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  1. Scuola calcio: dall’1vs1 al 3vs2, un percorso lungo 7 anni (terza parte)

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    Dopo aver analizzato nella prima parte dell’articolo gli aspetti didattici dell’1c1 – 2c1 e il 3c1 – 2c2 (fino alla categoria Pulcini) nella seconda parte, concludiamo con la parte analitica del 2c2 e il 3c2. Ricordiamo che gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione durante la programmazione tecnico-tattica sono:

    • Ad ogni età corrispondono caratteristiche cognitive e tecnico-coordinative peculiari che facilitano l’apprendimento di determinati aspetti della formazione tattica.
    • Le indicazioni fornite sono da adattare alle caratteristiche del proprio gruppo.

    DUE CONTRO DUE (2c2)

    Esordienti (I°-II° media): una volta acquisita una buona padronanza tecnica e di scelta in base alla posizione in campo, del compagno (2c1) e dell’avversario più vicino (1c1) è possibile passare alle forme analitiche di 2c2. Gli aspetti offensivi saranno i primi su cui focalizzarsi, mentre in un secondo momento (sopratutto nella categoria successiva) si approfondiranno quelli difensivi, su cui si lavorerà parallelamente agli altri mezzi specifici per la difesa individuale. Le esercitazioni standard prevedono 2 attaccanti di cui uno in “possesso palla” (PP) e uno in “non possesso palla” (NPP) e 2 difensori. Il movimento iniziale è dato dal giocatore in NPP:

    • Avvicinandosi alla zona del giocatore in PP possono cercare l’uno-due arrivando alla realizzazione tramite scambio di palla (vedi figura sopra).

    Allontanandosi dalla palla il NPP deve essere in grado di leggere le intenzioni dei difensori:

    • Se un difensore lo segue, il compagno in PP potrà cercare l’1c1 con l’altro difensore (vedi figura sopra).
    • Se non viene seguito dal difensore, può ricevere il pallone una volta smarcato (vedi figura sotto).

    Questi sono concetti di base che vanno applicati in forma analitica proprio per essere ben appresi; inoltre le “situazioni di partenza” dei giocatori devono essere variate nel tempo, in maniera tale che questi siano in grado di contestualizzare gli automatismi alle situazioni di gioco che si vengono a proporre. L’inserimento degli aspetti difensivi nella didattica generale si applica al 2c2 in particolar modo nei concetti “marco/copro” del difensore diretto del NPP in base alle situazioni di gioco, cioè nella ricerca della posizione ottimale che garantisca la copertura al difensore diretto del PP e la marcatura del giocatore in NPP (in base al suo grado di pericolosità); vedi figura sotto. Analogamente al 3c1, per mantenere una densità di gioco elevata è opportuno lavorare con gruppi di 6-7 giocatori alla volta. Le esercitazioni specifiche per le varie “zone di gioco” (attacco, centrocampo, difesa, ecc.) verranno approfondite nelle categorie successive.

    TRE CONTRO DUE (3c2)

    Il 3c2 fonde gli aspetti della costruzione di gioco del 3c1 con le difficoltà tipiche del 2c2; per questo motivo va inserito nella didattica, quando si sono appresi i concetti del 2c2.

    Esordienti (I°-II° media): la didattica inizia in forma globale (con libertà d’azione e scelta) per poi analizzare le difficoltà che si vengono ad incontrare in forma analitica. Nella figura sotto è possibile vedere un esempio di “3c3 con attacchi alterni” in cui, quando una squadra difende viene eliminato un giocatore (o messo in porta) per creare un 3c2. Lo scopo degli attaccanti è segnare, mentre quello dei difensori fare meta nella fascia centrale del campo; in caso di gol o di meta dei difensori le parti (attaccanti/difensori) s’invertono nell’altra metàcampo.

