Esercitazione mirata alla tattica individuale per l’allenamento della fase difensiva di copertura reciproca da svolgere in una porzione di campo di 12 per 6mt, a gruppi di 6/8 giocatori.
Partitella a pressione 2vs2 su un campo di 6mt x 12 con l’obbiettivo di far giungere il pallone da un giocatore di fondo campo all’altro (le due sponde), purchè sia toccato da almeno uno dei due componenti la squadra in possesso di palla.
Il pallone rimane in possesso di un delle due squadre fino a che non viene conquistato dall’altra.
Le sponde sui lati
hanno due tocchi
giocano con la coppia di giocatori che ha il possesso della palla
non possono passarsi la palla tra loro
1 punto per ogni azione riuscita.
Variante: con le stesse regole di cui sopra, si aggiungono due sponde nei lati lunghi del campo e si ha un punto ogni qualvolta la palla passa da un lato all’altro dello stesso (sia in lungo che in largo), con almeno un tocco da parte della coppia di giocatori che ha il possesso della palla.
Tempo dell’esercitazione: blocchi da 1’30” con palloni sempre pronti ad essere inseriti in gioco.
Materiale occorrente: palloni, casacche di tre tipi, delimitatori.
DEFINIZIONE Dl PRESSING
Il pressing è un’azione tattica collettiva (quindi portata a compimento da più giocatori) effettuata in situazione di non possesso palla (fase difensiva).
E’ inoltre opportuno fare una distinzione tra i significati dei concetti di pressione e pressing. Mentre la pressione è un’azione individuale atta a togliere spazi e tempi di giocata al possessore di palla avversario, il pressing prevede, per la sua applicazione, la partecipazione di più giocatori che cooperano simultaneamente, per il raggiungimento di un obiettivo comune.
Ovviamente, per portare a compimento un’azione di pressing collettivo efficace, può esser necessario utilizzare l’abilità di pressione individuale.
Affinché sia possibile parlare di squadra in pressing è necessario che:
• la palla sia in possesso degli avversari;
• più giocatori, seguendo una strategia prestabilita, cooperino collettivamente alla riconquista della palla.
Scopo del pressing è quello di comprimere gli spazi ed i tempi di giocata agli elementi della squadra in possesso palla in modo da rendere complicato lo sviluppo della manovra offensiva avversaria e facilitare la riconquista della palla.
TIPOLOGIE Dl PRESSING
Una delle classificazioni più utilizzate per definire il tipo di pressing attuato da una squadra riguarda la zona di campo dove tale tattica collettiva viene applicata in modo sistematico. Si è soliti quindi parlare di pressing ultraoffensivo, offensivo o difensivo a seconda che il disturbo attivo, attuato nei confronti dell’azione avversaria, parta da una delle linee ben identificate nella figura 1.
Altre possono essere però le classificazioni utili ad indicare le modalità con cui una squadra pressa in fase difensiva. E’ possibile distinguere il pressing settoriale da quello a tutto campo, il pressing a soggetto da quello generale, il pressing in avanti da quello all’indietro.
Il pressing settoriale si differenzia da quello a tutto campo perché la squadra, impegnata in fase difensiva, va a ridurre tempi e spazi a disposizione degli avversari in possesso palla principalmente quando la stessa si trova in determinati settori (ad esempio nei pressi delle linee laterali).
Il pressing a soggetto si differenzia rispetto a quello generale per il fatto che la squadra concentra la propria azione collettiva principalmente quando la palla è in possesso di determinati giocatori (solitamente quelli più in difficoltà da un punto di vista tecnico oppure quelli più pericolosi). Il pressing in avanti si differenzia da quello all’indietro perché la squadra per la sua attuazione esegue in un caso movimenti collettivi ad avanzare (ad esempio nel pressing ultra-offensivo) e nell’altro movimenti a scendere (ad esempio nel pressing difensivo con i centrocampisti che si abbassano, avvicinandosi ai difensori, per raddoppiare o coprire determinate zone).
Al di là del tipo di pressing praticato, una delle pietre miliari su cui si fonda l’organizzazione del movimento collettivo è indubbiamente la scalata. E’ proprio grazie agli scivolamenti difensivi organizzati, fatti verso la zona della palla, che si può generare quel movimento collettivo-collaborativo identificato come pressing.
E’ importante considerare che l’efficacia del pressing può esser legata alla zona in cui si trova il possessore di palla. E’, infatti, indubbiamente più agevole pressare gli avversari quando la palla è in zona esterna piuttosto che in zona centrale. Tutto questo per le seguenti ragioni:
quando la palla è nei pressi della linea laterale le direzioni di giocata del possessore vengono appunto limitate a quelle verso l’interno o lungolinea, viceversa quando la palla è in zona centrale il giocatore può orientare la manovra a 360°;
in secondo luogo, l’avvicinamento della palla alla zona laterale consente di creare un lato forte (quello della palla) ed uno debole (quello lontano dalla palla), permettendo alla squadra che si difende di allentare le marcature sul lato debole e favorire le scalate dei reparti verso il lato forte dove sarà più agevole andare a creare situazioni di superiorità numerica e/o pressione individuale massimale.
