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  1. L’allenamento dell’esplosività nei dilettanti (seconda parte)

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    (Aggiornato al 06/03/2021)

    Nel post precedente abbiamo analizzato le caratteristiche ideali che deve avere l’allenamento per l’esplosività per i dilettanti; è stato anche introdotto il PRIMO STEP, tramite balzi in appoggio monopodalico prolungato per strutturare la Resistenza Muscolare Locale in maniera specifica (con un rapido Transfert) e con una corretta prevenzione degli infortuni. Nel post odierno presenteremo i 2 STEP successivi e le modalità di introduzione di questi mezzi nella programmazione dell’allenamento.

    figura 1

    SECONDO STEP (salti monopodalici intensivi ed estensivi)

    Una volta appresa corretta dinamica esecutiva e sviluppate le varianti del primo step, si può passare al secondo step. Anche in questo caso sono presenti più varianti:

    • Diagonale Hop con appoggio non prolungato: si esegue l’esercizio dello step precedente con la durata d’appoggio necessaria (quindi non forzatamente prolungata) per la giusta coordinazione del movimento in base alla distanza tra i cerchi. La distanza tra i cerchi dovrà essere tale da attivare in flessione dell’arto libero (cioè quello non appoggiato) facendo avvicinare il movimento ad un’andatura di corsa balzata in diagonale. È consigliabile predisporre almeno 2 percorsi con distanze leggermente diverse tra i cerchi, in maniera da adattare l’esercitazione all’altezza e all’esplosività dei giocatori; fondamentalmente, lo stimolo allenante viene dalla corretta esecuzione del movimento piuttosto che dalle distanze raggiunte.
    • Corsa balzata tra ostacoli bassi (estensivi): in questo caso, la corsa è lineare (1 appoggio ogni ostacolo) e i riferimenti ideali sono ostacoli bassi posti ad una distanza tale (si inizia da circa 2-2.5 metri) da stimolare una tipologia di corsa balzata (come specificato sopra). A differenza della variante precedente, si agisce maggiormente sulle catene muscolari responsabili della capacità di accelerazione e meno su quelle responsabili dei cambi di direzione. Le varianti sono relative al N° di ostacoli (8-12, a seconda della distanza tra ostacoli), alla distanza (che può essere costante, progressiva o degressiva) e alla presenza o meno della rincorsa (permette di utilizzare distanze maggiori). Anche in questo caso è consigliabile predisporre almeno 2 percorsi con distanze leggermente diverse.
    • Corsa tra ostacoli alti (intensivi): a differenza della variante precedente si lavora maggiormente sulla componente Esplosiva (accelerazione) e in misura minore sulla Resistenza Muscolare Locale (prevenzione infortuni). Il N° di ostacoli è limitato (idealmente 4-6) e l’altezza deve essere tale da stimolare una corsa balzata corretta, cioè con l’arto che attacca l’ostacolo in piena flessione (senza rotazione) e quello di stacco che si estende totalmente (senza rotazione con una rotazione minima). La distanza (indicativamente da 1.5 a 2.5m) tra gli ostacoli dipende dalla loro altezza e dalle qualità esplosive di chi effettua l’esercitazione. L’altezza degli atleti e la loro esplosività influenza fortemente la tipologia di ostacoli utilizzati, per questo è opportuno utilizzare almeno 3 percorsi di difficoltà diverse.

    figura 2

    TERZO STEP (pliometria varia di natura monopodalica)

    Viene mantenuta la natura monopodalica delle esercitazioni, ma si eliminano i riferimenti (cerchi ed ostacoli) per conferire maggior multilaterlità e variabilità alle esercitazioni. Non approfondiamo tutte le varie tipologie di gesti utilizzati (perché sono veramente tante), ma precisiamo che la priorità deve sempre essere data alla correttezza esecutiva del gesto proposto. Proprio per questo motivo, ritengo consigliabile passare a questo step solamente dopo che si è appresa la tecnica della corsa balzata e strutturate le catene muscolari con adeguati livelli di Esolosività e di Resistenza Muscolare Locale nei primi 2 step. Rientrano in questa tipologia di mezzi tutte quelle esercitazioni a carattere misto in cui balzi monopodalici sono alternati ad andature o azioni veloci a secco. Ricordiamo che il concetto di fondo è sempre quello di

    eseguire gesti monopodalici che presentano la completa estensione delle 3 articolazioni dell’arto inferiore (anca/ginocchio/caviglia), sviluppando nel minor tempo, la maggior forza possibile con quel determinato movimento.

