Tag Archive: fase di possesso

  1. Le rotazioni dei centrocampisti

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    Le rotazioni, sono dei movimenti coordinati tra tre o più giocatori che cambiano la loro posizione al fine di fornire più soluzioni di passaggio al giocatore in possesso di palla.

    Principi generali:

    • se il centrocampista è marcato, deve liberare lo spazio aprendo nuove zone di smarcamento per i compagni;
      lo smarcamento deve essere eseguito dal potenziale ricevente:
    • quando il compagno può eseguire il passaggio;
      in uno spazio (zona luce); ad esempio in zona di rifinitura, tra le due linee di centrocampo e difesa avversarie;
      con un postura che consenta un’adeguata visione periferica;
    • chi trasmette la palla deve muoversi per occupare un’altra zona di campo (ciò consente di non dare punti di riferimento fissi agli avversari).

    In base ai possibili schieramenti previsti dai sistemi di gioco andiamo ad analizzare alcuni tipi di soluzioni in fase di possesso.

    Centrocampo a 4 in linea.

    8 si abbassa a sostegno del Centrocampista Esterno 11che trasmette 4 smarcatosi in avanti tra le due linee avversarie, a dettare il passaggio. 7 attacca la profondità, solo dopo aver valutato il chiaro possesso del compagno 4.
    Sulla conduzione di 3 che imposta, 11 si muove incontro, 8 si inserisce largo e in profondità; 4 dà appoggio e successivamente In fase di sviluppo 8 mantiene l’ampiezza, 11 converge e va sotto 9 per eventuale passaggio di scarico, 4 fa azione di sostegno e allo stesso tempo di copertura preventiva; 7 si allarga per dare ampiezza ed eventualmente attacca la profondità.
    3 conduce, 11 si muove incontro; 8 si inserisce oltre la linea dei Centrocampisti avversari e 4 ruota internamente in appoggio a 3, ricevendo con una postura del corpo “aperta” che gli consenta una visione periferica adeguata.
    5 imposta in conduzione, 4 si allarga e 7 converge per la ricezione interna. 8 dà sostegno centrale. 2 può inserirsi in sovrapposizione.

    Centrocampo a 4 “a rombo”.

    5 imposta conducendo palla. 7 va in ampiezza, 4 si alza e detta il passaggio; 8 si abbassa e dà sostegno centrale. 10 attacca lo spazio e la profondità nel lato debole degli avversari.
    9 si accentra in conduzione, 8 si sovrappone mentre 11 taglia dietro la linea difensiva avversaria. 10 dà sostegno centrale.
    3 imposta conducendo e 8 si allarga sulla linea di trequarti senza andarsi ad “appoggiare” al Difensore Esterno avversario (non in profondità). Se quest’ultimo accorcia in pressione su 8 si “rompe” la linea difensiva aprendo nuovi spazi per gli attaccanti. In caso contrario la mezzala 8 può ricevere e puntare. 10 può ricevere tra le linee, mentre 9 attacca la profondità.

    Centrocampo a 3 con “vertice basso”.

    Imposta 3 in conduzione. 8 va in ampiezza e 4 va ad occupare il suo spazio. Sul passaggio alla punta 4 è pronto sullo scarico. Il movimento della mezzala opposta 7, va a dare sostegno all’azione offensiva e allo stesso tempo copertura preventiva. ( 8 può ricevere smarcato sulla trequarti esterna o può portare fuori dalla linea un difensore).
    Imposta 5 in conduzione; 8 si abbassa a ricevere consentendo inserimento dell’esterno 3. 4, marcato, si alza e va a sostegno dell’attaccante su eventuale filtrante o costruzione diretta. La mezzala opposta Il vertice basso 7 detta eventuale passaggio centrale corto.
    Palla al vertice basso 4; 7 si smarca alle spalle del centrocampista avversario; 8 si apre in smarcamento con la corretta postura che gli consenta un’accettabile visione periferica. 3 Può inserirsi ed eventualmente ricevere anche direttamente da 4.

    Centrocampo a 3 con “vertice alto”.

    La mezzala 8 è in possesso di palla; 10 taglia davanti a lui e 4 va ad occupare lo spazio lasciato libero. Dopo il passaggio, 8 si accentra in copertura preventiva.
    Il Difensore Esterno 3 imposta; la mezzala 8 si abbassa in appoggio. Il trequartista 10 va ad occupare lo spazio lasciato libero da 8. La mezzala opposta 4 si alza occupando lo spazio del trequartista.
    Palla al Difensore Esterno 3 che trasmette veloce sul movimento incontro di 8 che fa velo e prosegue la corsa in avanti. Il Centrocampista Centrale 4 va a coprire lo spazio lasciato da 8. Quando il vertice alto 10 riceve può fare sponda sul movimento di 8, oppure eseguire passaggio di scarico a 4 a sostegno (che dà anche copertura preventiva).

    Esercitazioni/esercizi

    Si creano tre settori di cui uno centrale che sarà utilizzato esclusivamente da tre centrocampisti “jolly” che giocheranno con la squadra in possesso di palla. In fase di costruzione, i quattro difensori devono eseguire costruzione manovrata con trasmissioni sicure sul cc smarcatosi. Se il centrocampista scende per la ricezione nell’area di costruzione ma è marcato, dovrà uscire: al suo posto dovrà scendere a ricevere uno degli altri due compagni di reparto (rotazione). Solo un cc alla volta può entrare nell’area di costruzione (5vs3). Dopo la ricezione, il cc svilupperà l’azione con i compagni di reparto o direttamente con gli attaccanti per la finalizzazione. Progressione: quando la palla entra nell’area di finalizzazione un cc può partecipare all’azione (4vs4).
    6vs3 finalizzato alla ricerca del Centrocampista che dovrà ricevere e con al massimo due tocchi trasmettere palla verso un altro giocatore blu. I rossi guadagnano un punto ogni qualvolta intercettano il pallone. Obiettivo tecnico tattico: ricerca e trasmissione al Centrocampista Centrale. Cura della postura del corpo in fase di ricezione (visione periferica, anticipazione motoria). Progressione: aumento del numero dei difensori.
    La costruzione manovrata parte sempre dal portiere che serve a uno dei Difensori Centrali. La palla dovrà passare per uno dei Centrocampisti che dovranno smarcarsi attraverso delle rotazioni in superiorità numerica (3vs2). Superati gli avversari verrà sviluppata l’azione di attacco con finalizzazione sfruttando i tre attaccanti ed eventualmente gli inserimenti dei giocatori esterni (a seconda del sistema adottato). Progressione: aumentare gradualmente il numero degli avversari fuori del quadrato.
    7vs7 senza attaccanti, per stimolare smarcamenti, rotazioni e inserimenti dei centrocampisti. Regola del fuorigioco. Progressione: – Si può iniziare l’esercitazione senza i portieri (area di meta). – Aggiunta di un attaccante centrale per squadra al fine di poter sfruttare anche inserimenti con le sponde.

  2. La transizione offensiva

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    La transizione è una parte della tattica collettiva che deve essere ben esaminata in fase di analisi della gara della squadra da affrontare.

    Si è presa in esame una squadra in particolare, il Palermo allenato da Iachini che ha fatto di questa fase di gioco dinamico, uno dei punti di forza del suo team, da poco riapprodato nella massima serie del calcio italiano.

    Nello studio della fase di transizione offensiva, è opportuno interrogarsi riguardo diversi elementi chiave:

    • La squadra riesce a ripartire in velocità? Ovvero il “timing” relativo alla sua attuazione ( il tempo impiegato dal momento in cui viene conquistato il pallone al momento in cui si va alla finalizzazione o se ne riperde il possesso) è accettabile?;
    • In quali zone viene maggiormente conquistata la palla?;
    • Quali sono giocatori che più spesso conquistano palla?;
    • Quali sono i giocatori che partecipano attivamente alla fase di transizione con maggior frequenza?

    Nel video seguente si sono prese in considerazione cinque situazioni in cui si possono avere delle risposte concrete a quanto sopra ci siamo chiesti.

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    Dal libro “Studiare gli avversari… e se stessi – Migliorare la prestazione con la Match Analysis” di Claudio Damiani

    Un’azione improvvisa che può essere letale

    La transizione positiva e’ paragonabile al colpo da “knock down” sferrato dal pugile che coglie impreparato l’ avversario sbilanciato ad attaccare.

    Immaginiamo il pugile che sferra un diretto destro e che nell’ eseguirlo lascia scoperto il volto: se il difendente coglie l’ attimo giusto e anticipa puo’ trovare il colpo decisivo.