    L’allenatore dovrà essere in grado di valutare gli errori più comuni ed, all’interno della stessa seduta, proporre varianti analitiche in grado di correggerli. Ad esempio, se in fase offensiva i giocatori faticano a creare delle situazioni di 1c1-2c1 è possibile dividere i 2 difensori in 2 zone verticali (vedi sotto).

    Per mantenere un’adeguata densità di gioco è opportuno dividere i giocatori in gruppi di lavoro di 7-9 calciatori. Nella didattica, la priorità va data inizialmente agli aspetti offensivi e successivamente a quelli difensivi (marcatura, copertura, ecc.). Le componenti analitiche tipiche dei reparti di gioco (in particolar modo offensivi) saranno affrontate nelle età successive.

    Analogamente a quanto fatto per le Fasi sensibili della Tecnica di base, sopra è rappresentata una tabella riassuntiva delle “Fasi sensibili” dello sviluppo delle abilità tattiche dell’1c1 e 3c2 nella scuola calcio.

    Autore dell’articolo: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

     

     

  2. Scuola calcio: dall’1vs1 al 3vs2, un percorso lungo 7 anni (seconda parte)

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    In questa seconda parte analizzeremo gli aspetti didattici del 3c1 e 2c2 (fino alla categoria Pulcini). Come precisato nella prima parte, gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione durante la programmazione tecnico-tattica sono:

    • Ad ogni età corrispondono caratteristiche cognitive e tecnico-coordinative peculiari che facilitano l’apprendimento di determinati aspetti della formazione tattica.
    • Le indicazioni fornite sono da adattare alle caratteristiche del proprio gruppo.

    TRE CONTRO UNO (3c1)

    Mentre nel 2c1 sono stati introdotti i vari tipi di smarcamento individuale (in particolar modo “ampiezza” e “sostegno”), nel 3c1 la “filosofia” è quella di orientare le scelte di gioco verso zone meno presidiate dagli avversari. Solitamente l’introduzione del 3c1 avviene insieme al concetto di Cambio di gioco, che nella categoria Pulcini viene identificata con i movimenti di Giropalla. Com’è possibile vedere nella figura sotto, le scelte di gioco sono orientate a trasferire la palla dalla fascia/zona di campo presidiata dall’avversari/o a quella meno presidiata.

    Non a caso è possibile identificare il primo movimento di palla come un “passaggio al compagno a sostegno”, mentre il secondo come un “passaggio al compagno in ampiezza”. Lo sviluppo della didattica del 3c1 diventa quindi molto importante perché permette di apprendere (ma soprattutto “comprendere”) prerequisiti di natura tattica che nelle età successive Esordienti/Giovanissimi saranno fondamentali nel gioco a 11 come il Cambio di gioco e lo Scorrimento di palla. Riassumendo, la didattica del 3c1 prevede l’applicazione successiva degli elementi appresi nel 2c1.

    Pulcini (III°-V° elementare): l’inizio della didattica del 3c1 corrisponde con la fine (cioè con la piena comprensione dei movimenti semplici di smarcamento) della didattica del 2c1, cioè pressappoco intorno alla V° elementare. Aspetto fondamentale della didattica è il mantenimento di una densità di gioco sufficiente grazie alla divisione in gruppi di lavoro di circa 4-6 giocatori. I mezzi a carattere globale prevedono l’utilizzo di “possessi palla-3c1” nelle varie forme (vedi esempio sotto) per abituare i giocatori ai vari tipi di movimento e a stoppare la palla in maniera orientata.

    I mezzi analitici invece prevedono esercitazioni con finalizzazione (porta o meta) con limitazione di movimento degli “attaccanti” (ed esempio in settori di gioco definiti) e massima libertà del difensore. Nella figura sotto è presentato un esempio in cui i 3 attaccanti devono rimanere nei settori longitudinali; le varianti sono relative al numero di tocchi, al numero minimo di passaggi (prima di concludere) o alla possibilità del giocatore in possesso palla di portarsi da un settore all’altro, ma passandola ad un settore diverso da quello in cui si trova.

