fin’ora non si sono verificati gravi infortuni tali da far temere per la salute futura del giocatore.
    Sotto il punto di vista della mentalità sembra dare l’impressione di un ragazzo serio e responsabile, pronto a caricarsi la squadra sulle spalle.
    Non si sono mai verificate scene di proteste eccessive, è sempre stato nei limiti del regolamento quando si tratta di rivolgersi al direttore di gara. Ha il difetto di estraniarsi dal gioco di tanto in tanto, aspettando palloni all’interno dell’area di rigore, fattore che può essere migliorato col passare del tempo. Nonostante la giovane età non sembra dare segni di sregolatezza nella vita privata. È un giocatore molto deciso a far bene e a migliorare il proprio palmares. La via è quella giusta e se dovesse continuare su questa strada potrebbe diventare un top player a livello mondiale.

    *Fabio Piscione gioca a calcio dall’età di 6 anni. Attualmente impegnato nel suo primo corso da osservatore, punta a diventare uno scout a livello nazionale ed europeo.

  3. I perchè della crisi dell’Inter

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    Dall’inizio di gennaio l’Inter ha subito una profonda involuzione culminata con la sconfitta di ieri nel derby. Analizziamo quali sono le cause di questa serie negativa.

    Non è un mistero la cinicità con cui l’Inter, dall’inizio di questa stagione, è riuscita a chiudere con un successo di misura molte partite di questa serie A. Una capacità di vincere che, i maliziosi, avrebbero potuto confluire in semplice “fortuna” (o espressioni più colorate a vs.scelta), ma che trovano una profonda struttura nell’architettura della squadra.

    Partiamo dalla difesa, vero fiore all’occhiello di quest’Inter 2015-2016 (almeno prima di quest’ultimo mese): la coppia di centrali Miranda – Murillo è riuscita in tempi brevissimi a trovare un’affinità, ma soprattutto una solidità, assolutamente unica. La sinergia dei due giocatori sembra costruita negli anni, una capacità di completamento probabilmente uniche nel panorama italiano. A questo va anche aggiunto le prestazioni, di assoluto primo livello di Samir Handanovic: il portiere nerazzurro, fresco di rinnovo contrattuale arrivato nell’ultima sessione estiva, sta dimostrando quanto di meglio riserva il suo repertorio risultando molto spesso il principale artefice delle vittorie nerazzurre.

    Un reparto difensivo a cui vanno aggiunte le qualità di recupero palla a centrocampo: nonostante una linea di mediana spesso sacrificata, specie per ricercare i movimenti dei trequartisti, le prestazioni di Medel stanno dimostrando come, in mezzo al campo, un giocatore che sia in grado di dare solidità al reparto arretrato risulta fondamentale per l’equilibrio di una squadra; da non dimenticare, tra l’altro, che Medel, nonostante sia considerato un centrocampista difensivo più abile nella fase difensiva che offensiva, ha risolto con uno storico gol la sfida, allora, scudetto contro la Roma.

    Cosa è mancato, fino ad oggi all’Inter? Probabilmente la solidità del reparto offensivo, maggiormente visibile con la caduta di prestazione dell’attaccante più prolifico della scorsa stagione Mauro Icardi. Nella scorsa stagione l’attaccante argentino è stato capocannoniere del campionato, a pari merito con Luca Toni, mentre quest’anno fatica ad entrare nelle posizioni di rilievo con soli 8 reti segnate a fronte delle 22 gol del capocannoniere Gonzalo Higuain (da notare, tra l’altro, che il bomber del Napoli ha segnato il numero di reti totalizzate durante l’intera precedente stagione proprio da Icardi). Quindi la colpa è da attribuirsi al solo giovane attaccante argentino? Assolutamente no. Probabilmente è l’intero reparto avanzato a risultare poco efficiente in entrambe le fasi.

    La squadra risulta spesso molto lunga spaccando in due parti la squadra: da un lato il reparto difensivo con 5/6 uomini, dall’altro quello offensivo con i 3 trequartisti e la punta centrale. Questo tipo di sistema di gioco, molto solido in fase difensiva con i giocatori adeguati (come evidenziato sopra), risulta avere 2 difetti sostanziali:

    1. Se il reparto offensivo risulta poco efficace, la lentezza nel recupero del pallone sulla transizione negativa rischia di creare una costante superiorità degli avversari nella loro transizione positiva, agevolando un ipotetico vantaggio per gli avversari.
    2. L’incapacità ad apportare un pressing molto alto, stimolato dalla spaccatura in due tronconi della formazione, per recuperare il pallone il più velocemente possibile (come fa ad esempio il Napoli, per intenderci) rischia di creare disequilibrio ed inefficienza offensiva.

    Questi due punti si sono manifestati, in particolare nella gara contro il Milan, nelle ultime gare: un sistema di gioco dispendioso per la linea mediana può essere applicato con un livello di condizione molto elevato; attualmente l’impressione è che l’Inter sia una fase di condizione discendente (probabilmente legata al recupero effettuato nel periodo natalizio), aspetto che probabilmente si manifesta maggiormente per l’impostazione in campo molto spegiudicato.

    Calerà mai la crisi dell’Inter? Assolutamente si. Bisognerà aspettare che la condizione della formazione di Mancini ritorni in una curva positiva: probabilmente ritroveremo l’Inter in condizione positiva tra un 10-15 giorni, capace quindi di risultare un osso duro come all’inizio di questa stagione.

  4. Chi vincerà la Serie A 2015-2016?

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    Mai come quest’anno sembra che la serie A possa essere un campionato assolutamente alla portata di molti. Proviamo a ipotizzare, basandoci su alcune semplici statistiche, quali squadre potrebbero essere più “portate” alla vittoria finale.

    Grazie al sito di statistiche sportive Sports Open Data cerchiamo di capire quali squadre potrebbero essere più pronte per concorrere, nel girone di ritorno, alla vittoria finale del campionato.

    Potete vedere lo stato della classifica attuale nel widget qui sotto, disponibile anche sul sito di Sports Open Data

    INTER:

    I nerazzurri di Mancini hanno superato tutte le critiche di pre-season e si sono presentati, ad inizio 2016, con la leadership della classifica. Una prima posizione scaturita soprattutto dalla solidità difensiva della squadra nerazzurra. Gli 11 gol subiti, in 17 gare, dimostrano quanto l’abbinamento di grandi campioni (Montoya e Miranda su tutti, oltre ad un Handanovic ritrovato dopo il rinnovo contrattuale) e la maestria tattica di Mancini stanno accompagnando la formazione verso un campionato di primo livello. La sconfitta casalinga contro la Lazio, però, sembra aver minato le certezze di una formazione che dovrà mantenere la concentrazione altissima per evitare qualsiasi genere di errore e proseguire nel suo percorso verso la vittoria finale.