    Quindi, elementi fondamentali per una transizione efficace sono: la distrazione di chi offende; la capacita’ di prevedere e anticipare il movimento avversario; la scelta del tempo nell’ anticipo; la velocita’ nell’ eseguire il colpo risolutivo; la velocita’ di accoppiamento dei movimenti atti a concludere l’ azione (knock down/tiro in porta/gol).

    A volte si predilige un finto atteggiamento remissivo della squadra per portare l’ avversario a perdere gli equilibri tra i reparti durante la propria azione offensiva.

    A cura di Claudio Damiani coach, match & video analyst

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  3. Palle inattive: la rimessa dal fondo

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    Ultimamente nella nostra Serie A (ma non solo), si nota più di qualche squadra che si dispone a zona nella rimessa dal fondo a favore.

    Tale costruzione con i difensori larghi e molto bassi viene definita “costruzione ai 5,50” poiché la loro posizione va a stare lungo il prolungamento dell’area piccola (5,50 metri dal fondo, appunto).

    Lo studio delle palle inattive giunge quindi a considerare una situazione di “gioco statico” che finora non è era quasi mai stata considerata.

    C’è chi fa scendere il metodista, allarga i due difensori centrali e manda i difensori esterni a fungere da ali aggiunte come la Roma di Garcia (difesa a 4); chi invece allarga semplicemente i tre difensori formando una linea che passa al di sotto dei vertici dell’area di rigore come l’Inter (difesa a tre o cinque giocatori, dir si voglia).

    E’ ciò che si verifica ultimamente in occasione di palla in possesso del portiere, in particolar modo in occasione della rimessa del gioco dal fondo, con pallone fermo.

    Schermata 2014-05-11 alle 23.32.32

    L’obiettivo per chi attacca è quello di iniziare una manovra ragionata. Possono verificarsi due situazioni

    • la squadra difendente sale a negare le linee di passaggio ai tre giocatori posizionati al limite dell’area e si allunga negando il gioco basso ai tre avversari avvicinatisi all’area per ricevere ma lasciando larghi spazi (e lunghi) nella zona trequarti/centrocampo.
    • la squadra difendente non sale, rimane corta e stretta e attende l’inizio della manovra avversaria.

    Nella nostra massima serie, Juventus, Roma, Inter, Torino e Milan in particolare, non disdegnano a utilizzare questa partenza da dietro, a volte anche con sin troppa ostinazione.

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    A cura di Claudio Damiani coach, match & video analyst

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  4. Roma – Milan: pillola di video analysis (tiki-taka e gol!)

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    Dalla video analisi di Roma-Milan del 25 aprile 2014, ho estratto una fase di gioco emblematica di cosa sta producendo la Roma di Garcia a livello tecnico-tattico.

    Lo scambio di ruoli effettuato dai giallorossi sia in fase di possesso che in fase difensiva ha oramai raggiunto una sincronia e un’efficacia importante!

    I difensori esterni sono due attaccanti aggiunti che coprono le fasce laterali nell’ 85/90% delle azioni offensive; le tre punte spaziano a destra e sinistra su tutto il fronte difensivo avversario rimanendo costantemente imprevedibili; i tre centrocampisti hanno capacità tecniche che li rendono molto spesso dare inizio alle azioni ragionate dalle retrovie (un po’ meno Nainggolan).

    Roma - Milan disp
    Il modulo della Roma: in campo regna efficace l’imprevedibilità vincente!

    E’ il sistema di gioco che fa vincere la Roma, la filosofia ben inculcata da Garcia ai suoi giocatori; il modulo è molto poco indicativo, è roba da carta stampata e siti web.

    Il modulo di gioco è il posizionamento dei giocatori in campo; il sistema di gioco è l’interpretazione dei ruoli che l’allenatore dà partendo da esso.

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    Alcune statistiche (Fonte Opta)

    Tentativi. Roma: 14 tiri, 2 gol, 4 in porta. Milan: 13 tiri, 5 in porta.

    Possesso palla: Roma: 63,8%. Milan 36,2%.

    Passaggi totali: Roma 560/639. Milan 282/353. Percentuali passaggi completati: Roma 88%, Milan 80%.

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    A cura di Claudio Damiani

  5. Da 2vs3 a 3vs4 in transizione

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    In questa esercitazione che presenta componenti di tattica collettiva, legati alla fase di possesso, di non possesso e alla fase intermedia di transizione si parte da una situazione di inferiorità numerica dei difensori.

    Il portiere calcia il pallone a uno dei tre attaccanti. Questi dovranno impostare un’azione finalizzata alla realizzazione del gol. Nel momento in cui il portiere calcia la palla, i due difensori dovranno affrontarli prendendo cura di darsi copertura reciproca, non farsi mai trovare allineati e neutralizzare eventuali tagli e sovrapposizioni per difendere la porta.

    La transizione avrà rapidamente inizio dal portiere attraverso la rimessa in gioco del pallone con le mani per i difensori che potranno avvalersi della collaborazione di due compagni in più; questi partiranno veloci e posizionati larghi dalla zona di fondo campo contrassegnata dai delimitatori quando:

    • uno degli attaccanti tira e segna un gol (si fa passare rapidamente un altro pallone da un collaboratore posto all’esterno del campo);
    • uno degli attaccanti tira fuori (vedi sopra);
    • uno degli attaccanti tira e il portiere para (farà ripartire egli stesso il gioco).

    Si passa quindi a una transizione (positiva per i difensori), finalizzata alla realizzazione di una rete nelle due porticine disposte come da video.
    Materiale occorrente: palloni, casacche, (delimitatori), porte piccole.

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    A cura di Claudio Damiani

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  6. Le contrapposizioni dell’1-4-4-2 rispetto agli altri moduli (prima parte)

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    Il 4-4-2

    Immaginiamo dunque che la nostra squadra sia schierata con il sistema di gioco 1-4-4-2

    1-4-4-2 vs 1-4-4-2

     

    4-4-2 vs

    Dopo una prima analisi è opportuno sottolineare che i reparti difensivi giocano in situazione di parità numerica contro gli attaccanti avversari. A centrocampo, invece, c’è parità numerica “statica”.

    Se suddividessimo il campo con due linee verticali e due orizzontali noteremo come si crea un “gioco di coppie”, anche sulle corsie esterne dove 7 e 2 dovranno occuparsi di 3 e 11, e così via per gli altri calciatori.

    Definita la situazione naturale statica che consegue allo schieramento tattico analizziamo ora gli adattamenti tattici e le modalità per affrontare questo sistema di gioco, sia dal punto di vista difensivo sia da quello offensivo.

    Difensivo

    Scalate difensive: E’ indubbiamente il punto focale della fase difensiva di questo sistema di gioco.

    La scalata ha l’obiettivo di creare superiorità numerica in zona palla con lo scopo di riconquistarla.

    Non vuol dire solo creare superiorità numerica nel raddoppio ma anche e soprattutto nelle zone limitrofe alla posizione della palla, in modo da indurre il possessore a forzare la giocata e dunque a potenziali errori.

    Nei meccanismi di scalata ci sono degli aspetti a dir poco fondamentali.

    Innanzitutto il timing, ossia il tempismo con cui i calciatori effettuano i movimenti tattici richiesti per adempiere al loro compito, con la massima velocità ed aggressività visto che si tratta di un adattamento difensivo.

    Altrettanto importanti sono le distanze che intercorrono tra i calciatori che, collettivamente, scalano. Se le distanze non sono giuste gli avversari possono trovare uno “sbocco” ed uno spazio da occupare o attaccare per uscire dal pressing.

    Dunque la squadra dovrà muoversi sempre come un unico blocco, curando al massimo i principi di tattica individuale difensiva soprattutto riguardanti la presa di posizione e la scelta dei punti chiave di riferimento (porta, palla, avversario) secondo il gioco a zona.

    FIG1: Esempio di scalata con palla in zona laterale

    4-4-21 vs

    Il numero 2 rosso trasmette a 7; I difensori blu, con il giusto timing, si spostano in blocco velocemente verso la zona della palla.

    3 accorcia in avanti su 7 concedendogli trenta centimetri di spazio con l’obiettivo di poter temporeggiare, il suo compagno di catena laterale 11 va subito al raddoppio per creare una superiorità numerica in zona palla.

    Con il giusto timing ed in maniera altrettanto aggressiva i calciatori adiacenti alla linea della palla accompagnano i loro compagni blu chiudendo tutti i possibili sbocchi e spazi.

    6 effettua una copertura preventiva su 9rosso con 5 e 2 che gli danno adeguata copertura, 8 agisce in pressione sul sostegno 4 con il raddoppio di 9 che è pronto anche ad aggredire il giro palla difensivo.

    FIG2: Esempio di scalata con palla in zona centrale.

