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  1. Scuola calcio: esercizio multifunzionale per Primi Calci e Piccoli Amici

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    Oggi vedremo un esercizio che ritengo estremamente utile per i primissimi anni della scuola calcio. Per strutturarla ho preso spunto da diversi mezzi allenanti presenti negli allegati dell’Evolution program della FIGC come il Guado, Re dei Portieri, il Campo minato, ecc.

    In questa struttura ho inserito più step, in maniera tale da poterla riproporre più volte, ma con varianti sempre diverse. In questo modo gli stimoli allenanti saranno maggiormente diversificati e completi (guida, collaborazione, tiro in porta, coordinazione, ecc.), ma il tempo necessario per le spiegazioni sarà molto breve; quest’ultimo aspetto lo ritengo fondamentale, visto che nei primi anni la loro soglia di attenzione è molto bassa.

    Struttura di base (Step n° 1)

    Le dimensioni del campo dipendono dal N° di giocatori; indicativamente, per 10 giocatori, è possibile usare un campo di almeno 15x15m. All’esterno del campo di gioco vengono posti dei cerchi, mentre all’interno attrezzi il più possibile diversi tra di loro, come coni, funi, meduse, cerchi, ostacoli (di diversa altezza), scalette, ecc. Ogni “percorso” è formato da uno o più attrezzi uguali ravvicinati (vedi immagine sotto). Di norma, il 25-30% dei giocatori parte fermo dentro i cerchi.

    Circuiti scuola calcio

    Durante l’attività, ogni giocatore dovrà interagire con 2 percorsi diversi in maniera originale e creativa (cioè lasciando loro la massima libertà di espressione), successivamente andare verso un compagno fermo in un cerchio e scambiarsi la posizione dopo aver detto il suo nome (o “dandosi il 5”). Questo tipo di interazione permetterà ai più timidi di comunicare più facilmente con i compagni.

    Il fatto di stazionare in un cerchio prima di essere nuovamente chiamato da un compagno, permetterà al giocatore di rifiatare e inventarsi nuove interazioni da fare con i percorsi.

    Ovviamente i feedback positivi dell’istruttore saranno rivolti verso chi si impegnerà maggiormente per effettuare movimenti originali, senza rimanere troppo tempo all’interno dei percorsi; ad esempio…”guardate com’è veloce Giovanni  a fare lo slalom tra i coni all’indietro”…ecc.

    La durata dipende dalla variabilità dei percorsi presenti e dalla creatività dei giocatori; infatti, dopo un certo lasso di tempo sarà più difficile trovare nuove alternative da parte dei giocatori, finendo per ricercare movimenti eccessivamente lenti e complessi. A questo punto sarà necessario passare alle varianti successive.

    Se invece si nota che i giocatori tendono a stancarsi e camminare, allora si potrà aumentare il numero di questi all’interno dei cerchi.

    Step n° 2 (guida e trasmissione)

    Verrà dato un pallone ad ogni giocatore fuori dai cerchi, che dovrà interagire (con la palla) con un percorso e poi portarla ad un compagno dentro un cerchio, scambiandosi di posizione.

    Praticamente è la stessa cosa dello step precedente, ma si utilizza la palla per interagire con i percorsi; una volta interagito con un percorso, si cercherà un compagno nei cerchi, gli si passerà la palla e si prenderà il suo posto. Anche in questo caso, i feedback dell’allenatore saranno rivolti ad elogiare chi, con impegno, cerca di essere veloce ed originale.

    Le varianti di questo step sono diverse; la prima è quella di aumentare il numero di passaggi tra i giocatori; anzichè 1, possono essere 3, o anche 5 (vedi immagine sopra). Soprattutto i più piccoli tenderanno a trasmettere la palla di prima e senza usare l’interno piede, con la conseguenza di sbagliare molti passaggi. Compito dell’istruttore sarà quello di far capire l’utilità dello stop quando la palla non è facilmente trasmissibile di prima, oltre all’uso dell’interno per passare meglio la palla. Anche in questo caso sarà sempre bene preferire il rinforzo positivo, cioè elogiare chi tramette correttamente la palla.