    NAPOLI:

    La formazione partenopea è sicuramente la squadra che in queste 17 giornate ha espresso il gioco migliore e più spettacolare. Dopo un inizio leggermente sottotono la squadra di Sarri è stata in grado di fare quadrato intorno ai propri campioni, fenomenale Higuain con 16 reti in 17 partite, costruendo intorno ai suoi titolari i propri successi. Proprio lo scarso turnover sembra poter essere il punto debole degli azzurri, apparsi un po in affanno nelle ultime gare a dicembre, che però stanno dimostrando, in Europa League, di avere una rosa assolutamente all’altezza della situazione.

    FIORENTINA:

    Dopo un mercato assolutamente tranquillo, la formazione viola allenata dall’esordiente Paulo Sousa si è fermata, alla 17esima giornata, a 1 punto soltanto dalla vetta della classifica: tutto ciò dopo aver mantenuto anche la posizione di testa per alcune giornate godendo della condizione assolutamente eccezionale della sua prima punta; Nicola Kalinic, infatti, sta dimostrando di essere il miglior acquisto della formazione toscana: arrivato dal Dnipro per cifre irrisorie, il croato sta letteralmente guidando i viola verso la vetta della classifica. Un percorso, quello della squadra di Firenze, che spesso si complica lontano dalle mura amiche dove i ragazzi di Sousa non sono in grado di pareggiare: o si vince o si perde (4 vittorie, 3 sconfitte e 1 pareggio).

    JUVENTUS:

    Alzi la mano chi, a Novembre, pensava che i bianconeri sarebbero stati quarti a fine 2015. Pochi, forse solo i romantici tifosi della vecchia signora in grado di aspettarla anche nei momenti più difficili. La formazione di Allegri sembra aver trovato la quadratura con un filotto di 7 vittorie consecutive che, visto il lento progredire delle squadre di testa, ha permesso alla formazione bianconera di raggiungerle portandosi ad una gara di distacco dalla vetta. Un risultato nato dalla quadratura della formazione con il ritrovamento della vecchia guardia (4 di difesa + Buffon) e dei nuovi innesti, tra tutti l’esplosione del fenomeno argentino Paulo Dybala.

    ROMA:

    Dopo un mercato di primissimo livello quest’estate, con l’arrivo di bomber Dzeko, la formazione di Garcia sembra avere grossi problemi nonostante il quinto posto in classifica. Senza aver mai convinto nelle prime 17 gare di campionato, abbiamo già analizzato le possibilità della squadra giallorosa in un approfondimento su matchanalysis.it

    CHI VINCERA’ LA SERIE A 2015-2016?

    Premesso di non avere a disposizione la palla di vetro e dovendo, obbligatoriamente, dare una mia opinione provo ad analizzare la domanda andando per esclusione. La formazione con meno possibilità tra le sopra citate è sicuramente la Roma: al netto dell’arrivo di Perotti che potrebbe cambiare gli equilibri là davanti (dove senza Salah e Gervinho i giallorossi sembrano spuntati) i giallorossi sembrano costantemente confusi; difficile quindi che riescano a trovare la soluzione ai loro problemi nel girone di ritorno. La Fiorentina, per quanto ben schierata tatticamente, non sembra avere una profondità di rosa tale da poterla aiutare a giocarsi tutti i fronti in cui è ancora impegnata: probabile comunque che possa giocarsela per l’Europa che conta. L’Inter, che attualmente sarebbe la favorita considerando che in Italia si vince con la miglior difesa, secondo me potrebbe rischiare di perdere la bussola nella prima parte del 2016: sicuramente saranno della partita se riusciranno a mantenere i nervi saldi, essendo anche avantaggiati dal non giocare in Europa. Delle due rimaste credo che Napoli e Juventus se la giocheranno fondamentalmente alla pari, al netto dei loro percorsi europei: i bianconeri, reduci da un sorteggio complicato contro il Bayern agli ottavi, potrebbero finire anzitempo il loro cammino europeo portandoli a concentrarsi maggiormente sul campionato nazionale a differenza del Napoli che, nonostante un sorteggio di media caratura, sembra avere la profondità di rosa di arrivare fino in fondo. Forse proprio questa fiducia verso il risultato in Europa League potrebbe deconcentrare gli azzurri dall’obiettivo nazionale per regalare ai suoi tifosi un trofeo, l’Europa League, che potrebbe consacrare i suoi campioni nella storia del calcio continentale. Un risultato, questo, che potrebbe comportare un rallentamento sul territorio nazionale, aprendo le porte della vittoria finale ad altre contenndenti.

  5. Rombi, triangoli e palle inattive: il Milan fa suo il derby! (Video analysis)

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    Una gara dai contenuti tecnici piuttosto deludenti non nega la rilevazione di qualche spunto a livello tecnico tattico, anzi. Nel’analisi filmata si è voluto fare luce sugli aspetti che hanno contraddistinto la fase difensiva del Milan e in particolare:

    • la novità del modulo dei rossoneri schierati con un centrocampo “a rombo” con de Jong vertice basso e Taarabt dietro le due punte Kakà e Balotelli;
    • la difficoltà che ha creato l’Inter con continui cambi di gioco nella zona di Jonathan a De Sciglio e Poli specialmente nel primo tempo;
    • due situazioni, molto interessanti a livello didattico: uno “scappo e stringo” ben eseguito e una copertura “a triangolo” su un pallone lungo;
    • due situazioni dai palla inattiva (tra cui quella relativa alla rete del Milan).
    Schermata 2014-05-06 alle 07.24.05
    La disposizione iniziale delle due squadre contrapposte: 1-4-3-1-2 vs 1-3-5-2

    Qualche dato statistico (fonte Opta):

    • andando a osservare il numero dei tiri verso la porta, scopriamo che il Milan ha eseguito 14 tentativi, 4 dei quali nello specchio della porta, 6 fuori e 4 bloccati; di contro l’Inter ha tirato 7 volte delle quali 4 nello specchio e 3 bloccati.
    • equilibrio per ciò che concerne il possesso di palla: 52,5% Milan, 47,5% Inter;
    • il Milan ha effettuato 26 cross, dei quali solo 4 positivi; Inter: 18/3.
    • palloni recuperati: Milan 50, Inter 33.
    • il dato dei duelli aerei vene una fisiologica superiorità nel gioco aereo dei nerazzurri: su 17 palloni, 7 vinti dal Milan e 10 dall’Inter.

     

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    A cura di Claudio Damiani coach, match & video analyst

    vm-logo

  6. Napoli – Inter: due situazioni di palla inattiva

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    Prese dalla tivù: due situazioni di palla inattiva ben studiate dalla squadra di Mazzarri e solo per pochissimo, non andate a buon fine.

    Calcio d’angolo dell’Inter durante la partita contro il Napoli allo stadio San Paolo, del 15.12.2013.

    Alvarez scarica sul Nagatomo, che gli va incontro. Tutti i saltatori sono in area del Napoli, Alvarez effettua un movimento verso Nagatomo e con un contro movimento si riporta verso il fondo per ricevere il passaggio di ritorno dal compagno, nel contempo Cambiasso si stacca dai compagni ed avversari e riceve il passaggio da Alvarez per concludere a rete.

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    Punizione dell’Inter sempre nella stessa partita, Taider, sulla palla, serve con un pallonetto a scavalcare la barriera il contro movimento di Palacio (B), che a volo calcia in porta.