    4-4-22 vs

    Il numero 4 rosso riceve palla per impostare il gioco in zona centrale del campo.

    A seconda di quelli che siano i principi ed i sotto-principi di gioco della nostra squadra, le scalate difensive dovrebbero così essere eseguite:

    8 accorcia immediatamente in avanti su 4 ed attende il raddoppio di 9, qualora 4 sia lento nel girare palla. 4 si occupa di 8 ed attende l’arrivo di 10 in aiuto al pressing.

    Visto che lo sguardo di 4 è orientato verso il suo lato sinistro,11 accentra la sua posizione per venire a creare superiorità numerica in mezzo al campo inducendo 4 ad una giocata difficile o lunga.

    7 arretra fino ad occuparsi di 11 consentendo a 2 di mantenersi sulla stessa linea di 5 e 6 che devono occuparsi dei due attaccanti avversari.

    Offensivo

    Come mettere in difficoltà un sistema di gioco 4-4-2 utilizzandone uno simile?

    A seconda del modello di gioco della nostra squadra, e dunque dei relativi principi e sotto-principi di gioco, un modo per mettere in difficoltà una squadra schierata con un 4-4-2 con un sistema di gioco simile è quella di “adattarsi” ad un 4-2-3-1.

    4-4-23 vs

    Generalmente questo adattamento è utilizzato con squadre con vocazione offensiva. I terzini, infatti, partono all’altezza dei due mediani, ed i 4 giocatori offensivi giocano molti alti e molto larghi, costringendo i propri difensori e centrocampisti centrali ad accettare la parità numerica.

    Dunque la posizione avanzata dei terzini, unita a quella molto avanzata delle due ali, consente alla squadra di essere sempre pericolosa sulle corsie esterne. Altro punto importante è la posizione del numero 10. Egli può essere un centrocampista offensivo, un trequartista, un rifinitore, un attaccante di sostegno o una seconda punta. La sua posizione, al centro del castello, costringerà gli avversari a degli adattamenti difensivi sicuramente non previsti.

    Altro aspetto importante è quello composto dalla coppia trequartista-punta; questi calciatori possono disporsi in verticale, in orizzontale o in diagonale. La qualità e la complementarietà dei loro movimenti potrà arrecare danni importanti alla struttura organizzativa difensiva.

    Schierare la squadra in questo moto costringerebbe gli avversari ad adottare un baricentro basso ed ad utilizzare con più prudenza i due mediani vista la posizione di partenza di 10.

    FIG1: Sviluppo di gioco con il sistema 4-2-3-1 in grado di mettere in difficoltà una squadra schierata con il 4-4-2

    4-4-24 vs

    Il portiere inizia il gioco verso 5 che si allarga come il suo compagno 6 ai bordi dell’area di rigore. Immediatamente i terzini 2 e 3 sopravanzano la linea bassa dei due mediani effettuando un lungo corto per ricevere.

    Il mediano 8 lato palla si allarga e riceve in posizione atipica.

    E’ necessario sottolineare come la posizione di 10 all’interno del castello, impedisca ai due mediani avversari 4 e 8 di uscire in pressing sui nostri centrocampisti in quanto potrebbero mettere in luce il suddetto 10.

    Una volta ricevuta la sfera 8 la gioca di pria per il taglio convergente di 7.

    Controllata la sfera 7 ha tre opzioni di passaggio:

    -una derivante dal movimento asimmetrico ( o a incrocio) della coppia trequartista-attaccante

    -una derivante dall’attacco della zona cieca dell’esterno offensivo opposto 11

    -una derivante dalla sovrapposizione del terzino 2

    I quattro calciatori offensivi possono dar vita ad una serie notevole di combinazioni offensiva con lo scopo di creare adattamenti non naturali nel meccanismo difensivo avversario.

    FIG2 e 3:

    4-4-25vs

    4-4-25vs

    (Leggi la prima parte dell’articolo cliccando qui)

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    A cura di Giuseppe Maiuri

  7. Fase di possesso: uno sviluppo del gioco dalle retrovie molto in voga

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    In questo inizio di stagione alcune squadre stanno utilizzando con costanza un nuovo modo di impostare il gioco con manovra ragionata.

    Club di Serie A e B, Juventus, Inter, Torino, Roma in primis, fanno uso di questo sistema di gioco in fase di possesso.

    Nel momento in cui vi è palla in mano al portiere o deve essere eseguita una rimessa dal fondo, si nota sempre più spesso un posizionamento di due difensori pronti a ricevere larghi al di sotto del vertice dell’area di rigore, con il difensore centrale (in caso di difesa a 3 o a 5), o il centromediano metodista (se la difesa è a 4), che si colloca a dare una soluzione in zona centrale, al limite dell’area.

    Nell’esempio in figura abbiamo considerato una squadra schierata con modulo di gioco 1- 4-4-2. Cambia poco in un modulo 1-3-5-2 (vedi Juventus): al posto del mediano, (n. 4), rimane il centrale dei tre difensori mentre i “quinti” di centrocampo si posizionano larghi, quasi a toccare la linea mediana.

    1. I difensori centrali esterni si sono collocati bassi al di sotto del rispettivo vertice dell’area;
    2. il metodista è arretrato per ricevere ma anche per dare copertura preventiva;
    3. i difensori esterni sono larghi e avanzati.

    posizione start

    La Roma di Garcia (modulo 1-4-2-3-1), tende solitamente a far allargare Castan e Benatia nella zona poco indietro al vertice dell’area di rigore, con arretramento di De Rossi a fare il centrale e a ricevere palla, con i difensori esterni, Balzaretti e Maicon già sistemati nei pressi della linea di metà campo a fungere da ali aggiunte. Nel caso della Roma, questa è una soluzione tattica che viene sviluppata non necessariamente da una situazione di palla in possesso del portiere (o da rimessa dal fondo), ma anche in situazione di gioco “dinamico”.

    Perchè viene utilizzata questa tattica?

    Il posizionamento di due difensori nella zona poco più bassa del vertice dell’area può portare a delle situazioni vantaggiose:

    1. Far salire gli avversari che non intendono far partire la manovra ragionata dai difensori stessi; in questo caso si riuscirà ad ottenere un “allungamento” delle maglie degli avversari e nell’eventualità in cui il portiere riuscisse a servire i centrocampisti centrali piuttosto che i giocatori situati sulle fasce laterali, la squadra antagonista si troverebbe già in una situazione di inferiorità numerica pericolosa.
    2. Fare ricevere palla a uno di essi (5 o 6), potendo così far raggiungere l’obiettivo della squadra che vuole riprendere il gioco dalle retrovie;
    3. fare ricevere i giocatori 9 o 10;
    4. Fare ricevere i giocatori 2 o 3.

    Dipenderà molto dalla strategia difensiva della squadra antagonista; pressing ultraoffensivo? Attende nella metà campo con 10 giocatori dietro la linea della palla?

    E’ implicito considerare che i difensori debbano possedere doti tecniche non comuni oltre che uno spiccato livello di personalità nel ricevere palla in zone di campo notoriamente rischiose, in caso di perdita di possesso.

    Non ultimo fattore da considerare, le capacità del portiere nel gestire il pallone coi piedi. Il voler sviluppare gioco dalle retrovie in questo modo, prevede un coinvoilgimento costante della figura dell’estremo difensore che, in molti casi può trovarsi a ricevere retropassaggi o vedersi coinvolto in “giropalla” frequenti.
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    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  8. Il colpo del ko: la transizione

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    La transizione e’ paragonabile al colpo da knock down di un pugile che coglie impreparato l’avversario sbilanciato ad attaccare.

    Immaginiamo il pugile che sferra un diretto dx e che nell’ eseguirlo lascia scoperto il volto: se il difendente coglie l’ attimo giusto e anticipa puo’ trovare il colpo decisivo.

    Quindi elementi fondamentali per una transizione efficace sono:

    1. la distrazione di chi offende;

    2. la capacita’ di prevedere e anticipare il movimento avversario;

    3. la scelta del tempo nell’ anticipo;

    4. la velocita’ nell’ eseguire il colpo risolutivo;

    5. la velocita’ di accoppiamento dei movimenti atti a concludere l’ azione (knock down/tiro in porta/gol).

    A volte si predilige un finto atteggiamento remissivo della squadra per portare l’ avversario a perdere gli equilibri tra i reparti durante la propria azione offensiva.

    Viene scelto inoltre un lato debole dove affondare il colpo. Per esempio il giocatore tecnicamente meno abile e si attende che il gioco arrivi da quel lato per pressare- recuperare- verticalizzare-concludere.

    La transizione puo’ essere un ko : ma e’ la capacita’ di attenzione che determina se subirlo o farlo subire.

