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  1. Situazioni di gioco: Chelsea – Bayern Monaco (finale Supercoppa europea 2013)

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    GIOCO “DINAMICO”

    MOVIMENTI D’ATTACCO DEL BAYERN

    MOVIMENTI D'ATTACCO DEL BAYERN

    Sulla fascia destra, Lahm, in possesso palla, scarica su Krossche taglia alle spalle di Robben che va incontro a Lahm portandosi il difensore e aprendo il varco per il compagno che mette a centro o conclude a rete.

    MOVIMENTI SULLA FASCIA SINISTRA DEL BAYERN

    MOVIMENTI SULLA FASCIA SINISTRA DEL BAYERN Sulla fascia sinistra Ribery oltre che a scambiarsi con Robben, il più delle volte ricevuta palla, forte nell’uno contro uno si accentrava, lasciando lo spazio all’inserimento di Alaba, per servirlo sul taglio (1), oppure concludere a rete (2) o sul taglio degli altri compagni.

    Da notare che Ribery è destro, quindi accentrandosi da sinistra può calciare bene in porta o servire con il piede naturale i compagni.

    MOVIMENTO DA ATTACCANTE

    MOVIMENTO DA ATTACCANTE

    Mi è piaciuto un movimento di Torres, che ha ingannato i due difensori e gli ha permesso di calciare in porta.

    Azione: Schuurle sulla destra arriva quasi sul fondo e pur contrastato da Alaba, riesce a far arrivare la palla a Torres (1), che con un movimento palla al piede, ad uscire si porta appresso i due difensori, ma che con un contro movimento cambia direzione e si porta alla conclusione (2).

    Secondo me un azione da grande attaccante.

     

    gIOCO “STATICO”

    CALCI D’ANGOLO BAYERN

    CALCI D'ANGOLO BAYERN

    A (Gotze) va sulla palla, finta di crossare e la passa (1) a B (Kross) che la mette in mezzo (2) di prima per i colpitori.

    SCHEMA DI PUNIZIONE BAYERN

    SCHEMA DI PUNIZIONE BAYERN

    A che da destra era Robben finta di crossare a centro, ma passa a B (1) Ribery che si alternava con Kross che poteva calciare in porta (più Ribery) oppure metterla sul secondo palo sul movimento del compagno.

    Da sinistra s’invertono le posizioni con Ribery o Kross che vanno sulla palla e Robben che va a calciare.

    La seconda soluzione prevede un passaggio in più (3) per C (Lahm) che la mette sul secondo palo per un compagno che con un contro movimento si libera dalla marcatura.

    L’avversario viene indotto a pensare al cross immediato perché n area vanno tutti i “lunghi” a saltare.

    Variante: C invece di crossare calcia direttamente in porta. In questo caso in posizione C si posiziona Ribery.

    Nicola Amandonico

  2. Chelsea: le modifiche di Villas Boas

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    La novità più grande di questa stagione della Premier League , è stata sicuramente l’arrivo di Villas-Boas sulla panchina del Chelsea. Dopo aver vinto tutto quello a disposizione sulla panchina del Porto, è arrivato nel campionato inglese carico di aspettative nei suoi confronti. La cosa che più risalta all’occhio è sicuramente la sua idea di calcio e quindi la sua strategia in terra inglese.

    Il tecnico portoghese ha cercato di riproporre una strategia che gli ha portato grandi successi al Porto, facendo di se e della sua squadra un vero marchio di riconoscimento. Al Chelsea, il lavoro su questa strategia sta portando i frutti un po’ alla volta. La sua mano si vede e le corrispondenze con il suo Porto anche. Un po’ di problemi li ha avuti ad inizio anno, ma soprattutto con la sua linea difensiva non sempre perfetta e molte volte esposta a micidiali ripartenze, vedi la partita con l’Arsenal.

    Nelle ultime settimane sembra aver modificato leggermente la sua strategia, riportando i giocatori a giocare nel modo in cui il Chelsea ha sempre fatto: compattezza a centrocampo e linea difensiva meno alta. Il tecnico portoghese in una recente intervista ha evidenziato come Fernando al Porto , diventasse un centrocampista più offensivo, ma al momento questa strada in terra in inglese non porta molti frutti. In Premier si perde equilibrio giocando in quel modo visto che le transizioni sono molto più veloci e quindi si è avuto la necessità di riposizionare il più indietro il giocatore che ricopre quel ruolo.
    Riguardo alla linea difensiva, gli accorgimenti fatti si sono visti contro al Manchester City di Mancini. Se prima la difesa cercava subito di contrattaccare, ora è stata posizionata più bassa per esporsi meno alle ripartenze degli avversari.
    Per quanto riguardo il possesso palla, fondamentale per Villas-Boas, fino a dicembre il Chelsea nelle sue gare ha sempre avuto la maggioranza di passaggi effettuati, solo in pochissime occasioni è stata pareggiata o di pochissimo superata.