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    Animazioni realizzate con Easy Animation 2.0

    A cura di Nicola Amandonico e Claudio Damiani

  7. Tre schemi di palla inattiva adottati dall’Inter

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    Abbiamo registrato tre situazioni di “gioco statico” nel corso della gara Inter – Juventus del 14.9.2013 finita 1-1

    IL CALCIO D’INIZIO DELL’INTER

    IL CALCIO D'INIZIO DELL'INTERA (Palacio) e B (Alvarez) sulla palla, A passa a B (1) e B scarica su C (2), C (Guarin) lancia sulla corsa di D (Campagnaro) ed E (Jonathan) che si lanciano alle spalle della squadra avversaria schierata. L’intento è innanzitutto, cercare di sorprendere la squadra avversaria, e quindi di portare subito la squadra in zona d’attacco.

    CALCIO D’ANGOLO DELL’INTER

    calcio d'angolo interA (Alvarez) sulla palla, effettua un passaggio in diagonale (1) B (Jonathan) effettua un movimento ad inganno, e finta, la palla è diretta a C (Guarin) che ho calcia in porta o lancia i suoi compagni (2).

    SCHEMA PUNIZIONE INTER

    SCHEMA PUNIZIONE INTERA (Alvarez) sulla palla, i suoi compagni schierati come in figura, con la linea degli attaccanti (i più alti per ingannare gli avversari) oltre quella dei difensori avversari che effettuano un contro movimento ad uscire per buttarsi sul lancio del compagno in area, gli esterni schierati larghi. Alvarez però lancia su B (1) Cambiasso che a volo la mette in area per i compagni.

    Nicola Amandonico

     

  8. Analizziamo tre schemi su palla inattiva visti alla prima giornata di Serie A

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    1) SCHEMA PUNIZIONE INTER

    Lo schema viene eseguito sul fronte destro della squadra che attacca.

    Sulla palla va Alvarez (A), Jonathan (C), sta al suo fianco, quasi sulla linea della squadra che difende, a scarica su B (Guarin), che di prima intenzione lancia c che corre alle spalle della difesa. C o calcia in porta o la mette per i compagni.

    Variante:

    A finta di scaricare su B ma la passa direttamente a che si regola poi di conseguenza.

    N.b. I tempi di inserimento non devono fare in modo a di far finire C in fuorigioco.

    I compagni di C, eseguono un contro movimento ad uscire e rientrare, nell’area avversaria

    pun.centrale inter

    2) CALCIO D’ANGOLO GENOA

    Da sinistra, un compagno appoggia a Lodi che calcia di sinistro direttamente in area.

    Da destra batte direttamente Lodi

    Corner Genoa

    3) SCHEMA PUNIZIONE NAPOLI

    Punizione sui 30 metri circa, va sempre Callejon sulla palla e la squadra si schiera cosi’ come in figura, la palla viene lanciata a scavalcare su Albiol (1), che la scarica sul taglio di Hamsik (2).

    Questo sia da destra che da sinistra.

    Le batte tutte Callejon

    punizione napoli

    Nicola Amandonico

  9. Inter, occhi su Nicolas Gaitan.

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    Secondo quanto riporta la rivista “Record” l’Inter é sulle tracce dell’ala del Benfica Nicolas Gaitan 25 anni. La squadra è pronta ad offrire 15 milioni per portare a Milano il giocatore. Ma sarà dura perchè sull’argentino ci sono Manchester United e Real Madrid.

  10. Che fretta c’era, BENEDETTA primavera!

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    Samuele Longo

    La primavera è iniziata nel segno della primavera. Sembra una frase senza senso ma al contrario, mai più frase fu azzeccata. Il 21 marzo come da consuetudine, inizia la stagione primaverile, arrivano le belle giornate che fanno da preludio alla calda stagione estiva. Il 21 marzo scorso però, non è successo solo questo: il caso ha voluto infatti che in quel giorno l’omonima squadra di giovani nerazzurri, conquistasse la finale della Next Generation Series, competizione alla prima edizione che vede in gioco i migliori settori giovanili d’Europa, la Champions League dei giovani insomma. Se la stagione dei grandi è da dimenticare in fretta, quella dei giovani è da incorniciare: primo posto nel girone di campionato e finale europea appena raggiunta, proprio contro quel Marsiglia che ha eliminato la prima squadra agli ottavi di Champions recentemente. In poche parole una sorte di vendetta, che i giovani neroazzurri hanno consumato a spese dei transalpini. E pensare che questa avventura in Europa era iniziata nel peggiore dei modi, un vero e proprio incubo. L’esordio contro il Tottenham a Londra infatti, si concluse con un punteggio tennistico anzi no, ancor meglio: 7-1. Com’era da aspettarselo, le critiche furono tantissime e fu criticata la scelta della squadra nerazzurra per rappresentare l’Italia in questa competizione. Forse però, è stata questa brutta sconfitta a far scattare la molla nella testa dei giovani campioni, si campioni, perchè tra questi alcuni sono destinati ad una grande carriera, a partire da Daniel Bessa, genietto italo-brasiliano di ruolo trequartista scovato dagli osservatori nerazzurri addirittura nel futsal brasiliano, il nostrano calcio a 5 per intenderci; non dimentichiamoci poi di Longo e Crisetig rispettivamente attaccante e centrocampista nel giro dell’Under 21 azzurra, del terzino senegalese M’baye, già a segno nel derby contro il Milan e del mediano ghanese Duncan, tutti e due destinati ad un posto (speriamo) da titolare nell’Inter che verrà. Torniamo alla Next Generation Series ora. Ci eravamo lasciati con la batosta londinese se non erro. Da lì in poi 5 vittorie e 2 pareggi. Nel girone Basilea e Psv non hanno portato particolari problemi e col Tottenham in Italia c’è stata una piccola vendetta (vittoria per 1-0). Chiuso il girone proprio dietro ai londinesi, ai baby nerazzurri nei quarti è toccato lo Sporting Lisbona, regolato per 1-0 a domicilio. In semifinale come già detto all’inizio, vittima sacrificale è stato il Marsiglia, 2-0 il risultato con reti di Crisetig e Longo, proprio i due già citati qualche riga fa. L’avversario per la finale è di quelli che fanno paura, i giovani lancieri dell’Ajax che da sempre sforna giovani talenti che si trasformano in veri e propri campioni. Se poi si pensa che ai quarti hanno eliminato la cantera del Barça (3-0) e schiantato in semifinale il Liverpool (6-0) allora l’impresa è di quelle difficili, quasi impossibili. La gara va sempre giocata però, e comunque vada sarà un successo per l’intero settore giovanile nerazzurro, uno dei più forti in Italia assieme a quelli di Roma, Atalanta e Juve. Appuntamento a domenica 25, ore 14:30 italiane allo Brisbane Road di Leyton, Londra. I ragazzi di mister Stramaccioni hanno un appuntamento da non perdere, quello con la storia.