     

    Mister Giacomo Bizzarri (altro…)

  9. Situazioni di gioco: Chelsea – Bayern Monaco (finale Supercoppa europea 2013)

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    GIOCO “DINAMICO”

    MOVIMENTI D’ATTACCO DEL BAYERN

    MOVIMENTI D'ATTACCO DEL BAYERN

    Sulla fascia destra, Lahm, in possesso palla, scarica su Krossche taglia alle spalle di Robben che va incontro a Lahm portandosi il difensore e aprendo il varco per il compagno che mette a centro o conclude a rete.

    MOVIMENTI SULLA FASCIA SINISTRA DEL BAYERN

    MOVIMENTI SULLA FASCIA SINISTRA DEL BAYERN Sulla fascia sinistra Ribery oltre che a scambiarsi con Robben, il più delle volte ricevuta palla, forte nell’uno contro uno si accentrava, lasciando lo spazio all’inserimento di Alaba, per servirlo sul taglio (1), oppure concludere a rete (2) o sul taglio degli altri compagni.

    Da notare che Ribery è destro, quindi accentrandosi da sinistra può calciare bene in porta o servire con il piede naturale i compagni.

    MOVIMENTO DA ATTACCANTE

    MOVIMENTO DA ATTACCANTE

    Mi è piaciuto un movimento di Torres, che ha ingannato i due difensori e gli ha permesso di calciare in porta.

    Azione: Schuurle sulla destra arriva quasi sul fondo e pur contrastato da Alaba, riesce a far arrivare la palla a Torres (1), che con un movimento palla al piede, ad uscire si porta appresso i due difensori, ma che con un contro movimento cambia direzione e si porta alla conclusione (2).

    Secondo me un azione da grande attaccante.

     

    gIOCO “STATICO”

    CALCI D’ANGOLO BAYERN

    CALCI D'ANGOLO BAYERN

    A (Gotze) va sulla palla, finta di crossare e la passa (1) a B (Kross) che la mette in mezzo (2) di prima per i colpitori.

    SCHEMA DI PUNIZIONE BAYERN

    SCHEMA DI PUNIZIONE BAYERN

    A che da destra era Robben finta di crossare a centro, ma passa a B (1) Ribery che si alternava con Kross che poteva calciare in porta (più Ribery) oppure metterla sul secondo palo sul movimento del compagno.

    Da sinistra s’invertono le posizioni con Ribery o Kross che vanno sulla palla e Robben che va a calciare.

    La seconda soluzione prevede un passaggio in più (3) per C (Lahm) che la mette sul secondo palo per un compagno che con un contro movimento si libera dalla marcatura.

    L’avversario viene indotto a pensare al cross immediato perché n area vanno tutti i “lunghi” a saltare.

    Variante: C invece di crossare calcia direttamente in porta. In questo caso in posizione C si posiziona Ribery.

    Nicola Amandonico

  10. La circolazione della palla

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    CIRCOLAZIONE DELLA PALLA FINALIZZATA ALLA CONCLUSIONE

    Tattica, circolazione della palla e movimento a smarcarsi; tecnico. Passaggio e controllo orientato.

    circolazione della palla

    A inizia l’azione con un passaggio ad uscire (dal pressing avversario, i paletti) con B (1), che gliela restituisce sul movimento, appunto ad uscire (2). C si è portato in C1 e riceve(3), per trasmettere a B (4), B la scarica sul movimento di D in D1(5), che la da A E1 (6). Intanto A1 ha effettuato dei movimenti per liberarsi in A3 e riceve (7). D1 va in sovrapposizione a E1e riceve in D2 (8), per metterla su A4 che conclude a rete. Contemporaneamente C1 si è portato in C2 grazie al movimento ad entrare di F in F1 che poi si porta in F2, e1 va in E2, tutti pronti per ricevere.

    Palloni, paletti.

    CIRCOLAZIONE DELLA PALLA E RICERCA DELLO SPAZIO

    Tattica di possesso, ricerca dello spazio utile.

    CIRCOLAZIONE DELLA PALLA CON RICERCA DELLO SPAZIO

    I giocatori rossi in superiorità numerica, fanno girare la palla (2) cercando di creare lo spazio per entrare palla al piede e conquistare lo spazio all’interno dei paletti, cambiare ogni tot minuti, lasciando invariati i jolly (blu, possiamo utilizzare gli attaccanti), oppure cambiarli.

    Palloni, casacche colorate, conetti e paletti.

    Nicola Amandonico

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  11. Un calcio al… futuro (1)

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    CAPITOLO 1

    Tutto cominciò proprio in una lontana notte del 2004. Erano circa le 3 e davano il Super Bowl se non ricordo male tra i Patriots ed i Panthers. Avevo da qualche tempo cominciato ad apprezzare il football sia per la sua spettacolarità e sia per il suo particolarissimo aspetto tattico.

    300px-Pats-Eagles-2007-GiletteStadium Da 7/8 anni già sedevo sulle panchine ed il calcio per me non aveva rivali ma questo football aveva qualcosa di attraente…sentivo che nascondeva qualcosa che poteva essermi utile nella mia esperienza di allenatore…..qualcosa che si sarebbe tramutato quasi in ossessione….qualcosa che avrebbe da lì a poco cambiato il mio modo di vedere il calcio.

    Bisogna dire che In quel periodo, tra l’ altro, ero assorbito da continue riflessioni sulla Transizione negativa e positiva e dai ragionamenti sull’ analisi delle due fasi di gioco Offensiva e Difensiva .

    Fatta eccezione per l’ Intercetto capii immediatamente che il Football americano non aveva quella fluidità nelle transizioni tipica del Calcio e del Basket e che le due fasi erano addirittura scisse in mini periodi di attacco e difesa durante i quali entravano in campo o solo i giocatori della DIFESA o solo i giocatori dell’ ATTACCO a seconda di quale fase si stava giocando. Questo particolare tattico del football americano mi fece porre questo quesito:

    come sarebbe il calcio se avesse questa regola tecnica di suddivisione temporale delle due fasi?

    Mi risposi all’ italiana: sarebbe un pastrocchio. Mi immaginai questa caricatura di sport e decisi di abbandonare questa flebile idea.

    Solo dopo aver visto un gran Touchdown dei Patriots così, quasi per incanto, feci anche io “Touchdown” ……..

    Pensai: se non si può concretamente dividere il calcio in due fasi regolamentari nette e distinte , posso però farlo idealmente, virtualmente immaginando ad ogni transizione il cambio di giocatori che avviene nel Football americano…..

    Per concretizzare tutto ciò, era però necessario l’ ausilio di un’ altro punto di vista…non potevo certo pensare di poter creare dei fotogrammi nella mia testa senza confonderli ed analizzarli come se io fossi un pc.

    In quel tempo allenavo una squadra di Allievi ed a inizio anno mi presentarono un mio coetaneo che doveva fare esperienza d’ allenatore . Si creò quasi subito sintonia( 4-3-3, pressing ultraoffensivo, mentalità aggressiva- ecc). Gli esposi la mia teoria e lui fu subito interessato:

    lavagna si trattava di dividerci le due fasi…nello specifico io avrei curato la Fase Difensiva mentre lui avrebbe curato la Fase Offensiva, io avrei quindi posto la mia attenzione esclusivamente sui movimenti senza palla della mia squadra mentre il mio collaboratore sui movimenti in possesso di palla.

    Durante una gara, per rendere meglio l’ idea con un esempio …immaginiamo che la nostra squadra fosse in possesso di palla …in quel momento la mia attenzione era esclusivamente riversata su tutti i giocatori lontani dalla palla e non partecipanti alla fase offensiva…se invece perdevamo il possesso la mia attenzione si faceva massimale su tutti i reparti della squadra con l’ obiettivo di recuperarla velocemente riducendo al minimo i rischi di subire. Al contrario il mio aiutante focalizzava la sua attenzione solo nel momento di recupero del pallone e nel momento di possesso palla mentre distoglieva in caso di transizione negativa ..rimanendo in attesa di un eventuale recupero del pallone.

    Questo modo bifocale di” vedere “ il calcio creò nuovi spunti anche nella programmazione dell’ allenamento.

    Giacomo Bizzarri

    Segue cap 2

  12. La presentazione video della squadra da affrontare – quarta parte

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    Di Daniele Zoratto – Relatore Prof. E. Ferrari – Tesi dl Corso Master F.I.G.C. 2005/06; Fonte: Settore Tecnico

    Gia’ pubblicati la Presentazione della squadra da affrontare prima, seconda, terza parte.