    In aggiunta si potrebbe aumentare il numero di percorsi da fare ogni volta (da 1 a 2, o a 3), cercando sempre di favorire e stimolare la creatività.

    Altra variante potrebbe essere quella di andare (dopo aver passato la palla) in un cerchio diverso da quello occupato dal compagno a cui si è trasmessa la palla. In questo modo si lavorerà anche sull’orientamento, abituando i giocatori ad ampliare e restringere il campo di attenzione in base alle esigenze di gioco.

    Altra variante per il focus attentivo è la penalità di 1’ (rimanendo seduti) quando 2 giocatori si scontrano; questo stimolerà la capacità di non guardare solo la palla durante la guida e l’effettuazione dei percorsi.

    Step n° 3 (guida analitica e trasmissione)

    In questa variante si sostituiscono i percorsi con una serie di minislalom di 3-4 coni colorati (ogni minislalom è costituito da coni dello stesso colore). Si mantengono invece tutte le altre varianti possibili elencate sopra (1 o più passaggi al compagno, occupazione di un cerchio diverso, ecc.).

    Le indicazioni potrebbero essere quelle di:

    • Effettuare guida (tra percorsi) e passaggi con piede libero, ma lo slalom con il piede debole.
    • Effettuare anche la guida con il piede debole
    • Effettuare lo slalom con il solo interno, con il solo esterno, con la suola, ecc.
    • Effettuare lo slalom andata/ritorno (ideale quando i coni sono solo 3).

    Com’è possibile intuire, in questo step lo stimolo è maggiormente analitico (perché si vincola il piede o la parte del piede di utilizzo), ma si lascia sempre una certa libertà di decidere quale minislalom fare e a chi passare la palla.

    Per incrementare la velocità della guida della palla è possibile sostituire i minislalom con delle porte di coni (vedi immagine sotto); per farlo è sufficiente ridurre il numero di coni dello schema precedente. A questo punto la richiesta potrebbe essere quella di passare dentro a 3 porte dello stesso colore, oppure 3 porte diverse, oppure secondo una sequenza stabilita (blu-giallo-rosso). Ovviamente deve essere vincolante il piede di utilizzo (ad esclusione dei passaggi) e la penalità nel caso in cui 2 giocatori si dovessero scontrare.

    Per stimolare la creatività, è possibile considerare dei coni singolarmente, ed effettuare delle finte; ma lo vedremo meglio nel prossimo ed ultimo step.

    Step n° 4

    Mantenendo la stessa struttura, si allontanano i coni tra di loro, e si considerano come degli “avversari, a cui si deve fare una finta”. In base all’età si possono lasciare liberi i giocatori di fare le finte che ritengono più opportune, oppure indicare (se sono già state effettuate in altri contesti) quale fare. Ad esempio, il compito potrebbe essere quello di fare 1 finta a 3 coni diversi, per poi passarla ad un compagno nel cerchio.

    In questo contesto, è fondamentale che l’allenatore dia i feedback positivi per premiare la creatività e la velocità di esecuzione; per fornire idee e spunti, può fare l’esercizio anche l’allenatore, effettuando finte semplici che possono essere successivamente prese come esempio. Indicazioni fondamentali possono essere anche quelle di far ripetere più volte la stessa finta, al fine di stabilizzare quel gesto motorio; ad esempio…”bravo Giovanni, bella finta, prova a ripeterla ai prossimi coni, così la impari bene e la fai anche nella partitella”.

    Altra variante è quella di passare la palla al compagno nei cerchi con una rimessa; può sembrare una banalità, ma non sempre i più giovani riescono a capire quale sia la distanza ideale da cui fare una rimessa. Le indicazioni potrebbero essere quelle di porsi ad una distanza tale da “far arrivare la palla velocemente, ma non troppo alta”.