  11. Un’Inter in Blanc

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    Il pareggio col Catania di domenica scorsa non basterà a Ranieri per salvare la sua panchina. Il tecnico testaccino probabilmente lo sapeva già e a giugno rescinderà il contratto che lo lega ai nerazzurri fino al 2013. Si fanno tanti nomi per la sua sostituzione e in queste ultime ore ha preso quota la candidatura del tecnico della nazionale francese, Laurent Blanc, già giocatore neroazzurro dal 1999 al 2001 ed ex allenatore del sorprendente Bordeaux che un paio di anni fa ha saputo condurre fino ai quarti di finale di Champions, ad un passo dalle semifinali. Il suo contratto con “les Bleus” scade proprio alla fine degli Europei e Laurent non ha nessuna intenzione di rinnovarlo, nonostante i buoni risultati ottenuti (ultimo la vittoria recente contro la Germania in amichevole). Lui è il tecnico che dopo Guardiola (che in caso di addio al Barcellona difficilmente andrà a Milano ma potrebbe anche prendersi un anno sabbatico) affascina Moratti. Ancor più dell’ormai libero Villas Boas che al Chelsea, inutilo negarlo ha fallito in un modo troppo notevole.

    Se il sogno Guardiola non divenisse realtà insomma, il prossimo tecnico dell’Inter sarà Laurent Blanc.

     

     

  12. Quale futuro per questa Inter?

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    Tanti nomi, poche certezze e molte brucianti sconfitte. E’ questo l’oscuro presente dell’Inter, una società nel caos nella quale da un anno e mezzo a questa parte si nota la totale mancanza di un progetto vincente. Molti giocatori acquistati quasi come se si volesse “rattoppare un buco nei pantaloni”, senza la necessaria e fondamentale valutazione sulle reali caratteristiche dei giocatori

    che si andavano ad acquistare. Il massimo però si è raggiunto a luglio, quando come allenatore si è andati a scegliere Gian Piero Gasperini, un ottimo allenatore per carità ma che evidentemente è stato etichettato come “scelta forzata”. Il modulo prediletto del mister è, come noto a tutti, il 3-4-3, modulo che in Italia negli ultimi anni non ha avuto molto successo ma questa è un’altra storia. Se una società sceglie un tecnico per la squadra è assodato e normale che vada ad informarsi sulle tattiche predilette da quest’ultimo e cerchi di assecondarlo acquistando i giocatori che più si adattano al modulo. A quanto pare però, sembra che si sia fatta una scelta quasi a “casaccio”, con molta imprudenza e incoscienti delle difficoltà che si sarebbero potute poi presentare. Il 3-4-3 di Gasperini come si può ben notare, non prevede l’utilizzo di un trequartista e quindi di conseguenza l’utilizzo di Sneijder. Per il trequartista olandese l’Inter ha ricevuto varie offerte dal Manchester United tra le quali una di ben 35 milioni. Ora, io non sono favorevole alla cessione di un giocatore così fondamentale ma se si prende Gasperini che ha un certo credo di gioco e in sede di mercato si fa tutt’altro, tutto ciò seconde me è scandaloso. Il “sacrificato” dunque è stato Eto’o, svenduto a mio parere ai russi dell’Anzhi per la cifra di 25 milioni, un pò troppo pochi per un giocatore di quel calibro. Il camerunense sarebbe stato perfetto l’attacco di Gasperini come attaccante esterno ma la società a quanto pare ha preferito agire in tutt’altro modo. Tra le richieste del tecnico c’era soprattutto Rodrigo Palacio, stella argentina del Genoa che con quasi 15 milioni si poteva assolutamente prendere. Una cifra non troppo elevata per un giocatore che si sta dimostrando come uno dei migliori centravanti della nostra serie A. Come al solito dunque il lato economico della trattativa, ha preferito far virare Branca&Co. sull’eterno oggetto nascosto Zarate e sull’ormai logoro Forlan, pagato solo 4 milioni (e un motivo ci sarà no?). Tutti i movimenti di mercato praticamente, sono stati fatti senza alcun criterio logico e per una squadra di livello mondiale come l’Inter tutto ciò non può essere in alcun modo tollerato. La frittata dunque è stata già bella e fatta, e ora bisogna tenersi le difficoltà derivanti da queste scellerate operazioni di mercato, almeno fino a giugno. Da lì in poi bisognerà necessariamente voltare pagina. Ranieri si sa, non sarà sulla panchina nerazzurra l’anno prossimo; non ha assolutamente convinto ed anzi ha rischiato il posto anche negli ultimi giorni. Il sogno di Moratti è Guardiola, il quale però sarà quasi sicuramente destinato a rimanerlo poichè nella remota possibilità che lasci la sua macchina perfetta, difficilmente accetterà la corte nerazzurra a meno che Moratti non gli prometta un mercato scoppiettante. Se Guardiola non dovesse arrivare, si punterebbe probabilmente su Andrè Villas Boas, già a lungo ricercato da Moratti l’estate scorsa.

    Quasi sicuramente lascerà il Chelsea, con Abramovich è ormai rottura e ironia della sorte si trova nella stessa situazione che si è verificata all’Inter cioè, si è trovato per le mani una squadra ormai logora aiutata da pochi innesti e che certamente non può competere con le due potenze di Manchester. Capello invece è l’unico tecnico ufficialmente libero e sul mercato, bisogna valutare però la volontà effettiva del tecnico friulano di voler tornare ad allenare in Italia ma soprattutto occhio alle sue richieste per il mercato, le quali saranno sicuramente molto esose. L’ultima scelta sarebbe Fulvio Pea, già allenatore della Primavera nerazzurra con la quale vinse uno scudetto e una coppa Carnevale, ora allenatore del sorprendente Sassuolo, in lotta con Torino, Pescara e Verona per la promozione diretta in serie A.

    Come già detto prima però, all’Inter non basterà soltanto cambiare la guida tecnica ma anche e soprattutto rinforzare il parco giocatori. Gli obiettivi sono molteplici: per l’attacco l’obiettivo è Lavezzi, per il quale Moratti ha strappato un’opzione a De Laurentiis quando cedette ai partenopei Pandev in prestito: potrebbe essere questo il colpaccio dell’Inter; l’alternativa potrebbe essere il solito Palacio che dopo tanti tentativi potrebbe finalmente approdare in nerazzurro. Per quanto riguarda il centrocampo l’obiettivo principale è il gioiellino del San Paolo Lucas, un grosso e sicuro investimento sul futuro, già seguito a lungo l’estate scorsa e a gennaio; altre alternative per la mediana potrebbero sicuramente essere Montolivo, in scadenza a giugno con la Fiorentina con la quale non rinnoverà oppure Mario Gotze per quanto riguarda il reparto avanzato del centrocampo, gioiello classe ’92 del Borussia Dortmund e della Nazionale Tedesca. La difesa dovrebbe essere rinforzata da uno tra Van der Wiel e Vertonghen, entrambi all’Ajax e con davanti a loro un radioso futuro. Non dimentichiamo però Angelo Ogbonna, nazionale italiano in forza al Torino.