QUANDO FARE PRESSING
Ma oltre alla zona di campo, esistono importanti fattori da considerare per massimizzare l’efficacia del pressing. Le condizioni favorevoli per ottenere buoni risultati si realizzano quando il pressing è portato:
su un giocatore di non eccelse qualità tecniche;
su un giocatore che si appresta a ricevere una palla di “difficile gestione” (alta, veloce, ecc.);
su un giocatore che riceve in “zona difficile” (scarsamente assistita dai compagni o dove costui non può permettersi di perder palla).
L’analisi di tutti questi fattori porta a considerare come il pressing possa esser applicato a tutto campo o, in modo che potremmo definire “chirurgico”, solo in determinate circostanze.
Fondamentale è riuscire proporre la giusta didattica in modo che i giocatori riescano a recepire e rispondere adeguatamente alle direttive volute dall’allenatore.
Un’ esercitazione situazionale che abbina l’allenamento della tattica individuale (1vs1) con una finalità metabolica prettamente aerobica.
4 gruppi di giocatori si schierano come in figura.
I palloni vengono giocati contemporaneamente dai giocatori schierati a fondo campo “A” e “D” rispettivamente ai giocatori “”B” e “C”.
Si creeranno due situazioni di 1vs1 (AvsB e DvsC) con obiettivo di realizzazione e di difesa della porta.
Dopo la conclusione, o l’intercetto da parte del difensore, il giocatore che ha lanciato il pallone e ha difeso prende posto come attaccante verso l’altra porta, mentre chi ha attaccato va a difendere la porta opposta tornando indietro alla massima velocità
Esercitazione progressiva da 1vs1 a 2 difensori vs 3.
I difensori lanciano il pallone da fondo campo e vanno immediatamente in pressione con l’obiettivo di difendere la porta osservando i concetti di posizionamento in base al punto in cui si trova pallone e avversario rispetto alla porta nel caso di esercizio di 1vs1 e 1vs2.
Inoltre l’allenatore dovrà fare attenzione all’esecuzione delle coperture reciproche tra difensori e alla pratica della neutralizzazione delle sovrapposizioni e dei tagli degli attaccanti (2vs2 e 2vs3).
Progressione consigliata (5′ per blocco)
1vs1 attaccante
1vs2 attaccanti
2vs2 “
2vs3 “
Vale la regola del fuorigioco solo all’interno dell’area di rigore.
Esercitazione volta al miglioramento delle azioni di copertura reciproca tra difensori e della marcatura “a uomo” in area di rigore in situazione di gioco “attivo”.
Due centrocampisti muovono il pallone verso gli attaccanti posti, spalle alla porta, a 5 metri dal limite dell’area di rigore e marcati passivamente da tre difensori.
Gli attaccanti, tramite movimento “incontro”, giocano il passaggio di scarico ai compagni posizionati al centro del campo per tre/quattro volte mentre i difensori si muoveranno di conseguenza con azioni di “prendo e mollo” (vedi in figura il giocatore difendente al centro), coperture reciproche, diagonali.
Al fischio improvviso dell’allenatore, il centrocampista in possesso di palla, apre il gioco su uno dei due esterni che, ricevuto sulla corsa, conduce il pallone sino a fondo campo da dove effettuerà il cross.
I tre attaccanti dovranno attaccare la porta cercando la conclusione a rete, viceversa i difensori non dovranno subire il gol difendendo in questo caso in modo attivo.
Commenti disabilitati su Alleniamo il pressing: dislocazioni e coperture.
Esercitazione finalizzata al movimento difensivo di tutta la squadra in relazione alla localizzazione del pallone nelle zone laterali del campo (e non).
Vengono schierati 10 giocatori in un’area di 40x50mt schierati in base al sistema di gioco più comunemente utilizzato; altri 7 giocatori disposti come in figura faranno girare il pallone.
I compagni schierati dovranno effettuare le opportune uscite con le relative “scalate” e “coperture” cercando di mantenere le giuste distanze tra i reparti.
Si consigliano blocchi da 3′ esclusi gli eventuali intervalli “a correggere” dell’allenatore.
L’intensità massimale dell’esercizio permette inoltre di arrivare a una giusta componente aerobica dello stesso.
Scambiare i giocatori tra un blocco e l’altro per affinità di ruolo.
Materiale occorrente: delimitatori e palloni.
Variante 1: inserire degli altri riferimenti visivi all’interno del rettangolo esercitativo (colori).
Variante 2: inserire anche giocatori attivi, a simulare altri avversari da andare ad attaccare in azione di pressing o di “assorbire” in marcatura.
I giocatori che compongono il cerchio con il perimetro inferiore fanno girare palla (senza passarla al compagno immediatamente vicino a dx e sx), mentre i due giocatori posti all’interno dello stesso devono andare in pressione e darsi copertura reciproca facendo in modo che la palla non passi mai in mezzo a loro (tra i due coni centrali).
I giocatori che compongono il cerchio più grande vanno a turno in pressione dall’esterno ogni qualvolta il pallone arriva nella loro zona.
Tempo consigliato per l’esercitazione: 1’00” a coppia di difendenti.