    figura 3

    CONCLUSIONI ED APPLICAZIONI PRATICHE

    Il training per i dilettanti deve tenere in considerazione un adeguato rapporto tra allenamento Generale e Specifico, per garantire i giusti stimoli allenanti in funzione della partita, preservando dagli infortuni. Il minor tempo a disposizione (rispetto ai professionisti) obbliga a garantire un certo livello di specificità anche per i lavori a carattere Generale (come possono essere i balzi); considerando anche un aspetto preventivo nei confronti degli infortuni (specificità e Resistenza Muscolare Locale), l’utilizzo dei 3 STEP presentati in questi 2 post la ritengo la soluzione ottimale per lo sviluppo delle componenti esplosive del movimento. Mentre il I° STEP lo considero un elemento fondamentale per tutte le categorie (che può essere anche utilizzato come stazione in mezzi per la Rapidità coordinativa), l’introduzione dei 2 successivi, dipende fortemente dal tempo a disposizione e dagli obiettivi di ogni squadra:

    • Se ci si allena 3 volte a settimana è possibile introdurre esercitazioni del II°-III° step nella seconda seduta (dopo che si è lavorato nel periodo precedente sul I° STEP) tenendo in considerazione che è un mezzo di importanza Generale.
    • Le pause tra le partite ufficiali che superano i 10 giorni (sospensioni per maltempo, pausa invernale, pausa Pasquale, ecc.) sono il periodo ideale per affrontare questo tipo di esercitazioni (II° e III° step).
    • Un corretto lavoro settimanale finalizzato alla Resistenza Muscolare Locale a carico naturale (affondi, Nordic Hamstring Stretching, potenziamento muscolatura del tronco, ecc.) riduce sicuramente il rischio di infortuni, e crea i presupposti anatomici per affrontare con minor rischio il lavoro per l’esplosività.

    Concludiamo ribadendo che la correttezza esecutiva dei gesti durante le esercitazioni rivolte allo sviluppo dell’esplosività deve avere la precedenza rispetto agli altri parametri (altezza e lunghezza di salto). Solo in questo modo il transfert nei gesti specifici del calciatore (accelerazione, cambi di direzione e a mio parere anche economia del movimento) sarà ottimale; l’aumento del carico di lavoro a mio parere è da preferire sul versante dell’intensità (piuttosto che sul volume), in quanto il volume, gia di per sè, si ottiene con l’allenamento specifico (N° di cambi di direzione, N° di accelerazioni, ecc.).

    Per chi vuole approfondire l’argomento della pliometria, consigliamo il Webinar di Andrea Gobbi Plyometric Training; nel webinar viene inizialmente analizzato lo stimolo fisiologico che caratterizza questi mezzi allenanti, per poi passare all’aspetto pratico, considerando progressioni esecutive adattabili agli atleti.

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    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  2. Calcio e coordinazione (prima parte)

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    Negli ultimi anni si sta rivalutando l’importanza della coordinazione (o meglio, sarebbe dire l”Insieme delle Capacità Coordinative”) nel calcio, sia come prerequisito delle qualità tecniche che come aspetto fondamentale per la prevenzione degli infortuni.

    Definizione capacità coordinative: presupposti generali che consentono guida, controllo e correzione del movimento al fine di renderlo preciso ed economico. In altre parole, facilitano il perfezionamento di movimenti complessi nei diversi stadi dell’apprendimento e consentono un rapido adattamento a condizioni esterne variabili o diversificate.

    Tuttavia molti istruttori/allenatori rimangono ancora ancorati alla vecchia suddivisione “scolastica” delle Capacità Coordinative che vede un lungo elenco (che varia da autore ad autore) di qualità da “esercitare”, tra le quali ricordiamo:

    • destrezza fine,
    • capacità d’equilibrio,
    • elasticità di movimento,
    • capacità di combinazione motoria,
    • fantasia motoria,
    • orientamento spazio-temporale,
    • differenziazione dinamica,
    • anticipazione motoria,
    • reazione motoria,
    • memorizzazione motoria,
    • ritmizzazione.

    In altre parole, manca una corretta visione in grado integrare queste qualità all’interno del gioco del calcio. Facciamo alcuni esempi:

    La capacità di equilibrio del calciatore è diversa da quella del pattinatore, sia perché si “gareggia” su superfici diverse, sia perché gli elementi “disequilibranti” dei 2 sport sono diversi. Infatti, nel pattinaggio le rotazioni (soprattutto quelle in volo) sono elementi che non sono presenti nel calcio, nel quale invece hanno un aspetto preponderante, come elementi disequilibranti, i contrasti.

    Anche la capacità di ritmo è disciplina-specifica; nella Ginnastica ritmica è la melodia di un pezzo musicale a dare la cadenza dei movimenti da effettuare, mentre nel calcio (ad esempio nella conduzione della palla) è l’integrazione del contesto di gioco con la sensopercettività dei recettori muscolari.

    Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica. Possiamo quindi affermare che

    l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

    Nel calcio possiamo raggrupparle in 3 mezzi di lavoro principale:

    • Mezzi rivolti all’allenamento dell’agilità: cioè l’insieme di qualità coordinative che fungono da presupposto allo sviluppo e alla stabilizzazione della rapidità. Particolare attenzione va data alla “tempestività” dei vari stimoli allenanti durante la crescita (dettagli nel terzo post della rapidità), per sfruttare la sensibilità delle varie qualità fisiologiche (plasticità nervosa, mielinizzazione fibre motorie, ecc.) nelle varie fasi dello sviluppo.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del movimento”: cioè l’insieme di qualità che permettono di avere una certa precisione dei movimenti; è particolarmente allenabile in fase pre-puberale (fino 11-12 anni). Nella fase puberale si assiste ad un peggioramento temporaneo (per l’incremento della forza e della lunghezza degli arti), per poi ritornare particolarmente allenante nell’adolescenza.
    • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del gioco”: cioè l’insieme di qualità che permettono di comprendere le dinamiche cognitive del movimento (orientamento delle “scelte” durante il gioco), le cui potenzialità incrementano con la maturazione mentale del soggetto.

    MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DELL’AGILITA’

    La rapidità dipende da diversi fattori, sia di natura muscolare (capacità contrattili delle fibre muscolari, percentuale fibre veloci, ecc.) che nervosa (legate al controllo motorio del movimento e alla velocità dell’impulso nervoso). L’agilità (come capacità coordinativa) è possibile collocarla nella componente legata al controllo motorio della rapidità dei movimenti.

    Fattori fisiologici: nei primi 8-9 anni di vita avviene la maturazione definitiva della corteccia celebrale (massima plasticità nell’apprendimento dei movimenti), perciò è maggiore l’allenabilità della frequenza dei passi e dell’accelerazione, oltre alla capacità di reagire ed adattarsi agli stimoli esterni. Nei 2-3 anni successivi è presumibile ipotizzare che l’incremento della rapidità sia prevalentemente dovuta a fattori nerumuscolari periferici, per poi subire una stasi nella fase puberale in cui predomina lo sviluppo dell’esplosività.

    Evidenze scientifiche: oltre alla gia citata ricerca di Venturelli del legame tra Coordinazione, Tecnica e Rapidità, aggiungiamo quella di Sasaki e coll 2007 (VI° Congresso del Calcio ad Antalya) in cui è stato visto come la “corsa all’indietro” sia maggiormente relativa a fattori coordinativi piuttosto che muscolari. Sempre allo stesso Congresso, Cicirko e coll presentarono uno studio longitudine di 5 anni (settore giovanile) in cui è stato osservato che i giocatori più bravi nell’1vs1 erano quelli dotati di maggiore coordinazione, in particolar modo di reazione ed adattamento dei movimenti.

    Indicazioni metodologiche: la fase critica per allenare l’agilità è prima della fase puberale, anche se il lavoro di mantenimento deve perdurare per tutta la carriera del calciatore. La metodologia deve essere incentrata sia sulle componenti analitiche (minicircuiti coordinativi senza palla con esigenza di velocità e correttezza esecutiva) per sviluppare frequenza/accelerazione, che sulle capacità di reazione/adattamento. Per sviluppare quest’ultima qualità vengono utilizzati giochi di difficoltà adeguata all’età in cui c’è una continua ed intensa richiesta di cambi di direzione per adeguarsi alle situazioni contingenti (come avviene nel calcio); per i bambini più piccoli possono essere utili giochi semplici, come quello del Lupo, dell’Orco, degli Stregoni, ecc. mentre per i più grandi Acchiapparella e i vari Giochi Psicocinetici. Ricordiamo il gia citato doppio legame (si influenzano a vicenda) tra le esercitazioni di 1c1 e la coordinazione com’evidenziato nel primo post sull’1c1 soprattutto per i più piccoli.

    movimento specifico funzionale

    Nel prossimo post verranno analizzati i mezzi rivolti al miglioramento del “Senso del movimento” e del “gioco” e il ruolo che può avere la coordinazione nella prevenzione infortuni.

    Vai alla seconda parte.

    Approfondimenti bibliografici

    • Cicirko L, Sadowski J. Motor coordination abilities and technical action of junior football players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007;Antalya, Turchia.
    • Mogni JC. Un mondo di giochi. Edizioni Correre, 2008
    • Sasaki S, Fukubayashi T, Kaneko S, Hirose N, Fukano M, Sakagami M. Backvard cutting in soccer players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007; ANtalya, Turchia.

    Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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