    I nomi come si può notare sono molteplici, ma è normale in questa fase della stagione, quando le cose stentano a migliorare e si respira aria di nuovo, di rivoluzione. Ben vengano i nomi ma se a questi non saranno accompagnati i rispettivi fatti tutto ciò non avrà più un senso. C’è bisogno di un progetto concreto, di sicurezza e professionalità. Il tifo nerazzurro non merita tutto questo e dopo 2 anni di sofferenze ha bisogno di certezze, molte certezze.

     

  13. Una crisi inter..minabile

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    di Vittorio Rotondaro

    Se a inizio campionato mi avessero detto che dopo 25 partite l’Inter ne avrebbe perse quasi la metà (11), di sicuro avrei fatto fatica a crederci. Eppure è questa la triste realtà che si presenta dinnanzi ai tifosi neroazzurri: 7 sconfitte nelle ultime 8 gare nelle quali tra l’altro, solo una volta si è andati a segno (4-4 col Palermo, poker di Milito).

    Scenari simili rimandano la mia mente alla disastrosa annata 98-99 quando meglio dell’8° posto non riuscimmo a fare e restammo fuori dalle competizioni europee per la stagione successiva. Allora cambiammo 4 tecnici nel giro di pochi mesi, dallo sfortunato e bravo Gigi Simoni a Mircea Lucescu, da Roy Hodgson a Luciano Castellini. Quasi sicuramente questo è un record nella storia dell’Inter ma anche per quest’anno non ci siamo fatti mancare nulla.

    Esonerato il buon Gasperini dopo appena 3 giornate di campionato, è arrivato Claudio Ranieri, con il compito di risollevare il morale della squadra e ridare fiducia a giocatori che ormai dopo aver vinto tutto, hanno ben pochi stimoli. C’è da dire che ci era riuscito inizialmente e le 7 vittorie consecutive in campionato (8 se aggiungiamo quella di coppa italia contro il genoa) ne sono la testimonianza.

    Da lì in poi però, ho l’impressione che si stia facendo l’esatto opposto ossia come già detto in precedenza, 7 sconfitte nelle ultime 8 gare e astinenza dal goal che dura da più di 400 minuti ormai. La situazione appare surreale, nei piani alti della società regna il caos e le parole di oggi di Moratti (“stiamo valutando, devo parlare prima con Ranieri e con la squadra”) non ci aiutano molto, anzi. Più che valutare caro Moratti, è tempo di agire, di cacciare un allenatore che mi duole dirlo, è mal voluto da parecchi giocator (Sneijder su tutti) e nelle ultime partite sta dimostrando di avere molta confusione in testa: un modulo nuovo ogni partita, sostituzioni più che discutibili nell’intervallo e risultati che non arrivano. Se inizialmente Ranieri sembrava essere la scelta giusta ora bisogna ricredersi. Lo spogliatoio si è spaccato e urge la figura di un sergente di ferro, uno alla Mourinho per intenderci. Una soluzione di questo tipo potrebbe essere Fabio Capello con il quale arrivare fino a fine stagione e poi dare inizio ad un’autentica rivoluzione (sempre col tecnico friulano si intende). L’arrivo di Capello però, dipende soprattutto dalla campagna acquisti futura la quale Capello o meno, dovrà essere ad ogni modo di alto livello. Dopo 2 anni di vacche magre caro Moratti è ora di spendere e se non ne hai voglia, cedi la società a chi può permettersi di farlo. Sono parole un pò dure verso colui che ha amato e ama ancora oggi l’Inter ma doverose allo stesso tempo poichè la situazione che stiamo vivendo oggi noi tifosi è un qualcosa di incredibile. Forse Ranieri è arrivato nell’annata sbagliata, con giocatori ormai logori e senza motivazioni e dispiace.

    Tra tante incertezze l’unica cosa certa è che bisognerà agire in tempi brevi e rivoluzionare l’assetto societario e quello tecnico (giocatori e allenatore). Una rivoluzione totale insomma, che dovrà avere il suo inizio a breve per poi dare il meglio di sè nella campagna acquisti estiva. Insomma, ci attenderanno altri 3 mesi di sofferenza per poi mettere la parola fine a questo incubo e ricominciare, da capo.

    Per far questo però, ci vuole gente competente (ogni riferimento a Branca ed Ausilio è puramente casuale) e denaro soprattutto, anche perchè bisogna sì rispettare il Fair Play finanziario e mi sembra che l’Inter lo stia facendo più che bene, ma c’è l’impressione che queste norme siano fatte apposta solo per l’Inter dato che le altre società continuano a spendere milioni e milioni.

    Do you understand Moratti??

     

  14. Roma Caput Mundi

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    4 goal fatti ed 11 subiti. E’ questo il disastroso score dell’Inter nelle ultime quattro gare tra campionato e coppa italia. Le sette vittorie consecutive di qualche tempo fa sembrano ormai un lontano ricordo. Quale miglior momento invece per la Roma, per affrontare un’Inter incerottata senza i vari Sneijder, Forlan, Alvarez e Thiago Motta (ceduto al PSG) e senza lo spirito necessario a competere per la vittoria. Luis Enrique schiera una Roma d’attacco, possesso palla mostruoso, passaggi precisi e, ricordiamolo, quasi tutti di prima; un gioco “stile Barcellona” insomma, che produce il primo frutto al 10′ quando Juan incorna di testa su un perfetto assist da corner di Totti. L’Inter prova timidamente a reagire con Milito ma Stekelenburg fa buona guardia. I nerazzurri non creano più di tanto e a fine primo tempo vengono di nuovo puniti, stavolta da Borini, abile a infilare sotto le gambe Julio Cesar. La ripresa si apre con la sostituzione di Pazzini (al suo posto Poli), scelta che ha certamente fatto discutere quella di Ranieri, il quale toglie una punta per un centrocampista e sinceramente, a quel punto della gara, è sembrata una mossa azzardata. Dopo soli quattro minuti infatti è ancora Borini che sigla il 3-0, con la difesa nerazzurra non esente di nuovo da colpe. La gara è virtualmente chiusa e non bastaqualche sprazzo d’orgoglio dell’Inter ad impensierire i capitolini, i quali invece col neo-entrato Bojan mettono il sigillo a quella che è stata una gara a senso unico.

    Le sette vittorie consecutive in campionato sono ormai un lontano ricordo, Ranieri dovrà prendersi le sue responsabilità e ripartire. Appuntamento a domenica al “Meazza”, avversario il Novara. Ora non si può più sbagliare. Mai più.