    Esordienti (I°-II° media): prosegue il lavoro iniziato nella categoria Pulcini in forma parallela al 2c2 per poi passare al 3c2 una volta che i concetti del 3c1 e 2c2 sono pienamente appresi. In questa categoria è da prestare anche attenzione (nelle esercitazioni analitiche) agli aspetti difensivi, orientati prevalentemente a riconoscere la pericolosità dei giocatori in possesso palla ed agire di conseguenza.

    DUE CONTRO DUE (2c2)

    Il 2c2 è rappresentato da due forme didattiche ben distinte: la parte globale (che può essere inserita sin dai Pulcini parallelamente all’inserimento analitico del 2c1) e la parte analitica che invece va inserita una volta apprese le forme analitiche dell’1c1 e del 2c1. Per la parte analitica sono da approfondire sia gli aspetti offensivi che difensivi (che proseguono nei Giovanissimi).

    Pulcini (III°-V° elementare): le varie forme globali di 2c2 possono essere inserite da quando si inizia il 2c1 e l’1c1 analitico di situazione. In questo tipo di didattica si preferisce metodo deduttivo per stimolare le scelte in funzione delle conoscenze dell’1c1 (in base alle zone del campo) e 2c1 (smarcamento); importante, in questi casi, è utilizzare mini-campi sufficientemente ampi!

    Le esercitazioni prevederanno 2c2 in forme libere, dando possibilità anche ai “difensori” di realizzare meta, gol, ecc. (vedi sopra), mezzi con difensori posti in aree trasversali (vedi sotto) e altre variati riferite alle dimensioni/forme del campo, tipo di realizzazione (porte piccole, grandi, mete, ecc.) ed esercizi psicocinetici.

    Nella terza e ultima parte andremo ad analizzare la didattica analitica del 2c2 (Categoria Esordienti) e il 3c2.

    Autore dell’articolo: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  3. Scuola calcio: dall’1vs1 al 3vs2, un percorso lungo 7 anni (prima parte)

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    Dopo aver analizzato le fasi sensibili della tecnica calcistica e approfondito l’importanza di alcuni aspetti della coordinazione, andremo a vedere quello che è il percorso tecnico-tattico che viene affrontato per la formazione del giovane calciatore dalla categoria Piccoli amici (I-II° elementare) alla categoria Esordienti (I-II° media). Ad ogni età corrispondono caratteristiche cognitive e tecnico-coordinative peculiari che facilitano l’apprendimento di determinati aspetti della formazione tattica; la conoscenza di questi elementi permette di integrare al meglio i vari “rami” dell’allenamento giovanile (coordinazione, tecnica, tattica, ecc.) al fine di far acquisire al calciatore in erba le competenze e gli atteggiamenti che poi saranno utili nelle successive fasi di crescita. Ovviamente queste considerazioni teoriche vanno prese “cum grano salis”, perché rappresentano conclusioni generiche che vanno necessariamente ed intelligentemente adattate al proprio gruppo.

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    UNO CONTRO UNO (1c1)

    L’1vs1 rappresenta il primo step della formazione tecnico-tattica del giovane calciatore. Le caratteristiche didattiche di questo mezzo sono relative all’età dei giocatori:

    Piccoli amici (I° e II° elementare): è fondamentale un inizio precoce della didattica dell’1vs1 sin dai primi allenamenti per sapersi orientare in campo (porta da “attaccare” e porta da “difendere”), vincere la paura dell’avversario (contrasto), saper discriminare la situazioni “fallose”, sviluppare la capacità di “lettura” della gestualità dell’avversario (finte, cambi di direzione, ecc), ecc. Ovviamente queste esercitazioni (vedi figura sotto) dovranno essere proposte nelle forme libere (didattica globale) e con spazi sufficientemente grandi a disposizione. In questi caso l’1c1 non sarebbe tanto il “fine” dell’allenamento, ma il “mezzo” attraverso il quale si sviluppano in forma precoce alcuni aspetti della coordinazione (senso del movimento) e della tecnica (guida della palla). L’egocentrismo caratteristico di questa fascia d’età asseconda questo processo di apprendimento.