    PRESENTAZIONE FATTA DAL COLLABORATORE

    imageLa mia opinione è che la presentazione del video deve essere fatta dall’allenatore in quanto i giocatori prestano maggior attenzione ai dettagli. L’allenatore sentendo “sue” le immagini riesce a trasmettere il suo pensiero tattico, o nel caso decida di mostrare parti estese della partita, focalizzare gli aspetti più importanti di essa. Quando questo avviene generalmente ad una azione positiva quasi contemporaneamente viene suggerita e sovrapposta verbalmente una contromossa tattica della propria squadra. Se invece la presentazione viene fatta dal collaboratore, l’allenatore al termine di essa dovrà intervenire per focalizzare e rafforzare quali sono gli aspetti più importanti su cui i giocatori dovranno fissare l’attenzione. Questo commento di fine presentazione deve avvenire non principalmente per l’aspetto “tattico” ma per ridare la leadership al tecnico, quindi un aspetto psicologico. Per far sì che l’allenatore dia la mansione al proprio collaboratore di fare la presentazione è necessario un rapporto di fiducia e deve riconoscere nel collaboratore alcune capacità didattiche ed espressive. D’altra parte il collaboratore deve saper riconoscere il proprio ruolo senza sovrastare e prevaricare l’allenatore stesso. Il suo è un ruolo delicato che deve essere interpretato dai giocatori come un supporto di collaborazione.

    PRESENTAZIONE CON COINVOLGIMENTO DEI GIOCATORI

    Uno dei metodi “rafforzativi” per rendersi conto se i giocatori hanno capito le azioni positive o negative della squadra avversaria e quindi saper interpretare le contromosse da mettere in atto in quelle determinate situazioni è quella di far intervenire i giocatori durante la presentazione del video. Ciò “costringe” il giocatore ad un’attenzione costante in quanto durante la visione può sempre essere richiesta la sua opinione. In realtà questo intervento viene richiesto dopo un certo periodo di tempo in cui i giocatori abbiano già conosciuto quali siano orientativamente le strategie dell’allenatore. Questo metodo penso che sia il più redditizio in quanto “obbliga” il giocatore a pensare e lo fa compartecipare alla “costruzione” di un progetto strategico per battere la squadra avversaria. Inoltre diventa un ripasso verbale-mentale di ciò che verrà poi successivamente provato sul campo.

    DURATA DEL VIDEO

    imageAnche in considerazione delle osservazioni fatte in precedenza ritengo che la durata del video debba essere orientativamente di 15 minuti. Al termine del video spesso viene aggiunto un commento globale e di conseguenza i giocatori dovrebbero mantenere la loro attenzione all’incirca per 20 minuti. Questo tempo rispecchia i tempi di concentrazione-attenzione che molti Autori hanno dimostrato con ricerche scientifiche. Un’analisi della partita più lunga mi ha fatto evidenziare che i giocatori non riuscivano ad apprendere e memorizzare gli aspetti tecnico- tattici che io cercavo di comunicare. Questo lo si può notare dalle domande che vengono poste allo Staff Tecnico tra la visione del filmato e l’inizio della partita.

    QUANDO PRESENTARLO

    Anche la scelta del giorno in cui deve essere presentato il VIDEO ha una certa importanza. Per la mia esperienza ritengo che il giorno idoneo possa essere il mercoledì prima dell’allenamento del pomeriggio. Questa mia scelta e’ dettata dal fatto che in questo modo si ha la possibilità di iniziare a dare informazioni alla squadra in concomitanza dell’inizio dell’allenamento tattico. In questo modo si ha un tempo maggiore affinché si possa discutere e mettere in pratica con i giocatori le diverse strategie applicative in funzione di ciò che si e’ potuto apprezzare durante la visione della partita. Molte squadre generalmente il giovedì effettuano partite con squadre avversarie di livello inferiore, per mettere in pratica la strategia che verrà poi riproposta la domenica successiva. Ciò permette di creare situazioni simulate in allenamento facendo giocare la squadra titolare contro la squadra allenatrice, che si muoverà secondo le caratteristiche sopra citate. L’applicazione di questo metodo si riflette non solo nell’analisi e nella preparazione della tattica più conveniente da usare contro un avversario concreto, ma anche nella sua estrema importanza come elemento di preparazione psicologica e tecnico – tattica. Questo lasso di tempo avvantaggia la memorizzazione della strategia se confrontato con quello di altri Staff che propongono di mostrare ai giocatori il video in giorni successivi o addirittura il giorno prima o il giorno stesso della partita. Con questa scelta praticamente si hanno a disposizione almeno altri 4 allenamenti per poter preparare sul campo la partita.

    In questo periodo tutto lo Staff Tecnico supportato dalle conoscenze ed esperienze personali oltre che da quelle video presentate inizia un serie di colloqui individuali, di reparto e di gruppo al fine di evidenziare le carenze degli avversarie preparare le strategie tattiche da utilizzare per colpire l’avversario e la squadra soprattutto sui suoi punti deboli.

    CONCLUSIONI

    Ritengo che mostrare alla propria squadra un video degli avversari sia un ottimo supporto visivo per poter preparare al meglio la strategia tattica da affrontare. La possibilità di avere oggigiorno i filmati di tutte le partite delle squadre e di avere tecnologie avanzate per il montaggio delle immagini che si reputano più importanti aiuta lo Staff Tecnico a preparare l’allenamento in funzione degli avversari. Queste considerazioni sono indipendenti da chi prepara il video o da chi o come viene presentato. Anche se meno utilizzato sono dell’opinione che mostrare o consegnare in aggiunta il video con le caratteristiche individuali del singolo giocatore sia un modo per completare e finalizzare questo tipo di informazione. Sono cosciente che per questo tipo di organizzazione necessita molto tempo da parte dei tecnici, per questo molte volte o ci si affida a ditte specializzate o in alcuni casi si assumono persone che si specializzano in questo tipo di lavoro seguendo i suggerimenti dei Tecnici.

    imageSpero di aver esposto quali sono i principi che generalmente sono seguiti per questo tipo di lavoro e quali sono le mie opinioni al riguardo. Per completare la mia tesi ho allegato una tabella fatta dal Sig. Zaccheroni che ho molto apprezzato modificandola in alcune parti.

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    DIZIONARIO – GLOSSARIO UTILIZZATO IN QUESTA TESI

    • Taglio = movimento del giocatore nello spazio in profondità o laterale
    • Scarico = passaggio effettuato a un compagno
    • Giocatore a sostegno = giocatore in aiuto al compagno e posizionato dietro la linea della palla
    • Ri-partenza = passare dalla fase di non possesso a quella di possesso avviando velocemente l’azione offensiva per tentare la via della rete
    • Pressing = e’ un modo di cercare di riconquistare la palla con l’azione coordinata di più di due giocatori o di reparti o dell’intera squadra.
    • Due contro uno = creare superiorità numerica
    • Palla libera = possibilità di calciare per chi e’ in possesso di palla
    • Palla coperta = giocatore impossibilitato dal calciare palla liberamente.
    • Staccare = movimento a ritroso di due giocatori o di un intero reparto o di più reparti
    • Uomo tra le linee = Giocatore posizionato tra i reparti
    • Attacco alla profondità = conquistare spazio in avanti e arrivare prima possibile nei pressi della porta avversaria

    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  13. La presentazione video della squadra da affrontare – seconda parte

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    Di Daniele Zoratto – Relatore Prof. E. Ferrari – Tesi dl Corso Master F.I.G.C. 2005/06; Fonte: Settore Tecnico

    Riprendiamo il discorso iniziato nella prima parte relativo alla redazione (raccolta dati, analisi ed elaborazione, esposizione), di un’analisi video riguardante l’avversaria da affrontare, sulla base dell’esperienza dell’ex giocatore del Parma e attuale tecnico della Nazionale U17, Daniele Zoratto.

    L’ESPERIENZA – Cosa​ il​ giocatore ​vuol ​vedere​ dal ​video ​di​ una​ squadra​ avversaria? Considerando l’esperienza fatta da giocatore e da collaboratore tecnico con diversi allenatori ritengo la preparazione video importante per:

    • ​avere un quadro completo dei concetti di gioco della squadra che si andrà ad affrontare;
    • ​valutare la condizione psico-fisica;
    • ​individuare e selezionare le azioni che tendono a ripetersi durante la gara;
    • ​il comportamento della difesa, del centrocampo e dell’attacco in fase di possesso palla o di non possesso palla;
    • ​individuare come la squadra difende e come attacca; come effettuano le situazioni di palle inattive a favore e contro; individuare i movimenti più importanti dei singoli giocatori e capirne le caratteristiche tecnico-tattiche e fisiche;

    imageQueste situazioni devono essere selezionate per poi spiegare ai giocatori le strategie da attuare in funzione delle caratteristiche individuali e di squadra per evitare il più possibile le sorprese durante la competizione. Per catalogare in maniera razionale tutte le variabili ho trovato interessante la scheda che ha preparato il Sig. A. Zaccheroni da me modificata in alcuni punti.