  15. L’Inter ringrazia Nagatomo, 1-0 a Genoa nel recupero giocato stasera

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    L’urgenza dell’Inter di dare continuità e maggior senso al proprio campionato viene soddisfatto da un colpo di testa di Nagatomo al che ha dato la seconda vittoria consecutiva ai nerazzuri. La squadra di Ranieri ha incontrato più difficoltà del previsto comunque contro un Genoa che poteva avere la meglio e che alla fine è stato punito proprio nel suo momento migliore (altro…)

  16. Serie A: Inter finalmente 3 punti, Cesena corsaro a Palermo, Genoa vittoria su un Siena sfortunato

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    Clamorosa vittoria del Cesena sul difficilissimo terreno del Barbera, dove il Palermo aveva un andatura da scudetto: ancora protagonista un ritrovato Mutu, autore del gol partita. A San Siro finalmente una boccata d’ossigeno per l’Inter che ha battuto 2-0 una Fiorentina al quanto sbiadita. Il Genoa ha avuto la meglio su un Siena poco concreto (0-2 al Franchi) (altro…)

  17. Inter – Juventus: derby di fuoco!

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    E’ la settimana del match più rovente del campionato, è la settimana di Inter-Juventus, il derby d’Italia, il derby delle due eterne rivali, un incontro che ha un peso specifico notevole, perchè è l’esame per una Juventus che vuole continuare a fare risultati, ma soprattutto è l’esame per la banda nero-azzurra che dovra’ assolutamente vincere per ridurre il distacco in classifica e dare credibilita’ alle proprie ambizioni di scudetto.

    Il pareggio contro l’Atalanta ha messo a nudo i soliti problemi difensivi dell’Inter e ha messo in evidenza una seria crisi in fase realizzativa, con Pazzini abbandonato e Milito smarrito. Ranieri sa che questa partita rappresenta il bivio della stagione, perdere a S.Siro contro una diretta concorrente che si porterebbe a +11 sarebbe un sucidio. Assenti Julio Cesar e Samuel, l’Inter si affida all’estro di Snejder e alla buona condizione di Maicon e Zarate, in difesa confermati Lucio e Chivu centrali con Nagatomo a sinistra, Zanetti , Thiago Motta e Cambiasso al centro della mediana. “Venderemo cara la pelle” ha dichiarato Maicon, ma solo l’orgoglio non puo’ bastare, bisogna ritrovare freschezza atletica e mentale. Di sicuro meno di tre giorni per preparare una gara di questo tipo sono pochi e non sara’ facile per mister Tinkerman.

    Tutt’altro clima si respira sotto la Mole, dove la squadra di Conte sta preparando la sfida di sabato con il morale alle stelle, dopo il meritato successo contro la Fiorentina. Tanto gioco, ma pochi gol, questa l’unica pecca di una squadra che stupendo per organizzazione tattica e freschezza atletica e tanta qualita’ in mezzo al campo. Si presenta con otto punti di vantaggio, e la possibilita’ di giocare per due risultati, c’è pero’ la voglia di dimostrare maturita’ da grande squadra. Sara’ confermata la formazione anti-viola, che ha dato sicurezza e qualita’, impossibile il recupero di Buffon, mentre rischia nuovamente la tribuna Krasic a favore di un Quagliarella che scalpita, panchina per Alex Del Piero che pero’ è pronto a diventare un asso nella manica bianconera, e questo il mister pugliese lo sa benissimo.

    Tutto è pronto quindi per quello che da sempre è la partita dell’anno, semplicemente Inter-Juventus.

    Totale partite disputate a S. Siro: 108
    VITTORIE INTER: 48 – PAREGGI: 33 – VITTORIE JUVENTUS: 27
    Gol Inter: 177 – Gol Juventus: 125

    Giovanni Remigare

    “Se vuoi assistere alla partita, puoi trovare i biglietti per Inter – Juventus su Ticketbis”

    www.ticketbis.it

     

  18. Inter, Zanetti: “Stagione ok, siamo campioni del mondo”

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    Capitan Zanetti non si abbatte per la stagione altalenante che la sua Inter ha dovuto affrontare nell’annata post-triplete, ricordando fieramente che i nerazzurri venivano da un’annata strepitosa che li ha visti diventare persino Campioni del Mondo.

    Così ha infatti dichiarato oggi alla stampa: “Mi piace ricordare a tutti che la stagione dell’Inter non è stata affatto fallimentare, abbiamo avuto momenti di crisi e periodi di sbandamento, ma ci siamo sempre saputi riprendere, soprattutto riuscendo ad ottenere sia la Coppa del Mondo per club sia la Supercoppa italiana. Per la Champions e il campionato ci dispiace molto ma era quasi impossibile pensare di ripetere l’impresa meravigliosa dello scorso anno, anche se ora sicuramente lotteremo per portarci a casa la Coppa Italia, trofeo che negli ultimi anni ha acquistato sempre più valore e che vorremmo realmente regalare ai nostri tifosi. Sicuramente faremo l’impossibile per arrivare in finale e per vincere la coppa, anche perchè ci permetterebbe di giocare la prossima Supercoppa Italiana contro il Milan, uno stimolo in più per noi e per tutta la tifoseria.”

    Il capitano interista che non conosce stanchezza ha poi affermato: “Il Milan quest’anno porta a casa lo Scudetto con merito, seppur ci sia una rivalità accesa fra di noi è giusto riconoscere che i rossoneri hanno fatto un’ottima stagione e che a tratti sono stati migliori di noi. La nostra annata però, considerando com’era iniziata, è quasi stata superiore a tutte le nostre più rosee aspettative e per questo dobbiamo ringraziare soprattutto Leonardo, un allenatore ed un uomo realmente speciale che ha saputo ridarci fiducia ricompattando il gruppo e ricordandoci che, seppur fra mille difficoltà, restavamo una delle squadre più forti al mondo. Siamo una squadra unita e competitiva, sono sicuro che nel mercato estivo la presidenza farà di tutto affinchè l’Inter possa tornare ai livelli suntuosi dello scorso anno, con l’inserimento di qualche grande acquisto in questa rosa già fantastica. Il prossimo anno torneremo ad essere competitivi su ogni fronte.”

     

  19. Inter, Fabregas nell’orbita di Moratti

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    Il calciomercato sembra ancora lontano considerando che i verdetti del campionato non sono stati ancora decisi, ma per gli addetti ai lavori non è certo così, considerando che già da tempo si lavora alacremente sotto banco al fine di rendere la propria squadra più competitiva la prossima stagione. Fra i protagonisti c’è sicuramente Massimo Moratti, che negli ultimi anni ha fatto abituare i propri tifosi ai fasti del calciomercato dei grandi nomi e che pare anche quest’anno non li deluderà. Nell’orbita interista infatti è entrato Cesc Fabregas, spagnolo campione del mondo dell’Arsenal, che sembra sia deciso a cambiare aria dopo tante stagioni con la casacca dei “Gunners”.

    Moratti dal canto suo sta seguendo con grande attenzione lo svolgimento dell’eventuale trattativa di cessione dell’iberico, che sicuramente farebbe comodo all’Inter, convinto che alla squadra serva sicuramente un rinnovamento dopo il sontuoso triplete dello scorso anno. Il presidente nerazzurro sarebbe ben felice di piazzare il grande colpo, andando così sicuramente ad accontentare in un colpo solo sia allenatore (anche se non si sa ancora chi siederà il prossimo anno sulla panchina dell’Inter) che tifosi. Il centrocampista campione del mondo con la Spagna per ora è certo soltanto di una cosa: è stufo di non vincere nulla da troppi anni con il proprio club d’appartenenza ed è deciso a cambiare aria, al fine di giungere in una squadra maggiormente competitiva ed abituata a trofei e “tituli” come l’Inter. Dopo il ko di domenica scorso dell’Arsenal contro il Bolton, Fabregas ha avuto la certezza che anche quest’anno non vincerà nulla e questo pare non sia andato proprio giù al talentuoso spagnolo, determinato ora più che mai ad indossare una nuova casacca nella prossima stagione. La quotazione è sicuramente alta, circa 40 milioni, ma il club nerazzurro non ha certo intenzione di mollare senza prima aver provato ad assicurarsi il gioiellino della Premier League, nonostante abbia messo gli occhi anche su Narsi e Wilshere.