    Pulcini (III°-V° elementare): la didattica globale lascia spazio a quella analitica (che può comunque essere iniziata anche nei Piccoli amici nelle forme più semplici), cioè a quelle situazioni in cui i movimenti dei giocatori dipendono prevalentemente dalle zone del campo e dalla reciprocità degli stessi (dimensioni standard del campo 20x15m). La forma analitica più semplice è quella in cui il difensore si trova frontalmente e dentro un rettangolo dal quale non può uscire (vedi sotto).

    Le forme più impegnative invece prevedono la libertà di movimento del difensore; in questi casi difensore ed attaccante vengono posizionati in parti diverse del campo in maniera tale stimolare movimenti specifici. Le poche esercitazioni globali a quest’età hanno prevalentemente carattere psicocinetico o sono abbinate a componenti coordinative/condizionali. Aspetto importante da sviluppare in maniera analitica in questa fascia d’età è la capacità di protezione della palla (frapporre il corpo tra palla ed avversario).

    Esordienti (I°-II° media): all’approccio globale/analitico delle età precedenti si aggiungono altri aspetti: le “finte” e “la difesa della porta”. La didattica delle finte parte da esercitazioni senza avversario, per poi passare ad esercitazioni con avversario “passivo-attivo” per poi applicare le nozioni apprese nelle forme globali/analitiche dell’1c1. La difficoltà principale sta nell’applicazione dei movimenti in rapporto alle “distanze dinamiche” che si ritrovano nell’1c1 e nelle situazioni di gioco. La difesa della porta invece è il primo passo della didattica della difesa. Appartengono a questa classe di esercitazioni tutti i mezzi in cui il difensore è impegnato nel difendere zona di campo (meta o porta) senza necessariamente rubare palla all’avversario (copertura) anche indirizzandolo verso porzioni di campo meno “pericolose” (vedi immagine sotto).

    DUE CONTRO UNO (2c1)

    Rappresenta la prima forma di collaborazione più semplice tra giocatori; è il primo passo per uscire dall’egocentrismo tecnico-tattico tipico dei primi anni della scuola calcio. Per questo motivo è opportuno iniziare questa didattica dalla categoria Pulcini.

    Pulcini (III°-V° elementare): contrariamente all’1c1, è meglio proporre sin da subito esercitazioni a carattere analitico (anche se molto semplici). Infatti, il primo passo è quello di porre il giocatore in possesso palla (PP) in condizione di leggere/decidere l’opzione migliore tra il passare la palla o condurre/affrontare l’avversario in base alla situazione contingente. Per facilitare questo processo inizialmente è necessario limitare il grado di libertà del difensore e del compagno in non possesso palla (NPP); vedi sotto.

    Successivamente si incrementeranno i gradi di libertà degli altri giocatori approfondendo l’aspetto dello smarcamento del giocatore in NPP (in particolar modo “ampiezza” e “sostegno”) in base alla situazione contingente.

    Questo tipo di didattica sarà da inserire in sedute di allenamento dedicate prevalentemente al Passaggio (quelle per l’1c1 sono da preferire in sedute dedicate alla Conduzione della palla) e la progressività didattica dovrà essere parallela ad alcuni aspetti dell’1c1 come la protezione della palla o la difesa della porta (per il difensore).

    Esordienti (I-II° media): alla fine della categoria Pulcini tutti gli aspetti del 2c1 dovrebbero essere ben appresi a tal punto da non rendere necessario l’approfondimento di queste variabili nelle categorie successive se non per gli aspetti tattici specifici dei compartimenti di gioco (attacco in particolar modo) che solitamente vengono affrontati nelle categorie Giovanissimi/Allievi.

    Tabella riassuntiva delle “Fasi sensibili” dello sviluppo delle abilità tattiche dell’1c1 e 2c1 nella scuola calcio.