    Questo tipo di lavoro richiede competenza, esperienza e tempo. Un aspetto importante nella ricerca e montaggio delle immagini riguarda il rapporto strategico interpersonale che si instaura tra allenatore e collaboratore in quanto la presentazione del VIDEO deve soprattutto rispecchiare la filosofia dell’allenatore.

    Durante questo lavoro mi avvalgo di un collaboratore per poter essere più preciso nell’analisi delle immagini, avendo così la possibilità di confrontarmi ed essere aiutato nella parte tecnica del montaggio.

    Il giocatore generalmente dal video vuole vedere: qual è il sistema di gioco della squadra avversaria, ​quali​ sono le caratteristiche del giocatore che andrà ad affrontare nella sua zona, quali i movimenti che l’avversario potrebbe ripetere più spesso nel corso della partita,​capire se questi movimenti saranno fatti in combinazione con altri giocatori.

    Maggiori informazioni riceve il giocatore sugli avversari e sulle strategie adottate dalla squadra avversaria, minori saranno le sorprese che potrà avere il giocatore durante la partita. Queste considerazioni portano anche il giocatore ad avere minori ansie e più sicurezze per se stesso e per il gruppo.

    La tecnologia che oggigiorno viene utilizzata nel preparare le partite da’ ovviamente dei vantaggi sia allo Staff Tecnico che hai giocatori, e’ quindi difficile, soprattutto per squadre di alto livello, effettuare delle partite senza avere delle conoscenze approfondite sugli avversari.

    FASI DI PREPARAZIONE AL VIDEO

    Prima fase:

    Analisi dei dati. Si analizzano i dati dell’Analisi quantitativa (1.a) per passare successivamente all’Analisi qualitativa attraverso la visione di alcune partite giocate dalla squadra avversaria identificando i principi del gioco degli avversari su situazioni offensive, difensive e di palle inattive.

    Seconda fase:

    Preparazione del video. Ci si riunisce con i collaboratori cercando di focalizzare le immagini in video che corrispondono ai principi di gioco precedentemente identificati (3.1.). Il video è preparato affinché sia breve ed obbiettivo; è inoltre fondamentale che trasmetta esattamente lo stile di gioco della squadra avversaria.

    Terza fase:

    Analisi individuale. Quindi si cercano sia le informazioni individuali quantitative tecnico-tattiche (per esempio quante volte il giocatore si sovrappone sulla fascia destra, se dribbla o porta palla) che video qualitative sul singolo giocatore con le caratteristiche individuali e sui comportamenti offensivi e difensivi.

    TIPO DELLE IMMAGINI

    I giocatori​ ricevono da parte dell’ allenatore una vera lezione di tutte le caratteristiche della squadra avversaria:

    • ​di gruppo (situazioni tattiche collettive)
    • di ​tattica individuale o tecnica applicata
    • ​passaggio dall’analisi singola a quella tattica di squadra

    imageSi devono preparare informazioni ed immagini individuali da dare ad ognuno dei giocatori con le caratteristiche degli avversari che giocano vicino alla propria zona. Durante il montaggio delle azioni ritengo che si debba seguire una sequenzialità di immagini che ripetano almeno per due o tre volte la stessa finalità di azioni individuale o collettiva.​Per​esempio per quanto riguarda le azioni individuali:

    • ​tagli degli attaccanti
    • ​attacco alla profondità
    • ​inserimento “da dietro”

    Mentre per quanto riguarda le azioni collettive l’esempio potrebbe essere:

    • ripartenze
    • due contro uno in fascia
    • pressing

    Nel montaggio delle immagini si deve fare molta attenzione a quelli che in gergo tecnico vengono definiti dei “segnali”. I segnali sono delle situazioni che si ripetono e indicano una determinata azione specifica. Quando un giocatore per esempio in fase di trequarti campo “scarica palla dietro”, quindi verso la propria porta, a un giocatore che e’ andato a “sostegno” può essere il segnale per il giocatore della zona opposta di effettuare un taglio.

    A cura di Claudio Damiani

    Claudio Damiani

  14. La presentazione video della squadra da affrontare – Prima parte

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    Di Daniele Zoratto – Relatore Prof. E. Ferrari – Tesi dl Corso Master F.I.G.C. 2005/06; Fonte: Settore Tecnico

    PRESENTAZIONELa presentazione video della squadra da affrontare e’ un’analisi che generalmente viene effettuata solo in squadre di alto livello. Negli ultimi anni si ha la possibilità attraverso la televisione e soprattutto attraverso SKY di vedere e registrare le partite del Campionato e delle varie manifestazioni Internazionali.

    E’ possibile avere le registrazioni delle ultime partite della squadra che si dovrà affrontare, inoltre in due o tre stadi italiani e’ stato installato un sistema di registrazione visiva (SICS Digital Stadium) che attraverso una elaborazione computerizzata da’ la possibilità di analizzare non solo le immagini visive da varie angolazioni che permettono di vedere i movimenti di alcuni reparti, ma anche gli aspetti statistici delle prestazioni fisiche. Inoltre con questo sistema e’ possibile tracciare linee che evidenziano le distanze tra due o più giocatori, tra i reparti e di tutta la squadra.

    Mentre nel video si vede il movimento tecnico-tattico del giocatore o di una zona di gioco in prossimità della palla con questa particolare analisi si ha una visione globale reale dei movimenti tattici di tutti i giocatori delle due squadre. Questo tipo di analisi e’ poco utilizzata in Italia a causa dell’alto costo di gestione, solo negli stadi di Parma e Milano sono installate le apparecchiature, in Spagna la metà delle squadre hanno queste apparecchiature gestite da AMISCO, mentre in Inghilterra la ProZone fornisce le informazioni a quasi tutte le squadre Inglesi.

    imageEssendo questo tipo di analisi abbastanza recente ho pensato di sviluppare la mia presentazione analizzando i diversi aspetti che un allenatore deve affrontare per preparare le immagini da presentare alla squadra. Alla presentazione scritta mi sono proposto di allegare un montaggio video di una squadra da affrontare. Oltre alle immagini parziali o globali della squadra avversaria è bene preparare anche quelle che si riferiscono al singolo giocatore.

    Queste informazioni di solito rappresentano alcune azioni del singolo giocatore che vengono assemblate e mostrate ai giocatori che fanno parte di uno specifico reparto e consegnate successivamente su un DVD a livello individuale. Non sempre e’ possibile effettuare questo tipo di informazione. Alcune squadre internazionali come ad esempio il Fulham, il Liverpool o il Chelsea, oltre a consegnare al giocatore il video, trasmettono in circuito chiuso nello spogliatoio questo tipo di immagini.

    INTRODUZIONE – L’analisi individuale e collettiva delle squadre avversarie è un processo di raccolta di informazioni sull’avversario unito a un’analisi sull’effetto che questa informazione potrà avere nella nostra squadra; un processo di raccolta e trattamento di informazioni dei punti forti e deboli degli avversari, al fine di utilizzarli per la preparazione delle partite. La relazione non dovrà essere molto esaustiva e di difficile analisi dal momento che il tempo destinato alla preparazione di una partita è alquanto ridotto. L’allenatore oltre a preparare attentamente il lavoro specifico per le caratteristiche individuali e collettive degli avversari, deve occuparsi di raggiungere l’obbiettivo principale di ogni sessione di allenamento: migliorare le capacità della squadra.

    La definizione di scouting è “un processo comune di osservazione e di analisi delle squadre basato su tre fasi fondamentali di utilizzo della conoscenza.

    • Osservazione – l’obbiettivo di questa prima fase è ottenere un’informazione dettagliata sui comportamenti individuali e collettivi delle squadre durante la competizione analizzata;
    • Preparazione – questa seconda fase è incentrata sul trattamento dell’informazione raccolta;
    • Applicazione – la terza fase è incentrata sull’utilizzazione dell’informazione trattata al fine di adeguare le strategie tecniche esistenti”

    Categorie di informazione. I vari aspetti e questioni relazionate ci portano a raggruppare gli elementi di controllo suddivisi in quattro categorie.

    • Caratteristiche individuali dei giocatori: sono qui inclusi tutti gli elementi di osservazione relativi ai giocatori;
    • Attacco – Tutti gli elementi di osservazione relativi alla squadra quando ha il possesso della palla
    • Difesa – Tutti gli elementi di controllo relativi alla squadra quando non ha il possesso della palla.
    • Ambiente circostante – In questa categoria sono inclusi gli elementi che non sono direttamente collegati alla partita in sé, bensì alle condizioni cui essa si svolge.