  20. L’Inter passa all’Olimpico grazie a Stanković e ipoteca la finale del 29 Maggio

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    L’Inter espugna l’Olimpico nella semifinale di andata della Coppa Italia piegando una Roma disattenta e sulle gambe grazie a un gran gol di Dejan Stanković nel finale del primo tempo. Come nella finale della passata stagione basta un gol ai nerazzurri per imporsi sui principali rivali degli ultimi anni che mai nell’arco dell’incontro hanno preso in mano il controllo della situazione.

    Parte forte l’Inter che dopo 3 minuti va in gol con Stanković che approfitta di un’uscita a vuoto di Doni ma Rizzoli vede una presunta spinta di Juan e non convalida la marcatura. I ragazzi di Leonardo tengono alta la tensione a inizio gara e impongono un ritmo superiore a quello a cui avevano abituato nelle ultime uscite. La Roma sembra distratta, svogliata e poco attenta, ma all’8° Vucinic ha la grande chance per sbloccare il match. Borriello dalla sinistra fa partire un cross basso che libera il montenegrino a pochi metri dalla porta ma il numero 9 giallorosso si divora l’occasione ripetendo l’orrore commesso tre giorni fa contro il Palermo e calciando al lato. Il 4-2-3-1 di spallettiana memoria è ormai arrugginito: Pandev e Snejider si sacrificano molto in copertura e i trequartisti giallorossi fanno molta fatica ad inserirsi nell’area di Julio Cesar. Borriello lotta con tenacia contro Lucio e Ranocchia, sempre puntuali negli anticipi. Nel finale del primo tempo arriva il gran gol di Stanković che sorprende Doni con un esterno destro da 30 metri che si infila alla destra del portiere brasiliano.

    Il secondo tempo si apre con un episodio da prova tv: Vucinic colpisce con una gomitata al petto Lucio, che però accentua notevolmente il contatto con il montenegrino. La Roma cerca di sfondare sulle corsie laterali ma gli attacchi sono sterili e Julio Cesar non viene mai impegnato per tutto il secondo tempo. Al 75° Borriello deve uscire per una botta in testa (al suo posto un ininfluente Menez). La Tac effettuata in serata al Policlinico Gemelli per effettuare accertamenti su un possibile trauma cranico ha dato esito negativo. L’Inter tiene senza affanni e riparte più volte in contropiede e al 90° Pazzini ha il pallone buono per lo 0-2 ma Doni esce prontamente sui piedi dell’attaccante di Pescia. Il Primo round va all’Inter che tra 3 settimane a San Siro scenderà in campo per difendere questo gol di vantaggio.

    Soddisfatto a fine partita Leonardo: “Oggi abbiamo dimostrato grande maturità perché affrontare queste partite in questi momenti non è mai facile. Non penso al futuro penso ad oggi e faccio quello che posso fare, parlo con le persone ho un rapporto aperto con il Presidente. La squadra deve vincere e basta.”. Infine Leo elogia la prestazione di Stanković: “Dejan ha fatto una prestazione straordinaria…gol importante, gol da lui”.

    Montella in conferenza stampa prova a vedere i lati positivi della serata: Non abbiamo concesso quasi niente ed abbiamo cercato quasi sempre di fare la partita, a parte il finale in cui inevitabilmente abbiamo perso un po’ le distanze e gli equilibri. Verso la fine ci siamo allungati con disordine, come era successo a Palermo. Abbiamo creato poco rispetto a quanto siamo arrivati vicino all’ultimo passaggio. Con l’Inter in 9 sotto palla non era facile, ma la squadra ci ha provato”. Sul secondo errore consecutivo di Vucinic, Montella risponde laconicamente: “Forse Mirko non è tranquillissimo”.

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  21. Inter, Moratti: “L’Inter è stanca, con Mourinho non c’è niente”

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    Considerando che lo scorso anno a metà aprile l’Inter si stava avviando a realizzare un favoloso Triplete, costellato di vittorie esaltanti e prestazioni sopra le righe, se si guarda a quest’anno e al cammino tortuoso che i nerazzurri stanno affrontando, è impossibile non parlare di crisi. Proprio questa parola serpeggia ad Appiano Gentile ormai da mesi, escludendo ovviamente il periodo della “remuntada” di Leonardo, che aveva ridato linfa vitale e voglia di provare a tornare l’armata invincibile dello scorso anno.

    Il sogno però non si è realizzato e ora lo stesso presidente Moratti ammette mestamente il periodo difficile che la sua squadra sta vivendo: “è un momento di crisi che prima o poi doveva arrivare per forza di cose, l’Inter è stanca fisicamente e psicologicamente. Non siamo stati all’altezza degli incontri che abbiamo disputato per una serie di motivi più o meno comprensibili, dall’esterno quando qualcosa non va viene messo la qualunque sul banco degli imputati mentre bisognerebbe rimanere più lucidi ed oggettivi.” Impossibile poi non parlare di Leonardo, ritenuto da tutti il redentore dell’Inter fino a pochissimo tempo fa ed ora bistrattato a destra e a manca: “Leo ha fatto un lavoro incredibile fino alla partita col Milan, lì ci si aspettava il massimo da tutti e quando questo non è arrivato è stato accusato con forza a livello psicologico. Pensavamo di essere nel pieno delle nostre forze quando invece non era affatto così, anche le Nazionali hanno contribuito a peggiore la nostra precaria situazione fisica. Lui ha fatto quello che ha potuto, è difficile amministrare una situazione simile. Avremmo sicuramente bisogno di una bella settimana di riposo ma dato che questo non è possibile spero che presto potremmo ricominciare ad essere di nuovo l’Inter che tutti ricordano.”

    Le voci che si susseguono con una certa intraprendenza che rivorrebbero Josè Mourinho all’Inter si fanno sempre più frequenti tanto da giungere persino alle orecchie di Moratti, che però ci tiene a negare tutto: “Ho letto la notizia sui giornali come voi ma posso assicurarvi che con Mou non c’è niente.” La Milano interista deve rassegnarsi definitivamente o ha ancora possibilità di sperare nel ritorno del Mago di Setubàl che la manderebbe sicuramente in visibilio?

  22. Inter, Moratti: “Con lo Schalke sarà difficile ed affascinante”

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    L’Inter dopo il successo in campionato contro il Chievo si prepara all’ennesima impresa della sua storia recente: rimontare il bruciante insuccesso riportato a San Siro la scorsa settimana contro lo Schalke 04, squadra indubbiamente meno forte ed attrezzata almeno sulla carta fra quelle che i nerazzurri avrebbero potuto pescare.