    Autore dell’articolo: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

  4. Fasi sensibili della tecnica calcistica (seconda parte)

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    (aggiornato al 24/07/2019)

    Nella prima parte di quest’articolo abbiamo introdotto il concetto di “Fasi sensibili della tecnica calcistica”; andremo ora ad approfondire i criteri che hanno permesso di creare la nostra tabella e di come considerarla adattabile alle varie situazioni.

    • Le maggiori difficoltà ad apprendere i movimenti si verificano ad età inferiori (6-7 anni) a causa della povertà degli schemi motori (si fissano con l’esperienza) e da fenomeni di “irradiazione” a livello del sistema nervoso centrale che possono rallentare i processi di fissazione.
    • Durante la pubertà (oltre i 12-14 anni) l’apprendimento della tecnica è più facile dal punto di “vista cognitivo” perché si comprendono meglio i compiti motori, ma può esserci difficoltà nell’apprendere i movimenti più semplici a causa della minore plasticità/adattabilità del tessuto nervoso; le difficoltà sono comunque transitorie e finiscono con l’inizio dell’adolescenza.
    • L’egocentrismo (rapporto “io-palla” molto forte) tipico delle fasi precoci permette di apprendere più velocemente alcuni fondamentali come la conduzione e la protezione della palla, mentre per il passaggio può esserci un leggero ritardo.
    • Ambidestrismo: l’inserimento analitico dell’allenamento del “piede debole” può avvenire solamente quando si è appresa con sufficiente precisione la tecnica con il piede forte (dominate).
    • Gli elementi tecnici che richiedono una certa forza muscolare (Tiro da lontano e Passaggio lungo) sono allenabili solamente quando si assisterà ad un incremento marcato di questa qualità (pubertà, 12-13 anni)

    N.B.: i punti sopra citati, possono considerarsi come generici, “standard”, e devono essere adattati alle varie condizioni che un allenatore può trovarsi (anni di esperienza dei calciatori, livello medio, programmi medio/lungo termine, ecc.).

    Tiro in porta

    È importante introdurre il prima possibile l’abitudine a colpire con il collo del piede tenendo la “caviglia rigida”; di seguito si insegnerà a colpire la palla in movimento e successivamente sotto pressione temporale (presenza di un avversario, del portiere in uscita, ecc.). La precisione deve essere stimolata parallelamente alla capacità di “vedere” la porta/portiere/avversari. L’utilizzo del piede debole deve essere incoraggiato sin da subito, ma l’allenamento analitico deve essere affrontato quando è stato consolidato lo schema motorio relativo al piede dominante. Il tiro è sicuramente il fondamentale che, anche tra gli adulti, viene meno effettuato con il piede debole; allo stesso tempo è un gesto effettuato sotto grande pressione degli avversari ed in regime di rapidità. Ne consegue che grossa importanza riveste l’allenamento del saper calciare con il piede debole e in situazione di pressione temporale. Per approfondire, leggi il nostro articolo sul tiro in porta e preparazione atletica (seconda parte).

    Conduzione della palla

    Insieme al Tiro è il fondamentale che più va incontro alle esigenze dei bambini (egocentrismo), quindi ha una precoce allenabilità; nonostante questo, la didattica di questo fondamentale è molto lunga e si esaurisce solamente con l’annata dei Giovanissimi.

    La prima tappa consiste nel saper guidare liberamente la palla in forma ludica (partite, 1c1, giochi coordinativi, ecc.) per acquisire la corretta ritmica (coordinazione) ed abituarsi ad utilizzare tutte le parti del piede.