    Non solo, in questo caso sarà fondamentale anche far capire che le parti del corpo migliori per stoppare la palla sono l’interno (anche alzando il piede) ed il petto; dopo una breve spiegazione, starà sempre ai feedback dell’istruttore effettuare il rinforzo positivo a chi effettua correttamente lo stop, sempre considerando che nei primissimi anni della scuola calcio non è un gesto facile da effettuare.

    Ma la variante preferita è quella di effettuare il passaggio secondo la “modalità mano-piede”; anche se questa è una condizione che non si verifica nell’attività di gioco (a quest’età), rappresenta comunque un importante stimolo per allenare alcuni aspetti della coordinazione, come la lettura delle traiettorie aeree. Inserendola solamente dalla categoria primi-calci, è possibile aggiungere la seguente regola: “se il giocatore che riceve la palla la afferra (con le mani) dopo un rimbalzo, entrambi i giocatori (anche chi l’ha lanciata) otterranno un punto; se invece l’afferra al volo, i giocatori otterranno 3 punti”. Questa regola stimolerà i giocatori ad impegnarsi al massimo, cercando di passare la palla da una distanza adeguata (e non eccessiva) ed a vincere la paura di afferrare una palla che viene dall’alto.

    Ultima variante, sicuramente la più gradita, è il “Re dei portieri”; in questi casi è consigliabile effettuare la zona di gioco nei pressi di un angolo del campo, in maniera tale da avere 2 lati su cui dislocare le porte (senza che la palla vada troppo lontana dopo il tiro). Sui 2 lati della struttura riparati dalle recinzioni esterne del campo si posizionano delle porte (con relativo portiere), di norma una ogni 3-4 giocatori; possono essere fatte anche da dei semplici coni. Gli altri giocatori (si eliminano i cerchi) avranno una palla a testa e avranno lo stesso compito di sopra, cioè cercare di effettuare finte ai coni; al posto dei coni si possono mettere ostacoli di diverse dimensioni o altri attrezzi di volume diverso. I portieri dovranno chiamare (uno alla volta) al tiro i giocatori che ritengono si stiano impegnando nel fare le finte; il tiro dovrà essere effettuato da dietro la riga (vedi immagine sotto).

    Se il giocatore segna, andrà in porta al posto del portiere (che andrà a fare le finte), mentre in caso contrario, tornerà a fare le finte.

    Il ruolo dell’istruttore sarà quello di accertarsi che tutti vengano chiamati, ed allo stesso tempo incitare i giocatori con la palla ad effettuare finte veloci, efficaci e creative.

    Ultima variante, che riguarda il portiere, potrebbe essere quella di inserire la regola “si para solo con le mani; se si para con una parte diversa dal corpo, è considerato gol (anche se la palla non entra)”; infatti, soprattutto nella categoria piccoli amici, i giocatori tendono a parare con i piedi, perché hanno paura di tuffarsi. Questo accade perché non hanno ancora strutturato correttamente i gesti motori del rotolare e strisciare.

    Validando la parata solo nel caso in cui si utilizzino le mani, aiuterà a vincere la paura di tuffarsi; inserendo questa regola anche in altre attività, aiuterà non poco strutturare gli schemi motori di base, ampliando il bagaglio motorio.

    Conclusioni ed altre risorse

    Tutte le varianti presentate in questo articolo possono essere distribuite in più allenamenti, aumentando progressivamente il livello di motivazione dei giocatori, ed accorciando il tempo necessario per le spiegazioni.

    Nell’immagine sotto è raffigurato uno schema semplificativo di varianti e stimoli allenanti.

    Clicca sull’immagine per ingrandire

    Sotto riporto alcuni link ad esercitazioni con simili finalità allenanti, adatte ai primi anni della scuola calcio.

    Puoi anche visualizzare tutti i post dedicati alla tecnica presenti nel nostro blog, o il nostro articolo sui migliori libri per la scuola calcio.

    Se invece desideri rimanere aggiornato su tutte le nostre pubblicazioni, connettiti al mio profilo linkedin.

    Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico AC Sorbolo, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

  2. L’allenamento della coordinazione nel calcio: dai Piccoli Amici fino ai Pulcini

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    Le capacità coordinative (o più semplicemente coordinazione) sono le qualità che più di altre si vanno ad intersecare con le altre variabili fondamentali del calcio, come la tecnica, la tattica e le componenti atletiche; non a caso, sono anche definiti “prerequisiti funzionali”, in quanto fungono da presupposti di molte abilità del calciatore. In un’interessante pubblicazione di Ford e colleghi del 2011, venne analizzato (in base agli esiti delle ricerche scientifiche) quello che è il modello atletico di adattamento a lungo termine (LTAD: Long Term Athletic Development).

    Immagine tratta da “The long-term athlete development model: physiological evidence and application.” di Ford e coll. J Sports Sci. 2011

    Come potete vedere dall’immagine sopra, è uno schema modello che approfondisce la comprensione dello sviluppo del potenziale atletico durante la crescita per permettere di ottimizzare la metodologia d’allenamento nelle varie fasce d’età. Senza addentrarci nei contenuti (che sono particolarmente vasti), ci soffermiamo sull’aspetto legato alla coordinazione, nello schema indicato come Physical Literacy; gli autori indicano come ci siano evidenze scientifiche/anedottiche a supporto del fatto che sia necessario un lungo/precoce percorso di allenamento multilaterale affinché si possano raggiungere abilità motorie elevate in età adulta. Fortunatamente il calcio (rispetto a molte altre discipline) è un’attività particolarmente multilaterale (cioè nella quale necessitano diverse abilità), ma è importante evitare una specializzazione metodologica precoce, al fine di permettere al giocatore di avere un bagaglio motorio elevato in età giovanile (per lo meno fino alla spinta puberale) su cui costruire le proprie qualità in età adulta.

    Ma che significato ha tutto questo all’atto pratico? Significa che l’allenamento della capacità coordinative (di per sé multilaterale) è un presupposto fondamentale al fine di avere le basi motorie su cui costruire l’aspetto tecnico, tattico ed atletico del calciatore. Quello che poi è importante comprendere, a livello metodologico, è l’influenza di queste sulla performance calcistica nelle varie categorie d’età e il come/quando/perché devono essere allenate a secco. In questo post, cercheremo di approfondire questi 2 aspetti, in maniera tale da dare le giuste indicazioni metodologiche dei lavori a secco, in base alle fasce d’età considerate.

    COSA SONO LE CAPACITA’ COORDINATIVE

    È importante comprendere come malgrado le capacità coordinative siano abilità generali, queste vanno allenate in maniera specifica alla disciplina praticata e in funzione dell’età. Infatti, malgrado la metodologia d’allenamento le suddivide in più di 10 abilità (equilibrio, coordinazione oculo manuale, reazione motoria, anticipazione motoria, ecc.), nel post che abbiamo dedicato all’argomento le abbiamo suddivise in 3 grandi gruppi, in maniera tale da semplificarne l’approccio.

    Nei nostri 2 post sulla coordinazione (prima parte, seconda parte), potete vedere la spiegazione completa.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PICCOLI AMICI e PRIMI CALCI

    Fino ai 6-7 anni, la difficoltà nell’apprendere i movimenti, è dovuta alla povertà degli schemi motori e da fenomeni di “irradiazione” a livello del sistema nervoso centrale che possono rallentare i processi di fissazione dei gesti (cioè l’apprendimento). Malgrado questo, a quest’età è possibile far leva su 2 aspetti che possono aiutare nel percorso didattico, cioè la motivazione alla scoperta e il gioco.