    L’amarezza e la tristezza all’indomani della scottante partita europea erano sul viso di tutti, giocatori, tecnico e società ma ora l’Inter non ci sta ad arrendersi senza prima combattere, tentare l’irresistibile “remuntada” è d’obbligo. La sfida di mercoledì per gli interisti partirà da un 5-2 quasi insormontabile, un risultato difficilmente ribaltabile, che potrebbe scoraggiare i giocatori già prima di scendere in campo, non l’Inter però, ritenuta la squadra “più pazza” del nostro campionato e una delle più imprevedibili in Europa. Anche per il presidente nerazzurro Massimo Moratti non è detta l’ultima parola: provarci almeno fino all’ultimo minuto del match per una squadra blasonata e qualitativamente importante come l’Inter è la regola.

    Così ha dichiarato il presidente alla stampa: “Ora viene il difficile è vero. Bisogna cercare di rimanere concentrati e non farsi condizionare eccessivamente dalla chiacchiere esterne, quest’impresa è impossibile sulla carta ma proprio per questo dobbiamo scendere in campo ancora più motivati e determinati a dimostrare il meglio di noi. Quando qualcosa è ritenuto impossibile dai più crea in te una sorta di stimolo maggiore, come se il fascino di arrivare a quest’obiettivo insperato aumentasse sensibilmente, parallelamente al suo grado di difficoltà.”
    La decisiva partita di Champions League vedrà anche il ritorno nella lista dei convocati di Walter Samuel, ai box da moltissimi mesi per un grave infortunio: “Sono contento che venga inserito dopo così tanti problemi nella lista dei convocati, non giocherà sicuramente ma già il fatto di essere lì sarà importante per lui e per tutta la squadra. La sua presenza è fondamentale e quest’anno qualche problema in difesa è nato proprio perchè è mancato lui, il vero pilastro della retroguardia interista.” Leonardo riuscirà nel miracolo entrando nella storia recente dell’Inter come Mourinho o i troppi errori dell’andata non permetteranno ai nerazzurri di siglare l’impresa? Sicuramente ci attenderà un mercoledì da leoni.

  23. Inter, Zanetti: “In Champions la rimonta è possibile”

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    Il tempo delle “remuntadas” per l’Inter sembra non finire mai. Il capitano Zanetti da saggio trascinatore qual è però non ci sta e lancia un monito a tutto l’ambiente al fine di non deprimersi e tentare per l’ennesima volta l’impresa, che spesso negli anni è riuscita alla “pazza” squadra nerazzurra.

    Così Zanetti si rivolge alla stampa: “Ci sono molte persone che non aspettavano altro che questo momento per criticarci e mettere il carico da dodici alle nostre “disgrazie”. In squadra siamo molto amareggiati per le brucianti sconfitte contro Milan e Schalke ma purtroppo sappiamo che in una squadra prima o poi si verificano eventi negativi come questi, quindi non vogliamo e non dobbiamo accusare eccessivamente il colpo. Sono sei anni che l’Inter non fa altro che vincere quindi un momento di stasi come questo è perfettamente fisiologico, mi stupirei se si parlasse sempre bene di noi quindi va benissimo così, mi preoccuperei solo nel caso contrario.”

    Zanetti non ci sta e pensa che molte delle critiche che sono piovute sull’Inter negli ultimi giorni sono state causate da invidia e poca obiettività e professionalità, chiedendo quindi ai tifosi di non farsi condizionare: “Chiedo soltanto alla tifoseria di rimanere lucida e di contestualizzare bene il nostro periodo, bisogna che ognuno ragioni con la propria testa e non si faccia fautore di critiche eccessive e fuori luogo. Noi sappiamo bene che nel mondo del calcio se vinci sei un fenomeno e se perdi se un “menefreghista mercenario”, ma io conoscendo molto bene i tifosi dell’Inter so che non ci abbandoneranno in questo momento perchè sanno la passione e l’attaccamento che nutriamo verso questa maglia.”

    Le brutte sconfitte però non hanno scalfito l’ottima opinione che i giocatori nerazzurri hanno nei confronti dell’attuale tecnico Leonardo: “è una persona fantastica, un grande uomo sotto ogni punto di vista, noi abbiamo completa fiducia in lui e lui nutre una grandissima stima nei nostri confronti. Conosco Leonardo da dieci anni e posso dire con certezza che da quando c’è lui è un’altra Inter, spero proprio che possa essere possibile andare avanti con lui.” Moratti ascolterà le richieste dei propri giocatori o deciderà di affidarsi allo spagnolo delle meraviglie, Pep Guardiola?

  24. Inter, Leo addio torna Mourinho

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    Tempo di rivoluzioni in casa Inter. Rivoluzioni probabilmente impreviste e sicuramente non preventivate, considerando che il rapporto con il tecnico attuale Leonardo prima della disfatta di sabato scorso contro il Milan sembrava solido e duraturo. L’allenatore brasiliano era stato infatti descritto da tutti come il “salvatore della patria” e colui che era stato in grado di rifondare e dare nuovamente fiducia ad una squadra che dopo Benitez brancolava nel buio,stanca,demotivata e senza sapere dove andare a parare.

    Nel calcio si sa l’imprevedibilità la fa da padrone e proprio per questo ora dopo la bruciante sconfitta nel derby e la “Caporetto” di martedì scorso in Champions contro lo Schalke 04, il futuro di Leonardo in nerazzurro non sembra più così roseo. Pare che per la panchina del prossimo anno dell’Inter ci sia un serrato testa a testa fra l’ex e mai dimenticato Josè Mourinho, attuale allenatore del Real Madrid, e Pep Guardiola, talentuoso allenatore spagnolo del Barcellona. I due tecnici più famosi e pagati al mondo non sono infatti solo “nemici” nella Liga, in Champions League e nella Coppa del Re, ma sono avversari anche nei “pensieri” di Moratti che pensa di portare (o riportare nel caso di Mou) a Milano uno dei due allenatori.

    Il presidente interista ha sempre dichiarato di stimarli entrambi e di ritenerli i migliori al mondo, e pensa sempre con più sicurezza di costruire l’Inter del futuro grazie al carisma e alla qualità di uno fra Mourinho e Guardiola. Del portoghese rimpianto da tutto l’ambiente nerazzurro, il presidente ama soprattutto la sua grinta, la sua indiscutibile leadership e il suo essere interista al 100% senza mezzi termini o remore. Dello spagnolo ama invece la sua serietà, le sue idee calcistiche tese ed incentrate ad esprimere sempre un bel gioco, spumeggiante ed emozionante, e lo stile risoluto ma sempre rispettoso.

    Per ora solo soltanto fantastiche ipotesi per Moratti, sebbene appaiano ogni giorno più plausibili e realizzabili, considerando che Mourinho ha avuto fin dall’inizio dei problemi e delle incomprensioni con la dirigenza del Real Madrid paventando spesso l’idea di andarsene a fine stagione, e che Guardiola ha un contratto con il Barça solo fino al 2012.

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