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  1. Principali differenze tra il gioco “a zona” e il gioco “a uomo”

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    A “uomo”

    A “zona”

    Piazzamento in base alla posizione dell’avversario diretto. Piazzamento in rapporto alla posizione del pallone, dei compagni e degli avversari.
    L’iniziativa del gioco è lasciata maggiormente in mano agli avversari. Si è più numerosi in prossimità del pallone. Pressing attuabile in maniera più semplice.
    E’ più difficile mantenere il contatto tra i reparti. Maggiore partecipazione collettiva tra i compagni tanto in fase difensiva quanto in fase offensiva.
    La squadra è più dispersa sul campo e consente spazi più ampi all’avversario, quindi più profondità. E’ più facile collegare i reparti, quindi tenere la squadra “corta”.
    Il gioco dei singoli è più individualista. Bisogna “scalare” la marcatura; serve la massima collaborazione tra i compagni si squadra.
    Gioco basato sul duello, sull’1>1. Gioco basato sull’aggressività collettiva.
    L’applicazione del fuorigioco è molto più difficile. Lo stesso vale per i raddoppi di marcatura ed il pressing. Consente più facilmente l’allineamento in difesa e l’attuazione della tattica del fuorigioco.
    L’asse del gioco è verticale: da dietro in avanti. L’asse del gioco è laterale: squadra raggruppata, corta.
    La responsabilità individuale fa determinare più facilmente i responsabili di una sconfitta. La responsabilità è generalmente collettiva.
    Comporta maggior dispendio energetico. Comporta minor dispendio energetico, ma un maggior impegno mentale.
  2. Tra i due tempi: la pausa è importante!

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    Quante volte, assistendo alla seconda frazione di gioco, abbiamo sentito, sulle tribune di uno stadio, frasi del tipo «chissà cosa avrà detto ai giocatori» «dagli spogliatoi è uscita un’altra squadra», come se con il cambio di maglietta, durante l’intervallo, si fossero modificate anche le caratteristiche dei giocatori.
    Quante volte la pausa tra primo e secondo tempo ha mutato totalmente l’atteggiamento di una compagine, cambiando poi il volto e il risultato della partita?!

    Quindici minuti, anche meno se si considera il tempo necessario a raggiungere lo spogliatoio e il successivo rientro sul terreno di gioco. Un lasso di tempo durante ìl quale sì devono affrontare tutta una serie di situazioni: dal ripristino della calma dopo che tutti hanno provveduto ad andare in bagno, a procurarsi del thè o dei sali da bere, a sottoporsi ad eventuali controlli sanitari; all’analisi delle diverse situazioni di gioco: possesso di palla in relazione al comportamento difensivo degli avversari – situazioni di gioco non in possesso di palla – decisioni sull’utilizzo di eventuali palle inattive, sia a favore che contro – valutazione di eventuali situazioni a rischio disciplinare.

    Riuscire ad ottimizzare il tempo a disposizione per affrontare al meglio quanto visto (ed eventuali altre problematiche che ogni partita può far emergere), sarà quindi ulteriore sinonimo di professionalità.
    Ma a cosa deve fare attenzione l’allenatore e come si deve comportare ?
    Si ritiene che il rischio maggiore in questi momenti sia un possibile calo di tensione.
    Il Mister per mantenere alta la concentrazione del gruppo, avrà il compito di allontanare prima possibile ogni elemento di «disturbo» (accompagnatori, dirigenti, ecc.); creare le condizioni ottimali per comunicare con ogni elemento della squadra (evitare per esempio di avere persone alle spalle, o di non vedere in faccia tutti i giocatori); non mostrarsi incerti ed impreparati, ma utilizzare parole chiare e decise preventivamente meditate; ricercare maggiormente un aiuto psicologico piuttosto che tecnico, suggerendo possibili soluzioni a ogni errore evidenziato; utilizzare termini di sostegno e di incitamento qualunque sia il risultato della prima frazione di gioco.

    Naturalmente poi, ogni allenatore conoscerà in maniera dettagliata ognuno dei suoi ragazzi e solo lui potrà decidere quale strategia adottare con il singolo per farlo rendere al meglio, anche nella seconda parte della gara: comunicazioni faccia a faccia, incoraggiamenti personali o davanti al gruppo, palo- le più o meno decise nei suoi confronti.

    I compiti dell’allenatore-educatore saranno quindi indirizzati principalmente all’analisi di queste situazioni e le correzioni tecnico-tattiche dovranno essere apportate attraverso un’enfatizzazione dei momenti positivi, ricordando che i ragazzi vogliono solo giocare il più possibile.

    A livello giovanile, la situazione deve essere analizzata da un altro punto di vista. I ragazzi, che quando si ritrovano all’oratorio o ai giardinetti, sono abituati a giocare ininterrottamente per ore ed ore, vengono quasi disturbati dal fischio dell’arbitro, in quanto il più delle volte non sentono la necessità di riposare. L’intervallo per loro dovrà essere a tutti gli effetti un momento didattico, da cui attingere nozioni importanti, come durante un qualsiasi allenamento infrasettimanale. Non dovranno quindi mancare i suggerimenti tecnico-lattici in quanto sarà importante per la loro crescita nel mondo calcistico far tesoro fin da giovani di quei minuti di pausa.

    Se poi ci rivolgiamo alle categorie Pulcini ed Esordienti, dove il regolamento prevede le sostituzioni obbligatorie, assistiamo (anche perché normalmente non si rientra negli spogliatoi tra la prima e la seconda frazione di gioco), alla frenesia del ragazzino che sente avvicinarsi il suo momento, dopo un tempo passato in panchina, e al silenzio degli altri compagni che attendono quasi mestamente di essere chiamati e quindi sostituiti.

    SOGGETTO COMPORTAMENTO DEL TECNICO
    Demotivazione Minaccia di esclusione
    Sfiducia in se stesso Ricordare esperienze vincenti
    Troppa Aggressività Enfatizzare il rischio espulsione
    Insicuro Rassicurare, incoraggiare
    GRUPPO COMPORTAMENTO DEL TECNICO
    Euforico Enfatizzare valore avversari
    Depresso Sottolineare le cose ben fatte

    I compiti dell’allenatore-educatore saranno quindi indirizzati principalmente all’analisi di queste situazioni e le correzioni tecnico-tattiche dovranno essere apportate attraverso un’enfatizzazione dei momenti positivi, ricordando che i ragazzi vogliono solo giocare il più possibile.

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