    Vi sono due forme di analisi delle partite che se bene sono complementari, è interessante analizzarle singolarmente per poi trarre delle conclusioni:

    • Analisi quantitativa. Come citato nel libro del Dott. F. Ferrari “I dati numerici trattano di quantità (quanti sono) e di frequenza (quante volte si ripetono), ma hanno un grande limite: non spiegano il perché di una situazione, di un risultato: non esprimono il dettaglio ed il motivo contingente, indagini che rappresentano l’argomento fondamentale per un allenatore”. Questa analisi viene definita SCOUTING e sono per esempio imagequante occasioni da gol vengono create; in che modo vengono realizzati i goal (sui tagli su ripartenze ecc.); si analizzano la quantità di passaggi corti, lunghi o alternati per individuare il tipo di gioco, la zona di inizio dell’azione dove il gioco si sviluppa maggiormente; le palle inattive (azione giocata a palla ferma). Queste statistiche possono essere prese in considerazione solamente dopo aver analizzato molte partite della squadra da affrontare.
    • Analisi qualitativa. Oggigiorno sostituisce o si preferisce per la maggior parte delle informazioni e viene effettuata attraverso l’assemblaggio di immagini video. Viene valutata in base al modulo di gioco (o sistema) degli avversari analizzando in primo luogo le situazioni di gioco o combinazioni che si ripetono frequentemente per poter dare una risposta adeguata in partita all’avversario.

    La raccolta di queste informazioni da’ la possibilità di preparare un serie di allenamenti “strategici” prima di ogni partita per mettere in pratica le principali giocate degli avversari e poter così trovare soluzioni.. Questi allenamenti è come se fossero spezzoni di partita contro la squadra da affrontare dove tutto è studiato e simulato. Il calcio non è una scienza esatta, ma questi dati e immagini aiutano molto i giocatori sul campo affinché non si facciano trovare impreparati. Oltre ai giocatori anche l’allenatore acquista maggiore sicurezza nella preparazione della strategia tattica della partita.

    Claudio Damiani

    A cura di Claudio Damiani

  15. Chelsea: le modifiche di Villas Boas

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    La novità più grande di questa stagione della Premier League , è stata sicuramente l’arrivo di Villas-Boas sulla panchina del Chelsea. Dopo aver vinto tutto quello a disposizione sulla panchina del Porto, è arrivato nel campionato inglese carico di aspettative nei suoi confronti. La cosa che più risalta all’occhio è sicuramente la sua idea di calcio e quindi la sua strategia in terra inglese.

    Il tecnico portoghese ha cercato di riproporre una strategia che gli ha portato grandi successi al Porto, facendo di se e della sua squadra un vero marchio di riconoscimento. Al Chelsea, il lavoro su questa strategia sta portando i frutti un po’ alla volta. La sua mano si vede e le corrispondenze con il suo Porto anche. Un po’ di problemi li ha avuti ad inizio anno, ma soprattutto con la sua linea difensiva non sempre perfetta e molte volte esposta a micidiali ripartenze, vedi la partita con l’Arsenal.

    Nelle ultime settimane sembra aver modificato leggermente la sua strategia, riportando i giocatori a giocare nel modo in cui il Chelsea ha sempre fatto: compattezza a centrocampo e linea difensiva meno alta. Il tecnico portoghese in una recente intervista ha evidenziato come Fernando al Porto , diventasse un centrocampista più offensivo, ma al momento questa strada in terra in inglese non porta molti frutti. In Premier si perde equilibrio giocando in quel modo visto che le transizioni sono molto più veloci e quindi si è avuto la necessità di riposizionare il più indietro il giocatore che ricopre quel ruolo.
    Riguardo alla linea difensiva, gli accorgimenti fatti si sono visti contro al Manchester City di Mancini. Se prima la difesa cercava subito di contrattaccare, ora è stata posizionata più bassa per esporsi meno alle ripartenze degli avversari.
    Per quanto riguardo il possesso palla, fondamentale per Villas-Boas, fino a dicembre il Chelsea nelle sue gare ha sempre avuto la maggioranza di passaggi effettuati, solo in pochissime occasioni è stata pareggiata o di pochissimo superata.

    Villas-Boas ha in mente anche di ripartire velocemente verso la porta avversaria. Per lui , in premier, il possesso palla sterile non è sinonimo di forza. Controllare la palla è fondamentale ma meglio se fatto nella metà campo avversaria, e con i giocatori a disposizione sarebbe un eresia non provare a fare ciò.

  16. La tattica nel calcio del 900

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    L’evoluzione del modulo di gioco

    Si discute spesso su quale sia il modulo migliore che la nostra squadra del cuore debba applicare e tutti, prima o poi, si sono trovati in disaccordo con l’allenatore della propria squadra o della nazionale…… ma ci siamo mai chiesti se siamo davvero informati sulle varie tipologie tattiche per disporre la squadra in campo?
    Proviamo a ripercorrere velocemente l’evoluzione tattica che ha accompagnato la crescita del nostro sport preferito:

    Il WM
    Nel 1925 fu inserita nei regolarmenti calcistici la regola del fuorigioco: il modulo che dominò in quel periodo fu ideato da Herbert Chapman (direttore tecnico dell’Arsenal).
    Le principali innovazioni furono nell’allargamento della difesa all’esterno con l’introduzione del terzino, la difesa disposta orizzontalmente con il centromediano posto davanti con il compito di marcare il centrattacco avversario.
    Inoltre, il centrocampo disposto a quadrilatero presentava due mediani centrali difensivi e due mezzali in appoggio alle due punte.
    In difesa, Chapman, introdusse l’uso della diagonale, che consentiva alla squadra di non rimanere mai in uno contro uno grazie al movimento coordinato dei difensori.
    Fu questa, probabilmente, la prima grande rivoluzione teorica applicata al calcio e, presto, tutte le squadre seguirono i dettami imposti dal WM.

    Verrou o Riegel
    Siamo nel 1932, Rappan (tecnico del Sevette di Ginevra) elabora una tattica che prevede una maggiore copertura in fase difensiva: 4 marcatori fissi.
    Spostandosi lateralmente i difensori vanno a raddoppiare sull’attaccante avversario.
    In mezzo al campo il centromediano è un vero e proprio playmaker, che imposta il gioco grazie all’aiuto di una delle due mezzali.
    Rispetto al WM questo modulo è più protetto e semplice da attuare, poichè si rinuncia alla diagonale difensiva, inoltre i 4 difensori fissi portano ad una superiorità numerica al centro della difesa che difficilmente può essere soverchiata dagli avversari.
    Per quanto detto, possiamo considerare questo modulo come l’antecessore del più famoso “catenaccio”

    Catenaccio
    come già detto, questo modulo non è che l’evoluzione italiana del Verrou.
    La principale innovazione è l’introduzione del libero alle spalle della linea dei difensori, con i compiti di spazzare la palla dalla propria area di rigore e di contrare il centravanti che, eventualmente, riesca ad eludere il controllo dei difensori in linea.
    Per quanto riguarda la fase offensiva, il catenaccio prevedeva, in sincrono con una difesa arcigna, rapidi contropiedi scaturiti da lanci lunghi della difesa.

    4-2-4
    questo modulo di gioco è stato sviluppato in Brasile e può essere visto come la risposta sudamericana alla scuola di pensiero europea.
    Ai mondiali dl 1958 il Brasile si presentò con quattro difensori disposti in linea e pronti a scattare in avanti attuando la trappola del fuorigioco, mentre a centrocampo i due mediani centrali avevano il compito di interdire l’iniziativa avversaria.
    La fase offensiva era affidata a due ali pure e due punte centrali, con una a turno pronta a rientrare a centrocampo nella fase difensiva.
    Questo modulo ci fa capire la differente filosofia che all’epoca tracciava un solco netto tra europei e sudamericani, con quest’ultimi sempre pronti al calcio offensivo e, di conseguenza, con squadre fortemente votate all’attacco.

    Calcio Totale
    E’ il 1974 quando esplode il fenomeno Olanda: una squadra eccezzionale che rivoluzionò il modo di interpretare il calcio.
    I principi del calcio totale (seguiti da Crujff e compagni con la più assoluta dedizione) sono semplici e contemporameamente estremamente rivoluzionari:
    1)Pressing a tutto campo
    2)Intercambiabilità dei ruoli
    3)Marcatura a zona per tutto il campo (il fuorigioco è sempre applicato)
    4)squadra corta per favorire gli inserimenti offensivi e i ripiegamenti difensivi
    5)Portiere che svolge il ruolo di libero
    6)Frequenti inserimenti dei centrocampisti e dei difensori nelle azioni offensive
    La principale conseguenza del modello olandese fu la scomparsa del calciatore iper-specializzato, prediligendo un calciatore veloce e resistente, capace di spostarsi rapidamente nelle varie zone del campo e di adattarsi a svolgere tutti i ruoli.
    Crujff resterà probabilmente il miglior esempio di calciatore nato per muoversi nel modulo del calcio totale, data la pressochè totale padronanza di tutti i fondamentali.