    Villas-Boas ha in mente anche di ripartire velocemente verso la porta avversaria. Per lui , in premier, il possesso palla sterile non è sinonimo di forza. Controllare la palla è fondamentale ma meglio se fatto nella metà campo avversaria, e con i giocatori a disposizione sarebbe un eresia non provare a fare ciò.

  3. Chelsea batte Manchester City 2-1 e si rimette in corsa

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    Dopo la delusione per l’eliminazione in Champions League, la squadra di Roberto Mancini ha incassato anche il primo ko in campionato cadendo in casa di un Chelsea mai domo capace di ribaltare con orgoglio un risultato compromesso dalla solita gran giocata di Mario Balotelli. Tre punti d’oro per gli uomini di Villas Boas che fa contenti sia i suoi tifosi, sia le inseguitrici del City che hanno dimezzato lo svantaggio. (altro…)

  4. Champions League: Chelsea primo, Spalletti resiste al Dragào, incredibile Marsiglia, Barcellona accademia e Milan in gita turistica a Plzen

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    Incredibile rimonta del Marsiglia, che ha rimontato 2 reti contro il Dortmund vanificata dalla la vittoria ottenuta dall’Olympiakos contro l’Arsenal. Francesi agli ottavi come secondi nel girone, greci in Europa League. E’ passato e allontanato la crisi anche il Chelsea di Villas Boas approfittando anche del pareggio del Leverkusen sul campo del Genk. Per il Valencia solo Europa League. Obiettivo qualificazione raggiunto anche per lo Zenit, uscito indenne da Dragao di Oporto. Anche in questo caso per l’ex-squadra di Villas Boas c’è la consolazione della qualificazione all’Europa League, competizione vinta lo scorso anno. Per il Milan una gita turistica a Plzen dove i padroni di casa avevano come obiettivo centrare l’EPL trovato grazie alla rete del 2-2 nel finale. Al Camp Nou pura accademia per il Barca con la “seconda squadra” (altro…)

  5. Mourinho: “Nel 2007 fui vicino alla panchina dell’Inghilterra”

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    Ennesima rivelazione inaspettata di Josè Mourinho, che in un’intervista odierna rilasciata ai giornalisti del quotidiano sportivo francese L’Equipe dichiara: “Nel 2007 ho seriamente rischiato di allenare la Nazionale inglese, prima di rivolgersi a Fabio Capello la Federcalcio britannica aveva pensato a me.”
    Lo stesso tecnico portoghese ha rivelato di essere stato praticamente vicinissimo alla firma poichè la tentazione di cedere alle lusinghe inglesi era tanta, considerando la corte serrata che ricevette, all’indomani dell’esonero di Steve McLaren nell’autunno del 2007 dalla panchina dei Tre Leoni. Mourinho stesso aveva da poco rotto l’intenso rapporto che lo legò per 3 anni al Chelsea di Abramovich e la voglia di rimanere in terra inglese non era indifferente: “Sono stato a poche ore dall’accordo, stavo praticamente per firmare ma poi mi sono fermato a riflettere ed ho capito che se avessi accettato l’offerta avrei avuto la squadra solo per pochissime volte l’anno e il resto del tempo l’avrei dovuto passare in ufficio a sbrigare le più disparate faccende burocratiche o a guardare le partite degli altri. Per di più il tutto attendendo sempre l’estate per disputare Europei o Mondiali come dovessi vivere costantemente in una perenne agonia. Non era il lavoro che faceva per me e quindi ho preferito rifiutare attendendo un’offerta che potesse realmente farmi sentire realizzato. Poco dopo infatti arrivò l’Inter e non ebbi alcun dubbio sull’accettare o meno.”
    Lo Special One analizza poi il momento in cui dovette lasciare Stamford Bridge e vivere da “disoccupato” per un periodo ritenuto da lui stesso nero e decisamente negativo, tanta era la nostalgia per il calcio: “Quando lasciai il Chelsea il primo mese fu fantastico, finalmente potevo vivere appieno la mia famiglia e le mie passioni lontano dalle continue pressioni dell’ambiente calcistico. Durante i primi tempi viaggiai moltissimo, andai in Africa, in Giappone, tutte cose che non avevo mai avuto tempo di fare. Anche il secondo mese fu bello ma già dal terzo cominciai a provare un forte senso di frustrazione e malinconia, mi mancava il calcio e mi sentivo in maniera orribile.”
    Mourinho poi svela un altro retroscena tenuto finora segreto, cioè l’offerta che ricevette dal Paris Saint-Germain prima di essere contattato dall’Inter, offerta però prontamente declinata per dei dubbi che l’allenatore portoghese nutriva verso il livello del campionato francese: “Fin da quando mi approcciai al calcio per la prima volta pensai che i campionati di Italia, Inghilterra e Spagna sono i migliori in assoluto e quindi ritenni più redditizio e soddisfacente allenare in questi paesi piuttosto che in altri, perchè credo che durante gli anni migliori della nostra vita dovremmo misurarci nelle sfide più ambiziose ed impegnative.” I giornalisti francesi si pentiranno di aver deciso di intervistare l’irriverente Mourinho considerando la non esaltante opinione che il lusitano nutre nei confronti dei “galletti”?

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