    La seconda tappa è quella di essere in grado di proteggere la palla frapponendo il corpo tra palla/avversario. Parallelamente inizierà lo sviluppo analitico e l’utilizzo del piede debole. La didattica dello sviluppo analitico consiste nell’impostare 3 varianti alla conduzione/protezione della palla:

    • Gestione della palla sotto il corpo e finte
    • Cambi di direzione
    • Conduzione rettilinea

    L’ultima tappa prevede il padroneggiamento di tutte le varianti nei vari contesti tattici tipici del calcio a 11; ad esempio, nella stessa azione, riuscire ad effettuare correttamente “stop, protezione e inizio conduzione della palla con il piede più lontano dall’avversario”. Purtroppo la ricerca precoce del gioco collettivo nei settori giovanili (legato spesso all’obiettivo spasmodico del risultato), porta a trascurare questo fondamentale con la conseguenza di avere giocatori, da adulti, meno abili nell’1c1, in particolar modo nei settori dilettantistici. A questo link puoi trovare diverse strutture esercitative per la guida della palla. Leggi anche la didattica della protezione della palla (seconda parte).

    Passaggio e ricezione

    È il fondamentale che nei primi anni di scuola calcio si trova maggiore difficoltà ad insegnare a causa dell’egocentrismo (tendono a rapportarsi direttamente con la palla escludendo i compagni) dei bambini nelle prime classi elementari e per la difficoltà tecnica nel “dominare la palla” a quell’età. Essendo un fondamentale con una certa componente collaborativa, nella prima fase della didattica è possibile insegnarlo sia con “giochi di precisione” (in cui lo scopo è quello di colpire bersagli tirando il pallone con i piedi da varie distanze) che “giochi collaborativi” in cui si utilizzano prevalentemente le mani, eliminando quindi la difficoltà della gestione “tecnica” della palla (ed inserendo i concetti rudimentali dello smarcamento, come il riconoscere e sfruttare gli spazi vuoti).

    Dalla categoria Pulcini si potrà cominciare a focalizzarsi sulla capacità di discriminazione tra le varie opzioni tecnico/tattiche (passaggio/conduzione) oltre che cominciare a lavorare in maniera analitica con il piede debole. Man mano che migliora la capacità coordinativa riguardante “la discriminazione delle distanze e delle traiettorie” si può inserire il “passaggio lungo”.

    Dagli Esordienti la tecnica del passaggio sarà sempre più in funzione della tattica e man mano che incrementa la forza muscolare si allungheranno le distanze e le traiettorie dei passaggi lunghi fino a completare la didattica nella categoria successiva tramite i cross analitici e i cambi di gioco nel campo a 11 giocatori. Puoi trovare diverse strutture esercitative per il passaggio e ricezione della palla a questo link.

    CONCLUSIONI

    Il discorso sulle “Fasi sensibili della tecnica calcistica” affrontato nei nostri 2 articoli spero abbia stimolato tecnici e istruttori a riflessioni e approfondimenti sull’argomento. Volevo solamente ri-focalizzarmi sul concetto di “allenabilità”: quando si parla di “fase/i sensibile/i di una certa qualità” (coordinativa, condizionale o tecnica) non significa che tale qualità debba essere allenata solamente in quella fase della crescita, ma che

    in tale fascia d’età gli stimoli allenanti trovano particolare risposta positiva al training e il trascurarla in quella fase dello sviluppo preclude la formazione completa del calciatore.

    Infatti, le varie “doti” che l’atleta acquisisce nella propria crescita vanno comunque mantenute per tuta la carriera calcistica.

    Ovviamente non è nostra intenzione esser esaustivi sull’argomento, ma dare indicazioni che permettano (grazie alla competenza, alla creatività e all’intuito di ogni allenatore) a chi è in contatto con i giovani calciatori non solo di “trasmettere abilità”, ma anche di “far acquisire competenze”! Saremmo contenti di ricevere commenti, consigli, critiche ed eventuali richieste di approfondimenti per poter fare una “terza parte” di questo articolo con le vostre riflessioni ed interventi. Scrivete pure al mio indirizzo e-mail o direttamente nel blog.

    Se sei interessato, puoi trovare anche le fasi sensibili relative alla progressione che va dall’1c1 al 3c2 (seconda e terza parte).

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 e preparatore Atletico AC Sorbolo (melsh76@libero.it)

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