    L’AGILITA’ è sicuramente la qualità più allenabile in questo momento di crescita, anche perché permette di consolidare gli schemi motori; ma facciamo un esempio molto banale di come l’agilità, e nel caso del calciatore, la frequenza dei passi, sia un aspetto coordinativo fondamentale per lo sviluppo della tecnica. Se un giocatore ha una frequenza dei passi tale da riuscire a toccare il pallone ad ogni giro che questo effettua su se stesso (mentre rotola), allora sarà in grado di guidarlo nello spazio in maniera precisa ed efficace; se invece avrà una frequenza dei passi tale da toccare il pallone ogni 3-4 giri di questo, allora sarà continuamente in difficoltà nel guidare la palla….in altre parole, “sarà la palla a guidare il giocatore e non il giocatore a guidare la palla”. Non a caso, i giocatori che a quest’età emergono maggiormente, sono proprio quelli che grazie alla loro agilità (leggi frequenza dei movimenti) riescono a gestire al meglio la palla. Alcuni mezzi adeguati all’età sono:

    Abbiamo già visto come il SENSO DEL MOVIMENTO sia una qualità particolarmente legata alla tecnica, ma allo stesso tempo come un patrimonio motorio vasto e globale in età giovanile sia il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Per questo motivo, non c’è nulla di male nel somministrare anche giochi presi da discipline diverse da quelle del calcio, a patto che la densità di gioco sia sempre elevata e la progressione esecutiva converga sempre al gioco del calcio come nelle strutture seguenti:

    Il SENSO DEL GIOCO ovviamente è la qualità meno allenabile a quest’età, perché il giocatore riesce a focalizzare l’attenzione su pochi aspetti contemporaneamente. In ogni modo, attraverso l’utilizzo di giochi sempre più complessi si abituano i giocatori ad indirizzare la propria attenzione su un numero di aspetti sempre maggiori, lavorando sulla capacità di allargare e restringere il proprio focus attentivo, che è un presupposto importante dell’anticipazione motoria. Altro aspetto che ritengo fondamentale, soprattutto a cavallo della II-II° elementare, è l’attitudine dei bambini a dialogare e collaborare nei giochi; è il classico esempio del Guida e centra il bersaglio, il gioco del lupo, entriamo in porta e la battaglia di palloni.

    Questo non significa inserire forzatamente esercitazioni sul passaggio della palla, ma allenare nei giocatori la capacità di dialogare in maniera costruttiva all’interno del gioco (o del mezzo allenante), al fine di raggiungere l’obiettivo dell’esercitazione. In questo modo si costruiranno i presupposti mentali su cui poggeranno i possessi palla e le fasi tattiche (più o meno complesse) dell’età successive.

    L’ALLENAMENTO DELLA COORDINAZIONE NELLA CATEGORIA PULCINI

    È considerata anche come l’età d’oro per lo sviluppo delle abilità motorie; infatti, la maggior predisposizione all’apprendimento è data dalla non completa mielinizzazione delle fibre nervose e allo sviluppo dell’encefalo, che permettono di avere una maggior plasticità (rispetto ad altre fasce d’età) neuronale. A differenza delle età precedenti, non sono presenti fenomeni di irradiazione che rallentano la stabilizzazione dell’apprendimento e il giocatore si trova in una fase in cui anche mentalmente è molto più consapevole, propositivo e disposto ad imparare. Inoltre, la velocità di crescita staturale è limitata (rispetto alla pubertà) e di conseguenza è facilitata la padronanza della motricità. Ma come sfruttare al meglio dal punto di vista metodologico questa importante fase di crescita?

    Dal punto di vista dell’AGILITA’, permane il livello di allenabilità indicato nella categoria precedente, ma non solo: si assiste anche ad un modesto incremento della forza rapida (intorno alla 5° elementare), quindi il giocatore sarà particolarmente sensibile a stimoli che riguardano la velocità di corsa e l’accelerazione. Quello che cambierà, sarà il modo con il quale verranno allenate queste abilità in quanto, essendo più maturi, potranno trovare banali i giochi fatti in I° e II° elementare. Rimanendo sull’ambito ludico (che ovviamente motiva maggiormente i giocatori) potranno essere inseriti quindi esercitazioni a mo’ di sfide (con o senza palla) e giochi più complessi. A mio parere è possibile inserire anche saltuariamente qualche esercitazione di rapidità coordinativa, con percorsi inseriti nel passaggio strutturato (per organizzarlo anche in forma di sfide per motivarli). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Inoltre, sono convinto che dal punto di vista motorio possano trovare grande giovamento dall’inserimento di esercitazioni a navette brevi e con più cambi di senso, per migliorare la percezione dell’appoggio del piede esterno nel cambio di direzione (vedrete che per loro non è un concetto semplice); fondamentale è il modo con cui vengono proposte queste esercitazioni, per motivarli adeguatamente senza che si annoino.