    I GIORNI NOSTRI
    cosa hanno in comune Zeman e il suo 4-3-3, il Milan di Sacchi schierato col 4-4-2 e le squadre di Trapattoni?
    Semplice, tutti questi schemi sono discendenti diretti del 4-4-2 brasiliano e del calcio totale olandese.
    Ogni allenatore moderno inventa schemi ed allena in modo diverso, ma è certo che l’influenza dei moduli sopracitati (via via sempre più perfezionati e modificati) abbia un peso notevole sugli schieramenti delle squadre attuali.
    Esaminiamo i principali moduli dei più famosi allenatori:

    4-3-3 di Zeman:
    si basa sul presidio territoriale della squadra, questo modulo presenta infinite soluzioni offensive, vuoi per i frequenti inserimenti dei centrocampisti o dei difensori laterali, sia per la presenza di tre attaccanti di ruolo.
    Le ali partono molto larghe, mentre i tre di centrocampo costruiscono un triangolo in cui il mediano centrale funge da playmaker.
    La squadra è molto corta (30/40 mt tra la linea della difesa e quella degli attaccanti) e tende a presidiare le zone del campo ove si svolga l’azione.

    4-4-2 (Milan di Sacchi):
    la squadra si dispone con un centrocampo a rombo, dove uno dei due mediani si trasforma in trequartista.
    I laterali percorrono le fasce per raccordare difesa e attacco, sono praticamente dei tornanti.
    la difesa è in linea, la marcatura è a zona e il fuorigioco è insistentamente cercato.
    In attacco le due punte giocano centralmente, molto vicine fra loro e muovendosi in sincronia.
    Il movimento coordinato dei reparti è una delle caratteristiche principali del Milan di Sacchi, così come il continuo e propositivo movimento senza palla.

    3-4-3 di Zaccheroni:
    In questo caso i difensori sono tre, tutti centrali e disposti a zona.
    Quattro i centrocampisti nel modulo del tecnico romagnolo, due mediani centrali: uno deve interdire l’azione avversaria e recuperare palla, mentre l’altro è delegato alla costruzione del gioco.
    I due laterali devono avere caratteristiche dinamiche molto elevate: questo è il ruolo più delicato nel modulo, dovendo i due esterni passare dalla fase difensiva a quella offensiva causando superiorità numerica in attacco.
    L’attaccante centrale deve essere forte di testa, in modo da poter giocare di sponda con le due ali dinamiche e creare varchi che portano alla rete.

    3-3-1-3 di Van Gaal:
    considerato un “santone” del calcio, Van Gaal ha idee integraliste riconducibili al calcio totale dell’Olanda.
    Questo modulo prevede un grande movimento e un’elevata interscambiabilità fra i giocatori, in modo che sia garantito l’equilibrio fra i reparti nelle fasi in cui non si è in possesso della palla.
    I tre difensori sono a zona, il mediano centrale ha il ruolo di playmaker ed è sempre pronto a scalare per trasformarsi in difensore aggiunto.
    Le due ali, molto larghe, si muovono a pendolo tra attacco e difesa, mentre i due attaccanti (una prima e una seconda punta) rimangono al centro.
    Gli spazi in attacco possono così crearsi o dal movimento delle ali o dalla rifinitura della mezzapunta.
    L’unico inconveniente palese di questo modulo è la dipendenza dalle capacità atletiche dei giocatori che devono necessariamente essere molto elevate, poichè questo stile di gioco è molto dispendioso in termini di energie.

    5-3-2 (Italia agli Europei del 2000):
    nel modulo adottato da Zoff agli ultimi Europei, si verifica l’ulteriore arretramento di un centrale nella linea difensiva, portando così il numero dei difensori a 5.
    In questo modo i terzini sono sgravati di compiti strettamente difensivi e possono sgnciarsi per partecipare alla fase di attacco.
    Questo presuppone una linea mediana composta da un centrale autentico playmaker, e i due laterali con spiccate doti offensive.
    Nella fase di attacco il modulo muta in un 3-5-2, con i due attaccanti che presentano caratteristiche diverse e complementari (uno di peso e l’altro più dinamico che agisce da seconda punta).

    Fonte: eurocalcio news

  17. Allenare i principi di tattica con il 2>2: ecco come attraverso otto esercitazioni

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    Come sviluppare, attraverso le idee di Mister Viscidi e otto esercitazioni sul 2>2, i principi di tattica offensiva e difensiva.

    A cura di Andrea Pagan

    Ho avuto la fortuna in questi giorni di partecipare ad uno dei tanti incontri che l’associazione allenatori organizza per l’aggiornamento tecnico degli addetti ai lavori.

    Il relatore della serata è stato Mister Maurizio Viscidi e il tema trattato, per mia fortuna, l’allenamento del 2>2.
    Personalmente una parte dell’articolo l’avevo già sviluppato ma dopo aver sentito Mister Viscidi parlare e regalare a noi allenatori le sue idee riguardo allo sviluppo dei principi di tattica offensiva e difensiva, attraverso l’allenamento del 2>2, mi sono sentito costretto, per la qualità del lavoro proposto, ad inserire gli spunti interessantissimi che la serata mi ha dato.

    Quanto esposto è quanto da me personalmente appreso dall’incontro; una relazione quindi del tutto soggettiva che esula Maurizio Viscidi da mie eventuali imperfezioni.
    Approfitto dell’occasione per fare al Mister i miei più vivi complimenti per la sua professionalità e meticolosità nell’insegnamento.

    Scarica l’articolo cliccando qui: [download id=”29861″]

     

  18. Progressione esercitativa tattica: 11vs0

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    Proposta di progressione esercitativa, da tenersi anche ad inizio seduta, per l’allenamento dei movimenti difensivi e di possesso contro un determinato sistema di gioco.

    • RISCALDAMENTO “tattico” a secco su tutto il campo con i giocatori posizionati in base ai ruoli, con mantenimento delle giuste distanze tra i reparti (con es. di mobilizzazione). In avanti e all’indietro.
    • MOVIMENTI ad attaccare la bandierina colorata corrispondente alla posizione del portatore di palla avversario: movimento singolo e ripristino (7/8 movimenti); poi movimenti ripetuti. (10′ circa).
    • INSERIMENTO DEL PALLONE tenuto in mano dall’allenatore per lettura di palla “coperta” e “scoperta”, “scappo e stringo”, ecc.
    • SVILUPPO DELLA FASE DI POSSESSO integrata a fase difensiva su pallone posizionato sulle bandierine o rinvio dell’allenatore. i giocatori si muovono sui colori chiamati ma al fischio prendono la palla su una determinata posizione del campo e cominciano a costruire e finalizzare l’azione fino ad esaurimento dei palloni stessi.

    I colori vengono posizionati in base allo schieramento della squadra da affrontare e possono essere aggiunti dei cinesini a simulare l’eventuale avversario da “assorbire” in marcatura in seguito alla dislocazione dei nostri giocatori.

    In figura si affronta un 4-4-2 classico.

    Materiale occorrente: paletti, colori (bandierine), palloni.
    In sostituzione delle bandierine si possono utilizzare altri segnalatori (coni, cinesini avendo cura di dare ad essi un ordine preciso, ad esempio numerico).

    Claudio Damiani [skype-status]

  19. Possesso palla: tre gruppi e area neutra.

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    Esercitazione con duplice finalità:
    • Tecnica, per affinare la circolazione della palla;
    • aerobica.

    Viene diviso un campo di gioco in tre settori dei quali uno neutro come in figura e creati tre gruppi di calciatori.

    I 6 giocatori in possesso di palla in una delle due porzioni di campo più grandi deve effettuare 6 passaggi consecutivi per poi poter lanciare il pallone nel settore opposto.

    I due giocatori che andavano alla “caccia” del pallone rientrano nell’area neutra per essere sostituiti da due compagni di gruppo e andare a contrastare la circolazione di palla degli altri 6 giocatori.

    Tempi per l’esercitazione. 2/3 blocchi da 2’/2’30” per ogni gruppo impegnato a “rincorrere”.

    Materiale occorrente: palloni, casacche di almeno due colori, cinesini.

    [skype-status]

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