    Per questo riguarda il SENSO DEL MOVIMENTO, da un lato è fondamentale lavorare sulla tecnica (vista l’elevata disponibilità nell’allenarla a quest’età), ma è bene anche incoraggiarli a praticare altre discipline, contribuendo ad un patrimonio motorio vasto e globale che sarà il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Un aspetto che però ritengo ancora fondamentale su cui lavorare a secco, è l’apprezzamento delle distanze e delle traiettorie; infatti anche in Prima categoria e Promozione (adulti) mi capita di vedere giocatori dotati tecnicamente che però faticano nel gioco aereo o nella gestione della ricezione di un passaggio lungo. Avere una buona tecnica nel colpire di testa la palla o nel gioco aereo, non è sufficiente se non si riesce a leggere con precisione a traiettoria della palla, e non è una cosa scontata. Quindi sarà poco efficiente, nelle categorie successive (quando la forza dei giocatori permetterà di fare dei lanci lunghi), allenare queste qualità se nella categoria pulcini non si è prima insegnato a leggere la traiettoria della palla. Ovviamente in questa fase non è necessario usare i piedi, ma anche le mani o mani/piedi insieme, in maniera tale da riuscire a stimolare la lettura delle traiettorie senza le difficoltà o le paure tipiche legate ai gesti tecnici (come usare forzatamente la testa o i piedi). Alcuni esercizi utili potrebbero essere:

    Concludiamo con il SENSO DEL GIOCO, che in questa fascia d’età diventa più allenabile rispetto alla precedente. Malgrado questo, è importante non iniziare una specializzazione tattica precoce, in quanto le abilità maggiormente allenanti in questa categoria sono la tecnica e la coordinazione. Conviene quindi continuare (anche se in misura minore rispetto a prima) ad utilizzare mezzi a secco per lo sviluppo di questa abilità, allenando di conseguenza le capacità attentive e di anticipazione motoria (vedi ad esempio alcuni esercizi della prima parte e della seconda sul riscaldamento). Altre esercitazioni interessanti sono:

    Parallelamente ovviamente, inizierà il lungo percorso didattico (tecnico/tattico) che porterà (partendo da dei semplici giochi di posizione) allo sviluppo delle abilità tattiche individuali collettive, che finirà in età adulta.

    CONCLUSIONI

    L’allenamento della coordinazione nelle categorie proposte non può essere scisso dal concetto di gioco, o per lo meno da quello di “sfida”. Questo non solamente garantirà una grande motivazione (perché il gioco va incontro alle esigenze dell’età considerata) e densità di gioco, ma permetterà anche di acquisire il concetto del rispetto delle regole. In un contesto in cui vengono rispettate le regole, i bambini sono più tranquilli e propositivi, e di conseguenza imparano meglio.

    Ricordo che i mezzi dedicati alla coordinazione devono poi anche essere inseriti ed avere un continuo nel contesto della didattica della seduta; così se strutturerò un allenamento per la guida della palla per i Piccoli Amici, potrò iniziare con un gioco dei ragni, mentre se vorrò lavorare sul calciare/ricevere la palla, potrò utilizzare il gioco della bomba.

    Cliccando sull’immagine sotto potrai accedere al Gruppo Telegram dedicato all’allenamento motorio ed atletico nel settore giovanile e scaricare gratuitamente il documento con le indicazioni (e link agli esercizi più utili) per ogni categoria, dai Piccoli amici fino agli Allievi. In più, ogni settimana, contenuti ed aggiornamenti per gli iscritti al canale.

    coordinazione scuola calcio

    Autore dell’articolo: Melli Luca, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960, preparatore atletico AC Sorbolo ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

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